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TWF - Tex Willer Forum

[382/384] La Tigre Nera


bressimar
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Voto alla storia  

83 utenti hanno votato

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Anche io l'ho riletta nel corso delle notti passate, e continuerà a farlo... L'unico piccolo difetto secondo me è nei disegni: nel complesso Villa è stato fenomenale, ma a mio avviso non ha reso granchè bene i tratti somatici dei malesi (Tigre compresa). Si tratta di un'inezia, beninteso...

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  • 1 anno dopo...

Senza parole.

Riletta poco fa dopo anni... non me la ricordavo... è una storia pazzesca.

Tex è Carson rasentano la perfezione in questa storia, è umanamente impossibile farli meglio di così, graficamente ma sopratutto scenograficamente.

Cioè non ho davvero parole, l'unica cosa che posso fare è sbavare davanti a questo capolavoro assoluto.

Darei 11.

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  • 3 mesi dopo...
  • Collaboratori

E' stata la volta della rilettura di questo capolavoro nizziano uscito nei primi anni novanta. Nei messaggi precedenti avevo parlato solo dell'errore della scena del montacarichi senza entrare nel merito del resto della storia che è, nell'ordine, la quarta più bella, IMO, scritta dal Nizzi prima maniera o pre - crisi.

 

Dare vita a un antagonista di questo spessore non era indubbiamente la cosa più facile del mondo.

 

Nizzi decise di affidarsi al mondo salgariano, cosa che aveva tentato, con assai meno successo, di fare qualche anno prima quando fece ricorso ai Thugs.

 

Se il crudele Raymangan ne "Gli strangolatori" ricalcava lo spietato Suyodhana de "Le due Tigri", il principe Sumankan ha il doloroso passato della Tigre della Malesia.

 

Nel prezioso libro "Tex secondo Nizzi" lo sceneggiatore modenese precisa che la decisione di scrivere di un catttivone di prim'ordine gli era arrivata dalle critiche dei fanzinari che lo accusavano di puntare troppo su un Tex invincibile.

 

Per metterlo in seria difficoltà serviva dunque un personaggio eccezionale, simile a Mefisto o a Yama, che erano personaggi all'epoca tabù. E Sergio precisò subito di non volere una storia del tipo "magico-fantastico".

 

Il nuovo personaggio doveva essere, invece, un fanatico mattoide, un orientale come da tradizione spietatissimo, che potesse appoggiarsi su una setta e celare il proprio viso dietro una maschera, in modo da potersi anche cammuffarsi in altri personaggi (tutte cose già viste nella serie e che in ogni storia avevavo lasciato il segno).

 

Nizzi ammette, nel libro, di non aver pensato all'epoca a Sandokan e possiamo credergli perché, se eccettuiamo il breve flashback in cui si narra come Sumankan fu spodestato dal suo regno nel Borneo e di come si diede da allora alla pirateria, niente nel seguito della storia ricorda il pirata nato dalla fantasia salgariana. E i due personaggi, pur avendo lo stesso background, hanno pochissimo in comune.

 

Per me, in definitiva, è il miglior personaggio creato da Nizzi.

  • +1 1
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  • 3 anni dopo...

La storia è nettamente un capolavoro ed una pietra miliare della serie, con l'innesto di un cattivone che arriva quasi al livello di Mefisto per osticità e crudeltà.

A parte le figure da giuggiolone che il povero Mac Parland fa di continuo, e che ne appannano in questa storia decisamente il carisma, tutto il resto è perfetto.

la scena dell'Amleto iniziale con il buon Carson che assiste estereffatto alla scena dei becchini, suggerendo al proprietario del teatro di licenziarli, è da oscar: uno humor davvero di alto livello come solo Nizzi poteva rendere.

Un nido di serpenti viene scoperchiato dai pard: i nemici sono in guanti bianchi e difficilemente rintraccaibili (se non da un segugio come Tex che li fiuta tutti quasi subito), e la Tigre inoltre ha studiato perfettamente il mondo dei bianchi, riuscendo a farsi passare per più personaggi, con cui controlla gli infidi alleati della setta.

l'ultimo albo è adrenalinico.I disegni di Villa sono perfetti.

Senza dubbio,anche per me, il miglior personaggio creato dalla penna del Vecchio Leone...

Modificato da Barbanera
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  • 2 mesi dopo...

Non potevo esimermi dal scrivere un commento su questa storia a me molto cara. "La Tigre Nera" rappresenta a mio avviso una delle migliori sceneggiature create da Nizzi per la saga di Aquila della Notte. Un giusto mix di azione, mistero, ironia, spionaggio, agguati, indagini vorticose, il tutto reso molto avvincente dalla presenza di un antagonista di spessore (che sembra uscito da un romanzo di Salgari) e dallo stato di perfetta forma dei due rangers, tirati a lucido per l'occasione. La sessione finale di "Percorso infernale" poi, è uno dei più avvincenti epiloghi della serie, dove trabocchetti, colpi di scena e svariati duelli nel labirinto, fa scorrere l'adrenalina a fiumi. Il merito dell'ottima riuscita dell'episodio va indubbiamente suddiviso con gli stratosferici disegni di Villa, che sfodera tavole stupende, arricchite da inquadrature da urlo e particolari dettagliatissimi, che provano l'inconfutabile grandezza di colui che ritengo sia uno dei migliori fumettisti mondiali. Col senno di poi, confesso che rimpiango la scelta fatta allora dalla casa editrice che lo promosse nel meritatissimo ruolo di copertinista; ovviamente non certo per la qualità delle cover, che in questo quarto di secolo è rimasta sempre eccelsa, ma per la conseguenza di non averlo più potuto apprezzare con regolarità fra le tavole della serie. 

