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TWF - Tex Willer Forum

[04/05] La Banda Del Rosso


Pedro Galindez
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Voto alla storia  

17 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: A. Galleppini
Periodicità irregolare: Aprile 1959 - Giugno 1959
Inizia nel numero 4 a pag. 56 e finisce nel numero 5 a pag. 56

Tex non fa in tempo a sgominare la banda del Rosso, un meticcio che terrorizza gli allevatori al soldo del farabutto Giudice Bess, che spunta all'orizzonte la minaccia di Mister X e dei trafficanti d'oppio di Wang-Ho?
Chi è il fantomatico Mister X? Cosa lega l'invalido mister Stern alla Setta del Drago di Wang-Ho? Per rispondere a queste domande, Tex si mette sulla pista del Giudice Bess, coinvolgendo anche Carson nella lotta contro i trafficanti d'oppio venuti dall'Oriente.



? Sergio Bonelli Editore

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  • 6 mesi dopo...

commento che può contenere SPOILER"la banda del rosso":storia classica ma godibillissima su tutti i punti di vista.. con tex impegnato a dare una mano al malcapitato di turno, l'allevatore stanfield, preso di mira dai soliti prepotenti di turno tra cui il giudice bess, deciso ad eliminarlo e ad impossesarsi anche dei beni della bella nipote di cui lui e amministratore, chiedendo aiuto al rosso e alla sua banda.. la storia si svolge in maniera molto lineare e tranquilla io la reputo una buonissima storia nonostante non abbia grossi colpi di scena.(bella la scena in cui tex, creduto morto, compare al ranch di stanton e viene scambiato per un fantasma dal servo nero..!!)voto 6 su 10"il sindacato dell'oppio":storia che si intreccia a metà con quella precedente in cui compaiono, kit carson e il capo dei rangers marshall. io reputo la trama ben fatta e non solo per il fatto che segna l'esordio dei cinesi, e le loro sette segrete, negli albi di tex.. ma anche per la scelta del cattivo, mister x un individuo che nasconde le sue malefatte su una sedia a rotelle. voto 7 su 10

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  • 2 anni dopo...

Appena tornato negli USA Tex si ritrova subito in mezzo ai guai. Questa volta deve aiutare una coppia di anziani allevatori a resistere alle angherie di una banda guidata da uno spietato meticcio noto solo come Il Rosso, che vuole costringere a vendere il loro ranch. Tex non perde tempo a schierarsi dalla loro parte ed ad inaugurare un cimitero privato tutto per gli sgherri del Rosso. :colt:

 

Il primo confronto tra i due sarà decisamente duro. Il Rosso (il suo vero nome non lo sapremo mai) si rivela crudele, spietato e sleale, un avversario da cui Tex deve guardarsi bene. Se ne accorgerà a sue spese quando, catturato, sarà prima torturato ed infine gettato in pasto alle formiche. Salvatosi per puro miracolo Tex non tarderà a prendersi la giusta vendetta ed ad amministrare la giustizia nel suo personalissimo modo. Tutto semplice, tutto lineare, quindi? Si e no. A tirare le fila è l'ambiguo Giudice Bess, che timoroso che quando la nipote, figlia del suo defunto fratello, avrà raggiunto l'età per entrare in possesso del patrimonio di cui lui è amministratore scopra gli ammanchi da lui fatti per finanziare i suoi vizietti privati. Bel tipo questo giudice, che non esita a pianificare l'assassinio della nipote quando i suoi altri piani rischiano di fallire. Ma c'è ancora di più, perchè tra i vizi del Giudice c'è anche l'oppio e la sua associazione con un'organizzazione che si occupa di smerciarlo nel sud ovest degli Stati Uniti. A questo punto ecco entrare in gioco un sinistro individuo ed una setta segreta di cinesi, tanto per divertirci. Da segnalare:

 

1) Tex viene torturato dal Rosso, spedito in pasto alle formiche, cade in un fiume e gli basta solo un sigaro per rimettersi a nuovo. Perfino il dottore non riesce a crederci.

 

2)Tanto per non farsi mancare nulla Tex viene catturato e torturato anche dai cinesi del sinistro Wang.

 

3) Tex catturato per ben due volte? Ebbene si, e allora? Tex non è infallibile e talvolta gli capita di farsi sorprendere. L'importante è quello che accade dopo. E qui Tex si comporta magnificamente. Piccolo colpo di sceneggiatura il fatto che Tex, pur sospettoso, si lasci sorprendere da Sterns perchè ha comunque il dubbio che sia davvero un paralitico. Ogni tanto anche Tex abbassa la guardia, ma questo non vuol dire necessariamente che faccia una figura da piccione.

