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TWF - Tex Willer Forum

[431/435] La Strage Di Red Hill


bressimar
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Voto alla storia  

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di sicuro questa è uno dei migliori capolavori delle storie di Tex, secondo, a mio giudizio, solo al passato di Carson! in questa storia non manca proprio nulla, ci sono tutti e 4 i pards, tex un po è Aquila della notte un po Tex Willer, si distingue in scontri a fuoco eclatanti, studia piani arditi, si infiltrano nella "tana del lupo" facendo il doppio gioco... anche i disegni sono di notevolissima fattura, oserei dire quasi impeccabili, danno bene l'idea del dolore dopo il massacro, della disperazione di tex quando pensa che prima Tiger e poi Carson siano spacciati, della fierezza dei Sioux che scendono in guerra! Storia 10disegni 10dimenticavo come non citare il finale con l'incrocio del plotone dell'esercito e l'amara notizia, l'ultima vignetta a dir poco commovente con Kit Tex e Tiger che si allontanano sconfortati e Carson che a malincuore saluta i soldati. Unica pecca il fatto che la storia non abbia 4 albi suoi ma inizi a metà dell'albo 431 e finisca a metà dell'albo 435 avrebbe meritato 4 albi solo suoi! :)

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  • 3 mesi dopo...

letta da poco questa storia che ritengo non un capolavoro, ma un bel racconto spiritoso da una parte e tristemente concluso da un altra;il che per me rende la storia affascinante abbastanza per regalargli un 8!Complimenti a Jason Ducaux.. un gran cattivo che mi è piaciuto un sacco

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  • 1 mese dopo...
  • Collaboratori

Immagine postataDixit:

La mia vena creativa di sceneggiatore, che già per mille motivi si stava esaurendo, ha ricevuto in questi ultimi tempi un colpo durissimo.
Come riuscir? infatti a continuare quella storia di Tex che stavo scrivendo e che, grazie alla presenza delle Giubbe Rosse, dei crudelissimi cacciatori di lupi e degli orgogliosi e oppressi indiani Assiniboines, era riuscita a divertirmi come quando da bambino giocavo con i soldatini?
Alberto Giolitti, l'amico che con il suo segno inconfondibile e il suo talento magistrale stava trasformando in bellissimi disegni i miei scarabocchi di sceneggiatura, è scomparso lo scorso aprile, lasciandoci tutti addolorati e esterrefatti. Già. esterrefatti perchè, con la grande discrezione che lo contraddistingueva, ci aveva sempre nascosto la gravit? del male che lo aveva colpito, e quando lo sentivo al telefono riusciva persino a scherzare parlandomi di un "piccollo acciacco" che lo aveva costretto a rallentare il ritmo di lavoro.  Anzi, mi suggeriva spiritosamente di non fargli affrontare scene con scontri a fuoco fra centinaia di guerrieri e risse nei saloon con decine di avventori, ma di fargli tirare il fiato scrivendo finalmente una lunga sequenza nella quale Tex cammina da solo nel deserto.
Ma sapeva che non avrei mai accettato; al contrario mi divertivo moltissimo a vedere realizzate graficamente le pagine che io avevo pensato proprio per lui, mettendoci quei particolari che nessuno come lui riusciva a rendere: il legno dissecato di una vecchia baracca, una canoa che affronta le rapide, o l'interno di un saloon dove si poteva distinguere persino la marca del whisky incollata sulle bottiglie.
Prima che iniziasse a collaborare con la nostra Casa editrice avevo inutilmente perseguitato Giolitti per anni con le mie lettere che gli inviavo nei suoi vari recapiti in Italia, in Argentina, negli Stati Uniti, per convincerlo a disegnare Tex. Che diamine, non riuscivo a rassegnarmi all'idea che lui, grandissimo narratore western, non sentisse la tentazione di incontrare il nostro Ranger del Texas. Non credo di aver corteggiato con tanto accanimento neanche le belle ragazze (ehm... ehm... ai miei tempi, naturalmente!). In ogni caso alla fine, probabilmente sfinito dalla mia insistenza, Alberto ha accettato la sfida regalandoci un Texone che ha affrontato con grande professionalità, unita ad altrettanta modestia. Discuteva la sceneggiatura e chiedeva notizie sulla qualità dei suoi disegni come fosse un esordiente, proprio lui che con i suoi Indian Chief, Tonto, Sergeant Preston, Gunsmoke, per fare solo alcuni nomi, era stato una colonna di importanti Case editrici americane. Finito il Texone, Giolitti, inizialmente così riluttante, si trasform? nel più convinto texiano lavorando ad altre due storie ricche di dinamismo, suggestioni e atmosfere western, nelle quali sembrava realizzarsi il mio sogno di vedere una perfetta fusione tra cinema e fumetto.
In questi giorni, guardando le 200 tavole rimaste incompiute, mi sembra che quella storia che tanto mi entusiasmava, non possa avere una fine. Dopotutto l'avevo inventata soltanto per lui, contando sulla sua inimitabile maestria che riusciva in ogni sequenza a farmi sentire realmente il calore del sole, la sporcizia del fango, la fatica delle cavalcate lungo le pietraie. Queste tavole sarei tentato di tenerle solo per me, come faccio con gli oggetti preziosi, se non mi sentissi colpevole nei vostri e nei suoi confronti. Si tratta, a mio giudizio, del suo capolavoro, che merita di essere apprezzato.



