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TWF - Tex Willer Forum

[579/580] Vendetta Per Montales


ymalpas
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Voto alla storia  

75 utenti hanno votato

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Storia che non mi ha convinto molto. Dopo una prima parte piuttosto interessante, si brucia nella seconda. I misteri della miniera sono risolti troppo facilmente. A tal proposito non mi va già la figura di Riccardo: costruito come se fosse quasi una citazione di Gollum, e io sono rotto e strarotto delle citazioni e parodie su quest'ultimo. Oltretutto c'è un incongruenza narrativa su di lui.

A un certo punto il texano di Nacho (non ricordo il nome) gli spara colpendolo e facendolo cadere nel fiume. Poi però Riccardo riappare facendo cadere le campane in testa a Nacho. Come diavolo ha fatto ad arrivare l'? doubtAmmesso che si sia salvato sia dalla pallottola (che comunque l'ha colpito) che dalla corrente del fiume (poco probabile perchè quando capita a Tex che Montales, si salvano solo grazie ad Anita), non capisco perchè rimanga così in forma, senza mostrare alcun danno e ferita. :bisonte:
Oltretutto non mi è andata già la maniera con cui Boselli si è sbarazzato dei personaggi. Si era già trovato con personaggi da gestire ma li faceva uscire di scena con classe, con un tocco di spessore. Qui invece no, spariscono tutti in sparatorie improbabili.
Il texano muore in uno scontro con Tex, quando ha dalla sua parte alcuni pistoleri (che comunque non valgono niente) e per di più Tex è praticamente allo scoperto. Si becca una pallottola e basta, senza qualcosa di spettacolare ma in uno scontro improbabile; vabb? che Tex è il migliore ma preferisco fare a meno di tutte queste forzature).
L'unica morte interessante è quella di Nacho. Come se non bastasse i comprimari buoni sono tutti odiosi: dalla figlia di Fulgencio al giovanotto che non capisco come faccia ad arrivare l', visto che ci sono già i pistoleri di Nacho. E ancora non capisco la spiegazione sul massacro con la valanga (mi fa venire in mente la tragedia del Vajont, chissà che Borden non abbia tratto ispirazione da l').
Perchè Nacho dice che fu Montales ad ideare il piano, quando poi quest'ultimo dice di essersi opposto con tutte le forze e poi ancora si dice che in quel periodo lui era fuori dalla banda? Insomma, perchè Montales accetta di essere nominato come complice di un massacro quando non è assolutamente vero?
Storia decisamente sopravvalutata (nonostante gli ottimi disegni di Piccinelli. Non capisco la positiva recensione di UBC, che aveva visto un po' male il capolavoro "Omicidio in Bourbon Street". :blink: Nota negativa per Boselli. VOTO: 5 (un voto in più per i disegni di Piccinelli) ::P:
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  • 1 mese dopo...

Mi ero dimenticato di un'altra scena orribile. grrr Mi riferisco a quella in cui il bandito che passa dalla parte di tex (ma poi sul serio, Tex non fa altro che dargli del tabacco e quello diventa un amicone tanto da tradire i suoi companeros) si becca un colpo in pieno e poi continua a prendere la mira con calma e uccidere altra gente. Una scena assurda e piuttosto imbarazzante. :malediz...

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  • 1 anno dopo...

Concordo sostanzialmente (anche se non su tutto) con John sulle forzature, le incongruenze, le situazioni improbabili che presenta questa storia. La salvo (non attribuendole un 5, come fa lui, ma un 6,5, comunque al di sotto degli standard cui Borden mi ha abituato) per il primo albo, che a mio parere è veramente da urlo: uno dei più bei albi di Tex. Nel secondo anche secondo me brucia troppo, tradendo le aspettative che il primo albo aveva fatto schizzare alle stelle. Piccinelli straordinario: quando torner? su Tex?

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...

