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[Maxi Tex N. 01] Oklahoma!


bressimar
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Voto alla storia  

69 utenti hanno votato

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  • Sceriffi

Pochi anni dopo l'uscita di "Oklahoma!", in uno dei tanti sabato pomeriggio passati con mio padre in giro per fumetterie per completare la collezione di Tex, incappammo in questo volume di insolito formato di cui non sapevamo niente... Ricordo perfettamente le parole del negoziante a proposito: "L'Oklahoma? E' bellissimo!"... quanto aveva ragione!
Una delle mie storie preferite di Tex, sicuramente il migliore della collana Maxi, con un Berardi molto ispirato che riesce a calare Tex e Carson in un contesto abbastanza inusuale (la corsa ai terreni) e in un'atmosfera quasi kenparkeriana, ma senza snaturare le caratteristiche del ranger. Spettacolari i dialoghi. Unica nota negativa il ruolo di spalla quasi inutile riservato a Carson - emblematica la scena del duello in cui Tex affronta da solo due avversari, obbligando Carson a fare da spettatore.

Voto, inutile dirlo, 10.

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albo epocale... lo ricordo come un'anomalia quando usc', ero un ragazzino, ed ero abituato solo agli albi della regolare non a questi sontuosi mallopponi. Se tutti i maxi fossero così!

 

Lo devo rilggere. Quello che comunque di più mi è rimasto impresso nella memoria è la corsa per i terreni che ha citato Pecos sopra... quando un autore riesce a inserire eventi della storia vera in un contesto inventato come può essere un'avventura di Tex suscita sempre il mio plauso. Berardi ci riuscì. Letteri strepitoso.

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  • 2 mesi dopo...

Il primo maxi non si scorda mai e questo,come già scritto,è "Il Maxi" ! Storia memorabile,disegni fantastici,trama che non annoia un secondo,riletto pochi giorni fa dopo molto tempo,eppure ancora avvincente,infarcito di scene coinvolgenti,struggenti ed alcune crudeli. Tex GLBonelliano al massimo,con Carson nel ruolo della spalla,stavolta neanche troppo rilevante,ma è solo un pelino nel pelino dell'uovo...

 

Da ricordare :

 

1) Carson per ferire solamente ce la mette proprio tutta,sparando fin a due mani,ma....niente da fare ! Il vecchio cammello è assodato che spara solo       per uccidere.

 

2) Scene durissime quelle a pag.102,114 e 262 (come Benson finisce Ray).

 

3) All'ufficiale che gli chiede se "mai qualcuno lo abbia soddisfatto completamente",Tex risponde :< Un'amica,ha una canna,un calcio e sei cartucce           calibro 45..>........ Mitico !

 

Voto 10 su tutta linea !!!

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  • 6 mesi dopo...

La copertina di questo primo maxi tex è inspiegabilmente una cover di una vecchia edizione albi d'oro di tex del 50'.
Già dal 1991 da moltissimi anni non venivano più riproposte copertine-cover di questo tipo, infatti è davvero difficile da capire il perchè di questa decisione.

5c0qaw.jpg

 

Grazie Piero, era da qualche annetto che cercavo di rintracciare l'albo in questione  :Ave: ...!

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  • 1 anno dopo...
  • 2 settimane dopo...

In effetti anche a me fece una gran rabbia, tuttavia in quel periodo Carson era trattato così praticamente sempre. Solo Boselli cambiò questo andazzo che ora è per fortuna solo un ricordo.

 

In ogni caso Oklahoma è un capolavoro ed una delle storie più belle in assoluto 

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  • 2 anni dopo...

Storia che trae origine dalla celeberrima "corsa alla terra"in cui circa 20000 coloni bianchi si accaparrarono i lotti di terreno messi in palio dal Governo Usa.

 

Per tornare alla trama, Berardi confeziona un prodotto di alto livello in cui riesce nell'impresa non facile di "preservare"Tex,senza cedere alla tentazione di copiare Ken Parker:o meglio,Berardi mette intorno a Tex diversi comprimari, abbastanza interessanti e variegati, cercando però di non appannare mai il carisma e la perfezione del Nostro.Se vogliamo,pur nelle differenze di stile,anche Boselli utilizzerà questo schema in diverse delle sue storie texiane,con successo maggiore.

