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TWF - Tex Willer Forum

[576/578] Omicidio In Bourbon Street


ymalpas
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Voto alla storia  

94 utenti hanno votato

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<span style="color:red;">26 minuti fa</span>, valerio dice:

Non c'è dubbio che il lettore capisca quasi subito l'identità del vecchio di mezzanotte

 

Io non l'avevo capito. Comunque sì, Borden di lusso.

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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Io non l'avevo capito. Comunque sì, Borden di lusso.

Ma sai...piglia botte a destra e a manca ed è subito arzillo come un galletto. Io lo avevo fortemente sospettato quasi subito.

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  • 1 mese dopo...

Se ancora ce ne fosse stato bisogno, storie di qualità, come quella in questione, rappresentarono la prova lampante di quanto Boselli meritasse il ruolo di sceneggiatore leader nella serie. Essendo un grande estimatore della letteratura gotica in genere, l’episodio non poteva che riscuotere i miei più sentiti elogi, ma aldilà della mia valutazione soggettiva, la prova di Borden fu davvero superba. Già il soggetto brilla per originalità e interesse, ma è la perfetta sceneggiatura, curata in ogni dettaglio, a rendere il thriller con tinte horror una piccola perla compositiva. Il nostro ranger ha spesso varcato il confine della razionalità nella sua ultra settantennale carriera ma la classe con cui Boselli cesella la sua trama, creando una giusta miscela fra azione, esoterismo, suspense, colpi di scena, indagini sul filo del rasoio, il tutto con sullo sfondo una marcata venatura horror, rende “Omicidio in Bourbon Street” una storia quasi unica. La misteriosa sequela di omicidi che indirizzano le indagini verso un movente alchimistico, s’intreccia con l’azione di due gangster locali, che fiutano la possibilità di arraffare denaro. Sia Lagrange che la vecchia conoscenza Diamond Johhny si mobilitano interferendo nell’azione dei nostri nell’intento di poter mettere le zampe sul tesoro del leggendario pirata Lafitte, credendo che gli appunti di Raphael Tenebres, contenuti nei libri che i misteriosi killer stanno via via rubando, contengano il segreto per raggiungere il favoloso bottino. Tex e Carson affiancati da Nat e dall’enigmatico ispettore parigino Henry Carfax non si lasciano scoraggiare e proseguono la loro serrata indagine, fra sparatorie, passaggi segreti, trappole e pedinamenti, il tutto reso più misterioso dall’arcana presenza del “Vecchio di mezzanotte” un presunto spirito avvistato sui luoghi dei delitti. L’epilogo nell’inquietante Maison Estrahan è un condensato di tensione, pathos e sorprese. Si scopre l’insospettabile artefice della catena di delitti e il suo legame con i particolari indiani Choctaw, ma soprattutto si rivelano le sue motivazioni che non riguardano il bottino come auspicato dai boss, bensì la ricetta segreta per l’elisir di lunga vita. Ma il vero colpo di scena da manuale Boselli lo riserva  svelando l’incredibile segreto di Henry, alias Raphael Tenebres, nonché l’alchimista scopritore dell’elisir e condannato a una sorta di dannata immortalità. La soluzione del mistero si intuisce prima dell’epilogo, visto che l’autore dissemina nei primi due albi parecchi indizi in proposito, vedi la frase di Tex che spiega a Carson che il loro “collega” sebbene molto giovane possieda già uno sguardo esperto o la scena della rimozione della grata nella trappola sotto la locanda. Anche la facilità con cui Henry si rimette delle ferite è sospetta, ma la certezza la si ha nel terzo albo, quando il misterioso coprotagonista dimostra di conoscere perfettamente la Maison. Un finale davvero ad effetto che chiude un episodio davvero splendido. Ottima la performance di Tex e Carson, con il vecchio cammello che riesce anche a sfoderare le sue doti da incallito seduttore con Mercedes. Il vecchio ranger dipinto da Boselli sembra quasi un “Mimì Augello” molto più abile e affidabile! 😜🤣 A parte le battute, i nostri eroi sono perfetti e agiscono senza sbavature ed è un vero piacere vederli in azione. Il comparto grafico affidato alla coppia esordiente Bianchini & Santucci è ben curato e azzeccato per l’insolita tematica. Molto belle le scene nelle paludi e il sapiente uso dei neri rende parecchio nelle numerose sequenze “dark”. Unico neo, a mio avviso, la caratterizzazione incerta di Tex nei tre albi; non so perché ma non riesce quasi mai a convincermi, mentre Carson e Nat sono decisamente più che accettabili. Il mio voto finale è 9

  • +1 1
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Storia bellissima, per me tra le migliori di Boselli. Se devo trovare il pelo nell'uvo direi che la scena della grata e della ferita rimarginata a tempo di record danno indizi troppo chiari sull'identità del "vecchio di mezzanotte"

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<span style="color:red;">7 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Storia bellissima, per me tra le migliori di Boselli. Se devo trovare il pelo nell'uvo direi che la scena della grata e della ferita rimarginata a tempo di record danno indizi troppo chiari sull'identità del "vecchio di mezzanotte"

 

 

Dire che è voluto sa di spiegazione non richiesta? 😉  Non è un giallo alla Christie. In Tex che qualche lettore capisca fa  parte del gioco scoperto.

 

Comunque su uBC distrussero questa storia.

 

 

 

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, borden dice:

Dire che è voluto sa di spiegazione non richiesta? 😉  Non è un giallo alla Christie. In Tex che qualche lettore capisca fa  parte del gioco scoperto.

Comunque su uBC distrussero questa storia.

Possono dire quello che vogliono ma per me rimane una storia bellissima. Una delle tue migliori.

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  • 2 anni dopo...

Lunga storia in tre albi che parte da un buon soggetto e si sviluppa bene in uno scenario perfetto (New Orleans e il bayou circostante), mescolando il giallo (gestito "onestamente" da @borden, gli indizi per il lettore ci sono tutti) e la vena orrorifica/esoterica.

 

Gran girandola di comprimari più o meno importanti, un aspetto della scrittura di Boselli che io apprezzo molto, a partire dall'ottimo Carfax e alcune scene davvero classiche (l'assedio nella Maison è mirabile, ma tutta la parte con i Choctaw "subacquei" e i loro inquietanti e letali dardi avvelenati è incalzante).

 

Sorvolando sulle varie critiche alle "piccionaggini" di Tex e Carson (aspetto che non mi tange, probabilmente sono uno dei pochi che non legge Tex "per merito di Tex", e se gli eroi non si cacciano nei guai come fai a scrivere storie per 75 anni?),

il finale mi è parso un po' troppo rapido e non mi è piaciuto per nulla il clima da "tarallucci e vino" dell'utlima tavola con l'astuto Lagrange e la sua banda di canaglie.

 

Fino a mezz'ora prima ti volevano impiombare e ora ti fidi a cavalcare con loro nella palude e a tollerarli con la pseudo minaccia che "saranno sempre sotto controllo"? Si, sono simpatici, però... mah!

 

Passando alla parte grafica, è vero che il livello scende con il passare degli albi, ma tutto sommato il fatto che questa resti l'unica prova del duo Santucci-Bianchini (lo metto in quest'ordine dopo le recenti rivelazioni che attribuiscono al primo la maggior parte dell'opera) è un peccato, il potenziale c'era sicuramente.

 

In sintesi, voto complessivo 8.*

 

 

* Uso una "scala ridotta" dal 4 al 9, quindi è innegabile che la storia mi sia piaciuta, anche se non la reputo sicuramente la migliore di @borden :cowboy:

 

 

Modificato da Augustus McCrae
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