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TWF - Tex Willer Forum

[130/131] Il Cacciatore Di Taglie


Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Virgilio Muzzi - Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Agosto 1971 - Settembre 1971
Inizia nel numero 130 e finisce nel numero 131 a pag. 73


Billy Conner è il rampollo di una disgraziata famiglia di rapinatori, diventati fuorilegge dopo che la Guerra Civile li aveva ridotti sul lastrico, ed è in fuga con un malloppo: Tex e Carson devono raggiungerlo prima che gli metta gli artigli addosso l'infame Sam Garner, famigerato cacciatore di taglie. Pur di incassare le ricompense, il bounty-killer è infatti disposto a tutto e per ottenere le necessarie informazioni non esita a torturare vecchi, donne e bambini: per questo va fermato!
Con i suoi brutali sistemi, il bieco cacciatore di taglie Sam Garner scova Billy, l'unico superstite della banda Conner, in fuga con il bottino di una rapina. Tex e Carson, determinati a non far cadere il giovane bandito nelle grinfie del bounty-killer, assistono alla fine di Garner: colpito dal revolver di un amico di Billy, il farabutto finisce stecchito in un burrone! Billy restituisce il malloppo e i pards lo lasciano andare, perchè possa rifarsi una vita in California.


Copyright: Sergio Bonelli Editore

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  • 3 settimane dopo...
Guest Colonnello_Jim_Brandon

Una bella stoira, godibile, scorrevole, piacevole. Non è sicuramente al livello di altri capolavori che popolano il centinaio d'oro ( come per esempio tra due bandiere o chinatown ) ma sicuramente si merita un bel voto. Molto ben realizzata IMHO la figura di quel velenosissimo Bounty Hunter, Garner, è molto ben realizzata... il cacciator eid taglie si mostra come un vero figlio del demonio, spietato, scorretto, pronto a qualsiasi bassezza e all'uso della violenza solo per soddisfare is uoi interessi... Tex e Carson, sebbene al perpetuo inseguimento di Garner, sono brillanti e dinamici; molto bella la sequenza in cui Carson per fermare il Bounty Hunter improvvisa una pioggia di macigni dall'alto del canyon. Sebbene Muzzi non sia annoverato tra i miei disegnatori preferiti, ci regala un opera bella da "gustare"... Voto complessivo : 8 su 10

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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

La storia parte subito con una rapina in banca. Sebbene la famiglia Conner siano dei banditi, apprendiamo varie volte nella storia il perchè lo siano diventati, conseguenze delle tragiche vicende della guerra civile. Il cacciatore di taglie è veramente spietato e, pur beccandosi una lezione con pestaggio da parte di Tex continua col suo intento di accoppare il giovane Conner e incassare la taglia. GLB ci mostra la sua spietatezza anche quando Garner rimane appiedato e non d' il colpo di grazia al cavallo. Una storia godibile con Tex e Carson in corsa per evitare che il giovane Conner venga ammazzato, anche se alla fine se la cava con l'aiuto di un altro amico. Voto 8 :trapper:

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  • 5 mesi dopo...

Storia atipica che si esprime in una certa autonomia del protagonista, che nella logica di Gianluigi Bonelli trova rari riscontri. La storia sembra vagamente ispirata al mito di Billy the Kid e Pat Garret . I disegni, affidati a Muzzi, sono sempre apprezzabili.

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  • 3 mesi dopo...

Questa ?, per alcuni versi, una delle storie più anomale di Bonelli:il modo in cui è narrata la vicenda e il ruolo che lo sceneggiatore lascia al suo Tex, la fa diventare un caso particolare nel contesto della sua produzione texiana.
Volendo esagerare, si potrebbe anche dire che questa si può addirittura considerare come la storia più boselliana tra quelle da lui scritte. Certo, dire questo può sembrare paradossale;ma sono molti e soprattutto molto significativi gli elementi dell'intreccio narrativo, e del modo in cui esso è dispiegato, che mi hanno ricordato lo stile di Boselli.
Quel che è certo, comunque, è che siamo di fronte ad un piccolo gioiellino, una storia bellissima sotto tanti punti di vista.

Quello che Bonelli ci presenta è un west duro e spietato, un west che ancora porta i segni delle lacerazioni della guerra civile, dove un uomo per bene deve lasciare la famiglia per percorrere la strada del fuorilegge, dove la vita di un uomo vale molto meno dei soldi di una taglia.
I personaggi di questa storia sono sfortunati e destinati alla sconfitta;altri sono personaggi violenti senza un minimo di pietà, che passano sopra ad ogni sentimento di umanit? per un pugno di dollari.
La prima particolarit? sta nell'inizio dell'avventura:sappiamo bene che Bonelli era ?Tex centrico?:eppure Tex e Carson compaiono solo a pag.46!Nulla di scandaloso, ovviamente;Bonelli inoltre già fece qualcosa del genere con ?Il figlio di Mefisto?, e riproporr? lo stesso motivo narrativo anni dopo con ?Gli eroi di Devil Pass. E? comunque un inizio abbastanza anomalo, questo, che sorprende il lettore non poco(almeno, a me ha sorpreso parecchio).
Se dicevo ?storia boselliana? è perchè questo inizio senza Tex mi ha riportato alla mente storie come ?Gli invincibili?, in cui Tex e pards dividono equamente la scena con la banda degli irlandesi, o storie come ?Gli assassini?, in cui Mitch appare, anche per quantit?, alla stessa maniera del ranger.
E come dicevo, la cosa non disturba affatto:? un inizio spumeggiante, tutto piombo e morti ammazzati, una unica lunga sequenza spettacolare e cinematografica, in cui il lettore, pur vedendoli per poche pagine, fa in tempo ad apprezzare il coraggio e lo spirito di fratellanza di cui sono animati i banditi.

