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TWF - Tex Willer Forum

[416/418] Cercatori Di Piste


bressimar
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Voto alla storia  

61 utenti hanno votato

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L' ho riletta proprio poche ore fa... una bella storia, anche se con qualche caratteristica un po' troppo marcata e a mio personalissimo avviso un po' poco texiana.. Dico subito che apprezzo molto i disegni di Marcello!!Nella storia Boselli è bravo a caratterizzare i molti personaggi cui d' vita, però si lascia prendere un po' la mano dalla voglia di strafare... dettagli come Hoss guercio e il fazzoletto calato sul viso e gli occhi azzurri in chiaro contrasto col volto di Finn secondo me ridondano un po' troppo.. Il finale secondo me è un po' sbrigativo... Per il resto invece una bella storia western, un grande Tiger Jack e appunto tanti bei personaggi... Un ultima nota: "il disertore" è anche il titolo di un albo di Tex, non è proprio esatto dire che questo tema non fosse stato mai trattato precedentemente...

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  • 1 mese dopo...

L'ho riletta stasera a distanza di due anni, e non posso che confermare le mie impressioni di allora... che gran pezzo di bravura. Il dialogo iniziale con Finn, molto duro, molto texiano, è un vero gioiello, così come il dialogo finale, con Finn morente che riserva le sue ultime parole per il ranger.

Davvero la coppia Boselli-Marcello è stata una coppia d'oro, con il secondo grandissimo interprete delle visioni del primo. Tutti i suoi personaggi sono perfetti, azzeccatissimi: il gelo degli occhi di Finn, la solidit? e la lealt? del Sergente Torrence, un malinteso senso del dovere del Maggiore Craig. Tutte caratteristiche trasparenti dalla sublime interpretazione grafica del disegnatore.

So che l'idea non è realizzabile, perchè per Boselli sarebbe autocelebrativa, ma le marcelliane meriterebbero tutte di apparire su una collana a sè, o sugli Oscar Mondadori: Il Passato di Carson, Gli Invincibili, La Grande Invasione, Cercatori di piste, I Sette Assassini sono grandi capolavori di Tex, meriterebbero una ristampa tipo quella realizzata in questi giorni su Mefisto o su El Morisco. Io farei una collana intitolata: Le Marcelliane...

Credo che Marcello sia stato molto fortunato a trovare sulla sua strada Boselli, perchè un disegnatore che tutto sommato fino a quel momento non aveva lasciato il segno è diventato poi il realizzatore di capolavori indimenticabili, ritagliandosi un posto d'onore nel cuore di ogni texiano, al pari di disegnatori storici quali Galep, Ticci, Letteri o Fusco. Naturalmente la fortuna se l'? poi saputa meritare, perchè i suoi disegni sono stati veramente eccellenti: Ray Clemmons, Torrence e più di tutti Shane O'Donnell, sono figli sè di Boselli ma anche un po' suoi, suo è il merito di averli saputi tratteggiare in quel modo. L'unica loro storia che non mi è piaciuta (non tanto per i disegni quanto per la sceneggiatura, che ricordo mi appassion° poco), è stata quella della storia di Narvaez (il cui titolo ora non ricordo). Le altre sono capolavori, e ogni volta che le rileggo (come stasera con Cercatori di Piste) non posso fare a meno di dedicare un pensiero di gratitudine, oltre che al nostro Borden, anche a quello splendido artista che è stato Carlo Raffaele Marcello...

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ciao Leo. Penso che la storia con Narvaez, così come " I sette assassini", risentano del fatto di essere il seguito di storie bellissime, con le quali il lettore è portato a confrontarle. E' ovvio che se vai a paragonare la storia di Jack Thunder con il passato di Carson, la prima ne esce con le ossa rotte. Per il resto, completamente d'accordo con te sull'accoppiata Boselli/ Marcello: una ristampa di quelle storie sarebbe un'ottima promozione del personaggio Tex tra i giovani lettori che magari erano ancora in fasce a quei tempi ( vabb? che parlo io che quando è uscito il Passato di Carson avevo 11 anni). Eppure resto convinto, con tutto il bene che posso volere a Ortiz, che se " sulla pista di Fort Apache" fosse stata disegnata dallo stesso Marcello o da un disegnatore classico alla Ticci, avrebbe guadagnato tanti punti nella classifica dei capolavori...

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  • 2 anni dopo...

Invito alla rilettura di questa (se non sbaglio seconda nella serie regolare) storia scritta da Boselli, con gli ottimi disegni di Marcello, attualmente in edicola per la collana "nuova ristampa".

