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TWF - Tex Willer Forum

[58] Corsa Alla Morte


Pedro Galindez
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Voto alla storia  

14 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura : Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Agosto 1965
Inizia nel numero 58 a pag. 13 e finisce nello stesso numero a pag. 109


Tex e Carson giungono a Laredo: la città è caduta nelle insaziabili fauci di una cricca di falsari capeggiata dall'arrogante Ben Kennet! Lo spaccio di dollari contraffatti viene stroncato.

Copyright Sergio Bonelli Editore

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  • 1 mese dopo...
Guest Wasted Years

Signori, questa storia mi è sembrata un piccola perla nascosta tra altre storie più famose.

C'è molta azione e dei passaggi ironici molto divertenti, c'è una trama Bonelliana che, nonostante la brevit? del tutto, si consuma con i giusti tempi, e c'è un finale intenso e drammatico (anche se un po' rapido).

Devo dire sinceramente, mi è molto piaciuto rileggerla, anche se ricordavo che la storia fosse niente male.

Non so attribuire un preciso voto, anche perchè bisogna tenere conto di molti fattori, ma mi sbilancerei a dire che almeno un 7,5/8 sarebbe supermeritato.


Vorrei postare una scena:

Immagine postata

Tex e gli ambasciatori :P :P :P

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  • 5 mesi dopo...
  • Rangers

Piccola perla davvero, questa storia. Interessante il tema proposto da Bonelli, un traffico di dollari falsificati. Tex e Carson giungono a Laredo dopo che il comando è entrato in possesso di quei dollari, falsificati a regola d'arte, ma su ogni dollaro è stampata un'indicazione, che porta al covo dei delinquenti. Bella la figura di Vernon, ricattato dagli uomini di Kennet e quindi costretto a prestare la sua esperienza nella falsificazione. Purtroppo ad un passo dalla libertà, proprio quando Tex e Carson fanno irruzione alla villa, viene ferito a morte da uno dei banditi. Una buona storia dunque, in cui non mancano i già citati passaggi ironici e sparatorie. Tra le tavole ironiche, aggiungo anche quella a pagina 29-30, quando i nostri liberano il portiere, reduce da una lezione marchio Tex Willer, con il classico fiammifero sulle dita, per estorcergli una confessione. Il portiere liberato, fugge senza una scarpa, che gli viene sparata in testa da Carson. :trapper: I nostri si comportano davvero alla grande!!! :trapper: Direi che come voto siamo sull'8, buonissimi ancora i disegni di Galep. Curiosità: Avendo una ristampa del Dicembre 1968, ho notato che la striscia che da il nome all'albo, invece di chiamarsi Corsa Alla Morte (come del resto riportato sull'indice) si chiama La Corsa con la Morte, qualcuno sa perchè?

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  • 2 anni dopo...
  • Collaboratori