Concordo sostanzialmente (anche se non su tutto) con John sulle forzature, le incongruenze, le situazioni improbabili che presenta questa storia. La salvo (non attribuendole un 5, come fa lui, ma un 6,5, comunque al di sotto degli standard cui Borden mi ha abituato) per il primo albo, che a mio parere è veramente da urlo: uno dei più bei albi di Tex. Nel secondo anche secondo me brucia troppo, tradendo le aspettative che il primo albo aveva fatto schizzare alle stelle. Piccinelli straordinario: quando torner? su Tex?

penso quest'anno nella storia sul ritorno di El Morisco nella serie regolare scritta da Mauro Boselli.
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Se vi ricordate nel primo albo Tex si rammenta del suo primo incontro con Montales (cfr. "Fuorilegge"), Tex lo cerca affinch? riceva aiuto per catturare delle spie. Bene, da qui si sa il motivo del primo incontro, un neofita lo può apprendere in questo punto, secondo me è stato peccato non menzionare (sempre per i nuovi lettori) che le spie erano Mefisto e la sorella Lily e non proprio due spie qualunque. Che ne pensate?

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  • 2 anni dopo...
  • Collaboratori

Di tanto in tanto, quando il tempo me lo consente, mi sistemo davanti alla collezione "bis" di Tex per scegliere una storia da rileggere. Ora, con le vecchie storie, lette e rilette, l'occhio scorre veloce sui titoli nella vana speranza di trovarne una che sia sfuggita, miracolosamente, a una rilettura: il responso è ormai, ahimé, definitivamente negativo. La voglia di leggere uno o due albi di Tex è però tanta, per cui punto gli occhi sulle storie che possiamo definire, forse impropriamente, recenti, cioè quelle degli ultimi 10 o 15 anni, che di solito ho letto nel momento dell'uscita in edicola e che ho poi riposto sullo scaffale senza più metterci mano.

 

Questa settimana la rilettura è stata quella di quest'avventura che vede Tex e Montales di nuovo fianco a fianco contro un avversario più fanatico che pericoloso. La ricordavo poco! La prima di Piccinelli (se non erro), una storia corta che avrebbe tratto maggior respiro dai tre albi, un primo albo più che buono e un secondo albo che tradiva un po' le aspettative: questi in estrema sintesi i miei ricordi.

 

La rilettura dei due albi ha confermato il sentimento che questa sia una signora storia, corposa, senza inutili momenti morti, ricchissima di contenuti, cioé una storia come quelle che in Italia solo Mauro Boselli riesce a scrivere. Non ce n'è per nessuno, njessuno degli altri autori bonelliani mi sembra capace di raggiungere queste vette e questi pregevoli risultati in una storia dove non mancano comunque delle pecche.

 

Il primo e forse unico appunto degno di nota riguarda la deviazione del fiume che inonda e sommerge di detriti una valle con la forza dell'aqua che solo l'esondazione di un  lago avrebbe potuto ostentare. Forse il demerito è qui tutto di Piccinelli, ma quel fiumiciattolo sembra proprio una forzatura.

 

Per il resto la storia si conferma di notevole levatura, godibilissima lettura, perfetta l'entrata in scena dei tre pards e anche il rapporto di amicizia tra Tex e il mangiatortillas, che avevo giudicato dieci anni fa troppo buonista, scivola via senza destare fastidio. In definitiva una piccola grande storia che ho rivalutato ampiamente e che merita di essere ricordata tra i piccoli gioielli della serie.

 

 

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  • 1 anno dopo...

Mi trovo più di anno dopo nella medesima situazione in cui è venuto a trovarsi Sandro nel post precedente, con la differenza che la rilettura mi è stata ispirata dall'esilarante scambio di battute tra Wasted e Boselli di qualche giorno fa.

Di certo non sono nelle migliori condizioni per godermi una storia di Tex: troppi impegni che mi assorbono a fondo, sicché non ho potuto permettermi una lettura lenta, soffermandomi vignetta per vignetta come ho cominciato a fare nel corso degli anni, ma mi sono dato a una lettura più vorace e veloce, come da bambino.

Che dire? La storia mi ha piacevolmente intrattenuto, con i diversi passaggi logicamente più deboli che non mi hanno per niente disturbato. Sarà che nel corso degli anni ho smesso di trattare i fumetti come testi letterari, chiedendo loro un semplice svago più rispondente alla loro natura, ma almeno che le forzature non siano tali da sconfinare nel grottesco tendo a trattarle con benevolenza.