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Questa è una storia meravigliosa... ingiustamente poco menzionata dai boselliani, ma credo sia davvero bella. La figura di Finn inoltre è azzeccatissimi e mi piace vedere Tex e Tiger insieme, anzi, auspico in futuro ad altri episodi del genere in cui i due pard collaborino insieme. Marcello sempre sul pezzo.

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  • 9 mesi dopo...
On 10/3/2014 at 20:20, shane o' donnell dice:

Storia bellissima. Splendido il personaggio di Mickey Finn ed il dialogo finale con Tex in punto di morte. Grandissimo anche il personaggio di Torrence ( mi piace molto l'idea dell'ufficiale che preferisce disertare piuttosto che ubbidire a degli ordini palesemente ingiusti). Buoni anche Hoss O' Brien e Craig. Insomma, non sarà il massimo capolavoro boselliano, ma questa storia è davvero bella. Marcello disegna questa storia ai livelli de" Il passato di Carson"Soggetto: 9Sceneggiatura: 9Disegni: 9,5Voto complessivo alla storia: 9

Uno degli episodi di Boselli che mi.è piaciuto di più.gli elementi per un capolavoro ci sono tutti,ottimo il personaggio di Finn,un rinnegato sia per i.bianchi sia per gli indiani.il sergente Torrence è un grande,coraggioso capo.un soldato valoroso,amatissimo dai suoi uomini e dotato di senso dell onore e del dovere.

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  • 11 mesi dopo...
On 17/11/2017 at 18:41, Barbanera dice:

Uno degli episodi di Boselli che mi.è piaciuto di più.gli elementi per un capolavoro ci sono tutti,ottimo il personaggio di Finn,un rinnegato sia per i.bianchi sia per gli indiani.il sergente Torrence è un grande,coraggioso capo.un soldato valoroso,amatissimo dai suoi uomini e dotato di senso dell onore e del dovere.

Per potere lasciare un commento più articolato e completo su questa storia capolavoro, l'ho riletta bene in questi giorni, soffermandomi il più possibile sui particolari.

Inizio abbastanza fuorviante di Bos, che ci presenta due dei disertori (Il caporale Cogburn e un giovane "private") nel saloon di Tulac.A primo acchito sembrano due poco di buono, in realtà si scoprirà dopo poche pagine che sono stati vittime di un'ingiustizia. Dopo l'assassinio dei due militari, assistiamo alla comparsa del demoniaco Finn (si vede che a Bos piacciono molto gli Irlandesi, ne mette molti nelle sue storie) e della sua posse di assassini con patente federale di Vicesceriffi. Qui Boselli, grazie agli splendidi disegni di Marcello, ci presenta un piccolo esercito di scampaforche: meticci, bianchi,Messicani e Indiani (di nuovo altri Irlandesi, come Hoss o'Brian). Sulla falsariga de "Il Passato di Carson" un cattivo principale (Finn) e molti comprimari ben definiti graficamente. Tex narra a Tiger il suo primo incontro con Finn e  scopriamo il perchè Finn odia gli Indiani. Ci viene presentato il Maggiore Craig, il classico ufficiale di buona famiglia ma razzista, che odia Torrence che invece ha ascendente sui suoi uomini.

I disertori, che hanno preso mogli indiane e sono quasi tutti immigrati dalla Vecchia Europa, si sono arruolati per diventare Americani più in fretta ma vengono disprezzati da Craig (e da Finn) sia perchè sono immigrati sia perchè sono imparentati con gli Indiani. Il bel topos dei militari neoimmigrati che si sposano con donne del posto è antico come la storia del Mondo, basti pensare all'Impero Romano...

Torrence è il classico soldato tutto di un pezzo, ex colonnello dell'Esercito Confederato (ma del suo passato, purtroppo, sappiamo solo questo) che si è guadagnato i galloni di sergente della cavalleria Usa sul campo: tutti gli uomini lo stimano, e lui (guarda caso ;)) è un emulo di Tex: capo di una tribù indiana e sposato con una Pellerossa.

Belle scene di guerriglia e combattimento vero e proprio, la morte di Finn è spietata come è stato lui in vita: il meticcio irlandese in punto di morte, ammette l'odio per Willer unito però ad una sorta di ammirazione per il Nostro.

