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TWF - Tex Willer Forum

[416/418] Cercatori Di Piste


bressimar
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Ai primordi della sua carriera texiana, Boselli sforna spesso storie come questa, con degli elementi messi apposta, quasi una scorciatoia, per fare breccia nel cuore del lettore: crea comprimari forti e ben caratterizzati, ai quali il lettore si affeziona e trepida per la loro sorte, spesso questi comprimari sono grigi, nel senso che non sono né buoni né cattivi, oppure sono buoni ma stanno dalla parte del torto giuridicamente parlando (Torrence, Shane e gli Irlandesi) o sono cattivi ma compiono gesti nobili (Corbett, Ray Clemmons) oppure, ancora, sono cattivi traviati da un vissuto difficile (Mickey Finn). Nel processo di empatia che Boselli allestisce per fare "innamorare" i lettori dei suoi personaggi, non lesina mai particolari importanti sul loro passato, con flashback significativi: vale per Mickey Finn, ovviamente per Clemmons (tutta la sua storia è un flasback), per Shane più di tutti, e non trascura questo elemento anche solo per personaggi minori (si pensi al prete de I Sette Assassini), talché si può dire che l'altro protagonista sempre presente nelle storie del primo Borden è il PASSATO. Flashback, ricordi, suggestioni, rendono il passato sempre decisivo per l'azione del presente, lo rendono sempre PRESENTE appunto, una dimensione atemporale che grava perennemente sui destini dei personaggi. È la lezione di Faulkner: "il Passato non muore mai. Anzi, non è nemmeno passato". 

 

Insomma, Boselli va sul sicuro in queste sue prime apparizioni, utilizzando sempre un medesimo schema (a proposito di schemi ripetitivi) atto a rapire il lettore e a commuoverlo. Potrebbero parere questi espedienti a buon mercato, se dietro non ci fossero in realtà delle sceneggiature maiuscole, davvero poderose. I personaggi sono credibili e il loro vissuto non è messo lì tanto per generare la lacrima facile: ci sono sempre situazioni credibili e appassionanti, addirittura il passato di Shane è storicamente accaduto al vero capo degli Invincibili irlandesi. Boselli porta così su Tex non solo dei personaggi, ma quasi delle persone "in carne e ossa", e li rende protagonisti di situazioni appassionanti, con un corredo di dialoghi molto diversi da quello del suo predecessore (meno scoppiettanti) ma spesso più profondi, drammatici, intimi. 

 

Ricordo che, ormai stanco (e lo sarei stato sempre di più col tempo) di un Nizzi sfibrato, guardavo con ansia il tamburino di ogni nuova storia nella speranza che il nome dell'autore cominciasse con la B, e quando ciò accadeva potevo star certo che avrei letto una cosa diversa, più bella, più appagante. Cercatori di Piste rientra nello schema che ho per grandi linee tratteggiato sopra: grandi comprimari, personaggi grigi, un passato che incombe su ciò che si è nel presente, un finale amaro e commovente. Ma oltre a questo, c'è molto di più: dialoghi, avventura e western a profusione, per quello che fin da subito si potrebbe ribattezzare il Tex 2.0, un nuovo modo (ma senza tradire il personaggio) di narrare le vicende del ranger che ha accompagnato il nostro alla fine del secolo scorso e lo ha traghettato felicemente nel terzo millennio.

 

Insomma, Cercatori di Piste, riletta per l'ennesima volta, ha colpito ancora...

Ai primordi della sua carriera texiana, Boselli sforna spesso storie come questa, con degli elementi messi apposta, quasi una scorciatoia, per fare breccia nel cuore del lettore: crea comprimari forti e ben caratterizzati, ai quali il lettore si affeziona e trepida per la loro sorte, spesso questi comprimari sono grigi, nel senso che non sono né buoni né cattivi, oppure sono buoni ma stanno dalla parte del torto giuridicamente parlando (Torrence, Shane e gli Irlandesi) o sono cattivi ma compiono gesti nobili (Corbett, Ray Clemmons) oppure, ancora, sono cattivi traviati da un vissuto difficile (Mickey Finn). Nel processo di empatia che Boselli allestisce per fare "innamorare" i lettori dei suoi personaggi, non lesina mai particolari importanti sul loro passato, con flashback significativi: vale per Mickey Finn, ovviamente per Clemmons (tutta la sua storia è un flasback), per Shane più di tutti, e non trascura questo elemento anche solo per personaggi minori (si pensi al prete de I Sette Assassini), talché si può dire che l'altro protagonista sempre presente nelle storie del primo Borden è il PASSATO. Flashback, ricordi, suggestioni, rendono il passato sempre decisivo per l'azione del presente, lo rendono sempre PRESENTE appunto, una dimensione atemporale che grava perennemente sui destini dei personaggi. È la lezione di Faulkner: "il Passato non muore mai. Anzi, non è nemmeno passato". 