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Il capolavoro di questa storia consiste nella creazione di Sam Garner, il cacciatore di taglie.
Secondo me è un personaggio davvero straordinario!Lui è un nemico con la N maiuscola, un uomo con ?tre dita di pelo sul cuore?, prototipo di tutti i cacciatori di taglie bastardi che si vedranno successivamente nel corso della serie(e penso innanzitutto a quello di ?Sul sentiero della vendetta?).
La cosa che lo rende un avversario degno di cotanto nome,? il fatto che lui non teme Tex. O meglio:lui sa che ha a che fare col più grande castigamatti del West, sa bene che contro di lui non può farcela in nessun senso;eppure Garner ha un grande pregio, tra i tanti difetti:l'ostinazione!Nulla potr? fermarlo finch? non avrà giunto raggiunto la sua preda!
A questo si aggiunge l'avidit?:per lui sembra non esserci nulla di più importante di quei 25.000 dollari. La paura che ha di Tex si dissolve come neve al sole, davanti alla prospettiva di poter mettere le mani su quei dollari!
E? un avversario degno, inoltre, perchè è cinico e spietato oltremisura;lui è davvero un gran bastardo, e più si vedono le sue malefatte e più si indaga nella sua anima grazie alla splendida sceneggiatura bonelliana, più non si vede l'ora che Tex gli dia la giusta lezione!E quando questo avviene, il texiano si trastulla:nulla di più appagante che vedere Tex che riempie di botte quella carogna-soprattutto perchè prima stava commettendo la carognata più infame, picchiare e minacciare di morte un ragazzino inerme davanti alla madre!
Ma nemmeno il pestaggio lo indurr? ad arrendersi, anzi?nemmeno il tempo di riprendersi, che già lo vediamo intraprendente e sicuro di sè mentre spia i nostri dalla finestra?non c'è che dire,Bonelli ha creato un personaggio che ha magari una psicologia abbastanza semplice, ma che risulta davvero memorabile!

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Bonelli fa una grande cosa;e la fa attraverso un personaggio come Garner. Bonelli mette Tex di fronte ad un uomo che per certi versi gli somiglia e che è contemporaneamente del tutto diverso da lui. Tex e Garner sono due personaggi speculari, due facce di una stessa moneta:entrambi per mestiere catturano i criminali, entrambi hanno fama di essere segugi infallibili e che non mollano l'osso;entrambi non vanno tanto per il sottile e usano metodi spicci per far cantare il complice o il bandito.
Ma tra i due corre un abisso?basta dire che Tex, a differenza di Sam Garner,? un uomo giusto.
Quello che Bonelli mette in atto è anche un chiarimento:Tex non è uno sbirro, e non è nemmeno un uomo violento;Tex è un uomo che sa andare oltre la Legge, un uomo che sa provare pietà per chi l'Ordine vuole comunque e sempre in galera o sulla forca. E nei confronti di tutti, anche di quella Legge che in quanto ranger dovrebbe seguire cecamente,Tex è un uomo libero, che ha come unico giudice la propria coscienza?

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Se ho pensato che questa storia sia molto boselliana,? anche a causa di quel che avviene nel finale.
Come sappiamo,Boselli ama inserire personaggi di contorno caratterizzati splendidamente e che spesso dividono la scena con Tex alla pari?non è forse quello che avviene anche in questa storia?
Pensateci:da pag,17 a pag.48 Tex e Carson non compaiono:la storia si svolge senza di loro, come se di loro non ce ne fosse bisogno per il momento. E ovviamente ci aspettiamo che da un momento all'altro i due pards spuntino fuori armi in pugno per mettere la parola fine sulla tragica vicenda esistenziale di Garner?e invece niente!!Tex, nel finale della storia, anzi, in tutto il secondo albo, non ha ruolo nella vicenda, rimane ai margini degli eventi:quel che succede sarebbe successo anche senza la sua presenza!
Bilancio finale:il cattivo lo uccide un giovane cowboy qualsiasi;mentre Tex e Carson non aumentano di una sola unit? il conto dei nemici uccisi!!
C?? davvero di che rimanere allibiti!!
Eppure, questa storia mi è piaciuta davvero molto, nonostante che in essa ci siano tutti quegli elementi che mi disturbano oltremodo, quando sono apparsi in storie di Boselli?mi chiedo:forse, in quanto lettore di Tex dovrei farmi un piccolo ?esame di coscienza??

