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[554/555] La Banda Dei Tre


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Questo era il periodo del mio odio per Nizzi... credo di non averla letta in diretta, ma molti anni dopo. Il fatto che non l'abbia nemmeno commentata la dice lunga su quanto mi sia piaciuta. Tra questa e i fratelli Donegan Nizzi ha raggiunto davvero il fondo. Mi chiedo: la pagnotta è importante e se non produci non mangi e anche Nizzi, uno spompato Nizzi, doveva pur mangiare. Ma possibile che uno scrittore del suo calibro non provasse vergogna a propinare simili cose a un pubblico che in fin dei conti lo stimava e gli era affezionato?

 

Che magari piace pure (vedi appunto Valerio). Il problema è che non sta proprio in piedi. Fossi stato il disegnatore mi sarei sentito offeso a dover faticare su una trama così poco degna.

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Just now, Leo dice:

Questo era il periodo del mio odio per Nizzi... credo di non averla letta in diretta, ma molti anni dopo. Il fatto che non l'abbia nemmeno commentata la dice lunga su quanto mi sia piaciuta. Tra questa e i fratelli Donegan Nizzi ha raggiunto davvero il fondo. Mi chiedo: la pagnotta è importante e se non produci non mangi e anche Nizzi, uno spompato Nizzi, doveva pur mangiare. Ma possibile che uno scrittore del suo calibro non provasse vergogna a propinare simili cose a un pubblico che in fin dei conti lo stimava e gli era affezionato?

 

Che magari piace pure (vedi appunto Valerio). Il problema è che non sta proprio in piedi. Fossi stato il disegnatore mi sarei sentito offeso a dover faticare su una trama così poco degna.

Aspetta, piace...

I Fratelli Donegan è una cagata pazzesca. La ritengo, forse, la cosa più brutta mai scritta su Tex prima di certe cose di Faraci.

Ma anche Le Foreste dell'Oregon, quella roba incommentabile che è il lungo viaggio e quella di cane giallo sono tra le cose peggiori mai scritte e pubblicate su Tex (e, quantomeno, Fort Sahara tra gli extra).

Ma questa in qualche modo mi è piaciuta abbastanza. Penso sia per via dello sceriffo Daves, figura che mi ha divertito.

 

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Just now, Leo dice:

Sì sì, io intendevo questa, che alla fine ti è piaciuta. 

Si. Bo, alla fine sono percorsi strani.

Come quelli che a te non fanno piacere Patagonia e a me non fanno fare i salti mortali Fuga da Anderville e gli invincibili.

Non so nemmeno come spiegare...a volte basta un personaggio che ti ha fatto sorridere oppure ti è rimasto antipatico per cambiare un giudizio, perchè ti sei divertito o meno.

Per me le storie di Nizzi che ho elencato sopra (e basta leggerne le mie recensioni per vedere svolazzare i 4 e 5) sono ben peggiori, ma probabilmente è proprio la presenza di Daves, che mi ha divertito, ad avermi fatto recensire la storia positivamente.

O forse sono i bellissimi disegni che mi hanno aiutato, non lo escludo:D

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

I Fratelli Donegan è una cagata pazzesca. La ritengo, forse, la cosa più brutta mai scritta su Tex prima di certe cose di Faraci.

 

Aspetta,certe storie di Faraci hanno magari il difetto di soggetti deboli ma con sceneggiature solide. Le storie di Nizzi del periodo post 500 avevano il difetto opposto: partivano spesso da soggetti potenzialmente interessanti che venivano puntualmente rovinati da una sceneggiatura che definire pessima è farle un complimento. Il punto più basso è stato "Oltre il fiume".

Quantoa "I fratelli Donegan", diciamo che se fosse stata volutamente scritta comu una storia umoristica poteva essere una discreta storia di Lucky Luke.

