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TWF - Tex Willer Forum

[12/13] Il Figlio Di Tex


Pedro Galindez
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Voto alla storia  

29 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Novembre 1960 - Gennaio 1961
Inizia nel numero 12 a pag. 35 e finisce nel numero 13 a pag. 130

Piccolo Falco è cresciuto e, ormai abilissimo con pistola e coltello, può entrare in azione con il padre e Kit Carson: sventando un complotto contro la Compagnia Ferroviaria ordito da Black Sam e dalla Banda degli Incappucciati? Tale il padre, tale il figlio. Kit Willer è un asso: grazie a lui, Tex e Kit Carson hanno la meglio sulla Banda degli Incappucciati. Il pingue Grosby, ideatore dei sabotaggi contro la Compagnia Ferroviaria, decide allora di aizzare contro i pards i desperados di El Dorado e gli Apaches di Natanis. Ogni sforzo è vano e i capi del complotto trovano la morte nel fuoco!


? Sergio Bonelli Editore

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Sicuramente un albo essenziale per inquadrare il lato di genitore che ha Tex. Qui lo si vede brevemente istruire il figlio, dargli le prime lezioni per ambientarsi in un luogo selvaggio come il West. L'aspetto che maggiormente mi disturba -almeno a quanto ricordi della storia- è l'eccessivamente rapida crescita di Kit Willer. A mio giudizio toglie varie possibili storie. Quanto invece merita riflessione è il carattere del Willer figlio, specialmente se paragonato all' "evoluzione" che ha poi avuto in seguito. Un albo che merita sicuramente d'esser letto per quanto riguarda la conoscenza dei pards, ma per quanto riguarda una sua valutazione dovrei leggerlo per esser maggiormente preciso, ma direi che un 7 dovrebbe esser una nota che ben gli si addice.

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  • 1 anno dopo...

Sarà perchè è stato il primo Tex che ho letto, sarà perchè da quel momento sono cresciuta con Kit Willer, sarà perchè quel Kit era una forza della natura, tanto audace quanto fortunato, al punto che non mi sarei stupita se la serie da "Tex" fosse diventata "Kit", o almeno "I due Willer". Sarà per quello, ma a questo albo io d' un 10 e mi mangio il fegato nel vedere come (almeno fino alla bella scelta dell'ultimo Faraci) la Bonelli è stata capace di sprecare una risorsa preziosa. Dall'espediente che Kit inventa per seguire il padre in una pericolosa avventura (era semplice, ma bisognava pensarci :D ), a quando, confinato in camera sua, gli disubbidisce e partecipa da lontano ad una sparatoria (e poi cerca di dissimulare il tutto) alle acrobazie a cavallo... un Kit superlativo, bench? inesperto. Ma come dovrebbe essere oggi, se a qualcuno non fosse piaciuto farne un brunettiano bamboccione?

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  • 3 mesi dopo...

Ho da poco finito di leggere questa storia e mi è piaciuta molto (ho votato con un 8). Certo, magari in alcuni tratti la sceneggiatura è stata un po' esasperata nel focalizzare l'attenzione su Kit che diventa indiscutibilemnte il protagonista di ogni vicenda relegando Tex a comprimario e Carson quasi al ruolo di comparsa (anche se in realtà finora Carson di protagonismo ne ha vissuto ben poco). Benvenuto a Kit in ogni caso!

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  • 1 anno dopo...

Storia importantissima, se non fondamentale, nella saga di Tex, perchè d'ora innanzi il giovane Kit diventa ufficialmente uno dei mitici pards e già questo basta per renderla memorabile. Piaccia o non piaccia a qualcuno, si tratta di un punto di svolta fondamentale per la saga.
La storia in se non avrebbe molto altro di eccezionale. Non è certo un capolavoro, ma si fa leggere con piacere e rimane comunque una delle migliori del periodo.

Ma veniamo ai dettagli:

1) L' esordio di Kit avviene, è proprio il caso di dirlo, col botto (quello della cassa di munizioni che fa esplodere prima di partire all'inseguimento di Tex :lol2: ). Il ragazzo è a tutti gli effetti, il coprotagonista della storia ed è vero che in più di un'occasione mette in ombra perfino il padre. Perchè questo? La migliore spiegazione (oltre a quella, più semplice ed immediata, che GLB voleva adeguatamente presentare il nuovo arrivato) è che con l'introduzione di Kit al fianco del padre si volesse cavalcare l'onda degli eroi ragazzini che all'epoca spopolavano letteralmente tra il pubblico dei lettori di fumetti. In ogni caso il buon Kit si dimostra campione del cosiddetto pensiero laterale. Il padre gli impone di starsene alla Riserva finch? non avrà terminato una cassa di munizioni e lui se ne sbarazza facendola esplodere in un colpo solo. :colt:

2) La popolarit? di Kit tra i lettori doveva essere alta se ad un certo punto si cominciò seriamente a parlare di una serie personale di Kit Willer, anche se poi non se ne fece niente. I motivi dell'abbandono dell'idea non sono chiarissimi.?

