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[Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest


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Voto alla storia  

70 utenti hanno votato

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On 21/12/2009 at 16:44, virgin dice:

Ogni volta che rileggo questa storia (e sarà la decima, da quando le mie manine di bambino afferrarono l'albo ormai otto anni fa) mi convico che si tratti probabilmente della miglior storia di Tex mai scritta. Fa il paio con "San Francisco-Lotta sul mare", ma è molto diversa, e secondo me in molti aspetti è superiore.
Lasciamo stare il disegno grandioso sul quale è costruita la trama (mai visto un borden di così ampio respiro... e dire che lui, al massimo, esagera invece di tirarsi indietro), i personaggi assai riusciti, l'azione palpitante, l'andamento imprevedibile e il ritmo appassionante... ciò che trovo magistrale (e sul quale, scrittore in erba, mi sono trovato a meditare giorni interi) è la presentazione del personaggio di Dawn, che viene svelato non in una, bensì in tre scene.
Nella prima scena nella quale appare, Dawn è indagata nel proprio aspetto mascolino e aggressivo, ed infatti litiga con un uomo fin quasi ad accoltellarlo, porta vestiti molto pesanti che quasi ne nascondono il fisico ed ha il volto impiastrato di grasso, dando l'impressione di essere una donna chiusa ed ostile, refrattaria ad aprirsi anche in condizioni di distesa sicurezza.
La seconda scena è quella, ormai celebre, del bagno. Da notare come borden e Font siano stati abilissimi nel giocare con questo topos erotico, raggiungendo esattamente il limite massimo di ciò che (io credo) debba essere concesso su Tex: un corpo nudo, esibito non integralmente, ma quanto mai presente. Viene così mostrato il lato più femminile e (azzardo) sensuale di Dawn, che non rinnega l'aggressivit? (splendida la Dawn che estrae il coltello), ma la completa, e viene anche accennata la lieve fragilit? di Dawn, tramite l'espressione con la quale lei guarda Jericho...
Nella terza scena Dawn viene mostrata in un terzo abito (be', visto che prima era nuda, diciamo pure secondo...): ordinato, dimesso, e lei stessa, abbandonati gli atteggiamenti precedenti, appare più misurata e "femminile".
Insomma, in tre scene diverse, dunque lungo uno svolgersi progressivo e frastagliato invece che in un unico punto lineare, il personaggio viene presentato perfettamente: in modo profondo, perchè le contraddizioni e le ambiguit? possono essere ampiamente intuite, ma anche correttamente, perchè non preannuncia nulla di ciò che si scoprir? in seguito: il personaggio di Dawn avrà sè un'evoluzione, ma sarà un cambiamento che non avrà mai nulla di unilaterale e che, soprattutto, non tradir? mai l'essenza del personaggio. Ella, infatti, non viene presentata come "maschiaccio", "femmina" e "donna/ragazza" in tre momenti distinti, ma possiede questi tre spiriti contemporaneamente. Ovvero, un'evoluzione talmente realistica ed accurata da fare invidia alla realtà stessa, grazie alla quale una storia starebbe in piedi anche senza Golden Eye, Jim Brandon e tutto il circo che ne consegue.
Mirabile il lavoro di borden&Font: visto che in questa storia molto si basa anche sul disegnato (sguardi, sottintesi etc...), credo che avranno collaborato molto strettamente, anche se preferirei sapere da borden stesso quanto è stata stretta la loro collaborazione :generaleS: .

Speriamo che, se Dawn sarà presente nel seguito, non sia un personaggio sbiadito, ma ancora complesso. D'altronde, nel frattempo potr? aver acquisito nuove sfaccettature: potr? essere diventata madre (anche se non mi sembra proprio il tipo :soldatoS: ), e aver acquisito nuove caratteristiche, forze e fragilit?... speriamo bene! borden, nume tutelare dell'ethopoiia, non deluderci!!! :inch:

Allora... Storia bella come ambientazione (Font artista), come resa dei personaggi (buoni e cattivi), per l'exursus su Jim Brandon e sulla tenuta dei nostri pards. Ho due dubbi. L'eccessiva differenza di come Gros Jean approccia Dawn a pagina 42 rispetto a pagina 52. Non me la spiego (aspetto aiuti da voi). Poi il finale...Perché Tex e non Jim? Comunque sono due elementi che non intaccano una bella storia.

