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TWF - Tex Willer Forum

[87/88] Gli Spietati


Pedro Galindez
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Voto alla storia  

24 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura : G. L. Bonelli
Disegni: Virgilio Muzzi - Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Gennaio 1968 - Febbraio 1968
Inizia nel numero 87 a pag. 120 e finisce nel numero 88 a pag. 101


Un manipolo di cenciosi carcerati capeggiati da Tom Boker evade dal duro penitenziario di Yuma per andare a recuperare un vecchio malloppo. Tallonando un branco di Yaqui ribelli, Tex cade nelle grinfie dei criminali di Tom Boker e ne subisce le torture: saranno proprio gli Yaqui a salvarlo, attaccando improvvisamente il villaggio fantasma dove si era rintanata la gang di evasi. Gli indiani vengono decimati e Boker li raggiunge ben presto agli inferi.

 

Copyright: Sergio Bonelli Editore

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Probabilmente "Gli spietati" non è un capolavoro, ma IMHO è una storia molto interessante, perchè dimostra come GLB, da narratore di razza quale era, sapesse spiazzare le aspettative del lettore, persino per quanto riguardava lo stesso Tex. Intendiamoci, anche stavolta il ranger dimostra molta abilità strategica per quanto riguarda la missione che si accinge ad affrontare all'inizio della storia:

raggiungere e distruggere una banda di Yaqui fuggita da una riserva; Tex suggerisce alle colonne militari il cammino da percorrere e aggrega loro i suoi pards e, alla fine, il suo piano ha successo e finisce pure per permettergli di riportare a casa la pelle
. Saranno tuttavia dei nemici imprevisti a pararsi di fronte al nostro ranger: i "cenciosi carcerati" di Tom Boker, evasi da Yuma. In tanti altri casi, per poter colpire fisicamente Tex, si rivelano insufficienti potenza economico - politica, abilità nell'uso delle armi, capacità da trasformista, intelligenza sopraffina e persino poteri magici, stavolta invece questi avanzi di galera riescono persino
a prenderlo al lazo, pestarlo, frustarlo, trascinarlo su e già per una ghost - town legato alla coda di un cavallo; infine provano pure a carezzargli la pelle con dei ferri roventi
. Tex affronta con stoicismo il destino avverso ( che viene contemplato dal lettore con qualche palpitazione ), ma solo l'arrivo degli Yaqui riesce a tirarlo fuori dai guai, anche se poi lo costringe a combattere con i suoi improbabili salvatori. Infine, l'"arrivano i nostri" gli permette di mettere i suoi nemici in condizione di non nuocere ma è lui stesso ad affermare di "aver avuto fortuna" ( come certi Tex di Nolitta e Nizzi, tanto per dire ). I disegni di Muzzi non sono male, anche se con il solito neo delle teste di Galep. La mia valutazione: soggetto 7,5sceneggiatura 7,5disegni 7
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  • 4 mesi dopo...

In attesa di tornare tra i miei possedimenti texiani, questa storia, anche se non capolavoro come fa notare Pedro, è tra i miei più cari ricordi. Ne ho un po' rivissuto le atmosfere in "I prigionieri del deserto" (Albo 139), dove però solo per pura fatalit? toccava a Tiger intrpretare la parte della bistecca al sangue. Un'avventura più che buona, meritevole di un bell'8

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  • 4 mesi dopo...

COMMENTO CHE PUO' CONTENERE SPOILERuna storia d' sufficienza piena!!!.. indubbiamente, come già accennato giustamente da pedro e cheyenne, questa storia non è un grande capolavoro della saga questo sia ben chiaro,... comunquenonostante tutto io la reputo una storia sufficientissima per diversi aspetti,... la prima perchè mi piace la sceneggiatura, fantastico l'inizio della storia quando f? vedere i cinque evasi evadere dal carcere di yuma, potrebbe sembrare una scena alquando semplice ma è allo stesso tempo da vera cineteca western.... la seconda ragione è abbastanza semplice, perchè man mano che la si legge di questa storia se ne può trasparire tutta la sua genuinit?, componente quasi sempre presente nelle storie dell'epoca.... sui disegni poco da dire.. belli, anche se non troppo perfetti... VOTO 6,5 SU 10

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  • 2 mesi dopo...
  • Rangers

A me sinceramente questa storia è sempre piaciuta molto. Forse perchè ho visto Tex veramente nei guai per la prima volta, leggendo la serie in ordine cronologico. La trama è originale e si snoda seguendo due situazioni diverse, che poi si incrociano. Intanto l'inizio con l'evasione dal carcere di Yuma è spettacolare: la pioggia dventa la miglior alleata degli evasi che riescono ad allontanarsi grazie all'aiuto di complici esterni. La ricerca del tesoro di cui si parla spesso durante tutto l'albo, viene però resa impossibile dato che i banditi vengono tutti massacrati. Intanto Tex e pards insieme all'esercito, stanno dando la caccia ad una numerosa banda di Yaqui ribelli che stanno scorrazzando per il territorio in cerca di scalpi e di vittoria. Tex si separa dagli altri, GLB trova la necessit? di farlo agire da solo, ma soprattutto lo rende solitario perchè venga catturato e quindi per metterlo in seria difficolt?. Le torture alle quali Tex viene sottoposto nel villaggio abbandonato, sono una rarit? della serie (almeno per me), il nostro si trova veramente ad un passo dalla morte e senza il successivo ed improvviso cambiamento della situazione, sarebbe rimasto ucciso.

