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TWF - Tex Willer Forum

[319/321] Gringos


Voto alla storia  

33 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura : Ginaluigi Bonelli
Disegni: Fabio Civitelli
Periodicità mensile: Maggio 1987 - Luglio 1987
Inizia nel numero 319 a pag. 89 e finisce nel numero 321 a pag. 26


Tex e Carson ritrovano il cadavere straziato del navajo Natanis e inseguono i carnefici, un pugno di indiani rinnegati, rifugiati nella ghost town di San Vicente. El Lobo, incallito ladro di bestiame, agisce al confine tra il Messico e gli Stati Uniti con un branco di predoni yaqui e comanche. Tex e Carson si accordano con i Rurales e assaltano il covo di El Lobo. Il brigante viene così catturato e, dopo aver fatto sputare al suo tirapiedi i nomi dei referenti per lo smercio delle mandrie, i pards puntano su Agua Prieta per stanare il viscido Herrera, complice dei razziatori. In un sordido saloon, i due rangers vengono però smascherati e tempestati di piombo. Risolto il conflitto a fuoco, Tex galoppa verso il ranch di Safford, uno dei capi della banda, e attacca! Con il rogo del suo ranch, termina la criminosa carriera del razziatore John Safford.

© Sergio Bonelli Editore

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A differenza della precedente storia di GLB "Il ranch degli uomini perduti", "Gringos" possiede una vera e propria trama ( anche se in sè e per sè non nuova ), sia pure in parte solo abbozzata: la vicenda può infatti essere suddivisa nettamente in tre parti che tendono a giustapporsi più che ad integrarsi, anche se la cosa vale più per il passaggio tra la prima e la seconda parte che per quello tra la seconda e la terza, cosa che permette lo sviluppo di una certa tensione narrativa. Anche il finale della vicenda è calcolato per produrre un certo effetto, cosa che in realtà riesce a conseguire, anche se non è altro che la ripresa edulcorata del finale de "Il totem misterioso", la primissima storia texiana. Come di solito in GLB, i dialoghi sono ben condotti e Tex e Carson mostrano la loro immagine migliore; nessuno dei personaggi minori mi pare però particolarmente caratterizzato. I disegni di Civitelli, pur relativamente nuovo al mondo texiano ( si tratta solo della sua terza storia ), sono per me di ottimo livello.

 

La mia valutazione:

soggetto 6,5

sceneggiatura 7,5

disegni 9

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  • 1 anno dopo...

Riletta di recente nella versione a colori di Repubblica. Una delle ultime storie di G. L. Bonelli improntata gran parte sull'azione. Soggetto classico con un Tex e Carson di ordinaria amministrazione. in alcune parti abbastanza scontata e prevdibile con avversari tutt'altro che invincibili. Considerando comunque l'eta' che aveva a quel tempo il papa' di Tex, devo dire che la storia non e' malaccio, ma anzi si fa leggere con piacere, aiutata anche da un Civitelli, ancora lontano dalla maturita' artistica di oggi, in crescente forma. Da notare, malgrado l'era moderna (siamo nell'87), il soggetto della copertina era ancora del tutto slegata dal contesto della storia. Infatti, quel Tiger, che non e' presente nell'albo, compare nella copertina insieme a Tex.

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Un paio di curiosità: lo scontro tra Tex e la banda di indiani al servizio di El Lobo si svolge nella ghost town di San Vicente, ci si può chiedere se sia identica o no a quella nella quale Tex e Carson si erano scontrati con la gang di Solly Slade in "A Sud di Nogales" ( n. 199 ). Del resto in ambedue gli scontri finisce preda delle fiamme, cosa che potrebbe far pensare che GLB si fosse scordato della storia più antica o avesse deciso di riciclare questo topos western in una vicenda a cui comunque si addice ( al rogo della ghost town nella parte iniziale corrisponde quello del ranch di Safford in quella finale ). Altro elemento abbastanza atipico ( e sottolineato dallo stesso GLB ): per ottenere le informazioni di cui ha bisogno, Tex è costretto obtorto collo a concedere salva la vita all'indiano superstite della banda, malgrado abbia collaborato a torturare e uccidere uno dei suoi Navajos.

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  • 3 mesi dopo...