Il finale che ci viene presentato è l'unico possibile: Craig viene radiato dall'esercito, ma non vien condannato alla prigionia.Torrence lascia l'esercito, ma riacquista la sua dignità di uomo.La sua uccisione da parte della sua nemesi Craig è spietata e tragica, commovente ed eroica. Il sergente Torrence è uno di più bei comprimari mai creati in una storia di Tex, ed è un vero peccato che sia morto dopo poche pagine.

 

La storia è troppo poco studiata dai Texofili.e questo è un male

Nessun personaggio "grigio" in questo episodio, i disertori stranieri e legati agli indiani sono le vittime di un sistema a parole libertario ma in realtà spesso razzista e ben poco inclusivo.

 

citazioni da film: il soldato trafitto dalle frecce come un San Sebastiano, lasciao a cavallo con un cartello al collo è ripreso da "I due Invincibili"

Lafigura di Torrence ricorda quella del colonnello sudista interpretato da Rock Hudson nel medesimo film

 

Piccolo appunto: l'idea di lasciare a degli altri Indiani (in quseto caso gli Yavapay) una parte della Riserva Navajo viene utilizzata ltre due volte in Tex:

la prima volta, ne "In Nome della Legge" (i Mohawes di Victorio) 

la seconda volta in "Aquila dellaNotte"Storia che ha per coprotagonisti I Comanche inseguitia da Midlleton e Tex Uomo della Morte. 

 

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

Nessun personaggio "grigio" in questo episodio, i disertori stranieri e legati agli indiani sono le vittime di un sistema a parole libertario ma in realtà spesso razzista e ben poco inclusivo.

 

Non sono d'accordo. Finn è un malvagio, ma la caratterizzazione psicologica che ne fa Boselli nel flashback può farlo annoverare - con un po' di buona volontà - tra i grigi.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

(si vede che a Bos piacciono molto gli Irlandesi, ne mette molti nelle sue storie)

 

Bos è un appassionato dell'Irlanda e della sua storia. Me lo ha detto lui in un'intervista per un articolo sul TWM.

 

Il mio viaggio in Irlanda di ormai tredici anni fa lo devo alla passione che Bos ha saputo ispirarmi tramite la Banda degli Irlandesi.

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<span style="color:red;">13 minuti fa</span>, Leo dice:

Non sono d'accordo. Finn è un malvagio, ma la caratterizzazione psicologica che ne fa Boselli nel flashback può farlo annoverare - con un po' di buona volontà - tra i grigi.

 

mica tanto...Tex non ha la minima pietà di lui, Finn è un personaggio malvagio, simile al nizziano Jesus Zane

Due personaggi vittime di violenze, ma diventati canaglioni per scelta...

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<span style="color:red;">4 ore fa</span>, Leo dice:

Non sono d'accordo. Finn è un malvagio, ma la caratterizzazione psicologica che ne fa Boselli nel flashback può farlo annoverare - con un po' di buona volontà - tra i grigi.

Diciamo che é  un personaggio  sfumato di grigio, come ad esempio  il comanche Puma Zoppo di " Un treno per Redville."

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<span style="color:red;">12 ore fa</span>, Grande Tex dice:

Diciamo che é  un personaggio  sfumato di grigio, come ad esempio  il comanche Puma Zoppo di " Un treno per Redville."

Tex lascia a Finn la possibilità di scegliere:lo salva nella prateria dai suoi "fratelli"Comanche,ma il ragazzo è troppo pieno di odio e di rabbia,non si integra e difatti è un rifiuto della società.

Tex per lui non prova alcuna pietà,Finn non può essere considerato un personaggio grigio.un malvagio,punto e basta, nero come la pece.

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Ho riletto anche io proprio tra venerdì sera e ieri mattina questa storia, che al pari di molti altri ho sempre molto apprezzato e, come alcuni hanno sottolineato, anche io ho sempre ritenuto sia sempre stata un po' sottovalutata. Non rientrerà magari nel novero dei capolavori immarcescibili, questo forse no, ma dal mio punto di vista è senza dubbio una di quelle storie che tallona assai da vicino il ristretto gruppo dei suddetti capolavori. Molto ben tratteggiati Tex e Tiger in questa vicenda, in cui ho trovato messo in evidenza come poche altre volte il personalissimo concetto che Tex ha della Giustizia, un concetto che per mezzo dell'umanità e del buonsenso sa andare oltre quel che, legge alla mano, si può spesso intendere per "giustizia": quella di Tex, in altre parole, è Giustizia con la G maiuscola, intesa come difesa di chi si ritrova a subire un'angheria, di chi può anche avere commesso un errore in conseguenza di ingiustizie più gravi da egli subìte, a prescindere dal fatto che la legge - magari applicata in buona fede, ma pur sempre da esseri umani con i loro pregi e difetti, e soprattutto con la loro fallibilità, schematicità e "burocraticità" - dia torto a chi Tex decide di difendere e tutelare.