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Queste tavole sarei tentato di tenerle solo per me, come faccio con gli oggetti preziosi, se non mi sentissi colpevole nei vostri e nei suoi confronti. Si tratta, a mio giudizio, del suo capolavoro, che merita di essere apprezzato.

Meno male che non lo ha fatto, sarebbe stato un vero peccato non vedere queste tavole!!! :inch:
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Queste tavole sarei tentato di tenerle solo per me, come faccio con gli oggetti preziosi, se non mi sentissi colpevole nei vostri e nei suoi confronti. Si tratta, a mio giudizio, del suo capolavoro, che merita di essere apprezzato.

Meno male che non lo ha fatto, sarebbe stato un vero peccato non vedere queste tavole!!! :inch:
straquoto... e poi questa storia è indimenticabile, l'ultima vera storia nolittiana di Tex scritta dal nostro Sergio.
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  • 2 mesi dopo...

Una bella storia, da ricordare per alcune scene memorabili (quale quella, tragica ed epica, della strage, o quella invece molto divertente in cui Jim Brandon tratta i due pards come sospetti ladri di cavalli, o ancora quella sorprendente della punizione per il figlio del capo Sioux) e per il personaggio di Jason Ducaux, un Cattivo con la c maiuscola, ben caratterizzato attraverso le nefandezze e le crudeltà di cui si rende colpevole durante la storia. Ma questa storia la ricorder? purtroppo anche per i suoi difetti, sin troppo evidenti. I veniali li riassumo così:- un umorismo ridondante, barocco: mi piacciono molto i siparietti di Nolitta, intendiamoci, ma in questa storia sono troppi, e a volte non ben calibrati. Come ben scrive Capitano mendoza (circa l'ironia a sproposito), i pards potrebbero risparmiarsi battute di spirito dopo scene drammatiche, ed invece qui i due continuano a scherzare, nonostante le vicende a volte molto cupe di cui sono testimoni (come fanno dopo l'assassinio degli uomini di Feraud). Borden, in un suo post su questo forum (ma non ricordo in quale discussione) afferma che Nolitta è bravo come umorista, mentre non lo è Nizzi: io invece trovo Nizzi altrettanto bravo, da questo punto di vista, ed anzi più essenziale ed equilibrato di Nolitta, il quale, pur avendoci saputo regalare momenti gustosissimi, a volte si lascia troppo prendere la mano. E penso che questa storia ne sia un esempio.- troppi "Gulp", "oh nooo" e "EH EH EH", in Tex davvero inguardabili, come ben sottolineato sempre da Capitano mendoza e da Anthony Steffen. Il difetto CARDINE di questa storia è invece stato già descritto da NuvolaRossa75 che qui quoto in toto:

Possibile che, con tutta l'esperienza che il nostro ha accumulato circa politicanti di Washington, scartoffie e beccaccioni vestiti a festa, non si faccia venire il minimo dubbio sul fatto che l'"incidente" di Fort Whoop-up potrebbe regalare alla Grande Nonna Bianca un pretesto d'oro per impacchettare e rispedire al mittente i poveri Sioux?

Vorrei solo aggiungere: quando Tex parla con Jim Brandon, si capisce che, nonostante gli USA avessero chiesto formalmente al Canada un intervento contro i Wolfers, i soldati di Sua Maest? la Regina non sarebbero intervenuti (e tra l'altro non ne capisco il perchè: Nolitta in effetti non d' spiegazioni al riguardo). Se l'avessero fatto (e Jim sottolinea il SE), non sarebbe stato prima di SEI MESI. Non vi è quindi la volont? politica, da parte della Gran Bretagna, di intervenire contro i Wolfers!Con queste premesse, cosa fa pensare a Tex che la Gran Bretagna sarebbe stata grata ai Sioux, e non li avrebbe considerati piuttosto (come è accaduto, e, aggiungo, com'era facile prevedere) un problema di ordine pubblico, se loro fossero intervenuti contro i Wolfersè Addirittura Tex a un certo punto afferma che, se i Sioux avessero distrutto Fort Whoop-Up, la Regina Vittoria avrebbe nominato Ska-Wom_Dee suddito onorario: è la più GROSSA CANTONATA presa da Tex in tutta la sua storia. In definitiva, Tex è stata una IATTURA per Ska-Wom_Dee : lo ha coinvolto in un'impresa in cui il capo indiano ha perso il figlio, e per premio è stato addirittura scacciato dalle sue terre. Penso che neanche il Sacro Wampum potrebbe trattenere Ska-Wom_Dee dallo scagliarsi contro Aquila della Notte se solo lo avesse a tiro: e ne avrebbe tutte le ragioni. Insomma, va bene la fallibilit? e l'umanit? di Tex, ma qui si esagera... Infine, una nota per i disegni: sorvolo su Ticci, che in altre occasioni ho già descritto come uno dei miei preferiti. Giolitti è davvero un GRANDE, ragazzi. Concordo con Cheyenne circa le espressioni troppo old british, che poco si addicono a Tex e pards: ed in effetti i volti dei Nostri non mi esaltano troppo... Ma, al di l' dei volti, le sue ambientazioni, i suoi paesaggi, i suoi interni, mi fanno pensare al GRANDE WEST. Peccato che non potremo più rivederlo...
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un umorismo ridondante, barocco: mi piacciono molto i siparietti di Nolitta, intendiamoci, ma in questa storia sono troppi, e a volte non ben calibrati.