Tutti i principali "prodotti"western sono gestiti in modo perfetto da un autore che conosce il mestiere come pochi.

 

Ad ogni modo,una trama avvincente e fluida,con colpi di scena nel finale e dialoghi spumeggianti,anche se talvolta un po' "macchiettistici".

Se la corsa è resa in modo stupendo, così come la costruzione della città, dall' altra posso affermare che i cattivi che Berardi ci presenta non sono poi così memorabili.I due pistoleri sono ridicoli,per esempio,e ben poco pericolosi.il cattivo principale è invece ben caratterizzato,idem i gambler.

 

Il "growing up" di uno neo Stato come il "Territorio indiano dell'Oklahoma", contornato però dalle tragedie familiari che contornano tale evento storico, è dunque il canovaccio in cui agisce un Tex vendicatore disinteressato,ma sempre sul pezzo e mai in difficoltà.

Molto bella e veritiera la massima che il colonnello che deve vigilare sulla regolarità della "corsa" sciorina a Tex:"in un territorio vergine come questo ci vogliono gli uomini d'affari spregiudicati e speculatori,ma anche i difensori degli umili" (Tex, appunto)

 

Una storia innovativa,un esperimento riuscito che,non so quanto casualmente,coincide con l'inizio dell'appannamento del Tex nizziano.

 

Berardi mi è sempre piaciuto,lo ammiro:non so dire, però,se sarebbe stato in grado di diventare un grande autore texiano...

Modificato da Barbanera
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Caro concittadino, il bravissimo Berardi ha un DNA in completo contrasto con la filosofia con la quale è stato "costruito" in nostro Ranger.

Almeno, questo è il mio personale pensiero.

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<span style="color:red;">25 minuti fa</span>, francob dice:

Caro concittadino, il bravissimo Berardi ha un DNA in completo contrasto con la filosofia con la quale è stato "costruito" in nostro Ranger.

Almeno, questo è il mio personale pensiero.

Anche io Franco penso che il nostro Berardi non sarebbe riuscito a "calarsi"pienamente in Tex a tempo pieno...posso però dire che in questa storia il suo Tex mi è piaciuto

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Io, invece, la penso in maniera differente, se non addirittura diametralmente opposta. In questa storia, che per me merita di stare tra le dieci migliori in assoluto, Berardi riesce ottimamente nel compito di rispettare Tex ed il suo mondo senza rinunciare al suo stile personale e sarebbe stato un acquisto prezioso per Tex se Sergio Bonelli non avesse avuto le sue fisime personali.

  • +1 1
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Siccome probabilmente non lo sapremo mai, visto che Berardi non vuole scrivere Tex, si può ipotizzare di tutto.

Dico solo che scrivere una storia ottima come Oklahoma è una cosa, scrivere Tex a livelli buoni/ottimi per anni, come ad esempio Nizzi e Boselli, è tutt'altro.  Ma la controprova non c'è. Quindi di cosa stiamo parlando?

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Io, invece, sono molto felice del fatto che Berardi non sia venuto a far parte dello staff di Tex. Ricordo molto bene la saga di Ken Parker, per averla letta quasi integralmente. Anche se la lettura risultava gradevole,  a volte avvincente, l'impianto, lo spirito era quello tipico del cinema western revisionista, anni '70, con un personaggio ritagliato su modello di un ideale libera del XX secolo, calato, in maniera antistorica, negli anni '70 del XIX.

E aggiungo che Oklahoma non mi entusiasma affatto, non fosse che per l'infimo trattamento riservato a Kit Carson.

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<span style="color:red;">8 ore fa</span>, james dice:

Io, invece, sono molto felice del fatto che Berardi non sia venuto a far parte dello staff di Tex. Ricordo molto bene la saga di Ken Parker, per averla letta quasi integralmente. Anche se la lettura risultava gradevole,  a volte avvincente, l'impianto, lo spirito era quello tipico del cinema western revisionista, anni '70, con un personaggio ritagliato su modello di un ideale libera del XX secolo, calato, in maniera antistorica, negli anni '70 del XIX.

E aggiungo che Oklahoma non mi entusiasma affatto, non fosse che per l'infimo trattamento riservato a Kit Carson.