 

Particolarmente ad hoc, di conseguenza, il confronto tra i due pards e la banda di tagliagole di Mickey Finn, elementi della peggior risma che però agivano dietro mandato federale, dunque perfettamente dalla parte della legge. Menzione speciale, e non potrebbe essere altrimenti, per Mickey Finn, individuo complesso ed indurito da un'esistenza complicata, oltre che contraddistinto dalla tipica psiche di chi non riesce proprio ad accettarsi per quello che è. Da incorniciare lo scontro finale tra lui e Tex, che si conclude con la morte in duello del cacciatore di taglie, che prima di spirare il suo ultimo respiro trova comunque la forza di accettare parzialmente la sua metà indiana, e soprattutto di esprimere il suo odio misto però ad una sorta di ammirazione nei confronti di Aquila della Notte.

 

Parimenti da applausi la caratterizzazione, dal primo all'ultimo istante, del sergente Torrence, militare modello ma, al pari di Tex, insofferente alle regole ottuse ed ingiuste imposte dalla sua nemesi Craig, maggiore invidioso di lui perché sa di non poterlo eguagliare in carisma e doti militari. Nel corso della tragica vicenda, Torrence si mostra anche un perfetto capotribù, stimato e rispettato dai suoi uomini, sempre pronti ad accettare senza riserve qualsiasi sua decisione, che lui dal canto proprio sempre sottopone al loro parere. Estremamente toccante, per quanto non certo lieto, il finale della storia, che vede Torrence ormai pronto ad intraprendere una nuova esistenza senza divisa, non fosse per Craig che, frustrato per la degradazione con infamia e l'espulsione dall'esercito, lo uccide a sangue freddo. Un finale che lascia senza dubbio un grande amaro in bocca, ma che probabilmente contribuisce in larga misura a conferire tanto fascino a questa bellissima storia.

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Condivido il giudizio espresso già da molti sulla storia. Una delle migliori di Boselli e anche dell'intera saga. Non ripeto, pertanto, gli apprezzamenti, che devono intendersi pienamente condivisi. Sottolineo, solamente, per amor di discussione e non di polemica, ciò che mi differenzia da alcune delle principali analisi prima espresse.

Affermare, in modo tranchant, che con questa storia risalta una volta di più la sostanziale ingiustizia del sistema statunitense di fine ottocento (alludendo, in realtà all'intero arco della repubblica a stelle e strisce) significa attribuire a Boselli ciò che Boselli sicuramente non ha inteso affermare, oltre che dare una lettura della storia buona per pamphlet da Editori Riuniti anni '70.

L'epoca e i luoghi delle gesta di Tex vedono, senza dubbio, i nativi in posizione di sconfitti (confinati in riserve), ma se da ciò si vogliono trarre giudizi sugli usa, del tempo, allora va aggiunto:

- il sistema delle riserve avrebbe potuto essere (e a volte lo fu davvero), il modo meno cruento e, tutto sommato, rispettoso delle "culture" native, per risolvere il conflitto tra mondi incompatibili (piccola notazione marginale: chissà perché molti di quelli che si commuovono al pensiero della perdita delle tradizioni, delle identità etniche e culturali dei popoli indigeni, sono anche critici verso le tematiche identitarie oggi in voga in Europa. Mi ricorda il paradosso dell'anrtopologo, descritto da Lèvy.Strauss ne Tristi Tropici: gli antropologi sono sommamente rispettosi di ogni aspetto delle culture indigene che studiano, si ribellano alle tradizioni della civiltà in cui vivono «Spesso sovversivo tra i suoi e ribelle agli usi tradizionali, l’etnografo appare rispettoso fino al conservatorismo appena la società in questione si trova a essere diversa dalla sua». Tex non ne è affetto, certamente, egualmente pronto ad imbracciare le armi contro qualsiasi cosa senta come ingiusta, quale che ne sia il fondamento o l'origine...);

- la conquista e il dominio, manu militari, dei più forti e/o intraprendenti sui più deboli e/o arretrati è una costante della storia e non è un'esclusiva dell'occidente e, tanto meno, di Usa od Europa (lo si dimentica troppo spesso, un po' come avviene quando ci si riferisce alla schiavitù, limitandosi ai circa tre secoli della tratta atlantica, scordando tutto il resto, più duraturo e ampio e, significativamente, molto, molto meno studiato...)