3) C'è da dire, comunque, che, a parere del sottoscritto, pur arrivandoci pericolosamente vicino, GLB riesce ad evitare a Kit quell'aria da saputello che alla lunga mi aveva reso insopportabili certi suoi omologhi tipo Capitan Miki.

4) Anche in questa storia si può dire che sono presenti tutti e quattro i pards, ma il ruolo di Tiger, è decisamente minore e quando i due Willer partiranno per raggiungere Carson a Fort Dennison, lui rester? alla Riserva.

5) Qui abbiamo l'ultimo grande salto temporale nelle storie di Tex. Dall'avventura precedente, infatti, trascorrono non meno di 8 anni e non più di 10 anni. In questa storia, infatti, Kit ha tra i 14 ed i 15 anni a mio parere. D'ora innanzi, con alcune debite eccezioni, tutte le storie saranno narrate in "tempo reale".

6) Cosa ha fatto in questo tempo Kit? La risposta è facile: è stato presso i frati della Missione di Taos nel New Mexico a studiare, probabilmente risiedendo presso la Missione per la maggior parte del tempo. Ci viene detto che Tex avrebbe preferito che continuasse gli studi (e l'Accademia militare era, per molti versi e posto che riuscisse a farcelo entrare, la scelta più economica ) e scegliesse una vita diversa dalla sua. In questo Tex si dimostra un tipico padre, che vuole che il figlio abbia più di quello che lui ha avuto.

7) La vera domanda, però, ?: cosa ha fatto Tex in questi anni? Io non credo affatto che per quasi 10 anni se ne sia stato tranquillo alla riserva ad oziare ed a seguire i progressi del figlio negli studi. Sarà andato in cerca di guai come al solito od i guai avranno trovato lui, sempre come al solito. :lol2:

8) A coprire il buco di questo periodo non ci sono, in verità, molte storie. Personalmente ci metterei gli eventi in flashback di "Congiura contro Custer" e de "I lupi rossi" e quasi certamente quelli di "El Muerto"./B] e la recente sequenza iniziale de "Il killer", situata 13 anni prima del resto della storia.
.
9) Da ricordare la lezione di tiro che Tex fa a Kit, decisamente molto realistica si vede che GLB sapeva davvero usare una pistola.

10) Questa è la prima storia in cui Carson compare con i capelli bianchi (o sono grigià Non è dato di saperlo con certezza) ed è anche l'ultima in cui compare in veste di scout. Di l' a poco verremo a sapere che ha ricevuto la promozione a maggiore e si è trasferito a Santa Fe, dove lo ritroveremo nell'avventura "L'enigma dell'ippocampo".

11) Decisamente involontariamente ironico il commento di Tex , che di fronte all'ennesima bravata di Kit si chiede da chi abbia preso il figlio, visto che la madre era così dolce e gentile. Hai anche bisogno di chiederlo Tex? Ah, i padri sono tutti uguali. laughing

12) Un'altra cosa da segnalare è che questa è anche è la prima volta che su Tex viene usato il classico tema western dell'espansione della ferrovia La trama in se non ?, forse, particolarmente originale, anche se non mancano, comunque, i colpi di scena ed i momenti drammatici. Tra questi ricordo brevemente: A) l'assalto di El Dorado al cantiere ferroviario: B) l'attentato a base di vino drogato, da cui Kit si salva perchè, da bravo ragazzino, è l'unico astemio del gruppo; C) Ill finale, la classica giustizia poetica tanto cara a G. L. Bonelli.

13) Da questa storia in avanti, tranne pochissime eccezioni, le matite di Galep saranno inchiostrate regoalrmente da Pietro Gamba.

Ed anche stavolta, ho chiuso. zzzz

  • +1 2
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  • 6 mesi dopo...

