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TWF - Tex Willer Forum

[15] La Montagna Misteriosa


Pedro Galindez
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Soggetto e sceneggiatura : G. L. Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Maggio 1961
Inizia nel numero 15 a pag. 56 e finisce nello stesso numero a pag. 130


Yaqui, folle sacerdote dei Figli del Sole, ultimi discendenti di una antica razza guerriera dedita ai sacrifici umani, che tengono in schiavit? la tribù dei Pima, fa una brutta fine: Tex interviene e guida gli schiavi alla rivolta.



? Sergio Bonelli Editore

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  • 2 mesi dopo...
  • Rangers

Bella storia del filone fantastico - avventuroso. Ottimi colpi di scena:

Come ad esempio il tradimento del Pima alla sua razza, e dall'altra parte di Tanor al Gran Sacerdote
La figura del Gran Sacerdote viene poi utilizzata successivamente per rappresentare il Coyote Nero. Bella la battaglia sul tempio, quando Tex e Kit gettano sui nemici pali e il simbolo del Sole di lamiera. Piccola nota alla trama impostata da Pedro Galindez:Yaqui, folle sacerdote dei Figli del Sole, ultimi discendenti di una antica razza guerriera dedita ai sacrifici umani, che tengono in schiavit? la tribù dei Pima, fa una brutta fine: Tex interviene e guida gli schiavi alla rivolta.? errato in quanto Yaqui è il capo dei Pima e non fa una brutta fine, mentre succede al Gran Sacerdote, di cui non viene dichiarato il nome, n° i legami di parentela con il capitano. :trapper: Tex e Kit in gran forma.
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  • 1 anno dopo...

Storia ben strutturata con ottimi colpi di scena (migliore delle due storie precedenti) per un racconto semplice ma simpatico. Curiosità:Ad un certo punto Tex dice: "sembrerebbe una sorta di ascensore". Sembra che abbia già visto, a metà del 1800, ascensori ultramoderni.

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  • Rangers

Curiosità:Ad un certo punto Tex dice: "sembrerebbe una sorta di ascensore". Sembra che abbia già visto, a metà del 1800, ascensori ultramoderni.

In questo caso se leggi la storia degli ascensori (Ascensori ), scopri che la prima applicazione pratica risale addirittura al 1857 a New York. Mentre il primo ascensore elettrico risale al 1880, messo a punto in Germania. In questa storia abbiamo una sorta di rudimentale ascensore, molto ingegnoso per la popolazione che abita all'interno della Montagna Misteriosa!! :trapper:
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  • 1 anno dopo...

Continuiamo a commentare.

Con questa storia G. L. Bonelli vira dal western tradizionale per entrare completamente in un sentiero che fino ad allora aveva solo sfiorato: quello del filone avventuroso delle valli nascoste e delle civilt? perdute e se permettete che lo dica, lo fa in modo decisamente gradevole ed intrigante.

1) Ad essere onesti, questa non è esattamente la prima volta che Tex si imbatte in un luogo del genere: gli era già capitato ne "Il mistero dell'idolo d'oro" (nn° 2/3) con gli Indios Blancos, asseriti discendenti di un gruppo di Aztechi in fuga dalle truppe di Cortez, ma in quell'occasione la cosa non venne esplorata a sufficienza.

2) Questa volta, invece, la fantasia di G. L. Bonelli ci presenta una vera e propria civilt? organizzata con una ben definita struttura sociale, politica e militare. Si tratta, in sostanza, di una teocrazia (ovvero di un regime in cui le autorit? religiose detengono anche il potere politico) dominata da un Gran Sacerdote del dio del sole, che esercita un potere ferreo sui suoi sudditi e sugli sventurati schiavi Pima, sostenuto dalle armi dei suoi soldati e dal potere superstizioso dei sacrifici umani. Interessante anche il fatto che la cittadella degli Aztechi sia separata dalle abitazioni dei Pima per essere stata costruita su pareti scoscese, accessibili solo tramite scale ritirate al tramonto. I dominatori non si mescolano ai dominati ed anzi si sollevano sopra di essi. Qui c'è materia per un'approfondita analisi sociologica e psicologica, alla faccia di chi dice che Bonelli non era un autore complesso .