- non va mai dimenticato che il mondo degli amerindi, sia precolombiano sia post scoperta-conquista, era tutt'altro che idilliaco e pacifico. Senza citare le aberrazioni azteche o maya, anche nelle epoche più recenti è evidente che l'suo della guerra tribale che poteva tradursi in scaramucce isolate ma anche in veri massacri o pulizie etniche era tutt'altro che sconosciuto nelle Americhe.

Aggiungo che anche a me è dispiaciuto vedere sparire di scena Torrence, figura nobile ed eroica (direi con una modalità che, mutatis mutandis, abbiamo rivisto nella fine di Shane de Gli Invincibili). La figura del soldato si presta sempre, in modo particolare, alla rappresentazione di figure estreme, negative o positive, o problematiche.

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  • 3 settimane dopo...

Capolavoro di Boselli che era partito alla grande con le prime due storie, salvo poi leggermente scendere con le successive tre per poi risalire con Gli invincibili.
Qui crea, come al suo solito, una marea di personaggi, ognuno con una propria caratterizzazione, e sicuramente si fa ricordare, per la sua crudeltà, Mickey Finn. Non ricordo, nella saga di Tex, di qualcuno che abbia ucciso il padre. Anche se, tecnicamente, non mi pare che Finn uccida suo padre, che probabilmente cade sotto i colpi di Tex e del cacciatore di bisonti, ma sicuramente lo scalpa, il che rende la scena ancora più cruda.

Il Maggiore Craig si rivela odioso nella sua bassezza e vigliaccheria, e lo dimostra alla fine,con quel finale amaro che, nonostante il dispiacere, contribuisce a creare il capolavoro.
Di Torrence, con le fattezze di John Wayne, si intuisce subito trattarsi di un grande uomo, nonostante non compaia in alcuna scena d'azione.
Quello che mi ha dato un pò fastidio, perché le storie non sono mai perfette, é la difficoltà incontrata da Tex (non da Tiger che lo vorrebbe fare, ma viene frenato dal suo pard) nell'uccidere quei farabutti dei cacciatori di taglie. Perché farsi tanti scrupoli? La spiegazione dell'Autore non mi convince.
Disegni di Marcello splendidi come sempre.
Voto alla storia: 9,4
Voto ai disegni: 9,5

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  • co fondatore
24 minuti fa, Grande Tex dice:

Scusa ma a parte La minaccia invisibile e Wild West Show quale sarebbe la terza? :huh:

Se non erro, quella contenuta nell'almanacco del '96 (che non ho mai letto).

 

Riguardo il discorso su Mickey Finn grigio, concordo con Grande Tex. Lessi la storia in diretta che ero in pratica coetaneo del Finn che compare nei flashback, intuii che era un personaggio indurito dal suo passato e che per lui non ci sarebbe stata redenzione, ma che comunque aveva un retroterra che lo rendeva "sfumato". Un cattivone coi fiocchi in una storia molto bella che all'epoca rappresentò un punto di rottura ancora maggiore di quanto fosse stato Il passato di Carson. Io stesso l'ho rivalutata anni più avanti.

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On 5/12/2018 at 13:27, Grande Tex dice:

Scusa ma a parte la minaccia  invisibile e Wild West Show quale sarebbe la terza? :huh:

Bad river di Boselli e Capitanio. Un Almanacco.

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  • 5 mesi dopo...