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  • 2 mesi dopo...

Nel sito della Bonelli i disegni sono accreditati al solo Muzzi... strano, visto che, sulla base dei miei ricordi dell'edizione a colori di Repubblica ( in cui ho letto la storia ), le teste di Tex mi parevano rifatte come al solito da Galep.

Confermo, anch'io ho letto la storia recentemente sull'edizione a colori ed i disegni sono accreditati alla coppia Muzzi/Galep, d'altronde guardando il volto di Tex si vede benissimo che è opera di Galep. Credo che sul sito della Bonelli sono accreditati al solo Muzi per il fatto che l'intervento di Galep è stato minimo visto anche la bassa presenza di Tex nella storia rispetto alla media. Per quanto riguarda il giudizio la storia mi sembra buona, con la coppia Tex Carson un p? defilata ed insolitamente "tranquilla", nessun uomo viene ucciso da loro, merita senz'altro un otto pieno quasi un nove, visto che non si può dare otto e mezzo mi limiter? all'otto.
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  • 6 mesi dopo...
  • 7 mesi dopo...

amo queste storie "polvere da sparo" (quelle che ho soprannominato, ovvero le avventure disegnate da Muzzi e Galleppini, veloci scattanti incisive come una revolverata!) L'ho riletta in questi giorni e mi è piaciuta molto la scansione iniziale di Bonelli che ci mostra un bandito e i suoi figli che rapinano una banca e il sacrificio del loro pard nero, la figura del cacciatore di taglie spregevole come pochi... insomma una sceneggiatura solida, una storia che se non può essere annoverata come capolavoro ci mostra però le qualità di Bonelli padre che, con pochi e decisi elementi, è capace di farti sembrare diversa la solita storia di una rapina andata a male e il conseguenziale inseguimento dei banditi. Voto 7.5

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  • 1 mese dopo...
  • 1 anno dopo...

Ricordo molto bene questa storia che ho riletto giusto ieri in un attimo di tempo libero. La storia non è di quelle memorabili ma è soprattutto una storia di transizione. Nonostante questo pur avendo un soggetto molto semplice secondo me è stata sviluppata molto bene e in maniera originale quasi atipica per lo stile di Glb che in questi albi risulta essere molto scorrevole e di veloce lettura non perdendosi nei suoi classici giri di parole. Troviamo un Tex anomalo e molto strano rispetto al solito. Non spietato inseguitore dei criminali ma comprensivo verso chi a causa degli orrori della guerra a perso tutto ritrovandosi fuorilegge non per scelta ma per forza. Bella la personalit? del cacciatore di taglie Garner spietato, crudele e ben realizzato e personalizzato dall'autore. Trama 7+Disegni 7

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  • 1 anno dopo...
  • 1 anno dopo...
  • Sceriffi

Sam Garner, il cacciatore di taglie, è senza dubbio l'elemento centrale di questa storia, non eccelsa ma pur sempre godibile. GLB decide che l'antagonista principale debba essere un uomo davvero cattivo, spietato, un gran bastardo, ma dalla parte della legge. A tutti gli effetti, il suo lavoro è quello di riportare i criminali davanti alla legge, una legge - quella del West - a cui poco importa se i ricercati sono vivi o morti, per cui non c'è pietà o comprensione, ma solo un numero sotto il ritratto dell'avviso di taglia.
E' l'antagonista perfetto per mettere in luce uno degli aspetti principali del personaggio di Tex, che a volte qualcuno dimentica: Tex non è uno "sbirro" che compie il suo dovere senza valutare cosa sta facendo, Tex non è al servizio della legge - anzi, tante volte non esita ad infrangerla - quanto della giustizia. Una giustizia personalissima la sua, pronta ad apprezzare il pentimento dei criminali lasciandogli la libertà, quando capisce - come in questa storia - che hanno già pagato un prezzo abbastanza alto per le loro malefatte.
La figura di Tex esce quindi rafforzata da questa storia e dallo scontro con Garner, anche se - cosa piuttosto anomala nelle storie di GLB - lui e Carson non giocano davvero un ruolo determinante, rimanendo al margine dell'azione per gran parte del tempo ed addirittura nel finale, in cui sono soltanto spettatori.
Per me è una storia discreta, da 7 (anche per i disegni di Muzzi, che non mi ha mai fatto impazzire), ma non scontata e con spunti di interesse.

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  • 4 anni dopo...

Storia tanto anomala quanto bella.