 

4) Abbiamo qui una delle migliori sequenze letterarie di G. L. Bonelli e precisamente quella in cui Tex con un coltello nella spalala, incurante della ferita e del sangue che perde, percorre la strada sino all'ufficio dello sceriffo. La didascalia d'accompagnamento è una delle cose più intense che il creatore di Tex abbia mai scritto. :inch:

 

5) Riappare Kit Carson e da qui in avanti diventa il compagno d'avventure per eccellenza di Tex. Non solo: qui appare in quello che, colore dei capelli a parte, diventerà il suo look definitivo, anche se non mancheranno variazioni temporanee.

 

6) Tex viene riammesso nei Rangers da Marshall in persona, che si scusa per aver dubitato di lui. Da ora in avanti il fatto che è un Ranger diventa di pubblico dominio e cade la sua copertura di fuorilegge.

 

7) Tom Weber, lo sceriffo di Maricopa, è il fratello del defunto Jeff, il ranger ucciso fuori scena dalla banda di Bud Lowett, che convinse Tex a diventare un uomo di legge. Nella storia appare anche il di lui figlio Jack (che il letterista nell'edizione originale ogni tanto scrive Yack). Il ragazzino oggi deve essere un uomo vicino ai 30 anni. Magari lui ed il padre potrebbero tornare in qualche storia.

 

8) In questa storia appare per la prima volta come avversario una setta segreta cinese. GLB è evidentemente influenzato dai romanzi e film sul cosiddetto pericolo giallo ed in particolare da quelli con protagonista il diabolico Dr. Fu Manchu. Le sette cinesi saranno il nemico principale o secondario in almeno altre 4 storie scritte da Bonelli.

 

9) Reparto incongruenze: all'epoca di Tex il commercio ed il consumo dell'oppio erano legali. In tutti gli Stati Uniti. Solo la California, Nel 1875, passè una legge per proibire le fumerie d'oppio e nel 1883 fu approvata una legge federale per tassare l'importazione di oppio da un minimo di 6 ad un massimo di 300 dollari la libbra (un modo surrettizio per scoraggiare la suddetta importazione). Non si vede quale reato avrebbero commesso, quindi, Sterns ed i suoi tranne quello di contrabbando. Ma come dico sempre non siamo troppo fiscali. :colt:

 

10) Nell'edizione originale di questa storia i neri parlavano con la "B" al posto della "P", e la "Z" al posto della "S" mentre i cinesi parlavano quasi tutti usando la L al posto della R. Nelle ristampe recenti la cosa è stata corretta. Devo dire che, non ponendosi come ristampe filologiche non ho avuto obiezioni di sorta. Quanto al trattamento dei personaggi di colore e cinesi in questa storia, posso solo dire che G. L. Bonelli era figlio del suo tempo, con tutti i limiti che questo comportava. Non ritengo che ci fossero intenti razzisti in lui. In seguito il suo trattamento dei pochi comprimari di colore sarebbe stato di ben altro spessore.

 

11) Ultima notazione: c'è chi avrebbe proposto di suddividere questa storia in due, separando la parte a Maricopa da quella con il Rosso. Per me si tratta di un'unica storia, invece. Come sempre, buona prova del duo Galep & Mario Uggeri alle matite. Giudizio sintetico: una delle migliori storie del periodo. La rileggo sempre con molto piacere.

  • +1 1
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  • 4 anni dopo...

bella. Peccato che Muzzi non abbia avuto occasioni per disegnare da solo una storia di Tex, mi sembra che in questo caso il volto del ranger non sia venuto male. Anzi.

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  • 1 anno dopo...

Concordo con Carlo sulla unicità della storia che inizia con il rosso e finisce a Maricopa. Mi chiedo però com'è che la Bisca di Hackett sia diventata la bisca di Dermott.

 

In origine era La bisca di Hackett, prima striscia delle Seconda serie.
Perchè poi sia diventata di Dermott, apparentemente solo un tirapiedi, è un mistero, a meno che Dermott stesso prima si chiamasse Hackett, anche se resterebbe l'incongruenza di pag.22 della striscia 59 Il sindacato dell'oppio, dove Dermott al cospetto del misterioso uomo con la barba (Stern) viene invitato a recarsi nella bisca di Demott (Hackett originariamente). :roll:

 

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  • 3 anni dopo...

