Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[410/411] Orrore!


bressimar
 Share

Voto alla storia  

50 utenti hanno votato

Non sei abilitato/a a votare al sondaggio o a vederne i risultati. Si è pregati di collegarsi o iscriversi per poter votare in questo sondaggio.

Messaggi consigliati/raccomandati

Storia insolita, soprattutto per il taglio decisamente giallo/noir dato da Medda, che d'altro canto ha saputo tratteggiare egregiamente i contorni e le sfumature dei personaggi, comprimari o semplici macchiette, che popolano un contesto in cui nessuno sembra essere davvero quel che appare. Azzeccata anche la scelta di inserire nella vicenda una sottotrama convergente con la questione principale, che ha reso ancor più difficile il già non facile incarico che Tex ha deciso di accollarsi.

 

Anche Tex, probabilmente, è stato lievemente differente rispetto al Tex che ci siamo abituati a vedere in azione: un po' più "disinvolto" e meno formale del consueto con il gentil sesso (vedasi quando interagisce con le prostitute del saloon), ma al contempo forse con le idee meno chiare circa le persone che lo circondano rispetto agli standard abituali, che lo vogliono invece giudice quasi infallibile di uomini. D'altro canto, nella circostanza in questione il Ranger ha avuto occasione di dimostrare ancora una volta di possedere non comuni doti di investigatore, peculiarità che magari non emerge spesso nelle avventure più classiche.

 

Unica nota a mio parere stonata - e sono nuovamente concorde con Barbanera ;) - l'impressionante metamorfosi di Herbert Addison rispetto alla precedente apparizione, avvenuta solo sette albi addietro: in Bande rivali apparì goffo ed imbranato, e nemmeno un gran cuor di leone per quanto svelto di lingua, viceversa in Orrore!, per quanto ancora un po' impacciato in alcuni frangenti, è invece apparso assai risoluto e coraggioso, pronto a ribattere con chiunque ed a cimentarsi in sparatorie senza pensarci due volte, dimostrando peraltro un'insospettabile abilità nell'uso delle armi da fuoco. Davvero un cambiamento repentino in un lasso di tempo relativamente breve, l'unica spiegazione plausibile è che la vita frenetica e tutt'altro che soporifera di una metropoli dell'Est come Philadelphia lo abbia indotto a darsi una veloce sveglia.

 

Resta, comunque, una storia molto godibile ed interessante, ben illustrata da un tratto decisamente ad hoc come quello del grande e compianto Letteri.

Modificato da juanraza85
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 3 mesi dopo...

Seconda ed ultima storia di Medda per Tex.
Sembra quasi che l'Autore avesse in mente due soggetti diversi e li abbia messi insieme per costruire questa piacevole, anche se insolita, storia. Insolita perché il thriller non é tra i generi che ricorrono frequentemente in Tex, anzi forse é la prima volta. Ci sono state storie horror, altre incentrate sulla magia, ma mai di questo genere.
Però la storia riesce e supera, nel mio gradimento, la precedente di Medda, che invece era un puro western.
Medda semina indizi su tutti gli altri comprimari, ingenerando sospetti sugli stessi con rara maestria. Si arriva persino a dubitare di Nebraska, dopo aver dubitato del barman, del commesso dell'emporio, di La Rue, ed infine del giornalista. Di tutti tranne che del vero colpevole.
A tutto questo deve aggiungersi la sottotrama western, purtroppo - questa - mal preparata e costruita, senza una minima caratterizzazione dei personaggi.
Quelli che fanno cilecca, invece, sono i disegni di un Letteri ormai alla fine della sua carriera artistica.
Voto alla storia: 7,3
Voto ai disegni: 6,5

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

Seconda ed ultima storia di Medda per Tex.
Sembra quasi che l'Autore avesse in mente due soggetti diversi e li abbia messi insieme per costruire questa piacevole, anche se insolita, storia. Insolita perché il thriller non é tra i generi che ricorrono frequentemente in Tex, anzi forse é la prima volta. Ci sono state storie horror, altre incentrate sulla magia, ma mai di questo genere.

