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TWF - Tex Willer Forum

[554/555] La Banda Dei Tre


Voto alla storia  

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Allora innanzitutto chiedo scusa a tutti ma la rabbia che mi ha provocato questa storia è stata tale da non farmi ben ragionare sul giudizio. Andando con ordine: alla base del soggetto ci dovrebbe essere il mistero del "killer misterioso" ma si capisce benissimo dalle prime bettute chi è il mandante; i dialoghi poi li ho trovati molto poco Texiani con quelle odiose parentesi che in un fumetto non c'entrano nulla e anche il finale non è esaltante. I disegni di Civitelli, attenzione, non dico che non sono belli anzi... tuttavia questo tipo di storia a mio parere avrebbe avuto bisogno di un tratto più sporco per marcare meglio i caratteri dei paesaggi (molto presenti in questa storia) e anche quelli dei personaggi. Ribadisco che comunque rispetto l'opinione altrui e faccio nuovamente le mie scuse...

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Che la storia abbia dei punti molto deboli e' difficile negarlo. Dovrei rileggerla, ma ricordo che il soggetto faceva molta acqua, per non parlare del "Killer misterioso" svelato dalla copertina del secondo albo. Ma con tutto questo la storia si fa leggere lo stesso, non e' un portento di storia ma non e' neanche cosi' pessima. Per i disegni, se mi dici che Civitelli e' sprecato per la qualita' della storia potrei essere d'accordo(a lui affiderei solo le storie piu' importanti)ma che le locations o i personaggi non sono graficamente caratterizzati bene dai disegni mi trovi in disaccordo piu' totale. Trovo Civitelli adatto a qualsiasi tipo di ambientazione, che sia nel Messico o a New orleans.

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  • 1 anno dopo...
  • 11 mesi dopo...

I punti deboli di questa storia sono stati già detti. Il vecchietto che rimane nella città abbandonata e va a caccia di conigli con un vecchio fucile, sarebbe bello capire come fa ad avere ancora munizioni dopo 15 anni, o gli autori della rapina che temono di essere riconosciuti... e per quale motivo visto che durante la rapina erano bendati. E poi il motivo per cui viene uccisa la moglie non viene mai spiegato. Tutto sommato però non è che siano problemi insormontabili tali da crocifiggere Nizzi che tra l'altro introduce questo sceriffo dipingendolo abbastanza simile al buon Carson "Vi piace lamentarvi ma non vi piace quando sono gli altri a darvi per vecchi" così suona più o meno una frase durante i colloqui tra Tex e lo sceriffo. Voto sette e mezzo.

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  • 7 mesi dopo...

La storia è molto buona e il soggetto e molte potenzialità, almeno per me, ma a mio avviso non è stato sviluppato al massimo delle sue possibilità. E' molto bello, da parte dello sceriffo, il desiderio di poter consegnare alla legge gli assassini della moglie a 15 anni di distanza. Sembra che ormai la sua vita dipenda da questo fatto e sia il solo scopo che lo porta a svegliarsi ogni mattina. Molto bella la figura dello sceriffo Daves forse, come già detto, ricorda il grande Carson, assente in questa avventura. Alla prima parte della storia darei nove ma poi la trama scende un p? di livello. Finale davvero inaspettato e a sorpresa. Civitelli magistrale come sempre. Voto 8 alla tramaVoto 9 ai disegni

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  • 2 mesi dopo...

effettivamente l'intreccio narrativo, con mandate e killer misteriosi che si svelano solo alla fine, e' un po' debole belli i disegni e le ambientazioni, tex e l'amico sceriffo sfuggono a diversi agguati pur essendo in posizioni non favorevoli... con un po' troppa disinvoltura direi

