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TWF - Tex Willer Forum

Claudio Nizzi


ymalpas
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"Il ragazzo selvaggio", "Fuga da Anderville" e "La ballata di Zeke Colter"  sono indubbiamente tra le migliori storie di Nizzi e lo sono anche e soprattutto perché qui  non imita G.L. Bpnelli ma scrive a modo suo, con il suo stile. Nella terza addirittura berardeggia un po'  e gli riesce anche bene.:lol:

Va detto che Nizzi nelle sue dichiarazioni è un po' contraddittorio.

Dice che secondo lui l'impostazione di Boselli non va bene ma scrive due storie, "L'ultima frontiera" e "L'ultimo ribelle" che sono di quella tipologia.

Dice che Kit e Tiger sono difficili ad usare e se non ricordo male una volta ha parlato di Kit come il  morto nel gioco del tressette col morto. Eppure quando ha scritto storie rispettivamente incentrate su loro due li ha scritti e caratterizzati benissimo. Questo vuol dire che non è vero che non sa scriverli ma che semplicemente non vuole. Non è un problema tecnico ma ideologico , possiamo dire.

Gli viene più naturale l'impostazione classica dell'eroe e della spalla che è tipica dell'a narrativa avventurosa con cui è cresciuto e che comunque già allora non era l'unica combinazione possibile. Nel suo periodo peggiore ha anche dimenticato che la spalla non serve solo per i siparietti comici. Yanez non è comico, Tonto non è comico,, Java non è comico. 

Usare il quartetto è difficile?  Certo, perché bisogna ritagliare uno spazio per ciascuno di loro ma nel suo momento magico GLB ci riusciva senza fatica apparente. 

Ma lasciamo da parte le sterili polemiche, che Nizzi sia stato un'enorme risorsa per Tex ma è inutile ripetere a pappagallo che nei suoi primi dieci anni ha scritto cose bellissime, che non credo nessuno contesti seriamente, perché, invece i suoi ultimi dieci anni se non sono stati pietosi poco ci manca. 

Aveva grandi aspettative sul suo ritorno dopo aver letto  la sua storia breve sul Color, veramente piacevole ma "La Rupe del Diavolo" sembra avere i suoi vecchi difetti.. Vedremo se la seconda parte smentirà le mie preoccupazioni.

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<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

"Il ragazzo selvaggio", "Fuga da Anderville" e "La ballata di Zeke Colter"  sono indubbiamente tra le migliori storie di Nizzi e lo sono anche e soprattutto perché qui  non imita G.L. Bpnelli ma scrive a modo suo, con il suo stile. Nella terza addirittura berardeggia un po'  e gli riesce anche bene.:lol:

Va detto che Nizzi nelle sue dichiarazioni è un po' contraddittorio.

Dice che secondo lui l'impostazione di Boselli non va bene ma scrive due storie, "L'ultima frontiera" e "L'ultimo ribelle" che sono di quella tipologia.

Dice che Kit e Tiger sono difficili ad usare e se non ricordo male una volta ha parlato di Kit come il  morto nel gioco del tressette col morto. Eppure quando ha scritto storie rispettivamente incentrate su loro due li ha scritti e caratterizzati benissimo. Questo vuol dire che non è vero che non sa scriverli ma che semplicemente non vuole. Non è un problema tecnico ma ideologico , possiamo dire.

Gli viene più naturale l'impostazione classica dell'eroe e della spalla che è tipica dell'a narrativa avventurosa con cui è cresciuto e che comunque già allora non era l'unica combinazione possibile. Nel suo periodo peggiore ha anche dimenticato che la spalla non serve solo per i siparietti comici. Yanez non è comico, Tonto non è comico,, Java non è comico. 

Usare il quartetto è difficile?  Certo, perché bisogna ritagliare uno spazio per ciascuno di loro ma nel suo momento magico GLB ci riusciva senza fatica apparente. 

Ma lasciamo da parte le sterili polemiche, che Nizzi sia stato un'enorme risorsa per Tex ma è inutile ripetere a pappagallo che nei suoi primi dieci anni ha scritto cose bellissime, che non credo nessuno contesti seriamente, perché, invece i suoi ultimi dieci anni se non sono stati pietosi poco ci manca. 

Aveva grandi aspettative sul suo ritorno dopo aver letto  la sua storia breve sul Color, veramente piacevole ma "La Rupe del Diavolo" sembra avere i suoi vecchi difetti.. Vedremo se la seconda parte smentirà le mie preoccupazioni.

Considerazioni interessanti.

Allora, io non starei tanto a basarmi su ciò che dice Nizzi. Nizzi dice un sacco di cose. Il motivo per cui il libro di Guarino e certe interviste sono molto interessanti e non banali, è prioprio perchè siamo alle prese con un uomo che dice tante cose, a volte anche in contraddizione tra loro. In ogni caso è una lingua sferzante e proprio per questo può infastidire o essere al contrario interessante. Tuttavia non prenderei come vangelo quello che dice.

La verità, a me pare, è che nel corso della sua lunga carriera texiana, ha fatto di tutto. E' possibile trovare molte storie di pura maniera, ma è anche possibile trovare molte storie di grande originalità. A cominciare dai soggetti. A volte si dice che Nizzi non ha mostrato spesso coraggio nell'osare. E' vero solo in parte. Sono molte le storie in cui il soggetto è assolutamente stimolante. Pensiamo ad Anderville (originalissimo anche nello svolgimento), pensiamo al ragazzo selvaggio con una storia del tutto particolare. Pensiamo alla grande trovata della Tigre Nera. Pensiamo alla stupenda idea di raccontare il Tiger giovane in Furia Rossa (con risultati eccelsi). Pensiamo all'idea di narrare la storia nientemeno che di Custer. Pensiamo all'Ultima Frontiera. Pensiamo all'idea particolarissima che sta alla base de l'uomo senza passato. Ricordiamo ancora il bellissimo soggetto de le colline dei Sioux con tanto di spettacolare morte del capo indiano, portato poi con tutti gli onori. Ma anche in storie minori..penso alla belissima idea dei falchi assassini in attentato a Washington o a gli uomini che uccisero Lincoln, soggetto molto stimolante.

Sul quartetto...mah...ho detto qualche giorno fa che lo ha utilizzato spesso, e ho elencato una lunga serie di signore storie dove era presente il quartetto. A me pare un pò una favola questa che non sappia utilizzare il quartetto, magari basata sulle sue dichiarazioni su Kit (su cui la penso allo stesso modo, per intenderci). Comunque, dichiarazioni o non dichiarazioni, il quartetto è stato usato con successo svariate volte, addirittura facendo assurgere a protagonisti i due pard più "fragili" in alcune storie particolarmente riuscite.

Il quartetto è stato usato meno nel centinaio del 500, probabilmente per stanchezza, ma prima era ben presente e operante, anche se in molte storia c'erano solo Tex e Carson, come è avvenuto poi con tutti gli autori sostanzialmente. Un certo numero di storie a due c'è sempre stato.

Sulle aspettative: Anche a me era piaciuta molto la brevissima storia del color. Ma suvvia...si tratta di una storia di poche pagine, sulla quale farsi una idea mi pare pleonastico e complicato assai.

La storia di Kit al cappio è una storia normale, senza alcun guizzo. La cosa buona (non per me che non lo amo) è che ha messo Kit al centro della storia. Però è un soggetto abusato e sostanzialmente non rimane nella memoria.

Quella di Mezcali è una storia onesta anche quella, ma il soggetto è abusatissimo (anche da lui stesso) e anche qui non c'è nulla che la faccia rimanere in mente.