Forse abituato ai suoi ultimi capolavori, in questa occasione Civitelli non mi ha entusiasmato. Se non fosse per alcuni primi piani e alcuni paesaggi, mi limiterei col definirla una prova scadente. La storia risulta un po contorta in quanto Tex, per risolvere il caso, parte dall'ultimo anello della catena per poi risalire man mano tutte le maglie, ma tutto sommato mi è piaciuta. I nostri non sono mai seriamente in difficoltà, benchè gli avversari siano molti, anche grazie al fatto che si alleano con una banda di rurales insolitamente ragionevoli (definiamoli così). Avventura dove comunque l'azione non manca, la quale rende la lettura molto avvincente. Da notare, in questa storia, l'uso del informatore-spia,nonostante El Lobo sia avvertito anticipatamente dell'arrivo dei ranger e dei rurales non fa nulla per cambiare i suoi piani, anzi manda tutti a dormire, facendo risultare l'intervento di Tex una vera e propria sorpresa. Un altro elemento nuovo (almeno per il sottoscritto) è il modo di comportarsi, sempre di El Lobo, durante l'interrogatorio con Tex. Mi spiego, non mi era mai successo di leggere che un personaggio negasse il proprio nome/soprannome per difesa! Comunque tutta la scena dell'interrogatorio contribbuisce a far abbassare il livello del personaggio in questione, sia per la scena citata in precedenza, sia per il fatto che mentre lui nega ogni fatto, il suo compare sta spifferando tutto ai rurales, nella camera di fianco!

 

Voto:

Storia:7

Disegni:6

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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

Concordo con quanti hanno commentato prima di me!Non ci troviamo di sicuro davanti ad un capolavoro imperdibile della serie, ma GLB nonostante l'età riesce comunque a regalare ai suoi fedeli e affezionati lettori una nuova storia dove l'ambientazione classica la fa da padrona!Tex e Carson spiccano soprattutto nelle scene d'azione, ovvero le sparatorie di cui le pagine di quest'avventura ne sono piene. Per il resto: i nemici non saranno di certo indimenticabili, n° si dimostrano tantomeno invincibili, ma sono comunque i classici cattivi che tante volte abbiamo incontrato nelle storie di GLB anche negli anni d'oro!Di questa storia mi piace particolarmente la battaglia nella ghost town, grazie anche agli splendidi disegni di Civitelli (che doveva comunque trovare ancora il suo segno migliore)!!Come voto direi che siamo ampiamente sulla sufficienza!! :):trapper:

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  • 2 mesi dopo...

Sicuramente non credo di sbagliare se affermo che di "Gringos" la parte migliore sono sicuramente i disegni di Civitelli, non ancora al livello del Civitelli della piena maturazione ma già di buon livello. D'altronde c'è da considerare l'età che aveva GLB quando scrisse questo racconto e quindi tanto di cappello. Certo ci sono delle ingenuità da tenere presenti. Tutto ha inizio con il ritrovamento da parte di Tex e Carson di un navajo ucciso in modo atroce dopo la sua cattura. Tutto fa presagire che ci si trova di fronte ad un nemico abbastanza in gamba e feroce. Il seguito di "Gringos" invece ci fa vedere vari personaggi che alla prova dei fatti risultano degli ingenui smidollati. Nel corso della storia El lobo ha l'occasione di preparare una trappola per l'arrivo di Tex grazie ad una soffiata ma non fa niente e manda tutti a dormire ritenendo l'arrivo dei due pard non imminente. Per quale motivo? Boh! Durante l'interrogatori El lobo non vuole dire il suo nome ed ecco il suo complice, senza neanche essere minacciato, che un attimo dopo in sua presena lo chiama per nome... un pò strano non trovate? Il seguito della storie scorre sugli stessi binari senza mai un accenno di difficoltà per i due pard. Il tutto risulta un p? fiacco con dei nemici che si squagliano come neve al sole.

 

Voto 7 alla storia, 8 ai disegni.

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  • 1 anno dopo...

Confermo in larga parte i commenti degli utenti precendenti i nemici di tex e carson questa volta sono veramente deboli..... ma storia non ha mordente, l'unico elemento di sorpresa era il passaggio segreto della missione... che come sapete non basta per i fuggitivi per metetrsi in salvo.... ma poi scusate eh???quelal copertina Tex E Tiger che ci azzecca che tiger nella storia non c'e???