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Storia assai godibile, pur se non esente da punti deboli. Non mi convince del tutto la resa dei conti tra Tex ed il killer: ma come, prima quest'ultimo rivela un'abilità sorprendente nel seguire Tex e Daves per mezzo Colorado senza mai farsi nemmeno vedere, poi basta una breve sparatoria per eliminarlo?Credo che il grande Nizzi avrebbe potuto sceneggiare molto meglio la resa dei conti tra i due... Un altro elemento che mi lascia perplesso è la presenza di un orto nel pieno centro della città fantasma di Silver Bell, in bella evidenza a pag. 83 de "Il killer misterioso": strano che la sua presenza non abbia allarmato Barrow e Madlock, n° li abbia indotti a cercare chi se ne occupasse (il vecchio Jock)... Una gran trovata invece il finale, davvero inaspettato, in cui si rivela che razza di individuo sia in realtà il governatore Anderson... Nel complesso, do 8 sia alla trama che ai disegni di Civitelli.

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  • 3 settimane dopo...

Per i disegni, se mi dici che Civitelli e' sprecato per la qualita' della storia potrei essere d'accordo(a lui affiderei solo le storie piu' importanti)ma che le locations o i personaggi non sono graficamente caratterizzati bene dai disegni mi trovi in disaccordo piu' totale. Trovo Civitelli adatto a qualsiasi tipo di ambientazione, che sia nel Messico o a New orleans.

Quoto il buon Anthony (i cui post mi mancano molto: se n'? andato dal forum che io ero appena entrato, e me ne dispiace...). Anche se io in alcune circostanze potrei preferire a Civitelli disegnatori più sintetici ma dal tratto più sporco (vedi Ortiz), è indubbio che Civitelli è sempre uno spettacolo. E il Civitelli di questa storia è semplicemente splendido. Vedere questi disegni, però, mi indispettisce, perchè mi sembrano un vero spreco. I disegni valorizzano e "servono" una storia, ma quando c'è poco da valorizzare (come in questo caso) quanto più sono belli tanto più grande è la stizza nell'ammirarli.
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  • 2 mesi dopo...

La prima volta che avevo letto questa storia ero rimasto abbastanza coinvolto. Poco tempo fa l'ho riletta e proprio non riesco a capire come mi sia piaciuta visto che stavolta l'ho trovata veramente poco coinvolgente e senza interesse. Purtroppo in casi come questi devo spesso farmi venire una rabbia per i soliti commenti anti-nizziani. :bisonte: Allora, che significa che si tratta di un soggetto banale? si tratta proprio di un soggetto banale ma anche nel passato le storie dalle trame più semplici hanno datto anche capolavori ( tipo "Il presagio"). Oltretutto perchè le storie di Nizzi appena vengono male vengono subite etichettate con i voti più bassi possibili? Quando Borden però sbaglia, non noto tale furia verso i suoi punti negativi. Oltretutto qu c'è pure qualcuno che lo indica come fonte di sicurezza: è sicuramente più efficace come autore in questo periodo, ma qui sembra che vengano contrapposti come bene e male. >:azz: Questa storia in effetti è venuta male perchè la trama non coinvolge tanto a causa del suo svolgimento, poco convincente. Un ulteriore difetto direi è il fatto che l'ha scritta Nizzi e ciò sembra attirargli con più facilit? odio e disprezzo. :malediz... Un grande dispiacere nel vedere un autore come Nizzi spegnersi così e ancora più nell'odio di certe categorie di lettori (nelle ultime pessime storie di Bonelli padre, non noto tutta questa crociata contro l'autore). :fumo:

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  • 4 settimane dopo...

una sceneggiatura ahimè prevedibile, i disegni ottimi di civitelli rendono cmq la storia leggibile, credo che sia naturale che in un fumetto come tex di genere western siano difficilmente evitabili albi senza grandi pretese artistiche. E' chiaro: gli agguati, le sparatorie, le corse, la main street e la città fantasma, l'oro, il padrone della città, gli sceriffi prezzolati, i cacciatori di taglie, gli indiani ribelli e quelli truffati... dopo migliaia di tavole sceneggiate disegnate e lette ci sia un p? di usurae qui Nizzi si vede che andava avanti più per dovere che per piacere ma tant'? io dico bisogna accettarlo ed invece di sottolineare sempre i difetti a volte bisogna leggere il libretto in relax adagiandosi sulla tradizione e la banalit?.voto finale 6

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  • 1 anno dopo...

