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[Maxi Tex N. 02] Il Cacciatore Di Fossili


bressimar
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. Non sei tu ad avere gusti opposti a quelli di Havasu, è lui ad averli opposti rispetto a tutto il resto del forum  :P  :P  :P

 

Come evinci dal post di Ymalpas siamo già in due o forse più,dato il peso specifico di Ym.

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Le vostre considerazioni sono ovviamente ragionevoli e sensate, ma il punto è che io e Leo siamo stati colpiti dalla storia a nostro gusto bellissima e non ci poniamo altri problemi.

 

Come evinci dal post di Ymalpas siamo già in due o forse più,dato il peso specifico di Ym

 

Hahaha, terremo il conto se vi fà piacere, ma siete due, non sarebbe bello se qualcuno credesse di essere superiore agli altri, no?

:)

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Io ho criticato la sceneggiatura di questo Maxi esponendo varie e numerose argomentazioni su "cosa non mi sia piaciuto" ; ora tu e Leo affermate il contrario,cioè che questo Maxi è stato epocale . Due vedute opposte,va bene. Però,se permetti,non ci si può trincerare dietro un "per me è stato bellissimo",bisogna rispondere e confutare i punti che il detrattore (io) ha sottolineato come negativi.  Un abbraccio e buona disamina ! Marco/Havasu

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  • Collaboratori

Il caso Segura è diverso: non conosceva a sufficienza il personaggio, motivo per cui le sue storie erano troppo lontane dalla tradizione e molto lacunose soprattutto nei dialoghi, che infatti vengono riscritti prima della pubblicazione. (da intervista tratta da ubc)

 

Con Nizzi siamo almeno in tre.

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Però,se permetti,non ci si può trincerare dietro un "per me è stato bellissimo",bisogna rispondere e confutare i punti che il detrattore (io) ha sottolineato come negativi.  Un abbraccio e buona disamina ! Marco/Havasu

 

Bah, non credo, che tu abbia commentato o no non vedo cosa dovrebbe cambiarmi, mica sono obbligato a confutare e a risponderti, io ho fatto il mio commento e detto la mia, in questa non ho trovato proprio niente da analizzare, da quanto bella mi è sembrata, ho messo in luce questo: quando ho terminato di leggerla e ho chiuso il maxi ho pensato: Peste, questa storia è eccezionale, sarei andato a ricercare in maniera dettagliata come hai fatto tu se a fine lettura fossi stato motivato dal fatto che la storia non mi piacesse, ma contrariamente l'ho trovata come l'ho trovata, al di là dei personaggi, di Carson e di tutto il discorso, cioè, tu dici quello che vuoi: e a me non interessa nulla, sono impressioni personali, l'ho trovata bella così e la scenggiatura mi piace così com'è, che altro? Ecco forse mi sono dimenticato solo una cosina: Trovo queste storie di Segura molto molto cinematografiche.

:)

 

Con Nizzi siete 3, beh anche lui poteva avere le sue opinioni, no? hehehe

Io invece affermo che le storie di Segura mi piacciono e non le trovo cosi lontane dalla tradizione e inaccettabili, per nulla, i dialoghi se erano scorretti sono comunque stati riscritti, e io dunque giudico questi che sono "corretti" e non quelli originali di Segura, per quelli non posso giudicare...

:)

Modificato da John Deere
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  • Collaboratori

Con Nizzi siete 3, beh anche lui poteva avere le sue opinioni, no? hehehe

Io invece affermo che le storie di Segura mi piacciono e non le trovo cosi lontane dalla tradizione e inaccettabili, per nulla, i dialoghi se erano scorretti sono comunque stati riscritti, e io dunque giudico questi che sono "corretti" e non quelli originali di Segura, per quelli non posso giudicare...

:)

 

 

Ma si parlava di peso specifico degli utenti, carissimo, da qui la citazione di Nizzi ( anche se non è un utente di questo forum è pur sempre un autore ). Se poi parliamo di me, figurati, io sfioro il quintale.