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Mah... Niente di che, questa storia. Non è certo brutta, ma non ha nulla di speciale. L'unica cosa che sembrava interessante era l'inizio, col ritrovamento dell'indiano, ma poi... A me è parsa ordinaria routine narrativa texiana. I cattivi, El Lobo e gli altri, sono normali avversari affrontati tante e tante volte da Tex. Me lo ricordo ancora piuttosto bene, ma è uno di quegli episodi che letti un paio di volte poi non mi vien più voglia di riprenderli. Civitelli aveva già sviluppato un tratto molto interessante, ma mi era piaciuto assai di più nella precedente "I cospiratori". Probabilmente perchè le ambientazioni di quest'ultima erano tutta un'altra cosa. Voto: 6

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Storia da leggere se non si ha particolari pretese. Puro riempitivo anche se non manca di un certo ritmo, anche se non del tutto sostenuto. Concordo con gli altri nel pensare che i personaggi di questa storia siano decisamente trasparenti (a parte forse un po' John Safford). Peccato che la storia soffra di altri difetti: un po' di lentezza e un finale che sembra fatto così tanto per chiudere (non mi piace tanto quando Tex e Carson lasciano che siano gli altri ad occuparsi della spazzolata finale). E' sempre meglio di altre storie disastrose di Bonelli, perchè non presenta comunque orrori nei personaggi o nella gestione dei pards (penso a "Dinamite"). Gli do sei e mezzo.

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  • 1 mese dopo...

Peccato che la storia soffra di altri difetti: un po' di lentezza e un finale che sembra fatto così tanto per chiudere (non mi piace tanto quando Tex e Carson lasciano che siano gli altri ad occuparsi della spazzolata finale). E' sempre meglio di altre storie disastrose di Bonelli, perchè non presenta comunque orrori nei personaggi o nella gestione dei pards (penso a "Dinamite").

Non potrei essere più d'accordo: L'ho riletta esattamente una settimana fa e devo dire che la trama e la sceneggiatura sono abbastanza discrete, se si pensa ad altre storie Flop di GLB, come ad esempio quella del numero 300, "La lancia di fuoco" (:s). Per quanto riguarda i disegni direi che sono rimasto abbastanza soddisfatto dello stile usato da Civitelli, dal quale emerge un tratto più "pastoso" e meno fluido, ma non meno interessante, anche se relativamente inferiore rispetto allo standard attuale. sisi Voto: 7
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  • 4 settimane dopo...

Storia davvero mediocre, e fanno sorridere diversi giudizi positivi soltanto perchè la paternit? è di GLB.

Il pericolosissimo El Lobo si rivela in realtà uno sprovveduto poich? nonostante fosse a conoscenza del pericolo va tranquillamente a dormire perchè in base a non si sa quali congetture Tex, Carson ed i rurales sarebbero dovuti arrivare l'indomani.
Lo scaltro Herrera finisce per raccontare personalmente ai due pards tutta le tecnica con la quale il bestiame viene portato oltre la frontiera. Incomprensibile anche il motivo per il quale dopo averlo strigliato ben bene, Tex si mette subito sulle tracce di Safford, mentre Carson resta un'oretta nel locale senza motivazione apparente per poi andare in aiuto di Tex raccomandando quasi bonariamente ad Herrera di non scappare... c'è da scommettere che pentito sarà rimasto diligentemente in attesa della giusta punizione.
  • Mi piace (+1) 1
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Storia davvero mediocre, e fanno sorridere diversi giudizi positivi soltanto perchè la paternit? è di GLB.

A me, che questa storia l'apprezzo molto fin da bambino, non è mai importato nulla che fosse di Bonelli o Nizzi o chicchesia. Ti dico che a me questa storia diverte moltissimo: è western allo stato puro, piena di sparatorie e morti ammazzati, coi due pards castigamatti magistrali. Ritengo che le sparatorie al villaggio, nel covo di El Lobo, e nel saloon, siano semplicemente spettacolari. E la semplicit? della trama, la sua linearit?, per me non è affatto un problema, anzi!Io le do 8,5.
  • +1 1
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  • 2 settimane dopo...

D'accordo al 100% con Paco. Personalmente non me ne frega nulla del fatto che la storia possa essere scritta da uno sceneggiatore piuttosto che da un altro; quello che conta veramente, in una storia, è la sostanza, il CONTENUTO, non i nomi degli autori! sisi Per tornare in tema, concordo sul fatto che la linearità della storia, unita ad una estrema semplicità della trama e alla scorrevolezza della narrazione, contribuisce inevitabilmente ad una lettura meno impegnativa, ma non meno affascinante e priva di una certa azione. Una trama talvolta molto complessa ed intricata, al contrario, rende la lettura meno fluida e molto più impegnativa, specialmente se la storia è spalmata su più di due albi e ha una lunghezza considerevole. Per fare un esempio, alcuni anni fa mi sono trovato in serie difficoltà, sempre per lo stesso motivo, durante la lettura della storia "La mano del morto", firmata Boselli-Font. La storia in questione era talmente ingarbugliata e ricca di aneddoti che, per leggere e capire l'ultima parte ho dovuto riprendere ben due volte la lettura, ricominciando da capo! Inutile dire che, a distanza di anni, non ho mai avuto il coraggio di rileggermi quella specie di romanzo, e credo che passerà ancora molto tempo prima che ciò possa accadere!... :trapper:

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Per fare un esempio, alcuni anni fa mi sono trovato in serie difficoltà, sempre per lo stesso motivo, durante la lettura della storia "La mano del morto", firmata Boselli-Font. La storia in questione era talmente ingarbugliata e ricca di aneddoti che, per leggere e capire l'ultima parte ho dovuto riprendere ben due volte la lettura, ricominciando da capo! 