On 1/7/2012 at 14:57, Leo dice:

Signori, qui ci troviamo di fronte ad una storia TIPICA di Boselli, una storia che contiene tutte le caratteristiche e tutti gli elementi delle sceneggiature boselliane.

1) E' una storia d'atmosfera, dove la componente EVOCATIVA è fortissima e sfruttata al meglio.

Già la prima scena provoca un brivido lungo la schiena, quando si vede una canoa solitaria che placidamente viene lungo il fiume. Una canoa a prima vista placida, ma che "ha la morte a bordo!" e, mentre il lettore legge queste inquietanti parole, vede contemporaneamente l'ombra di una mano pendere dal bordo della piccola imbarcazione. Le prime vignette iniziali sono già un capolavoro.

Subito dopo incontriamo Jim Brandon, destinatario della lettera trovata addosso al morto della canoa. In quel suo dire e non dire, in quella sua mascella contratta, in quella sua fronte corrugata, il maggiore Dickens come il lettore leggono una verità nascosta, una consapevolezza di Brandon circa il contenuto di quella lettera che tuttavia il colonnello non vuole svelare. E la scena successiva, in cui Brandon, vestito in borghese, saluta i suoi sottoposti con le parole "Addio, amici", conferma che il Colonnello ha capito chi si cela dietro quel messaggio oscuro, e sa di dover fare i conti con il proprio passato. In questa scena rivedo il Carson de Il Passato di Carson, quando fa il misterioso davanti allo sceriffo Devlin, dicendo: "Bannock non esiste! Ma io sarà l' per partecipare alle esequie del caro, vecchio Ray": stesso sguardo pensoso, stesso modo di fare misterioso, stessa sensazione di un passato lontano e oscuro che riaffiora. Che spettacolo, Boselli: chapeau.

2) I comprimari di spessore

naturalmente Jim Brandon, che qui ha più "dimensioni": non è solo la giubba rossa, è anche il giustiziere in cerca di vendetta,
l'amico di un uomo che non è riuscito a salvare e l'uomo innamorato e non corrisposto.

E poi Dawn, per cui non posso non quotare l'ottimo Virgin per quanto dice nel post precedente: anche lei è una personalit? a più dimensioni, forte e fragile, dapprima fa il doppio gioco e poi si schiera dalla parte giusta. La sua scena sexy ? inusuale in Tex, ma nient'affatto sgradita: aggiunge anzi vigore e pepe al personaggio.

Quindi il vecchio sciamano che chiama e salva Brandon: poche vignette, ma splendide.

E infine i cattivi: il malvagio Jericho, l'inquietante Ghost, ed ovviamente Red Duck: viso aperto da simpatica canaglia, uomo che fa girare la testa alle donne, ma anche violento e perverso (uccide la sua donna perchè la considera cosa sua e non può permetterle di lasciarlo), e scaltro e ipnotico, dato che riesce, con i suoi modi, il suo carisma, la sua follia e con l'indubbia sconcertante orbita d'oro, a soggiogare con la paura una tribù di Seskan (questo probabilmente è l'aspetto meno credibile della storia, ma non essendo del tutto inverosimile ed essendo anzi stato sfruttato in molteplici soluzioni narrative, me lo faccio andare più che bene).

3) Il sapiente uso del flashback

qui scaglionato in più tranches, il flashback rivela il passato di Jim, il suo amore non corrisposto e l'omicidio della donna amata. Ed è un flashback non sempre netto, ma spesso trasognato, rivissuto da un uomo delirante, e questa sua indefinitezza, questo suo svelarsi strato dopo strato, questo suo essere più sogno che non effettivi ricordi, lo rendono straordinariamente ricco di pathos ed estremamente emozionante. Scena indimenticabile è quella della tomba sul ciglio dello strapiombo sul mare: scenario quanto mai suggestivo e commovente, degno di un grande regista.

A Borden il tema del passato che ritorna è molto caro, e nelle sue avventure i flashback non mancano mai: espediente narrativo efficacissimo per emozionare, in cui il Nostro, anche in tal caso, si rivela Maestro.