A me invece, a differenza degli altri, questa storia NN E' MAI PIACIUTA!Ho per essere più precisi mi piace solo in alcune sequenze inizialiquando Tex e Tiger educano Kit, e lo Lo educano alla dura vita selvaggia e pericolosa qual'era ha quell'epoca il west.... Sequenze che si possono definire abbastanza importanti soprattutto se lette nei giorni nostri.. Quando Tex lo insegna a sparare,Tiger ad usare il coltello o ha gettarsi dal cavallo in corsa... ecco quelle sono le sequenze che porto più nel cuore di questa storia. Nn mi piace perchè l'assoluto protagonismo di Kit in quegli anni nn lo mai troppo digerito... Era un Kit Willer troppo protagonista, ed era un protagonismo molto pericoloso per Tex stesso, perchè rischiava di oscurare troppo il personaggio principale della serie.... Quelle intere e intere strisce che portavano gesti eroici, salvataggi, sparatorie e soluzioni dei casi da parte del solo Kit, e Tex che faceva da comprimario per vignette e vignette intere......"Il battesimo del fuoco di Kit Willer","Un colpo da maestro","Kit Willer si f? onore" mah, io queste striscie nn le ho mai amate tanto e penso che nn le amero mai troppo.... P. S. Se sarei catapultato nel passato e mi trovassi a parlare con G. L. Bonelli gli direi:Volete fare un fumetto per Kit???.. beh fatelo ma lasciate perdere il Tex, perchè l' e lui l'eroe e il Protagonista,SEMPRE!!!

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  • 3 anni dopo...

Queste prime storie sono troppo lunghe, peccato perchè la trama è ottima... ma faccio fatica a restare concentrato... i disegni sono di alto livello, galep ha dato il meglio... Il meglio verrà in seguito.
Sceneggiatura: 7
Disegni: 8
Tex: 7

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  • 5 anni dopo...

“Il figlio di Tex” è una storia poco citata dai lettori, non abbastanza valutata, secondo me, in realtà una delle migliori del primo centinaio (io la metterei addirittura tra le prime dieci).

Non un capolavoro, d’accordo, ma indubbiamente una più che ottima storia con tantissimi pregi: un Kit Willer strepitoso, alla sua vera prima apparizione (finora era comparso solo da bambino), degli ottimi e dinamici disegni di Galep, degli avversari molto ben caratterizzati e piuttosto vari (si va dal feroce capobanda, al desperado messicano, al capo apache, ai loschi trafficanti, ai legali maneggioni, su su nella catena di comando del crimine e degli affari), infine una trama che, per quanto non particolarmente originale, presenta una sceneggiatura con un alto numero di sequenze ben riuscite e memorabili, con dei dialoghi efficaci, brillanti e spesso ironici.

 

La storia, infatti, si può dire che si regga in gran parte su una girandola di situazioni pericolose che si susseguono una dopo l’altra, senza soluzione di continuità (dagli attentati alla ferrovia, agli assalti di banditi e Apache a pacifiche cittadine, agli agguati notturni), oltre ovviamente che sul personaggio strabordante di Kit, una vera forza della natura che ne combina di tutti i colori: mette fuori gioco gli avversare con la pistola, il lazo, il coltello nascosto nella guaina sulla schiena, con il fucile, a pugni, a testate, a pedate, a piedi e a cavallo (il nero Diablo, che sembra persino più veloce di Dinamite). Insomma in queste 256 pagine càpitano più avventure a Kit Willer che negli ultimi 400 numeri della serie!

 

L’impressione nel leggere questa storia (come anche per il “Tranello”, di poco precedente) è che GL Bonelli si divertisse in quel periodo a creare una serie in rapida evoluzione, con salti temporali inaspettati, con nuovi personaggi e con protagonisti che si modificano, insomma con continue novità (ancora qualche numero e morirà Freccia rossa, lasciando il ruolo di capo dei Navajos ad Aquila della notte).

 

Anche Tex (siamo nel 1961) non è più lo stesso del Totem misterioso (1948), questo è un altro Tex, più maturo, più responsabile, più riflessivo, più attento al bene comune. “Rischieremo le nostre vite… per il benessere del paese. Una ferrovia per la California significa progresso e benessere per l’Arizona”, dice accettando l’incarico di proteggere la ferrovia dai banditi (e chissà se in questo non ci sia un riflesso del boom economico e industriale dell’Italia dei primi anni ’60). Allo stesso modo anche Carson cambia, e per la prima volta lo vediamo coi capelli bianchi, forse addirittura un po’ troppo invecchiato in certe vignette.