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Ho riletto questa storia dopo un bel po' di tempo, e posso dire che mi ha irretito come la prima volta: siamo davanti ad un indiscutibile CAPOLAVORO. Ciò che colpisce è la gestione di una messe così abbondante di comprimari: il rischio di un'accozzaglia, con così tanti personaggi, è sempre in agguato e invece Segura costruisce un impianto solido e senza sbavature, con le varie situazioni che si intrecciano in maniera fluida e si innestano con perfetto sincronismo. Allo stesso modo, in questa storia riescono a convivere in maniera perfetta la tragedia e la commedia. La commedia sta nelle tante situazioni umoristiche presenti, dal vecchio Salomon alla storia d'amore tra Lynn e la signorina Cope, per non parlare della splendida scena del Vecchio Cammello rubacuori con la balena :D (anche se a volte Segura obiettivamente eccede con Carson riducendolo a macchietta anche più di quanto non facesse Nizzi). La tragedia, cupa, sta nel capo abbassato del vecchio sceriffo, quando avanza accanto al futuro genero che porta tra le braccia il corpo della figlia; la tragedia è nel cuore di Yana, sconcertante madre disposta a tradire il proprio figlio pur di liberarlo dal tormento dell'odio; la tragedia è nell'intenso primo piano muto di Little Wolf quando si rende conto che quel nipote che avrebbe accolto con gioia è invece uno spirito maligno; ma la tragedia è soprattutto nella figura di Four Bears, ragazzo sfortunato, rinnegato per i bianchi e per gli indiani, un emarginato nel cui cuore ferito non può che albergare atroce odio. Oltre a Four Bears, vero protagonista della storia è indiscutibilmente Red Barnum. Le scene che lo coinvolgono non presentano mai dialoghi banali. Il suo stile smozzicato, i suoi occhi velenosi, la consapevolezza del suo fato lo rendono un personaggio di per sè affascinante. Ad assicurargli gloria imperitura è poi la sua fine, quando salva i due rangers e, finalmente, "la pallottola non fa più male". Se la storia diverte, sconcerta e commuove, il merito non va alla sola superba sceneggiatura. Il tanto bistrattato Ortiz qui propone un altro capolavoro, nella resa grafica (semplicemente perfetta) dei tanti personaggi e nell'incredibile e suggestiva bellezza dei paesaggi naturali. Storia che a buon diritto fa parte del gotha texiano.

 

Havasu, mi autoquoto perché il commento è contiguo alla lettura, e non la rileggo da allora... Ma mi pare che il commento sia abbastanza dettagliato e totalmente contrario a quello che è parso a te, dall'approfondimento psicologico dei personaggi alla tragedia del vecchio sceriffo. Ripeto, non rispondo alla tua analisi perché la storia non ce l' ho fresca e perché probabilmente mi ripeterei... quanto al peso specifico di Nizzi, lui è riuscito a criticare pure Gli Invincibili...

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Con Nizzi siete 3, beh anche lui poteva avere le sue opinioni, no? hehehe

Io invece affermo che le storie di Segura mi piacciono e non le trovo cosi lontane dalla tradizione e inaccettabili, per nulla, i dialoghi se erano scorretti sono comunque stati riscritti, e io dunque giudico questi che sono "corretti" e non quelli originali di Segura, per quelli non posso giudicare...

:)

 

 

Ma si parlava di peso specifico degli utenti, carissimo, da qui la citazione di Nizzi ( anche se non è un utente di questo forum è pur sempre un autore ). Se poi parliamo di me, figurati, io sfioro il quintale.

 

 

Scusa la domanda, caro Ymalpas, ma cosa intenti per peso specifico? Intendi superiorità per alcuni e discriminazione per altri?

:)

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  • 6 anni dopo...

Non posso iniziare senza prima riconoscere il grande sforzo profuso da Segura nello sceneggiare questa lunga ed impegnativa storia (ben 350 pagine!).

Niente da dire, proporsi a Sergio Bonelli con una storia del genere è sinonimo di grande sicurezza nei propri mezzi e, direi, anche di una discreta faccia tosta.

Tra l'altro con un tema ispirato ad un fatto storico (la localizzazione di giacimenti fossili nei territori del Montana) decisamente originale ed intrigante; a memoria mi sembra un unicum nella lunga storia texiana.

L'impronta del compianto autore spagnolo è ben evidente: tanti personaggi eterogenei tra loro, una certa efferatezza di alcune scene, raramente viste prima su Tex, dialoghi asciutti.

La storia a grandi linee funziona e cattura il lettore fino al suo epilogo, che si dimostra tutt'altro che scontato.

Mi è piaciuta molto la figura di Barnum, che a poco a poco riesce a guadagnarsi la fiducia di Tex e a dare grande dimostrazione di coraggio, soprattutto perché conscio di essere sempre più prossimo alla fine della pista.