Un ritorno, stando a queste due storie, piuttosto anonimo.

La storia nuova non la conosco. Non leggo mai le storie a pezzi perchè da un albo non si può giudicare una storia. Spero vivamente di avere qualcosa di più sostanzioso.

Che aspettative ho sul ritorno di Nizzi? Da uno che ha scritto un pzzo di storia di Tex ci si aspetta sempre qualche zampata memorabile. Io penso che, più verosimilmente, avremo un discreto livello medio, ma difficilmente andremo molto oltre a questo. Nizzi andrebbe incoraggiato a trovare soggetti più audaci, forse. Un soggetto audace aiuta anche ad imbastire una storia memorabile. Lo ha fatto tante volte, perchè non provarci?

 

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Le storie di Nizzi si dividono in:
1) bellissime
2) belle
3) mediocri
4) insufficienti
5) brutte
Le mie preferite sono quelle bellissime, ma mi piacciono anche le belle.
Leggo anche le mediocri ma senza entusiasmo.
Le insufficienti non mi piacciono e detesto quelle brutte.

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<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, Letizia dice:

Le storie di Nizzi si dividono in:
1) bellissime
2) belle
3) mediocri
4) insufficienti
5) brutte
Le mie preferite sono quelle bellissime, ma mi piacciono anche le belle.
Leggo anche le mediocri ma senza entusiasmo.
Le insufficienti non mi piacciono e detesto quelle brutte.

Mounsieur De Lapalisse.😀

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Secondo me è innegabile l'importanza che ha avuto Nizzi nella crescita e nella prosecuzione della saga. Ha creato grandi personaggi, grandi storie, ha emozionato. Ha avuto molte battute a vuoto sicuramente e non mi aspetto "capolavori" futuri. Mi aspetto storie da 6 come media(quindi dal giudizio molto opinabile) tipo quella su Makua. Se gira bene qualcosa in più. Però se devo guardare al bicchiere quello di Nizzi è mezzo pieno senza dubbio. Poi sono reduce da La Congiura, la Tigre Nera e sto leggendo Furia Rossa quindi sono di parte in questo periodo 🙂

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

Mounsieur De Lapalisse.😀

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

Madame casomai.:D

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

Si, infatti.😂

I giudizi sono tutti opinabili, è vero, ma non essere d'accordo con me questa volta è dura.

😀😄😆

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<span style="color:red;">12 minuti fa</span>, Letizia dice:

 

 

I giudizi sono tutti opinabili, è vero, ma non essere d'accordo con me questa volta è dura.

😀😄😆

Impossibile, direi.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Diablorojo82 dice:

Secondo me è innegabile l'importanza che ha avuto Nizzi nella crescita e nella prosecuzione della saga. Ha creato grandi personaggi, grandi storie, ha emozionato. Ha avuto molte battute a vuoto sicuramente e non mi aspetto "capolavori" futuri. Mi aspetto storie da 6 come media(quindi dal giudizio molto opinabile) tipo quella su Makua. Se gira bene qualcosa in più. Però se devo guardare al bicchiere quello di Nizzi è mezzo pieno senza dubbio. Poi sono reduce da La Congiura, la Tigre Nera e sto leggendo Furia Rossa quindi sono di parte in questo periodo 🙂

Neanche io mi aspetto "capolavori" però qualche storia di alto livello la vorrei vedere.  Le ultime due prove di Nizzi (esclusa la storia attualmente in edicola quella non è ancora finita) sono state di un buon livello, però mi aspetto qualcosa di più da Nizzi nonostante l'eta.

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<span style="color:red;">13 minuti fa</span>, Il Maestro dice:

Neanche io mi aspetto "capolavori" però qualche storia di alto livello la vorrei vedere.  Le ultime due prove di Nizzi (esclusa la storia attualmente in edicola quella non è ancora finita) sono state di un buon livello, però mi aspetto qualcosa di più da Nizzi nonostante l'eta.

Il tempo sarà galantuomo come sempre però per me Nizzi ha già dato il meglio. Non mi deve dimostrare nulla e il bicchiere sarà sempre mezzo pieno. Incrocio le dita e spero tu abbia ragione. 

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On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

Ho letto con interesse tutta l’ultima decina di pagine. Da una parte dispiace vedere come i toni un po’ troppo accesi talvolta sfocino in attacchi personali, dall’altra nessun dubbio sul fatto che discussioni così sono il sale di un forum. Dall’esterno, mi sono molto divertito, forse anche perché io personalmente mi trovo in mezzo ai due grandi partiti, i pro e gli anti-Nizzi.

 

Ciao! Finalmente ho il tempo e la tranquillità per rispondere adeguatamente al tuo lungo post.

 

Ma una breve risposta l'avevo già data, il primo "+1" che ti è arrivato pochi minuti dopo che avevi postato, è il mio! :ok:

 

"ma come..." dirà qualcuno "...Diablero mette il +1 ad un post che nega le sue teorie complottistiche, e che sostiene invece che il crollo di Nizzi sia soprattutto un crollo totale dell'autore, praticamente bollito sin dal 400?". Beh, sì.

 

Prima di tutto l'ho messo perché fa piacere leggere su questo tema post articolati ed argomentati, invece delle solite tirate da tifosi calcistici.

 

E poi, perché devo dire che nel corso del tempo, mi sto sempre più ricredendo su certi punti, e mi sto sempre più avvicinando a tesi simili alla tua.

 

Onestamente, devo ammettere che l'idea che Nizzi lo facesse apposta, a riempire le storie di figuracce e umiliazioni per Tex, era basata praticamente solo su una cosa: LA MIA STIMA DI NIZZI COME AUTORE. (e l'ho sempre detto dall'inizio, anche se chi invece di rispondere preferisce dire che sono prevenuto ha sempre "stranamente" ignorato quelle parti). Non riuscivo a credere che lo stesso autore che aveva scritto storie che ricordavo bellissime potesse oggi (o trent''anni fa) non accorgersi delle figure da rimbambito che faceva collezionare a Tex. "È impossibile che un autore come lui non se ne renda conto, deve per forza farlo apposta", dicevo dieci-quindici anni fa quando postavo su Tex Willer Online.

Questa immagine che avevo di Nizzi con il tempo ha subito, e sta subendo, duri colpi. Il primo fu proprio l'infimo ultimo numero di Nick Raider, che hai citato, una roba quasi impubblicabile che non poteva certamente essere addebitato ad odio per il personaggio. Poi il leggere dopo anni che ne sentivo parlare le avventure di Larry Yuma, che ho trovato davvero un "nulla di che". Poi il ritorno di Nizzi su Tex in avventure (le primissime) dove Tex non era più umiliato, ma erano abbastanza scarse lo stesso. E infine il rileggermi dopo più di trent'anni "Fuga da Anderville" e un paio di altre storie di Nizzi dell'epoca, trovandole molto, molto inferiori a come le ricordavo.

Mi sono reso conto che in realtà, quello che voleva salvaguardare era la mia auto-stima come "giudice di buoni fumetti". Non volevo ammettere di aver preso una cantonata pazzesca con Nizzi all'epoca. Con il senno di poi, immagino che dopo anni del Tex isterico e pasticcione di Nolitta mi sarei aggrappato come un salvagente a CHIUNQUE avesse proposto un Tex almeno un po' più accettabile. E così è stato. E poi, quando quello stesso autore ha iniziare a scrivere storielline sempre più banali e svogliate, che si facevano notare solo per l'assurda quantità di figure di merda che collezionava il protagonista, mi sono trovato mille spiegazioni, probabilmente per non ammettere che la più probabile era semplicemente che non era più in grado di fare di meglio e che comunque se ne fregava.