 

Ma certo l’aspetto della storia che più stupisce è il confronto tra il Kit di oggi e il Kit di questa prima versione del personaggio, così vitalistico, pieno di energia e di spirito d’iniziativa, così divertente  e centrale in una storia come mai più lo sarà in seguito (forse in qualche caso anche un po’ troppo centrale, visto che salva la vita al padre per ben tre volte!). Eppure il lettore viene indotto a tifare per lui, anche se oscura un po’ Tex, quasi augurandosi che l’abile monello disobbedisca al padre, per vedere che cosa combinerà e come se la caverà.

 

Oggi Kit Willer è un personaggio poco valorizzato e poco amato dai lettori, mi pare. Eppure che potenzialità avrebbe se gli sceneggiatori avessero un po’ più di coraggio e fantasia, facendo risaltare maggiormente la sua giovinezza e il suo spirito un po’ ribelle e disobbediente delle origini.

Modificato da Poe
  • +1 1
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  • Sceriffi
17 minuti fa, Poe dice:

Ma certo l’aspetto della storia che più stupisce è il confronto tra il Kit di oggi e il Kit di questa prima versione del personaggio, così vitalistico, pieno di energia e di spirito d’iniziativa, così divertente  e centrale in una storia come mai più lo sarà in seguito (forse in qualche caso anche un po’ troppo centrale, visto che salva la vita al padre per ben tre volte!). Eppure il lettore viene indotto a tifare per lui, anche se oscura un po’ Tex, quasi augurandosi che l’abile monello disobbedisca al padre, per vedere che cosa combinerà e come se la caverà.

E' la storia in cui ci viene presentato in modo definitivo il personaggi di Kit Willer, mi sembra giusto che il protagonista sia lui e non il padre. Kit nasce secondo me, sull'onda dei personaggi ragazzini calati un contesto Western (chi più chi meno). "Un Ragazzo nel Far West", "Capitan Miki", "Il Piccolo Ranger", "Il Piccolo Sceriffo" tutti personaggi nati prima di Kit, ed alcuni riscuotevano un successo clamoroso come Capitan Miki 8che raggiunse una cosa come 250.000 mila copie vendute). Quindi nacque Kit Willer che in questa storia la fa da padrone. Poi quest'ondata di personaggi ragazzini è finita e Kit è finito purtroppo un po' in disparte. Nizzi stesso disse una volta: "Kit serve per fare il quarto a Poker" anche se una delle storie dove Kit più o meno ritorna agli antichi fasti è proprio: "L'Uomo Senza Passato" di Nizzi (mi viene in mente le prove di abilità contro gli Utes). Ancora oggi si vedono storie in cui il "piccolo" impertinente ha un ruolo importante come: "I Rangers di Finnegan", ma sono purtroppo poche storie.

17 minuti fa, Poe dice:

Oggi Kit Willer è un personaggio poco valorizzato e poco amato dai lettori, mi pare. Eppure che potenzialità avrebbe se gli sceneggiatori avessero un po’ più di coraggio e fantasia, facendo risaltare maggiormente la sua giovinezza e il suo spirito un po’ ribelle e disobbediente delle origini.

Concordo. Peccato. Bravo Poe!

Modificato da MacParland
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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, MacParland dice:

Ancora oggi si vedono storie in cui il "piccolo" impertinente ha un ruolo importante come: "I Rangers di Finnegan", ma sono purtroppo poche storie.

 

Grazie per il commento... Sì, io penso che i nuovi sceneggiatori potrebbero lavorare anche sui personaggi principali, come Kit Willer, senza stravolgerli, ma anzi recuperando certe loro caratteristiche del passato che potrebbero tornare d'attualità.

Perché non immaginare, per esempio, un Kit Willer che in una storia decide di non seguire sempre alla lettera quello che gli dice il padre, un Kit che non si limiti a svolgere il suo bravo compitino, ma magari prenda iniziative autonome o persino entri in disaccordo (entro certi limiti ovviamente) con Tex o con Carson?

Per me, potrebbe venir fuori una storia interessante, se ben gestita. Soprattutto se si evita di far morire, a un certo punto, qualche amico navajo di Kit!... O se non lo si ficca in guai che solo Tex può risolvere, con un atteggiamento a volte un po' troppo paternalistico (come dire: hai visto cosa succedere a essere imprudente? Se non facevi di testa tua, non ero costretto a venirti a togliere le castagne dal fuoco...).

Basta vedere l'ultima di Ruju, Guatemala. Come sono gestiti Kit Willer e Tiger? Niente di che, direi...

Una buona storia, prima di tutto, è fatta dai suoi personaggi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  • Sceriffi
43 minuti fa, Poe dice:

Soprattutto se si evita di far morire, a un certo punto, qualche amico navajo di Kit!...

