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TWF - Tex Willer Forum

[261/262] La Freccia Spezzata


Voto alla storia  

36 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta
Disegni: Erio Nicolò
Periodicità mensile: Luglio 1982 - Agosto 1982
Inizia nel numero 261 a pag. 33 e finisce nel numero 262 a pag. 94


Nel Wyoming, Tex scorta una missione in territorio sioux per recuperare i resti del capitano Larrimer, ucciso dagli indiani un anno prima, con altri soldati. Il sergente Rampling, scampato alla strage, soltanto ora ha recuperato la memoria ed è l'unico a sapere dov'è caduto l'ufficiale. Grazie al suo prestigio e al suo valore, Aquila della Notte ottiene il lasciapassare dei Sioux. Ma qualcosa di nefasto incombe: strani incidenti. E l'ombra di uno spirito maligno! Sulle Blue Hills del Wyoming, sotto gli occhi di Tex, si consumerà l'ultimo atto di una tragedia iniziata l'anno prima.

© Sergio Bonelli Editore

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  • 2 mesi dopo...
Guest Wasted Years

Una storia atipica, in cui Tex fa la guida e il lasciapassare per una ricerca che solo apparentemente è quella di un ufficiale ma c'è sotto ben altro. Il mostro delle Blue Hills è un colpo di scena interessante anche se non troppo imprevedibile, però ve ne sono anche altri molto belli mentre il classico duello indiano è viziato, e lo è in maniera decisamente Nolittiana. Belli disegni di un Nicol' in splendida forma. una delle mie preferite di Nolitta, con pathos, azione, bei flashback, ottimi personaggi. Non texianissima, ma con un Tex davvero duro, ma umano, bello da ricordare. Bei tempi, amigos. Un buon 8,5.

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  • 4 settimane dopo...

Sono riuscito a procurarmi di recente questi albi e devo dire che condivido sostanzialmente il giudizio di Wasted: la storia, di lunghezza abbastanza contenuta ( meno di 200 pagine ), si legge molto piacevolmente, perchè ricca di colpi di scena

(click to show/hide)
(particolarmente riuscito il duello finale tra il Sioux testa calda Mahonga e il capitano Larrimer mascherato da "mostro delle Blue Hills", il cui esito, mortale per ambedue i protagonisti, salva Tex e i due congiunti del capitano, consentendo a quest'ultimo di riscattare con una fine coraggiosa la vile avidit? che era stata all'origine della vicenda)

e di personaggi dalla psicologia interessante ed inconsueta ( specialmente il capitano Larrimer, suo figlio e suo fratello, i quali ultimi, nel corso della storia, sebbene tutt'altro che eroici nel loro comportamento[ che si merita i rimbrotti di Tex], si rivelano attaccati più al "mito" creato intorno al loro rispettivo padre e fratello che non alla sua concreta persona ). Anche la psicologia dei "cattivi",

(click to show/hide)
il sergente Rampling e i suoi complici ed il capitano Larrimer,

? interessante e molto nolittiana: la loro nequizia è infatti il prodotto del loro passato di sofferenza e amarezze e delle circostanze in cui si trovano, piuttosto che di una scelta freddamente meditata. Ciò comunque non fa altro che immergere gran parte della vicenda in una atmosfera cupa, amara e meschina. La cosa finisce anche per rendere plausibile lo stato d'animo costantemente amaro e polemico di Tex , anche se in alcuni punti, come la discussione iniziale col comandante del forte e il discorso finale rivolto ai due Larrimer superstiti, il nostro ranger mi pare un po' troppo incline ad un tono predicatorio. I disegni di Nicol', per quanto privi di particolari impennate qualitative, sono perfettamente adeguati ad una storia ed a un Tex del genere. Insomma, IMHO:soggetto 7,5sceneggiatura 8,5disegni 8+

  • +1 1
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  • 1 anno dopo...
  • Collaboratori