 

Insomma, Boselli va sul sicuro in queste sue prime apparizioni, utilizzando sempre un medesimo schema (a proposito di schemi ripetitivi) atto a rapire il lettore e a commuoverlo. Potrebbero parere questi espedienti a buon mercato, se dietro non ci fossero in realtà delle sceneggiature maiuscole, davvero poderose. I personaggi sono credibili e il loro vissuto non è messo lì tanto per generare la lacrima facile: ci sono sempre situazioni credibili e appassionanti, addirittura il passato di Shane è storicamente accaduto al vero capo degli Invincibili irlandesi. Boselli porta così su Tex non solo dei personaggi, ma quasi delle persone "in carne e ossa", e li rende protagonisti di situazioni appassionanti, con un corredo di dialoghi molto diversi da quello del suo predecessore (meno scoppiettanti) ma spesso più profondi, drammatici, intimi. 

 

Ricordo che, ormai stanco (e lo sarei stato sempre di più col tempo) di un Nizzi sfibrato, guardavo con ansia il tamburino di ogni nuova storia nella speranza che il nome dell'autore cominciasse con la B, e quando ciò accadeva potevo star certo che avrei letto una cosa diversa, più bella, più appagante. Cercatori di Piste rientra nello schema che ho per grandi linee tratteggiato sopra: grandi comprimari, personaggi grigi, un passato che incombe su ciò che si è nel presente, un finale amaro e commovente. Ma oltre a questo, c'è molto di più: dialoghi, avventura e western a profusione, per quello che fin da subito si potrebbe ribattezzare il Tex 2.0, un nuovo modo (ma senza tradire il personaggio) di narrare le vicende del ranger che ha accompagnato il nostro alla fine del secolo scorso e lo ha traghettato felicemente nel terzo millennio.

 

Insomma, Cercatori di Piste, riletta per l'ennesima volta, ha colpito ancora...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

Repetita iuvant. :lol:

 

 

Grazie grazie.

 

Non so perché il messaggio è partito due volte, io l'ho mandato una volta sola, giuro. 

 

Mi è venuta un'idea malsana: come lo scorso anno passai la primavera in compagnia del "centinaio d'oro" bonelliano, così questa primavera potrei fare una rilettura completa delle storie boselliane, molte delle quali non le rileggo da anni. Vedremo se il tempo sarà stato impietoso nella mia percezione delle storie o se le stesse mantengono ai miei occhi la freschezza che avevano quando uscirono. Cercatori di piste - ma lo sapevo già, avendola riletta più volte nel corso degli anni - è ancora fresca fresca, come fosse appena uscita...

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

Mi è venuta un'idea malsana: come lo scorso anno passai la primavera in compagnia del "centinaio d'oro" bonelliano, così questa primavera potrei fare una rilettura completa delle storie boselliane, molte delle quali non le rileggo da anni. Vedremo se il tempo sarà stato impietoso nella mia percezione delle storie o se le stesse mantengono ai miei occhi la freschezza che avevano quando uscirono. Cercatori di piste - ma lo sapevo già, avendola riletta più volte nel corso degli anni - è ancora fresca fresca, come fosse appena uscita...

 

Non mi sembra un'idea così malsana... mi sa che ti aspetta un bel divertimento :lol:

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<span style="color:red">25 minuti fa</span>, pecos dice:

 

Non mi sembra un'idea così malsana... mi sa che ti aspetta un bel divertimento :lol:

 

Malsana perché magari qualche storia non mi piacerà più come in passato e farò incacchiare Borden con qualche commento🤣

 

Oggi ho letto Terrore a Silver Bell e mi è piaciuta molto. Diciamo che probabilmente l'eventualità di cui sopra è abbastanza remota dai ;)

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2 ore fa, Leo dice:

questa primavera potrei fare una rilettura completa delle storie boselliane, molte delle quali non le rileggo da anni. Vedremo se il tempo sarà stato impietoso nella mia percezione delle storie o se le stesse mantengono ai miei occhi la freschezza che avevano quando uscirono.

Io negli ultimi mesi le ho rilette quasi tutte e posso assicurare che nel mio caso hanno mantenuto tutta la freschezza di un tempo, anzi alcune a una seconda (o terza o quarta...) rilettura mi sono apparse persino migliori di come le ricordassi. Sono poche quelle che mi hanno deluso (e che non mi erano piaciute neanche a suo tempo).