A me invece non piacciono proprio. O almeno, su Tex non li ho trovati mai azzeccati. In questa storia in particolare, come ha gia' ben detto Leo, sono eccessivi, poco brillanti e fuori luogo.


Borden, in un suo post su questo forum (ma non ricordo in quale discussione) afferma che Nolitta è bravo come umorista, mentre non lo è Nizzi: io invece trovo Nizzi altrettanto bravo, da questo punto di vista, ed anzi più essenziale ed equilibrato di Nolitta, il quale, pur avendoci saputo regalare momenti gustosissimi, a volte si lascia troppo prendere la mano. E penso che questa storia ne sia un esempio.

Non mi ricordavo di questa affermazione di Boselli. Che dire?dissento in toto da questa sua considerazione che reputo a dir poco "sballata". Certe scene ummoristiche di Nizzi sono davvero deliziose, azzeccate alle situazioni e fanno ridere davvero. Basta leggere storie come "La congura" -"Terra senza legge" e via dicendo per screditare la tesi di Boselli.


Comunque, per ritornare in topic, come ho gia' detto qualche tempo fa', "La strage di Red Hill" e' tutt'altro che un capolavoro.

Modificato da Anthony Steffen
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Sono d'accordo che Sergio è molto bravo nell'umorismo (a differenza di Nizzi) ma la "comicit?" in Tex ci sta come i cavoli a merenda

è una risposta inviata da Borden nel suo topic (Domande al grande Mauro Boselli) giovedì 11/01/2007 ore 8:24. l'ho citato solo perchè il suo pensiero sull'umorismo mi aveva colpito (dissento totalmente...)Scusate l'Off Topic, era solo per chiudere il cerchio ;)
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  • 3 mesi dopo...

Bella storia, rovinata secondo me da tanti alti e bassi e , troppe lungaggini narrative Carson sempre assetato di super alcolici mai visto prima, ma si rifa' coi suoi pensieri ironici nella tenda del grande capo sioux, terribile il graffietto in testa in un primo momento considerato letale........... anche il contrato, tra i 2 disegnatori e' veramente forte in alcune tavole.....(scusate ma c'e un errore nei disegnatori del post di presentazione o sbaglio li avete messo monti invece di Ticci) ma oltre all'esistenza del forte in questione e' una verita' storica anche il fatto che i sioux si spinsero verso nord'???

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  • 2 mesi dopo...

Una delle migliori avventure di sempre del nostro Ranger. Al contrario di chi lo ritiene eccessivo e superfluo, io sono invece del parere che tanto humour nei dialoghi tra Tex e Carson, pur desueto ed infarcito di espressioni "old british" non tipiche della serie, in un contesto narrativo così drammatico ed ostico, sia azzeccatissimo e serva da contraltare ai numerosi momenti tesi e/o drammatic che i pards si trovano a dover vivere (l'attacco dei Wolfers al campo deli Assiniboin, gli scrupoli di Tex prima di attaccare la postazione di Jean Feraud e soci, il dolore per la morte di Hayoka durante l'assalto a Fort Whoop-Up, la cacciata della tribù di Ska-Wom-Dee dal Canada). Sono invece perfettamente d'acordo con chi, come Leo e Nuvola Rossa, si meraviglia della fiducia che Tex ripone in quest'occasione nei politici e nei loro sporchi giochi: dopo tutte le passate esperienze, strano che Tex abbia potuto davvero credere che la Regina potesse essere davvero grata ai Sioux per aver eliminato una banda di trafficanti di whisky di quarta scelta, invece di prendere a pretesto la distruzione di Fort Whoop-Up per risbolognare, dopo averli indirettamente utilizzati, quegli ospiti scomodi ai vicini americani, desiderosi di rinchiuderli in una riserva o peggio. Davvero strano che Tex, di solito estremamene cauto nel coinvolgere i suoi amici pellerossa nelle sue azioni, poich? ben cosciente dei guai che potrebbero scaturirne, stavolta addirittura parta con l'intenzione di allearsi con i Sioux di Ska-Wom-Dee. Evidentemente, si illudeva che gli inglesi fossero più umani dei suoi compatrioti: quanto si sbagliava :( 9 alla sceneggiatura, 8 ai disegni di Giolitti e 9 a quelli di Ticci, che da profano dell'arte ritengo di miglior qualit

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E' una delle mie storie preferite (cioè quasi tutte quelle degli anni '90 :trapper:) e fu la prima nella quale vidi tex in versione navajo :indiano:Quando l'ho letta la prima volta non avevo capito le motivazioni politiche per le quali tex e carson dovevano agire con un nome falso e i wolfers si "proteggevano" con la bandiera americana. Dopo averla riletta continuo a non capirle laughing e il finale amaro, che non mi sarei mai aspettato, l'ho trovato profondamente ingiusto. Alla fine, in sostanza, tex e carson hanno sè compiuto la loro missione ma hanno rovinato la vita a Ska-Wom-Dee (morte del figlio) e a tutti i sioux deportati chissà dove :deserto Mi ha colpito molto la descrizione del "bug-juice" che contiene addirittura vetriolo e inchiostro :s Non mi è sembrata troppo lunga o noiosa come ha detto qualcuno, però c'è una ripetizione eccessiva della parola Fort Whoop-Up che è un p? fastidiosa. Qualche pronome o sinonimo non avrebbe guastato blablabla