Archiviata l’epica trasferta sotto il sole messicano, il giovane Tex torna a battere le polverose piste degli States, vivendo un’avventura suddivisa in due tronconi, ma che conserva un buon livello narrativo in entrambi le parti. Il soggetto che dà vita alla prima sessione è molto classico e vede l’ennesimo ranchero gentiluomo, vessato dai prepotenti di turno per indurlo a cedere la propria proprietà. L’onesto allevatore risponde al nome di Stanfield, mentre dietro i piani criminosi si cela l’infido giudice Bess, che servendosi del Rosso, un bandito mezzosangue spietato e senza onore, conta di estendere i suoi beni ai danni dell’ex commerciante. Dopo un’iniziale incomprensione con Stanfield, Tex decide di aiutarlo e fattosi soprastante del ranch, dichiara guerra al villain. La storia procede spedita, senza intoppi ne grandi picchi. Tex se la vede brutta quando cade nelle mani del Rosso, che vorrebbe condannarlo a fare cibo per le formiche rosse, ma se la cava egregiamente e riesce a sbaragliare la banda dei banditi e prendere di mira Bess. Bonelli a questo punto, invece di chiudere la prova, rilancia e arricchisce la sceneggiatura con uno sviluppo inatteso, ma molto ben studiato. Scopriamo che Bess, tutore dei beni della nipote, vuole coprire le sue malefatte economiche dovute a vizi vari, come il gioco d’azzardo e l’oppio. Pur di garantire i suoi privilegi, è disposto a ordinare l’uccisione della bella nipote, ma fortunatamente Tex è vigile e scongiura una simile vigliaccata. Spariranno ben presto dalla storia il Rosso, Bess, il simpatico medico che parteggia per il nostro eroe, Stanfield e la nipote del giudice, in compenso con l’arrivo a Maricopa si alza il sipario sul secondo atto e faranno capolino sul “palco”, sia Carson e Marshal e il famigerato sindacato dell’oppio agli ordini di Wang-ho e il misterioso Mister X. L’episodio viene alimentato da nuova linfa e introduce per la prima volta nella serie, una setta segreta cinese che darà tanto filo da torcere al deciso Tex. Risalendo le tracce del contrabbando d’oppio, il giovane ranger (proprio in queste pagine verrà definitivamente riaccolto nel corpo investigativo) entrerà in rotta di collisione con l’organizzazione criminale e le scintille non mancheranno. Proprio la varietà di spunti che Bonelli mette sul piatto durante i primi anni, costituisce un punto notevole nel successo del personaggio. I suoi spunti attirano interesse e se Tex è sopravvissuto in edicola rispetto ad altri “colleghi di carta” un motivo ci sarà. Inoltre, l’indimenticato autore, oltre alla consueta vivacità dei dialoghi e sconfinata fantasia, sfodera a tratti didascalie che rasentano il poetico; provare per credere: “Ma Tex dovrà presto pagare lo sforzo di volontà di cui ha dato prova. Di via in via, nella notte appena rischiarata da pochi fanali, il coraggioso fuorilegge avanza, lasciando dietro di sé una traccia sanguinosa. L’uomo della tempra d’acciaio cammina con passo fermo nell’ombra della notte, e la sua sagoma nera sembra un minaccioso fantasma pronto a ghermire in una tragica morsa chiunque attraversi la strada”

Tornando alla narrazione, da notare come Il finto paralitico Stern, si prenderà il lusso di infinocchiare banalmente l’avversario (una scena che pare suggerita da Nolitta a dire il vero :D). Tex cadrà così nelle mani della setta e si beccherà gli ennesimi tagli sulla pelle, appeso come un salame negli angusti sotterranei.

Trovo un po’ al limite l’escamotage delle fiamme che bruciano la corda nel concitato finale, tuttavia l’epilogo è adrenalinico e seppur rapidamente, la resa dei conti chiude di fatto la battaglia. Tralascerò stavolta il giudizio sulla prova grafica di Galep, visto che si assesta nella media di quel periodo e mi ritroverei costretto a ripetere sempre gli stessi commenti, invece mi soffermerò su alcune curiosità riscontrate durante la rilettura del piacevole episodio.