 

(detto questo, mi fa un po' ridere come forumisti che trovavano inaccettabile la mia critica ben più benevola poi abbiano acclamato la tua che è davvero senza appello, mi sa che è mancata lo spiegone ripetuto tre volte...  :lol:  )

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

Non credo ci sia da parlare per nessun forumista di pregiudiziali verso l’autore, perlomeno in senso spregiativo, credo però che l'approccio di Nizzi si presti ad essere di per sé divisivo. Anzi, forse è proprio per questo che Boselli lo ha fatto tornare a scrivere Tex, perché una certa fazione radicale di lettori quella chiave di lettura l'apprezza e la considera la più classica dell’epoca moderna, mentre si sente sperduta di fronte a quasi tutte le altre. Mi sembra corretto che anche questo gruppo dai gusti così conservatori venga accontentato, ogni tanto, e che la gestione di un personaggio passi dalla volontà di raccontarlo secondo approcci differenti, talvolta anche contraddittori tra loro.

 

Parlando di fazioni di lettori, leggendo diversi post in cui altri forumisti dichiaravano che erano "cresciuti con il Tex di Nizzi" e parevano dare per scontato che Tex si facesse salvare sempre (o peggio, che non sembrano vedere la differenza fra l'essere salvati ogni singola storia ed essere salvati ogni tanto), o che erano convinti che le patatine fritte ci fossero sempre state, o che considrrano normalissimo che Tex giri con le manette, o che vedono Tex come "uno sbirro ligio ai regolamenti", ho realizzato una cosa abbastanza...   disturbante. (soprattutto perchè è collegata al rendermi conto di quanto sono vecchio, e quanto siamo vecchi in generale noi GLBonelliani):

 

L'ultima volta che un lettore di Tex ha potuto leggersi solo il "vero" Tex di GLBonelli, è stato nel 1975. Quarantacinque anni fa! Nel mondo del fumetto americano, che ama dividere i  fumetti in varie "ere" (Golden age, silver age, etc) c'è un detto: "the golden age of comics is twelve". Cioè, "l'età d'oro del fumetto è 12 anni", intendendo con questo sia che i fumetti sono (erano) letti soprattutto a quell'età, sia che il lettore tenderà a mitizzare i fumetti che leggeva a 11-13 anni. A parte la battuta, per me è vero che quella è probabilmente l'età in cui "fissiamo" la nostra "immagine mentale" di Tex: quando siamo abbastanza grandi da capire meglio le storie, comprese sfumature che prima ci sfuggivano, ma siamo ancora abbastanza giovani da sognare con Tex.

 

Se è così, le ultime persone che hanno potuto leggere coerentemente il Tex di GLBonelli a quell'età, oggi hanno almeno 55 anni... (e io purtroppo rientro in questa fascia...)  :old:

 

Queste sono le persone che rimangono perplesse di fronte ad un Tex "sbirro ligio alla legge e ai regolamenti", che gira con le manette. Questi sono quelli che si mettono ridere a sentire straparlare di come sia "impossibile scrivere storie con un protagonista che vince sempre".

 

E questa, mi pare di capire dai commenti (ma sarebbe magari utile un sondaggio al riguardo), è l'età tipica dei "Boselliani" del forum, visto che Boselli (che è cresciuto anche lui con quel Tex) ripropone, certo "ammodernato" nel linguaggio e con le ovvie differenza di stile, proprio quel Tex "originale" (ed è il primo a farlo dal 1975...)

 

I lettori più giovani, che ormai temo siano la maggioranza...  sono cresciuti prima con un Tex che passava da un mese all'altro dal modello GLBonelliano al Tex di Nolitta, quindi non hanno un immagine altrettanto coerente di chi sia Tex. Sono cresciuti con un Tex che gira con le manette, che strepita di rabbia impotente praticamente ogni storie, che è più ligio ai regolamenti che alla giustizia, che fondamentalmente fallisce sempre e chi si affida a lui finisce male. Ad un certo punto si affianca anche il primo Nizzi, e quindi per un breve lasso di tempo appaiono le storie di tre autori, aumentando l'incoerenza, ma Nizzi anche se recupera nel linguaggio il Tex di GLBonelli, come modello ha ancora lo "sbirro" di Nolitta (ed è anche comprensibile che faccia storie che siano più simili all'idea del personaggio che ha l'editore) virando sul "giallo"

 

I lettori che "avevano 12 anni con Nolitta" (1976-1985) sono quelli che oggi hanno dai 47 ai 56 anni, e sono TANTI, e temo che come dicevo prima siano quelli che sentono molto la mancanza di un Tex tragica figura che passa di sconfitta in sconfitta...

 

E quelli che hanno meno di 47 anni, anche se la cosa mi sgomenta un po'... sono arrivati a Tex con Nizzi, sono cresciuti con il Tex di Nizzi, leggono Tex perchè gli piacciono gli spiegoni, le botte in testa, il protagonista che viene salvato anche tre-quattro volte a storia da chi era venuto a salvare, storielle semplicissime e banali (e si vede come rimangono interdetti di fronte ad un personaggio dalla psicologia minimamente complessa), e gli sembra "strano" e "superato" il Tex di Bonelli...

 

(e chi ha iniziato con Borden come curatore? Sorry, no, non esistono lettori di Tex così giovani... :laugh:)

 

È una grossolana semplificazione tagliata con l'accetta? Certo, lo ammetto tranquillamente, è un discorso "per grandi numeri" che non tiene conto del fatto che siamo persone diverse, con gusti diversi, e che uno può aver iniziato con le ristampe, può aver letto i vecchi Tex in casa fino a quando è diventato maggiorenne, o magari già a quell'età preferiva fumetti di un altra epoca (come io a 12 anni preferivo le storie di Barks ristampate dagli anni 50 - anche se non lo sapevo - alle più "moderne" storie contemporanee). Non ha una grande validità se pensiamo di usarlo per capire cosa piace ad un singolo forumista. Ma se invece andiamo sui grandi numeri, per me anche una semplificazione così grossolana ha una sua validità.

 

E quindi si capisce perchè per tante persone, il Tex inutile e pasticcione di Nizzi è "il vero Tex", mentre il Tex di Bonelli è "superato" e quello di borden "è troppo difficile" (mi si potrebbe chiedere "e te ne accorgi adesso"? No, questo fenomeno l'avevo già notato. Non avevo fatto mente locale al fatto che il periodo nizziano è durato TRENTACINQUE ANNI, non è stata una parentesi, come la vedo io, per molti è "tutta la loro vita con Tex"... e il Tex "originale" di GLBonelli l'hanno letto - se mai l'anno letto - molti anni dopo e con minore attaccamento, non è il "loro" Tex ... i danni inferti al personaggio da questi 35 anni di Nizzi rimarranno per decenni...)