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Le motivazioni per cui Tex e Carson dovevano agire sotto falso nome risiedono nel fatto che la missione non aveva nulla di ufficiale, si sarebbe svolta nella più totale clandestinit?, in quanto (e qui rispondo al tuo secondo quesito, pablo :trapper: ) il forte era abitato da americani (la bandiera a stelle e striscie è da intendere come una provocazione) ma era sito in territorio canadese: ora, con gli yankees impossibilitati ad agire contro quella marmaglia per questioni di confine, sarebbe dovuto toccare ai canadesi fare pulizia, ma trattandosi pur sempre di cittadini americani l'attacco al forte avrebbe potuto provocare un incidente diplomatico tra i due paesi. E poi, data la manifesta aggressivit? dei wolfers, viene fatto intendere come la Giubbe Rosse preferiscano tenersi alla larga da Fort Whoop-Up...

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  • 1 mese dopo...

Per quanto mi riguarda, si tratta sicuramente di uno dei capolavori di Guido Nolitta per Tex. La parte iniziale è gia parte del capolavoro: una tranquilla e pacifica festa per Tex e i pards, ospiti degli indiani, ma all'improvviso spari echeggiano per il campo e gli Assaniboin cadono morti, uomini donne e bambini. Sono i Wolfers, assassini spietati e micidiali con le armi. Le tavole di Giolitti sulla strage sono opere d'arte e magari le poster? in seguito. Quando Tex tramortito si risveglia, guardate che strage, che drammaticit?, che potenza delle immagini: la pioggia, la morte, la distruzione; si tratta di una strage totale che mette subito in evidenza la ferocia dei Wolfers, di come la vendetta e/o la giustizia di Tex dovr? intervenire contro questi spietati commercianti di veleni alcoolici. Non finisce qui perchè Nolitta attraverso vari episodi crea indignazione , rabbia e anche disgusto per la situazione in cui si trovano Tex e Carson. Gli indiani stanno vendendo la propria dignit? per un disgustoso intruglio alcoolico, misto di veleni vari. I cittadini e le autorit? canadesi sono completamente incapaci di fronteggiare la situazione: i primi, come dimostra l'episodio del saloon, preferiscono linciare ogni sospetto che gli capita; oltre a un insensato comportamento, ciò rivela anche una frustrazione della gente comune per il continuo dilagare della malavita e per lo scarso operato della giustizia. Lo stesso Jim Brandon, fedele amico di Tex ma giubba rossa tutta d'un pezzo (almeno così sembra), mostra rabbia e frustrazione come Tex, ma con atteggiamenti più controllati (anche qui apparentemente). I cacciatori di lupi formano un loro impero ma le autorit? inglesi sono bloccate nelle loro maledette maschere di orgoglio e ancora peggio della burocrazia. Gli alti papaveri di questo esercito pensano a fare le loro cose perbene con classe, con decenza, occhio a non farsi prendere dalla fretta; noi siamo inglesi, non ci facciamo insultare e non ci scomodiamo mica per dei miserabilii indiani. :fumo: Decisamente troppo evidente che la faccenda va risolta alla maniera di Tex e Carson senza aspettare i pigri boscaioli dell'esercito inglese. Ma non finisce qui, tutti gli episodi lungo il viaggio alimentano ulteriormente l'attesa del momento dello scontro finale per Tex. I commercianti che pensano di fare i furbi e spacciare da soli, sono massacrati con macabro senso dell'umorismo da Jason Ducaux, carogna, spietato, micidiale. E non finisce qui perchè in seguito i due trovano una mandria di bisonti completamente sterminata ma non da qualche avido bianco, bensì da un gruppo di indiani alcoolizati. Un gruppo di indiani che ha rinnegato totalmente le tradizioni di una nobile cultura: bisonti sterminati in un numero esagerato che va ben oltre i fabbisogni della tribù; bisonti sterminati che potrebbero dare un gran quantitativo di carne per l'inverno ma l'unica cosa che viene presa sono le pelli, l'unico elemento valido in uno sporco commercio. In seguito Tex e Carson ritrovano pure altri miserabili indiani che fanno i barboni davanti a Fort Whoop Up: chiedono pochi miseri dollari, arrivano a vendere le armi, armi che i veri guerrieri tengono sempre in gran conto; tutto sempre per quella specie di miscuglio che disgusta qualsiasi persona normale. :fumo: Una prima occasione di sfogo arriva per i pards quando intervengono contro i tre Wolfers che volevano derubare i vecchi. Si tratta di wolfers anch'essi alcoolizati, anche loro in cerca di qualche disperato dollaro; sono gli scarti dello sviluppo d Fort Whoop Up, quelli che non sono in grado di prendere il treno vincente, e che perciò si ritrovano quasi allo stesso livello degli indiani pezzenti e alcoolizati. Jason Ducaux e la sua macchina di alcool e pelli, guadagna dollari su dollari. E' l'uomo venuto dall'Europa che fa fortuna in America, grazie al suo ingegno, alla sua abilità e alla sua spietatezza (quasi una sorta di Tony Montana). Ma come uomo del progresso bianco, inevitabilmente schiaccer? la vecchia e tradizionale cultura ihdiana in nome dei valori che una civilt? più potente e numerosa impone: si tratta dei valori del denaro, del guadagno, della legge del più forte, dell'oppressione del più debole. Una grande condanna nolittiana alle vittime del progresso, a quelle vittime che spesso non vengono considerate o ridimensionate (per quanti anni il cinema americano ha rappresentato gli indiani come feroci predoni sempre cattivi e da eliminare). Le vittime in questo caso sono gli indiani, e come tali subiscono un destino amaro: i fieri capi come Ska Wom Dee cercano di mantenere intatta l'orgoglio e la forza di un popolo