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Ottima storia con il miglior villain creato da Nizzi ed i due pards in forma smagliante, il tutto con l'aiuto, e non é poco, degli splendidi disegni di Villa.
Certo, si potrebbe obiettare che Tex e Carson non riescono a sventare neanche un omicidio e che gliene fanno troppe sotto il naso, ma sta nella sceneggiatura che la Tigre si prenda gioco dei tutori dell'ordine prima di essere scoperto.
Dopo una prima parte puramente cittadina, si apre uno scenario nuovo e, a tratti, inquietante, all'interno di un castello popolato da malesi che tanto ricordano i cattivi delle opere di Salgari.
Ciliegina sulla torta i due giganti. E' bello, ogni tanto, vedere Tex in difficoltà nel corpo a corpo (non si può mica pensare che sia l'uomo più forte del mondo), anche se in questo caso abbiamo dovuto scomodare due bestioni di due metri e passa ciascuno. La scena in cui Tex accende il candelotto di dinamite, girato di spalle, con Carson che lo esorta a sbrigarsi, é da antologia.
Sui disegni non mi pronuncio (vedere voto).
Voto alla storia: 8,4
Voto ai disegni: 9,5

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  • 4 mesi dopo...

Storia SUPERLATIVA , disegnata stupendamente in tutto e per tutto dal maestro Villa:inch::wub::inch::wub: Esilerante scena in teatro, colpo  di scena all' inizio ( non immaginavo  che Morel c' entrase qualcosa )  , un nemico semplicemente  superlativo( io vado pazzo per la Tigre Nera, è  il mio personaggio preferito) , dialoghi da  oscar, sceneggiatura  perfetta, mitica la scena  del terrore di Morel con superlativo colpo di scena, memirabile lo scontro  in cui Tex deve  scegliere  se farsi spezzare  il collo o farsi invitare a cena, trabocchetti  finali  magnifici. Insomma, si merita un bel 10.

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Storia di bellezza monumentale. Semplicemente perfetta. La Tigre assieme a Mefisto è il miglior antagonista mai creato su Tex. Sceneggiatura perfetta e dialoghi veramente eccezionali, ironici, pungenti, divertenti, decisi come dovrebbero sempre essere su Tex. Capolavoro epocale. Non mi piace far classifiche ,a tra quelle di Nizzi rientra nelle prime 5 certamente. E in assoluto è un caposaldo della serie.

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Ottima storia con il miglior villain creato da Nizzi ed i due pards in forma smagliante, il tutto con l'aiuto, e non é poco, degli
splendidi disegni di Villa.

Certo, si potrebbe obiettare che Tex e Carson non riescono a sventare neanche un omicidio e che gliene fanno troppe sotto il naso, ma sta nella sceneggiatura che la Tigre si prenda gioco dei tutori dell'ordine prima di essere scoperto.
Dopo una prima parte puramente cittadina, si apre uno scenario nuovo e, a tratti, inquietante, all'interno di un castello popolato da malesi che tanto ricordano i cattivi delle opere di Salgari.
Ciliegina sulla torta i due giganti. E' bello, ogni tanto, vedere Tex in difficoltà nel corpo a corpo (non si può mica pensare che sia l'uomo più forte del mondo), anche se in questo caso abbiamo dovuto scomodare due bestioni di due metri e passa ciascuno. La scena in cui Tex accende il candelotto di dinamite, girato di spalle, con Carson che lo esorta a sbrigarsi, é da antologia.
Sui disegni non mi pronuncio (vedere voto).

Voto alla storia: 8,4

Voto ai disegni: 9,5

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  • 1 mese dopo...
On 6/9/2018 at 20:45, Condor senza meta dice:

Non potevo esimermi dal scrivere un commento su questa storia a me molto cara. "La Tigre Nera" rappresenta a mio avviso una delle migliori sceneggiature create da Nizzi per la saga di Aquila della Notte. Un giusto mix di azione, mistero, ironia, spionaggio, agguati, indagini vorticose, il tutto reso molto avvincente dalla presenza di un antagonista di spessore (che sembra uscito da un romanzo di Salgari) e dallo stato di perfetta forma dei due rangers, tirati a lucido per l'occasione. La sessione finale di "Percorso infernale" poi, è uno dei più avvincenti epiloghi della serie, dove trabocchetti, colpi di scena e svariati duelli nel labirinto, fa scorrere l'adrenalina a fiumi. Il merito dell'ottima riuscita dell'episodio va indubbiamente suddiviso con gli stratosferici disegni di Villa, che sfodera tavole stupende, arricchite da inquadrature da urlo e particolari dettagliatissimi, che provano l'inconfutabile grandezza di colui che ritengo sia uno dei migliori fumettisti mondiali. Col senno di poi, confesso che rimpiango la scelta fatta allora dalla casa editrice che lo promosse nel meritatissimo ruolo di copertinista; ovviamente non certo per la qualità delle cover, che in questo quarto di secolo è rimasta sempre eccelsa, ma per la conseguenza di non averlo più potuto apprezzare con regolarità fra le tavole della serie. 

Richiamo il mio vecchio commento in merito a questa strepitosa storia, per dare la valutazione che allora mi sfuggì. Il mio voto finale è 10

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  • 1 anno dopo...

Bene, ora il progetto è rileggermi la trologia Sumankan. Ho letto il primo, debbo ribadire le impressioni delle altre volte, si tratta di un fottuto capolavoro.