E’ risaputo che bissare un capolavoro rappresenti un’impresa impervia, resa ancor più difficoltosa se l’opera superlativa coincide col debutto, tuttavia il buon Boselli non si perse d’animo e si accinse a sfornare un altro episodio cardine della sua produzione texiana. “Cercatori di piste” sebbene meno eclatante del debutto, si mostra oggi, a quasi un quarto di secolo di distanza, come una storia notevole e degna del confronto col capolavoro che la precede. Il binomio Boselli-Marcello si consolida con questo ulteriore gioiello e getterà le basi per ulteriori successi futuri. Inizierà infatti da quei numeri la staffetta Nizzi-Boselli che caratterizzerà gran parte del centinaio. Se da una parte lo sceneggiatore modenese lotterà purtroppo con il suo calo creativo che lo porterà a esiti altalenanti, dall’altro, l’attuale curatore della serie, piazzerà dei colpi vincenti che ancor oggi vengono riconosciuti come gioielli della saga. L’episodio in questione entra di diritto a far parte di questa lista e sarà presto in buona compagnia. E pensare che, come lessi in un’intervista di Nizzi, all’inizio Boselli era entrato nello staff per dar lavoro ai disegnatori più veloci come Letteri e Marcello; sia lodata la velocità del disegnatore ligure, mi viene da dire, infatti grazie a essa, nacque quel sodalizio che ha rilanciato la serie nei tardi anni novanta. Tornando all’episodio, il soggetto originale, ci mostra una banda di disertori, costretti ad abbandonare l’esercito per le angherie del comandante del forte. Legge e giustizia non collimeranno e Tex, non impiegherà nemmeno un istante per schierarsi dalla parte giusta. Infatti procedendo con la narrazione si scopre subito il valore e l’onore degli uomini dell’ex sergente Torrence, a cui fa da contraltare la sadica spietatezza della posse (composta più che altro da banditi e cacciatori di taglie prezzolati) capitanata dall’infido e controverso mezzosangue Mickey Finn. L’azione non manca, i dialoghi sono freschi e vincenti e pure la caratterizzazione di Tex, affiancato da uno straordinario Tiger stavolta, brilla e dona risalto a tutto l’apparato narrativo. Ma il grande merito di Boselli è nuovamente quello di creare una schiera di antagonisti e comprimari straordinari, ognuno ben delineato e funzionale. Il sergente Torrence in meno di un albo riesce a catturare il cuore di ogni lettore grazie alla sua fierezza, senso di giustizia e un coraggio indomito ricco di umanità. Molto toccanti le scene in cui emerge il grande amore per l’affascinante moglie indiana Luna e il rispetto biunivoco con i suoi uomini. Un personaggio che ho sempre apprezzato e dispiace un po’ che sia uscito di scena alla sua prima apparizione, anche se occorre dire che il triste epilogo è commovente ed epico. Molto ben riuscita pure la figura di Novak, un immigrato Boemo molto onesto e coraggioso, che si ritaglierà una seconda apparizione sulla serie. Ma Boselli riesce a dipingere con maestria pure i villain dell’episodio. L’ufficiale Craig incarna il perfetto mediocre che vive sotto l’ombra ingombrante del padre eroe e rendendosi conto di non possedere nemmeno un minimo di carisma del suo sottoposto Torrence, sfoga la sua invidia con violenta disciplina e tirannia. Mickey Finn è un mezzosangue che odia i Comanche, ma al contempo non trova posto e finisce col detestare pure i bianchi. Un anima controversa e inquieta che non ama nemmeno se stesso e nella violenza cerca il rifugio della sua frustata esistenza. A differenza di altri personaggi grigi, non si riesce minimamente a provare pena per un simile uomo, roso dall’odio verso il mondo intero e mai pentitosi del male fatto. In cima alla folta schiera di interpreti, sta il nostro Tex: deciso, risolutivo, ottimo giudice di uomini e al suo fianco un Tiger tirato a lucido e preziosa spalla, nettamente rivalutato rispetto il non adeguato utilizzo nizziano. Non mancano alcuni tocchi di classe stilistica, come la scena quasi cinematografica in cui Novak appena salvato dal supplizio di O’Brein, scorge la figura di Tex stagliata contro il sole cocente o la ribellione della guida indiana che in un sussulto d'onore, non tollera la tortura di Luna. Sul triste epilogo mi sono già espresso: molto funzionale e altisonante ma un vero peccato, visto che di un personaggio del carisma di Torrence si sente la mancanza. Marcello si mostra particolarmente adatto per un western così classico, il suo tratto nervoso ma espressivo si fa molto apprezzare e la sua grande abilità di dare un’anima espressiva ai suoi personaggi, valorizza ulteriormente le ottime creature boselliane. Il mio voto finale è 9

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Boselli attinge a piene mani sia alla tradizione texiana sia a quella western...il risultato è una storia tazzuta e commovente,piena di cacciatori di taglie, mezzosangue,indiani e soldati.il tutto nella miglior tradizione western realista alla Peckinpah.i soldati hanno divise sporche e hanno scelto il mestiere non per vocazione ma per spirito di avventura e per diventare americani più in fretta.cosi come facevano i barbari nell'Antica Roma.e così come i barbari,anche i soldati di Torrence sono ritenuti paria, rifiuti:in più sposati con indiane...e Craig è bio classico esempio di ufficiale Wasp crudele e tiranno,che si fa obbedire con la frusta e non con l'esempio che dà ai suoi uomini.la nemesi di Torrence.bellissima storia,una delle migliori del curatore.chiudo

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  • 1 mese dopo...