Leggendo le pagine iniziali di quest'avventura, con la battaglia delle Blue Hills, ovvero le Colline Azzurre vinta dai Sioux contro le giacche azzurre e visto che tali montagne sono considerate sacre dagli stessi indiani, la mia memoria è volata subito alle due storie "indiane" scritte da Nizzi diversi anni dopo: in "Sioux!" il plot, inizialmente, è più o meno lo stesso: si tratta di accompagnare qualcuno in Territorio nemico, e anche sacro ai nativi. nascono ovviamente dei problemi e non ne è estranea la figura ostile dell'indiano Sioux che si oppone a Tex! E' indubbio che l'idea iniziale di Nizzi è fortemente debitrice di questa storia nolittiana. Dicevo, poc'anzi, che leggendo le pagine iniziali, ho fatto una certa confusuione tra Blue Hills e le custeriane Black Hills dove si consumò uno dei maggiori drammi della storia del West. Inevitabilmente ho subito creduto all'incongruenza: come spiegare infatti che Tex affermi che durante la battaglia delle Blue Hills lui e i suoi pards si trovavano nella riserva a doreggiarsi la pelle al sole, e invece poi vederli partecipare attivamente alle manovre sul Little Big Horn nel numero 490 e seguenti ?Quando mi sono accorto dell'errore ho tirato un sospiro di sollievo, però cercando qualcosa sulle Blue Hills del south Wyoming non ho trovato assolutamente niente. Da qui il dubbio: non è che si tratta poi delle stesse montagne ? Chi di voi può rispondere all'amletica domanda ?

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  • 4 settimane dopo...
  • Rangers

Storia Nolittiana fino al midollo. A me è sempre piaciuta per quell'atmosfera cupa che si respira per tutte le pagine. Tex e Carson si dividono: il primo parte verso le terre dei Sioux, scortando una spedizione militare che ha il compito di ritrovare il cadavere del Capitano Larrimer scomparso un anno prima durante un violento scontro. Carson invece decide di occuparsi dei viveri destinati alla riserva Navajo. E la spedizione guidata da Tex parte, ma subito appare chiaro che c'è qualcosa che non va. Rampling il soldato mutilato di un braccio è l'unico sopravvissuto allo scontro di un anno prima. E' il tipico personaggio Nolittiano attorno al quale aleggia un'aria sinistra. Qualche incidente colpisce dopo poco la spedizione: una frana e il morso di un serpente porteranno alla dipartita di due soldati che avevano rifiutato di attenersi ai loschi piani di Rampling. A complicare il tutto abbiamo il solito indiano testa - calda che non perde occasione per sfidare Aquila della Notte, prima al villaggio e poi in campo aperto. Sicuramente il personaggio più azzeccato è Larrimer che entra con un colpo a sorpresa veramente ben azzeccato. La maschera che porta e la figura che si è costruito nel luogo riesce a terrorizzare i Sioux ribelli più delle pallottole di Tex e compagni. Davvero triste il finale quando apprendiamo che personaggio era il capitano, anche se si riscatta salvando il figlio, il fratello e anche Tex, rimane comunque un uomo senza scrupoli che non esita ad uccidere a sangue freddo e a rubare le paghe dell'esercito per costruirsi un futuro. Voto: 8 :trapper:

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  • 5 mesi dopo...

Racconto molto bello con dei bei disegni. Il tratto per certi versi "duro" di Nicol' ben si adatta ai toni cupi di questo racconto. Flashback, sorprese e un finale in cui il capitano

si immola riscattando le sue colpe
rendono il racconto molto piacevole da leggere. Molto belle anche le copertine, sia le due di Galep che quella di Villa delle serie a colori. Voto 9
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  • 7 mesi dopo...

Letta questa mattina e devo dire che non mi ha colpito particolarmente; secondo me, il racconto diventa troppo statico al momento della resa dei conti con i Sioux e con il capitano Larrimer (al di l' della sequenza in cui vi è la sparatoria, che arriva un po' all'improvviso). Nicol' forisce un'ottima prova, come sempre, ma lo avrei ammirato di più in una storia con maggior azione e "suspense".

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  • 3 settimane dopo...
  • 7 mesi dopo...

Riletta qualche giorno fa dopo molti anni che non la leggevo. Infatti la ricordavo poco. Avevo scordato il finale a sopresa con la comparsa del fantomatico "cattivo spirito". Da nolittiano duro e puro mi è piaciuta. A favore direi:- una storia tipicamente nolittiana come ha ben esposto Sam Stone prima di me;- un Tex che riesce a conciliare bene la fortissima carica umana (tipica delle sceneggiature di Nlitta) con una presenza e un carattere da vero duro (alla GLB) che non sempre abbiamo visto insieme nelle sceneggiature di Nolitta.- le figure del Sergente, di Larrimer, del figlio e dello zio sono molto ben tratteggiate con poche ma efficaci pagine di sceneggiatura;- i temi dell'onore, del conflitto etnico-razziale-culturale, della ricerca della verità;- le dinamiche militaresche con i loro risvolti a formalmente solenni, ma spesso ipocriti e finalizzati a nascondere ben altre verità. Infine il bravissimo Nicol' molto bravo nel rendere graficamente queste scene e questi temi. Se proprio devo trovare qlche difetto direi un pizzico di eccesso di verbosit? da parte dello sceneggiatore sopratutto nel primo albo, e la mancata possibilità di sviluppare la storia con qlche pagina in più. In conclusione un bel 8/9 a soggetto, sceneggiatura e disegni.