Il personaggio dell Tigre è a dir poco meraviglioso e si tratta senza dubbio del miglior personaggio inventato da Nizzi (gli altri due bellissimi sono il Cobra e Davis) e la storia imbastita è assolutamente appassionante e perfetta dall'inizio alla fine. Dalle spassosissime scene a teatro fino all'incredibile finale tutto procede alla perfezione. Siamo su livelli altissimi (ammazza che culo che hanno i nostri eroi però...hanno più culo che anima, al netto della loro straordinaria abilità).

Dialoghi superbi, marchio di fabbrica del Grande di Fiumalbo e, insomma si parla di uno dei vertici assoluti della serie. Nei prossimi giorni leggerò gli altri due, in attesa poi del nuovo episodio del Boss, che è attesissimo e che sono certo sarà un'opera indimenticabile.

Villa è ancora abbastanza acerbo qui. Il confronto con la sua ultima opera è impietoso, detto questo si tratta già di disegni molto molto belli, pur senza la perfezione odierna.

Nizzi 10 e lode.

Villa 8

Modificato da valerio
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  • 4 settimane dopo...
On 8/9/2018 at 12:18, Andrea67 dice:

Ottima storia con il miglior villain creato da Nizzi ed i due pards in forma smagliante, il tutto con l'aiuto, e non é poco, degli splendidi disegni di Villa.
Certo, si potrebbe obiettare che Tex e Carson non riescono a sventare neanche un omicidio e che gliene fanno troppe sotto il naso, ma sta nella sceneggiatura che la Tigre si prenda gioco dei tutori dell'ordine prima di essere scoperto.
Dopo una prima parte puramente cittadina, si apre uno scenario nuovo e, a tratti, inquietante, all'interno di un castello popolato da malesi che tanto ricordano i cattivi delle opere di Salgari.
Ciliegina sulla torta i due giganti. E' bello, ogni tanto, vedere Tex in difficoltà nel corpo a corpo (non si può mica pensare che sia l'uomo più forte del mondo), anche se in questo caso abbiamo dovuto scomodare due bestioni di due metri e passa ciascuno. La scena in cui Tex accende il candelotto di dinamite, girato di spalle, con Carson che lo esorta a sbrigarsi, é da antologia.
Sui disegni non mi pronuncio (vedere voto).
Voto alla storia: 8,4
Voto ai disegni: 9,5

Allora...Letta solo oggi (nel 2020) e sono a bocca aperta. Villa(il mio disegnatore preferito), Villa, Villa come fai a non comprare un albo disegnato da lui? E di Nizzi? Crea un grande cattivo, imbastisce una storia ricca di mistero, azione, siparietti divertenti e colpi di scena. Mi è piaciuto vedere Tex in difficoltà contro i due bestioni asiatici (ma poi spuntarla con un colpo basso e con un candelotto provvidenziale). Ci stanno le difficoltà contro i due energumeni secondo me anzi mi ha un po' infastidito il candelotto provvidenziale. Comunque storia oggettivamente ottima. Poi tra 8/9 e 10 è questione di gusti ed inezie.

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  • 4 mesi dopo...

L'albo numero 382, La Tigre Nera, fu il primo della serie regolare da me acquistato.

 

Trovai una sceneggiatura e dei disegni molto diversi da quelli che sino a quel momento avevo potuto ammirare su Tuttotex, che leggevo a casa di mio zio. E mi piacque tantissimo. Scelsi, dunque, di investire i soldi della mia paghetta nell'acquisto di Tex.

 

Mi rimaneva la curiosità di leggere la prima parte della storia, ma il ritiro di un numero arretrato mi pareva all'epoca (ero praticamente un bambino) una cosa troppo complicata. E inoltre avrei letto il finale della storia antecedente e mi sarebbe rimasta la curiosità di conoscere gli sviluppi anteriori. E così via, in una catena che mi sembrava troppo lunga da gestire. Sono quindi rimasto con la curiosità per ben 28 anni.

 

La frequentazione di questo forum ha però risuscitato la mia voglia di leggere le prime tavole della storia e, approfittando di un'asta su eBay, ho finalmente acquistato il numero 391 di Tex, insieme a tutti i restanti albi della fascia 301-400. Ecco, dunque, che ho potuto finalmente godere le scene dei pard a teatro e capire chi fosse quell'ubriacone ucciso dalle tarantole.

 

Che dire della storia? Partirei dai disegni di Villa, che da piccolo ho cercato di copiare e ricopiare, evidentemente senza tanto successo.

Ecco, mi pare che si tratti di una prova superba. E, come ho scritto nel commento alla posteriore storia su Mefisto, non penso che il tratto di Villa sia migliorato nel corso degli ultimi 30 anni, per la semplice ragione che era già magnifico negli anni '90.

 

La vicenda, dal canto suo, rientra tra le più belle sceneggiate da Nizzi, a mio parere.

In effetti, devo dire di essere stato fortunato, perché al mio esordio da lettore di Tex ho potuto godere di due storie di grandissimo livello: quella che sto commentando e la struggente Furia Rossa. Nizzi era in crisi, ho scoperto dopo; e ci fu somministrato quel terribile polpettone sugli uomini giuaguaro. Ma io ero già divenuto un fedele lettore di Tex, e per questo non potrò che essere per sempre grato all'Autore pur tanto contestato.

 

La storia, dicevamo. Un misto tra un poliziesco cittadino e un romanzo di Salgari, perfettamente equilibrato tra questi due poli. Un avversario tra i più geniali e feroci mai apparsi su Tex, comprimari (Morel, Rickens) di spessore, scambi di battute travolgenti tra Tex e Carson.

 

Per farla bene, il mio voto è 10 pieno.

Modificato da F80T
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  • 1 anno dopo...