Certo, ho rilevato delle incongruenze: all'inizio, Gros-Jean dice che è meglio non avere a che fare con quella gatta selvatica, alludendo a Dawn, ma poi si scopre che invece lui è addirittura il suo tutore ed a un certo punto è anzi ben felice di averla con sè come guida. Inoltre, sempre Gros-Jean racconta a Tex di aver tentato di salvare il padre di Dawn insieme a Jim Brandon, ma in seguito si apprende che Gros-Jean non ha mai parlato di Dawn a Brandon in quanto questi era pur sempre una giubba rossa: ma come, prima tentano di aiutare insieme il padre e poi Gros-Jean diffida al punto di non parlargli della figlia?

Inoltre, e soprattutto, Brandon SA che Noatak ha una figlia: dopo la sua morte e la morte della madre Mary, Brandon se ne disinteressa? Come è possibile che non riesca a scoprire che fine abbia fatto? Possibile che non faccia ricerche e non scopra che la figlia è accudita da una famiglia grazie all'intervento di Gros-Jean° Mi sembrano incongruenze belle e buone, forse Borden qui, IMHO, non è stato troppo attento...

Ma ciò comunque non sminuisce la grandezza di questa straordinaria storia.

Infine, anch'io avrei preferito che fosse Brandon a uccidere Red Duck, anche se mi sono molto piaciute le parole di quest'ultimo che, in punto di morte, si compiace che Brandon ancora una volta non sia riuscito a prendersi la sua vendetta: canaglia fino alla fine, e con stile.

E' una storia TIPICA di Boselli, dicevo all'inizio: per questo, ritengo che Borden sia il più grande autore mai apparso su Tex (e non solo.)

Ovazione.

Concordo su tutto e anche io non ho capito le tue stesse incongruenze.

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Beh, grazie! 😄

 

Le incongruenze per la verità non le ritengo tali. All'inizio, Gros-Jean scherza su Dawn. Lui ha collaborato con Brandon per salvare un amico, ma da lì a fidarsi di  una giubba rossa... ma ricordate chi era Gros-Jean? Un Métis ribelle, un bandito... E via così! Perché uno dovrebbe andare a cercare la figlia di un suo rivale? A che scopo? Trovo normale che non lo faccia.

 

 

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  • 2 mesi dopo...

Ho ricevuto per il mio compleanno Nei Territori del Nord Ovest, nella bella versione cartonata e a colori.

Finalmente, in questi primi scampoli di vacanze estive, ho potuto assaporarlo, mitigando il caldo estivo con i ghiacci splendidamente illustrati da Font.

Proprio a proposito del disegnatore spagnolo, osservo che quella che sto commentando è sicuramente una delle sue migliori prestazioni artistiche a servizio di Aquila della Notte.

 

Il giudizio sulla storia è ampiamente positivo, sia quanto alla sceneggiatura, sia (come anticipato) quanto ai disegni. 

Mi limito, allora, a due annotazioni positive e a due rilievi critici.

 

Aspetti positivi.

1) Estremamente efficace è la presentazione di Dawn: come già osservato da altri, in poche vignette viene delineata la complessità del suo carattere.

2) A un certo punto della storia, Tex fa un commento riferito a Noatak, dicendo, nella sostanza, che alle volte le circostanze della vita inducono delle persone oneste a ritrovarsi fuori dai confini della legge. Gross Jean riferisce a se stesso il commento di Tex. Ma, se ho bene interpretato la sceneggiatura di Boselli, il ranger si riferiva molto delicatamente anche alla propria vicenda umana.

 

Ed ecco i rilievi critici.

1) Gross Jean parla inizialmente di Kathy Dawn come di una gatta con cui è meglio non aver nulla a che fare. Poche vignette dopo, però, si scopre che è la sua figlioccia. Mi pare che ci sia una certa discrasia tra i due momenti.

2)  La vendetta finale avrebbe dovuto essere lasciata a Jim Brandon. Certo, poi Boselli sarebbe stato accusare di mettere da parte Tex. Ma penso che se ne sarebbe potuto benissimo infischiare, così come faceva GLB che, non a caso, qualche bella avventura in cui a mio parere Tex non è del tutto centrale l'ha anche scritta (In nome della legge, Il fiore della morte).