Si, ne sono morti troppi :lol:.

43 minuti fa, Poe dice:

Soprattutto se si evita di far morire, a un certo punto, qualche amico navajo di Kit!... O se non lo si ficca in guai che solo Tex può risolvere, con un atteggiamento a volte un po' troppo paternalistico (come dire: hai visto cosa succedere a essere imprudente? Se non facevi di testa tua, non ero costretto a venirti a togliere le castagne dal fuoco...).

Bravo. Questo aspetto per me è importantissimo. Kit ha 18/19 anni, Beh... Tex alla stessa età di Kit era già quasi indipendente e vagabondo, Kit no. Non pretendo che Kit sia allo stesso livello del giovane Tex, ma vorrei che lui avesse un ruolo più importante ed una caratterizzazione più forte. Tex deve togliere le castagne dal fuoco solo quando Kit è in estrema difficoltà. Deve avere più spazio, all'inizio de: "I Sette Assasini" Kit si lavora Donna e a debita distanza Tex (assieme ad altri due amici di Lena) casualmente assiste alla scena del bacio, Tex se ne frega lo lascia fare, mica fa battutine o cose simili, anzi si accende una Marlboro e non dice nulla. Questo vorrei vedere, un Kit più sciolto. Vabbè a Giugno c'è la storia di Monni, Sperem!

Modificato da MacParland
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I personaggi funzionano, in un gruppo, se hanno delle particolarità che li rendono unici. Kit Willer funzionava come ragazzino quattordicenne perchè a quell'età poteva essere molto diverso da Tex, e così funzionavano anche i loro dialoghi, con Tex che doveva fare la parte della persona più saggia ed esperta e Kit che poteva non solo fare la parte del ragazzino irruento, ma anche dire ingenuità o cosa "da ragazzo".

 

Questa cosa nelle sue prime apparizioni come protagonista (che nella serie di strisce ristampata negli albi "il figlio di Tex e immediatamente successivi, il vero protagonista è lui) viene accentuata fin troppo, fino a fargli salvare Tex un sacco di volte. Poi i loro ruoli sono più equilibrati, Tex si riprende il suo spazio, ma due protagonisti così esuberanti insieme sono difficili da gestire. Man mano che viene mostrato sempre più cresciuto nelle storie successive, diventa sempre più difficile "fargli fare qualcosa" e inizia la sua carriera di ostaggio, prigionieri, vittima, etc: anche GL Bonelli, quante volte l'ha usato in quel ruolo?  Prigioniero dei Figli del Bisonte ne "l'agguato", Prigioniero di Mefisto (e creduto morto) in "la gola della morte", prigioniero del Grande Re in "Tradimento", prigioniero di Zhenda in "Pueblo Bonito,  in "pony Express" lo si vede agire di nuovo da protagonista per la prima volta dopo anni (tanto che nel primo albo a striscia Tex non appare nemmeno, si vede solo Kit), e come va a finire? Farito e catturato e deve essere salvato (anche se non da Tex... questa è mi sa l'ultima avventura in cui è così autonomo). Dopo pochi albi torna Mefisto... e ovviamente cattura Kit.  Pochi albi ancora, e viene catturato ancora in "fuga nella notte" (lo salva Tiger), poi per un po' non ri ricapita, fino  "la rete si chiude", catturato e salvato dagli altri. e poi di nuovo in "tamburi di guerra",, e poi di nuovo in "San Francisco".  Se contiamo solo le avventure in cui compare (che non in tutte ci sono tutti i pards), la percentuale di volte in cui viene catturato in quegli anni aggiunge i livelli tipici  delle "ragazze dell'eroe", o anche dei loro figli, ma quando non sono co-protagonisti...

 

A volte Kit riesce a ritagliarsi uno spazio autonomo che non sia da prigioniero, ma solo quando Tex non c'è (come ne "la cella della morte", in cui difende la riserva con Tiger mentre Tex è in galera. Ma altrimenti, sembra che il suo ruolo sia solo quello vittima/ostaggio, o di indistinto "membro del gruppo".

 

Visto che gli unici momenti in cui riesce ad uscire da quel ruolo, è quanto Tex non c'è (come all'inizio de "i rangers di finnegan", direi che se si vogliono avere avventure in cui Kit sia "più protagonista"....  l'unica è fare una cosa abbastanza coraggiosa: avventure in cui Tex non appare, ma kit agisce in solitario o con gli altri pard.

