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TWF - Tex Willer Forum

[384/387] Furia Rossa


bressimar
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Voto alla storia  

68 utenti hanno votato

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Allora...Letta oggi e concordo con la maggior parte dei giudizi. Una delle vette della saga per me. Non metto mai 10 quindi o 9 o 8. Questa storia ha tutto poiché spiega il primo incontro tra Tex e Tiger, approfondisce uno dei pards, nelle ultime pagine ti scuote emotivamente (la vignetta del bivacco silenzioso è da brividi). Ha azione, amore, vendetta, siparietti. Il trittico Guerriero Apache, La Tigre nera e Furia rossa è roba da leccarsi i baffi. Non raggiunge le mie due preferite (il passato di Carson e Fuga da Anderville) ma ci va vicino. Ticci è un mostro sacro ma dopo Villa chiunque avrebbe "perso" ai miei occhi. Di Nizzi cosa dire...Il bicchiere sarà mezzo pieno sempre.

 

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<span style="color:red;">12 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Allora...Letta oggi e concordo con la maggior parte dei giudizi. Una delle vette della saga per me. Non metto mai 10 quindi o 9 o 8. Questa storia ha tutto poiché spiega il primo incontro tra Tex e Tiger, approfondisce uno dei pards, nelle ultime pagine ti scuote emotivamente (la vignetta del bivacco silenzioso è da brividi). Ha azione, amore, vendetta, siparietti. Il trittico Guerriero Apache, La Tigre nera e Furia rossa è roba da leccarsi i baffi. Non raggiunge le mie due preferite (il passato di Carson e Fuga da Anderville) ma ci va vicino. Ticci è un mostro sacro ma dopo Villa chiunque avrebbe "perso" ai miei occhi. Di Nizzi cosa dire...Il bicchiere sarà mezzo pieno sempre.

 

 

Quoto ogni singola parola, con la sola eccezione di Ticci. Il Ticci di Furia Rossa, di Fuga da Anderville, di Sioux non ha nulla da invidiare a Villa. Sono stili lontanissimi, ma entrambi danno rese eccelse.

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Just now, Leo dice:

 

Quoto ogni singola parola, con la sola eccezione di Ticci. Il Ticci di Furia Rossa, di Fuga da Anderville, di Sioux non ha nulla da invidiare a Villa. Sono stili lontanissimi, ma entrambi danno rese eccelse.

Sì Leo, è semplicemente una questione di stili. Purtroppo sono della sponda Villa/Civitelli comunque Ticci è un mostro sacro. Invece ho seri problemi con Galep purtroppo...:-)

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<span style="color:red;">44 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Sì Leo, è semplicemente una questione di stili. Purtroppo sono della sponda Villa/Civitelli comunque Ticci è un mostro sacro. Invece ho seri problemi con Galep purtroppo...:-)

Non sei l'unico ad avere problemi con Galep, io faccio fatica a digerire i primi numeri, mentre già da El Muerto, Galep fa dei disegni migliori secondo me. Chiuso qui L'off topic.

 

<span style="color:red;">48 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Quoto ogni singola parola, con la sola eccezione di Ticci. Il Ticci di Furia Rossa, di Fuga da Anderville, di Sioux non ha nulla da invidiare a Villa. Sono stili lontanissimi, ma entrambi danno rese eccelse.

Quoto, Ticci non ha nulla da invidiare a nessuno. Anche l'ultimo Ticci è di ottimo livello.

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Furia Rossa, se non ricordo male, è la prima volta in cui Tex e Tiger 'lavorano' insieme, ma entrambi si conoscevano anche prima, o almeno ovviamente Tiger sapeva chi era Aquila della Notte essendo il capotribù, e Tex si ricordava di lui durante una precedente visita al villaggio di Tiger (che, come si sa, non viveva nel villaggio 'centrale' della riserva)

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  • 8 mesi dopo...

Mamma mia che storia... difficile trovare le parole adatte per commentarla.

Non ricordandola minimamente deduco che è la prima volta che la leggo: considerando che l'albo riporta come anno 2003 (colleziono TuttoTex) la mia è una discreta vergogna.

Credo che Nizzi qui tocchi l'apice delle sue doti di sceneggiatore.

Forse solo la splendida "Fuga da Anderville" può rivaleggiare ad armi pari con questa storia.

