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TWF - Tex Willer Forum

[314/316] Il Bisonte Bianco


Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura : Claudio Nizzi
Disegni: Fernando Fusco
Periodicità mensile: Dicembre 1986 è Febbraio 1987
Inizia nel numero 314 a pag. 62 e finisce nel numero 316 a pag. 64




Presso Laramie, gli sgherri del ranchero Langley freddano un indiano sotto gli occhi di Tex e Carson per impedirgli di rivelare al suo sakem che il loro padrone intende cacciare il Bisonte Bianco, animale sacro dei Cheyennes. Intenzionato a uccidere il Bisonte Bianco, il folle ranchero fa evadere la sua guida e parte con un drappello di uomini per le sorgenti del North Platte, rischiando di scatenare una rivolta indiana! Tex e Carson seguono la pista del cacciatore e riescono ben presto a staccarlo dai suoi sgherri. Langley e lo scout Laskiss, rimasti soli, scatenano addosso ai pards una mandria di bisonti infuriati e poi gli aizzano contro il branco di Volpe Macchiata, indiani rinnegati. Il Bisonte Bianco lo ossessionava con presagi di morte: adesso il folle ranchero Langley ha veramente di fronte l'enorme creatura, bestia sacra dei Cheyennes e, come nei suoi incubi, il fucile non riesce a sparare!



© Sergio Bonelli Editore

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Guest Wasted Years

Riletta da poco. Neanche troppo malvagia la storia, anche se piuttosto breve ed un po' scontata. Inconsistente l'indiano socio di laskiss, che si rivela un pivellino debole ed ingenuo, mentre illimitato il delirio dell'ex cacciatore di bisonti, che non esita addirittura a far evadere la sua guida ferendo lo sceriffo, aggredito alle spalle. I pard si fanno giocare almeno un paio di volte, anche se sono piuttosto aggressivi e decisi. La storia deve per forza arrivare a quel finale, esponendo il fianco ad accuse di illogicità. Comunque una simpatica lettura, anche se non brilla.

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  • 1 anno dopo...

Ho riletto la storia in occasione della sua recente ristampa "colorata". Anche se non può, IMHO, essere qualificata come un capolavoro si lascia comunque leggere molto piacevolmente: non mancano le scene spettacolari ( la morte del cowboy di Langley nel fiume e soprattutto l'assalto dei bisonti ) e Tex e Carson sono decisi e reattivi, come afferma pure Wasted, ( e anche i loro errori di valutazione sono abbastanza comprensibili se non prevedono che Langley assalga l'ufficio dello sceriffo per liberare Laskiss è perchè non si tratta del tipo di comportamento che ci si aspetta da un "pezzo grosso" cittadino suo pari; allo stesso modo, quando attaccano il campo della spedizione di Langley gli uomini del ranchero oppongono un simulacro di resistenza, che dà a lui e a Laskiss il tempo di eclissarsi e rubare i cavalli dei pards ), mentre l'ossessione di Langley e la figura sospesa tra mito e realtà ( e perciò tanto più suggestiva ) del bisonte bianco sono presentate in una maniera piuttosto convincente e suggestiva e IMHO risultano più affascinanti di quelle del gaglioffo di mezza tacca Frank Bishop e dello stallone Silver Star nella storia di GLB intitolata a quest'ultimo che mi paiono sì più realistiche ma anche molto più prosaiche e banali. I disegni di Fusco sono per me di livello assai buono.

 

In sintesi, IMHO:

 

soggetto 7,5

sceneggiatura 7,5

disegni 8+

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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

Sicuramente la cosa più interessante di questa storia è l'ossessione di Langley, che lo porta a compiere anche azioni illegali pur di liberarsi dall'incubo del Bisonte Bianco che lo sta facendo impazzire. La storia non è certamente un capolavoro, ma è comunque piacevole e per niente noiosa. Lo schema e la trama è riconducibile alla vecchia storia di Silver Star, anche se in questo caso Langley vuole confrontarsi direttamente con il leggendario animale per ucciderlo e non per catturarlo. Tex e Carson, nonostante vengano "gabbati" almeno un paio di volte, si dimostrano comunque ben svegli e implacabili. Un Nizzi ancora particolarmente ispirato ai testi, aiutato molto anche dagli splendidi disegni di Fusco!!

 

Voto: 7 :trapper:

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  • 2 mesi dopo...