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, Diablero dice:

Visto che gli unici momenti in cui riesce ad uscire da quel ruolo, è quanto Tex non c'è (come all'inizio de "i rangers di finnegan", direi che se si vogliono avere avventure in cui Kit sia "più protagonista"....  l'unica è fare una cosa abbastanza coraggiosa: avventure in cui Tex non appare, ma kit agisce in solitario o con gli altri pard.

Non per forza. Basta che Tex non stia accanto a suo figlio. Kit è giovane e più impulsivo questo vorrei vedere. Faraci ci è riuscito (si proprio lui) in una storia sbagliata come: "L'Uomo di Baltimora" dove Kit istintivamente estrae e spara in un lampo superando anche il padre. Se Tex non è al fianco del figlio, quest'ultimo può sbrogliarsela in qualunque modo. Se c'è Tex no. Ricordo una situazione al limite anche ne "Il Passato di Carson" quando Kit deve spiare tra le assi di legno del Golden North gli Innocenti, Tex gli dice di procedere con cautela, lui disobbedisce parzialmente e poco dopo (di giorno però) stende One Eyed Hawk con una pietra. Se c'è il quartetto al completo, può proporre idee da Kamikaze per risolvere una situazione (come qualche volta fa il Tex di Glb) o salvare per una volta un suo Pards dopo anni. Modi per aggirare il problema ce ne sono.

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<span style="color:red;">27 minuti fa</span>, Diablero dice:

la percentuale di volte in cui viene catturato in quegli anni aggiunge i livelli tipici  delle "ragazze dell'eroe"

Bella come analogia! :D

 

Ma se vogliamo Kit Willer più autonomo e protagonista (e storie un po' più originali), basterebbe farlo agire "in parallelo" con Tex, come ha fatto per esempio Boselli in "Salt river" (solo che lì il buon Kit finisce per prendere un sacco di botte in testa, ingannato dalla bella di turno!).

Invece, una storia con padre e figlio impegnati in una missione su due piste diverse ma convergenti,  potrebbe mettere in luce una personalità più indipendente, più "da giovane", di Kit e magari - perché no - far emergere anche opinioni diverse da quelle di Tex. E non potrebbe finire, come alcuni episodi del primissimo Kit, con il figlio che toglie le castagne dal fuoco al padre? O che lo precede nella scoperta di un inganno?

Una delle scene più belle de "Il figlio di Tex" è proprio quando Tex e Carson, narcotizzati dal sonnifero nel vino, vengono trascinati fuori dall'albergo in fiamme proprio dal giovane Kit che, non avendo bevuto, può a fatica salvarli.

Variare ogni tanto gli schemi narrativi non farebbe male...

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Non vorrei che il mio intervento mi facesse sembrare dotato di coda di paglia... O forse è inevitabile. :lol:Ma dato che sono il curatore e ho sceneggiato un po' di storie, vi ricordo che uso spesso Kit in parallelo agli altri e come coprotagonista. Oltre alle citate avete scordato, per es., ampie sezioni di "Morte nella nebbia", "La mano del morto", "El Supremo", etc... Per Tiger e Carson accade più di rado! Proprio perché Kit funziona meglio autonomamente, come spero accada anche nella storia di Manuela. So bene che cosa significhi "variare". Ma non posso entrare nel lobo frontale dell'ispirazione dei miei collaboratori... 

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  • Sceriffi
4 ore fa, borden dice:

Ma dato che sono il curatore e ho sceneggiato un po' di storie, vi ricordo che uso spesso Kit in parallelo agli altri e come coprotagonista. Oltre alle citate avete scordato, per es., ampie sezioni di "Morte nella nebbia", "La mano del morto", "El Supremo", etc... Per Tiger e Carson accade più di rado!

È vero. Però negli ultimi 20 anni le storie in cui Kit ha un ruolo importante saranno 6/7 massimo non sono poche? 

 

4 ore fa, borden dice:

So bene che cosa significhi "variare". Ma non posso entrare nel lobo frontale dell'ispirazione dei miei collaboratori

Ovvio:lol: Sergio però le dava un libro e le faceva scrivere una storia con risultati ottimi ("Patagonia" "I Ribelli di Cuba" "I Rangers di Lost Valley") non potrebbe fare lo stesso con Ruju ( o altri ) e fargli scrivere storie con Kit Co protagonista (A meno che non l'abbia già fatto). 

Modificato da MacParland
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1 ora fa, MacParland dice:

È vero. Però negli ultimi 20 anni le storie in cui Kit ha un ruolo importante saranno 6/7 massimo non sono poche? 

