Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[14] La Gola Segreta


Pedro Galindez
 Share

Voto alla storia  

16 utenti hanno votato

Non sei abilitato/a a votare al sondaggio o a vederne i risultati. Si è pregati di collegarsi o iscriversi per poter votare in questo sondaggio.

Messaggi consigliati/raccomandati

Immagine postata


Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Marzo 1961
Inizia nel numero 14 a pag. 88 e finisce nello stesso numero a pag. 162.

Giunti nella terra dei Comanche, Tex e Kit Willer affrontano la minaccia di Lucky Sam, di Mangas e della Donna Pantera, che terrorizzano gli indiani, allo scopo di sottrarne l'oro, con un branco di feroci felini da loro addestrati a uccidere!


? Sergio Bonelli Editore

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 2 mesi dopo...
  • Rangers

Bella storia, anche se piuttosto affrettata nel finale. Purtroppo non viene per niente sfruttata la Donna Pantera, che compare in poche vignette verso la fine. Comunque è un'altra di quelle storie utili soprattutto per gli insegnamenti a Kit, che si trova in viaggio col padre, per conoscere un p? la geografia del territorio. Con queste avventure GLB trova il pretesto per far imparare a Kit segreti e astuzie del padre, come il saper leggere attentamente le tracce, studiare piani tattici e non fidarsi di nessuno (vedi Lucky Sam che stava per abbattere Kit con una bella botta in testa).

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Storia carina e fascinosa, nente di eccezionale, ma con quel pizzico di esotico che Bonelli padre sapeva sempre mettere. Uno spunto potenzialmente interessante è compresso in 74 pagine odierne e questo forse fa sè che si perdano sviluppi potenzialmente interessanti, come un approfondimento delle figure dei banditi, che risultano tutte abbastanza stereotipate.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Un piccolo commentino anche per questa storia. Storia carina ma niente di più. Uno spunto potenzialmente interessante è compresso nell'equivalente di 64 pagine odierne e questo forse fa sè che si perdano sviluppi potenzialmente interessanti, come un approfondimento delle figure dei banditi, che risultano tutte abbastanza stereotipate, a parte il finto cercatore d'oro. Non parliamo poi della Donna Pantera che è poco più di una comparsa. Tuttavia, pur non risultando nemmeno lontanamente una delle migliori storie di GLB, bisogna ammettere che si lascia, comunque, leggere con piacere. Ma veniamo a qualche osservazione più nel dettaglio.1) Si tratta, fondamentalmente di una storia senza particolari pretese, a parte quella, sacrosanta, di divertire il lettore. Sono proprio storie di questo genere a costituire l'ossatura di un serial avventuroso. Sarebbe bello se fosse sempre così, ma, purtroppo non tutte le storie possono essere capolavori o narrare, comunque, eventi significativi per i protagonisti, l'importante è che le storie di "ordinaria amministrazione" siano comunque ben narrate, avvincenti e divertenti e qui, sia pure con qualche distinguo, ci siamo. Ho letto in giro qualche giudizio (specie dei lettori più giovani) che qualificava questa ed altre storie del periodo come ?inutili?. Confesso che questo tipo di giudizio mi lascia sempre perplesso: una storia può essere bella o brutta, disegnata bene o disegnata male (ed anche su giudizi del genere i pareri opposti si sprecano), ma su quale base la si può definire inutile? Di sicuro una storia raramente è inutile per l'editore che all'epoca doveva riempire 32 pagine a striscia alla settimana ed oggi 110 di formato triplo al mese.2) Una cosa interessante da notare è il fatto che almeno all'inizio l'atmosfera sembra quella delle tipiche storie misteriose a cui GLB ci avrebbe abituato in seguito. Un territorio dove chi si avventura non fa più ritorno, simboli inquietanti, pantere mandate ad uccidere nella notte. 3) Pantere? Dir? qualcuno. Ma non sono felini africani? In realtà no. Il giaguaro, che appartiene al genere ?Panthera? (il suo nome scientifico è Panthera Onca, per chi apprezza la tassonomia) ha il suo habitat in Centro e Sud America, ma era diffuso anche in Arizona, New Mexico, Texas e California, anche se era meno diffuso del suo ?cugino? Coguaro o Puma (Puma Concolor), paradossalmente anche lui chiamato in certe zone Pantera Quindi G. L. Bonelli non si è inventato nulla stavolta. ::evvai:: 4) Uno si aspetta chissà che da questa storia ed alla fine salta fuori che tutto era solo un semplice paravento per le losche attività di un gruppo di criminali comuni che sfruttavano i poveri Comanches come veri e propri schiavi.5) Del tutto irrilevante, poi, e questo un p? dispiace, il ruolo della cosiddetta "Sacra Pantera" che appare solo per poche vignette e non fa praticamente niente a parte preoccuparsi (e come a fatto giustamente notare qualcuno, far vedere un po' di pelle scoperta, almeno nelle edizioni non censurate :lol2:).6) Più intrigante il ruolo degli addestratori di Pantere, che vivono isolati dalla loro stessa gente. Uno spunto, però, che, complice anche il ristretto numero di pagine, non sarà adeguatamente sviluppato. 7) In effetti, si può dire che questa storia soffre decisamente del formato dell'epoca, ovvero l'albo a 32 strisce. Fosse stata scritta oggi, probabilmente personaggi e situazioni sarebbero stati sviluppati con maggiore ampiezza. Anche il finale affrettato rientra in quest'ottica: GLB aveva quel numero di pagine a disposizione ed ha concluso la vicenda sorvolando su tutti i dettagli che riteneva non indispensabili.8) Da ricordare anche il modo in cui Tex d' una lezione di vita al figlio usandolo praticamente come esca per smascherare il finto cercatore d'oro.9) Viene ribadito anche in questa storia che Tex è un ex Ranger.10) Sacra Pantera e banditi tutti, a parte un paio, vengono praticamente fatti furi in una sola vignetta.11) Bilancio speciale della presenza femminile. Se prima del matrimonio di Tex nelle storie c'era un abbondanza di presenza femminile (e solo in un paio di casi la bella ragazza è anche la cattiva della storia), dopo continuano comunque, sia pure in tono decisamente minore, belle donne, ma sempre più spesso saranno le cattive della situazione, Sacra (e un po' incolore, consentitemi :snif::lol2:) Pantera compresa.12) Disegni più che all'altezza di Galep & Pietro Gamba. Se Galep nel disegnare le storie è costretto dai ritmi pressanti delle scadenze, il suo vero talento in quel periodo emergeva indubbiamente molto di più nelle copertine, specie quelle degli Albi d'Oro veramente spettacolari. :inch:

  • +1 1
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 3 anni dopo...

Finale tirato un pò via ma è altrettanto vero che ci sono diverse cose interessanti da sottolineare, a cominciare dalla crescita costante di Kit che mette da parte un gran bagaglio di esperienza per il futuro... dopo c'è da dire che è la prima volta che compare "l'addomesticatore di...", mi è dispiaciuto del ruolo di Sam, che mi sembrava sincero... è da sottolineare una frase di Tex allo stesso Sam: "Io credo una cosa sola... che al di sopra dei pericoli, ogni uomo degno di tale nome deve preoccuparsi di difendere le leggi dell'umanità colpendo i malvagi che infrangono le leggi."
Una storia niente male tutto sommato.
Sceneggiatura: 7+
Disegni: 7,5
Tex: 6,5

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 7 anni dopo...

Storia di grandi intenzioni, ben sceneggiata e disegnata, ma piuttosto prevedibile e risolta in un lampo lasciando poco spazio all'approfondimento dei personaggi, a partire dalla Donna Pantera (forse un riferimento a Pantera Bionda?) e i suoi uomini, scagnozzi o amanti che fossero. Sembrerebbe che almeno uno dei due fratelli "pantera" avesse una relazione con la donna, ma nessun particolare della storia è approfondito a dovere.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Non scrivo una "recensione" avendola già scritta in molti più esperti di me, mi limito ad osservare che nei Tex Giganti fino al N. 96 (quelli che ristampano le strisce) i finali sono tendenzialmente molto brevi e spesso frettolosi, come a volte i "prologhi" , notando questa particolarità leggendo le strisce di Tex ritengo che ciò sia dovuto a più fattori:

1) Il classico Cliffhanger al termine della striscia è più complesso da realizzare nei momenti finali

2) Il finale è spesso più didascalico e meno avventuroso, per questo accorciato, oggi spesso le ultime tavole sono dedicate a vedere per esempio la cittadina in cui tex ha debellato una banda di banditi che torna a fiorire, all'epoca si vedeva immediatamente Tex (+ eventuali pard) che si allontanava in sella al fido Dinamite.

3) Punto più personale: Delle avventure a fumetti cosi come  dei libri si "ama" più la fine che l'inizio.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 5 mesi dopo...

Seconda tappa del tour "Willer around the West".

 

Dopo la scoppiettante avventura di Pecos City, Bonelli ricollega in continuity una seconda storia alquanto breve ma decisamente diversa come ambientazione e tematica.

Abbandonati gli scenari cittadini, i due coraggiosi "pellegrini" fanno meta verso una location suggestiva e inquietante, ovvero il Monte Cattedrale dall'aspetto arcigno e pauroso.