Anche tramite i disegni vediamo il nostro, in quella sequenza, impotente della situazione, nessun gemito di dolore e nessuna parola esce più dalla sua bocca, quasi avesse perso ogni speranza di salvarsi, quando all'impovviso l'allarme lanciato da due banditi segnala l'arrivo di un pericolo. Mentre la battaglia tra Yaqui e gli evasi infuria, ecco che il nostro ricomincia a lottare per la sopravvivenza, riuscendo con uno sforzo immane a liberarsi e a procurarsi le armi dagli Yaqui caduti. La scena da qui in poi può essere criticata, in quanto sembra impossibile che un uomo dopo essere passato sotto ogni tipo di tortura (legato al cavallo e trascinato per le vie del paese e ustioni varie sulla pancia), possa avere ancora la forza necessaria di stare in piedi, correre e sparare. Per me invece questa sequenza è memorabile.
Alla storia darei 9, un voto alto forse per via di queste scene forti e per la trama originale per l'epoca. :):D
  • +1 1
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  • 4 mesi dopo...

Appena riletta, storia bellissima!Davvero GL Bonelli era un grande, capace di mettere Tex in una situazione difficillissima, con la mala sorte che ci mette lo zampino... SPOILERCerto, l'avesse scritta Nizzi questa storia, chissà il coro di proteste!.... perchè qui Tex rinuncia allo scontro, scappa e si rifugia nella miniera agendo da semplice spettatore:questo, ovviamente, non perchè Tex sia un vigliacco, ma perchè non è un "candidato al suicidio", non avrebbe speranze di sopravvivenza se accettasse lo scontro nelle sue condizioni!... in più si libera dai paletti della tortura grazie alla fortuna e alla sua forza eccezionale:tutto troppo facile!... ma è ovvio che sia così,? lui l'eroe e il protagonista della storia, non può che essere il più forte e il più fortunato!Inoltre Tex non si accorge del pericolo quando entra nella città fantasma, si f? prendere senza poter resistere realmente:i piccioni si sarebbero sprecati se la storia l'avesse scritta Nizzi... Ovviamente le "incongruenze" rispetto al personaggio Tex appena esposte, in questa storia per me non esistono... era solo per dire che molti detrattori di Nizzi, molti "critici de fumetto" autodefinitisi tali, dovrebbero adoperare fino in fondo i loro sistemi critici, avere più onest? intellettuale, o almeno conoscere meglio la saga intera...(? ovvio che non mi riferisco a nessuno di questo forum!!!!)Per tornare alla storia;nella sua brevit? è una delle più adrenalitiche della serie;? tutta agguati, trappole e battaglie fino alla fine:la vicenda poteva concludersi anche molte pagine prima, ma Bonelli è davvero un genio nel raccontare battaglie disperate!Stupende alcune scene:quella del bandito che prima di morire continua a far fuori indiani, e quella del capo yaqui che f? di tutto pur di non finire vivo nelle mani dei soldati;queste due scene danno un p? di eroicit?, perfino di poeticit?, a due personaggi che fino a quel momento erano solo due "serpenti velenosi a cui bisogna schiacciare la testa"... Tex è straordinario:affronta la tortura con la dignit? e l'orgoglio che solo lui può avere;mantiene sempre e comunque la calma, sè come agire per salvarsi, e non esita ad aprirsi la strada per la salvezza a suon di piombo!Bellissima la scena in cui si libera dal fuoco:i primi piani di Galep del volto del ranger sono "carichi", esprimono tutta la tensione e lo sforzo fisico e mentale che servono per sopportare il dolore e per liberarsi... Muzzi invece, ha la capacità di rendere scorrevole la storia, ma solo perchè i suoi disegni sono insignificanti:non c'è una sola vignetta che meriti l'attenzione dell'occhio più del tempo necessario per leggere i ballon e vedere la scena.... Infine, non un capolavoro, ma un grande Tex di un grande Bonelli!

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  • 1 anno dopo...
  • 7 mesi dopo...

Questa storia è sempre stata una delle mie preferite. Tesa, intensa, anche cruda, con il povero Tex maltrattato come poche altre volte, con un ritmo incalzante ed un continuo alternarsi di colpi di scena, che coinvolgono il lettore senza lasciargli un attimo di tregua. Perfetti, per l'occasione, anche i disegni di Muzzi, che in genere è più a suo agio con le storie cittadine. Un piccolo capolavoro.