In primis facciamo la conoscenza con lo sceriffo Weber che scopriamo essere il fratello di Jeff, il simpatico ranger che ha spinto il nostro eroe a fare la conoscenza di Mr Marshal e di fatto, contribuito a farlo entrare nel corpo segreto.

Curiosa e simpatica la scenetta che vedrà protagonista il giovanissimo figlio dello sceriffo. Il ragazzino, galvanizzato dalla stretta di mano del suo beniamino in camicia gialla, dona una prova della sua abilità sferrando un potentissimo pugno a un malcapitato gatto che lo aveva fatto incespicare. Pare che Bonelli non amasse in particolar modo i felini e può darsi che questa scena servisse anche a evidenziarlo, oltre a fornire una lieve parentesi ironica per spezzare il ritmo narrativo. Che l’autore stesse prendendo gusto a inserire alcuni siparietti comici nelle sue avventure, è testimoniato pure dalla spassosa scena del servitore di colore di Stanfield che si infila sotto il tavolo scambiando Tex per un fantasma o dalla presenza della tata di Dory che attorno al tavolo della colazione, narra con molta enfasi i bam bam delle pistole del texano impavido. Il medico che esclama “Per tutte le siringhe dell’universo” meriterebbe menzione nel topic da me creato, inerente le espressioni più buffe del gergo texiano, così come è raro vedere Tex fumare un sigaro (rigorosamente profumato però) o incappare in una striscia dalla gabbia atipica come la numero 8 dell’albetto “Il volo dell’abisso” con la vignetta centrale a forma di rombo. Evidentemente Galep, anche se pressato dai tempi stretti, non disdegnava di escogitare qualche innovazione stilistica e d’impostazione. Scopriamo altresì che la taglia su Tex è raddoppiata nel frattempo e che il nostro “don giovanni” sa ben usare il suo fascino per sciogliere la lingua a una avvenente ballerina di saloon. “Per chi mi hai preso, Fatina? Pago sempre io… Toh! E tieni il resto!” Dirà con viso sornione, accarezzando sensualmente il mento della giovane bionda. Altro che eroe tutto d’un pezzo nei confronti del gentil sesso! :D Chiudo citando i baloon con ideogrammi cinesi che hanno tutta l’aria di essere inventati di par paro, con tanto di cancelletti e lettere disseminate in mezzo a simboli che definire pittoreschi è riduttivo, e l’anacronismo del telefono usato dal barbiere orientale durante lo sviluppo della trama. Essendo l’invenzione dell’apparecchio per comunicazione databile all’incirca nel 1870, non si capisce come più di vent’anni prima i cinesi possano averlo nel west; evidentemente Meucci copiò il brevetto della banda! :P:D Topiche simili ce ne saranno altre nel proseguo della saga, ma più volte abbiamo ribadito che, in quei tempi pioneristici, Bonelli poco peso dava a queste plausibilità cronologiche, in preda alla foga della narrazione, e quindi cataloghiamo anche questo bizzarro anacronismo nel più volte citato “condono” delle origini. Il mio voto finale è 7

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  • 2 mesi dopo...

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Bella e lunga storia che si suddivide in due parti: nella prima Tex deve affrontare la banda del Rosso, mentre nella seconda sarà alla prese con dei trafficanti d'oppio. Le due vicende si possono anche considerare due storie separate.
Ben gestita la parte con il Rosso. Il Rosso, secondo me, è uno dei nemici dei primi numeri che si ricorda più facilmente (insieme ai vari Coffin, El Diablo, Mefisto e Satania): è un semplice bandito, però il suo feroce aspetto delineato egregiamente da Galep, il suo carattere sleale e spietato e il suo soprannome facilmente memorizzabile lo rendono un avversario carismatico e non così dimenticabile. Questa prima vicenda è di normale amministrazione: nulla di straordinario, ma comunque molto godibile. Fanno anche apparizione due servi neri, che si esprimono curiosamente con la "d" al posto della "t", la "g" al posto della "c" e la "b" al posto della "p", sfiorando in certi casi il grottesco ("Sando gielo! Mi sendo dudda sgonvolda!").
Dopo aver fatto sgominare a Tex la banda del Rosso, G.L.Bonelli crea un inaspettato sviluppo per la sua storia (che avrebbe potuto chiudersi con una rapida resa dei conti con Bess) e fa affrontare al nostro eroe una temibile setta segreta cinese e il losco Stern, che si finge un paralitico. Questa seconda parte è davvero ottima. Assai intensa e quasi poetica la didascalia che descrive il tragitto di Tex, ferito a una spalla da un coltello, che si dirige verso l'ufficio dello sceriffo (“Ma Tex dovrà presto pagare lo sforzo di volontà di cui ha dato prova. Di via in via, nella notte appena rischiarata dai pochi fanali, l'eroico fuori-legge avanza, lasciando dietro di sé una traccia sanguinosa. L’uomo della tempra d’acciaio cammina con passo fermo nell’ombra della notte, e la sua sagoma nera sembra un minaccioso fantasma pronto a ghermire in una tragica morsa chiunque gli attraversi la strada”). Molto adrenalinica ed esplosiva la fine della vicenda. Oltre al gradito ritorno di Kit Carson, questa storia è importante perché Tex torna a far parte del corpo dei Rangers. 
Un piccola nota finale: alla fine della vicenda del Rosso, Tex giura alla nipote del giudice che non ucciderà Bess, cosa che invece farà poco dopo; probabilmente era impossibile evitarlo, però mostra una volta tanto un Tex fallibile.
Come al solito, molto piacevoli i disegni di Galep. 