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<span style="color:red;">8 ore fa</span>, valerio dice:

Non so nemmeno come spiegare...a volte basta un personaggio che ti ha fatto sorridere oppure ti è rimasto antipatico per cambiare un giudizio, perchè ti sei divertito o meno.

 

Sì, è possibile: a me ad esempio "Morte nella nebbia" non è mai piaciuta anche perché uno dei presupposti per apprezzarla è provare empatia nei confronti di Bronco Lane... che a me sta invece profondamente antipatico. :D

Poi delle volte ci sono anche motivazioni estrinseche: "Soldi sporchi", nel mio caso, pur non essendo certo fra le peggiori storie di Nizzi, rappresenta la storia che mi fece aprire gli occhi sulla sciatteria nizziana di quel periodo. Già da qualche tempo non mi divertivo più come prima ("La banda dei tre" è proprio uno dei casi), ma con "Soldi sporchi" finalmente capii perché; e quindi per me quella storia risulta marchiata in maniera particolarmente infame.

"La banda dei tre" si salva, ahimé, solo per i meravigliosi disegni di Civitelli. Tex che rifiuta di slacciarsi il cinturone e si slancia fuori dalla finestra è, tra l'altro, una modifica richiesta da Civitelli: nella sceneggiatura originale Tex si arrendeva.

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  • 5 mesi dopo...

Storia piatta senza nessun sussulto. Si capisce fin da subito chi è il quarto uomo. Lo sceriffo al posto di Carson ed eccoti servita la solita pietanza. Due albi tirati via giusto a guadagnar la pagnotta. Come ha scritto qualcuno, la colpa non è tanto di Nizzi ma di chi doveva fermarlo prima, anche perché il sostituto lo aveva,  eccome. 

Nizzi 4 Civitelli super come sempre 9. Comunque il tutto: insufficiente. 

Modificato da Loriano Lorenzutti
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  • 11 mesi dopo...

Letta oggi questa storia: se questo è, come ha scritto qualcuno, il "fondo" toccato da Nizzi, sinceramente pensavo peggio, visti i giudizi così severi sul suo lungo periodo di crisi. 

Intendiamoci, la storia, a parte qualche aspetto (la figura del vecchio sceriffo, ad esempio, non mi è dispiaciuta) è in sé alquanto banale nel suo svolgimento, ma Nizzi la porta avanti con indubbio mestiere, sorretto, bisogna dirlo, dai magnifici disegni di un Civitelli in stato di grazia. Nulla mi memorabile, sicuramente, ma nemmeno una storia da stracciarsi le vesti per l'indignazione. È vero: il coinvolgimento di Anderson era "telefonatissimo" ed evidente fin dall'inizio. Ma era forse meno "telefonato" dell'identità segreta del Siats, di cui abbiamo letto nel recente "Il mostro del gran lago salato"? A mio avviso no, eppure per una storia che, onestamente, per mediocrità se la gioca, a mio avviso, con questa (e non è nemmeno sorretta dal "mestiere"), non ho letto tanti giudizi così "tranchant" sulla sceneggiatura (anzi, proprio sullo sceneggiatore). Insomma, mi sto facendo l'idea che, in quache modo, le storie peggio riuscite di Nizzi vengano giudicate da molti, quasi a priori, in maniera più severa rispetto alle storie meno riuscite di altri sceneggiatori, per alcuni dei quali sembra esserci invece addirittura un "pregiudizio positivo". Non entro maggiormente nel merito per non sollevare polemiche, anche perché, essendo stato lontano per decenni dal mondo di Tex, non mi sento legato a priori a questo o a quello sceneggiatore, se non, per ragioni "sentimentali" al grande GLB.  Mi ritengo insomma neutrale nel giudicare, non sentendomi parte di nessuna "tifoseria".  Poi,  chiaramente, ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze.

Certo è che Nizzi, tra tutti gli autori di Tex, mi sembra quello che maggiormente divide i giudizi tra estimatori e detrattori.