Inizierò col dire che questa è la mia storia preferita: ha una trama ben costruita, dei disegni fantastici (beh, è il minimo quando a disegnare è Villa:ok:!) e dei personaggi resi al massimo delle loro possibilità (Sia Tex e Carson, che Morel, McParland e ovviamente la Tigre Nera!).

Meglio esprimere le mie valutazioni in modo più appropriato:

1) TRAMA

La trama è ben costruita e scorrevole, ricca di colpi di scena. 

Spoiler

La scena angosciante dove Morel espone a Madison l'intenzione di tradire la setta è resa benissimo (soprattutto perché si intuisce che Madison è la Tigre Nera!)

In più apprezzo di più le storie con protagonisti Kit e Tex che quelle con solo Tex o con tutti e quattro i pard. Nizzi in questa storia vola alto!

2) DISEGNI

Semplicemente bellissimi: Villa rende al massimo sia le scene d'azione che le espressioni facciali ma, cosa ancora più importante, disegna i personaggi esattamente come me li sarei immaginati!

3) PERSONAGGI

Tutti "dipinti" bene: ecco la mia classifica dei personaggi (ovviamente dei più rilevanti) di questa storia resi al meglio:

1) Carson

2) Tex

3) Morel

4) La Tigre Nera (il mio personaggio texiano preferito dopo Carson e Tex)

5) Madison

Spoiler

Che chi ha letto la storia sa essere in realtà la Tigre Nera

6) Lo sceriffo

7) McParland

L'unica cosa che un po' mi dispiace è che la Tigre Nera è una palese "scopiazzata" del capitano Nemo. 

 

Valutazione finale

Capolavoro assoluto, la mia storia texiana preferita!

Voto: 15/10

Modificato da Black Tiger
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  • 1 mese dopo...

Il topic recentemente aperto sulle ultime storie di Claudio Nizzi mi ha stimolato a rileggere ancora una volta questa storia, una delle migliori da lui sceneggiate ed anche una delle colonne portanti dell'intera collana, e purtroppo o per fortuna ho trovato l'ennesima conferma di un dato di fatto di per sé già evidente, almeno per me: il Nizzi che operava a cavallo tra gli anni '80 e '90 ed il Nizzi che ha operato negli ultimi 15/20 anni sembrano quasi essere due autori diversi. Così come le sceneggiature del Nizzi attuale risultano piatte e prevedibili, in generale quelle da lui curate in passato grondavano ben altre emozioni, ricche di antagonisti non scontati - e spesso di un certo spessore - e di un notevole apporto di azione ed imprevedibilità, nonché di qualche momento di sana e cameratesca ilarità tra Tex e Carson.

 

La Tigre Nera, inutile dirlo, rispecchia fino in fondo tali canoni, soprattutto per quanto riguarda l'omonimo antagonista: un principe malese di nome Sumankan, spodestato dal suo trono, che per una serie di rocambolesche circostanze si ritrova in America, dove si pone a capo di una setta segreta che, per mezzo di inganni, intrighi e spietata crudeltà, persegue l'obiettivo di accumulare ingenti ricchezze ed impadronirsi del tessuto economico della fiorente boom-town di Leadville, anche nell'ottica di un riscatto da ottenere a discapito di una razza, quella bianca, cui la Tigre attribuisce la perdita del suo regno nel Borneo e lo sfruttamento senza pietà degli orientali. Un cattivo atipico, lontano anni luce dai canoni abituali di antagonista texiano (tolti negromanti e scienziati pazzi, si intende, anch'essi del resto eccezioni), un lucido folle astuto e risoluto, colto e spietato, nonché maestro del travestimento (nulla da invidiare ad un certo Proteus, direi), alla cui caratterizzazione contribuisce magnificamente Claudio Villa, che lo raffigura con zigomi pronunciati ed occhi a palla che inevitabilmente ne accentuano le già elencate peculiarità. Tra i suoi sgherri figurano anche alcuni notabili del posto, su tutti l'ambiguo Jean Morel, poi spietatamente scaricati ed uccisi nel momento in cui il principe Sumankan inizia a ritenere possano mettere in pericolo la setta.

 

Tex e Carson, dal canto loro, devono spandere non poco sudore per infrangere il muro di segretezza ed omertà che protegge la losca attività della Tigre (che anzi, per buona parte della storia, grazie al suo carisma ed anche al suo talento di trasformista sembra essere sempre una mossa avanti ai due pards), e soprattutto per avere la meglio sull'avversario al momento della resa dei conti, presso il pittoresco e quasi inespugnabile covo da cui dirige la sua organizzazione. Una sequenza, questa, di notevole impatto narrativo ed emotivo, in cui dapprima la Tigre riesce a catturarli e, con grande faccia tosta, li invita a cena in attesa di liberarsi di loro, ma deve fare i conti con la reazione di due vecchie pellacce che non mollano mai, capaci liberarsi dei carcerieri e poi di sfuggire con abilità e fortuna a tutti i tranelli e gli stratagemmi cui fa ricorso la Tigre, infine costretta ad una precipitosa fuga. I due pards ottengono in tal modo una vittoria che, pur non risultando decisiva né definitiva, evidenzia l'ottima gestione del duo in questa avventura, che li mostra affiatati come poche altre volte, sempre pronti a beccarsi ma ancora più pronti e determinati nel fronteggiare situazioni di pericolo e capovolgerle a loro vantaggio. Da contraltare, suo malgrado, Mac Parland, buon amico dei pards ma troppo ligio a codici e regolamenti per poter risultare davvero utile alla causa, contro un avversario del genere.

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  • 3 settimane dopo...