Azzeccata anche la figura del terribile Four-Bears, che sfoga il suo rancore verso l'uomo bianco con una crudeltà senza pari, rancore ben esplicitato nel breve colloquio con la madre Yana prima di fuggire.

Trovo però alcuni difetti per me abbastanza evidenti.

In primis il "trattamento" riservato a Carson, fondamentalmente sempre alla ricerca della bottiglia (se non del barilotto) alla stregua di un vecchio alcoolizzato.

Alcune sue uscite sono veramente di pessimo gusto, tanto da farlo diventare irritante all'occhio del lettore.

Personaggio totalmente sbagliato.

Ci sono poi alcune scene incomprensibili, tipo il tentativo di Carson di disinfettare la ferita di Barnum gettandogli addosso del whisky (aridaje...), oppure quando i due pard sorprendono i loro compagni accampati alla roccia del fossile e si fanno trovare intenti a mangiare lo stufato ("vi abbiamo fatto uno scherzetto", esclamano...).

Per i miei gusti anche la visione di Manitou è perlomeno strana, ma, tutto sommato, più che accettabile.

Ma la cosa che più mi ha lasciato perplesso è la figura di Charles Sutter che, a parte alcune dimostrazioni gratuite di ferocia e di pura follia, si dimostra figura alquanto sfumata, quasi un di più nella storia.

Considerando che viene rappresentato in copertina e dovrebbe essere lui a darne anche il titolo (ma a questo punto forse è Cope...) mi sembra una decisa stranezza.

Se la pista di Four-Bears si incrocia con quella di Cope & co., Sutter rimane estraneo alla vicenda, entrando solo alla fine nello scontato duello con Tex.

 

A tal proposito, leggendo una vecchia intervista di Segura apparsa su "Fumo di china" nel periodo in cui la storia era in lavorazione, alla precisa domanda di riassumere il soggetto, Segura non fa menzione di Sutter ma esclusivamente di Four-Bears e di Cope.

Sembra quasi che Sutter sia stato un'aggiunta posticcia per allungare un pò il brodo...

 

Ortiz, pur non essendo uno dei miei disegnatori preferiti, è molto efficace con le sue tavole e riesce a rappresentare molto bene le pagine sceneggiate da Segura.

Secondo me prova più che buona.

 

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  • 1 mese dopo...

Allora...Non la leggevo dal 1997 ed avevo 15 anni. Devo dire che mi è piaciuta. Un ottimo e sporco Ortiz, un tema nuovo ed interessante (i fossili), un Segura  che mette in scena siparietti divertenti (alla Nizzi), riflessioni pertinenti ed attuali (su indiani, bisonti, altre culture e religioni), sparatorie e personaggi interessanti (Barnum, Four Bears). Segura maneggia molto bene la "materia Tex". Ora leggerò anche le altre di questo autore.

Il 3/10/2021 at 16:03, Juan Ortega dice:

Non posso iniziare senza prima riconoscere il grande sforzo profuso da Segura nello sceneggiare questa lunga ed impegnativa storia (ben 350 pagine!).

Niente da dire, proporsi a Sergio Bonelli con una storia del genere è sinonimo di grande sicurezza nei propri mezzi e, direi, anche di una discreta faccia tosta.

Tra l'altro con un tema ispirato ad un fatto storico (la localizzazione di giacimenti fossili nei territori del Montana) decisamente originale ed intrigante; a memoria mi sembra un unicum nella lunga storia texiana.

L'impronta del compianto autore spagnolo è ben evidente: tanti personaggi eterogenei tra loro, una certa efferatezza di alcune scene, raramente viste prima su Tex, dialoghi asciutti.

La storia a grandi linee funziona e cattura il lettore fino al suo epilogo, che si dimostra tutt'altro che scontato.

Mi è piaciuta molto la figura di Barnum, che a poco a poco riesce a guadagnarsi la fiducia di Tex e a dare grande dimostrazione di coraggio, soprattutto perché conscio di essere sempre più prossimo alla fine della pista.

Azzeccata anche la figura del terribile Four-Bears, che sfoga il suo rancore verso l'uomo bianco con una crudeltà senza pari, rancore ben esplicitato nel breve colloquio con la madre Yana prima di fuggire.

Trovo però alcuni difetti per me abbastanza evidenti.

In primis il "trattamento" riservato a Carson, fondamentalmente sempre alla ricerca della bottiglia (se non del barilotto) alla stregua di un vecchio alcoolizzato.