La cosa interessante di questa storia è la motivazione alla base della quale nascono tutti i guai che costringono Tex e Carson a prolungare la loro permanenza presso Laramie. Una volta tanto non siamo in presenza del solito riccone che vuole allargare i suoi traffici ed i suoi possedimenti costi quel che costi ma siamo in presenza di un uomo che convive con il suo passato che ritorna ogni notte sotto forma di un incubo che pian piano lo sta portando alla follia e per uscirne concepisce un piano altrettanto folle. Altra cosa bella è che la vera motivazione ci viene presentata non subito ma a racconto già iniziato, quando il lettore si è già convinto di avere a che fare con il solito ricco borioso. I disegni di Fusco aiutano il racconto di Nizzi che ha notevoli spunti come l'incidente nell'attraversamento del fiume che porta alla morte di uno dei componenti del gruppo della caccia al bisonte, la personalità del coprotagonista Laskiss che si dimostra un ottimo e scaltro avversario per i due pard, peccato per la sua morte potrebbe essere stato un personaggio da risfruttare. In sostanza a me la storia è piaciuta molto.

 
Voto 10 
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  • 6 mesi dopo...

Anche a me è piaciuta l'idea di costruire una vicenda intorno ai "deliri" dell'ex cacciatore di bisonti; una piacevole variazione rispetto alle trame "classiche", ma che è ben riuscita mischiando, appunto, il desiderio di liberazione dagli incubi da parte di Langley e la volontà di Nuvola Nera di difendere a tutti i costi quello che i Cheyennes considerano un'espressione terrena di Manito, il Sacro bisonte bianco. Secondo me, poi, il valore della storia viene accresciuto anche dai disegni di Fusco, perfetti per soggetti di questo tipo e capaci di rappresentare momenti di tensione emotiva (il culmine, quando Langley si trova di fronte al bisonte bianco) e quelli di ironia e tranquillità tra Tex e Kit Carson.

Voto: 7

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  • 1 anno dopo...

Questa storia è graficamente straordinaria: straordinaria nell'emozionante copertina, una delle mie preferite da sempre, straordinaria nei disegni del Maestro Fusco: più che una storia a fumetti, ci troviamo di fronte ad una favolosa esposizione di quadri, attraverso i quali possiamo fare idealmente una incredibile passeggiata tra i paesaggi del Wyoming. Già, una passeggiata, perchè questa hanno fatto Tex e Carson, non incidendo per nulla nella storia, ma semplicemente "accompagnando" (sia pure a distanza) lo sfortunato Langley, una volta tanto non il solito cattivo, ma un personaggio tragico, nella nemesi della sua vita (i bisonti che hanno fatto la sua fortuna lo tormentano nel benessere) e nell'estremo momento della morte, quando incredibilmente il suo fucile integro lo tradisce: momento molto emozionante, e ancora di più quando Tex e il lettore scoprono che non è il fucile ad essersi inceppato, ma qualcosa nella mente di Langley... Non un capolavoro, ma una bella storia da ricordare.

  • Mi piace (+1) 1
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  • 5 settimane dopo...

L'occasione di leggere questa storia si è presentata con le recenti ristampe in edicola in questi giorni. Ho trovato la storia godibile, scorrevole e ben disegnata dal solito Fusco ma niente di più. A mio avviso il soggetto non concede poi uno sviluppo della trama poi molto dilatato e trovo che comunque sia stato allungato anche troppo. Spesso i testi si perdono in discussioni e battibecchi tra i due pards e lo sceriffo ma alla fine il succo e i fatti accaduti sono pochi. I cattivi poi mi sembrano anche poco caratterizzati e non sufficientemente adatti a reggere il confronto con i pards. Alla fine Langely non è un cattivo "cattivo" ma semplicemente una persona ossessionata dai suoi incubi che tra l'altro come già detto da alcuni di voi assieme alla leggenda del bisonte bianco sono la cosa più interessante della trama. Per quanto riguarda i disegni troviamo un ottimo Fusco sempre in costante miglioramento e cambiamento anche se personalmente il mio preferito resta quello che inizierà a trovarsi dal numero 350 in avanti.

 

Soggetto 7,5

Trama 7

Disegni 7,5

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  • 2 settimane dopo...