 

"Cercatori di piste" è una storia solo un pelino inferiore agli altri capolavori boselliani disegnati da Marcello, mantenendo comunque gli stessi elementi: personaggi intriganti e complessi, splendide scene d'azione, ottimi dialoghi, pathos e sfumature sentimentali e psicologiche, un gran finale e un forte senso del passato che - come si diceva nel post precedente - grava continuamente sul destino dei principali personaggi, un passato che non passa mai del tutto, sia nel bene che nel male.

E questa è una tematica fortemente innovativa introdotta da Boselli nella serie di Tex, che né GL Bonelli, né Nolitta né Nizzi avevano mai toccato con simile profondità e insistenza.

Il Tex di GL Bonelli era sempre perfettamente inserito nel presente e così gli altri personaggi, poco propensi a guardarsi indietro (forse solo Mefisto aveva qualche problemino con lo scorrere del Tempo!); il Tex (e il Carson) di Boselli cominciano a vivere in una dimensione temporale nuova in cui il passato torna spesso e con insistenza a bussare alla loro porta (Gli invincibili), in modo minaccioso (Missouri, Luna insanguinata), o per far incontrare di nuovo vecchi amici (Jethro, Hutch, Jim Bridger in Nueces Valley) o per mostrare come le persone siano cambiate col tempo, a volte in meglio (Ada Stark in Luna insanguinata, Glenn Corbett), a volte in peggio (Mickey Finn), oppure siano rimaste com'erano (Lena nel Passato di Carson).

Il passato, insomma, per Boselli è un fantasma inquieto che aleggia sul presente, può essere malvagio (La vendetta delle ombre) o benigno (Colorado Belle), è un destino ma non del tutto, è anche una scelta. Solo per queste grandi storie di Tex, come "Cercatori di piste", il tempo sembra non passare! :deserto:

Modificato da Poe
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<span style="color:red">5 minuti fa</span>, Poe dice:

Io negli ultimi mesi le ho rilette quasi tutte e posso assicurare che nel mio caso hanno mantenuto tutta la freschezza di un tempo, anzi alcune a una seconda (o terza o quarta...) rilettura mi sono apparse persino migliori di come le ricordassi. Sono poche quelle che mi hanno deluso (e che non mi erano piaciute neanche a suo tempo).

 

"Cercatori di piste" è una storia solo un pelino inferiore agli altri capolavori boselliani disegnati da Marcello, mantenendo comunque gli stessi elementi: personaggi intriganti e complessi, splendide scene d'azione, ottimi dialoghi, pathos e sfumature sentimentali e psicologiche, un gran finale e un forte senso del passato che - come si diceva nel post precedente - grava continuamente sul destino dei principali personaggi, un passato che non passa mai del tutto, sia nel bene che nel male.

E questa è una tematica fortemente innovativa introdotta da Boselli nella serie di Tex, che né GL Bonelli, né Nolitta né Nizzi avevano mai toccato con simile profondità e insistenza.

Il Tex di GL Bonelli era sempre perfettamente inserito nel presente e così gli altri personaggi, poco propensi a guardarsi indietro (forse solo Mefisto aveva qualche problemino con lo scorrere del Tempo!); il Tex (e il Carson) di Boselli cominciano a vivere in una dimensione temporale nuova in cui il passato torna spesso e con insistenza a bussare alla loro porta (Gli invincibili), in modo minaccioso (Missouri, Luna insanguinata), o per far incontrare di nuovo vecchi amici (Jethro, Hutch, Jim Bridger in Nueces Valley) o per mostrare come le persone siano cambiate col tempo, a volte in meglio (Ada Stark in Luna insanguinata, Glenn Corbett), a volte in peggio (Mickey Finn), oppure siano rimaste com'erano (Lena nel Passato di Carson).

Il passato, insomma, per Boselli è un fantasma inquieto che aleggia sul presente, può essere malvagio (La vendetta delle ombre) o benigno (Colorado Belle), è un destino ma non del tutto, è anche una scelta. Solo per queste grandi storie di Tex, come "Cercatori di piste", il tempo sembra non passare! :deserto:

 

Commento molto bello. Boselli è innamorato del senso del Tempo, e la sua fascinazione per questo tema l'ha travasata tutta nel suo Tex, introducendo un elemento di pathos del tutto assente negli autori passati. 

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Leo dice:

 

Non so perché il messaggio è partito due volte, io l'ho mandato una volta sola, giuro. 

 

Mi è venuta un'idea malsana: come lo scorso anno passai la primavera in compagnia del "centinaio d'oro" bonelliano, così questa primavera potrei fare una rilettura completa delle storie boselliane, molte delle quali non le rileggo da anni. Vedremo se il tempo sarà stato impietoso nella mia percezione delle storie o se le stesse mantengono ai miei occhi la freschezza che avevano quando uscirono. Cercatori di piste - ma lo sapevo già, avendola riletta più volte nel corso degli anni - è ancora fresca fresca, come fosse appena uscita...