"C era una volta il Tex di Claudio Nizzi"...questa, a mio modo di vedere, è la definizione più consona ad una storia immortale come questa.

un vero feuilleton

storia in cui si respira a piene mani tanti clichè dell'America della seconda metà dell'800...

il teatro, ad esempio...nuova forma espressiva "colta" e "europea", giunto nelle rozze contrade dell'Ovest nella Seconda metà dell'800 sulla spinta di un desiderio di "civilizzazione"...la messa in scena della tragedia Amleto, che tutti i papaveri della cittadina del Colorado attendono con trepidazione in frac e vestiti alla moda parigina( tragedia che Carson guarda con gli occhi stupiti del Frontierman) viene volutamente "resa umoristica in chiave western" da Nizzi con l'ausilio del falso ubriaco che spara al teschio al grido "vogliamo le ballerine"!:lol2::D...

la setta orientale, dominata dalla Tigre, che sfrutta i "fratelli" bianchi illudendoli con l'accumulazionde di una facile richezza, è un omaggio alle tante sette che gli Orientali, Cinesi ma non solo, fondarono in America nella seconda parte dell'800.

La Stessa Tigre, per assurdo, è una perfetta "nemesi" del Sogno americano...il principe viene salvato da una nave americana, inizia a lavorare per la ferrovia come semplice manovale "sfruttato" dai Bianchi insieme ad altri Orientali, impadronendosi poco a poco grazie alla sua astuzia, intelligenza e spietatezza del "modus vivendi e operandi" degli Americani, sfruttando addirittura le sue conoscenze legali e notarili per "fregare legalmente" le proprietà dei suoi avversari morti ammazzati...il suo sogno però non è diventare un cattle Baron o un Pezzo grosso americano, ma è distruggere a poco a poco le fondamenta stesse del sistema che Summankan ha imparato a conoscere e servirsene, pur disprezzandolo, per soddisfare la sua sete di vendetta e la sua voglia di dominio...in questo è un Sandokan "invertito", vale a dire non qualcuno che lotta per il suo popolo in nome di una ricerca di "revanche" contro la Perfida Albione, ma quella di un uomo reso malvagio dalle avversità della vita, che vuole distruggere da dentro un sistema utilizzando le armi del suo nemico, per arrivare a diventarne il Satrapo assolutista e vanesio. Personaggio geniale.

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  • 1 anno dopo...

In attesa di poterne leggere l'ennesimo ritorno, il quarto, ho ripreso le vecchie storie di questo che è forse il più carismatico vilain nizziano, il principe Sumankan, la Tigre per eccellenza. 

 

I dialoghi iniziali tra i due pards tra le montagne e la successiva scena del teatro sono tra le cose più divertenti scritte dall'autore sulla testata, lui che è un vero maestro nel registro della commedia che padroneggia perfettamente e che sa calare ottimamente tra le pagine di Tex.

 

Registro che tuttavia scompare rapidamente di fronte ad un'avventura a tinte molto fosche, con un avversario inesorabile e spietato che condanna a morti orribili nemici ed ex sodali. Più tardi esso si rivelerà un terrorista tanto folle quanto geniale, anche se non avrà bisogno di lampi di acume per avere ragione dei nostri, che cadono letteralmente nella rete nella stupefacente fortezza malese.

 

Qui, nella fortezza, la tensione drammatica si scioglie di fronte alla spavalderia di Tex che fa nuovamente tornare toni da commedia brillante, toni che perdureranno lungo tutto il terribile "percorso infernale" che i nostri dovranno affrontare, in una prolungata sequenza alla Indiana Jones adrenalinica e appassionante. 

 

Il tutto, raccontato in maniera superba da un Villa che è ancora a metà, nella caratterizzazione di Tex (mentre è già "definitivo" su Carson), del suo personale "percorso infernale" che va dai tratti acerbi de il Ranch degli uomini perduti alla perfezione de L'Uomo senza passato.

 

Grande, grandissima storia. 

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Caro @Leo abbiamo avuto la stessa idea :D

 

L’uscita dell’inedito con il ritorno della Tigre Nera firmato da Boselli (che leggerò solo a storia conclusa e quindi fra quattro mesi) mi fornisce un ottima occasione per ripassare le gesta criminali del principe malese Sumankan, questa prima avventura pubblicata nel lontano Luglio 1992 credo di averla letta almeno tre volte e sempre con immutato piacere, a differenza del seguito disegnato da Civitelli (che onestamente non ricordo) e di quello di Venturi che invece non ho mai affrontato.

Nizzi crea un personaggio affascinante e riuscito, un cattivo di personalità che si giova di una caratterizzazione molto classica ma non per questo scontata, fondamentalmente un pazzo dai folli piani di conquista ma anche uno stratega pericoloso dai mille volti, capace di tramare nell’ombra e di colpire senza pietà.

La Tigre Nera si dimostra fin dal principio un avversario di tutto rispetto, si nasconde da insospettabile nella comunità di Leadville gestendo i suoi traffici e muovendo le sue pedine inconsapevoli (il viscido Morel, Wilson, Rickers), servendosi dei bianchi che tanto odia per raggiungere i suoi scopi e non esitando ad eliminarli quando le indagini di Tex e Carson si fanno più pressanti.

Questo naturalmente non impedirà ai due pards di scoprire l’ubicazione della sua fortezza nel cuore della montagna e di penetrare al suo interno affrontando una sfida ricca d’azione e colpi di scena, una sfida avvincente dove i nostri se la vedranno con avversari temibili come i giganteschi gemelli malesi (che sembrano usciti da una storia di Conan ma che nel contesto di questa avventura ci stanno benissimo) e con le mille trappole imbastite da un Sumankan che si arrende solo nel finale riuscendo tuttavia a fuggire.