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8 hours ago, Jim Brandon said:

Insomma, mi sto facendo l'idea che, in quache modo, le storie peggio riuscite di Nizzi vengano giudicate da molti, quasi a priori, in maniera più severa rispetto alle storie meno riuscite di altri sceneggiatori,

 

COMPLODDO!!!

 

In realtà, siamo pagati dalla Casta@ (non Letizia, l'altra), per far fuori Nizzi e sostiituirlo con un sopravvalutato autore raccomandato dagli Illuminati di Baviera (borden scrive personaggi di stanza a Praga... coincidenze?)

 

Sicuramente è molto più verosimile della assurda possibilità che ci siano persone che abbiano gusti diversi da te, e che dopo vent'anni di ciofeche e di discorsi sui "detrattori" si siano un po' rotti le scatole...

 

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2 ore fa, Diablero dice:

 

COMPLODDO!!!

 

In realtà, siamo pagati dalla Casta@ (non Letizia, l'altra), per far fuori Nizzi e sostiituirlo con un sopravvalutato autore raccomandato dagli Illuminati di Baviera (borden scrive personaggi di stanza a Praga... coincidenze?)

 

Sicuramente è molto più verosimile della assurda possibilità che ci siano persone che abbiano gusti diversi da te, e che dopo vent'anni di ciofeche e di discorsi sui "detrattori" si siano un po' rotti le scatole...

 

Non a caso ho scritto nel mio intervento che "ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze." E ci mancherebbe.  Non per questo però non posso domandarmi quale vespaio si sarebbe alzato se Nizzi avesse scritto una storia come, chessò, "Il pistolero voodo". 

Che Nizzi sia un autore "divisivo", lungi dall'ipotizzare complotti di sorta, mi pare un fatto, constatabile leggendo i vari thread. Forse  il motivo è che, avendo rappresentato per lungo tempo l'autore principale (e, per un periodo, pressoché unico) della testata, l'aspettativa sulle sue storie è sempre stata conseguentemente alta. Personalmente, se mi limitassi a liquidare, ad esempio, "Netdahe!" come un polpettone confuso, noioso e indigesto (ad arrivare a parlare di "ciofeche" proprio non riuscirei), mi sentirei però quantomeno ingeneroso nei confronti di un autore che, accanto a storie che possono essere meno riuscite (come è normale capitino a tutti), ne ha scritte altre che per me sono dei veri e propri capisaldi della storia texiana e che costituiscono, in questo senso, dei "capolavori". Io credo che ne abbia scritti anche Nizzi.

Per concludere e tornare in topic, questa è per me una storia sicuramente in tono minore (molto aiutata dai disegni di Civitelli), ma non una "ciofeca". Sono curioso, a questo punto di leggere alla prima occasione "I fratelli Donegan", che costituisce, a detta di molti, l'apoteosi della "ciofeca nizziana".

 

Modificato da Jim Brandon
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Jim Brandon dice:

Non a caso ho scritto nel mio intervento che "ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze." E ci mancherebbe.  Non per questo però non posso domandarmi quale vespaio si sarebbe alzato se Nizzi avesse scritto una storia come, chessò, "Il pistolero voodo". 

Che Nizzi sia un autore "divisivo", lungi dall'ipotizzare complotti di sorta, mi pare un fatto, constatabile leggendo i vari thread. Forse  il motivo è che, avendo rappresentato per lungo tempo l'autore principale (e, per un periodo, pressoché unico) della testata, l'aspettativa sulle sue storie è sempre stata conseguentemente alta. Personalmente, se mi limitassi a liquidare, ad esempio, "Netdahe!" come un polpettone confuso, noioso e indigesto (ad arrivare a parlare di "ciofeche" proprio non riuscirei), mi sentirei però quantomeno ingeneroso nei confronti di un autore che, accanto a storie che possono essere meno riuscite (come è normale capitino a tutti), ne ha scritte altre che per me sono dei veri e propri capisaldi della storia texiana e che costituiscono, in questo senso, dei "capolavori". Io credo che ne abbia scritti anche Nizzi.