 

Ovvio:lol: Sergio però le dava un libro e le faceva scrivere una storia con risultati ottimi ("Patagonia" "I Ribelli di Cuba" "I Rangers di Lost Valley") non potrebbe fare lo stesso con Ruju ( o altri ) e fargli scrivere storie con Kit Co protagonista (A meno che non l'abbia già fatto). 

 

Ripeto: le persone sono diverse. Gli autori sono persone. L'ispirazione non si comanda. Io sapevo ascoltare e facevo miei i consigli di Sergio (e non solo). Anche il grande Gianluigi ascoltava e faceva suoi i consigli di Sergio (e non solo). Come vedi almeno in questo io e GL abbiamo una caratteristica in comune

Modificato da borden
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  • 6 mesi dopo...
  • 8 mesi dopo...

Ottima storia che ci permette di conoscere Kit Willer e la sua intraprendenza di fondo. La trama è esile, le trovate per far risaltare Kit tutte ben riuscite, prima parte adrenalinica, seconda con El Dorado e gli Apache meno perché portata troppo per le lunghe. Tavole ormai ben organizzate e personaggi  caratterizzati al meglio.

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  • 5 mesi dopo...

Ennesimo episodio cardine della saga. Non tanto per la trama in sè, piacevole ma non certo trascendentale, piuttosto per l'ulteriore sviluppo della genesi dei personaggi.

Abbiamo appreso dell'esistenza di Kit, in una scena in cui Tex e Tiger, interrati fino al collo, rischiano la pelle; lo abbiamo visto bambino legato al palo nella celeberrima avventura canadese e adesso, per la prima volta, Bonelli lo propone ragazzino "terribile" al fianco del padre.

 

Seguendo l'onda del successo dei personaggi ragazzini in voga in quei periodi, GLB decise di proporne uno a sua volta e costituire così il futuro quartetto di pards divenuto canonico.

 

Il leit motiv della storia è il particolare rapporto fra padre e figlio: Kit è impetuoso e cerca tutte le occasioni per mettersi in mostra, incurante dei rischi a cui va incontro, Tex prova a domarlo ed educarlo, ma l'esito è mediocre, anzi deve la vita al figlio in più di una circostanza.

Magari qui Bonelli esagera e rischia di mettere un po' in ombra Tex, ma vuole presentare degnamente al lettore il piccolo Willer e il ragazzino deve assolutamente mostrare la stoffa del genitore.

Tex in più di un'occasione si sente in dovere di sgridare il monellaccio, ma è chiaro di come in cuor suo, ne sia è orgoglioso. 

 

Una didascalia a inizio storia ci dice che avrebbe voluto garantirgli il "posto fisso" nell'Accademia militare ma si è dovuto rassegnare all'indole selvaggia del piccolo. Strano però che il ranger voglia arruolare il figlio, visto che sono note le sue idee contro i portatori di stellette, ma non sarà l'unica lieve incongruenza dell'episodio, visto che Carson, di colpo, viene indicato come scout: evidentemente la stella di ranger l'ha gettata alle ortiche. :D

 

Molto bella la scena iniziale in cui Tex amorevolmente insegna al figlio i "trucchi del mestiere" e non lesina critiche appena vede lo scarso risultato delle prove di tiro. 

Magari si poteva rendere più consona la parentesi di apprendistato, visto che fin da subito Kit diviene quasi un asso con le armi in mano. Evidentemente Bonelli non voleva perdere altro tempo e aveva necessità di affiancare un piccolo eroe già pronto al suo protagonista.

 

Al netto di tutto ciò, un Kit così scatenato ed efficace sarà difficile rivederlo in futuro, d'altronde crescendo d'età, l'interessante giochetto tra figlio discolo e padre premuroso non poteva più durare, di conseguenza il rampollo si è dapprima trasormato in un sbiadito clone di Tex e al giorno d'oggi ha perso appeal e una connotazione ben definita.

 

Un accenno mi va di farlo alla grande ironia di Bonelli. Già la scena con Kit che fa esplodere la cassa di munizioni per "beffare" l'ordine del padre è divertente, per non parlare del siparietto con il militare del forte che confonde il messaggio del giovane e lo storpia (mi ha ricordato vagamente le gag di Catarella nei romanzi di Camilleri).