 

Dimentichi "La locanda dei fantasmi/La porta chiusa" (301-302)

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 7 mesi dopo...

Seconda e ultima prova di Michele Medda sulla regolare. Come avvenuto all’esordio, l’autore sardo spiegò le vele della sua fantasia alle correnti dell’innovazione, che spiravano allora sulla serie del famoso ranger, tirando fuori un thriller avvincente con uno spunto di soggetto, quello del killer seriale, piuttosto inedito per la saga. L’episodio si mostra ben scritto e congegnato; con molta abilità lo sceneggiatore guida il lettore fra le pagine, sviandolo con maestria e inducendolo a sospettare man mano dei vari personaggi che affollano la trama. A turno i sospetti cadono sul violento proprietario del saloon, sul becchino, sul commesso dell’emporio, passando pure dal vice sceriffo Nebraska e addirittura su Herbert Addison, tornato sulla serie dopo pochi numeri, ma su questo ravvicinato ritorno mi soffermerò più avanti. Merito di Medda è proprio quello di riuscire a celare fino all’ultimo l’identità del folle killer e spiazzare tutti col colpo di scena finale: sfido chiunque a sostenere di aver intuito il colpevole prima dell’epilogo! :laugh:  Non male il ruolo di Tex che, nei panni di sceriffo a "tempo determinato", conduce, con buona dose di acume investigativo, le indagini relative ai misteriosi omicidi e fronteggia facilmente l’assalto di Holden, prepotente di turno a dire il vero poco caratterizzato. Proprio il boss locale è il protagonista della sottotrama che funge più che altro di riempitivo alla vicenda e per sparigliare le carte, visto che proprio per colpa dei suoi sgangherati sgherri, il lettore finisce col stimare e parteggiare per la figura dell’emancipata e coraggiosa Sally, subendo un contraccolpo notevole alla resa dei conti. Dato il discreto esito anche di questa prova, stupisce che a Medda non venne più data occasione di continuare il suo lavoro sulla saga, forse il suo stile innovativo e i suoi spunti di soggetto arditi, non tranquillizzarono Bonelli, sempre attento a tutelare la tradizione del personaggio nelle vesti di editore, un po’ meno in quelle di sceneggiatore. Elencati i fattori positivi della storia, mi soffermerò su quegli aspetti che mi hanno convinto un po’ meno. In primis l’idea di recuperare il giornalista Addison, evidentemente creatura cara all’autore, e trasformarlo di colpo da piedidolci imbranato a spalla perfetta per Tex. Questa scelta mi ricorda vagamente ciò che fecero le sorelle Giussani con Gustavo Garian all’esordio di Diabolik, dove il giovane rampollo da vittima al primo episodio, diviene di colpo investigatore privato e braccio destro di Ginko per svariati numeri. Una simile leggerezza narrativa, se nel caso del personaggio dell’Astorina può essere perdonata trattandosi di un’ingenuità figlia delle origini della testata, stona un po’ in una serie rodata e pluridecennale come quella di Tex. Simpatiche le varie macchiette disseminate nella narrazione (vedi per esempio il barbiere mio conterraneo :D) e la figura di Nebraska come vice di Tex, ma il sottoscritto comunque sente la mancanza di Carson in storie come questa, inutile girarci intorno. Anche la ripetitività di alcuni dialoghi salta subito all’occhio: una bella frase antirazzista sul colore del sangue pronunciata da Nebraska, viene sciupata dall’autore quando la fa ripetere pure alla giovane prostituta. Qui un piccolo editing sarebbe stato utile <_<. Pure l’analogia con Jack lo squartatore, nata forse da un veto della redazione al soggetto originale, finisce con l’apparire un po’ forzata. A mio avviso la trama avrebbe funzionato anche senza questa premessa, che suona solo come un espediente per ricacciare dentro la figura del giornalista detective Addison. Letteri mostra un lieve calo qualitativo e paga forse una sceneggiatura poco adatta alle sue caratteristiche stilistiche. Concordo perfettamente con chi prima di me sostiene che una storia simile, affidata a un disegnatore più “dark” avrebbe reso molto di più in termini di pathos e impressioni visive, purtroppo non avremo mai la controprova. Oltre questa considerazione, non si può non notare che alcune tavole cominciano ad apparire approssimative e alcuni errori anatomici più ricorrenti; nel complesso la prova grafica rimane ancora sufficiente ma il tratto del grandissimo disegnatore romano, sarà destinato a regredire inesorabilmente nelle prove successive. Il mio voto finale è 7