I punti deboli di questa storia sono stati già detti. Il vecchietto che rimane nella città abbandonata e va a caccia di conigli con un vecchio fucile, sarebbe bello capire come fa ad avere ancora munizioni dopo 15 anni, o gli autori della rapina che temono di essere riconosciuti... e per quale motivo visto che durante la rapina erano bendati. E poi il motivo per cui viene uccisa la moglie non viene mai spiegato. Tutto sommato però non è che siano problemi insormontabili tali da crocifiggere Nizzi che tra l'altro introduce questo sceriffo dipingendolo abbastanza simile al buon Carson "Vi piace lamentarvi ma non vi piace quando sono gli altri a darvi per vecchi" così suona più o meno una frase durante i colloqui tra Tex e lo sceriffo.

Condivido. L'affetto che mi lega a Nizzi mi fa provare dispiacere per le difficolt? che si evidenziano negli ultimi tempi e che sono bene evidenziate qui ma mi sembrano eccessive alcune stroncature. Quanto a Civitelli il discorso è sempre lo stesso secondo me: la sua perfezione stilistica ha dei pro e dei contro e il contro. Ribadisco che a volte Tex mi sembra pettinato come Cristiano Ronaldo ma un Tex in costume Navajo così maestoso come Civitelli non l'ho mai visto. De gustibus
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  • 4 anni dopo...

Storia discreta,che rileggo spesso volentieri.Si potranno giustamente criticare i limiti fastidiosi dell' ultimo Nizzi (lo spione,su tutto: dá allo sceriffo e a Tex un' informazione vecchia di venti anni!),una certa incapacità a far quadrare la trama (troppe scene tirate per i capelli, troppo arrendevole lo sceriffo corrotto, assurdo far assassinare uno dei tre cattivi dal killer una volta che questo si è arreso a Tex!)

 

Scopiazzature a gogò da altre storie (Topeka,per esempio,con la banda di scampaforche che "miracolosamente" sverna nei pressi della location principale)

Il cliché del vecchio stalliere che vive nella città morta è copiato di sana pianta da "El Muerto"...

 

Il killer misterioso si trova SEMPRE a fagiolo nelle situazioni, inverosimile.

 

Detto questo,Nizzi ci mette comunque il mestiere e la buona volontà per portare a casa il risultato,e l' scontro nella città morta è comunque ben fatto

Lo aiutano in questo gli splendidi disegni di Civitelli.

Nizzi non è a suo agio nelle sceneggiature in cui compaiono personaggi grigi come il governatore, personaggi né buoni né cattivi.

Detto questo, come lettura è piacevole,ma non certo avvincente.

 

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Barbanera dice:

Nizzi non è a suo agio nelle sceneggiature in cui compaiono personaggi grigi come il governatore, personaggi né buoni né cattivi.

Non sono d' accordo ,  ci sono un sacco di personaggi grigi creati sa Nizzi  veramente magnifici, come Lucas Bonner o il capitano Fremont.

" La banda dei tre" è  una delle storie più  brutte e noiose che abbia mai letto.  Baloon pieni di parole, situazioni racckontate senza un minimo di pathos, sceneggiatura  prevedibile  ( alzi la mano chi non aveva capito chi era il mandante del killer), situazioni improbabili( lo sceriffo che aspetta anni e anni per vendicare la moglie perché deve prendersi cura dei figli?:wacko: Non li poteva lasciare da soli un paio di settimane?") e per giunta un personaggio interessante  come il killer  misterioso usato solo in poche vignette.

Civitelli è  bravissimo cone sempre, ma non risolleva la storia. 