 

Nizzi divide la storia in due segmenti ben distinti, nel primo domina la parte investigativa, l’indagine poliziesca di Tex e Carson per scoprire chi si cela dietro la misteriosa setta, solo la sequenza spettacolare dell’agguato al Cubero Pass spezza una narrazione compassata ma mai noiosa, questo grazie ad una riuscita sceneggiatura che fa della leggerezza e dell’ironia un suo punto di forza.

La seconda parte con l’ingresso nella miniera è avventura pura, l’azione si fa serrata e la tensione non manca tra fughe e inseguimenti, trappole micidiali (il pavimento che si apre e le frecce che escono dal muro fanno molto Indiana Jones) e scontri corpo a corpo dall’esito non scontato.

Il lavoro di Claudio Villa è stratosferico, perfetto nelle scene cittadine (l’incipit nel teatro, l’incontro con il notaio Madison, l’agguato nel magazzino di Rickers), ma semplicemente grandioso nel caratterizzare l’esotico covo della Tigre Nera e le spettacolari sequenze che si svolgono al suo interno, ci sono delle tavole che fin dalla prima lettura si sono impresse a fuoco nella mia mente e che ancora oggi mi colpiscono con la stessa efficacia.

Nizzi con questa storia fa un centro pieno, azzecca un grande antagonista che resta nella memoria e imbastisce un racconto frizzante e appassionante, non l’ho mai considerata un capolavoro e con questa ennesima rilettura confermo il mio giudizio, non lo è per i miei standard (a differenza della successiva Furia Rossa) ma non mi scandalizzo che molti appassionati possano considerarla tale.

In chiusura di commento solo tre piccole stonature che non pregiudicano il mio gradimento ma che forse potevano essere gestite meglio, due sono delle soluzioni narrative troppo facili e mi riferisco al fazzoletto di Morel ritrovato nell’ufficio del notaio Madison (una prova rivelatrice) e alla provvidenziale e casuale scoperta della dinamite da parte di Tex braccato dai malesi, la terza è per un finale davvero sbrigativo con la fuga della Tigre Nera e i due pards che rinunciano ad inseguirlo.

Storia: 8.5 Disegni: 9

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Bel commento davvero, Kamoose. La parte finale, con i pards che rinunciano all'inseguimento nonostante il vantaggio della Tigre sia al massimo di un'ora, non è piaciuta nemmeno a me. Tuttavia, si può sempre pensare che il terreno non si prestasse a consentire di seguire una pista, o ad altre soluzioni simili, così da giustificare una necessità che esula dalla storia in sé, vale a dire quella del ritorno del personaggio che Nizzi evidentemente non voleva precludersi.

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  • 1 mese dopo...

L’ho appena riletta e il giudizio rimane immutato: capolavoro! Nel pieno della sua creatività Nizzi sfoggia una storia in cui ogni tassello è al posto giusto: mistero, thriller, un degno avversario e Tex e Carson in piena forma (e chi se ne frega se Tex non stende a sganassoni i due colossi).

A mio avviso da inserire nella top 3 Nizziana e nella top 10 assoluta

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  • 1 mese dopo...
Il 13/10/2023 at 19:13, Leo dice:

In attesa di poterne leggere l'ennesimo ritorno, il quarto, ho ripreso le vecchie storie di questo che è forse il più carismatico vilain nizziano, il principe Sumankan, la Tigre per eccellenza. 

 

I dialoghi iniziali tra i due pards tra le montagne e la successiva scena del teatro sono tra le cose più divertenti scritte dall'autore sulla testata, lui che è un vero maestro nel registro della commedia che padroneggia perfettamente e che sa calare ottimamente tra le pagine di Tex.

 

Registro che tuttavia scompare rapidamente di fronte ad un'avventura a tinte molto fosche, con un avversario inesorabile e spietato che condanna a morti orribili nemici ed ex sodali. Più tardi esso si rivelerà un terrorista tanto folle quanto geniale, anche se non avrà bisogno di lampi di acume per avere ragione dei nostri, che cadono letteralmente nella rete nella stupefacente fortezza malese.

 

Qui, nella fortezza, la tensione drammatica si scioglie di fronte alla spavalderia di Tex che fa nuovamente tornare toni da commedia brillante, toni che perdureranno lungo tutto il terribile "percorso infernale" che i nostri dovranno affrontare, in una prolungata sequenza alla Indiana Jones adrenalinica e appassionante. 

 

Il tutto, raccontato in maniera superba da un Villa che è ancora a metà, nella caratterizzazione di Tex (mentre è già "definitivo" su Carson), del suo personale "percorso infernale" che va dai tratti acerbi de il Ranch degli uomini perduti alla perfezione de L'Uomo senza passato.

 

Grande, grandissima storia. 

Riletta in occasione del quarto capitolo...

Cosa dire...C'è di tutto...Azione alla Indiana Jones, battute, siparietti, un cattivo di alto livello (con un fondo di verità), Tex e Carson sugli scudi, il tutto condito dai disegni di Villa non ancora al top (tipo il suo Texone) ma già eccezionale. Nizzi tira fuori dal cilindro un'altra perle.

Lo sceneggiatore ne ha scritte di storie diciamo "discutibili" però ne ha fatte secondo me una decina (come minimo) da "giù il cappello".

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On 5/2/2015 at 5:22 PM, ymalpas said:

Nel prezioso libro "Tex secondo Nizzi" lo sceneggiatore modenese precisa che la decisione di scrivere di un catttivone di prim'ordine gli era arrivata dalle critiche dei fanzinari che lo accusavano di puntare troppo su un Tex invincibile.