Il prof. Paolo Grossi, già presidente della Corte costituzionale, ha sostenuto, in diverse recenti pubblicazioni, che il fatto storico dell'approvazione delle leggi razziali, nel 1938, dovrebbe indurre a superare definitivamente l'idea che il diritto si trovi solo nei testi delle leggi, scritte e approvate secondo procedure predeterminate. Se, infatti, ci si limita al dato formale del rispetto delle procedure predeterminate che regolano l'emanazione della legge, allora quelle leggi erano legittime. E il fatto che fossero ingiuste, diviene irrilevante.

 

Legge e giustizia. E' un rapporto (spesso purtroppo uno scontro) che viene indagato da secoli, almeno sin da quando Sofocle lo rappresentò plasticamente in Antigone.

 

Anche Boselli, dalla sua peculiare posizione di autore di fumetti, indaga il tema, peraltro ponendosi sulla scia di Gianluigi Bonelli e degli autori che, prima di lui, hanno animato Tex.

 

"Anche io ho fatto la mia scelta", dice Tex al sergente Torrence. Sceglie i disertori e combatte coloro che dietro a una patente di legittimità vogliono solo dare sfogo alla loro malvagità. Non è la prima volta e non sarà l'ultima che Tex sa perseguire la giustizia oltre la legge. E noi lettori, così, siamo sicuri che, se fosse vissuto nel 1938, Tex avrebbe scelto la parte giusta. Noi forse no: magari saremmo stati bloccati dalla pavidità, dall'egoismo, dall'indifferenza. Ma lui sì. Tex sa sempre da che parte sta la giustizia.

 

Tutto ciò per dire che Cercatori di Piste è un piccolo capolavoro. Non avrà il respiro epico de Il passato di Carson e de La grande invasione; non raggiungerà le vette di lirismo de Gli invincibili. Ma appassiona e coinvolge. Chi non avrà trattenuto il fiato sfogliando le pagine in cui è disegnata la fuga notturna dal villaggio?

 

Dei disegni di Marcello che dire? Perfetti! La puntuale caratterizzazione dei comprimari passa anche per il segno grafico dell'Artista che da a ognuno di loro un'anima percepibile.

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  • 10 mesi dopo...

Storia molto bella questa.

Ci sono personaggi bellissimi. Mickey Finn innanzitutto, un vero cattivo. Un mezzosangue crudele e sanguinario. E poi il Sergente Torrence, uomo buono e grande che fa una brutta fine.

Avventura di molta sostanza, con ottime raffigurazioni psicologiche, con un Tex e un Tiger in forma, Nemici e amici importanti e un finale decisamente a sorpresa e molto bello.

Insomma un ottimo Borden.

Disegni buoni senza essere eccezionali. Comunque funzionali e validi.

Boselli 8

Marcello 7

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  • 5 settimane dopo...
On 15/4/2012 at 13:33, Leo dice:

Alla sua seconda apparizione su Tex dopo il Passato di Carson, Boselli conferma nuovamente di che pasta sia fatto: uso del flashback per scavare nel passato dei personaggi della storia, conferendo loro maggior spessore e quindi maggiore fascino, largo uso di comprimari ben caratterizzati, situazioni "grigie" in cui legge e giustizia non coincidono e costringono i rappresentanti della prima (o presunti tali) a lottare tra di loro per il perseguimento della seconda. Anche in questa storia, come prima accennato, Boselli ci regala due comprimari di tutto rispetto: Mickey Finn, peraltro fattoci conoscere in un periodo della sua vita in cui la sua esistenza, come dice Tex, poteva indirizzarsi in una direzione diversa, perfetto nel ruolo del sadico e perverso assassino di indiani, e il Sergente Torrence, figura del soldato leale e tutto d'un pezzo e tuttavia pronto a ribellarsi all'autorit? in cui crede quando vede sopraffatti i diritti naturali dell'uomo.