Storia riletta in questi giorni dagli albi originali, a mio avviso la psicosi del ricco ma onesto Langely e' un po' troppo amplificata, tirata via alla grande non si approfondisce bene , arrivano fortunosamente davanti alla bestia sacra... quasi per caso, la storia dell'incidente nel fiume mi sembra ampliata al massimo.... cosi' giusto per prendere spazio! altrimenti come storia come idea non era male sinceramente..... poi dai ragazzi uno esperto come tex non si accorge che Laskiss si butta per terra, per fingere di essere colpito???trovo molto belli i disegni, sapete dirmi il numero e il titolo di quella storia sulle ristampe a colori della repubblica???

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Già il primo albo di questa storia è tutto una goduria: la sparatoria iniziale, Tex e Carson nel saloon ai cowboys assassini. ("Attento a quello che ti esce di bocca compare. Tu di che non è vero e, parola mia, ti faccio finire la dentiera nel tacco degli stivali, anche se ora ti senti protetto dal tuo padrone"). Poi la delineazione del gran ranchero Langley e della sua ossessione per il leggendario bisonte bianco; suo complice, un gran furfante di nome Laskiss.
Un lungo inseguimento dalla città fino al territorio indiano, con i Rangers dietro a questa coppia.

Nel finale,

dove Langley viene ucciso dal bisonte bianco, e vede i suoi incubi realizzarsi
si vede come Nizzi voglia insistere su come il destino o qualunque altra forza che controlli le azioni degli uomini, ci metta il suo zampino. Un finale che suona come il danno più la beffa per il povero Langley ( e forse anche aspettabile). Nizzi per l'altro chiude con una nota che ha sapore di leggenda per un sacro animale che affronta la sua ultima lotta e poi scompare nel nulla. Una storia che cresce in epicit? mano a mano che ci si avvicina al suo territorio, e si identifica sempre più con Langley che sente l'avvicinarsi della sua ultima battaglia e si prepara ad essa, con lo spirito del guerriero di tanti anni di lotte (anche se da la caccia a qualcosa di sacro). Un confronto epico, che Nizzi non manca di mettere in risalto nelle scene finali (anche se non mi piaceva come viene disegnato il bisonte bianco da Fusco, meglio nella copertina di Galep).



Nemmeno in questa storia mi sento di darle del capolavoro (quel poco di esitazione che mi frega), ma è sicuramente una storia di ottimo, anche eccelente, livello.

Facciamo nove e mezzo.

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  • 3 mesi dopo...

Una storia nel complesso affascinante e sempre piacevole da leggere, non eccessivamente intricata e perfettamente equilibrata. :indianovestito:

Protagonisti della storia: :cowboy::indiano::bandito::colt::bisonte:

Dalla trama, molto originale ed intrigante, traspare un Claudio Nizzi particolarmente ispirato. Il vero protagonista di questa vicenda è Joke Langley, un ricco allevatore e possedente terriero del Wyoming, che da molto anni è perseguitato da un angoscioso incubo ricorrente al suo passato di cacciatore di bisonti, che di frequente lo fa svegliare nella notte coi sudori freddi. Questa terribile ossessione porta il ranchero a commettere azioni illegali, forte della sua influenza politica ed economica... Ciò accade tra la pagina 25 e la pagina 33 del secondo albo, in cui non esita a stordire lo sceriffo di Laramie per poi far evadere Joe Laskiss, bandito e truffatore assoldato dall'allevatore come guida per una spedizione di caccia al bisonte bianco. La vicenda prosegue tra numerosi colpi di scena e diversi scontri a fuoco. Dopo un incidente di viaggio che costa la vita a uno dei suoi uomini, Langley arriva nella vallata del North Platte braccato da Tex e Carson, che prima di raggiungerlo, affrontano numerose insidie, tra cui la travolgente corsa di una mandria di bisonti e l'assalto dei Cheyennes guidati dal rinnegato Volpe Macchiata. Tex arriva troppo tardi per salvare la vita di Langley che, in una vallata nascosta, viene sconfitto in duello dal famigerato bisonte! :bisonte:


Un western più o meno classico, ricco di spunti e all'insegna dell'azione e degli inseguimenti. :trapper:

Molto ben articolata la sceneggiatura, caratterizzata da una narrazione veloce ed immediata, da entusiasmanti dialoghi dettagliati ma maggiormente contenuti nel linguaggio e da una suddivisione sequenziale molto buona. :trapper:

Di qualità eccelsa e in lenta evoluzione gli strepitosi disegni di Fusco, in anch'essi dettagliati e maggiomente puliti rispetto alla sua storia precedente. Da ammirare l'estrema semplicità del tratto e la resa quasi perfetta delle colline e degli immensi pascoli del Wyoming. Una delle migliori prove in assoluto del disegnatore ligure, in questa occasione all'apice della sua forma. 