L'ho riletta ieri ed era dalla fine degli anni ottanta, quando la lessi la prima volta, che non lo facevo. Della storia ne avevo un appannato ricordo e un ricordo ancora meno vivido del piacere che ne avevo tratto, anzi fino a ieri avrei giurato tutto il contrario. Era uno degli albi che quando ero ragazzo mancavano nella collezione, l'avevo letta quindi nella ristampa TuttoTex. Quello che piacevolemente mi affascina in questi giorni in cui ho ripreso a leggere questi primi numeri sono le vignettone giganti degli originali, incomprensibilmente ridotte nelle ristampe successive: è un piacere per gli occhi potersi gustare questo Galep probabilmente all'apice della forma. Per venire alla storia, dicevo, questa volta l'ho trovata solida, ben squadrata, con la voglia di leggerla che cresceva con l'andare delle pagine. Un difetto ce l'ha comunque e non è tanto il finale tirato via a cui accennava giustamente Wasted Years, quando lo spazio dedicato alle figure degli antagonisti Fred e Kenneth che non hanno quasi peso. Fa miglior figura di loro il di per se insignificante Bat Monky. Stesso destino per il falsario Vernon che fa una rapida comparsata nel finale prima di morire accoltellato. Bel personaggio è invece il sicario Warton, soprattutto per la caratterizzazione inquietante che stavolta ne dà Galep: nella pagina in cui è sul punto di saldare il conto a Tex, sappiamo che ci sarà l'inevitabile, provvidenziale intervento di Carson, ma non riusciamo a staccare gli occhi dalle pagine per la trepidazione! Il numero di situazioni in cui i pards sfiorano la morte in quest'albo è incredibile! Se escludiamo comunque questi difetti e ci lasciamo trascinare dal piacere della lettura, emergerà con vigore la potenza della scrittura di Bonelli, la forza delle parole e dei dialoghi, la capacità di creare un'azione sempre serrata come quando i nostri fanno decine di vittime durante l'assedio al saloon e ne escono illesi senza che in queste tavole niente suoni stonato. Nizzi, com'era suo solito negli anni ottanta di riprendere vecchi "plot" bonelliani, riprenderà il tema nell'ultima storia illustrata da Della Monica, che si lascia ricordare oggi molto per quei disegni privi di personalità e abbastanza contestati. La storia di Nizzi come questa di Bonelli, appare nella sua brevità, ma tutto sommato anche nelle sue intenzioni, un semplice riempitivo. L'intuizione iniziale della - matrice rubata - è sicuramente oggi più interessante del jamesbondiano espediente inscenato da Bonelli, che doveva aver guardato ai racconti spionistici di Ian Fleming e soprattutto al primo film "Licenza di uccidere" nelle sale nel 1962, guarda caso giusto un anno prima della pubblicazione delle strisce di "Corsa alla morte". Il dato di partenza della storia di G. L. Bonelli, i dollari falsificati, ma con il puntino e la minuscola incisione delle parole del messaggio, infatti sembra troppo ingenuo letto oggi perchè è evidente che la banda non poteva non accorgersene ad un attento esame delle banconote. Il titolo dell'albo, infine, sarebbe stato più adatto se si fosse conservato quello delle strisce, che come ricordato da Sam Stone è "Corsa con la morte". Il motivo del cambiamento è oscuro, ma sicuramente poco appropriato, soprattutto se consideriamo quelli più indicativi di altre strisce, come "Sangue su Laredo", "Il messaggio misterioso" oppure "Il covo sl fiume".

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  • 1 anno dopo...

Storia avvincente con un espediente molto originale come quello degli indizi incisi da Vernon sulle matrici dei dollari falsi. Molti personaggi ben caratterizzati con la pecca dei cattivi di turno che invece appaiono defilati, non avviene infatti l'incontro da Kennet e Tex che pure era stato auspicato dal primo nel suo appartamento di Laredo.

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  • 2 anni dopo...
  • Sceriffi

Storia breve e piacevole questa che si sviluppa senza un attimo di respiro con una sparatoria dietro l'altra. GLB sceglie come scenario la città di Laredo, sulla sponda texana del Rio Grande, per mettere in scena un traffico di dollari falsi (idea che sarà ripresa da Nizzi molti anni dopo nella storia "Oltre la frontiera"). Curiosa (ed un po' ingenua) la strategia con cui il malcapitato falsario Vernon - personaggio che poteva essere sviluppato un po' di più - riesce a far pervenire la sua richiesta di aiuto attraverso i dollari segnati, un espediente che da piccolo mi aveva entusiasmato e che oggi leggo ancora con grande simpatia, nonostante la sua ingenuità.

GLB passa da episodi divertenti - l'interrogatorio al portiere dell'albergo, con tanto di fiammifero tra le dita dei piedi - a momenti più tesi, come quello in cui il sicario Warton arriva ad un passo dal far fuori il nostro ranger (forse il momento più riuscito dell'intera storia).

 

Riporto anch'io uno dei tanti dialoghi divertenti di GLB tra Tex e Carson, in fuga da Laredo:

- ...ed è per questo che stiamo fuggendo come topi alla vista di un gatto?

- Questa non è una fuga, Kit. Solo una ritirata strategica.

- Strano! Se il mio cavallo potesse parlare, ti direbbe che stiamo scappando a rotta di collo.

- E tu daresti ascolto ad un cavallo?

:D

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