Il racconto nel lungo flashback di Tex ha dei tempi perfetti, ogni situazione si incastra con la successiva alla perfezione.

Il sanguinario Tiger è caratterizzato senza inutile enfasi ma come un "semplice" indiano che, rapito del suo affetto più caro, non è disposto a tollerare niente e nessuno lungo la sua disperata rincorsa.

E, soprattutto, non è disposto a perdonare: non ci può essere pietà nel cuore di una "Furia Rossa".

L'incontro con Tex è asciutto, senza convenevoli banali: anche qui trovo Nizzi molto abile ad evitare le trappole della retorica, specie quando Tiger è costretto a mettere abili "civili":

"Ti stanno a pennello! Come ti ci senti?"..."Legato"... "Ci farai l'abitudine".

Miglior dialogo non era possibile!!! Asciutto e conciso come si conviene a due veri guerrieri.

Il triste epilogo era scontato, facilmente intuibile dai primissimi dialoghi di Tex, ma non per questo appare meno crudele.

Trovo bellissimo anche il percorso di redenzione del triste Navajo, molto profondo, assolutamente non scontato.

Il suo isolamento sulle montagne innevate gli restituisce la gioia, o meglio, la volontà di vivere e di essere quel taciturno pard di cui gioisco ogni volta che fa la sua presenza nelle storie di Tex.

E il finale è l'ennesimo tocco d'artista di Nizzi.

Alla fine del lungo racconto immagino un Tex "sfinito" per aver rimembrato quel lontano e terribile passato, Kit Willer scosso per il ricordo della madre appena evocato nei fatti narrati e Tiger Jack con un tumulto nel proprio cuore facilmente comprensibile.

E allora chi ci pensa a riportare tutti al presente?

Il caro vecchio Carson ovviamente!

"Ehi gente, si può sapere cos'è quell'aria da funerale che avete tutti quanti? Non mi sembra il caso di intristirsi per avvenimenti che ormai appartengono al più lontano passato..."

"E tu passami quella borraccia, satanasso! La stai covando come se fosse uno stramaledetto uovo di gallina!"

La retorica è dietro l'angolo, il patetismo e la malinconia sono sullo sfondo.

Ma Nizzi è bravissimo nello starsene alla larga e sembra quasi ammonirci mentre ci asciuga la lacrimuccia: "Ehi ragazzi, niente svenevolezze!".

I disegni di Ticci? Suvvia, occorre dire qualcosa sul maestro senese?

Posso solo azzardare che le sue tavole contribuiscono a rendere ancora più indimenticabile questa "Furia Rossa".

  • +1 2
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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, valerio dice:

Per me la miglior opera di Nizzi su Tex e una delle tre storie migliori all time.

Nizzi ha scritto veramente storie eccelse. Tipo questa. Bicchiere mezzo pieno sempre. 

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  • 2 mesi dopo...

Grandissima storia! Tiger Jack è il mio pard preferito di Tex e, di conseguenza, ho apprezzato notevolmente come in questa storia, incentrata sul suo passato, gli venga dato un così ampio spazio.
Nizzi immenso: da un soggetto davvero semplice (unico "difetto", se così si può dire, della storia) tira fuori una storia appassionante, mai noiosa e, in certi casi, anche emozionante, con un ritmo sempre incalzante e dei dialoghi perfetti e molto efficaci. Ottimo il lungo flashback sul passato di Tiger (la quasi totalità della storia). Molto interessante l'inizio, con la "sfida" (che consisteva nel rubare più cavalli possibili da donare al padre della ragazza) tra Tiger e gli altri pretendenti di Taniah. Ancor più appassionante il lungo inseguimento di Tiger per ritrovare la donna che ama. Molto belle le scene in cui un Tiger scatenato, da solo, fa fuori prima un gruppo di Utes e poi un folto gruppetto di Comancheros. Bellissima la parte a Santa Fe, intrigante e così entusiasmante che non annoia mai. Una scena in particolare a Santa Fe che mi è piaciuta molto è la tesissima fuga di Tiger per le vie del paese inseguito dagli uomini di Cardenas, immediatamente prima del suo primo incontro con Tex. Fantastico anche l'atto finale della ricerca di Taniah: ottimo il tragico e commovente colpo di scena sulla sorte della donna amata da Tiger. La parte finale del flashback è ricca di pathos e molto emozionante. Capolavoro!
Grande Ticci ai disegni. Ottimi gli sfondi e spettacolare il dinamismo delle scene. Come al solito, però, trovo il suo stile un po' troppo abbozzato e i volti spesso e volentieri non mi convincono. In ogni caso, realizza indiscutibilmente una buona prova.
Neppure le copertine di Galep mi hanno convinto molto. In "Tempo di uccidere", Tiger sembra bassissimo (anche la figura di Tex non è slanciata come dovrebbe). La mia preferita delle tre è quella di "Furia rossa".