 

Si parte con una rapina sanguinosissima e con la bella figura del nero Gemmy che si immola per i suoi padroni/colleghi. Si continua con il sacrificio di un padre che copre la fuga dei propri figli, sacrificio che peraltro avrà un successo solo parziale, visto che uno dei due ragazzi torna indietro e si fa ammazzare. Si scopre poco dopo che i rapinatori erano un tempo brava gente, rovinata dai profittatori di guerra, e spinta dalle ingiustizie subite a mettersi sulla strada del crimine. Se questo aspetto, evidenziato dallo sceriffo, non basta ad assolvere agli occhi del lettore i componenti di una banda comunque rabbiosa, visti i tanti soldati che hanno buttato giù prima di soccombere, pure getta una luce di simpatia sull'ultimo superstite, poco più che un ragazzo, sul capo del quale pende quell'autentica minaccia rappresentata dal cacciatore di taglie Sam Garner.

 

Sam Garner: gran personaggio. Bastardo vero, come dimostra il fatto che non abbatta nemmeno il proprio cavallo azzoppato, costringendolo a una morte orribile. Garner si macchia inoltre di prepotenze anche verso il proprietario del trading post, divenendo agli occhi del lettore sempre più detestabile. Ma l'acme lo raggiunge quando malmena l'ultimo figlio dei Conner sotto gli occhi di una madre disperata. Ed è proprio in quel momento che intervengono i nostri, a dare la meritata spazzolata ad uno dei personaggi più odiosi e quindi efficaci mai partoriti dalla prolifica penna di GLB. Curiosamente, l'intervento dei due pards a casa di mamma Conner è una delle poche cose degne di nota fatte dai nostri lungo l'arco di questa non lunga avventura. Già, perché i protagonisti, in questa storia, sono Billy Conner e Sam Garner, con i nostri quasi ridotti al rango di spettatori, in una storia "berardiana" o "boselliana", come ha ben avuto modo di dire @paco ordonez ormai dieci anni fa. 

 

Quando, più tardi, Carson intercetta Garner, che nel frattempo ha raggiunto e sta braccando Billy Conner e un suo amico, il Vecchio Cammello non interviene subito perché ritiene opportuno chiamare prima Tex. Qui ho storto un po' il naso, avrei sinceramente preferito una maggior iniziativa del pard anziano, che invece perde tempo ad avvisare Tex con i segnali di fumo. Tuttavia, mi sono detto durante la lettura, ci sta che a risolvere la situazione sia Tex, visto che a parte la succulenta spazzolata al bounty hunter di qualche pagina prima, aveva avuto occasione di fare poco. Ho pensato cioè che GLB avesse allestito un banchetto perfetto perché Tex facesse del cattivo (il vero cattivo, cioè Garner, non il ragazzo "wanted", con un'inversione di ruoli molto felice già ben sottolineata da @pecos ) un sol boccone. E invece, ecco che arriva sì Tex, ma a sorpresa l'elemento risolutore è l'amico di Billy Conner, che da una posizione di svantaggio riesce a chiudere il conto all'odioso Bounty Hunter.

 

Se Tex e Carson stavolta incidono poco, e per buona parte dell'avventura non si vedono nemmeno, i due sono in compenso protagonisti di alcuni siparietti veramente felici, come quando Carson beve dalla borraccia di whisky di Tex (che glielo rinfaccia :D ) dicendo: "nel caso succedesse il peggio, questa roba starà meglio nel mio stomaco che nella borraccia" o come quando, all'ufficiale dell'esercito che rimprovera a Tex i suoi metodi troppo spicci, il nostro risponde: "calunnie, Capitano. Il fatto è che c'è in giro un mucchio di gente che fa di tutto per non morire di vecchiaia". 

 

Insomma, un gioiello per me questa storia, che pur non avendo l'ambizione di assurgere al rango di capolavoro come le altre storie di questo periodo, pure a mio parere si ritaglia un suo posto al sole nel famoso centinaio d'oro, grazie ad un'impostazione anomala per GLB ma che assicura in definitiva un esito molto felice.

 

Non estraneo a questo mio gradimento c'è il tratto di Muzzi, che pur non essendo esaltante nella resa dei volti dei pards (il suo Carson non è granché e il suo Tex non lo conosciamo nemmeno visto che i volti sono di Galep) propone comunque un buon western, rude e dinamico. Mi sono sempre chiesto come mai abbia terminato la sua collaborazione così presto con Tex (o proprio con la casa editrice?). Cosa ha fatto dopo? Alla sua fuoriuscita dallo staff texiano può aver contribuito il fatto che non gli facessero disegnare i volti di Tex? Se i soliti ben informati volessero o potessero rispondere, si assicurerebbero la mia gratitudine.