 

 

 

 

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, F80T dice:

1) Gross Jean parla inizialmente di Kathy Dawn come di una gatta con cui è meglio non aver nulla a che fare. Poche vignette dopo, però, si scopre che è la sua figlioccia. Mi pare che ci sia una certa discrasia tra i due momenti.

 

"E' la mia figlioccia sì, ma non accarezzatela (in senso figurato) contropelo, meglio per voi!" ;)

Ovvero, una cosa non esclude l'altra...

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  • 5 mesi dopo...
  • Sceriffi

Per quanto mi riguarda, la miglior storia ambientata al Nord.

Boselli, cita le altre grandi storie con Jim Brandon, infatti il maggiore Dickens dice:

"Chissa... forse lo sconosciuto della canoa ti aveva incontrato nel corso di qualche tua indagine importante...

Il caso delle croci misteriosi, per esempio...

O quello dei Metis ribelli..."

Il caso delle croci, si riferisce a "Sulle Piste del Nord".

I metis ribelli, sono i fratelli Goudret de "Ribelli del Canada"

Oltre a citare le grandi storie del Nord, Boselli crea dei personaggi, che abbiamo rivisto nel numero 600, sempre nello stesso numero, il Bos, cita questa storia, ed accenna anche a dei Wolfers, chiaro riferimento a "La strage di Red Hill".

Non posso non essere contento di tutti questi rimandi alle grandi storie del passato.

 

Prima di passare alla storia, avrei una domanda per i più esperti.

Quando ci viene presentato McDuff, Jim dice:

"Molto britannico McDuff! Voi siete nato nella madre patria, vero?

McDuff risponde dicendo:

"In Scozia signor Colonnello!

A Glasgow!"

Io conosco un personaggio, che di cognome fa McDuck, nato proprio a Glasgow.

Quando Carson incontra Gros-Jean, il vecchio cammello, in una delle prime battute dice:

"Dando filo da torcere a quel disgraziato di Soapy Smith"

Come ben sappiamo, Zio Paperone, nella sua gioventù, incontra un nemico chiamato Soapy Slick.

Ora vi chiedo questi rimandi non sono solo delle coincidenze vero?

 

La storia è bellissima, per me un capolavoro.

I personaggi sono ben descritti e caratterizzati. Il primo sogno di Jim Brandon nella casa dello sciamano è la scena più bella dell'intero albo.

L'uscita di scena di Jim Brandon, mi ha fatto venire i brividi!

Per non parlare, della resa dei conti tra Jim e Red, però avrei preferito, che Red non venisse ucciso da Tex, ma da Brandon.

Font in questa storia disegna come non mai, le scene innevate sono una più bella dell'altra, ed anche la sparatoria di fine storia, è eccezionale.

I miei voti sono:

Boselli 10

Font 9 e mezzo

 

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Il Soapy Slick di Don Rosa è ispirato appunto a Soapy Smith storico (che s'incontra in una storia di GL Bonelli, "Skagway"), non il contrario. 

Modificato da borden
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, MacParland dice:

Allora ho preso un abbaglio gigante!

Non sapevo che Barks, s'ispirò a Soapy Smith.

 

Sì, giusto, è stato ripreso da Don Rosa, ma ideato da Barks, che in quella storia si ispirò al cane Balto per Barko!...:lol:

 

 

D'altronde la mia Lena Parker è ispirata a Glittering Goldie, ossia Doretta Doremì... 

 

 

 

 

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  • Sceriffi

Si, infatti nelle due storie entrambe hanno un saloon ed entrambe hanno una storia con il protagonista.

Solo, che a differenza di Doretta, Lena ha una figlia, Doretta ha Paperetta Ye Ye, che è sua nipote.

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Questo maxi è senz'altro un capolavoro, una delle mie storie preferite di tutta la serie, anche per il fatto che è una delle prime che ho letto (a circa 7-8 anni!). 