Soggetto/Sceneggiatura: 10
Disegni: 8

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  • 11 mesi dopo...

Gran bel recupero quello di "Furia Rossa". La storia di Nizzi è a mio parere un caposaldo fra tutte le storie di Tex in quanto ci presenta il passato di uno dei suoi più fedeli pards, ovvero Tiger Jack. 

Il solito bivacco notturno dei 4 pard permette a Tex di raccontare a Carson e al figlio Kit come abbia conosciuto Tiger e come da quest'incontro sia nata un'amicizia fraterna che ancora adesso li lega. Veniamo a conoscenza in questo racconto di un giovane Tiger Jack e caratterialmente diverso da come lo conosciamo oggi. Anche per lui, come per Tex, il sentimento della vendetta ha fatto parte del suo percorso. Il racconto scorre via velocemente e anche sanguinosamente, Tiger Jack è spietato nel perseguire la sua vendetta, accecato dall'odio verso coloro che hanno portato via una persona a lui molto cara, persino Tex fa fatica a calmare la sua ira. Bellissime le ultime pagine dove fa una breve apparizione anche Lilith. 

Ottimi ovviamente i disegni del maestro Ticci, anche se personalmente preferisco il suo tratto antecedente a questo, più pulito. 

Voto globale 9,5

Modificato da SaWi
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Per mio conto il vertice di Nizzi, del centinaio '300 e probabilmente anche dell'intero periodo 200-300.

Per trovare storie di livello simile bisognerà attendere alcune storie del periodo '400, specie di Boselli (e alcune zampate ancora di Nizzi, ma forse un filino sotto a questa).

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  • 9 mesi dopo...

Non mi stancherò mai di rileggere, di tanto in tanto, questa pietra miliare dell'ultrasettantennale saga di Tex: il commovente ed avventuroso racconto del primo incontro, e della conseguente nascita di un innato affiatamento, tra Tex e Tiger Jack, destinato a diventare uno dei suoi due fratelli acquisiti. Una storia struggente e coinvolgente come pochissime altre, figlia di una sceneggiatura curata dal miglior Nizzi di sempre e dai disegni, come sempre estremamente evocativi, di un Ticci all'apice della propria carriera.

 

Il filo conduttore della storia, fondamentalmente, risiede nella densità e nell'estremizzazione di tanti sentimenti, anche contrapposti tra loro, necessari però perché un individuo scopra fino in fondo il proprio Io: amore, rabbia, vendetta, dolore, infine amicizia. Proprio questo, in sintesi, il viaggio - sia effettivo e materiale che metaforico ed interiore - che Tiger Jack compie dal momento in cui la sua promessa sposa Taniah viene rapita dai comancheros al soldo di Liborio Torres fin quando, passando attraverso una spietata vendetta, apprende del suicidio della ragazza e piomba nel più avuto dolore. Da brividi la scena in cui il fiero navajo viene a conoscenza della tragica decisione presa dall'amata, come è estremamente commovente la sequenza del suo esilio volontario sui monti Navajos in pieno inverno, al fine di superare il dolore che lo attanaglia dovendo provvedere alla propria sopravvivenza.

 

Pazienza se, una volta tanto (insieme a Il passato di Carson), Tex deve "accontentarsi" di lasciare il ruolo di protagonista ad uno dei suoi pards, ruolo che Tiger Jack ricopre in maniera impeccabile nella tragicità degli eventi. Il Ranger, del resto, lascia comunque il segno spalleggiando al meglio Tiger tramite la propria esperienza e la propria audacia (da incorniciare i suoi siparietti con lo sceriffo di Santa Fe), e soprattutto fornendogli amicizia ed assistenza incondizionata per aiutarlo a superare il trauma della morte di Taniah.

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