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Just now, Leo dice:

Quando, più tardi, Carson intercetta Garner, che nel frattempo ha raggiunto e sta braccando Billy Conner e un suo amico, il Vecchio Cammello non interviene subito perché ritiene opportuno chiamare prima Tex.

checche' ne dicano i tradizionalisti, Carson era il pard a cui Glb interessava meno

in molte storie col quartetto( ma a volte anche in storie come questa)  lui resta in disparte senza azioni particolari

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Just now, Grande Tex dice:

checche' ne dicano i tradizionalisti, Carson era il pard a cui Glb interessava meno

in molte storie col quartetto( ma a volte anche in storie come questa)  lui resta in disparte senza azioni particolari

 

Guarda Grande Tex, direi, da questa mia immersione nel mondo glbonelliano dopo tanto tempo, che il vecchio apprezzasse molto - ma molto - Tiger Jack, mentre trova scarso spazio in questa fase Kit Willer. Carson viene usato spesso in funzione di alleggerimento umoristico, ed in effetti pare in GLB più anziano che non nelle sue versioni successive (soprattutto di Boselli, vero autore della rivalutazione del personaggio).

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">13 minuti fa</span>, Leo dice:

Non estraneo a questo mio gradimento c'è il tratto di Muzzi, che pur non essendo esaltante nella resa dei volti dei pards (il suo Carson non è granché e il suo Tex non lo conosciamo nemmeno visto che i volti sono di Galep) propone comunque un buon western, rude e dinamico. Mi sono sempre chiesto come mai abbia terminato la sua collaborazione così presto con Tex (o proprio con la casa editrice?). Cosa ha fatto dopo? Alla sua fuoriuscita dallo staff texiano può aver contribuito il fatto che non gli facessero disegnare i volti di Tex? Se i soliti ben informati volessero o potessero rispondere, si assicurerebbero la mia gratitudine.

 

In effetti, pur essendo uno dei disegnatori "storici" di Tex insieme a Galep, Letteri, Ticci e Nicolò, e nonostante il suo contributo direi fondamentale alla storia di Tex, Muzzi è poco ricordato dai lettori. Il suo tratto, benché puramente western, non è così apprezzato, e forse ha contribuito anche il fatto che gli sono sempre state affidato storie "minori", tra cui comunque alcune si fanno ricordare: "La dama di picche" e, soprattutto, la mitica "Canyon Diablo".

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<span style="color:red;">2 minuti fa</span>, pecos dice:

 

In effetti, pur essendo uno dei disegnatori "storici" di Tex insieme a Galep, Letteri, Ticci e Nicolò, e nonostante il suo contributo direi fondamentale alla storia di Tex, Muzzi è poco ricordato dai lettori. Il suo tratto, benché puramente western, non è così apprezzato, e forse ha contribuito anche il fatto che gli sono sempre state affidato storie "minori", tra cui comunque alcune si fanno ricordare: "La dama di picche" e, soprattutto, la mitica "Canyon Diablo".

Al solito si possono far rimbalzare aneddoti letti in qualche presentazione, che poi verificati risultano spesso allegre storielle inventate.

Sembra che Muzzi, oltre a raffigurare un Tex che non attirava le simpatie della redazione, fosse lentissimo,

sembrerebbe che in una occasione portò in redazione così poco materiale che venne rinchiuso in una stanza finché ebbe realizzato

quello che serviva a completare la storia, ma a parte il sorriso che strappa non ci credo nemmeno un po'...

Ovviamente non gli faceva piacere che le sue tavole venissero rimaneggiate (e questo piaceva poco anche al Galleppini costretto a farlo)

e arrivati a un certo punto si decise di terminare la collaborazione, con l'impegno di Bonelli nel trovargli un'altro incarico.

Da quello che ne so la cosa non andò oltre al volume 124 della Collana Rodeo e una manciata di storie per Mister No, di cui ignoro i titoli.

Ai più minuziosi invito a guardare con attenzione le vignette delle storie di Muzzi, ogni tanto e in rarissimi casi i volti di Tex restavano

quelli originali, ovviamente omogenei col resto dei personaggi e con moderna concezione non c'era alcun bisogno di farli rifare!

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<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, pecos dice:

In effetti, pur essendo uno dei disegnatori "storici" di Tex insieme a Galep, Letteri, Ticci e Nicolò, e nonostante il suo contributo direi fondamentale alla storia di Tex, Muzzi è poco ricordato dai lettori. Il suo tratto, benché puramente western, non è così apprezzato, e forse ha contribuito anche il fatto che gli sono sempre state affidato storie "minori", tra cui comunque alcune si fanno ricordare: "La dama di picche" e, soprattutto, la mitica "Canyon Diablo".

Ci metterei anche "La caccia", una storia che è un po' la progenitrice di Canyon Diablo. Una storia che rileggo sempre con piacere. Azione e divertimento

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Oh, finalmente una recensione di Leo su cui non ho nulla da ridire!  :laugh:

 

Sui pards, Bonelli andava a periodi. Com'è ovvio pensando al fatto che li ha scritti per quasi 40 anni.  Kit Willer per un certo periodo (che sembra più breve negli albi giganti, ma bisogna ricordare che ciascuno raccoglieva quasi 4 mesi di storie...) era diventato il protagonista, anche più di Tex, e anche più avanti, Bonelli gli ha dato grande spazio in altre avventure come "Pony Express". C'è da dire però che in quasi tutte queste circostanze, era in momenti in cui agiva in solitario o da solo con Tex, e in quei casi ha una sua funzione nella storia con il contrasto fra la sua imprudenza e la "saggezza" di Tex.