3) Non so quanto GLB sapesse all'epoca della struttura militare degli Aztechi, ma a me personalmente l'organizzazione dell'esercito del Gran Sacerdote ha sempre ricordato l'Esercito Romano, modello che l'autore aveva di certo ben presente.

4) Interessante anche tutto il gioco di intrighi politici che GLB imbastisce in questa storia, con la divisione tra i giovani che aspirano a riforme, abbandonando tradizioni che considerano obsolete se non nefaste, e la generazione precedente che quelle tradizioni vuol conservarle ad ogni costo ed è convinta della lor bontà. Una metafora non troppo velata nemmeno per quei lontani anni 50. Come la pensasse Bonelli al riguardo, mi pare incontrovertibile.

5) Parlando del Gran Sacerdote, è evidentemente un personaggio carismatico e ben caratterizzato. Impressionante, per molti versi, la scena in cui ipnotizza Kit Willer, che anticipa analoghe e ben più impressionanti scene con Mefisto. Anch'io, fin dalla prima volta che lessi questa storia, rimasi perplesso dal look del Gran Sacerdote, che, in effetti, non ha nulla dell'Indio, a cominciare dal lungo barbone. Ciò nonostante non vi è alcun dubbio che sia uno di loro, considerata la parentela con il Capitano delle guardie. Non ci viene fornita alcuna spiegazione al riguardo. Si può sempre dar la colpa ai soliti tempi eroici, ma fino a che punto?

6) Che il look del Gran Sacerdote sia stato, poi, riciclato per il Coyote Nero non ci piove.

7) Il Gran Sacerdote decide di usare uno straniero per i suoi sacrifici umani. Grave errore: Kit Willer non è tipo da accettare supinamente il suo fato e Tex non è certo tipo da lasciar correte il rapimento del figlio. :colt:

8) Kit viene quasi sposato ad una giovane Pima. Non ci sarebbe molto da lamentarsi se il banchetto di nozze non fossero proprio gli ?sposi? e gli invitati gli avvoltoi. :lol2:

9) Nella migliore delle tradizioni di questo tipo di racconto, l'arrivo degli stranieri muta irrevocabilmente lo status quo. Nel caso specifico, non solo con l'abbattimento del dispotico regime del Gran Sacerdote, ma anche con la fine della schiavit? dei Pima e la loro probabile integrazione nel nuovo regime politico.

10) Se proprio vogliamo parlare di politica in Tex l'unico dato sempre e comunque incontrovertibile è questo: Tex è sempre contro qualsiasi forma di tirannia e sta sempre dalla parte di chi ricerca la democrazia. Per quanto mi riguarda non è una cosa da poco. :inch: clap

Anche qui la parte grafica è opera del duo Galep alle matite e Pietro Gamba alle chine.

In sintesi, una storia davvero molto piacevole.

  • +1 1
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  • 3 anni dopo...

Io sono per una via di mezzo, mi piacciono queste storie, ma devono essere sviluppate un pò meglio... mi è sembrata un pò tirata via, in ogni caso lettura piacevole ma niente di straordinario, i disegni di Gelep sono un pò al di sotto delle ultime storie precedenti...
Sceneggiatura: 6,5
Disegni: 7-
Tex: 6,5

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  • 7 anni dopo...

Bella storia, gran parte di ciò che serviva rilevare è stato già scritto. Ciò pertanto faccio soltanto rilevare che il modello di Galleppini per il Gran Sacerdote, abbastanza simile anche a Mefisto, è l'immagine del vecchio re Artù ne Il Principe Valiant allora pubblicato dalla mitica casa editrice Nerbini.