Simpatica la vicenda, suggestivo il contesto, buono il ritmo; affascinante la storia dei Villahermosa che, a dispetto delle diverse forzature, colpisce la fantasia e lascia il lettore piacevolmente a immaginare, ciò che in ultima analisi è il regalo più grande che una storia possa fare ai lettori.

Mentre leggevo il primo albo mi è venuta voglia di rileggere "Spedizione in Messico" dello stesso Boselli, non so perché. L'ambientazione messicana è per me la più affascinante fra tutte quelle caratteristiche della serie di Tex. Se ne avrò il tempo, me la rileggerò prossimamente.

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  • 7 mesi dopo...

la storia inizia in modo lento, ma molto western.

Tex sotto falso nome si fa arruolare nella "pidocchiosa armata" (copyright Willer) di Nacho Gutierrez, un desperado ex companero di Montales. Il (ex?) gobernador (e qui sta un po' l'anello debole della trama) è tornato fuorilegge per poter incastrare l'ex socio che, sembra, lo possa in qualche modo ricattare per via del massacro che venti anni prima Nacho stesso aveva provocato con la deviazione del fiume che aveva raso al suolo la tenuta dei Villahermosa (la cosa strana è che Montales all'epoca non faceva più parte della banda di Nacho e gli stessi Villahermosa erano a conoscenza della sua innocenza...)

Detto questo, ho trovato intrigante la discesa nella miniera e molto azzeccate le figure del campanaro mezzo matto e della bellissima Anita Villahermosa (forse troppo properosa :P).Ho trovato solo un po' fuori luogo la figura del cowboy texano Rei. Lieto fine (d'obbligo) e ben misera figura del "dictator" Nacho...

Cosa secondo me non va: far agire Tex sotto falso nome e falsa identità è un'escamotage forzato: poteva funzionare con Gilas, quando Tex era ad inizio carriera, ma ora il trucco è un po' inverosimile. 

Viceversa, non mi sono dispiaciute le figure dei due mangiatortillas che diventano da subito Amigos del nostro. Forse il ravvedimento di Lope è un po' forzato, ma si può spiegare col carisma di Tex.

il finale, con l'arrivo dei federales che fanno piazza pulita dei bandidos superstiti ma che in fin dei conti non sono determinanti per la vittoria dei Nostri è un clichè di Borden , già usato con successo ne "Gli Invincibili" e ne "El Supremo"

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Che dire! Il Tex di Boselli é fantastico.

Il soggetto non é molto originale, Tex che fa l'infiltrato si é visto più volte, ma la sceneggiatura é assolutamente straordinaria. L'inizio da film western con Tex che avanza lentamente a cavallo, la presentazione dei due pistoleri (a proposito, ho l'impressione che Boselli, per le loro figure, si sia rifatto a Gary Cooper e Burt Lancaster di un film western di cui non ricordo il titolo; anche in quel caso i due si alleavano con dei banditi messicani, se non ricordo male),Tex che dà dimostrazioni di forza a più riprese, sia con loro che, successivamente, contro quel forzuto.
Col secondo albo si perde un pò, ma rimane comunque un'eccellente storia.
I disegni di Piccinelli sono spettacolari.
Voto alla storia: 8,4
Voto ai disegni: 9,5

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  • 1 anno dopo...