 

Quando invece i pards sono 4, patisce un po' il fatto che il contrasto principale basato sull'anzianità diventa quello fra Carson e Tex, e Kit pare relegato in certe storie alla funzione di fare battibecchi con Carson. Ma bisogna dire che gestire 4 co-protagonisti in una storia dando spazio a tutti non è semplice (infatti ci sono sceneggiatori su Tex che hanno evitato di farlo, preferendo la coppia Tex-Carson più facile da gestire), ed è un segno della bravura di Bonelli il fatto che ci sia riuscito tante volte.

 

In questo periodo poi è vero che Bonelli rende Tiger Jack molto più protagonista rispetto a decenni precedenti, e ne accentua molto di più le caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri.  Un po' credo che vada a periodi, in certi periodi ad un autore può piacere più un co-protagonista o un altro, e un po' credo sia anche dovuto ad cambiamento che avviene in Tex negli anni 70, con storie molto più adulte e "dure" (basta pensare al cadavere dato in pasto alle formiche rosse proprio da Tiger in "Silver Star" o il dialogo che citavi in quel thread).  Da una parte anche il pubblico di Tex ormai era fatto in gran parte da adulti (anche se non tanto quanto adesso) e Bonelli pensava di poter osare di più, e dall'altra anche l'asticella di quello che si poteva fare nei western anche al cinema si era alzato parecchio. Tiger diventa più protagonista perchè lui l'asticella la può alzare più degli altri, rimanendo coerente con la sua caratterizzazione.

 

Infine...  la famiglia di rapinatori qui, Juan Ortega in "Gilas", e gli esempi che potrei fare sono tantissimi.... Quando la si smetterà di dire che sono "eccezioni" e si ammetterà che GLBonelli non ha mai diviso i personaggi in "buoni" e "cattivi", che quella diceria è frutto di una critica prevenuta e superficiale ripetuta a pappagallo da troppi che Tex lo conoscevano poco, e che Boselli presentando personaggi più sfumati non ha fatto nessuna "rivoluzione" ma ha riportato Tex alle origini, dopo un periodo di sbandamento?

 

P.S.: A me Muzzi è sempre piaciuto, e concordo che non c'era nessun bisogno di far rifare le facce da Galep...

Modificato da Diablero
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<span style="color:red;">36 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Guarda Grande Tex, direi, da questa mia immersione nel mondo glbonelliano dopo tanto tempo, che il vecchio apprezzasse molto - ma molto - Tiger Jack, mentre trova scarso spazio in questa fase Kit Willer. Carson viene usato spesso in funzione di alleggerimento umoristico, ed in effetti pare in GLB più anziano che non nelle sue versioni successive (soprattutto di Boselli, vero autore della rivalutazione del personaggio).

 

Aggiungo che non solo pare più anziano (non graficamente, proprio nell'atteggiamento), ma spesso è definito, dagli avversari di Tex, "il suo scagnozzo", definizione ben poco lusinghiera, in effetti, che mi fa venire una tremenda nostalgia del Carson boselliano...

<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, Diablero dice:

Oh, finalmente una recensione di Leo su cui non ho nulla da ridire!  :laugh:

 

Troppo onore!  ;) :D 

 

<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, Diablero dice:

Da una parte anche il pubblico di Tex ormai era fatto in gran parte da adulti (anche se non tanto quanto adesso) e Bonelli pensava di poter osare di più, e dall'altra anche l'asticella di quello che si poteva fare nei western anche al cinema si era alzato parecchio. Tiger diventa più protagonista perchè lui l'asticella la può alzare più degli altri, rimanendo coerente con la sua caratterizzazione.

 

La penso anch'io così. Tiger permette di "alzare l'asticella" e Carson consente l'alleggerimento umoristico con i suoi scambi gustosissimi con Tex.  Kit, invece, nella presente fase del centinaio d'oro, è obiettivamente più appannato.

 

<span style="color:red;">10 minuti fa</span>, Diablero dice:

Infine...  la famiglia di rapinatori qui, Juan Ortega in "Gilas", e gli esempi che potrei fare sono tantissimi.... Quando la si smetterà di dire che sono "eccezioni" e si ammetterà che GLBonelli non ha mai diviso i personaggi in "buoni" e "cattivi", che quella diceria è frutto di una critica prevenuta e superficiale ripetuta a pappagallo da troppi che Tex lo conoscevano poco, e che Boselli presentando personaggi più sfumati non ha fatto nessuna "rivoluzione" ma ha riportato Tex alle origini, dopo un periodo di sbandamento?