 

Tutta questione di gusti; quel "romanzo" a me piace sempre rileggerlo e lo annovero tra le mie storie preferite. Una storia per me può funzionare benissimo sia che sia una storia semplice che una storia complicata. A tal proposito continuo a sorprendermi di fronte a quelli che dicono di trovarsi in difficoltà con "La mano del morto". C'è da dire però che io ho anche una predilizione per storie di questo tipo. Ripeto, è sempre questione di gusti, lo sappiamo. Con le mie stesse idee, infatti continuo a pensare che sia questa storia, "Gringos", che non riesco a rileggere. Non mi coinvolge proprio.

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continuo a sorprendermi di fronte a quelli che dicono di trovarsi in difficolt? con "La mano del morto". C'è da dire però che io ho anche una predilizione per storie di questo tipo.

 

Io sono uno di quelli che non sono riuscito a leggere "La mano del morto". Troppi intrecci e una trama troppo complessa. Ci si perde facilmente e in piu', i disegni di Font non aiutano per niente. Io sono un amante delle storie lineari come per l'appunto "Gringos". Per me leggere Tex significa "rilassamento", non mal di testa.

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  • 3 settimane dopo...

Tutta questione di gusti; quel "romanzo" a me piace sempre rileggerlo e lo annovero tra le mie storie preferite. 

 

Quoto John: trovo questa storia per nulla coinvolgente. La Mano del Morto è impegnativa, ma almeno ha il pregio di tenere desto l'interesse. Gringos è veramente troppo scontata...

  • Triste (0) 1
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  • 1 anno dopo...

Buongiorno,

ho iniziato a leggere Gringos dal n.319 e già al prologo della storia resto basito per un'incongruenza. C'è un tizio indiano (non ricordo il nome perché non ho l'albo sotto mano) ormai ridotto a teschio (perché coperto sin lì dalla terra)  e lasciato a morire ammazzato dalle formiche mangiatrici. 

Se io visualizzo il teschio quindi ossa pure (non muscoli, o spellato), come fa Tex a dire che gli antagonisti sono a 10 ore da lì? Ma che voracità hanno 'ste formiche. Bah mi sempre un po' troppo spinto.

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  • 3 mesi dopo...
  • Collaboratori

La quart'ultima storia di G. L. Bonelli per Tex, non si differenzia dalle sue ultime per certe caratteristiche ricorrenti. Si tratta di storie brevi, dalla trama debole, supportate dal mestiere dell'autore ( cui contribuisce in maniera determinante per la pubblicazione, anche se apparentemente non sembra il caso di questa storia, anche il pesante intervento redazionale da parte di Sclavi, Canzio o Nizzi ), storie comunque non prive di contraddizioni o assurdità, o come in questo caso prive di una vera e propria conclusione. Sembrano storie tirate fuori dal cassetto all'ultimo momento quando Nizzi, ormai unico sceneggiatore, non riesce a soddisfare il fabbisogno mensile, storie in origine ritenute non pubblicabili, poi aggiustate e consegnate nelle mani di disegnatori come Civitelli ( che nel periodo disegna grandi storie di Nizzi da tre albi come "I cospiratori" e "Zhenda!" e contemporanemante anche due delle storie brevi di Bonelli, questa e "La città corrotta", pubblicate a distanza di una manciata di mesi l'una dall'altra) o Letteri. Come evidenzia anche il commento di Pedro Galindez, più in alto, un'altra pecca evidente è la cucitura di tre parti differenti che non riescono ad amalgamarsi alla perfezione. A salvare la storia provvedono comunque proprio i disegni di Civitelli, con tante strisce ambientate al tramonto che sono vera e propria poesia.

 

Voto: 6.

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  • 5 anni dopo...

Non si può dire che questa storia di Tex mi abbia annoiato. Ma, voltata l'ultima pagina, non mi è rimasto nulla addosso.

Certo, Tex e Carson sono proprio loro, con annessa parentesi incendiaria. Ma gli avversari sono proprio scialbi.