in estinzione; altri purtroppo abbandonano ogni valore e si dedicano ad annegare nell'alcool il loro orgoglio perduto. Fort Whoop Up innalza una bandiera americana e si fa beffe di tutte le controversie tra americani e inglesi; di conseguenza ne approfitta per diventare espugnabile e diventare un centro di potenza quasi come una città industriale, in perfetto spirito capitalista. A capo c'è Jason Ducaux che organizza tutto, è rispettato dai suoi uomni come leader; per chi non la pensi così lo spietato capo wolfer non si fa scrupoli nel massacrarlo e fondare il suo trono come in una sorta di regno di terrore (ma nascosto dall'alto guadagno). Jason si fa i suoi amici, ma ciò che conta di più per lui nella vita è di avere uomini sempre più validi al suo servizio ed evntualmente di rimpiazzarli con tipi ancora più decisi. Un biglietto di visita perfetto per Tex e Carson che si infiltrano nella grande organizzazione, spacciandosi per due comuni furfanti. Il primo incarico è distruggere una distilleria clandestina, lavoro che viene compiuto da individui mascherati. Attraverso un indizio non mostrato, i pards capiscono subito l'identit? dei misteriosi assalitori, ma per il momento dovremmo aspettare. La cosa più urgente non è affrontare piccolo spacciatori ma distruggere quel gran boss di Jason Ducaux, prima che la sua organizzazione affondi ancora le sue radici; di nuovo la necessit? di darsi da fare subito. La soluzione giunge a Tex in una notte pensierosa: Skam Wom Dee il nobile e potente capo sioux, fonte di riferimento per gli sbandati che cercano di sfuggire all'ambiente squallido e violento imposto dai wolfers. Il primo contatto con i Sioux non è piacevole: tre giovani avventati cercano di fare la pelle a Tex e Carson per i loro fucili; inutile dirlo che i tre subiscono una dura lezione e vengono pure ampiamente fustigati dalla tribù; questa scena però mette in evidenza come anche tra i giovani indiani ci sono dei valorosi guerrieri, anche se magari ancora inesperti: è il caso di Hayota, il figlio di Ska Wom Dee, gran guerriero che aiuta i suoi amici e gode dell'orgoglio che il padre prova per lui. Il capo sioux è simbolo dei residui della potenza indiana e in certi aspetti ricorda Appanoosa in "Grido di guerra". La situazione per il capo Sioux è incerta: è fuggito dagli Usa per trovare una possibile via di salvezza per il suo popolo nel Canada; la sua situazione rimane comunque incerta perchè i soldatini inglesi potrebbero scacciarli da un momento all'altro (gli stessi soldatini che esitano a intervenire contro gli spacciatori di alcool e violenza). Tex propone una soluzione che appare come un punto di svolta per i Sioux: distruggere quella fonte di vergogna e morte, liberare gli indiani da un gravissimo cancro e forse ingraziarsi definitivamente la regina Vittoria. A dispetto degli umoristici pensieri di Carson, il capo Sioux accetta: questa decisione indica la volont? del guerriero che si prepara ad affrontare la battaglia del suo destino; non se ne sta a casa ad attenderne l'esito ma l'affronta di persona. A Fort Whoop Up, i Wolfers pensano di poter continuare la loro tranquilla vita ma uno di loro gli viene mandato ucciso e con un presagio di morte da parte dei Sioux. I miseri indiani che alloggiavano al forte se la battono in fretta. La loro caduta morale è sempre più grave e giunge al fondo: come le zecche che stanno addosso al cane e quando poi il cane si ammala, se ne vanno, questi indiani se ne vanno via; ma il peggio è che probabilmente non hanno nemmeno una destinazione a cui andare. La resa dei conti a Fort Whoop Up si compie: i sioux distruggono il forte e i Wolfers incontrano il loro destino di morte che fino a poco tempo fa non credevano possibile. Per Tex è arrivato il momento della resa dei conti: Carson si direbbe ucciso da Jason, e lui ha un motivo in più per combattere. Non combatter? normalmente: indosser? la fascia di wampum e sarà un guerriero indiano tra gli indiani; la scelta di far parte di quella razza che sta scomparendo e che lui difende dalle violenze bianche. Tex sconfigge Jason a duello ma per evitare guai agli indiani decide di consegnarlo alla giustizia bianca. Se tutti i Wolfers fossero uccisi, l'atto dei Sioux sarebbe facilmente interpretabile come atto di feroci predoni (la solita immagine fissa negli americani e negli inglesi). Tuttavia le cose non vanno come voleva Tex: Jason viene ucciso da Tuke, assetato di vendetta per la morte di Hayoka, caduto da guerriero che combatte per il suo popolo. Fort Whoop Up con tutto il suo impero salta in aria. Si scopre che era Jim Brandon, il capo dei misteriosi assalitori: un'importante caratteristica per il personaggio che non è una rigida giubba rossa mna è animato da valori più profondi come il senso della giustizia. Qualche giorno dopo, i pards al completo assistono al prezzo della loro vittoria: i soldati americani che vanno a prendere in consegna i Sioux. Gli eserciti americani e inglesi, così difficili nell'intervenire contro i wolfers bianchi, dimenticano tutte le faccende di orgoglio e burocrazia per intervenire contro i " feroci indiani". :fumo: Questa storia è un atto sulla sconfitta degli indiani: chi è stato ridotto in rovina dall'alcool e dalla cultura bianca; chi come Ska Wom Dee viene sconfitto e ridotto in esilio o in chiuse riserve. La fine di un epoca e di una civilt? millenaria. Lode a Nolitta. I suoi lavori hanno svecchiato Tex e lo hanno portato in una dimensione ancora più profonda e riflessiva sul mondo che lo circonda e sulla Storia a cui appartiene. clap clap clap :inch::inch::inch:

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  • 1 anno dopo...

Storia tanto lunga quanto avvincente... partiamo dai lati negativi che secondo me sono i seguenti.-possibile che gli unici due superstiti del massacro iniziale ad opera dei Wolfers siano proprio Tex e Tiger? Insomma, se fosse sopravvissuto qualche altro indiano la cosa sarebbe stata più verosimile... invece cosi mi sembra una forzatura.-durante il primo incontro tra Tex, Carson e Jason Ducaux, quest'ultimo afferma di non ricordare dove avesse già visto Tex... la memoria di Jason è particolarmente corta, visto che invece Tex lo riconosce immediatamente come il capo dei massacratori. Per fortuna ci pensa il vecchio cammello a stemperare la tensione con qualche battuta ad effetto ... fatto sta che a Tex va di lusso ancora una volta. E ora le numerose note positive:-Jason Ducaux è un ottimo cattivo, un osso duro perfettamente caratterizzato.-Il ruolo del vecchio cammello mi piace tantissimo, forse in alcune circostanze Nolitta lo utilizza un pochino "alla Cico", ma io sono un affezionato lettore anche di Zagor... inoltre bellissimo il momento in cui Tex crede morto l'amico prima del duello con Ducaux.-Ska Wom Dee, il figlio e tutte le scene al campo indiano: meravigliose.-Tiger convinto di morire dopo il massacro dei Wolfers, che chiede a Tex di vendicarlo. Giolitti e Ticci meritano un bel 8 combinato. Un lavoro pregevole. Soggetto. 9Sceneggiatura: 7,5Disegni: 8Voto complessivo alla storia: 8

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  • 8 mesi dopo...
Eh beh, Nolitta è sempre Nolitta, non c'è niente da fare, non mi ha deluso (quasi) mai, neppure su Tex dove molte sue storie sono sempre state piuttosto contestate. Questa teoricamente è una delle più acclamate del Sergione, ma che allo stesso tempo tende comunque a dividere i texiani duri e puri, soprattutto a causa di quel finale amaro, per me bellissimo, che è nolittiano al 100% (visto e stravisto sia su Zagor che su Mister No), ma atipico su Tex. Il Ranger ne esce di fatto sconfitto e per molti lettori ciò non è accettabile. Pur non condividendole, capisco le posizioni di chi la pensa così. 
 
Premettendo che per me la storia è un capolavoro, purtroppo uno degli ultimi della saga, non mancano alcune piccole incongruenze e ci sono tre "particolari" che non mi hanno del tutto convinto:
 
1) guarda caso, gli unici che riescono a salvarsi - in maniera fortunosa - dalla strage di Red Hill sono Tex E Tiger. Inevitabile, ovviamente, però...
2) Kit Carson è particolarmente spiritoso, non la macchietta nizziana, ma in alcuni scambi di battute - per quanto spassosi - ricorda un po' troppo da vicino Cico... Che non è certo un demerito, intendiamoci, però insomma, si tratta di spalle ben differenti;
3) Jim Brandon vigilantes risulta oggettivamente poco credibile.
 
 
Capitolo disegni: Ticci batte Giolitti, per quanto mi riguarda. Nessuno mette in dubbio le qualità di Gilbert, ma quel suo volto di Tex non mi ha mai convinto...
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  • 2 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...

Sono di corrente texiana Boselliana, e ho letto questa storia incuriosito dai tanti commenti positivi che ha riscontrato..l ho trovata una storia carina e ben lontana da essere considerata un capolavoro per questi motivi:

1)eccessiva lunghezza e dialoghi troppo prolissi tra i pard. un tiger jack che parla cosi a lungo con tex, da anni non si vede piu. la scenetta del litigio iniziale tra tex e carson stona, come pure la violenza di kit willer sul povero ragazzo della fattoria .

2)carson spesso fa la figura dell ubriacone con recidivi riferimenti all alcool e al bere. il troppo storpia.