Reduci dalla splendida tripla boselliana col pirata alchimista, l’aspettativa per il ritorno di Montales sulla regolare lievitò smisuratamente. Ammetto però che personalmente rimasi un po’ deluso; la prova non fu insufficiente ma non del livello che mi sarei aspettato, considerando pure il periodo di buona ispirazione dell’autore. Il primo albo trasuda western da ogni vignetta e si lascia leggere con piacere, il secondo assume un ritmo narrativo vertiginoso ma evidenzia alcune debolezze di un soggetto, a mio modesto parere, non solidissimo. Un vizio di fondo lo individuo nel controverso ruolo di Montales nella storia. Dai suoi trascorsi da desperado è plausibile che possa aver frequentato amicizie poco raccomandabili come Nacho Gutierrez, ma è dura pensare che abbia potuto avallare e partecipare a un’ignobile azione nei confronti del paese di San Raphael per depredare l’oro dei Villahermosa. Borden, ovviamente, col proseguo della trama specifica al lettore che il governatore all’atto dell’odioso crimine era già fuori dalla banda e si oppose al piano, ma a tal punto il presunto ricatto di Nacho che induce il messicano a tornare fuorilegge, in cosa consiste? La logica porta a credere (come di fatto sarà) che Montales si infiltri nella banda solo come un “cavallo di troia” per permettere ai soldati di sgominare il clan criminale e troncare sul nascere i sogni di gloria del sedicente dittatore, ma Nacho come fa a non sospettare un piano simile appena riaccoglie il vecchio compagno, che nel frattempo è diventato un’importante carica istituzionale? Si fida forse dell’antica amicizia, ma se così, perché ricattarlo? Altro aspetto strano, come mai Montales, in previsione della sua pericolosa missione, non studia con Tex un piano di collaborazione e lascia nel dubbio l’amico sulle sue reali intenzioni? Il nostro eroe di spontanea volontà si fa arruolare nella banda sotto falso nome per vederci chiaro, correndo seriamente il rischio di essere riconosciuto visto che ai tempi della rivoluzione a fianco di Montales era divenuto alquanto famoso. Ma Gutierrez non sospetta nulla e contrariamente alla sua feroce fama, sembra quasi ingenuo. Facendola corta: uno spunto di soggetto pirotecnico ma che lascia qualche dubbio a mio modo di vedere. L’azione e il divertimento non mancano e ciò per merito della consueta abilità in cabina di regia di Boselli che compone una sceneggiatura a tratti scoppiettante. A sorpresa ma strana, la presenza tra le macerie dei reduci dei Villahermosa. Mi viene da chiedere come mai abbiano aspettano tanto tempo a recuperare il loro oro e si apprestino a farlo, guarda caso, appena Nacho e sgherri si prefiggono a fare altrettanto. Perché starsene chiusi come topi se la via di fuga dai sotterranei c’è e la usa Montales per avvisare i soldati? Piccole incongruenze che mi hanno un po’ infastidito ma per il resto la lettura dell’episodio è gradevole e alcune trovate, come l’amicizia del bandito con Tex, sono apprezzabili. L’epilogo con Nacho che rimane schiacciato da quelle campane (che sembrano voler simboleggiare il suo rimorso) lo trovo molto bello e a effetto, ma è indubbio che con una cura maggiore sul soggetto, la prova boselliana poteva essere di ben altra caratura, così la reputo sufficiente ma sotto i suoi consueti standard. Con la storia in questione debuttò sulla saga uno dei disegnatori della nuova leva che preferisco e già dalla prima opera mostrò tutto il suo talento. Piccinelli è un grande artista che ricorda vagamente il grande Villa, ma riesce comunque a mostrarsi sempre molto elegante e con stile alquanto raffinato. Peccato che i suoi molteplici impegni, non ultimo il ruolo di copertinista su Zagor, non gli permettano di essere più presente sulla serie, ma ogni volta è sempre un grande piacere. Il mio voto finale è 6  

Modificato da Condor senza meta
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Caro Condor, anche stavolta siamo d'accordo. Come per Lupe, di questa storia ho adorato il primo albo e ho sinceramente detestato il secondo, perché tutto quello che tu hai sottolineato mi ha guastato il piacere della lettura non solo del secondo albo, che trovai del tutto insufficiente, ma anche di quel portento che era stato il primo albo, e la cosa mi dispiacque non poco...

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<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Ci sono si alcune storie di Boselli che partono con un primo albo strepitoso e poi nel secondo ti lasciano non del tutto soddisfatto.

 

Per la verità ben poche. Come ho scritto, faccio personalmente fatica a trovare storie di Boselli che non mi piacciano, e se consideriamo la mole di avventure che ha scritto, il dato è abbastanza sorprendente. Questa è una di quelle, nonostante un bellissimo primo albo, e fa parte di un club che non supera le dita di una mano.

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Sono d'accordo, l'unica storia di Boselli , anzi  è solo il secondo albo che non mi è piaciuto, perché il primo è strepitoso è Il ritorno di Lupe. Quello che volevo dire è che alcune storie che comunque si contano sulle dita di una mano mi avevano dato delle aspettative molto alte nel primo albo, che poi nel secondo sono un po calate, rimanendo comunque storie molto belle.