 

(ho scritto un sacco, non voglio rischiare di superare il limite di caratteri, intanto posto questa parte e poi proseguo)

 

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(proseguo la mia lunga e prolissa risposta a "Gulliver")

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

-La prima fase è quella coperta dalle copertine di Galep, diciamo, anche se credo che (generalizzando) al suo interno vi si possano distinguere altre due diverse fasi. Inizialmente, infatti, le sfumature da romanzo giallo sono tanto marcate che le storie di western hanno quasi solo la cornice: a salvarne, come storie di Tex, è il manierismo di andare a riprendere con insistenza vecchi nemici, vecchi amici, vecchie battute e vecchie trovate. E’ solo successivamente, direi dal 320 circa, che Nizzi acquista un’effettiva padronanza del genere western. Aumentano le storie con gli indiani, i nuovi nemici e si canonizza anche uno stile che guarda sì al GB dell’epoca d’oro ma insieme lo rinnova, involontariamente e probabilmente inconsapevolmente. Due differenze tra le altre, quelle che ai miei occhi più risaltano, sono la mancanza di atmosfere soprannaturali e una maggiore freschezza di sceneggiatura, che mi rende la lettura dei suoi Tex molto più leggera di quella dei Tex degli anni ’60/’70 ma ha un rovescio della medaglia nella mancanza d’epicità. Si crea, insomma, una nuova routine, uno stile neo-classico aggiornato ed efficace, con i suoi limiti ma ben nascosti. I risultati, in tutta questa fase dagli esordi al 400, sono perlopiù ottimi, in piena coerenza con i grandi risultati di Nizzi su Mister No e Nick Raider: gli anni '80 sono il culmine qualitativo dell'autore.

 

In gran parte concordo.  Un tempo forse avrei usato toni anche più entusiastici. Dopo le delusioni delle ultime riletture, non so, per giudicare meglio quanto del "buono" di quel periodo era reale, e dura ancora oggi, e quanto invece era dovuto al "momento storico" e al sollievo per il fatto che non era Nolitta, dovrei rileggerle, e non ne ho molta voglia, anche se probabilmente lo farò, almeno per le primissime, per capire quanto e se mi sia illuso all'epoca

 

(detto questo, se all'epoca valutavo Fuga da Anderville un capolavoro e oggi no, temo sia più affidabile il mio giudizio attuale, ora che ho una base di comparazione molto più ampia di quella che avevo trentacinque anni fa, e non ho più l'effetto di anni ed anni di storie di Nolitta a ingigantire chiunque arrivasse dopo...  insomma, non è che "le storie successive di Nizzi hanno falsato il mio giudizio" su quella storia, bensì mi hanno dato basi più solide per giudicarlo correttamente senza più l'onda del mio ingenuo entusiasmo dell'epoca)

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

-La seconda fase va dal ritorno di Nizzi a Tex dopo la crisi del ’93 alla tanto temuta mefistolata, che a me personalmente non dispiace ma che aprì gli occhi a molti sull’involuzione dell’autore. E’ un decennio, più o meno, caratterizzato da pochi alti, pochi bassi e molte storie mediocri. Ricordo al riguardo un commento sul vecchio forum che potrei quotare parola per parola, se ancora ci fosse: il topic credo fosse quello di commento a “Al di sopra della legge” (456/7), Tommaso forse l’autore. Vi si diceva, in sostanza, che le debolezze di quegli albi, e io direi di tutto il periodo, erano gli stessi che poi avrebbero caratterizzato il centinaio successivo, ma diversa era la capacità di nasconderli perché c’era una quota di mestiere ancora indubbio. Dunque si assiste a un impoverimento fortissimo delle soluzioni narrative, ma in costruzioni dove l’impianto generale ancora regge, la verosimiglianza rimane e le sceneggiature tappano ulteriormente le pezze. Concorreva poi a nasconderle anche una benevolenza ancora molto forte tra i lettori: Nizzi, come dicevo, fino alle delusioni del 500 e di Mefisto nelle varie fanzine online era perlopiù difeso, su UBC per dire andarono avanti a oltranza a parlare di sfida ad armi pari tra lui e Boselli, e generalmente chi si mostra critico su questo periodo lo fa a posteriori. D’altra parte, comprendo anche chi lo bocciò sin da subito, perché è qui che fa la comparsa una rilettura dell’universo texiano personalissima, che mescola a uno stile di sceneggiature che rimane ancorato a GB un concetto subdolamente filo-nolittiano (Tex e Carson diventano più fallibili che con GB, ma laddove Nolitta puntava quasi a fare degli anti-eroi organici con Nizzi si hanno solo degli eroi incapaci): le cause sono la maggior autonomia accordata a Nizzi nella casa editrice e il suo scarso feeling con Tex, l’effetto uno slittamento sempre meno silenzioso dei personaggi principali verso un sovvertimento dei loro caratteri naturali.

 

Qui inserisco una doverosa risposta anche a Leo e agli altri che hanno postato elenchi di storie di questo periodo chiedendomi cosa ne pensassi: ne penso male, e ne pensavo tanto male da allora, che non le ho mai più rilette, e non ho la minima intenzione di farlo in futuro (così come non leggerò mai le ultime storie di Nizzi di dieci anni fa prima del suo abbandono della serie, vivo molto meglio senza), e quindi non mi ricordo manco di che parlano.

 

"Ma... Diablero..." mi chiederanno i miei 5 lettori che hanno retto questo lungo post "...allora, se non te li ricordi, come fai a sostenere che Tex ci fa solo figure di merda?"

 

La domanda sembrerebbe legittima, ma il fatto è che da allora io già tenevo il conto!

 

All'epoca ero in un "giro" di appassionati di fumetti, quasi tutti lettori anche di Tex. Avevamo anche pubblicato un paio di fanzine, poca roba (preferivamo passare il tempo a giocare a carte e andare a donne, per questo ora non siamo famosi, anche se alcuni di noi effettivamente sono arrivati a lavorare professionalmente nel fumetto). Ed è nell'ambito di quel gruppo che ad un certo punto ci siamo resi conto, ancora prima del fatidico numero 400, di QUANTE botte in testa prendeva Tex, e quante volte si facesse salvare da chi era andato a salvare (e quante volte alla fine Tex avesse peggiorato la situazione)

 

Ad un certo punto, dopo il ritorno di Nizzi... iniziamo a tenere la conta! Di quante volte CONSECUTIVE una storia presentasse un Tex salvato da chi era andato a salvare, ridicolizzato, mostrato come stupido e impotente.

 

L'idea era di scrivere una lettera a Sergio Bonelli, alla fine, con le "congratulazioni per la prima volta in x albi in cui Tex vince", o di fare un articolo al riguardo su una fanzine.

 

Passano gli anni. Di fanzine non ne facciamo più, il gruppo si disperde, sempre meno di noi continuano a leggere Tex, mentre la maggioranza smette, disgustata dalle "nizzate" come abbiamo iniziato a chiamarle (quel termine nasce in quel gruppo prima che iniziassi ad usarlo su TWO). Ad un certo punto alcune lettere a Bonelli le scrivo lo stesso, lamentando il fatto che Tex venisse ridicolizzato in tutte le storie.  Non gli scrivo da quanto tempo perché ho perso il conto, sono passati anni, anni sempre in attesa della mitologica "storia di Nizzi in cui Tex non fa figure di merda". Non arriverà mai. (o meglio, è arrivata solo dopo il suo ritorno, pochi mesi fa, e nella storia successiva ha già ricominciato con Tex in mutande che chiede scusa)

 

Quindi, Leo (e tutti gli altri), capisci perché, pur non ricordando nulla di gran parte di quelle storie, sono sicuro che in nessuna Tex evita di fare quelle figure? Perché all'epoca probabilmente se fosse stata pubblicata una storia di Nizzi così, avremmo dichiarato festa e avremmo brindato con lo champagne...