 

Sono preoccupato. Fammi sapere senza pietà

 

 

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<span style="color:red">1 minuto fa</span>, borden dice:

 

Sono preoccupato. Fammi sapere senza pietà

 

 

 

Se mi conosci e mi hai letto con attenzione in passato, sai che da me hai poco da temere, ti ho sempre letto con occhi troppo faziosi ;)  

 

Però mi cimentero' con piacere in questa lettura, e se le mie percezioni saranno cambiate rispetto al passato le riporterò fedelmente :)

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Bella storia del duo Boselli - Marcello che risulta un po' sottovalutata rispetto alle altre che hanno fatto (o almeno, è la mia impressione guardando che titoli vengono più spesso citati parlando di loro). Eppure dovrebbe avere tutti i titoli per piacere: presenta "cattivi" caratteristici, un Tex e un Tiger in gran forma (se pensiamo che arrivò dopo anni di "gialli" in cui Tiger appariva raramente e solo per fare da spalla, nonostante il buon apprezzamento che aveva avuto Nizzi per "furia Rossa", si capisce quanto fossero per me come acqua nel deserto...)

 

Credo che la danneggi un po' il finale. Non perché è tragico (ci può stare), ma perché è banale.  il classico "colpo di scena finale" che ricorda al lettore che comunque il mondo è cattivo, la vita fa schifo e i buoni muoiono. Nel momento in cui il maggiore viene lasciato andare anche se degradato, ho capito come finiva, anche se ho sperato che non accadesse.  Il cattivo che, indisturbato, fa secco il personaggio "buono" di fianco a Tex e a Carson, senza degnarli di uno sguardo, solo perchè è cattivo fino in fondo, per poi finalmente morire. È il tipico finale che, per il bene di un "colpo di scena" prevedibilissimo, fa andare tutto nei binari stravolgendo le caratterizzazioni (se è così facile sparare a Tex e Carson e uccidere, come fanno ad essere ancora vivi? Il maggiore è stato fino a quel momento descritto come un codardo, perché va a sparare lui invece di pagare qualcuno?).

 

Tematicamente, che senso ha quel finale? Vuole dirci, magari "berardeggiando" un po', che i buoni perdono sempre e che non c'è giustizia? Va allora in contrasto con quello che si visto poche pagine prima, con il maggiore degradato sulla base della testimonianza di Torrance.  Se si voleva un finale simile, il maggiore doveva farla franca, ridere in faccia a Tex e poi far sbattere Torrence in galera (sarebbe stato un finale molto alla Guido Nolitta...). No, il finale così è contraddittorio con tutto quello che si è visto prima, e pare messo solo perchè si pensa che il "finale tragico" dia maggior "peso" e valore ad una trama. Se si voleva far vedere la morte del maggiore, ma si pensava (anche giustamente) che sarebbe stato poco realistico farlo condannare, Tex poteva farlo secco prima che uccidesse Torrance.

 

Boh, comunque un finale debole e deludente (e credo che sia per questo che la storia viene spesso "dimenticata", capita con le storie che non danno soddisfazione ai lettori), ma che non inficia quello che si è visto prima, a partire dall'incontro con i due disertori fino alla "confessione" finale di Mickey Finn, in queste prime storie Boselli fa un vero e proprio lavoro di "restauro" del mondo e della reputazione di Tex, in storie drammatiche, avvincenti e soprattutto "western".

 

A proposito di Mickey Finn, non concordo con chi lo definisce un personaggio "grigio". un villan con motivazioni chiare a magari condivisibili non è un villain "grigio", è semplicemente un villain scritto bene. Se non ce le metti, se metti un villain alla "sono cattivo perchè sono cattivo, oh come sono cattivo", non è che sia un villain "meno grigio", è un villain meno caratterizzato. Poi in una serie western ci vogliono anche quelli (che mica puoi raccontare tutta la vita di ogni sgherro che Tex fa fuori...), e semplicemente avidità, vendetta o orgoglio possono bastare a giustificare tutti i nemici che vuoi: però quando vuoi un villain più "tridimensionale", un po' di spessore in più bisogna darglielo. Questo non lo rende "grigio": Hannibal Lecter è "grigio"? E Voldemort? E Thanos? e Il Dottor Destino? e Yama? Sono tutti villain che hanno motivazioni "comprensibili" per le loro azioni, ma non per questo sono "buoni" o "grigi"...  

Modificato da Diablero
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33 minuti fa, Diablero dice:

Il maggiore è stato fino a quel momento descritto come un codardo, perché va a sparare lui invece di pagare qualcuno?).