Voto: 4

 

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1 ora fa, Grande Tex dice:

Non sono d' accordo ,  ci sono un sacco di personaggi grigi creati sa Nizzi  veramente magnifici, come Lucas Bonner o il capitano Fremont.

Due eccezioni che confermano la regola...ma la mia non è una critica a Nizzi.Nizzi è bravo a creare suspence,magari nascondendo personaggi  cattivi  dietro la parvenza  dei buoni  (vedi il  mitico Cobra Galindez)ma non ama, tranne rari casi come quelli da te citati,i personaggi grigi...

Ripeto,non ho criticato Nizzi:ogni autore ha il suo stile.Per Nizzi,Tex deve essere allergico al "grigio".o bianco o nero.

Modificato da Barbanera
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4 ore fa, Barbanera dice:

 

Non sono d' accordo , ce ne sono tanti altri, ma non è questa la sezione per discuterne. Riguardo alla storia aggiungo una cosa:  non mi dispiacerebbe  sapere se anche nel soggetto originale di Civitelli c' era questa idea   della rinuncia   a cercare i banditi per prendersi cura dei figli.

Nizzi all' epoca non era in forma ma dubito che non lo fosse neanche Civitelli come sceneggiatore.

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  • 3 settimane dopo...

Dimenticando l'inizio, nel quale uno sceriffo si mette in cerca degli assassini della moglie dopo 15 anni e riesce a trovare una traccia importantissima (i nomi di battesimo di due dei tre rapinatori e della città nella quale si sarebbero rifugiati) e dimenticando il finale - veramente assurdo - la storia non é male.

Tex ed il sosia di Carson (che fisicamente assomiglia al Burt Lancaster anziano) formano una discreta accoppiata e ci regalano parecchie scene d'azione.
Non ritengo una piccionata il tranello ai danni dei due nel finale; anzi, Tex riesce, senza aiuti, a porvi rimedio.
Certo, ci sono l'inizio e la fine di cui sopra, ma voglio soprassedere.....
Voto alla storia: 6,8
Voto ai disegni: 8,5

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  • 2 settimane dopo...

Al mio precedente commento  aggiungo una cosa: in questa storia  c' è  uno spiegazionismo pazzesco. Per spiegare un piano ci vogliono un sacco dj vignette ogni volta, e magari  poi lo ripetono.

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<span style="color:red;">26 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

Al mio precedente commento  aggiungo una cosa: in questa storia  c' è  uno spiegazionismo pazzesco. Per spiegare un piano ci vogliono un sacco dj vignette ogni volta, e magari  poi lo ripetono.

è  una caratteristica (voluta) del Tex di Nizzi

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  • 1 anno dopo...