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

icordo al riguardo un commento sul vecchio forum che potrei quotare parola per parola, se ancora ci fosse: il topic credo fosse quello di commento a “Al di sopra della legge” (456/7), Tommaso forse l’autore. Vi si diceva, in sostanza, che le debolezze di quegli albi, e io direi di tutto il periodo, erano gli stessi che poi avrebbero caratterizzato il centinaio successivo, ma diversa era la capacità di nasconderli perché c’era una quota di mestiere

 

Concordo abbastanza sul livello generale delle storie, ma sul vero e proprio massacro che stava subendo la figura di Tex... no, quello non c'era "mestiere" che potesse coprirlo.

 

(anche senza pensare che lo facesse apposta... un certo astio inconscio verso il personaggio almeno doveva esserci, va bene cercare la soluzione più semplice e banale, ma proprio sempre "Tex prende una botta in testa, si cala le braghe, e viene salvato da un bambino o da un vecchio paralitico" doveva scegliere?)

 

Credo che invece, da una parte per i "nizziani" più accaniti QUELLO ERA TEX, era il personaggio che avevano conosciuto e a cui erano affezionati, e magari si trovavano a disagio con il Tex di GL. Bonelli (su TWO alcuni nizziani deridevano apertamente le storie di Bonelli dicendo che erano "superate" perchè "poco realistiche"...). Altri semplicemente si leggevano le storie in maniera passiva, che Tex desse una botta in testa o la prendesse era la stessa cosa, non vedevano differenze. Altri ancora, probabilmente, come me non erano pronti ad accettare che l'autore che aveva "salvato" Tex si fosse ridotto così. La differenza era che io non potevo far finta di non vedere quello che leggevo...

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

Concorreva poi a nasconderle anche una benevolenza ancora molto forte tra i lettori: Nizzi, come dicevo, fino alle delusioni del 500 e di Mefisto nelle varie fanzine online era perlopiù difeso, su UBC per dire andarono avanti a oltranza a parlare di sfida ad armi pari tra lui e Boselli, e generalmente chi si mostra critico su questo periodo lo fa a posteriori. D’altra parte, comprendo anche chi lo bocciò sin da subito, perché è qui che fa la comparsa una rilettura dell’universo texiano personalissima, che mescola a uno stile di sceneggiature che rimane ancorato a GB un concetto subdolamente filo-nolittiano (Tex e Carson diventano più fallibili che con GB, ma laddove Nolitta puntava quasi a fare degli anti-eroi organici con Nizzi si hanno solo degli eroi incapaci)

 

Capisci perchè mi fa abbastanza ridere che i più noti filo-nizziani del forum abbiano esaltato il tuo post?  :laugh:

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

-La terza fase è quella del definitivo declino. Non è vero, come diceva Diablero, che il Nizzi post-’93 va preso tutto insieme perché ad essere andata in crisi era la sua volontà di rispettare le caratteristiche di un personaggio che non ha mai amato sino in fondo. Nel periodo della svolta post-500 non affonda più solo Tex: l'albo unico a colori d'epilogo per Nick Raider, personaggio creato dallo stesso Nizzi quasi vent’anni prima, è stato uno dei punti più bassi del fumetto Bonelli del nuovo millennio, e lì non ci sono volontà di rispettare il canone, poca congenialità o pigrizia che tengano. L’involuzione di quest’autore è dunque deflagrante, ed è un’involuzione tutta tecnica. C’è sì la lettura personalissima del mondo texiano già proposta negli anni precedenti, e che già mandava in bestia i lettori più legati al Tex eroe di GB, ma si moltiplicano anche le incongruenze e le sceneggiature si fanno sempre più logore e banali.

 

Come dicevo all'inizio, ormai mi sono dovuto arrendere anch'io all'idea che la crisi di Nizzi non lo abbia solo portato ad "odiare Tex", ma che davvero, il Nizzi post-crisi sia.. ancora in crisi, e via via sempre più grave, come qualità delle storie, Tex o non Tex (rimane incomprensibile la cocciutaggine della casa editrice nel lasciare su quel ruolo un autore sempre più palesemente inadatto. Oltre a  procurarci trent'anni di arrabbiature e di storie indecenti, quell'incomprensibile ostinazione ha molto rallentato il ricambio generazionale, e si vede oggi la carenza di autori per Tex causata anche da quella scelta autolesionista)

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

Contemporaneamente, dal 2002 in poi, nei forum si radicalizza il conflitto tra pro-Nizzi e pro-Boselli: quest’ultimo è in grado di proporre una versione aggiornata agli anni duemila del Tex tutto-eroe GBonelliano, che ha nell’epicità e nelle mancanze storiche di Nizzi i suoi punti di forza, l’altro invece è il paladino di quei lettori che del Tex di GB vogliono sia rispettata un’unità d’azione di sapore aristotelico e una routine seriale nelle sceneggiature cui Nizzi, effettivamente, sembra venire incontro.

 

NON concordo invece sull'idea dell'"unità d'azione di sapore aristotelico" di G Bonelli.  Semmai, la "telecamera fissa in diretta sul protagonista" è tipica di NOLITTA (vedi Zagor o Mister No per esempio, dove non vediamo quasi mai cosa fanno i "cattivi" e li scopriamo spesso insieme ai protagonisti nel corso della storia)

 

Le storie di G.L. Bonelli spesso iniziano con scene in cui vediamo solo i "cattivi", ambientate magari a lunga distanza e molto prima. O vediamo antefatti di decenni precedenti. L'azione si alterna fra gli eroi, spesso divisi e i villain.  Basta vedere le storie con Mefisto, i 4 pards divisi in scene separate di Black Baron, con Mefisto che pianifica ed è protagonista di molte scene (Mefisto tende a diventare lui il protagonista di quelle storie, facendo diventare Tex l'antagonista. Lo stesso avviene con la storia d'esordio di Yama), e poi l'intero albo dedicato praticamente in "esclusiva" a Yama mentre pianifica la sua vendetta, con Tex che si vede solo nelle ultime pagine.

 

O per citare un'altra storia di cui si è parlato recentemente, in "Diablero" la scena salta in continuazione prima fra un tempo passato con i primi attacchi, fino all'arrivo di Tex nell'azione, e poi si salta continuamente da Tex a Mitla a El Morisco e di nuovo a Tex (quando non si separa dai pards, e le scene diventano due per i due gruppi di pard) e di nuovo a Mitla e di nuovo ad El Morisco, componendo un mosaico in cui nessuno dei personaggi vede l'intero disegno, ma il lettore sì.

 

O come "il grande intrigo", che si svolge nell'arco di mesi, fra intrighi e anche qui i pards e i villain sparpagliati in posti diversi con sfide diverse.  O con "il giuramento", in cui passano quasi vent'anni fra la prima vendetta di Tex e l'ultima.

 

Insomma, l'intreccio delle scene, con salti di spazio, di tempo, di personaggi, l'uso di conoscenze parziali (Tex che affronta un alieno senza rendersene conto!) è MOLTO più sofisticata e complessa in GLBonelli che non in Nizzi e Nolitta.  Persino borden, forse per non "spiazzare" i lettori non più abituati a questa sarabanda di cambi di scena dopo tanti anni di "telecamera fissa" nizziana, non arriva a tale complessità.

 

On 4/27/2020 at 1:46 AM, Gulliver... said:

l confronto, tuttavia, è bacato in partenza, perché pone a confronto un autore nel pieno del suo vigore creativo a un altro ormai irrimediabilmente sul viale del tramonto. Poiché due differenti sono alla base i modi d’intendere Tex, il confronto non trova né vincitori né vinti, nonostante lo squilibrio enorme di qualità a favore dell’attuale curatore. 