 

Perché, rispetto a prima, non ha più nulla da perdere. Gli resta solo la vendetta.

 

33 minuti fa, Diablero dice:

Tematicamente, che senso ha quel finale? Vuole dirci, magari "berardeggiando" un po', che i buoni perdono sempre e che non c'è giustizia? Va allora in contrasto con quello che si visto poche pagine prima, con il maggiore degradato sulla base della testimonianza di Torrance.  Se si voleva un finale simile, il maggiore doveva farla franca, ridere in faccia a Tex e poi far sbattere Torrence in galera (sarebbe stato un finale molto alla Guido Nolitta...). No, il finale così è contraddittorio con tutto quello che si è visto prima, e pare messo solo perchè si pensa che il "finale tragico" dia maggior "peso" e valore ad una trama. Se si voleva far vedere la morte del maggiore, ma si pensava (anche giustamente) che sarebbe stato poco realistico farlo condannare, Tex poteva farlo secco prima che uccidesse Torrance.

 

Il finale non è contraddittorio. Contraddittorio con cosa? Con la vittoria di Torrence di qualche pagina prima? Non necessariamente nelle vicende umane ci sono messaggi da cogliere o situazioni univoche, spesso c'è invece il caso. Torrence ottiene giustizia, ma poi perde la vita per il desiderio di vendetta del suo antagonista. È un finale classico, e non è estraneo il desiderio di Borden di commuovere il lettore, che all fine resta col groppo in gola. Ma è una scelta narrativa, far accadere qualcosa di plausibile, anzi forse di troppo prevedibile, ma non certo di contraddittorio. Nella vita non c'è un destino prestabilito (siccome il cattivo Craig è stato punito, i protagonisti vissero felici e contenti): queste sono le favole. La  vita è il caos, il caso, e questo ha raccontato Borden. È una scelta come un'altra, senza alcuna contraddizione.

 

33 minuti fa, Diablero dice:

proposito di Mickey Finn, non concordo con chi lo definisce un personaggio "grigio". un villan con motivazioni chiare a magari condivisibili non è un villain "grigio", è semplicemente un villain scritto bene. Se non ce le metti, se metti un villain alla "sono cattivo perchè sono cattivo, oh come sono cattivo", non è che sia un villain "meno grigio", è un villain meno caratterizzato. Poi in una serie western ci vogliono anche quelli (che mica puoi raccontare tutta la vita di ogni sgherro che Tex fa fuori...), e semplicemente avidità, vendetta o orgoglio possono bastare a giustificare tutti i nemici che vuoi: però quando vuoi un villain più "tridimensionale", un po' di spessore in più bisogna darglielo. Questo non lo rende "grigio": Hannibal Lecter è "grigio"? E Voldemort? E Thanos? e Il Dottor Destino? e Yama? Sono tutti villain che hanno motivazioni "comprensibili" per le loro azioni, ma non per questo sono "buoni" o "grigi"...  

 

Lynch Gordon, il cattivo di Terrore a Silver Bell, è un malvagio tout court. Non conosciamo il suo passato, sappiamo solo che è un gran bastardo. Il capobanda di Colorado Belle, o Latigo, o Blackbird, sono gente spietata. Anche di loro non sappiamo nulla, sappiamo solo che non hanno cuore.

Mickey Finn per me è un personaggio nero, ma il passato che il lettore può vedere dipinge su di esso delle venature di grigio: il ragazzo poteva avere un destino diverso, se avesse avuto un'infanzia diversa, se non fosse stato un reietto per due mondi. FAR VEDERE certe cose, contribuisce sì a caratterizzare il cattivo, ma anche a spiegarne le azioni, o il suo destino: sono sfumature di grigio, volutamente tratteggiate dall'autore su un personaggio che resta nero.

Modificato da Leo
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Tra le migliori storie di Bos...

Il Sergente Torrence è un eroe tragico,che salva la sua gente ma perde la propria vita...una delle scene più strazianti è la sua morte,che Bos fa avvenire volutamente per permettere a Tex di punire per davvero il maggiore Craig,vigliacco fino alla fine...

Torrence è un emulo di Tex... moglie indiana,capo bianco di una tribù di pellerossa.passato oscuro,si sa solo che è stato un colonnello dell'esercito confederato,ma sceglie di rimanere nell esercito e di vestire l uniforme blu per continuare a seguire il senso dell onore e della patria...ma,a differenza di Craig che è un ufficiale che NON HA FATTO la Guerra in prima linea e non ha il senso dell onore e la virtù del comando,Torrence sceglie ad un certo punto di usare il suo prestigio e il suo carisma per spingere i soldati a disertare...prima che essere soldati, siamo uomini, dirà Torrence.dimostrando di non essere un militare freddo e spietato come la sua nemesi ma di essere un vero uomo e un vero capo.