Per la seconda volta consecutiva vediamo Tex agire in solitaria in una storia di Nizzi, e già questo fa notizia. O meglio, a dire il vero, il nostro ranger non sarà affiancato dai consueti pards, bensì da un ex sceriffo suo amico di vecchia data e tutto sommato anche questo può starci. Tuttavia ammetto che dalla data di uscita in edicola, non avevo più riletto la storia e oggi dopo averla rispolverata, ho capito il perché. I disegni di Civitelli meritano di essere ammirati e studiati, forse troppo puliti per l’ambientazione ma pur sempre eccezionali, ma la storiellina verbosa, alquanto lenta e dal soggetto insulso che ci venne propinata, proprio non riesce a incontrare il mio gradimento. La trama già parte con un vizio di fondo non indifferente: un uomo della risma dello sceriffo Daves è illogico che, dopo l’uccisione della moglie a opera dei banditi, attenda quindici anni per seguire la pista della doverosa vendetta. In primis dopo tutto questo tempo trovare utili tracce per l’individuazione dei killers è quasi paragonabile a ritrovare un bracciale perso anni prima in mare durante un bagno estivo, ma ancor più dura da accettare che lo sceriffo rinvii la sua ricerca solo per seguire il consiglio dell’amico sindaco che addita motivazioni deboli come la cura dei figli. Qualche sospettino non ti sorge? Siamo nel selvaggio west, non in Candy Candy! 😃 Tolta questa premessa, a me onestamente fa venire l’orticaria lo snodo narrativo dell’eremita stalliere che indirizza i nostri sulle giuste tracce dopo un’eternità di tempo. Il simpatico vecchietto è in grado di snocciolare nomi e indirizzo, meglio di così Tex non poteva aspettarsi. Va bene che la fortuna bacia gli audaci, ma il ranger con il “lato B” che si ritrova potrebbe benissimo giocare al superenalotto e sbancare il jackpot, altro che attingere l’oro dai Monti Navajos. 🤣 Nizzi in evidente difficoltà di montare una degna impalcatura di sceneggiatura, continua confusamente la narrazione con ulteriori passaggi poco convincenti, quali la scelta dei banditi di mettere radici a pochi passi dal luogo della rapina compiuta anni prima e l’ulteriore prezioso alleato, il giornalista della “Gazzette” che, neanche fosse un agente Pinkerton in incognito, scartabella una lunga pila d’informazioni sui malfattori che praticamente chiude di fatto l’indagine e conferma ai nostri i loro sospetti. Quindici anni di attesa risolti in poche “vignette”, non il massimo come pathos in un’avventura fumettistica. Da qui ha inizio una serie di agguati a catena e l’immancabile pistolero prezzolato assunto dal villain per sopprimere Tex. L’azione nel secondo albo non manca e tutto sommato Tex se la cava bene, mettendo in mostra tutta la sua abilità con le colt e contrappesando la mancanza di intuito d’indagine. Il ranger che Nizzi propone in storie simili pare uno di quei sbirri americani tutto muscoli e abilità con gli sputafuoco, ma poco acume investigativo e da sbirro tradizionale ragiona, visto che più di ottenere giustizia, si scervella nei cavilli legali di processi e testimonianze. Ci sta che non voglia fare giustizia sommaria sempre e comunque, ma a tratti sembra più Perry Mason che un ranger del Texas. La presenza di Charles Bronson sfregiato, ehm… il killer misterioso che agisce nell’ombra e praticamente compie lui la vendetta uccidendo i due banditi superstiti della rapina di Silver Bell, nell’intenzione dell’autore dovrebbe aggiungere un tocco di giallo alla vicenda ma l’arcano è molto telefonato, poiché è facile intuire quali mani tengono i fili. Anche qui Tex, nei panni di Gastone di dysneliana memoria, sbroglia la matassa grazie a una botta di fortuna. Sarà l’incontro fortuito con il governatore Anderson a fargli scoprire la macchinazione e con una facilità eccessiva riesce prima a stendere il killer professionista e poi ottenere la confessione del politico pentito delle sue malefatte. Sarò tacciato di pignoleria, ma anche la caratterizzazione di Anderson, secondo me, fa acqua da tutte le parti: già è poco plausibile che un aspirante scaldasedie si affidi a banditi comuni per spartire la refurtiva di una rapina in banca nel proprio paese e ancor meno il fatto che diventato un pezzo grosso non venga affatto ricattato da loro. Anche la sua amicizia con Daves è troppo controversa, se davvero la coscienza gli rimordeva tanto, perché ingaggiare un killer dopo quindici anni per salvarsi le spalle? Evidentemente l’egoismo prevale sui rimorsi e se è così, come mai arrendersi senza controbattere a Tex? In fondo il ranger senza confessione con quali prove avrebbe potuto portare in tribunale un politico altolocato? Mi spiace, ma se nelle altre storie almeno il mestiere di Nizzi aveva garantito un minimo di congruenza, stavolta la prova per me è insufficiente. Splendidi come al solito i disegni di Civitelli, ma tanto che ve lo ripeto a fare, è uno dei miei disegnatori preferiti. Piccolo appunto: come mai Anderson dopo quindici anni non ha mai cambiato giacca? Non credo che non avesse i soldi per acquistarla 😜😅. Il mio voto finale è 4