 

Amen...  :cowboy:  :ok:

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Insomma, se ho ben capito, Diablero (che scrive post interminabili, ed è complesso arrivare in fondo, ma ora in quarantena c'è tempo), considera anche il primo Nizzi un autore mediocre che ha falsato totalmente Tex.

Mah, rispetto l'opinione ma non posso condividerla. Io vengo dal Tex di Bonelli. Ho cominciato a leggere Tex nel 1975 a due anni, perchè lo leggeva mio padre, e sono cresciuto col Tex di Bonelli. Quello di Nizzi l'ho proprio saltato e l'ho letto in blocco solo alcuni anni fa.

A me pare che il Nizzi iniziale sia assolutamente Texiano, anche al di là della qualità molto alta delle storie. Concordo su Nolitta, ma sul primo Nizzi assolutamente no.

Gradirei anche che Diablero la piantasse con la storia dei "fan di Nizzi". Si può apprezzare un autore senza esserne fan.

Se qualcuno dicesse a diablero che è un adepto dell'esimio curatore (come veniva chiamato Borden su TWO, perchè li erano democratici, sbeffeggiavano tutti), come reagirebbe?

Non è che se uno apprezza Nizzi è per forza un deficiente. Io non sono affatto nato con il Tex di Nizzi e quelle che lui chiama "botte in testa". Sono nato con Bonelli e ne vado fiero,perchè è il Tex originale. Eppure a me la Congiura o la leggenda della vecchia missione divertono moltissimo, e non le considero affatto inferiori alle migliori opere Bonelliane.

Respect.

P.S. La storia della combriccola di amici fanzinari che a un certo punto diventa una sorta di contatori degli errori di Nizzi è molto divertente. E la dice lunga sul fatto che l'amico Diablero si è immerso a lungo in gruppi dagli animi esacerbati verso il Matusa di Fiumalbo. Direi che non è il modo migliore per approcciarsi serenamente a un autore. A meno che non si pensi davvero che considerare Nizzi una sorta di usurpatore sia un dato oggettivo e non una qualunque opinione, del tutto soggettiva.

Modificato da valerio
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<span style="color:red;">22 minuti fa</span>, valerio dice:

 

Sono nato con Bonelli e ne vado fiero,perchè è il Tex originale. Eppure a me la Congiura o la leggenda della vecchia missione divertono moltissimo, e le considero affatto inferiori alle migliori opere Bonelliane.

 

Anche io sono cresciuto più o meno con la stessa situazione: vero che ho cominciato a leggere Tex nel 2001, ma prima ho letto diversi Tex di mio padre che erano sopravvissuti nella nostra casa di campagna (fascia 100-200), poi ho cominciato con le storie in edicola (dal 490 in poi), ma contemporaneamente leggevo anche la Nuova ristampa (dal 65 in poi), i Tutto Tex (dal 349 in poi) e i Tre stelle (dal 450 in poi); e prendevo molti Tex usati, soprattutto quelli dal 250 in poi e i primissimi numeri della serie. Recuperai i numeri 14-64 in Nuova ristampa tramite il mio edicolante anni dopo, quando già il mio interesse per Tex stava declinando e non mi vergogno di dire che molti non li ho neanche letti (cioè: mi vergogno, ma non posso farci niente. Mi riprometto sempre di leggerli, però :D ).

Insomma, io sono cresciuto col Tex... di GLB, Nizzi e Boselli. Anche con quello di Nolitta, ma proprio non lo sopportavo. Ah, all'epoca a malapena leggevo chi scrivesse le storie, quindi non mi facevo influenzare; però poi guardavo il tamburino e mi rendevo conto che a piacermi di più erano le storie di Gianluigi Bonelli. E stiamo parlando dei primi anni duemila! :D

Parimenti, ricordo che adoravo il Nizzi che trovavo sui TuttoTex e nei pacchi di fumetti usati, mentre quello degli inediti, con l'esclusione della storia di Custer, mi stancò abbastanza presto. Ricordo che, quando cominciai a leggere i nomi degli autori, se sul Tex inedito trovavo "Testi: Nizzi" istintivamente mi predisponevo a una lettura meno appassionante e divertente; mentre sugli altri Tex la stessa indicazione era garanzia di spasso e di una lettura piacevole.

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<span style="color:red;">4 minuti fa</span>, virgin dice:

 

Anche io sono cresciuto più o meno con la stessa situazione: vero che ho cominciato a leggere Tex nel 2001, ma prima ho letto diversi Tex di mio padre che erano sopravvissuti nella nostra casa di campagna (fascia 100-200), poi ho cominciato con le storie in edicola (dal 490 in poi), ma contemporaneamente leggevo anche la Nuova ristampa (dal 65 in poi), i Tutto Tex (dal 349 in poi) e i Tre stelle (dal 450 in poi); e prendevo molti Tex usati, soprattutto quelli dal 250 in poi e i primissimi numeri della serie. Recuperai i numeri 14-64 in Nuova ristampa tramite il mio edicolante anni dopo, quando già il mio interesse per Tex stava declinando e non mi vergogno di dire che molti non li ho neanche letti (cioè: mi vergogno, ma non posso farci niente. Mi riprometto sempre di leggerli, però :D ).

Insomma, io sono cresciuto col Tex... di GLB, Nizzi e Boselli. Anche con quello di Nolitta, ma proprio non lo sopportavo. Ah, all'epoca a malapena leggevo chi scrivesse le storie, quindi non mi facevo influenzare; però poi guardavo il tamburino e mi rendevo conto che a piacermi di più erano le storie di Gianluigi Bonelli. E stiamo parlando dei primi anni duemila! :D

Parimenti, ricordo che adoravo il Nizzi che trovavo sui TuttoTex e nei pacchi di fumetti usati, mentre quello degli inediti, con l'esclusione della storia di Custer, mi stancò abbastanza presto. Ricordo che, quando cominciai a leggere i nomi degli autori, se sul Tex inedito trovavo "Testi: Nizzi" istintivamente mi predisponevo a una lettura meno appassionante e divertente; mentre sugli altri Tex la stessa indicazione era garanzia di spasso e di una lettura piacevole.

Certo, capisco. Infatti non comprendo bene perchè Diablero continui a considerare ANCHE il Nizzi della prima fase, un autore indigeribile. Certo, è un suo gusto personale, basta che non pretenda di farne un dogma. Anche perchè penso sia l'unico qui dentro che non si diverte con Nizzi del terzo centinaio e di alcune storie del quarto.

La revisione fatta a posteriori, dicendo che all'inizio gli piaceva perchè si veniva da Nolitta, che evidentemente era ancora peggio di lui, e poi invece ha capito che anche quel Nizzi è un disastro è curiosa. Che il Tex del primo Nizzi prendesse botte in testa non mi pare dato oggettivo. Vorrei sapere dove prende botte in testa ne la congiura, in Sioux, ne la leggenda della vecchia missione, ne le paludi della Louisiana, nei predatori del Grande Nord eccetera. Invito magari Diablero a rileggersi queste storie con animo sgombro e gli chiedo poi di dirci se ne ha ricavato davvero queste impressioni. Anche perchè mi pare davvero l'unico che metta in dubbio la bontà del primo Nizzi, a questo punto.