Michel Finn... nome Omen,porta il nome dell intruglio che nella Royal Navy le squadre di arruolamento somministravano nelle bettole di Portsmouth ai malcapitati avventori che poi venivano imbarcati a forza sulle navi di Sua Maestà britannica...

Un bastardo mezzo sangue,di origine irlandese,cui Tex offre da giovane la possibilità di rifarsi una vita salvandogli la ghirba contro i suoi "Fratelli"comanche...Tex lo uccide riprendendosi a suo modo la vita che gli aveva dato da giovane.

La posse di Finn è qualcosa di adrenalinico,la peggiore feccia dell'Ovest...resa magnificamente da Marcello.

Storia capolavoro,9 pieno.

19 ore fa, Leo dice:

Mickey Finn per me è un personaggio nero, ma il passato che il lettore può vedere dipinge su di esso delle venature di grigio: il ragazzo poteva avere un destino diverso, se avesse avuto un'infanzia diversa, se non fosse stato un reietto per due mondi. FAR VEDERE certe cose, contribuisce sì a caratterizzare il cattivo, ma anche a spiegarne le azioni, o il suo destino: sono sfumature di grigio, volutamente tratteggiate dall'autore su un personaggio che resta nero.

Sceglie il.male...Tex gli ha dato la possibilità di cambiare la vita,lui non la segue perché è marcio dentro

 

La storia è western fino al midollo...e realistica.

Gli immigrati diventano militari per diventare americani più in fretta (One Man Hero,film del 1999 con Tom Berenger sembra ispirarsi a tale storia 🤠)... Irlandesi a profusione,mezzo sangue e Greasers affamati di sangue... ufficiale col monocolo figlio di papà che vive dell'immagine riflessa del defunto padre eroe... eccellente prova...

Mannaggia Bos, perché hai fatto crepare Hoss o Brien?😜 Con Waco Dolan,uno dei miei cattivi preferiti

 

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Barbanera dice:

La posse di Finn è qualcosa di adrenalinico,la peggiore feccia dell'Ovest...resa magnificamente da Marcello.

 

Concordo su tutto, e in particolare su questo aspetto. Questa e quella di Colorado Belle sono le peggiori posse che abbiano mai cavalcato tra le pagine del ranger.

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 Bravo, Barbabera. La ragione di quel finale è proprio quella. Solo così diventava lecita, necessaria e soddisfacente la morte di  Craig.

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42 minuti fa, borden dice:

 Bravo, Barbabera. La ragione di quel finale è proprio quella. Solo così diventava lecita, necessaria e soddisfacente la morte di  Craig.

:lol: dopo aver studiato le Trame di Nizzi sto studiando le tue... decisamente più intricate 🤠😜...ma ho bisogno di stimoli,lo sai...e sto studiando Dampyr... visto che mi hai tirato le orecchie un po' di tempo fa...😜

Modificato da Barbanera
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Avevo scritto un post lunghissimo in cui trattavo la storia in generale e soprattutto il finale, confrontandolo con altri simili (o diversi, come quello di Vendetta Indiana in cui Bonelli trova una maniera migliore per far morire il militare ottuso). Facevo considerazioni anche su quel tipo di finale e sulle polemiche americane su "fridging" nato da un simile uso dei personaggi (in quel caso, femminili, ma negli USA trovano il sessismo ovunque). Parlavo del ruolo dei finali nelle storie e in Tex in particolare.

 

Parlavo di come il sergente Torrance non muore per salvare sua moglie (come sarebbe avvenuto se fosse morto in quello scontro), non si sacrifica per salvare la sua gente, non si sacrifica nemmeno per far condannare il colonnello: fa tutto questo restando vivo, vegeto e in buona salute. Alla fine muore perchè attraversa la strada senza guardare...

 

Di come non era un buon servizio al personaggio, sacrificato senza una conclusione decente per lui per dare dramma nella maniera più banale.

 

E di come alla fine per "punire maggiormente" maggiore, invece di limitarsi a degradarlo... lo si fa riuscire proprio nella cosa che ha cercato per tre albi, e che Tex cercava di evitare.

 

E di molto altro, ma....  ho premuto per errore il tasto sbagliato, il browser è tornato alla pagina precedente, e tutto è svanito per sempre, come lacrime nella pioggia...

 

In ricordo di quel povero post, sacrificato sul finale per ottenere questo banale dramma (ma io almeno non l'ho fatto apposta), mi chiudo in un rispettoso e addolorato silenzio...