Modificato da Condor senza meta
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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Per la seconda volta consecutiva vediamo Tex agire in solitaria in una storia di Nizzi, e già questo fa notizia. O meglio, a dire il vero, il nostro ranger non sarà affiancato dai consueti pards, bensì da un ex sceriffo suo amico di vecchia data e tutto sommato anche questo può starci. Tuttavia ammetto che dalla data di uscita in edicola, non avevo più riletto la storia e oggi dopo averla rispolverata, ho capito il perché. I disegni di Civitelli meritano di essere ammirati e studiati, forse troppo puliti per l’ambientazione ma pur sempre eccezionali, ma la storiellina verbosa, alquanto lenta e dal soggetto insulso che ci venne propinata, proprio non riesce a incontrare il mio gradimento. La trama già parte con un vizio di fondo non indifferente: un uomo della risma dello sceriffo Daves è illogico che, dopo l’uccisione della moglie a opera dei banditi, attenda quindici anni per seguire la pista della doverosa vendetta. In primis dopo tutto questo tempo trovare utili tracce per l’individuazione dei killers è quasi paragonabile a ritrovare un bracciale perso anni prima in mare durante un bagno estivo, ma ancor più dura da accettare che lo sceriffo rinvii la sua ricerca solo per seguire il consiglio dell’amico sindaco che addita motivazioni deboli come la cura dei figli. Qualche sospettino non ti sorge? Siamo nel selvaggio west, non in Candy Candy! 😃 Tolta questa premessa, a me onestamente fa venire l’orticaria lo snodo narrativo dell’eremita stalliere che indirizza i nostri sulle giuste tracce dopo un’eternità di tempo. Il simpatico vecchietto è in grado di snocciolare nomi e indirizzo, meglio di così Tex non poteva aspettarsi. Va bene che la fortuna bacia gli audaci, ma il ranger con il “lato B” che si ritrova potrebbe benissimo giocare al superenalotto e sbancare il jackpot, altro che attingere l’oro dai Monti Navajos. 🤣 Nizzi in evidente difficoltà di montare una degna impalcatura di sceneggiatura, continua confusamente la narrazione con ulteriori passaggi poco convincenti, quali la scelta dei banditi di mettere radici a pochi passi dal luogo della rapina compiuta anni prima e l’ulteriore prezioso alleato, il giornalista della “Gazzette” che, neanche fosse un agente Pinkerton in incognito, scartabella una lunga pila d’informazioni sui malfattori che praticamente chiude di fatto l’indagine e conferma ai nostri i loro sospetti. Quindici anni di attesa risolti in poche “vignette”, non il massimo come pathos in un’avventura fumettistica. Da qui ha inizio una serie di agguati a catena e l’immancabile pistolero prezzolato assunto dal villain per sopprimere Tex. L’azione nel secondo albo non manca e tutto sommato Tex se la cava bene, mettendo in mostra tutta la sua abilità con le colt e contrappesando la mancanza di intuito d’indagine. Il ranger che Nizzi propone in storie simili pare uno di quei sbirri americani tutto muscoli e abilità con gli sputafuoco, ma poco acume investigativo e da sbirro tradizionale ragiona, visto che più di ottenere giustizia, si scervella nei cavilli legali di processi e testimonianze. Ci sta che non voglia fare giustizia sommaria sempre e comunque, ma a tratti sembra più Perry Mason che un ranger del Texas. La presenza di Charles Bronson sfregiato, ehm… il killer misterioso che agisce nell’ombra e praticamente compie lui la vendetta uccidendo i due banditi superstiti della rapina di Silver Bell, nell’intenzione dell’autore dovrebbe aggiungere un tocco di giallo alla vicenda ma l’arcano è molto telefonato, poiché è facile intuire quali mani tengono i fili. Anche qui Tex, nei panni di Gastone di dysneliana memoria, sbroglia la matassa grazie a una botta di fortuna. Sarà l’incontro fortuito con il governatore Anderson a fargli scoprire la macchinazione e con una facilità eccessiva riesce prima a stendere il killer professionista e poi ottenere la confessione del politico pentito delle sue malefatte. Sarò tacciato di pignoleria, ma anche la caratterizzazione di Anderson, secondo me, fa acqua da tutte le parti: già è poco plausibile che un aspirante scaldasedie si affidi a banditi comuni per spartire la refurtiva di una rapina in banca nel proprio paese e ancor meno il fatto che diventato un pezzo grosso non venga affatto ricattato da loro. Anche la sua amicizia con Daves è troppo controversa, se davvero la coscienza gli rimordeva tanto, perché ingaggiare un killer dopo quindici anni per salvarsi le spalle? Evidentemente l’egoismo prevale sui rimorsi e se è così, come mai arrendersi senza controbattere a Tex? In fondo il ranger senza confessione con quali prove avrebbe potuto portare in tribunale un politico altolocato? Mi spiace, ma se nelle altre storie almeno il mestiere di Nizzi aveva garantito un minimo di congruenza, stavolta la prova per me è insufficiente. Splendidi come al solito i disegni di Civitelli, ma tanto che ve lo ripeto a fare, è uno dei miei disegnatori preferiti. Piccolo appunto: come mai Anderson dopo quindici anni non ha mai cambiato giacca? Non credo che non avesse i soldi per acquistarla 😜😅. Il mio voto finale è 4