  • +1 1
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  • 6 mesi dopo...

Durante il pellegrinaggio dei due Willer nel sud-ovest, capita il casuale incontro con la variegata comunità che vive confinata all'interno della Montagna Misteriosa.

 

Prima storia di Bonelli che affronta questa tipologia di spunti e che, sebbene non trascendentale, si fa leggere con piacere.

 

Il giovane Kit fa presto a mettersi nei guai, non ubbidendo ai consigli dell'esperto padre: si fa rapire così dai misteriosi abitanti della montagna cava e rischia di divenire una vittima sacrificale. Tex non si fa crescere l'erba sotto i piedi e con notevole decisione, s'intrufola nella celata comunità e sfrutta a suo vantaggio i malcontento di alcuni giovani, che mal sopportano le regole del Gran Sacerdote.

 

Non meno importante l'apporto dei Pima, ingiustamente dominati e sfruttati dai Figli del sole e che Tex aiuterà a liberarsi dall'oppressione a cui sono soggetti.

 

Il piano di Tex è efficace e riesce a sopperire pure alle immancabili imprevisti del caso.

Da notare l'interessante figura del Gran Sacerdote che rappresenta una sorte di Mefisto ante litteram. Oltre a saper soggiogare con le superstizioni il suo popolo, il misterioso barbone (anche il sottoscritto trova che strida un po' la sua caratterizzazione grafica) è un abile ipnotizzatore e a tal proposito è davvero molto ben resa la scena dell'ipnosi al ribelle, con un primo piano di Galep, che a fissarlo con attenzione sembra davvero avere il potere di soggiogare la mente.

 

Molto folkloristiche le ambientazioni con templi e ponti levatoi, ma a pensarci bene i Pima avrebbero potuto facilmente bloccare gli avversari distruggendo il ponte e costringerli alla fame, ma queste sono piccole sottigliezze che rientrano nella sospensione d'incredulità, necessaria in una lettura di un fumetto.

 

Il comparto grafico del duo Galep-Gamba si rivela efficace come sempre e le azioni dei protagonisti sono sempre caratterizzate da un ottimo dinamismo.

 

P.s.  Per la prima volta il giovane Kit ha un "rapporto molto ravvicinato" con una bella fanciulletta ma rischia di divenire pasto per gli avvoltoi senza poterne rallegrarsene. Non sarà l'unica volta che Piccolo Falco fungerà da pretesto all'avventura con il suo rapimento nella saga: la sua effervescente caratterizzazione delle prime apparizioni verrà infatti pian piano stemperata e purtroppo, ben presto, il personaggio perderà molto appeal. Il mio voto finale è 7 

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  • 3 mesi dopo...

Storia del filone "esotico", di cui avevo un buon ricordo. A rileggerla, invece, si è rivelata una delusione. Le premesse sono buone, e l'ambientazione (il vulcano spento, con la cittadella dei tiranni rialzata a dominare questo "mondo fuori dalla storia") è ottima. Purtroppo il tutto è sciupato in uno svolgimento pigro : I Figli del Sole si rivelano un branco di incapaci totali da far rivalutare gli "Uomini Pantera" di un paio di storie prima, l'azione è sempre un po' casuale, e raccontata con più didascalie del solito, col risultato di "ingabbiare" il dinamismo di Galep. Si riprende un po' giusto nella striscia finale, coi Figli del Sole spiaccicati da Tex, Yaqui e Kit che lanciano loro cose addosso. Il re dei Figli del Sole rimanda a un'iconografia "celtica" o comunque nordica, e c'entra nulla con l'immaginario delle civiltà precolombiane. L'impressione è che di questo "In Viaggio con Papà" di Tex & Kit nel Sud-Ovest, GLB non ne potesse ormai più. Dalla prossima storia si ricomincia a fare sul serio...

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