Magari nei prossimi giorni la rileggo e faccio una recensione più approfondita:lol:

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Questo maxi è un vero capolavoro, una delle mie storie in assoluto preferite di Tex!
La rilettura mi ha fatto tornare bambino, alle prime volte che ho letto quest'albo, e l'ho trovato appassionante e coinvolgente come allora! La storia mi ha tenuto incollato alla lettura per tutta la sua durata, e mi ha fatto passare qualche ora esaltante e divertente.
Bellissimo, innanzitutto, il "prologo" iniziale, fino a pagina 24, che mostra il motivo del viaggio di Jim Brandon. Molto suggestiva la tavola di pagina 24, che vede appunto Jim partire con la sua slitta di cani nel paesaggio innevato.
Subito dopo c'è un stacco temporale, che mostra il nuovo incontro tra Gros Jean e Tex e Carson. Jim Brandon e Gros Jean sono i miei comprimari di Tex preferiti, quindi mi ha fatto piacere rivederli entrambi nella stessa storia. Bello il primo incontro tra Tex e Dawn, dove Tex salva la vita al suo cane Blue e si instaura un'emozionante rapporto di affetto tra il ranger e l'animale.
Molto cupa la scena che va da pagina 43 a 46, in cui il tenebroso Jericho va a trovare Dawn, mentre lei si fa il bagno.
Dawn si unisce poi a Tex e i suoi compagni nella spedizione, che inizia in modo esaltante a pagina 61. Stupende e suggestive le scene tra le nevi in cui i protagonisti viaggiano sulle slitte trainate dai cani.
Meravigliosa ed epica la scena che va da pag.75 a 89, in cui, mentre Tex e i suoi compagni stanno salendo su per la montagna che porta al Chilkoot Pass, dei misteriosi nemici provocano una valanga facendo esplodere la dinamite. Tex viene sommerso dalle nevi, ed è proprio il cane Blue a ritrovare il ranger e a scavare per tirarlo fuori!
Splendida la scena d'azione che inizia sul Lindeman Lake ghiacciato. In questa scena compare per la prima volta un altro tenebroso nemico, Ghost. Insieme a Jericho, è un bellissimo antagonista creato da Boselli.
Immediatamente dopo, c'è un sorprendente colpo di scena sulla giovane Dawn. Mi è piaciuto il fatto che la ragazza decida di passare dalla parte di Tex e gli altri, in quanto essi stanno dalla parte dei buoni, mentre Jericho no.
Bellissima scena in cui, al villaggio Han, il vecchio capo fa un cupo discorso a Tex, dicendo che il Wendigo è entrato nel corpo del malvagio Golden Eye.
Ottima la scena in cui Jim Brandon rivive in sogno i momenti del suo passato legati a Res Duck, che non è altro che l'odierno Golden Eye, un nemico "come di deve", un altro meraviglioso antagonista creato da Boselli.
Molto bello il fatto che, quando i protagonisti raggiungono il villaggio distrutto dagli uomini di Golden Eye, pensino che i corpi siano rimasti intatti a causa degli spiriti che si aggirano, per poi scoprire che c'è una spiegazione razionale.
Esplosiva e entusiasmante la lunga scena d'azione in cui Tex e gli altri salvano Jim Brandon da Ghost e dai suoi complici.
Riuscitissimo anche il personaggio del giovanissimo Arvik, che è, insieme a Dawn, un personaggio buono indimenticabile, e che mi piacerebbe rivedere.
Tesissima la scena in cui l'indiano fatto prigioniero tenta di gettarsi, mentre scala la rupe insieme a Tex e Carson, cercando di tirar giù con sè anche Aquila della Notte.
Ottima la resa dei conti con Jericho e Golden Eye. Ho apprezzato notevolmente anche "l'epilogo", ricco di speranza.
La storia è quindi un capolavoro, talmente bella che a Boselli bisognerebbe dedicare un monumento.
Nonostante non apprezzi granché il tratto di Font, devo dire che in questo maxi mi è piaciuto! Il merito della riuscita della storia è infatti anche suo: tutti i paesaggi innevati (ad esempio quello a pagina 210) sono realistici, e non esagero dicendo che guardando le sue tavole ho provato freddo! Le sue tavole mi hanno trasportato dentro la storia, una cosa che non mi capita spesso! Nota dolente i visi, non sempre riuscitissimi.
La copertina è la ciliegina sulla torta a questo capolavoro assoluto di Tex.
Grazie, Boselli, per questo capolavoro.