 

Sono parzialmente d'accordo. E' vero che qui i Conner e qualche numero fa Ortega dimostrano che nemmeno i personaggi bonelliani sono tutti tagliati con l'accetta, ma gli esiti raggiunti da Boselli hanno per me ben altro valore. Perché diverse sono le motivazioni alla base: GLB era comunque sostanzialmente "tex-centrico", a lui interessava soprattutto Tex, mentre la cifra di Boselli, sin dalle sue marcelliane ma anche in tantissime altre sue storie, consisteva nel buon numero di comprimari quasi protagonisti della storia. Boselli sa essere molto bonelliano, ma il suo Tex, soprattutto nel decennio 1994-2005, ha avuto un respiro, in termini di personaggi, che in passato c'era stato poche volte. Con questo non voglio dire che Bonelli non sapesse scrivere questo tipo di storie, ma che non aveva quell'interesse che invece ha evidentemente avuto Boselli, che soprattutto agli inizi era infatti accusato - per me a torto - di introdurre troppi personaggi "ruba-scena".   

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

Guarda Grande Tex, direi, da questa mia immersione nel mondo glbonelliano dopo tanto tempo, che il vecchio apprezzasse molto - ma molto - Tiger Jack, mentre trova scarso spazio in questa fase Kit Willer. Carson viene usato spesso in funzione di alleggerimento umoristico, ed in effetti pare in GLB più anziano che non nelle sue versioni successive (soprattutto di Boselli, vero autore della rivalutazione del personaggio).

Ma certo.

Nizzi non fece altro che prendere GLB paro paro e riproporlo,almeno all'inizio. Kit in secondo piano, Carson sempre presente ma per lo più con un ruolo di spalla anche umoristica (in Nizzi ancora di più).

Boselli ha messo Carson (e i comprimari) al centro del mondo, non certo GLB.

<span style="color:red;">31 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Aggiungo che non solo pare più anziano (non graficamente, proprio nell'atteggiamento), ma spesso è definito, dagli avversari di Tex, "il suo scagnozzo", definizione ben poco lusinghiera, in effetti, che mi fa venire una tremenda nostalgia del Carson boselliano...

 

Troppo onore!  ;) :D 

 

 

La penso anch'io così. Tiger permette di "alzare l'asticella" e Carson consente l'alleggerimento umoristico con i suoi scambi gustosissimi con Tex.  Kit, invece, nella presente fase del centinaio d'oro, è obiettivamente più appannato.

 

 

Sono parzialmente d'accordo. E' vero che qui i Conner e qualche numero fa Ortega dimostrano che nemmeno i personaggi bonelliani sono tutti tagliati con l'accetta, ma gli esiti raggiunti da Boselli hanno per me ben altro valore. Perché diverse sono le motivazioni alla base: GLB era comunque sostanzialmente "tex-centrico", a lui interessava soprattutto Tex, mentre la cifra di Boselli, sin dalle sue marcelliane ma anche in tantissime altre sue storie, consisteva nel buon numero di comprimari quasi protagonisti della storia. Boselli sa essere molto bonelliano, ma il suo Tex, soprattutto nel decennio 1994-2005, ha avuto un respiro, in termini di personaggi, che in passato c'era stato poche volte. Con questo non voglio dire che Bonelli non sapesse scrivere questo tipo di storie, ma che non aveva quell'interesse che invece ha evidentemente avuto Boselli, che soprattutto agli inizi era infatti accusato - per me a torto - di introdurre troppi personaggi "ruba-scena".   

No vabbè, anche io la penso esattamente come te. GLB è assolutamente Tex-centrico. Tex è l'eroe e da lui dipende tutto. Gli altri sono comprimari e sono ben definiti nella loro caratteristica di buoni o cattivi. Poi, certo, non è sempre così. Ci sono eccezioni. Lucero è l'esempio più lampante ma non solo Lucero. Però erano un pò delle eccezioni. In Boselli il grigio è la regola e il buono buono, cattivo cattivo una eccezione.

Borden ha dimostrato varie volte di saper essere molto GLBonelliano, ma lo fa quando vuole. Normalmente fa il Borden e quindi porta quelle innovazioni che gli sono proprie.

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52 minutes ago, Leo said:
58 minutes ago, Diablero said:

Infine...  la famiglia di rapinatori qui, Juan Ortega in "Gilas", e gli esempi che potrei fare sono tantissimi.... Quando la si smetterà di dire che sono "eccezioni" e si ammetterà che GLBonelli non ha mai diviso i personaggi in "buoni" e "cattivi", che quella diceria è frutto di una critica prevenuta e superficiale ripetuta a pappagallo da troppi che Tex lo conoscevano poco, e che Boselli presentando personaggi più sfumati non ha fatto nessuna "rivoluzione" ma ha riportato Tex alle origini, dopo un periodo di sbandamento?