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  • 5 mesi dopo...
  • 4 mesi dopo...

Mi sembra incredibile che il Capitano possa rimanere ad attendere il sergente per un anno in mezzo ai boschi: è una forzatura a mio parere grossa che non può non nuocere sul mio personale giudizio su questa storia. Peccato, perchè, fino a questo per me inverosimile finale, la storia è molto bella, come tutte (o quasi) le storie di Nolitta. La storia è nolittiana nel confronto-scontro nella tenda dei Sioux, nel cimitero dove i corpi tumulati dei bianchi "convivono" con gli scaffolds degli indiani, nella riflessione sulla guerra che si concede Tex, nella stessa figura "grigia" del Capitano. Sicuramente una storia da ricordare (anche per i sempre bellissimi disegni di Nicol'), anche se non riesco a dimenticare la stonatura prima menzionata.

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  • 1 anno dopo...
  • Sceriffi

Non ricordavo quasi per nulla questa bella quanto atipica storia, breve ma con un finale decisamente amaro, cosa non rara nelle storie di Nolitta. Si toccano anche temi importanti, l'onore, il sanguinoso conflitto tra bianchi e indiani, la necessit? di tenere nascosta la verità quando le circostanze lo richiedono. Quasi toccante il discorso di Tex che conclude l'avventura. Disegni di Nicol' superlativi... quanto ho amato questo disegnatore :inch: Guardatevi le prime pagine, il dialogo al forte con Carson e il maggiore: quanto è umano il Tex di Nicol'! Davvero viene un po' da storcere il naso davanti alle caratterizzazioni di alcuni disegnatori di oggi, confrontandole con queste...

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  • 4 mesi dopo...

E' una delle rare volte in cui la brevità di una sceneggiatura texiana sia la sua forza. Trattasi di un bellissimo racconto tipicamente nolittiano,con un Tex più umano e meno sospettoso del solito (soprattutto dopo le morti "accidentali" di due soldati ),ma ugualmente duro,caparbio e spietato. I meravigliosi disegni di Nicolò,specialmente il campo indiano ed i preparativi del duello e la caratterizzazione dei cavalleggeri,dotati anche (e non si vede spesso)della bandoliera utilizzata nelle missioni di guerra,impreziosiscono pesantemente la trama,alla quale perdoniamo la "stonatura" della permanenza per un anno di Larrimer allo stato selvaggio. Rileggerla e rivederla è stato un toccasana.    Voto : 10

 

@YMALPAS : le Blue Hills si trovano effettivamente nello stato del Wyoming,nelle vicinanze delle cittadine di Casper e Douglas.

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  • 4 anni dopo...

Con Nolitta l'atipicità è un marchio di fabbrica. La storia in questione non fa eccezione alla regola. L'autore si mise alla macchina da scrivere con l'intento di contribuire alla programmazione di alcuni albi e con mestiere portò a casa il compitino, ma l'episodio partorito, sebbene leggibile, come di consueto varcò abbondantemente i confini della texianità tracciati dal padre. La prima parte, con Tex che assume il compito di guidare una spedizione in terra Sioux per recuperare il corpo dell'ufficiale Larrimer perito nella battaglia delle Blue Hills, sfruttando il suo ascendente sui nativi, sembra la rielaborazione del soggetto zagoriano di "La sabbia è rossa". Tuttavia se sulle pagine dello Spirito con la scure, Nolitta riuscì a ottenere vette altissime, sulla saga del ranger non bissa il successo narrativo. Nota personale: assurda la gestione di Carson; farlo apparire nell'incipit senza farlo partecipare alla vicenda, è un autentico sacrilegio a mio avviso! :craniate:. Dopo una lenta sequenza con uno stucchevole duello indiano e un Tex molto "chiacchierone", la trama si ravviva con le due morti sospette dei soldati della spedizione, che fanno presagire che qualcosa puzzi di bruciato. Puntualmente giunti sul luogo, il sergente Rampling getta la maschera e si scopre che lo scopo reale della missione è recuperare una cassa di quattrini, seppellita sul campo di battaglia. Ahimè come di consueto, il Tex di Nolitta non prevede né intuisce niente e si becca una botta in testa come uno sprovveduto. Il colpo di scena della mascherata di Larrimer, aggiunge pepe alla pietanza, ma suona come stonatura assordante. Passi che si sia salvato dalla coltellata, ma attendere più di un anno il ritorno sulle colline del nemico, è dura da digerire. Il finale è una girandola di emozioni e passaggi forzati. Larrimer si mostra troppo grigio per essere vero, ma l'errore più grave dal mio punto di vista, è riabilitare la sua figura sostituendo di fatto Tex, relegato nuovamente a ruolo di spettatore non pagante. In fin dei conti l'eroe alla fine si mostra il vecchio ufficiale traditore, che da solo sbaraglia i Sioux di Mahonga, fra colpi d'ascia e giochi psicologici basati sulla superstizione. Ancor più da mal di testa le elucubrazioni mentali dei personaggi nelle pagine finali, col figlio di Larrimer che prende le distanze dal padre che si è sacrificato per la sua pelle, il fratello che pensa solo alla nomea della famiglia e Tex che avalla con troppa leggerezza la via della menzogna. Più che sciogliere la matassa della trama all'epilogo, Il buon Sergio fece un grosso nodo, ma tirando le somme, la sufficienza la raggiunse abbondantemente.