VOTO: 8 ai testi, 9 ai disegni.

BK

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  • 1 anno dopo...

parlerei anche dei disegni di Fusco, davvero belli e incisivi, con scene stupendamente disegnate e che hanno consentito a Nizzi di pubblicare un piccolo capolavoro di quello che è, senz'ombra di dubbio, il suo periodo migliore.

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  • 5 mesi dopo...
  • Collaboratori

Una storia sempre gradevole da rileggere. Ad alzare il voto contribuiscono non poco le battute umoristiche che si scambiano i due pards e non solo, una su tutte quella del capo Cheyenne Nuvola Nera all'indirizzo dei capelli bianchi di Carson. La sceneggiatura è condotta con brio ma il soggetto non è niente di eccezionale, come d'altronde l'idea di partenza, il bisonte bianco, lascia di per se presagire. C'è qualche risvolto storico che mi lascerebbe idealmente propendere per qualche spunto ceduto a Nizzi, magari dall'editore, ma nel libro intervista di R. Guarino, Nizzi afferma invece di aver tratto lo spunto dal "Moby Dick" di Melville. Buona l'idea del ranchero Langley che ci lascia la pelle nell'identica maniera suggerita dal suo stesso sogno, ma le pagine dove Nizzi si supera sono quelle iniziali quando lo sceriffo prende l'iniziativa di sostituirsi a Tex (che già metteva in conto le sue maniere spicce ) per estorcere la confessione dello scout Laskiss (colpevole di aver suggerito a Langley la presenza del bisonte in territorio Cheyenne): Laskiss alla fine è gabbato su tutta la linea dall'abile sceriffo. 

 

 

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Il bisonte bianco, che su Zagor acquista una connotazione negativa, in questa storia dimostra di sapersela cavare da se; buona è anche l'idea di Nizzi di giocare con la "magia" - la sacralità dell'animale è effettivamente riconosciuta in diverse religioni presso i nativi. Per la sua rarità è diventato il simbolo della bandiera del Montana.

 

Disegni di Fusco eccezionali.

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  • 3 anni dopo...

Il bisonte bianco,animale sacro per gli i Cheyenne, diventa l ossessione per l'ex cacciatore di bisonti (esattamente come per il Capitano Achab è Moby Dick)

Langley è il coprotagonista della storia, più che l'antagonista.A me non è mai stato antipatico, anzi,mi fa pena vederlo ossessionato dal sogno ricorrente dell'animale che lo uccide (e così sarà pure nella realtà).

Il vero "cattivo" da un certo punto di vista è lo stesso Bisonte,dal momento che rappresenta la paura inconscia e l'ossessione della morte per Langley e che nel finale diventa anzi lo strumento che compie il fato del ranchero.Una legge del contrappasso spietata,dal momento che l' uomo verrà appunto ucciso da un animale di una specie che lui stesso in gioventù aveva contribuito a sterminare...

Buoni comprimari,dal farabutto Laskiss a Nuvola Nera al simpatico sceriffo..

Tex e Carson sul pezzo e ritmi dannatamente Glbonelliani...:ok:

Storia che rimane una buona prova di Nizzi.

 

Modificato da Barbanera
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Scriveva proprio bene Nizzi in quel periodo. Il Tex di questa storia sembra proprio quello di GLB.
La scena iniziale nel saloon, bellissima, di stampo tipico Bonelliano fa rivivere bei ricordi.

Disegni di Fusco più che discreti.

Voto alla storia: 7,5

Voto ai disegni: 7,5

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  • 2 settimane dopo...

Disegni capolavoro del mio disegnatore preferito( insieme  a Villa) per una storia fresca e molto bella, con tante ottime scene, quale quella  nel saloon e quella finale,  secondo me una vera genialata  da parte di Nizzi, che mi sorprese decisamente all'epoca. Ma tutto il finale è  intriso di pathos e di poetica, compresa la vignetta  finale. Bellissima  anche la scena  in cui lo sceriffo arresta Laskiss. Decisamente  interessante  il personaggio  di Langley, " grigio" perché  galantuomo  ma spinto a diventare disonesto dal suo incubo.