Quoto, una delle peggiori storie di Nizzi.

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  • 1 mese dopo...

Francamente, rileggendola, non capisco certi giudizi estremamente negativi su questa storia.

Certo, ci sono punti deboli. Innanzitutto il mandande dell'assassino è abbastanza prevedibile, a pelle il tipo non mi è piaciuto fin dalle prime vignette che lo riguardano, il fatto che blocchi sempre lo sceriffo nei suoi propositi è abbastanza indicativo in tal senso.

Poi Tex ha qualche imbeccata di troppo dopo 15 anni. E vabbè. Per il resto io trovo una storia più che discreta e un Tex in buona forma, in accoppiata con un alter-Carson di tutto rispetto. Un bel personaggio questo sceriffo in pensione, determinato e duro.

Tex e lo sceriffo vengono presi in un tranello? Ebbè? Non hanno colpe particolari. Poi Tex si rifà subito scappando dalla finestra e tornando a fare giustizia. Tex, quasi da solo, uccide la gran parte della banda e dei loro aiutanti, non dimentichiamolo.

Per me un buon Nizzi. La cosa che, alla fin fine, mi ha dato più fastidio, è l'eccessivo spiegazionismo, caratteristica quasi sempre presente in questo autore, d'altra parte.

Civitelli maestoso. Si tratta davvero di un maestro del disegno, e io, francamente, sono molto contento che lavori ancora oggi per Tex, è un grande onore.

 

Nizzi 7

Civitelli 9 (che je voi di?)

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  • Sceriffi
On 24/6/2020 at 14:44, valerio dice:

Francamente, rileggendola, non capisco certi giudizi estremamente negativi su questa storia.

 

Incuriosito da questo commento, sono andato a rileggermela.

Francamente, rileggendola, non capisco certi giudizi positivi su questa storia :lol:

 

Punti deboli? Qui la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti!

 

Mi approprio di alcuni passi del commento del Condor che mette in luce i buchi (voragini) della sceneggiatura nizziana;

 

On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

La trama già parte con un vizio di fondo non indifferente: un uomo della risma dello sceriffo Daves è illogico che, dopo l’uccisione della moglie a opera dei banditi, attenda quindici anni per seguire la pista della doverosa vendetta.