 

Tornando alla trama in sè, si parte con lo spunto classico dell'ostacolo al progetto ferroviario ma questo rimane solo un pretesto, visto che più che altro si assiste a varie sequenze di agguati e una sfilata di avversari che vanno dagli inferociti apache al truce El Dorado; scene che vengono concatenate efficaciamente e che intrattengono, anche se il finale, a mio avviso, appare molto accelerato e la sequenza con gli Apache un po' troppo tirata per le lunghe. Anche i capi del complotto non bucano più di tanto la pagina, scelta non credo casuale, visto che la ribalta stavolta doveva essere tutta per Piccolo Falco.

 

Dimenticavo di far notare di quanto Bonelli stia attento a far agire Kit in maniera tale di non essere troppo diseducativo per i suoi lettori coetanei, infatti il coraggioso ometto non spara per uccidere, non fuma e beve acqua, virtù quest'ultima che gli permette di salvare il padre e Carson (per la prima volta con le chiome canute) nella scena del vino drogato.

 

Galep ha ormai trovato una definita caratterizzazione grafica dei personaggi e lo si nota vignetta dopo vignetta. Leggendo il dettagliato e interessante commento di @Carlo Monni, apprendo che Gamba iniziò proprio da queste strisce la sua collaborazione nella saga, inchiostrando le matite del papà di Tex e in effetti, guardando più attentamente le pagine, si percepisce anche il suo tocco nei disegni. Il mio voto finale è 7 

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  • 2 mesi dopo...

Questa a rileggerla mi è piaciuta molto più delle due canadesi. L'inizio è impagabile, con Tex insegna a sparare al virgulto, spiegando in dettaglio quali punti vitali del corpo degli avversari colpire (cosa oggi INCONCEPIBILE in una serie "per ragazzi" com'era il Tex di allora). Da qui si dipana quello che è un po' il prototipo di ciò in cui la serie si canonizzerà. Una missione che i pards (cui manca solo Tiger Jack per formare il quartetto) sbroglieranno lavorando all'unisono, ma anche dividendosi e ripartendosi i compiti a seconda della bisogna. Con tutto l'armamentario di aiuti, salvataggi reciprochi in extremis, battibecchi e reciproche frecciatine che ne conseguono. E da questo punto di vista, la prima metà della storia è pura "comedy gold", con Tex inizialmente riluttante a prendere Kit con sé (che dovrà escogitare l'escamotage della cassetta di munizioni saltata), la costante preoccupazione e rimproveri del padre, tra i commenti ben più bonari del padrino (non ancora zio) Carson...La seconda parte invece è un pochino più seria, e si invertiranno spesso i ruoli con Kit costretto ad ammettere di avere un padre invero scavezzacollo ! Complessivamente la storia fila a mille, ed è articolata sul susseguirsi di "scene madre" d'azione pirotecnica la sparatoria di Angel City ; l'assedio alla Mano del Morto ; la guerriglia di Holbrok ; l'assedio degli Apaches sulle rocce. In questo GLB torna a quel gusto per l'azione iperbolica e incontenibile che incendiava le "primissime" strisce. E chiude il tutto con un finale più "noir" e dalle tinte "espressioniste" nel ranch abbandonato, in cui riserva ai burattinai del losco intrigo la giusta, tragica, teatrale punizione. Kit qui attraversa, possiamo dirlo tranquillamente, la sua fase migliore : è una forza della natura (in seguito lo avrebbero "calmato" veramente troppo, piacerebbe ritrovare di tanto in tanto sprazzi del personaggio che fu, e che "avrebbe potuto" essere), e GLB ce lo fa capire forse fin troppo, facendogli salvare Tex...quante ? Tre-quattro volte ? Di più ? Ho perso il conto... D'altronde all'epoca non interessava a nessuno (men che meno a GLB) che Tex fosse il super-Fonzie infallibile che non può mai sb... sb... E infatti per esempio, scene come quella in cui si trova davanti al nemico con la pistola scarica...quella del sigaro acceso buttato in faccia...o quando fuggendo fa cadere la lampada incendiando tutta la baracca : se le avesse scritte un Nolitta o un Nizzi, per alcuni utenti del forum sarebbero diventati dei meme da rinfacciare per 50 anni almeno. Capitolo disegni : rileggendo queste strisce una dopo l'altra si palesa quanto Galep stesse gradualmente avanzando verso quella che sarebbe stata la sua "epoca d'oro" Texiana. I disegni sono sempre più belli (forse aveva tempi meno stringenti ? Forse era più ispirato ?) e l'aumento di vignette di "maggiori dimensioni" (vedi le scene di massa delle sparatorie) nonché sequenze "espressionistiche" dove fiamme ed esplosioni fanno la parte del leone (Holbrook, il finale al ranch) esaltano il suo tratto più che mai. Gran storia.

  • +1 1
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