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<span style="color:red;">16 ore fa</span>, Leo dice:

Caro Condor, anche stavolta siamo d'accordo. Come per Lupe, di questa storia ho adorato il primo albo e ho sinceramente detestato il secondo, perché tutto quello che tu hai sottolineato mi ha guastato il piacere della lettura non solo del secondo albo, che trovai del tutto insufficiente, ma anche di quel portento che era stato il primo albo, e la cosa mi dispiacque non poco...

In effetti, il soggetto presenta punti non chiari che alimentano alcune perplessità durante la lettura. Capita di rado con Boselli, che di solito è molto attento e preciso con gli snodi della trama. Sebbene la storia si faccia comunque leggere, a mio avviso simili "debolezze" minano il valore complessivo della prova e lasciano un tantino delusi. C'è pure da dire pard, che Borden ci ha da sempre abituato troppo bene e da lui ci si aspetta sempre il massimo. Mica facile accontentare una platea così eterogenea ed esigente! 😀  

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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Sebbene la storia si faccia comunque leggere, a mio avviso simili "debolezze" minano il valore complessivo della prova e lasciano un tantino delusi.

 

Simili debolezze a me personalmente compromettono irreversibilmente il piacere della lettura.

 

<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

C'è pure da dire pard, che Borden ci ha da sempre abituato troppo bene e da lui ci si aspetta sempre il massimo. Mica facile accontentare una platea così eterogenea ed esigente! 

 

Su questo nessun dubbio. Come ho scritto sopra, ritengo che Borden abbia scritto un numero di storie a mio avviso non belle sorprendentemente basso. Ha un tipo di scrittura generoso e onesto, non fa il compitino per farsi pagare le tavole un tot al chilo, scrive in modo appassionato e ha grande rispetto per il lettore, è una caratteristica che gli si deve riconoscere. Ripeto poi che coniugare tutta quella quantità con tutta quella qualità è a parer mio stupefacente. Non si può però sempre piacere a tutti, è praticamente impossibile. Stavolta è toccato a me, stimatore semifanatico di Borden, non apprezzare. Scorrendo questo topic, peraltro, non siamo in tanti a criticare questa storia, e per la verità anche questo mi sorprende un po' :D  

 

  • +1 1
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Il problema di questa storia è il ruolo di Montales...

Il Vecchio Leone è appannato, con gli anni è diventato ormai un burocrate onesto ma troppo "affezionato alla sua poltrona di governatore".il suo ruolo nella serie regolare è ormai legato indissolubilmente a quello di "Deus ex machina" o a colui che chiama Tex e i pard affidando loro una missione pericolosa che lui non riesce a gestire direttamente perché impegnato a Chihuahua o a Mexico City...

In tale situazione,mi duole dirlo,ce lo ha messo Nizzi nella sua splendida "doppia Messicana" (prima in "la Taverna sul Porto" poi ne "L.uomo con la Frusta"),dal momento che Montales diventa proprio dopo tale storia un gobernador:c è comunque da dire che GLb lo aveva già lasciato nel dimenticatoio da un sacco di numeri...In seguito le sue apparizioni sono state sporadiche e Bos prova in tale avventura a dargli un ruolo da guerrigliero "di ritorno" che non riesce in modo pieno e convincente.

Avventura che è viziata secondo me proprio dal limite di tale personaggio,un ex guerrigliero istituzionalizzato, che fatica a riprendere le sue caratteristiche primogenie... secondo me lo ritroveremo in splendida forma nella serie Tex Willer...d altra parte è il destino di tutti i grandi desperados e caudillos nascere dinamitardi e morire pompieri una volta istituzionalizzati...

Storia per il resto con omaggi a Gilas (anche qui troviamo il Greaser che diventa amico di Tex)e per il ruolo da infiltrato nella banda.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

Il problema di questa storia è il ruolo di Montales...

Il Vecchio Leone è appannato, con gli anni è diventato ormai un burocrate onesto ma troppo "affezionato alla sua poltrona di governatore".il suo ruolo nella serie regolare è ormai legato indissolubilmente a quello di "Deus ex machina" o a colui che chiama Tex e i pard affidando loro una missione pericolosa che lui non riesce a gestire direttamente perché impegnato a Chihuahua o a Mexico City...