Io ritengo Oklahoma un capolavoro, e non ci vedo niente di lesivo alla figura di Carson, a parte forse in parte la scena della caccia, e non mi sembra il caso di criticare l' intera storia per due pagine.

 

Per quel che riguarda Berardi, io sono un grande ammiratore sia suo che di Ken Parker, e in questa storia Tex é tutt' altro che Kenparkeriano. Anzi, é l'opposto di Parker. Se Berardi avesse scritto sempre storie così ( con questo stile e con questo Tex)  lo avrei visto molto volentieri su Tex.

  • +1 1
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<span style="color:red;">17 ore fa</span>, james dice:

Io, invece, sono molto felice del fatto che Berardi non sia venuto a far parte dello staff di Tex. Ricordo molto bene la saga di Ken Parker, per averla letta quasi integralmente. Anche se la lettura risultava gradevole,  a volte avvincente, l'impianto, lo spirito era quello tipico del cinema western revisionista, anni '70, con un personaggio ritagliato su modello di un ideale libera del XX secolo, calato, in maniera antistorica, negli anni '70 del XIX.

 

Ma questo cosa c'entra?

Ken Parker è un personaggio e Tex è un altro. Non hanno la stessa personalità e caratterizzazione, le loro storie sono diverse e di questo uno sceneggiatore appena bravo sa scriverli in modo differente.

Leggi Julia ? Ti sembra identica a Ken Parker forse?

Quel che rimane identico o quasi  è lo stile, il modo tecnico con cui il singolo autore scrive che è unico come le impronte digitali.

In "Oklahoma" si nota.la  predisposizione di  Berardi alla narrazione corale con un certo spazio anche alle vicende dei comprimari (vedi la storia  d'amore tra i due adolescenti) ma Tex è tratteggiato come Tex e non certo come Ken Parker.

 

<span style="color:red;">18 ore fa</span>, james dice:

E aggiungo che Oklahoma non mi entusiasma affatto, non fosse che per l'infimo trattamento riservato a Kit Carson

 

Infimo trattamento? Mi sa che non abbiamo letto la stessa storia.

Se ti riferisci alla gag della caccia, è solo una gag, appunto, e nel resto della storia il vecchio cammello risalta eccome.

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Vero, l'ho riletta più volte e a parte la gag della caccia, che è appunto solo una gag, non ho proprio notato questo infimo trattamento fatto a Carson. La storia fila via

che è un piacere: Tex è Tex e Carson fa degnamente la sua parte. A me sinceramente spiace che Berardi non voglia scrivere Tex. Probabilmente avremmo avuto storie

di livello superiore a molte di quelle pubblicate, magari non capolavori come questo, ma sicuramente ottime storie.

  • +1 1
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  • 2 settimane dopo...

Bellissima! Oserei definirla quasi epica!
Mi è piaciuta l'idea di base, di partire da un fatto storico per costruire una storia molto realistica che ci illustra, anche con dovizia di particolari, quali fossero i problemi dei coloni americani in quella porzione di territorio, in quella determinata epoca.
Molto attraenti le tavole che ci mostrano i coloni in fila orizzontale, pronti alla partenza, e con vari mezzi di locomozione.
Per quanto riguarda Tex e Carson, Berardi li ha beccati in pieno, azzeccando le loro caratteristiche e descrivendo dialoghi che sembrano usciti dalla penna di GLB.
Ottima storia, in definitiva, che non annovero tra i capolavori assoluti senza sapermi spiegare il perché. Forse i disegni….

Voto alla storia: 8,7
Voto ai disegni: 7

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  • 8 mesi dopo...

Ho riletto ieri, dopo 28 anni, questo Maxi del 1991, che giaceva dimenticato in cantina. Storia valida, come anche i bei disegni di Letteri, ma, a mio avviso, troppo "kenparkeriana". L'impronta di Berardi c'è e si vede, ma per me, mentre si addice bene ad un antieroe combattuto come il biondo redfordiano del Wyoming, stona alquanto con il granitico mondo texiano.  In particolare nel mondo di Tex trovo fuori luogo, ad esempio, i ripetuti rossori post adolescenziali della figlia dei Paxton, molto alla Pat O'Shane, che fin da bambino trovavo già  irritanti e melensi nelle storie di Ken Parker.