3)i disegni o meglio lo stile dei disegnatori personalmente non mi ha particolarmente impressionato.

 

Voto storia: 7

Voto disegni: 6.5

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  • 1 anno dopo...

Ho riletto in questi giorni la storia e ne ho tratto le stesse sensazioni di quando uscì. Ottima come svolgimento (anche se i siparietti ricorrrenti tra i due pards mi sembrano oggettivamente troppi). Interessante il tratto di Gilbert (meno che per la caratterizzazione di Tex), ottimo anche nelle scene d'azione. Si capisce da certe vignette come Galep ne abbia mutuato parecchie posture, fin dai tempi in cui Giolitti operava sul mercato statunitense (cfr. l'opera seminale di Francesco Bosco "Western all'italiana", edito da Baci & Spari).

Da segnalare che Nolitta ha completamente toppato nella traduzione della parola "Whoop-Up" che in una nota ne da come significato: "Salta su" e "Cresce a vista d'occhio", chissà dove è andato a pescarla questa traduzione. In realtà "Whoop-Up" o "Whoop-It-Up" in italiano sta per "Celebrare in modo rumoroso, fracassone" come dopo una partita, o dopo il felice esito degli esami. Per intendersi il modo di celebrare dei Mountain Men quando dopo un anno di duro lavoro arrivavano al Rendez-Vous annuale. Quindi rendere il nome del luogo in un modo accettabile potrebbe essere "Forte Baldoria".

Altra inesattezza quando dice che Ska-Wom-Dee sta per Aquila bianca. In realtà la dizione corretta sarebbe "Wanbli Ska"

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  • 5 mesi dopo...

Quando lessi questa  storia per la prima  volta, ne ricavai una tale sensazione di noia che decisi di non leggerla  mai più, e rimasi sconcertato da tutti i commenti positivi. Rileggendola una seconda  volta, l' ho trovata quasi un capolavoro, e così la ritengo tutt' ora! Non l' ho trovata affatto noiosa, ma ho invece trovato una sceneggiatura splendida  e fresca, drammatica e con il molto gradevole umorismo barocco di Nolitta, e piena di scene bellissime, come quella meravigliosa iniziale, tra le piu  belle della saga,  alla rissa, al combattimento finale, solo  per citarne qualcuna.

E poi uno splendido cattivo. Perché  non un capolavoro  allora? Per alcuni difetti: 

La seconda metà  del terzo  albo un po' noiosetta nei dialoghi lo é.

Il litigio tra Tex e Carson alla fattoria  è  anti texiano e stona.

Ma il difetto più  grande è un altro: Tex ha causato la morte del figlio di Ska- Wom Dee, e, pensando di aiutarlo, ha preso una cantonata non degna di lui, cacciandolo nei guai. È  già  questo non va tanto bene. E quando lo viene a sapere, cosa fa? Cerca di aiutare gli indiani di cui lui stessoha causato  la rovina? Ma nossignore! Si limita ad andarsene in silenzio, e neanche  tanto triste. Fregandosene di Ska Wom Dee. Questo  non è  Tex, e questa cosa mi fa stra arrabbiare:craniate: Naturalmente se questa scena l' avesse scritta Nizzi, critiche come se piovessero( non qui, eh, parlavo di altri luoghi virtuali).

I disegni  di Giolitti e Ticci sono DIVINI, e a me piace che due disegnatori si alternino una volta ogni tanto.

Voto 9

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La storia parte da uno spunto eccellente,e veritiero.

Il primo albo,con l'attacco dei wolfers di Jason al campo degli Assiniboine è davvero spettacolare,reso benissimo

Lo stesso personaggio di Jason è interessante, disegni splendidi.Almeno fino ad un attimo prima dell'attacco dei Sioux a Fort Whoop up la storia è ottima.Nolitta rovina il finale facendo risultare Tex perdente :(

 

4 ore fa, Grande Tex dice:

Tex ha causato la morte del figlio di Ska- Wom Dee

Non è così...il figlio di Ska Wom Dee muore da guerriero.quale fine migliore per un Sioux?

L' errore da matita blu è invece il finale,appunto,con Tex che risulta perdente contro la Storia con la"S_ maiuscola...

Tex promette un ringraziamento (?)del governo canadese ai Sioux che in cambio vengono impacchettati e rispediti negli States.la sconfitta di Tex è  non solo non aver previsto questa eventualità e aver illuso i Sioux,ma anche non aver vendicato questa  ingiustizia.Davvero troppo, perdinci...

Gli Indiani possono vincere o perdere in Tex,ma Tex può, anzi deve, contrattare con l' Esercito per salvare i suoi amici pellerossa: in questa storia perde su tutta la linea...

4 ore fa, Grande Tex dice:

Naturalmente se questa scena l' avesse scritta Nizzi, critiche come se piovessero.

Esatto,sono d' accordo...ma Nizzi e neanche Bos (figuriamoci Glb) avrebbero commesso un ERRORE sostanziale come questo.

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">4 minuti fa</span>, Barbanera dice:

Non è così...il figlio di Ska Wom Dee muore da guerriero.quale fine migliore per un Sioux?

Ma infatti il punto non è  che muoia, ma che in aggiunta di questo la sua morte al popolo sioux non serva a un accidente, anzi peggiora la situazione, e per colpa di Tex.