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...
On 24/2/2013 at 11:39, Leo dice:

Altro significativo contributo di Medda, altra storia a mio parere bellissima. E' un thriller per nulla scontato, sicuramente, come detto anche da molti di voi, una storia di rottura, e forse qualcuno l'ha ritenuta eccessiva. Io ho l'amaro in bocca: le due storie di Medda potevano essere il prologo di un felice connubio artistico, ed invece il tutto è morto l'. Mah!

Quotone in toto. Riletta dopo molti anni, mi è piaciuta come la prima volta. Voto 9 alla storia, 6 ai disegni.

 

P.s. Potete non crederlo, ma io l'assassino l'avevo scoperto :P

Modificato da Loriano Lorenzutti
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Due sono i limiti della seconda e ultima prova di Medda sulla serie regolare di Tex: il tratto del disegnatore cui la storia è stata affidata, che mal si attaglia a un noir con tinte forti; la figura di Herbert Addison, che, ritornato in scena fin troppo presto, si mostra molto evoluta rispetto alla prima comparsa.

 

La vicenda narrata si allontana decisamente dai canoni texiani: uno dei due temi, quello del serial killer, è abbastanza insolito per una storia western. Ma, essendo rimasto un unicum  nella serie, ci può stare.

 

Sicuramente la sceneggiatura è ben congegnata, addensando via via i sospetti del lettore sui cari personaggi, peraltro molto ben calibrati. Tex, per l'occasione in solitaria, è ben centrale e determinato. Il colpo di scena finale non guasta.

 

Il voto finale è un 8 quasi pieno.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">17 ore fa</span>, F80T dice:

La vicenda narrata si allontana decisamente dai canoni texiani: uno dei due temi, quello del serial killer, è abbastanza insolito per una storia western. Ma, essendo rimasto un unicum  nella serie, ci può stare.

A me ne vengono in mente almeno un altro paio nella serie...

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">6 ore fa</span>, gilas2 dice:

A me ne vengono in mente almeno un altro paio nella serie...

 

Se ti va di rivelarmele, me le vado a rileggere (o a leggere per la prima volta, se non l'ho già fatto)

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">7 ore fa</span>, F80T dice:

 

Se ti va di rivelarmele, me le vado a rileggere (o a leggere per la prima volta, se non l'ho già fatto)

 

N. 301, "La locanda dei fantasmi"
poi mi pare ce ne siano altre ma così su due piedi non mi vengono in mente

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 7 mesi dopo...

Storia alquanto insolita che ricorda in piccola parte "La locanda dei fantasmi" ma, secondo me, gode di una sua originalità.

La tematica poliziesca qui è decisamente preponderante rispetto al solito canovaccio western e trovo che Medda riesca a trasmettere molto bene lo sgomento e il terrore difronte ad omicidi così efferati.

E, soprattutto, riesce a tenere nascosto l'assassino sino alla fine (io ero fuori strada completamente).

Rispetto alla precedente storia "Bande rivali" ho decisamente apprezzato di più questa storia, che trovo appassionante sebbene esca dai canoni texiani.