Più indeciso e meno pulito, rispetto ai suoi canoni, il tratto di Nicolò, ma ancora accettabile. Il mio voto finale è 6 

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Corta e bella quest'altro gioiellino nolittiano che ci presenta personaggi dalle più varie sfaccettature oltre che un Tex più
carismatico che mai.

Conosciutissimo e rispettato dai Sioux, infatti, vince un bel duello indiano e, alla fine, praticamente da solo, respinge
l’attacco dei Sioux ribelli.

Colpo di scena finale alla Nolitta.

Voto alla storia: 8,8

Voto ai disegni: 9

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  • 2 anni dopo...
On 14/3/2013 at 21:50, Leo dice:

Mi sembra incredibile che il Capitano possa rimanere ad attendere il sergente per un anno in mezzo ai boschi: è una forzatura a mio parere grossa che non può non nuocere sul mio personale giudizio su questa storia. Peccato, perchè, fino a questo per me inverosimile finale, la storia è molto bella, come tutte (o quasi) le storie di Nolitta. La storia è nolittiana nel confronto-scontro nella tenda dei Sioux, nel cimitero dove i corpi tumulati dei bianchi "convivono" con gli scaffolds degli indiani, nella riflessione sulla guerra che si concede Tex, nella stessa figura "grigia" del Capitano. Sicuramente una storia da ricordare (anche per i sempre bellissimi disegni di Nicol'), anche se non riesco a dimenticare la stonatura prima menzionata.

Allora...Di Nolitta ho letto pochissimo(da adulto). Ho letto"El muerto" e mi è piaciuta. Questa è una storia piena di riflessioni (quando Tex vede le "tombe" miste) sia generali che sulle persone. Larrimer, i parenti, i soldati sono tutti coinvolti emotivamente da Nolitta che analizza e scandaglia. C'è del grigio, c'è amarezza e c'è umanità (anche in Tex). Devo recuperare le altre di Nolitta, questa è da 7 pieno. I disegni di Nicolò sono essenziali ma funzionano.

Larrimer che aspetta il sergente? Ci può stare...Lo odia, è preparato e non uno sprovveduto così è plausibile la sua sopravvivenza. Forzatura per me accettabile.

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  • 4 mesi dopo...

“La freccia spezzata” è una storia minore di Nolitta che si ricorda soprattutto per l’atmosfera cupa e tenebrosa che avvolge tutta la vicenda e in particolare la seconda parte, ambientata nelle “colline della paura”, già luogo di scontro tra Sioux e soldati, diventato ora cimitero di guerra.

La trama, sebbene originale, non è particolarmente articolata e il Tex/Mister No di Nolitta rimane impresso soprattutto per i suoi discorsi e le sue riflessioni amare e disincantate, più che per le sue azioni.

 

Riflessioni, tra l’altro, piuttosto contraddittorie e che nel finale mi hanno stupito.

Inizialmente Tex, giunto di fronte alle tombe dei soldati, così commenta: “Baldi soldati, ufficiali efficienti e ambiziosi, cavalieri aggressivi e coraggiosi… Puah! Ecco cosa ne è rimasto… un mucchio di polvere e di ossa… E intanto da qualche parte nel West il massacro sta continuando tranquillamente”.