Soggetto/sceneggiatura: 10 e lode
Disegni: 8,5

Modificato da Magico Vento
  • +1 1
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On 2/5/2020 at 12:32, valerio dice:

non mi infastidisce che sia merito di altri, ma un bimbetto di 10 anni dai..

 

On 2/5/2020 at 12:44, borden dice:

Ma è un ragazzino adolescente indiano cui hanno sterminato la tribù, mica un italianuccio viziato e frignone col cellulare.😉

Io non l'ho trovato per nulla improbabile, ma assai verosimile, in quanto, come dice giustamente l'autore stesso, si tratta di un ragazzino indiano cresciuto fin da piccolo a cacciare e a saper usare le armi, non di un bambino viziato del ventunesimo secolo😁

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On 26/12/2020 at 11:42, Magico Vento dice:

 

Io non l'ho trovato per nulla improbabile, ma assai verosimile, in quanto, come dice giustamente l'autore stesso, si tratta di un ragazzino indiano cresciuto fin da piccolo a cacciare e a saper usare le armi, non di un bambino viziato del ventunesimo secolo😁

Ebbè, e cosa vuoi che tica l'autore? Lo ha scritto lui, si vede che gli va bene così:D

  • Confuso (0) 1
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  • 1 mese dopo...

Nei territori del nordovest è una storia magnifica e di grande respiro. Un'altra perla uscita dalla penna di Boselli nella quale ritroviamo molte caratteristiche peculiari delle sue storie: coralità, descrizione accurata dei personaggi, uso dei flashback e dettagliate documentazioni storico-geografiche.

Bellissime le atmosfere evocate del grande nord, le slitte trainate dagli husky, le montagne, la neve, il Chilkoot Pass. Nel lungo racconto troviamo poi la sete di vendetta di Jim che sveste i panni delle giubbe Rosse, l'amicizia nei suoi riguardi di Gros Jean, Tex e Carson che accorrono in suo aiuto, il riuscitissimo personaggio di Dawn, l'incubo wendingo per gli indiani...

Giusto per fare un piccolo appunto direi che il cattivo dominante della storia, Golden Eye, non viene approfondito così tanto, lasciato forse un po' troppo ai margini della storia, mentre avrei preferito un finale un po' diverso che non vi illustro in quanto non sono in grado di usare lo spoiler :D.

Veniamo ai disegni. Devo essere sincero, di Font non mi piacciono i volti di Tex e soprattutto di Carson, cosa che avevo già potuto constatare nel suo texone, trovo invece ottimamente disegnata Dawn. Molto buoni, non eccelsi, i paesaggi innevati e desolati del Canada e dell'Alaska, sintetico il giusto, un po' troppo "nervoso" per i miei gusti.

 

Soggetto e Sceneggiatura: 9,5

Disegni 7+

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  • 4 mesi dopo...

“Nei territori del nord-ovest” è la storia d’Avventura per eccellenza di Boselli su Tex, un po’ come “L’esploratore scomparso” lo è su Zagor.

I tipici elementi avventurosi ci sono tutti: una canoa con un morto a bordo che scende il fiume, un messaggio misterioso ed enigmatico (“Ricordi la betulla? L’uomo con l’occhio d’oro è seduto come un’anatra… Sta sempre divorando molte anime...”), un viaggio verso il cuore di tenebra del Grande Nord in cerca del covo del fantomatico, temibile e diabolico Golden Eye, un manipolo di eroi ben assortiti e pronti a tutto (oltre a Tex e Carson, Gros-Jean, la bella e coraggiosa eskimo Dawn, Arvik il ragazzino indiano sopravvissuto), un amico da ritrovare con un passato misterioso che si rivela un po’ alla volta (Jim Brandon), degli avversari spietati e ben caratterizzati fin dal nome (Jericho, Ghost, Red Duck/Golden Eye) e naturalmente un paesaggio selvaggio carico d’atmosfera, disegnato superbamente da Font.

 

Un viaggio. Una serie di nemici e pericoli in crescendo lungo il cammino. Location sempre più inquietanti a mano a mano che si procede: il Chilkoot pass innevato, il villaggio indiano devastato e tutti i suoi abitanti massacrati, l’inquietante Montagna Gialla, infine la casa degli spiriti avvolta nelle tenebre del malvagio Golden Eye, colui che viene creduto l’incarnazione del demone Wendigo.