Ma qui sta la bravura di Medda che non perde mai di vista nella sceneggiatura la centralità di Tex e riesce a renderlo credibilissimo anche in questa storia dalle tinte noir.

Personaggi di contorno simpatici e ben rappresentati. Come già detto da altri Herbert Addison è tutt'altro rispetto alla precedente storia, dove l'avevo trovato alquanto insopportabile.

Probabilmente l'aria del West l'avrà maturato :D

Riguardo ai disegni di Letteri a me sono piaciuti come al solito... forse sono stato poco attento ma non ho trovato difetti evidenti e, secondo me, la storia sfrutta bene le sue caratteristiche (ricordo che anche nella "Locanda dei fantasmi" mi convinse molto).

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 2 anni dopo...

L’ultima divagazione di Medda su Tex ci regala una storia inconsueta, con il nostro ranger in trasferta solitaria in Colorado.

Cominciamo col dire che la storia mi è piaciuta, la trama principale è una vera e propria detective story, con la parallela e classica storia western del prepotente locale da mettere in riga utile più che altro a definire i personaggi secondari e ad aggiungere un po’ di azione all’investigazione.

Non manca qualche piccolo difetto, ad esempio l’evoluzione del giornalista rispetto alla storia precedente è un po’ troppo repentina e la figura del capobastone locale decisamente sfumata, ma gli altri personaggi (tra cui l’ottimo Nebraska) sono ben definiti, e il mistero rimane fitto fino al colpo di scena finale, perché Medda è molto bravo a spostare di volta in volta l’attenzione sui diversi soggetti, rendendoli tutti piuttosto sospetti e credibili come potenziali serial killer.

La vox populi riporta di scene riscritte e/o ridisegnate perchè troppo crude e/o poco in linea con il canone, mi piacerebbe molto conoscere la verità in merito. :lol:

A questo proposito chissà se sarebbe possibile, in una storia scritta oggi, proporre la sequenza in cui La Rue colpisce la moglie durante un litigio (cosa purtroppo più che plausibile ai tempi del West), peraltro in questo caso abbondantemente bilanciata dalle istanze egualitarie della protagonista e dalle affermazioni anti-razziste di altri personaggi.

 

Passando alla parte grafica, condivido l’affermazione che un disegnatore più “sporco” avrebbe probabilmente dato più pathos alla storia, in ogni caso Letteri se la cava con il solito mestiere, nonostante un tangibile calo rispetto alle sue vette, calo che a me ha colpito soprattutto in alcune scene dinamiche.

Purtroppo il tempo passa (e passava) per tutti.

 

In conclusione, come ho già avuto modo di scrivere, personalmente giudico la "bocciatura" di Medda un’occasione persa.

Indipendentemente dai motivi, visto il risultato delle sue due prove avrei letto volentieri altre storie del ranger da lui sceneggiate, peccato.

 

  • +1 1
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 5 mesi dopo...

Letta oggi per la prima volta... che dire, ci sono dei limiti e delle imperfezioni... la storia è divisa in due sottotrame una delle quali a mio avviso è sviluppata di fretta solo per fare da riempitivo... ma la trama principale funziona bene e l'assassino si scopre solo alla fine ed onestamente di molti sospettavo ma non di quel personaggio. 

Molto forte il personaggio di Nebraska, che sa un po di Walter Brennan in Un dollaro d'onore, e in più beve come Dean Martin...

Divertenti i battibecchi tra La Rue e la moglie.

 

In generale mi è piaciuta... un bel giallo western con sorpresa finale! Disegni più che buoni!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • co fondatore
Il 5/8/2023 at 18:39, Augustus McCrae dice:

La vox populi riporta di scene riscritte e/o ridisegnate perchè troppo crude e/o poco in linea con il canone, mi piacerebbe molto conoscere la verità in merito. :lol:

Le scene riscritte e ridisegnate ci sono e si notano subito. Poi sapere cosa ci fosse in origine, boh...

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.