Per concludere e tornare in topic, questa è per me una storia sicuramente in tono minore (molto aiutata dai disegni di Civitelli), ma non una "ciofeca". Sono curioso, a questo punto di leggere alla prima occasione "I fratelli Donegan", che costituisce, a detta di molti, l'apoteosi della "ciofeca nizziana".

 

No, questa non è affatto la peggiore. Il peggio è i fratelli Donegan e quella di Cane Giallo con l'urlo che uccide. Anzi, direi che quest'ultima è imbattibile. Anche il Maxi Fort Sahara è più o meno su questi livelli.

Concordo sul fatto che si è visto anche di peggio, forse, recentemente, senza suscitare scandali. E mi riferisco in particolare a Pistolero Voodoo, davvero una cosa Topolinesca, per mio conto del tutto impubblicabile, ma anche quella di Ruju con i cinesi di un paio di anni fa sta su questi livelli.

Quelle di Boselli tipo Nethade o la recente Montoya non meritano la medesima damnatio memoriae, perchè sono si, pesanti come un macigno, noiose, farraginose. Però almeno Tex non viene trattato come un inetto.

Il punto più basso di Borden, semmai, è Alaska. Mai riuscito ad arrivare nemmeno a metà albo, e ci ho provato 3 volte.

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  • 1 anno dopo...
Il 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