 

Storia: 7
Disegni: 7

 

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  • +1 1
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  • 7 mesi dopo...

Molto bella questa storia...e sottovalutata...anzi, a ben vedere si tratta di due storie distinte, legate tra loro dalla losca figura giudice Bess... e in questo è un po' precorritrice di futuri combo quali "San Francisco" + "Il Tiranno dell'Isola" & "Giungla Crudele" + "Artigli nelle Tenebre".

Qui la prima delle due vicende è purissimamente western, con Tex intento a proteggere il ranch dei paciosi coniugi Stanfield...i nemici sono il giudice trafficone, e la banda di tagliagole del torvo Rosso...l'azione si articola tra il solito paesino messo in subbuglio da Tex, e su e giù per le aspre catene degli Spanish Peaks.

La seconda impresa Texiana, invece, lo vede intento a fronteggiare una gang di trafficanti di sigarette drogate !! Storia seminale, in quanto prima del florido filone dedicato alle bande di cinesi cattivissimi, e una delle primissime a sconfinare in territori un po' weird, anche per la presenza del fantomatico Mister-X/Stern, abile trasformista, finto paralitico e finto barbuto.

Da segnalare il sarcasmo violento di Tex che raggiunge vette sublimi, quando allestisce sul terreno degli Stanfield un improvvisato cimitero di tutti gli sgherri del Rosso che manda al Creatore di volta in volta...o quando scherza con Carson dei cinesi che ha appena ammazzato ("E' tra le fiamme dell'inferno cinese. Gli ho misurato la pancia dall'ombelico alla schiena con una scimitarra che tagliava come un rasoio" e ancora "Temo non possiate più interrogarlo, mentre scambiavo quattro chiacchiere mi è scappato di mano uno sgabello").

Inoltre, siccome all'epoca non c'erano lettori ossessivi che pretendevano che Tex avesse il dono della preveggenza e quello della telepatia, Tex viene catturato due volte (Il Tex piccione !), ed entrambe le volte frustato e torturato...in un'altra scena un coltello lanciato da un cinese gli passa spalla da parte a parte...e la ferita si riaprirà più avanti nella storia (si, all'epoca mostrare Tex sanguinante non era ancora un sacrilegio)...in un'altra scena ancora, causa sella preventivamente tagliata, nel salire a cavallo, Tex cade rovinosamente sul culo (il Tex slapstick !).

Sul fronte del politicamente scorretto (che all'epoca non esisteva neanche come concetto) la storia è ricca di spunti: oltre ai negri grottescamente mostruosi che "barlano duddi gosì", Tex apostrofa a più riprese il Rosso come "Sporco meticcio" e i cinesi come "Musi gialli" e "Vermi gialli"...

Inoltre altro elemento ci capitale importanza è la definitiva consacrazione dell'accoppiata Willer/Carson, nonchè il ritorno di Tex in seno al corpo dei rangers, con tanto di scuse di Mr. Marshall, in una scena colma di sobria e virile commozione.

A impreziosire ulteriormente il tutto, una delle migliori prove grafiche del primo Galep, che pare quasi abbia potuto disegnare queste strisce in un clima di minor fretta e maggiore rilassatezza, tanto è alta la qualità complessiva del suo lavoro.

Per me una delle migliori storie in assoluto tra le primissime.

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