Non ancora favolosi, ma già buoni i disegni di Civitelli.

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Storia un po' sconclusionata,che va avanti grazie al continuo innesto di avversari e sparatorie,ma che non riesce ad avere una trama ben definita. Da anni non la rileggo, ricordo però oltre alla confusione della trama(con avversari che compaiono e svaniscono senza praticamente lasciare traccia) anche alcune idee buone letteralmente "tirate via"...

Ottima per esempio l idea della banda Yaqui/Comanche agli ordini del.Lobo che ruba le mandrie,non male l innesto della Guardia Rural alleata di Tex...

Ma i mandanti delle razzie di bestiame,vale a dire Herrera e i suoi soci americani,non hanno una vera fisionomia e non funzionano come avversari...tra l altro vengono risparmiati da Tex,che in un primo momento non vede l.ora di eliminarli e poi invece li lascia liberi di continuare i loro loschi traffici...dal momento che El Lobo non era l unico razziatore al servizio di Herrera...

Chissà,El Lobo ed Herrera potrebbero un giorno ritornare come avversari dei Nostri?😆😅

Disegni di Civitelli spettacolari

Modificato da Barbanera
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  • 10 mesi dopo...

Leggendo le ultime storie composte dal grande Bonelli nei tardi anni 80, si ha come l’impressione che in via Buonarroti si prodigassero a tessere l’abito di “Arlecchino”: evidentemente la necessità di incrementare il numero di sceneggiature e dar manforte a Nizzi, divenuto nel frattempo l’autore principale, portò la redazione a recuperare dai cassetti spunti vari di Gianluigi Bonelli e a rimontarli alla meglio, per creare sceneggiature passabili atte ad arricchire la produzione. Oltre a calare la lunghezza delle suddette prove, è spesso tangibile che manca una vera amalgama fra le sessioni narrative e in alcuni casi (vedi "Uno sporco imbroglio") è evidente di come due mini storie sono state saldate per crearne una sola e riempire un numero maggiore di tavole. “Gringos” forse è uno degli episodi meno peggio del periodo e quantomeno è contraddistinto da un ritmo accettabile e tanta azione, ma l’intreccio di trama è solo abbozzato e proseguendo nella lettura, sembra di trovarsi in uno di quei videogame in cui, sconfitto un nemico, si passa al livello successivo con nuovi avversari da affrontare. I due pards mantengono una discreta forma, i dialoghi sono ancora buoni ma più che una storia, sembra di leggere varie sequenze di combattimenti e sparatorie legate alla bene o meglio fra di loro. Prima gli indios nella città fantasma, poi gli sgherri di El Lobo, passando per gli Herrera, fino all’epilogo contro la banda di Safford; una continua serie di battaglie senza soluzione di continuità, che intrattiene ma alla fine non appaga più di tanto il lettore. Non mancano poi alcune lievi “ingenuità narrative” come per esempio il fatto che El Lobo e sgherri vadano a dormire tranquillamente, ben sapendo dell’imminente arrivo dei Rurales, senza nemmeno prendersi la briga di stabilire turni di guardia. Poco credibile appare pure la scena che vede Carson lasciare il saloon, avvisando Herrera che andrà a riprenderlo dopo aver raggiunto Tex e sconfitto Safford: senza imprigionarlo o quantomeno immobilizzarlo, come spera che il bandito si stia buono ad attendere che i due pards tornino e lo conducano in tribunale? Come minimo, nel tempo di dire amen, il messicano si catapultava in Alaska :D. Se la storia precedente “Il ranch degli uomini perduti”, avendo per me un importante valore affettivo, essendo la prima che lessi da ragazzino, ha ricevuto un voto più alto del dovuto per il citato motivo, questa non supera la mediocrità. Quantomeno le ultime sceneggiature del grande Bonelli hanno avuto il merito di far debuttare Villa e far fare il rodaggio sulla saga a Civitelli, due giganteschi artisti destinati a diventare colonne portanti della serie negli anni a seguire. Una sorta d’investitura, un segno del destino. Chiudo proprio con i disegni di Civitelli, sempre di buona fattura (come potrebbe essere il contrario?) ma che, a mio avviso, mostrano stranamente una cura minore rispetto alla sua straordinaria media. Fretta realizzativa o presumibilmente poco affinità col soggetto? E’ risaputo di quanto l’asso aretino prediliga le storie cittadine, che sono divenute un marchio di fabbrica, tuttavia, sebbene non sia una delle sue prove più riuscite, il livello è sempre notevole. Il mio voto finale è 5      

Modificato da Condor senza meta
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