Alcune sue uscite sono veramente di pessimo gusto, tanto da farlo diventare irritante all'occhio del lettore.

Personaggio totalmente sbagliato.

Ci sono poi alcune scene incomprensibili, tipo il tentativo di Carson di disinfettare la ferita di Barnum gettandogli addosso del whisky (aridaje...), oppure quando i due pard sorprendono i loro compagni accampati alla roccia del fossile e si fanno trovare intenti a mangiare lo stufato ("vi abbiamo fatto uno scherzetto", esclamano...).

Per i miei gusti anche la visione di Manitou è perlomeno strana, ma, tutto sommato, più che accettabile.

Ma la cosa che più mi ha lasciato perplesso è la figura di Charles Sutter che, a parte alcune dimostrazioni gratuite di ferocia e di pura follia, si dimostra figura alquanto sfumata, quasi un di più nella storia.

Considerando che viene rappresentato in copertina e dovrebbe essere lui a darne anche il titolo (ma a questo punto forse è Cope...) mi sembra una decisa stranezza.

Se la pista di Four-Bears si incrocia con quella di Cope & co., Sutter rimane estraneo alla vicenda, entrando solo alla fine nello scontato duello con Tex.

 

A tal proposito, leggendo una vecchia intervista di Segura apparsa su "Fumo di china" nel periodo in cui la storia era in lavorazione, alla precisa domanda di riassumere il soggetto, Segura non fa menzione di Sutter ma esclusivamente di Four-Bears e di Cope.

Sembra quasi che Sutter sia stato un'aggiunta posticcia per allungare un pò il brodo...

 

Ortiz, pur non essendo uno dei miei disegnatori preferiti, è molto efficace con le sue tavole e riesce a rappresentare molto bene le pagine sceneggiate da Segura.

Secondo me prova più che buona.

 

Su Sutter ho avuto stessa impressione. Su Carson...Un po' sopra le righe ma simpatico.

Il 25/5/2013 at 10:47, Leo dice:

Ho riletto questa storia dopo un bel po' di tempo, e posso dire che mi ha irretito come la prima volta: siamo davanti ad un indiscutibile CAPOLAVORO. Ciò che colpisce è la gestione di una messe così abbondante di comprimari: il rischio di un'accozzaglia, con così tanti personaggi, è sempre in agguato e invece Segura costruisce un impianto solido e senza sbavature, con le varie situazioni che si intrecciano in maniera fluida e si innestano con perfetto sincronismo. Allo stesso modo, in questa storia riescono a convivere in maniera perfetta la tragedia e la commedia. La commedia sta nelle tante situazioni umoristiche presenti, dal vecchio Salomon alla storia d'amore tra Lynn e la signorina Cope, per non parlare della splendida scena del Vecchio Cammello rubacuori con la balena :D (anche se a volte Segura obiettivamente eccede con Carson riducendolo a macchietta anche più di quanto non facesse Nizzi). La tragedia, cupa, sta nel capo abbassato del vecchio sceriffo, quando avanza accanto al futuro genero che porta tra le braccia il corpo della figlia; la tragedia è nel cuore di Yana, sconcertante madre disposta a tradire il proprio figlio pur di liberarlo dal tormento dell'odio; la tragedia è nell'intenso primo piano muto di Little Wolf quando si rende conto che quel nipote che avrebbe accolto con gioia è invece uno spirito maligno; ma la tragedia è soprattutto nella figura di Four Bears, ragazzo sfortunato, rinnegato per i bianchi e per gli indiani, un emarginato nel cui cuore ferito non può che albergare atroce odio. Oltre a Four Bears, vero protagonista della storia è indiscutibilmente Red Barnum. Le scene che lo coinvolgono non presentano mai dialoghi banali. Il suo stile smozzicato, i suoi occhi velenosi, la consapevolezza del suo fato lo rendono un personaggio di per sè affascinante. Ad assicurargli gloria imperitura è poi la sua fine, quando salva i due rangers e, finalmente, "la pallottola non fa più male". Se la storia diverte, sconcerta e commuove, il merito non va alla sola superba sceneggiatura. Il tanto bistrattato Ortiz qui propone un altro capolavoro, nella resa grafica (semplicemente perfetta) dei tanti personaggi e nell'incredibile e suggestiva bellezza dei paesaggi naturali. Storia che a buon diritto fa parte del gotha texiano.

Concordo su tutto.

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