Contenuto nascosto

. Ottima storia, quindi: ricordo che la prima volta che la lessi pensai che la presenza di questo nuovo autore faceva presagire delle future storie più ariose, da un lato, per la coralità nei personaggi, più complesse, dall'altro, in cui il bianco e il nero spesso sconfinano nel grigio rendendo tutto più complicato, con maggior pathos, infine, per il maggior coinvolgimento emotivo dei personaggi e per l'"anima" data agli stessi attraverso la maggior conoscenza del loro passato. A distanza di quasi vent'anni, posso dire che quella sensazione originaria è stata ampiamente confermata, e anche superata :D

 

On 28/9/2012 at 18:36, la tigre nera dice:

Davvero una bella storia forse non troppo conosciuta e un poco sottovalutata. L'ho letta tutta d'un fiato in pochissimo tempo. La trama di quest'avventura è ricca di emozioni. La coppia Boselli-Marcello si conferma la migliore del centinaio e forse anche una delle più affiatate dell'intera serie. Di questa storia mi ha particolarmente colpito l'accanimento di Micky Finn nel portare a termine la sua "missione" e le maniere con le quali è disposto ad arrivare al suo obbiettivo. Inoltre lui mi sembra un cattivo molto ben riuscito e spietato nella maniera giusta. Il finale è davvero bello con i nostri che prendono di sorpresa Finn e la sua banda. L'ultima scena con l'attentato ai danni del sergente Torrence da parte del maggiore Craig lascia un po l'amaro in bocca perchè a quel punto tutti (almeno io) mi attendevo il finale "e vissero felici e contenti". Finalmente viene rispolverato Tiger Jack in un avventura nella quale è assoluto protagonista e non spettatore. Marcello è tra i miei preferiti in assoluto. Grande grande grande. Trama 9Disegni 9,5

Allora...Riletta dopo secoli, cosa dire quindi. Boselli e Marcello sono la mia coppia d'oro parafrasando Holly & Benji. Il passato di Carson, Gli invasori e Gli invincibili sono tra le miei storie preferite di sempre. Questa è buona e ha un finale da togliere il fiato. Ha un grande Tigre Jack, due comprimari molto interessanti (Finn e Torrence). Non mi è piaciuta una parte della sceneggiatura (i pards fanno cadere i massi rallentando gli avversari, ad un certo punto quando la situazione è calda si ritrovano travestiti tra i nemici). Non mi è piaciuta la costruzione di questa parte. Quindi un bel 7/7,5 ma non giunge agli 8 e 9 delle storie già citate del mitico duo Boselli/Marcello.

Che grande coppia erano... Marcello rivive un po' ogni volta con noi lettori.

On 27/4/2014 at 22:40, Leo dice:

L'ho riletta stasera a distanza di due anni, e non posso che confermare le mie impressioni di allora... che gran pezzo di bravura. Il dialogo iniziale con Finn, molto duro, molto texiano, è un vero gioiello, così come il dialogo finale, con Finn morente che riserva le sue ultime parole per il ranger.

Davvero la coppia Boselli-Marcello è stata una coppia d'oro, con il secondo grandissimo interprete delle visioni del primo. Tutti i suoi personaggi sono perfetti, azzeccatissimi: il gelo degli occhi di Finn, la solidit? e la lealt? del Sergente Torrence, un malinteso senso del dovere del Maggiore Craig. Tutte caratteristiche trasparenti dalla sublime interpretazione grafica del disegnatore.

So che l'idea non è realizzabile, perchè per Boselli sarebbe autocelebrativa, ma le marcelliane meriterebbero tutte di apparire su una collana a sè, o sugli Oscar Mondadori: Il Passato di Carson, Gli Invincibili, La Grande Invasione, Cercatori di piste, I Sette Assassini sono grandi capolavori di Tex, meriterebbero una ristampa tipo quella realizzata in questi giorni su Mefisto o su El Morisco. Io farei una collana intitolata: Le Marcelliane...

Credo che Marcello sia stato molto fortunato a trovare sulla sua strada Boselli, perchè un disegnatore che tutto sommato fino a quel momento non aveva lasciato il segno è diventato poi il realizzatore di capolavori indimenticabili, ritagliandosi un posto d'onore nel cuore di ogni texiano, al pari di disegnatori storici quali Galep, Ticci, Letteri o Fusco. Naturalmente la fortuna se l'? poi saputa meritare, perchè i suoi disegni sono stati veramente eccellenti: Ray Clemmons, Torrence e più di tutti Shane O'Donnell, sono figli sè di Boselli ma anche un po' suoi, suo è il merito di averli saputi tratteggiare in quel modo. L'unica loro storia che non mi è piaciuta (non tanto per i disegni quanto per la sceneggiatura, che ricordo mi appassion° poco), è stata quella della storia di Narvaez (il cui titolo ora non ricordo). Le altre sono capolavori, e ogni volta che le rileggo (come stasera con Cercatori di Piste) non posso fare a meno di dedicare un pensiero di gratitudine, oltre che al nostro Borden, anche a quello splendido artista che è stato Carlo Raffaele Marcello...

Sottoscrivo tutto.

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