Per la seconda volta consecutiva vediamo Tex agire in solitaria in una storia di Nizzi, e già questo fa notizia. O meglio, a dire il vero, il nostro ranger non sarà affiancato dai consueti pards, bensì da un ex sceriffo suo amico di vecchia data e tutto sommato anche questo può starci. Tuttavia ammetto che dalla data di uscita in edicola, non avevo più riletto la storia e oggi dopo averla rispolverata, ho capito il perché. I disegni di Civitelli meritano di essere ammirati e studiati, forse troppo puliti per l’ambientazione ma pur sempre eccezionali, ma la storiellina verbosa, alquanto lenta e dal soggetto insulso che ci venne propinata, proprio non riesce a incontrare il mio gradimento. La trama già parte con un vizio di fondo non indifferente: un uomo della risma dello sceriffo Daves è illogico che, dopo l’uccisione della moglie a opera dei banditi, attenda quindici anni per seguire la pista della doverosa vendetta. In primis dopo tutto questo tempo trovare utili tracce per l’individuazione dei killers è quasi paragonabile a ritrovare un bracciale perso anni prima in mare durante un bagno estivo, ma ancor più dura da accettare che lo sceriffo rinvii la sua ricerca solo per seguire il consiglio dell’amico sindaco che addita motivazioni deboli come la cura dei figli. Qualche sospettino non ti sorge? Siamo nel selvaggio west, non in Candy Candy! 😃 Tolta questa premessa, a me onestamente fa venire l’orticaria lo snodo narrativo dell’eremita stalliere che indirizza i nostri sulle giuste tracce dopo un’eternità di tempo. Il simpatico vecchietto è in grado di snocciolare nomi e indirizzo, meglio di così Tex non poteva aspettarsi. Va bene che la fortuna bacia gli audaci, ma il ranger con il “lato B” che si ritrova potrebbe benissimo giocare al superenalotto e sbancare il jackpot, altro che attingere l’oro dai Monti Navajos. 🤣 Nizzi in evidente difficoltà di montare una degna impalcatura di sceneggiatura, continua confusamente la narrazione con ulteriori passaggi poco convincenti, quali la scelta dei banditi di mettere radici a pochi passi dal luogo della rapina compiuta anni prima e l’ulteriore prezioso alleato, il giornalista della “Gazzette” che, neanche fosse un agente Pinkerton in incognito, scartabella una lunga pila d’informazioni sui malfattori che praticamente chiude di fatto l’indagine e conferma ai nostri i loro sospetti. Quindici anni di attesa risolti in poche “vignette”, non il massimo come pathos in un’avventura fumettistica. Da qui ha inizio una serie di agguati a catena e l’immancabile pistolero prezzolato assunto dal villain per sopprimere Tex. L’azione nel secondo albo non manca e tutto sommato Tex se la cava bene, mettendo in mostra tutta la sua abilità con le colt e contrappesando la mancanza di intuito d’indagine. Il ranger che Nizzi propone in storie simili pare uno di quei sbirri americani tutto muscoli e abilità con gli sputafuoco, ma poco acume investigativo e da sbirro tradizionale ragiona, visto che più di ottenere giustizia, si scervella nei cavilli legali di processi e testimonianze. Ci sta che non voglia fare giustizia sommaria sempre e comunque, ma a tratti sembra più Perry Mason che un ranger del Texas. La presenza di Charles Bronson sfregiato, ehm… il killer misterioso che agisce nell’ombra e praticamente compie lui la vendetta uccidendo i due banditi superstiti della rapina di Silver Bell, nell’intenzione dell’autore dovrebbe aggiungere un tocco di giallo alla vicenda ma l’arcano è molto telefonato, poiché è facile intuire quali mani tengono i fili. Anche qui Tex, nei panni di Gastone di dysneliana memoria, sbroglia la matassa grazie a una botta di fortuna. Sarà l’incontro fortuito con il governatore Anderson a fargli scoprire la macchinazione e con una facilità eccessiva riesce prima a stendere il killer professionista e poi ottenere la confessione del politico pentito delle sue malefatte. Sarò tacciato di pignoleria, ma anche la caratterizzazione di Anderson, secondo me, fa acqua da tutte le parti: già è poco plausibile che un aspirante scaldasedie si affidi a banditi comuni per spartire la refurtiva di una rapina in banca nel proprio paese e ancor meno il fatto che diventato un pezzo grosso non venga affatto ricattato da loro. Anche la sua amicizia con Daves è troppo controversa, se davvero la coscienza gli rimordeva tanto, perché ingaggiare un killer dopo quindici anni per salvarsi le spalle? Evidentemente l’egoismo prevale sui rimorsi e se è così, come mai arrendersi senza controbattere a Tex? In fondo il ranger senza confessione con quali prove avrebbe potuto portare in tribunale un politico altolocato? Mi spiace, ma se nelle altre storie almeno il mestiere di Nizzi aveva garantito un minimo di congruenza, stavolta la prova per me è insufficiente. Splendidi come al solito i disegni di Civitelli, ma tanto che ve lo ripeto a fare, è uno dei miei disegnatori preferiti. Piccolo appunto: come mai Anderson dopo quindici anni non ha mai cambiato giacca? Non credo che non avesse i soldi per acquistarla 😜😅. Il mio voto finale è 4

Quoto un po' tutto, soprattutto il fatto che abbiano una fortuna esageratamente a fagiolo nell'apprendere tutte quelle informazioni. È una storia telefonata, stereotipata, (meno male almeno che ci sono delle battute ogni tanto a strappare qualche sorriso). Ma, per il resto, non suggestiona per nulla e anche lo sfociare finale del rimorso del governatore in una confessione orale sembra davvero telefonatissimo appunto. Inoltre, devo concordare con veemenza su come Daves non si sia messo sulle tracce degli assassini subito facendosi incredibilmente convincere dall'amico, ( è vero, sembra proprio candy candy o la sagra dei tarallucci e del vino, oppure la sagra del pesce in famiglia: tipo arrivava uno dei due figli mentre Elmer era indeciso tra l'andare a caccia degli assassini o meno e diceva: "papà, andiamo a cucinare il pesce?". E Elmer: "Sì, tanto tu e tuo fratello venite prima di ogni cosa per me :laughing::craniate:). Quindi la cosa più irritante è che ogni espediente - praticamente non se ne salva nessuno - sia fatto a fagiolo con estrema disinvoltura. Voto 5– 

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