Un 9.

Modificato da Grande Tex
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  • 1 anno dopo...

Il vero limite di questa avventura è l'evanescenza di Volpe Macchiata e dei suoi guerrieri.

 

Per il resto, ho trovato una vicenda ben congegnata, per quanto chiaramente ispirata dal capitano Achab.

Il vero protagonista della storia è, senza dubbio, Langley, personaggio molto ben delineato da Nizzi.

Notevole è anche la figura dello sceriffo, che dimostra una carattere all'inizio insospettato.

 

Molto belli i disegni di Fusco, seppure i preferisca il suo tratto più maturo degli anni seguenti.

 

Complessivamente, penso che la storia meriti 8,5 (il voto sarebbe stato più alto se Volpe Macchiata fosse stato meglio caratterizzato). Nel rispondere al sondaggio lo arrotondo a 9.

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  • 2 settimane dopo...

Gran bella storia!

Nizzi è veramente a suo agio con un canovaccio magari non originalissimo ("Silver Star" ha diversi tratti in comune) ma ricco di spunti interessanti e dialoghi brillanti.

Quando riesce a dosare così bene i battibecchi Tex-Carson e a rendere quest'ultimo una spalla valida e divertente, per me il buon Claudio non ha rivali.

Tornando alla storia non trovo nessun punto debole, anzi le caratterizzazioni sia dello sceriffo che soprattutto quella di Langley (novello Achab) sono da manuale.

La figura del ricco allevatore perseguitato dai suoi demoni interiori resi sotto forma di un bisonte bianco, oltre ad essere assolutamente credibile, mi ha coinvolto a tal punto che ho sperato sino alla fine che riuscisse a rinsavire e a far pace con se stesso. Ma, chiaramente, il finale era già scritto e non poteva essere che quello sceneggiato magnificamente da Nizzi.

Su Fusco cosa posso dire che non sia stato già detto?

A me è sempre piaciuto tantissimo e, in questa storia, dipinge certi paesaggi veramente incredibili. Generalmente leggo con voracità i testi trascurando i dettagli del disegno ma qui era praticamente impossibile.

Storia: 7,5

Disegni: 8

 

 

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Da tempo immemore non rileggevo questa storia, ed oggi pomeriggio ho deciso di provvedere anche per rinfrescarmi la memoria, poiché la ricordavo per sommissimi capi. E devo ammettere che non la ricordavo così coinvolgente e ben articolata da Nizzi, coadiuvato dai magistrali disegni di Fusco, particolarmente a suo agio nel trasmettere su carta l'autentica essenza della natura pressoché incontaminata di un territorio all'epoca ancora vergine come il Wyoming. 

 

La carta vincente della storia, inutile precisarlo, è Joke Langley, ex cacciatore di bisonti divenuto ricco e potente rancher, ossessionato da un incubo che lo vuole destinato a morire ucciso da un rarissimo bisonte bianco. Nizzi ha saputo tratteggiarne egregiamente la complessa personalità, dipingendolo non come il classico allevatore prepotente e canaglia (anzi, in alcuni frangenti mostra una spiccata umanità, come quando dapprima tenta invano di salvare il suo cowboy dalle rapide del Platte e poi si premura di dargli una degna sepoltura), bensì come un individuo che, pur avendo raggiunto ricchezza, potere e rispettabilità, è totalmente in balìa della propria ossessione da perdere via via lucidità e discernimento (basti pensare all'evasione, da lui congegnata e perpetrata, di Laskiss, indispensabile per guidarlo dal "nemico"), al punto da decidere di andare in cerca del bisonte bianco per abbatterlo ed esorcizzare la fobia di cui è ostaggio, di fatto diagnosticando da sé il rimedio al male che affligge la sua psiche. Da brividi la sequenza dello scontro tra lui e l'animale che, quasi fosse dotato di discernimento umano, non solo non scappa appena lo vede, ma anzi raccoglie la sfida e lo uccide travolgendolo, dopo il colpo di teatro del misterioso malfunzionamento del fucile di Langley.