È un Tex/Mister No insolito nel suo filosofeggiare ma interessante, che demistifica ogni retorica militare, ogni versione edulcorata della guerra e della storia americana vista sempre dal punto di vista dei vincitori e non delle vittime indiane. E infatti la morale di tutta l’avventura è che ogni personaggio che vi appare è in qualche modo ipocrita, ognuno interessato più ai soldi che all’onore o al dovere, oppure più al buon nome della famiglia e alla gloria postuma che alle persone concrete in carne e ossa. E però…

 

Però alla fine Tex, dopo aver smascherato ogni inganno e ipocrisia, cosa dice ai superstiti (il figlio e il fratello del capitano Larrimer, presunto eroe rivelatosi una canaglia senza scrupoli)? “Non posso dimenticare i poveri ragazzi che sono morti qui… e loro, davvero, sono morti da eroi! Gettare fango su Larrimer sarebbe gettare fango su di loro… Noi non diremo la verità, mentiremo.”

Ma come!?! Tutta la storia è una critica all’ipocrisia e alla retorica dell’eroismo e alla fine Tex cosa fa? Mente sul capitano Larrimer per salvare il buon nome degli eroici giovani che lì sono morti, perché - come sentenzia ancora - “a volte la verità fa più male della menzogna”?

Mah!.. (commento mio)

 

Nolitta su Tex ha avuto il pregio di ideare soggetti originali e quasi sempre intriganti, con ottime idee e intenzioni di partenza, ma purtroppo - a mio parere - con sceneggiature che spesso presentano numerose incongruenze e forzature, dialoghi ben poco texiani, situazioni e scene con altalenanti risultati, a volte coinvolgenti e piene di pathos, altre noiose e inutilmente prolisse, oppure retoriche o fuori fuoco rispetto al personaggio Tex.

E questa “La freccia spezzata” è un po’ così: una storia discontinua, con difetti e pregi (tra questi gli ottimi disegni di Nicolò).

 

 

 

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Questa è una gran bella storia...ma di Zagor o Mister No,non di Tex. Tutta l'atmosfera pessimista e un po' cupa,e anche l'atteggiamento del protagonista,sembrano oroprio tratte da un albo di Mister No.

 

Per quanto riguarda il discorso finale sui soldati,credo che volesse dire che,per quanto sia stupida la retorica militare,bisogna comunque ricordarsi che quei soldati sono morti battendosi coraggiosamente.

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Poe dice:

numerose incongruenze e forzature

Questa è una caratteristica che ha sempre avuto: su Tex,su Mister No,su Zagor.

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<span style="color:red">8 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

Per quanto riguarda il discorso finale sui soldati,credo che volesse dire che,per quanto sia stupida la retorica militare,bisogna comunque ricordarsi che quei soldati sono morti battendosi coraggiosamente.

D'accordo, questo nessuno lo nega, ma Tex alla fine decide di MENTIRE sulla figura del capitano Larrimer, di non rivelare - una volta tornato indietro - la sua vera natura di uomo avido, falso, assassino senza scrupoli. E questo solo per non infangare la memoria di tutti gli altri soldati morti coraggiosamente?... Non ci sta molto né nel personaggio Tex che tutti conosciamo, ma neanche nel personaggio Tex/Mister No di questa storia, che - ripeto - è basata tutta sulla critica e sullo svelamento delle MENZOGNE.

Nolitta probabilmente voleva complicare le cose facendoci vedere che anche Tex in certi casi è costretto a non rivelare la verità per evitare danni peggiori, ma sinceramente il finale così com'è appare poco convincente e non adatto a questa vicenda, secondo me.

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  • 7 mesi dopo...
Il 13/1/2021 at 13:44, Diablorojo82 dice:

Allora...Di Nolitta ho letto pochissimo(da adulto). Ho letto"El muerto" e mi è piaciuta. Questa è una storia piena di riflessioni (quando Tex vede le "tombe" miste) sia generali che sulle persone. Larrimer, i parenti, i soldati sono tutti coinvolti emotivamente da Nolitta che analizza e scandaglia. C'è del grigio, c'è amarezza e c'è umanità (anche in Tex). Devo recuperare le altre di Nolitta, questa è da 7 pieno. I disegni di Nicolò sono essenziali ma funzionano.

Larrimer che aspetta il sergente? Ci può stare...Lo odia, è preparato e non uno sprovveduto così è plausibile la sua sopravvivenza. Forzatura per me accettabile.

Riletta dopo due anni...Storia che trasuda umanità. I personaggi bucano la pagina. Partendo da Tex (molto umano) passando per Larrimer con il solito tocco di Bonelli junior quando sceneggia. I disegni efficaci e precisi.

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