 

Per metterlo in seria difficoltà serviva dunque un personaggio eccezionale, simile a Mefisto o a Yama, che erano personaggi all'epoca tabù. E Sergio precisò subito di non volere una storia del tipo "magico-fantastico".

 

Il nuovo personaggio doveva essere, invece, un fanatico mattoide, un orientale come da tradizione spietatissimo, che potesse appoggiarsi su una setta e celare il proprio viso dietro una maschera, in modo da potersi anche cammuffarsi in altri personaggi (tutte cose già viste nella serie e che in ogni storia avevavo lasciato il segno).

 

Nizzi ammette, nel libro, di non aver pensato all'epoca a Sandokan e possiamo credergli perché, se eccettuiamo il breve flashback in cui si narra come Sumankan fu spodestato dal suo regno nel Borneo e di come si diede da allora alla pirateria, niente nel seguito della storia ricorda il pirata nato dalla fantasia salgariana. E i due personaggi, pur avendo lo stesso background, hanno pochissimo in comune.

Concordo. Infatti nel thread dell'albo di questo mese avevo sottolineato come, prima del "ritorno" scritto da Boselli, la Tigre Nera non avesse NULLA di salgariano, ma anzi agisse come il classico "capo della setta cinese" già visto in tanti albi di Tex.

 

Questo confermerebbe quello che dice Nizzi, che proprio a Sandokan non ci aveva pensato.

 

Ma poi vengono dubbi...  perchè mettere un malese a capo di una setta cinese? Perchè il nome "Sumakan" che davvero, somiglia troppo a Sandokan per essere una coincidenza?

 

Boh, vai a capire se Nizzi ci pensava o no, ma comunque... no, davvero, Sumakan o Sumakan, di Salgari qui non è presente un grammo.

 

Detto questo, a leggere tante lodi, mentre ricordavo una storia che non mi era piaciuta molto, mi sono venuti dubbi, e, lo ammetto, anche per verificare che fosse così poco "salgariana" come ricordavo, ho cominciato a rileggermela, dopo anni

 

Passi il solito Carson "vecchio bavoso rincoglionito", che tanto da Nizzi sapevo che c'era da aspettarselo (si capisce che è un Nizzi ancora "fresco" perchè effettivamente fa ridere, per esempio alle prese con l'amleto, invece di essere solo cringe, ma davvero, nessuno spiegava a Nizzi che Carson non è una spalla scema con un ruolo puramente comico?), passi per l'impianto iniziale "comico", ma...

 

1) Tex si mette a parlare dei suoi sospetti su una setta capeggiata da una "tigre" e che agisce con pugnali cerimoniali (quindi probabilmente asiatica), (1) in un RISTORANTE CINESE, e (2) DI FRONTE AD UN CAMERIERE CINESE. (e non si accorge minimamente della faccia sconvolta del cameriere, ben disegnata da Villa

 

2) A causa della dabbenaggine e imprudenza di Tex (io non parlo dei fatti miei davanti ai camerieri, perchè li guardo e interagisco quando portano il cibo. E non devo nemmeno preoccuparmi che siano in una setta che vuole farmi fuori, anche se non sempre potrei giurarlo sul cuoco: Tex invece NON NOTA MINIMAMENTE IL CAMERIERE, poteva tranquillamente pugnalarlo lì per lì), il cameriere scopre i suoi piani e L'UBRIACO MUORE PER COLPA DI TEX (ma va? Qualcuno che muore perchè Tex è scemo? In una storia di Nizzi? Chi l'avrebbe mai detto?)

 

3) Tirano un sasso con un messaggio... e Tex e Carson, PRIMA di inseguire chi l'ha lanciato, stanno lì, con calma aprono il foglio di carta, lo leggono, e SOLO DOPO Tex si getta all'inseguimento dicendo "devo acchiappare chi l'ha lanciato" (frase tipica di Nizzi, quando la dice Tex poi non acchiappa mai nessuno). Ovviamente Tex non acchiappa nessuno (il cinese, maleducato, non è rimasto ad aspettare che finissero di leggere il messaggio).

 

4) Tex comunque vede che è un cinese. Strano, visto che combattono una setta orientale, probabilmente cinese. Tex rimane perplesso, e alla domanda di McParland (anche lui, grandissimo investigatore che non si ricorda dove ha mangiato pochi minuti prima e cosa hanno detto) "ma come hanno fatto a sapere che saremmo venuti ad interrogarlo" risponde serissimo "se non ce ne fosse ancora bisogno, questo dimostra che abbiamo a che fare con avversari forniti di un cervellino di prim'ordine"

 

Sì, sono tanto, tanto, tanto superintelligenti! Pensa che DOPO CHE TEX GLIEL'HA DETTO IN FACCIA CHE ANDAVA ALLA PRIGIONE, sono riusciti a capire che Tex sarebbe andato alla prigione! Dimostrando di essere enormemente più intelligenti del Tex di Nizzi e dei suoi due pards ancora più idioti, messi insieme!   :laugh::laugh::laugh::laugh::laugh:

 

Quando dicono che i primi tempi Nizzi era "meglio", concordo in questo senso: che all'epoca almeno faceva DAVVERO ridere. (è sempre stato un autore comico più che avventuroso, e anche se si atteggiava a "giallista" i suoi gialli sono fiacchi e ultratelefonati, no davvero, quello che gli riusciva meglio era il comico). il problema è che, allora e come sempre RIDI PER QUANTO È SCEMO TEX. 

 

 

Andiamo avanti, cercando di non ridere...