 

Per quanto la sua ossessione sia da condannare, in quanto rischia di provocare la violenta reazione dei Cheyennes, per i quali il bisonte bianco è sacro, Langley suscita in qualche modo un po' di pena, al contrario dell'acido e subdolo Laskiss, spregevole individuo che specula senza ritegno sulla fobia dell'allevatore e ne asseconda le intenzioni. Fortunatamente, Tex provvede a toglierlo dalla circolazione, rimediando ad un errore commesso appena prima nel crederlo già morto. Errore che fa il paio con lo scontro con Volpe Macchiata, in cui Tex, in fuga dalla banda di teste calde guidata dall'indiano, non si avvede della vicinanza dell'avversario prossimo a saltargli addosso. Un Tex, dunque, che - insieme a Carson - pur non avendo a che fare con avversari particolarmente insidiosi (eccetto Laskiss), se la vede brutta in più di un frangente, riuscendo comunque ad avere l'ultima parola nei momenti topici.

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Riletta anche io dopo tempo immemore.

Me la ricordavo una storia media, invece è una storia molto bella.

Non originale il soggetto. Il solito ranchero, il tema del bisonte e o del cavallo albino o comunque speciale non è nuovo, ma comunque una storia condotta magistralmente.

Intanto Tex e Carson splendidi. Durissimi, strategicamente impeccabili, con dialoghi gustosissimi come solo "quel" Nizzi sapeva fare dopo GLB. C'è un bellissimo sceriffo, C'è poi un avversario duro, Laskiss, un vero furfante che non ha un attimo di esitazione quando gli vengono offerti 10.000 + 10.000 dollari per eliminare Tex Carson e il capo indiano e quasi ci riesce, dimostrandosi un avversario davvero temibile.

E poi c'è la bellissima figura di Langley, ex cacciatore di bisonti arricchito con l'incubo di morire per colpa di un bisonte bianco, incubo sfociato in psicosi.

Bellissimo il finale, con Langley e il bisonte che quasi si sfidano come due cowboys in una main street. Alla fine la mia opinione è che Langley si sia coscientemente suicidato per non vivere più con quell'incubo. Anche i colpi mandati a vuoto precedentemente, secondo me, sono stati mancati volontariamente. Un uomo non cattivo, ma distrutto psicologicamente che è andato incontro a un suicidio disperato.

Nizzi su livelli altissimi, voto 8:30-9

Fusco bellissimo, l'ho sempre adorato e continuo a farlo. Voto 8

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  • 8 mesi dopo...

Di antagonisti nella lunghissima saga di Tex ne abbiamo incontrati a bizzeffe: spietati, pericolosi, vigliacchi, folli, avidi, fanatici e via dicendo, ma ritengo che Langley, riesce a ritagliarsi un ruolo abbastanza particolare nella lista dei villain. Per quanto si macchi di azioni nettamente deplorevoli durante l’episodio, il lettore non riesce a fondo a schierarsi contro, visto la strana motivazione che lo induce a varcare i confini della legalità.