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  • 11 mesi dopo...

Storiella senza grosse pretese con diversi buoni spunti, come la cattura di Tex che davvero se la vede brutta, ma che purtroppo non vengono sviluppati a dovere, tradendo le attese dei primi due albetti. La figura del bandito Mallet è interessante: cinico, furbo, scaltro... peccato che di lui si sia solo parlato.

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  • 7 mesi dopo...

Storia breve (come molte del periodo) ma gradevole. Certo, non è uno di quegli indelebili capolalavori della saga texiana, ma si fa preferire per la sua freschezza sopratutto nelle scene d'azione. In particolare spettacolari le sequenze con Tex legato e torturato dagli evasi di Yuma. Buon lavoro anche da parte di Muzzi (qui mi è piaciuto maggiormente rispetto ad altre prove). Nel complesso più che buona.

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  • 8 mesi dopo...

Se nell’episodio precedente, una buona dose d’ironia si mescolava all’azione, stavolta l’autore sceglie una via decisamente diversa, puntando tutto sulla tensione narrativa e scrivendo una sceneggiatura dura, a tratti drammatica, che, mantenendo i tempi caratteristici della pubblicazione a strisce, incolla il lettore alle vignette e spesso sembra fargli trattenere il fiato. Già l’incipit della fuga da Yuma sotto il diluvio è una bellissima sequenza. Fin dalle prime tavole capiamo che Tom Boker è un avversario tosto e ne farà le spese Tex, che capitato involontariamente nelle sue grinfie con la guardia abbassata, si beccherà una sbatacchiata con i fiocchi. L’intreccio di trama è basilare, sulla via dei fuggiaschi s’imbattono prima i predoni Yaqui e successivamente la cavalleria, sulle tracce degli indiani. Al netto di una trama semplice, che ruota tutta intorno all’assalto indiano nella città morta, è proprio la secca sceneggiatura, a tratti cruda e serrata, a farsi apprezzare. Tex se la vedrà brutta, ma grazie all’intrusione degli Yaqui, riesce a evitare il peggio e, con molto stoicismo, a liberarsi, a costo di mille sofferenze. L’epilogo comunque gli permetterà di rifarsi e vendicarsi dei maltrattamenti subiti. Tipica storia bonelliana, molto classica e che spruzza western da tutti i pori. Ottimi come consueto i dialoghi e buona la trovata di mostrarci un Tex sfortunato, realmente in difficoltà, dovuta a un evento imprevedibile, ma comunque mai rassegnato e sempre molto coraggioso e reattivo. Una lettura rapida, corposa, molto coinvolgente e pazienza per il finale un po’ affrettato, ma con la formula a striscia questo aspetto si presentava spesso. La parte grafica fu affidata a Muzzi, con le consuete correzioni di Galep nei visi di Tex. Considerato che il filotto di numeri che mi appresto a commentare vedranno spesso alternarsi i soliti disegnatori, non è il caso soffermarsi troppo spesso sulle identiche considerazioni relative all’aspetto tecnico delle illustrazioni, si rischierebbe di ripetere sempre le stesse cose e annoiare l’utente in lettura. Mi riserverò più avanti a parlare di Muzzi, stavolta invece mi soffermerò su alcune curiosità in cui mi sono imbattuto rileggendo l’albo. In primis ho notato che le vignette che immortalano Tex legato ai paletti della tortura, sembrano disegnate in toto da Galep e di contro, la sequenza che va da pag. 64 a 69 vede le fattezze di Tex realizzate da Muzzi (era davvero così necessario evitargli questo “onore?). Erano pure lontani i tempi del “politically correct” visto che Bonelli senza alcun problema usa nella didascalia il termine negro, e anche le sedicenti campagne antitabagismo nei fumetti, considerato che si può permettere di chiudere la storia facendo chiedere a Tex una sigaretta. Con malinconia ho rivisto una scena in cui i vecchi segnali di fumo vengono interpretati, in questo caso da Carson; è risaputo che fosse una forzatura narrativa che i pennacchi di fumo venissero usati a mo’ di telegrafo e che di conseguenza, nel tempo, gli autori abbiano deciso di non ricorrerne più nelle loro sceneggiature, comunque non posso nascondere che queste “lievi forzature” mi mancano. Così come mi mancano le belle cartine geografiche nelle vignette, in questo numero ne vediamo una molto ben realizzata a pag. 11, molto curata e impeccabile con perfette linee di squadra e lettere trasferibili, oggi totalmente scomparse con l’avvento della grafica digitale. Anche qui gioca molto il fattore nostalgico, lo ammetto, infatti rievoco i tempi scolastici in cui mi cimentavo con i cosiddetti “trasferelli” per completare le tavole di progettazione da consegnare, ormai oggi tra cad e Photoshop queste azioni sembrano di eoni fa e dire che son passati solo pochi decenni. Il mio voto finale è 7  

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