 

pagina 91, il finto "origlione". Il secondo attore sopraffino scovato dagli sgherri della Tigre Nera in pochi minuti, questo tanto abile da gabbare Tex (inizio a intuire perchè Morel si è comprato un teatro , visto che oltretutto di attori gliene servono tanti, visto che li fa fuori subito ogni volta...  solo che non capisco come faccia a trovare gente ABILE a gabbare gli altri una volta che si capisce che chi fa quel lavoro per lui poi viene sempre ucciso...)

 

Il piano di Morel non vi pare un po'...  ballerino?

 

Come fa il killer appostato sulla casa di fronte a sapere prima che TEX GENTILMENTE GLI METTERÀ IL TESTIMONE DAVANTI ALLA FINESTRA?

 

Guardate pagina 91, o anche solo fate mente locale a com'è fatta la stanza e a che distanza ha tirato il killer: se Tex non gli faceva quella gentilezza, come faceva il killer a uccidere l'origlione?

 

L'unica spiegazione è che il Killer è un lettore di Tex, che sa che il Tex di Nizzi provoca SEMPRE la morte dei suoi informatori (questo è un mentitore ma Tex mentre lo fa ammazzare non può saperlo) e quindi sapeva benissimo che Tex l'avrebbe messo proprio davanti alla finestra...

 

P.S.: Da quando in qua Tex e Carson in albergo si fanno dare la stanza frontale impiombabile dalle case vicine? Magari Nizzi non lo sa ma da sempre ci viene mostrato Tex che chiede sempre stanze "tranquille" sul retro o comunque non così facili da colpire. Il bello è che dopo che hanno avuto la prova che chiunque dal tetto di fronte li può ammazzare, si mettono tranquillamente a dormire nella stessa stanza... 

 

 

Torniamo a seguire l'albo, cercando sempre di non ridere..

 

Tex e Carson, sempre per non smentire la loro fama di fessi facili da gabbare, dichiarano apertamente al lettore che ci credono ciecamente a quello che ha detto l'origlione, perchè essendo morto non poteva essere complice della Tigre Nera (questo dopo aver appena visto un complice della Tigre Nera ammazzato dalla Tigre Nera in cella solo per eliminarlo dopo che aveva fatto il lavoro...)

 

Tex e Carson si infilano nella trappola senza sospettare nulla. Non si accorgono di nulla. Si infilano proprio davanti ai fucili di NOVE killer, che gli scaricano addosso il caricatore, da distanza ravvicinata e alle spalle. Nei disegni si vedono partire almeno una dozzina di colpi ma non è verosimile che siano stati sparati solo quelli, sono 9 killers con fucili a ripetizione contro gente che non si difende nemmeno, presa completamente di sorpresa. Parliamo realisticamente di almeno 100 colpi sparati in pochi secondi.

 

Come possono salvarsi Tex e Carson da morte certa? Da una trappola da cui è IMPOSSIBILE uscire vivi? Cosa può aver ideato Nizzi, con la sua nota fantasia, per riuscire a salvarli? COSA??????

 

Non vi voglio rovinare la sorpresa, andate a vedere come si salvano, in questo "capolavoro"...   :laughing: :laughing: :laughing: :laughing: :laughing:

Modificato da Diablero
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Mi stai rovinando i bei ricordi di infanzia :lol: .

 

(la storia non la rileggo da eoni e comunque l'ultima volta che la ripresi, forse vent'anni fa, notai delle magagne che mi erano sfuggite quando ero bambino)

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34 minuti fa, Mister P dice:

storia non la rileggo da eoni e comunque l'ultima volta che la ripresi, forse vent'anni fa, notai delle magagne che mi erano sfuggite quando ero bambino)

 

Io l'ho riletta recentemente e di magagne ce ne sono. Ho trovato tuttavia che la storia nel complesso funziona alla grande, e non me la sono fatta sminuire dalla maggiore attenzione con cui leggo oggi rispetto al passato. 

 

Mi sono accorto che dopo il forum non leggo più le storie, ma le analizzo nei minimi dettagli. So già quale situazione si presterà alle critiche di chi, e guardo le singole sequenze quasi con l'occhio di un inquisitore. È un riflesso condizionato da anni di processi, pardon analisi approfondite, qui sul forum. Mi accorgo pure che tale riflesso mi guasta la lettura, ma ormai sono questo tipo di lettore, non posso smettere di esserlo come si smette un abito. 

 

La Tigre Nera non fa eccezione ed è ampiamente criticabile, me ne sono accorto non piu tardi di qualche mese fa. Tuttavia, a me Carson con l'Amleto semplicemente fa ridere. Rido di cuore. Tex fa diversi errori e ingenuità ma la storia fila che è un piacere, appassiona, è avvincente, ha un gran bel nemico.

 

In questo caso, non ho smesso di essere il lettore che - ahimè, maledetto forum e maledetta età adulta - sono diventato; ma la storia mi ha divertito talmente tanto che ha spuntato le mie cesoie, ha fatto cadere ogni mia censura. "E divertiti!" e' come se mi avesse detto. "Ma io non mi diverto con storie che non funzionano, non sono un lettore a buon mercato", ho risposto di rimando. Ma niente, non c'è stato verso, pur protestando verso me stesso,verso quella mia perniciosa arrendevolezza e indolenza, continuavo a divertirmi. La storia filava, mi appagava.

 

Nizzi mi ha fatto fesso un'altra volta. 

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Aiuto, nel 2006 ero talmente entusiasta della storia da definirla capolavoro immortale :wacko:.

Addirittura dicevo che la scena con i giganti cinesi non era una nizzata antelitteram :o.

Mi sa che ricordo male e la rilettura dove ho notato le magagne è più recente...

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