 

Situazioni che fanno venire in mente i maestri dell’Avventura: Jack London in primis, non solo per “Zanna Bianca” e “Il richiamo della foresta”, ma anche per “Accendere un fuoco”. E poi “Terra lontana” di Anthony Mann (la valanga al Chilkoot Pass).

 

Splendidi personaggi ben gestiti, tante scene d’azione, magnifiche tavole di Font (non solo di paesaggi). Tra le più belle: il sogno surreale di Jim Brandon ferito sulla tomba di Mary che parla con lo Spirito Corvo (“La morte esiste… ma tu non morirai”). Golden Eye all’interno della sua buia capanna che ha appena ucciso la ragazza indiana. (“Perché? Mi ricordava un’altra… che ho ucciso tanto tempo fa”). E poi, be’… Dawn nella vasca da bagno in penombra, prima felice, poi intimorita e arrabbiata, infine stupita.

 

Jim Brandon come Kit Carson ed El Morisco: tutti e tre innamorati da giovani di una ragazza (Mary, Lena, Nephret) che però preferisce e sceglie un loro amico (Noatak, Ray Clemmons, Octave), con una figlia simile alla madre (Dawn, Donna, Sekhmet).

 

Tex e Carson decisivi, ma circondati da comprimari che talvolta rubano un po’ la scena (Dawn e Arvik), ma neanche tanto a dir la verità. (Chissà, forse in questa storia - già piena di personaggi - era meglio lasciare a casa Carson, con solo Gros-Jean a far da spalla a Tex.)

 

Avventura nel Grande Nord tra le più affascinanti di sempre. Tra tutte quelle che l’hanno preceduta forse può essere paragonata come qualità - seppur diversissima - a “Il tranello”/Il segno indiano”. Almeno per me…

E a proposito di "cosa può offrire Tex ai giovani", a un ragazzino che non ha mai letto Tex e vuole iniziare, gli consiglierei di partire da questa storia così avvincente (magari la versione cartonato a colori). Se non dovesse piacergli, vuol dire che Tex non fa proprio per lui!

Modificato da Poe
  • +1 2
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<span style="color:red">21 minuti fa</span>, Poe dice:

E a proposito di "cosa può offrire Tex ai giovani", a un ragazzino che non ha mai letto Tex e vuole iniziare, gli consiglierei di partire da questa storia così avvincente (magari la versione cartonato a colori). Se non dovesse piacergli, vuol dire che Tex non fa proprio per lui!

Concordo.

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  • pecos changed the title to [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest
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      Disegni: Luca Rossi
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      È peggiore il buio della solitudine o quello sordo e cieco del pregiudizio?
       
      Randy il fortunato
      Soggetto e sceneggiatura: Roberto Recchioni
      Disegni: Andrea Accardi
      Colori: Oscar Celestini
       
      Aveva la fortuna delle canaglie.. sinché Tex non diventò la sua ombra!...
       
       
      Tavole in anteprima:
       


       
      Testi e immagini sono Copyright Sergio Bonelli Editore
    • Da Sam Stone
      Soggetto: Mauro Boselli
      Sceneggiatura:Mauro Boselli
      Disegni di:Lito Fernandez
      Copertina: Claudio Villa

      A Sitka, nei fiordi dell'Alaska, un'incomprensione tra la pittoresca ciurma di capitan Roscoe e i Tlingit del sakem Kowee ha scatenato un'autentica guerriglia, nella quale sono coinvolti anche Gros-Jean e la sua figlioccia eskimo Dawn. Giunti in aiuto degli amici, Tex e Carson scoprono che all'origine di tutto c'è il rapimento di alcune ragazze indiane. Nessuno crede davvero che i colpevoli siano i leggendari spiriti malingi della foresta, i Kuchtaqa... Ma poi anche Dawn e la figlia di Kowee scompaiono misteriosamente... E, oltre le montagne ghiacciate più a nord, un mostruoso dio cannibale sta per fare di loro le sue spose...

      Copyright SBE 2013

      In edicola da Ottobre 2013
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