 

Sono parzialmente d'accordo. E' vero che qui i Conner e qualche numero fa Ortega dimostrano che nemmeno i personaggi bonelliani sono tutti tagliati con l'accetta, ma gli esiti raggiunti da Boselli hanno per me ben altro valore. Perché diverse sono le motivazioni alla base: GLB era comunque sostanzialmente "tex-centrico", a lui interessava soprattutto Tex, mentre la cifra di Boselli, sin dalle sue marcelliane ma anche in tantissime altre sue storie, consisteva nel buon numero di comprimari quasi protagonisti della storia. Boselli sa essere molto bonelliano, ma il suo Tex, soprattutto nel decennio 1994-2005, ha avuto un respiro, in termini di personaggi, che in passato c'era stato poche volte. Con questo non voglio dire che Bonelli non sapesse scrivere questo tipo di storie, ma che non aveva quell'interesse che invece ha evidentemente avuto Boselli, che soprattutto agli inizi era infatti accusato - per me a torto - di introdurre troppi personaggi "ruba-scena".   

 

Ma anche sul ruolo dei personaggi "secondari" (che in realtà non lo sono), Boselli non ha fatto che evidenziare un aspetto già presente nelle storie di GLBonelli.  In questa storia, per esempio, come già sottolineato in questo thread, i membri della famiglia Conner (e i loro amici) non solo sono i protagonisti assoluti dell'incipit, ma sono anche quelli che eliminano alla fine il Cacciatore di taglie.

 

(e, aggiungo, Tex non ne viene per me minimamente sminuito, perchè esattamente come per le botte in testa, dipende da COME le racconti le cose)

 

Intendiamoci: secondo me Boselli ha fatto una grande opera di "ammodernamento" di Tex, ma l'ha fatta soprattutto a livello di "linguaggio fumettistico", nella maniera di raccontare, nella scansione dei tempi e l'attenzione a dettagli (tipo la continuity) che Bonelli non curava molto, più concentrato sulla pura azione.

E poi ovviamente come qualunque autore ha le sue preferenze, che non coincidono al cento per cento con quelle di Bonelli, quindi se è vero che questo tipo di storie che evidenziano i comprimari (o persino gli avversari, pensa a "Il figlio di Mefisto") erano già presenti nelle storie di Bonelli, sono più frequenti in quelle di borden.

 

Quello che mi a volte arrabbiare invece di certa "critica" (che poi viene ripetuta nei forum) è la scarsa conoscenza di quello di cui sparlano. Sia che esaltino Boselli, sia che lo critichino, salta sempre fuori questa cosa del "GLBonelli non lo faceva" che basterebbe andarsi a leggere qualche storia per smentire completamente. Ma non lo fanno. C'è un pregiudizio pseudointellettualoide "puzza-al-naso" per cui credono di sapere già tutto senza bisogno di verificare. E quindi spesso sparano minchiate.

 

(non è una cosa limitata a Bonelli, questa spocchia rispetto alla "cultura popolare" la vedo spesso in certi critici - non tutti per fortuna - quando parlano di qualunque cosa abbia avuto un grande successo, tipo quando per esempio parlano di Salgari o di Robert E. Howard.).

 

Basterebbe andarsi a leggere qualche storia per vedere che in GLBonelli non ci sono i famigerati "spiegoni", e che anzi la caratterizzazione psicologica c'è, e ben visibile, ma non viene "spiegata" (e così gli stessi pseudocritici che straparlano di spiegoni si dimostrano incapaci di interpretare una storia senza che gli sia spiegata tre volte...)

Modificato da Diablero
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5 ore fa, Leo dice:

 

Guarda Grande Tex, direi, da questa mia immersione nel mondo glbonelliano dopo tanto tempo, che il vecchio apprezzasse molto - ma molto - Tiger Jack, mentre trova scarso spazio in questa fase Kit Willer. Carson viene usato spesso in funzione di alleggerimento umoristico, ed in effetti pare in GLB più anziano che non nelle sue versioni successive (soprattutto di Boselli, vero autore della rivalutazione del personaggio).

io trovo che anche Kit fosse molto inportante per lui,anzi, forse per lui era il piu importante dopo Tex

5 ore fa, Diablero dice:

Infine...  la famiglia di rapinatori qui, Juan Ortega in "Gilas", e gli esempi che potrei fare sono tantissimi.... Quando la si smetterà di dire che sono "eccezioni" e si ammetterà che GLBonelli non ha mai diviso i personaggi in "buoni" e "cattivi", che quella diceria è frutto di una critica prevenuta e superficiale ripetuta a pappagallo da troppi che Tex lo conoscevano poco, e che Boselli presentando personaggi più sfumati non ha fatto nessuna "rivoluzione" ma ha riportato Tex alle origini, dopo un periodo di sbandamento?

ti sbagli

rimangono comunque casi isolati

il primo a mettere della psicologia in Tex con una certa frequenza fu Nizzi, per questo a mio giudizio salvatore di Tex, poi Boselli e' la regola

Diablero il tup discorso su Boselli e Binelli non si potrebbe adottare anche a Nizzi? non all' ultimo certo, ma visto che tu critichi tutte le sue storie...

insoma Nizzi e' indubbiamrnte piu' glbonelliano di Boselli, eccetto il suo ultimo periodo e qualche raro caso prima

Modificato da Grande Tex
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