Un personaggio molto controverso e atipico che arricchisce un soggetto di per sé non del tutto originale. Di arroganti che pur di passarsi lo sfizio (o l’avidità) di catturare animali sacri agli indiani ne abbiamo visti in parecchi esemplari, basti citare “Silver Star” o il maxi “Figlio del vento”, tuttavia l’ossessione del ranchero per uccidere il famigerato bisonte bianco è diversa. In fondo Langley non è vero delinquente; ha sì fatto fortuna uccidendo bisonti e di conseguenza, con la ricchezza un po’ di arroganza se la ritrova, ma il fulcro di tutto è l’incubo ricorrente (rimorsi di coscienza?) che lo spinge alle soglie della follia. Convintosi che l’unico antidoto al suo veleno dell’anima sia l’uccisione dell’esemplare segnalatogli in terra indiana, si ritrova disposto a tutto, pur di ottenere il suo scopo, perfino attentare alla vita dello sceriffo e dei due pards o scatenare una sanguinosa guerra indiana. Per una delle rare volte nelle trame di Nizzi, sebbene rappresentati in ottima forma e in perfetta sintonia di azione e battute, i due pards rimangono un po’ ai margini, visto che tutta la vetrina è per Langley e al suo inevitabile duello finale con l’acerrimo nemico, quello splendido bisonte dal vello candido, che metafisicamente rappresenta una sorta di Cerbero che lo separa dalla via del rinsavimento. La scena finale è davvero molto d’impatto, con Langley che soccombe all’avversario, ma soprattutto alla sua psicosi che lo induce a mancarlo più volte e fargli credere che il fucile si sia inceppato al momento clou. Un tocco soprannaturale o un beffardo scherzo dell’inconscio umano? Realmente l’autore non specifica del tutto e tocca a ognuno di noi optare per la risposta che più ci sembra adeguata. Di fatto la legge del contrappasso che porta un cacciatore di bisonti soccombere all’esemplare che gli ha in passato garantito la ricchezza, è nettamente presente, così come è palese che Nizzi abbia attinto al celebre “Moby Dick” per modellare il suo soggetto. Una prova notevole che si fa rileggere molto piacevolmente, per via pure di un ritmo che non annoia, buoni dialoghi e la presenza di personaggi riusciti come il bieco Laskiss. Non meno fondamentale il contributo del compianto Fusco nella riuscita della prova. Che gran “colpo di mercato” (usando un gergo calcistico) fu quello di Sergio Bonelli accaparrandosi l’arte del grande disegnatore ligure. Col suo stile caldo e personalissimo, dona un tocco in più a sceneggiature come questa, con una dinamicità eccezionale e sfondi paesaggistici splendidi ed efficacissimi. Poi le ambientazioni nordiche fra neve e praterie erano il suo “pane”, in pochi come lui hanno dipinto così bene l’epopea di quelle magiche zone e nelle sue vignette si percepisce nettamente l’odore dell’avventura e della potenza della natura. Ho già più volte detto che ho rivalutato tantissimo negli anni l’arte del grande Fusco, visto che da ragazzino, non riuscivo ad apprezzare al meglio la sua opera. Dopo anni di letture e splendide storie, mi ritrovo totalmente a prendere le distanze con quei giudizi acerbi da fanciullo e riconosco che al pari di Galep, Ticci, Nicolò e Letteri, il contributo del mitico Ferdinando fu fondamentale per la costituzione del mito intatto del nostro amato rangers e appunto, Sergio Bonelli fece un terno al lotto quando lo inserì nella scuderia dei suoi autori. Il mio voto finale è 8   

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  • 2 anni dopo...

Letta oggi questa storia. Molto buono lo sviluppo della trama... grandissimi Tex e Carson, inizialmente sugli scudi nel saloon, e che via via lasciano il passo al vero protagonista della storia, cioè Langley, ossessionato dalla sua caccia al bisonte e disposto a tutto per arrivare davanti al suo sogno... il finale, che altri non è che il sogno che si avvera (purtroppo per lui), è qualcosa di magico a mio avviso. Questo storia e quella del ragazzo selvaggio sono tra le mie preferite in assoluto di Nizzi proprio perchè atipiche e accumunate da un finale magico e molto toccante.

 

I disegni di Fusco li ho trovati eccezionali, stupendi i paesaggi del Wyoming, come pure gli animali resi alla grande... bellissima l'ultima vignetta col bisonte bianco che, diventato leggenda, ricompare tra le nuvole nel cielo della sua vallata.

 

Ho recuperato recentemente il dvd di "Sfida a White Buffalo", che dovrebbe in parte aver ispirato Nizzi... non vedo l'ora di vederlo... l'altra fonte di ispirazione è certamente il romanzo Moby Dick come molti hanno sottolineato prima di me...

 

Andando un momento O.T., ma nemmeno troppo, su Pluto Tv in questi giorni c'è un altro film che segue il filone uomo vs natura e che io ho sempre trovato magnifico, ed ancora molto attuale, l' Orca Assassina. Da molti è considerato un film minore, nonostante un ottimo cast (R.Harris, W.Sampson) e colonne sonore di Morricone, perchè lo si paragona allo Squalo uscito poco prima... paragone inappropriato perchè il senso dei due film è completamente diverso a mio avviso. In uno c'è uno squalo che attacca l'uomo e viene di conseguenza cacciato; nell'altro c'è un'orca a cui l'uomo uccide la famiglia e solo poi arriva la vendetta dell'animale... la natura che presenta il contro all'uomo per le sue cazzate... insomma se non lo avete mai visto lo consiglio!

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<span style="color:red">13 minuti fa</span>, cuervojones dice:

Ho recuperato recentemente il dvd di "Sfida a White Buffalo", che dovrebbe in parte aver ispirato Nizzi... non vedo l'ora di vederlo... l'altra fonte di ispirazione è certamente il romanzo Moby Dick come molti hanno sottolineato prima di me...

 

Moby Dick ha ispirato Sfida a White Buffalo, e Nizzi ha copiat... si è "ispirato" a quest'ultimo.

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