In tale situazione,mi duole dirlo,ce lo ha messo Nizzi nella sua splendida "doppia Messicana" (prima in "la Taverna sul Porto" poi ne "L.uomo con la Frusta"),dal momento che Montales diventa proprio dopo tale storia un gobernador:c è comunque da dire che GLb lo aveva già lasciato nel dimenticatoio da un sacco di numeri...In seguito le sue apparizioni sono state sporadiche e Bos prova in tale avventura a dargli un ruolo da guerrigliero "di ritorno" che non riesce in modo pieno e convincente.

Avventura che è viziata secondo me proprio dal limite di tale personaggio,un ex guerrigliero istituzionalizzato, che fatica a riprendere le sue caratteristiche primogenie... secondo me lo ritroveremo in splendida forma nella serie Tex Willer...d altra parte è il destino di tutti i grandi desperados e caudillos nascere dinamitardi e morire pompieri una volta istituzionalizzati...

Storia per il resto con omaggi a Gilas (anche qui troviamo il Greaser che diventa amico di Tex)e per il ruolo da infiltrato nella banda.

 

Sono d'accordo con te. Eppure anche per Jim Brandon poteva valere lo stesso discorso. Anche lui era stato ridotto a mero pretesto ultimamente, ma Boselli è riuscito a ridare lustro al personaggio con una storia indimenticabile. E' vero che Brandon, non essendo uno scaldasedie ma ancora un uomo d'azione, si presta più facilmente a essere ripescato dalla naftalina, ma è altrettanto vero che Boselli è riuscito a renderlo protagonista non per la carica che ricopre, ma per una situazione intima del suo passato. In effetti la stessa cosa che ha tentato di fare qui, non riuscendovi. Però io da Borden mi aspetto sempre tantissimo, per cui non dispero che anche per Montales possa esserci un grande ritorno da protagonista.  

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Montales secondo me è ormai troppo istituzionalizzato... è difficile da rendere come coprotagonista...a meno di non sfruttare il filone della congiura militare golpista Messicana... Brandon per me è nettamente più interessante ma essendo anch egli istituzionale,non è facilmente utilizzabile...

Modificato da Barbanera
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  • 1 mese dopo...

Storia piuttosto dibattuta questa, che ha diviso in detrattori e plauditores.

Devo dire che mi ha molto divertito. La noia non aleggia mai, nemmeno per un istante. Specialmente il primo albo, quello con meno azione pirotecnica, è davvero molto buono. E lo rende tale una sceneggiatura che porta il lettore ad appassionarsi al modo in cui Tex e Montales possano riuscire ad inserirsi nella banda senza farsi "beccare". D'altra parte il soggetto è molto stimolante e fino alla fine del primo albo mantiene le promesse.

Nel secondo atto il divertimento continua, ma le scene inverosimili sono davvero troppe. Il tipo che suona le campane, la ragazza che fa il fantasma, Gutierrez che fino alla fine non sospetta nulla, Tex supereroico quasi che persino con pistole puntate si salva in tutti i modi immaginabili, il tipo che diventa amico di Tex (bel personaggio, tra l'altro) che viene sparato a morte e continua a uccidere avversari come niente fosse. Insomma, la tendenza "rambesca " di Borden si fa sentire.

Tuttavia la storia si legge con grande passione. E non annoia. Che non è mica poco.

Piccinelli molto bene, grande artista.

Borden 7+

Piccinelli 8

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  • 4 mesi dopo...

Allora...Storia che sicuramente non annoia ma che per me è da 6. Il Boss mi ha abituato molto bene e con il primo albo aveva costruito una trama interessante. La storia di San Rafael, un Montales "schiavo" del passato, Tex da infiltrato, i misteri delle campane. Qualche personaggio non mi ha convinto per niente (Ray il texano) e globalmente la seconda parte del secondo albo scivola via velocemente con un susseguirsi di sparatorie più o meno slegate fra loro. Sfiziosa la morte di Nacho con campane, campanaro ed Fulgencio Villahermosa. Sempre piacevole rivedere Montales. Le promesse del primo albo per  me non sono state mantenute. Piccinelli molto bravo e da fan di Villa non può che piacermi.

 

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