Molto "parkeriani" anche altri passaggi, come la struggente scena della bambola della bimba dei coloni Svenson, che intravediamo senza vita nella vignetta successiva.

Per quanto riguarda le diatribe sulla figura di Carson che ho letto nei post precedenti, lo trovo tratteggiato in modo abbastanza "crepuscolare" . La cosa non mi ha infastidito, ma ho trovato fuori luogo e poco credibile la scena del duello in cui viene relegato a spettatore non pagante.

In conclusione, si tratta di una storia sicuramente valida, per sceneggiatura e disegni, ma non entra nel mio Pantheon personale delle storie texiane. Potrei dire, in modo scherzoso, che accostarla nella stessa frase a "Il passato di Carson" mi pare quasi irriguardoso.

 

 

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Intendevo dire che riprende, nel bene e nel male, stilemi e situazioni già utilizzati da Berardi in "Ken Parker": ad esempio, la coralità dei personaggi, alcuni "siparietti"  per me evitabili (Tex che dopo aver picchiato il cattivo lo fa cadere spingendolo solo con il dito, nella migliore tradizione di Terence Hill), la storia d'amore con tanto di rossori giovanili, evidentemente cara all'autore, che ricalca quella di Pat O'Shane, la pietas che suscita nel lettore la morte della piccola figlia dei coloni (si pensi a "sangue sulle stelle").

Berardi non fa di Tex un novello Ken Parker, ma è anche vero, per me, che in questa storia, che sarebbe una buona sceneggiatura cinematografica,  a parte certi topos linguistici texiani e le schermaglie con Carson, il protagonista potrebbe essere chiunque.

Questo non vuole sminuire la validità della storia, che, senza essere, a mio avviso, un capolavoro, è comunque di buon livello. 

Il fatto che Berardi, come ho letto sopra, non abbia voluto entrare a far parte degli autori di Tex, mi fa pensare che, forse, non lo senta nelle sue corde. Magari perché troppo "monolitico" in confronto al tormentato "Lungo Fucile" ?

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  • 6 mesi dopo...

Oggi è stata la volta di riprendere in mano questo straordinario primo maxi.

Beh, cosa posso dire...è un enorme capolavoro.

Soggetto, sceneggiatura, dialoghi. Tutto perfetto. I dialoghi tra Tex e Carson sono azzeccatissimi e stupendi. La storia non ha un attimo di pausa e resta appassionante dall'inizio alla fine. Tex in forma splendida. In sostanza Berardi è un talento superiore, riuscire a scrivere un Tex così senza averlo mai praticato prima è un miracolo e mi crea tanti rimpianti sul fatto che resterà l'unica occasione di poterlo leggere sul Ranger. Naturalmente non è detto che potrebbe sempre darci prodotti simili, forse una storia non è sufficiente a dire questo con certezza, ma se il buongiorno si vede dal mattino e se il talento di Berardi non mente, ho l'impressione che avrebbe dato la biada più o meno a tutti. Peccato.

Difetti? Mah, quasi impossibile trovarne. Forse Carson troppo inattivo fino alla scena finale, ma vabbeh.

Letteri bene, per me. Certo, resta sempre un disegnatore dal tratto quasi "elementare", ma era un solido professionista e alla fine risulta sempre piacevole.

Voti: Berardi 10. Insuperabile.

Letteri 8

Modificato da valerio
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39 minuti fa, valerio dice:

I dialoghi tra Tex e Carson sono azzeccatissimi e stupendi.

ti dirò..i dialoghi sono la parte che meno mi piace di questo ottimo maxi...io li ho trovati in alcune parti troppo elementari e a tratti "allunga brodo"...

mi piace però da morire l'ambientazione e la sceneggiatura è di alto livello.

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Barbanera dice:

ti dirò..i dialoghi sono la parte che meno mi piace di questo ottimo maxi...io li ho trovati in alcune parti troppo elementari e a tratti "allunga brodo"...

mi piace però da morire l'ambientazione e la sceneggiatura è di alto livello.

 

Sgherro: "E tu chi sei, il suo angelo custode?"

Tex: "no, il tuo castigo".

Avventore saloon a un ragazzino: "tieni giù la testa, ragazzo. Io li fiuto".

 

Solo questo, vale il prezzo del biglietto (sono andato a memoria).

 

 

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  • pecos changed the title to [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!
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