 

(e me lo dico da una vita che dovrei salvarli ogni tanto, ma non mi ricordo mai... :pianti:)

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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, Diablero dice:

Avevo scritto un post lunghissimo in cui trattavo la storia in generale e soprattutto il finale, confrontandolo con altri simili (o diversi, come quello di Vendetta Indiana in cui Bonelli trova una maniera migliore per far morire il militare ottuso). Facevo considerazioni anche su quel tipo di finale e sulle polemiche americane su "fridging" nato da un simile uso dei personaggi (in quel caso, femminili, ma negli USA trovano il sessismo ovunque). Parlavo del ruolo dei finali nelle storie e in Tex in particolare.

 

Parlavo di come il sergente Torrance non muore per salvare sua moglie (come sarebbe avvenuto se fosse morto in quello scontro), non si sacrifica per salvare la sua gente, non si sacrifica nemmeno per far condannare il colonnello: fa tutto questo restando vivo, vegeto e in buona salute. Alla fine muore perchè attraversa la strada senza guardare...

 

Di come non era un buon servizio al personaggio, sacrificato senza una conclusione decente per lui per dare dramma nella maniera più banale.

 

E di come alla fine per "punire maggiormente" maggiore, invece di limitarsi a degradarlo... lo si fa riuscire proprio nella cosa che ha cercato per tre albi, e che Tex cercava di evitare.

 

E di molto altro, ma....  ho premuto per errore il tasto sbagliato, il browser è tornato alla pagina precedente, e tutto è svanito per sempre, come lacrime nella pioggia...

 

In ricordo di quel povero post, sacrificato sul finale per ottenere questo banale dramma (ma io almeno non l'ho fatto apposta), mi chiudo in un rispettoso e addolorato silenzio...

 

(e me lo dico da una vita che dovrei salvarli ogni tanto, ma non mi ricordo mai... :pianti:)

 

So che è una seccatura grossa (è accaduto anche a me) ma, sbollita la rabbia, puoi sempre riscriverlo ;)

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Mi è capitato di compromettere commenti con un'operazione errata (per non parlare di file lavorativi non salvati e persi :craniate:), e memore delle cattive esperienze, per evitare ulteriori problemi in futuro, ho deciso di adottare un piccolo stratagemma, che finora qui si è rivelato molto utile: recensioni o commenti più articolati, li scrivo prima su Word e poi li copio e incollo sul forum. 

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Craig non ha vinto, anche se ha ucciso Torrence.

Torrence non ha perso perchè è morto.

Torrence ha salvato "la sua gente" la "convivenza tra bianchi e indiani".

La vita della comunità che continua da uomini e donne liberi che non devono più fuggire, è la vittoria di Torrence e la sconfitta di Craig.

Torrence muore dopo che ha avuto giustizia, per mano di un codardo espulso dalla comunità militare e sociale.

Muore nel momento più felice della sua vita.

E' un buon giorno per morire, la missione è compiuta.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

Avevo scritto un post lunghissimo in cui trattavo la storia in generale e soprattutto il finale, confrontandolo con altri simili (o diversi, come quello di Vendetta Indiana in cui Bonelli trova una maniera migliore per far morire il militare ottuso). Facevo considerazioni anche su quel tipo di finale e sulle polemiche americane su "fridging" nato da un simile uso dei personaggi (in quel caso, femminili, ma negli USA trovano il sessismo ovunque). Parlavo del ruolo dei finali nelle storie e in Tex in particolare.

 

Parlavo di come il sergente Torrance non muore per salvare sua moglie (come sarebbe avvenuto se fosse morto in quello scontro), non si sacrifica per salvare la sua gente, non si sacrifica nemmeno per far condannare il colonnello: fa tutto questo restando vivo, vegeto e in buona salute. Alla fine muore perchè attraversa la strada senza guardare...

 

Di come non era un buon servizio al personaggio, sacrificato senza una conclusione decente per lui per dare dramma nella maniera più banale.

 

E di come alla fine per "punire maggiormente" maggiore, invece di limitarsi a degradarlo... lo si fa riuscire proprio nella cosa che ha cercato per tre albi, e che Tex cercava di evitare.

 

E di molto altro, ma....  ho premuto per errore il tasto sbagliato, il browser è tornato alla pagina precedente, e tutto è svanito per sempre, come lacrime nella pioggia...

 

In ricordo di quel povero post, sacrificato sul finale per ottenere questo banale dramma (ma io almeno non l'ho fatto apposta), mi chiudo in un rispettoso e addolorato silenzio...

 

(e me lo dico da una vita che dovrei salvarli ogni tanto, ma non mi ricordo mai... :pianti:)

 

 

Peccato!