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Invito Valerio a leggere con piu attenzione i post a cui risponde. Perchè sarà vero che è lungo e prolisso (e sono stato il primo a dirlo), ma mi rompo un po' le scatole a leggere "riassuntini di quello che avrei scritto" che dicono cose completamente diverse...  🙄

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablero dice:

L'ultima volta che un lettore di Tex ha potuto leggersi solo il "vero" Tex di GLBonelli, è stato nel 1975. Quarantacinque anni fa! Nel mondo del fumetto americano, che ama dividere i  fumetti in varie "ere" (Golden age, silver age, etc) c'è un detto: "the golden age of comics is twelve". Cioè, "l'età d'oro del fumetto è 12 anni", intendendo con questo sia che i fumetti sono (erano) letti soprattutto a quell'età, sia che il lettore tenderà a mitizzare i fumetti che leggeva a 11-13 anni. A parte la battuta, per me è vero che quella è probabilmente l'età in cui "fissiamo" la nostra "immagine mentale" di Tex: quando siamo abbastanza grandi da capire meglio le storie, comprese sfumature che prima ci sfuggivano, ma siamo ancora abbastanza giovani da sognare con Tex.

 

Il mio primo Tex, letto all'età di dieci anni, è stato La leggenda della vecchia missione. Ed è stato decisivo per la mia passione per Tex (e per Carson), confermo.

 

<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablero dice:

E quelli che hanno meno di 47 anni, anche se la cosa mi sgomenta un po'... sono arrivati a Tex con Nizzi, sono cresciuti con il Tex di Nizzi, leggono Tex perchè gli piacciono gli spiegoni, le botte in testa, il protagonista che viene salvato anche tre-quattro volte a storia da chi era venuto a salvare, storielle semplicissime e banali (e si vede come rimangono interdetti di fronte ad un personaggio dalla psicologia minimamente complessa), e gli sembra "strano" e "superato" il Tex di Bonelli...

 

Sono cresciuto con il Tex di Nizzi, sì. Dall' 88 (anno de La Leggenda della vecchia missione, appunto) al 94 ho letto praticamente solo Nizzi, recuperando anche le sue vecchie storie (ricordo che una delle prime che lessi fu I Delitti del lago ghiacciato, che mi piacque molto, poi Fuga da Anderville, La locanda dei fantasmi, I Cospiratori, Aquila della notte, ecc.). Più tardi sarebbero venute altre "storielle semplicissime e banali" come La Congiura, La Tigre Nera, Furia Rossa. Questa tua affermazione è apodittica, banalizzante e un tantino offensiva, Diablero. Non leggiamo Tex per gli spiegoni e per le storielle con cui siamo cresciuti semplicemente perché non erano storielle: tu ne fai un dogma, che tuttavia non corrisponde al vero :D 

 

<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablero dice:

E quindi si capisce perchè per tante persone, il Tex inutile e pasticcione di Nizzi è "il vero Tex", mentre il Tex di Bonelli è "superato" e quello di borden "è troppo difficile" (mi si potrebbe chiedere "e te ne accorgi adesso"? No, questo fenomeno l'avevo già notato.

 

Il Tex ironico ed eroico di Nizzi, direi. Tu dici che il tuo discorso vale per i grandi numeri e non per i singoli forumisti. Però io sono in questo forum da un po' di anni, e quasi nessuno corrisponde alla tua descrizione: cioè quella di amanti viscerali del loro "papà" texiano che di conseguenza pensano che Borden scriva troppo difficile. Io qui vedo una stragrande maggioranza che apprezza sia Nizzi che Boselli, pur cogliendone le evidenti differenze. Il manicheo, qui, sei tu (senza offesa, pard ;)

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablero dice:

Qui inserisco una doverosa risposta anche a Leo e agli altri che hanno postato elenchi di storie di questo periodo chiedendomi cosa ne pensassi: ne penso male, e ne pensavo tanto male da allora, che non le ho mai più rilette, e non ho la minima intenzione di farlo in futuro (così come non leggerò mai le ultime storie di Nizzi di dieci anni fa prima del suo abbandono della serie, vivo molto meglio senza), e quindi non mi ricordo manco di che parlano.

 

Hai spesso accusato Valerio di essere intervenuto su una storia che non aveva letto, ma qui tu rispondi a una mia domanda semplicemente non rispondendo: mi dici che quelle storie non te le ricordi e non hai nemmeno intenzione di rileggerle. Non ti sprono a farlo, se addirittura hai rimesso in discussione Fuga da Anderville non cambieresti certo idea con queste altre. 

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablero dice:

Quindi, Leo (e tutti gli altri), capisci perché, pur non ricordando nulla di gran parte di quelle storie, sono sicuro che in nessuna Tex evita di fare quelle figure? Perché all'epoca probabilmente se fosse stata pubblicata una storia di Nizzi così, avremmo dichiarato festa e avremmo brindato con lo champagne...

 

Io le ricordo tutte e le amo tuttora. Certo, ne ricordo l'impianto generale e la sensazione di benessere che mi diede la loro lettura. Non ricordo francamente se Tex facesse o meno delle figuracce. Ma questo aspetto, che tu e il tuo gruppo dell'epoca tenevate in gran conto, io non l'ho mai percepito come un grosso problema. E non perché io sia cresciuto "a pane e Nizzi" e non con GLB, ma solo perché ho sempre ritenuto normale che avversari tosti possano mettere in difficoltà il protagonista. Insomma, non potrei ora fare un'analisi minuziosa delle singole botte in testa prese da Tex, ma posso dire che non ho mai avvertito, con le storie di Nizzi, quel fastidio per te intollerabile. Mi potrai dire che non sono attento. E invece ti dico che quando, anni dopo, lessi Il Collonnello Watson, mi indignai per il fatto che Tex si fosse fatto tramortire dal colonnello durante la partita di biliardo: che Tex piccione, pensai! Non è questo il Tex che conosco io.  Questo per dirti che anche a me non piacciono le brutte figure, ma se mi ricordo di questa e non delle altre, è perché pur essendo io attento a questo aspetto, le altre non mi erano parse così scandalose. "Scandalosa" fu anche la ripassata presa per mano di O'Bannion nella storia di Medda, ad esempio, a riprova che le brutte figure me le ricordo, ma guarda caso non sono state scritte da Nizzi. 

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablero dice:

Come dicevo all'inizio, ormai mi sono dovuto arrendere anch'io all'idea che la crisi di Nizzi non lo abbia solo portato ad "odiare Tex", ma che davvero, il Nizzi post-crisi sia.. ancora in crisi, e via via sempre più grave, come qualità delle storie, Tex o non Tex (rimane incomprensibile la cocciutaggine della casa editrice nel lasciare su quel ruolo un autore sempre più palesemente inadatto. Oltre a  procurarci trent'anni di arrabbiature e di storie indecenti, quell'incomprensibile ostinazione ha molto rallentato il ricambio generazionale, e si vede oggi la carenza di autori per Tex causata anche da quella scelta autolesionista)

 

Qui siamo d'accordo, soprattutto sulle scelte autolesioniste della Casa Editrice. Che si riverberano anche sull'attuale situazione tanto che, guarda caso, la Casa Editrice per rimpiazzare Nizzi ha pensato bene di richiamare proprio... Claudio Nizzi :D 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<span style="color:red;">28 minuti fa</span>, virgin dice:

Ricordo che, quando cominciai a leggere i nomi degli autori, se sul Tex inedito trovavo "Testi: Nizzi" istintivamente mi predisponevo a una lettura meno appassionante e divertente; mentre sugli altri Tex la stessa indicazione era garanzia di spasso e di una lettura piacevole.