 

Se poi il luogo ha la sinistra fama di non far far ritorno ai suoi visitatori, il quadro della situazione è completo.

 

Ma Tex e figlio imperterriti, non hanno affatto intenzione di farsi dissuadere da dicerie e superstizioni, e declinano pure il consiglio del capo indiano che accenna alla presenza di un dio maligno che uccide tra i contrafforti gli intrusi.

 

L'introduzione è alquanto intrigante e pure il susseguirsi di misteri nelle tracce e ripetuti agguati subiti, movimentano la lettura e aizzano la curiosità.

GLB escogita pure il colpo di scena della presenza di Lucky Sam, apparentemente uno sprovveduto cercatore d'oro incauto, ma che ben presto verrà smascherato da Tex. 

Non meno interessante la figura dei due fratelli indiani che addomesticano le pantere e danno un tocco esotico alla trama.

 

Purtroppo la seconda parte non mantiene le premesse, forse a causa della brevità della storia, e il mistero si scioglie facilmente e si viene a scoprire che il tutto è dovuto a una "normale" associazione a delinquere di alcuni bianchi che sfruttano i Comanches per grattargli l'oro.

I villain non vengono affatto valorizzati, in particolar modo la donna che impersona la "Sacra Pantera". Risulta estremamente esagerata anche la fretta con cui l'autore fa calare il sipario sulla loro presenza, (una vignetta e via!) con lo stesso Tex che lo specifica nel suo ultimo dialogo. :D

 

Storia piacevole da leggere, ma troppo esile per meritare più di una risicata sufficienza.

 

Per ciò che concerne i disegni, interessante notare l'accenno di presenza di alcuni retini (in una scena interna di una tenda indiana e nella vignetta "incriminata" della fallita fuga dei villain) e l'effetto notturno a linee fitte orizzontali (striscia 7 albetto "La gola segreta") che Galep userà molto nella tarda fase di carriera, anche nelle copertine.

 

Non mancano alcune stranezze grafiche:

- Il cinturone che Tex porge al figlio (striscia 9 sempre albetto "La gola segreta") sembra un po' troppo extralarge (stesso cuoio delle strisce che stringevano i polsi di Tex nella recente sfida mefistofelica? :D);

- La fiaschetta di acquavite che Sam porge a Mangas, oltre a sembrare più da trattoria campagnola, ha una dimensione tale da far sorgere un dubbio: dove la portava Sam visto che non c'è minimo accenno nelle vignette precedenti? Il mio voto finale è 6

  

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 3 mesi dopo...

Questa invece, oltre ad essere fondamentalmente un breve riempitivo, l'ho trovata poco ispirata (tant'è che l'avevo rimossa e non la ricordavo per nulla). GLB in verità mette sul piatto qualche idea interessante : la coppia di fratelli Comanche rinnegati sono un duo di villain di una certa presa, e l'idea delle pantere ammaestrate usate come armi non è affatto male. Siamo nel filone più ingenuamente avventuroso e "infantile", anzi, è questa una delle strisce in cui GLB più si avvicina al concetto di "fumetto per ragazzi" che gli è sempre stato un po' stretto. Qui c'è poca violenza, tanto ingenuo esotismo e ben due eroi-ragazzini ad aiutare Tex : il figlio Kit, e il comanche Piccolo Alce. La storia, per quanto semplice, però fa acqua da tutte le parti, e bisogna "venire a patti" con i guerrieri comanche più creduloni (basta una tipa vestita con pelle da pantera per bersi una storia totalmente campata in aria), imbelli e ignavi mai visti per accettare il tutto. Pure l'inganno di Lucky Sam, che si finge vittima di un agguato indiano stordendosi da solo, incappucciandosi e legandosi, sempre da solo, a dondoloni da una roccia, non sta obiettivamente in piedi. Per il resto, da segnalare poco o niente : l'abbigliamento di Mangas che confonde le tracce indossando zampe di pantera (a poche strisce di distanza dalla Banda degli Orsi), e la cattiva esotica (ovviamente bellissima) bardata da Pantera, che è una bella idea sprecata, sta in scena pochissimo e non fa praticamente nulla. C'è da dire che a fronte della povertà della storia, abbiamo invece un Galep in grandissimo spolvero, tra copertine (tutte meravigliose) e strisce in cui il suo stile è libero di giganteggiare, tra brulle ambientazioni rocciose riarse dal sole, e le magnifiche pantere cui dona slancio dinamismo e nobiltà. Da ravvisare inoltre l'uso, per il resto abbastanza infrequente di ombreggiature e retini, che aggiungono charme al tutto. Nel complesso, dunque : Galep strepitoso, storiella bruttina, ma ci sta.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.