 

Primo: perché mi piace leggere i tuoi intelligenti post.:unsure:

 

Secondo: perché così non mi hai convinto.:lol:

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ma sinceramente,non penso che un personaggio debba morire per forza in modo eroico.Mi ritrovo nel commento di Betta: l'obbiettivo era salvare i suoi indiani e lo ha fatto.Il maggiore,per morire,avrebbe benissimo potuto suicidarsi per il disonore,o magari mancare il colpo ed essere poi ucciso.Mi sembra ovvio che l'intemzione fosse più quella di dare alla storia un finale triste, più originale rispetto alla classica,scontatissima morte in combattimento.

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33 minutes ago, Grande Tex said:

ma sinceramente,non penso che un personaggio debba morire per forza in modo eroico.Mi ritrovo nel commento di Betta: l'obbiettivo era salvare i suoi indiani e lo ha fatto.Il maggiore,per morire,avrebbe benissimo potuto suicidarsi per il disonore,o magari mancare il colpo ed essere poi ucciso.

 

1) Quello NON era ovviamente il post che ho perso. Non metterti a contestare due battute come se fossero le mie argomentazioni (c'era un motivo per cui il post era venuto lunghissimo, mannaggia...)

 

33 minutes ago, Grande Tex said:

.Mi sembra ovvio che l'intemzione fosse più quella di dare alla storia un finale triste, più originale rispetto alla classica,scontatissima morte in combattimento.

 

2) Anche da questo si vede la tua scarsa esperienza di lettura (anche comprensibile, se davvero hai l'età che dici). In realtà il tuo finale "originale" è quello di gran lunga più banale, scontato e frequente. Era originale negli anni 60, cioè più di 50 anni fa! Poi negli anni 70 è diventato una moda (il lieto fine era considerato vecchio e sorpassato, i fumettisti alla moda dovevano fare solo storie tristi), negli anni 80 dopo anni di "moda" è diventato un clichè, il finale standard. E tale è rimasto.

 

Nel momento in cui ho visto che la storia proseguiva dopo la condanna, e non veniva messo in galera, con quei dialoghi fra i pard, avrei potuto scommettere sul seguito. E infatti è stato esattamente come me lo immaginavo. L'unico dubbio è che fino all'ultimo ho sperato invano che Boselli facesse qualcosa di un minimo un po' più originale (la pallottola a tradimento in strada appena usciti è tanto stra-iper-abusata che dovrebbe essere proibita, se vuoi il personaggio morto stecchito per fare facile dramma almeno fai la fatica di inventarti un agguato serio)

 

Piuttosto, quello che è rarissimo oggi è un "lieto fine" (Tex è un anacronismo in questo, anche per questo non si trovano più sceneggiatori in grado di scriverlo: se gli chiedi un lieto fine non sanno di che parli, gli sceneggiatori moderni non l'hanno mai visto, ti chiedono che roba è e se si mangia...). Quand'è l'ultima volta che ne hai visto uno? Senza finali amari, senza finali che ti devono far "meditare", senza tragedie?

 

Quale serie Bonelli oggi ha abitualmente storie a lieto fine? Orfani? (i cattivi vincono sempre e la terra viene distrutta) Dragonero? Nathan Never (ah ah ah...), Dylan Dog? Mister No? Julia? Non li vedi più manco in Zagor e Martin Mystere ormai...

 

Il problema è che, come accennavo prima, negli anni 70 i finali amari di Ken Parker erano ancora una novità almeno per il grosso pubblico (in altri fumetti c'erano da decenni, ma nei fumetti Bonelli prima della storia del west non si erano visti molto).  Ora invece TUTTI i fumetti Bonelli, tranne Tex, hanno praticamente SOLO QUELLI.

 

Su Tex non ci devono essere? No, il problema non è che non ci devono essere, è che se ce li metti devi avere buoni motivi. E qui per me non ci sono.

 

[e magari se li metti, non così stra-telefonati please]

Modificato da Diablero
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<span style="color:red">45 minuti fa</span>, Diablero dice:

Nel momento in cui ho visto che la storia proseguiva dopo la condanna, e non veniva messo in galera, con quei dialoghi fra i pard, avrei potuto scommettere sul seguito. E infatti è stato esattamente come me lo immaginavo. L'unico dubbio è che fino all'ultimo ho sperato invano che Boselli facesse qualcosa di un minimo un po' più originale (la pallottola a tradimento in strada appena usciti è tanto stra-iper-abusata che dovrebbe essere proibita, se vuoi il personaggio morto stecchito per fare facile dramma almeno fai la fatica di inventarti un agguato serio)

 

 

quindi pensi la stessa cosa della morte di Shane?

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  • Sceriffi
<span style="color:red">59 minuti fa</span>, Leo dice:

 

quindi pensi la stessa cosa della morte di Shane?


Occhio Diablero, è una trappola!

Se dai la risposta sbagliata Leo non ti rivolgerà più la parola :indiano:

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