 

Questa è una sintesi equilibrata, che mi trova del tutto d'accordo, come anche quella di Valerio richiamata da Virgin. Altro che le storielle semplici e banali di cui parla Diablero: spasso e lettura piacevole come minimo per me. E a partire da un certo punto, predisposizione a non acquistare più l'albo se l'autore era Nizzi. Entrambe le cose. Non una sola delle due. 

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24 minuti fa, Diablero dice:

Invito Valerio a leggere con piu attenzione i post a cui risponde. Perchè sarà vero che è lungo e prolisso (e sono stato il primo a dirlo), ma mi rompo un po' le scatole a leggere "riassuntini di quello che avrei scritto" che dicono cose completamente diverse...  🙄

Ho preso un'ora di tempo e l'ho letto eh😂

Dove avrei frainteso?

1) All'inizio Nizzi ti piaceva, forse perchè venivi da Nolitta.

2) Dopo hai capito che ti piaceva solo perchè venivi da Nolitta e rileggendolo successivamente non ti piace più nemmeno all'inizio (vedi Anderville, che non ti piace più), perchè anche li prendeva botte in testa.

3) Successivamente il tuo gruppo di amici fanzinari (o quasi), ha preso a fare i conti degli "errori" del Nizzi.

4) il Nizzi post 300 non ti ricordi nemmeno più le storie perchè non le leggi, ma sei sicuro che siano molto brutte e piene di errori, perchè all'epoca li contavi.

5) Molti "fans" di Nizzi lo sono perchè non hanno letto Bonelli e sono nati texianamente con Nizzi.

 

Mi pare il sunto sia questo, no? Non è che voglio fare la perifrasi dei tuoi post, intendiamoci, è che sono lunghi e prolissi e vorrei, per poter rispondere approfonditamente, fissare i punti fondamentali. Sennò è difficile.

Comunque, e qui lo dico ufficialmente, non considero affatto Nizzi il mio vate, e non sono un fan. Sono un fan di tutti gli autori, quando scrivono storie che mi soddisfano. Come dice Leo, qua di Nizzi boys non ce ne sono, c'è gente che apprezza Nizzi e apprezza Boselli e gli altri. E che è in grado di criticare quando è il caso, anche. Se Diablero pensa di avere a che fare con dei Minus Habens può anche togliersi questa idea dalla testa. Qua dentro nessuno conosce Nizzi di persona (se non Monni, che non è certo un suo fan), nessuno ha il suo poster sulla spalliera, nessuno pensa che certe storiacce del quinto centinaio siano salvabili. Ma nessuno pensa che il Nizzi iniziale non fosse meno che un grande autore di Tex. Io sono prontissimo a sentire l'opinione di chi dice che la congiura è una ciofeca, ma me lo deve spiegare molto approfonditamente...

Modificato da valerio
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<span style="color:red;">11 minuti fa</span>, valerio dice:

2) Dopo hai capito che ti piaceva solo perchè venivi da Nolitta e rileggendolo successivamente non ti piace più nemmeno all'inizio (vedi Anderville, che non ti piace più), perchè anche li prendeva botte in testa.

 

Questa è la cosa che più mi sorprende, davvero... E comunque, credo che l'approccio di Diablero su Nizzi e sui suoi "fans" (se davvero ce ne sono) sia davvero troppo riduttivo.

 

Però, signori, non riprendiamo a litigare, Vi prego :D       

 

 

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<span style="color:red;">12 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Questa è la cosa che più mi sorprende, davvero... E comunque, credo che l'approccio di Diablero su Nizzi e sui suoi "fans" (se davvero ce ne sono) sia davvero troppo riduttivo.

 

Però, signori, non riprendiamo a litigare, Vi prego :D       

 

 

Macchè, la discussione è interessante, e se Diablero si mantiene su toni non troppo apodittici e sereni nessuno si mette a litigare, anzi.

P.S. Vorrei chiedere a Diablero se ha mai letto il Texone L'ultima Frontiera, o comunque se lo ha riletto. Nel caso fosse tra le storie che non si ricorda nemmeno più gli consiglio la lettura, sarei molto curioso di sapere poi che ne pensa.

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  • Sceriffi

Su un punto in particolare credo che Diablero abbia ragione: chi ha iniziato a leggere Tex da ragazzino, tenderà a "mitizzare" quelle letture giovanili da cui ha iniziato - chiunque ne fosse l'autore - perché, almeno è quello che succede a me, durante le riletture successive subentrano sempre elementi personali e soggettivi, ricordi e nostalgia. Ma è anche questo il piacere di riprendere in mano una vecchia storia.

 

Anch'io, come Virgin, sono cresciuto col Tex di GLB, di Nizzi e di Boselli :lol: Ho iniziato comprando in edicola il 401, era il lontano 1994; pochi giorni prima, il mio primo Tex era stato "La legge del più forte", recuperato in uno scatolone di mio padre. Da lì ho iniziato la lettura dell'intera serie, procedendo in parallelo con i vecchi Tex riletti in ordine cronologico, e con le nuove storie della fascia 400, in cui si alternavano Nizzi e Boselli.

Devo ammettere che non ho mai prestato troppa attenzione all'autore delle sceneggiature. Mentre mi divertivo a riconoscere i vari disegnatori storici che si alternavano nelle storie, forse non ero nemmeno consapevole che c'erano diverse persone che quelle storie le scrivevano. Me le gustavo, e basta. Sapete quando ho iniziato a fare attenzione al nome dello sceneggiatore sul tamburino? Proprio nella fascia 500. Ormai leggere quel "Nizzi" mi infastidiva, e anche qui mi ritrovo perfettamente con Virgin che si "predisponeva a una lettura meno appassionante e divertente". Ero talmente nauseato che negli anni successivi non ho mai ripreso quelle storie, quando rileggevo qualcosa di quella fascia stavo ben attento a scegliere le storie di Boselli e non di Nizzi. Tutto questo ben prima di iniziare a frequentare i forum; il giudizio me lo ero fatto da solo. E nonostante quel Nizzi fosse lo stesso Nizzi che mi aveva divertito con "La leggenda della vecchia missione" e "L'uomo con la frusta".

 

Cos'era che mi nauseava? Io, onestamente, non mi sono mai preoccupato del Tex piccione, dei cinturoni slacciati, del personaggio "tradito". Non credo nemmeno di averci mai fatto troppa attenzione. Quello che non sopportavo erano le sceneggiature. Terribili, vuote, senza idee, piatte, banali. Da un certo punto in poi, pur se con qualche sempre più rara eccezione, le sceneggiature sono diventate il trionfo della banalità. E qui mi ricollego ad un post precedente di Diablero, che notava come in questo periodo la produzione di Nizzi fosse pure aumentata rispetto al periodo pre-crisi! Per forza: sono pagine scritte col pilota automatico, senza guizzi, senza lo sforzo di inventarsi qualcosa; se si arriva a un punto di stallo, ci mettiamo un origlione e facciamo andare avanti la trama; se manca qualche pagina per arrivare alla fine del secondo albo, aggiungiamo un bello spiegone; e così via... Per me, il problema non era il "tradimento" del personaggio, che non era più il Tex di GLB; il problema erano le storie, che erano storie brutte.

 

E proprio per questo - adesso dico una cosa forte :capoguerra: - a me il Tex di Nolitta è sempre piaciuto! E questo (per smentire Diablero) nonostante io non abbia certo iniziato a leggere Tex con Nolitta, ma è stato forse l'ultimo autore a cui sono arrivato. Sono belle storie! Non fanno cagare! :lol: E, forse, all'epoca mi facevo molte meno pare e quello che mi bastava era la lettura di una bella storia ;)

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