 

E vabè, pazienza; un punto di partenza ci vuole. Però, impostando così la storia, c'è subito un problema: cosa ci inventiamo per permettere a Tex di ritrovare una pista vecchia di quindici anni? Qui ci vuole un'idea! Ecco la soluzione:

 

On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

In primis dopo tutto questo tempo trovare utili tracce per l’individuazione dei killers è quasi paragonabile a ritrovare un bracciale perso anni prima in mare durante un bagno estivo [...] 

a me onestamente fa venire l’orticaria lo snodo narrativo dell’eremita stalliere che indirizza i nostri sulle giuste tracce dopo un’eternità di tempo. Il simpatico vecchietto è in grado di snocciolare nomi e indirizzo, meglio di così Tex non poteva aspettarsi.

 

:azz:

No comment. Ma andiamo avanti:

 

On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

Nizzi in evidente difficoltà di montare una degna impalcatura di sceneggiatura, continua confusamente la narrazione con ulteriori passaggi poco convincenti, quali la scelta dei banditi di mettere radici a pochi passi dal luogo della rapina compiuta anni prima e l’ulteriore prezioso alleato, il giornalista della “Gazzette” che, neanche fosse un agente Pinkerton in incognito, scartabella una lunga pila d’informazioni sui malfattori che praticamente chiude di fatto l’indagine e conferma ai nostri i loro sospetti. Quindici anni di attesa risolti in poche “vignette”, non il massimo come pathos in un’avventura fumettistica.

 

Aggiungo poi che è ridicola la paura dei "tre" della famigerata banda, che si mettono a organizzare i soliti agguati a ripetizione per mettere a tacere Tex ed il vecchio sceriffo. Che, ovviamente, non hanno uno straccio di prova contro di loro.

Il culmine delle assurdità, per me, arriva nel momento in cui Tex arresta lo sceriffo corrotto e l'ultimo sopravvissuto della banda, per portarli a processo. Ma come?!? Sulla base di cosa i due vengono arrestati, se non hanno in mano niente per incriminarli?!? In base a cosa dovrebbe essere processato il bandito, senza un solo testimone, una prova qualsiasi della sua colpevolezza sui fatti di 15 anni prima? Vabè, inutile porsi questi problemi: tanto lo facciamo fuori prima di arrivare al processo.

 

On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

La presenza di Charles Bronson sfregiato, ehm… il killer misterioso che agisce nell’ombra e praticamente compie lui la vendetta uccidendo i due banditi superstiti della rapina di Silver Bell, nell’intenzione dell’autore dovrebbe aggiungere un tocco di giallo alla vicenda ma l’arcano è molto telefonato, poiché è facile intuire quali mani tengono i fili.

 

Al di là del colpo di scena telefonato, le ultime pagine della sceneggiatura sono uno dei punti più ridicoli.

Tex se ne torna in città ed incontra, guarda un po', il governatore che se ne va a spasso per i boschi. Che c'è di male, si sarà fatto una cavalcata mattutina; invece no, è sospetto! Un governatore non fa cavalcate mattutine! Qui c'è puzza di bruciato! Non si sa come, Tex annusa che c'è qualcosa che non va e arriva ad assistere all'incontro tra il governatore e l'uomo dalla cicatrice. E dopo che il ranger fa fuori il killer, il governatore di sua iniziativa decide di raccontare tutto a Tex. Fino a due minuti prima non aveva avuto alcuno scrupolo a pagare un killer prezzolato per coprire le tracce; e ora crolla miseramente, di sua iniziativa racconta tutta la storia. :azz:

 

Peccato per i disegni di Civitelli, che avrebbero meritato ben altro.

 

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Si, non c'è dubbio che le cose che sottolinei siano vere, però la storia non mi è egualmente dispiaciuta. Diciamo che concordo con il commento del qui sopra Andrea 67, di cui ho letto ora la recensione.

In ogni caso, rileggendo tutto, sto notando che mi capita spesso di apprezzare storie un pò sbilenche, magari per simpatia con un personaggio, e invece magari non apprezzare alcuni capisaldi della serie.

Rileggere serve anche per confermare, ma soprattutto cambiare idee e percezioni.

 

Modificato da valerio
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