<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, Barbanera dice:

La sconfitta di Tex è  non solo non aver previsto questa eventualità e aver illuso i Sioux,ma anche non aver vendicato questa  ingiustizia. Poco, perdinci...

intendiamoci, se Tex qualche RARISSIMA volta  sbaglia a prevedere qualcosa  di questo genere, non me ne faccio un problema: il punto è che ai suoi errori deve riparare, non fregarsene.

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Ennesimo capolavoro di Nolitta, e c'é da rimpiangere che abbia smesso troppo presto di scrivere, sia per Zagor (anzi, soprattutto) che per Tex. Chissà quanti altri bei momenti ci avrebbe potuto regalare!

Avventura allo stato puro in un vastissimo e meraviglioso Canada. Non manca niente, dalla solita e mai stancante rissa nel saloon, alla sparatoria in difesa dei deboli (nello specifico, degli anziani indiani), fino alla battaglia finale, splendidamente illustrata da Ticci, tra i Wolfers ed i Sioux. Finale amarissimo a causa della morte del giovane Sioux, ma noi Zagoriani siamo abituati a questi finali che, se ti lasciano l'amaro in bocca, magari a causa dell'affezione al personaggio, dall'altro innalzano il livello di una storia.

Tex e Carson perfettamente caratterizzati. Spiace un pò, invece, l'accantonamento di Kit e Tiger ma é nello stile dell'Autore.
Disegni molto belli. Tra i due preferisco leggermente quelli di Giolitti, tranne che per i volti di Tex e Carson dove invece non c’è storia.

Voto alla storia: 9,5

Voto ai disegni: 9

P.S. Avevo dimenticato il destino dei Sioux. Anche questo é un tipico finale nolittiano, ma forse un pò troppo frettolosa, oltre che ingenerosa, la decisione del Governo Inglese di sbarazzarsi degli sgraditi ospiti.

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  • 5 mesi dopo...

Sulla opinabilità dei giudizi mi sono espresso tempo or sono su un altro commento e non mi va di ripetermi; "ogni testa fa il suo tribunale" si dice dalle mie parti e concordo perfettamente con questo saggio modo di dire. Per l'episodio in questione, leggendo i commenti di chi mi ha preceduto, si passa dal capolavoro al noioso polpettone. A mio avviso il giudizio dovrebbe attestarsi pressappoco al centro delle due definizioni, visto che non reputo affatto un capolavoro la storia di Nolitta ma definirla un polpettone, sembra quanto meno ingeneroso per il compianto autore. Chi ha avuto modo di leggere i miei precedenti commenti, saprà già che il sottoscritto non ami in maniera particolare il contributo di Bonelli jr sulla saga del ranger e quest'ulteriore maratona narrativa, diluita abbondantemente su quattro albi circa, non aiuta a mutare il mio punto di vista. Ma procediamo passo passo. In primis bisogna ricordare con tristezza che l'episodio dei wolfers rappresenta un doppio commiato: sarà l'ultima fatica (non conclusa e portata a termine dal vecchio allievo Ticci) dell'immenso Giolitti; un fuoriclasse approdato troppo tardi nella squadra texiana. Che peccato! Purtroppo sarà pure l'ultima sceneggiatura intera di Nolitta, visto che la seguente "Golden Pass" vedrà con la sua firma solo il preludio del primo albo. Il soggetto come di consueto non è male, però a mio modesto parere viene dilungato all'esasperazione per raggiungere il ragguardevole numero di pagine finale. Troppe scene evitabili, lungaggini inopportune, dialoghi troppo verbosi e a tratti noiosi disturbano non poco lo sviluppo della trama. Strana la scelta di tagliar fuori immediatamente Tiger e il giovane Kit dalla scena, da orticaria il continuo richiamo all'alcool del vecchio Carson, che sembra per l'occasione essere fuggito da una clinica di recupero di alcolisti anonimi. Alcuni passaggi risultano forzati, vedi il costume indiano di Tex indossato all'inizio che, nell'intenzione dell'autore, dovrebbe servire a non farlo riconoscere dal perfido Jason,  ma solo un miope poteva far peggio del villain. Pure la scelta di Tex di far assaltare il forte dai Sioux di Ska - Wom Dee, con il senno di poi risulta deleteria per i poveri indigeni. Dopo aver praticamente tolto le castagne dal fuoco ai due pards che si limitano a gingillarsi col cannoncino sugli spalti, pagheranno cara la brillante azione, con ingenti perdite umane e infine il foglio di ben servito dalle autorità canadesi, che li rispediscono indietro come un indesiderato pacco postale e i nostri zitti ad accettare questa colossale ingiustizia. Ci sta che anche Tex debba fare i conti con la storia propriamente detta e purtroppo gli indiani sono gli sconfitti, ma una reazione così passiva e silenziosa a un'assurdo trattamento, causato da un enorme errore di valutazione di Aquila della Notte, mi stona non poco. Tex nella sua concezione non si è mai tirato indietro a mostrare le unghie contro gli eserciti e spendere se stesso pur di limitare i danni del Popolo Rosso. Un simile finale crepuscolare, sebbene molto a effetto, sembra più parkeriano che texiano. Nota positiva, l'insolita ma valevole caratterizzazione che Nolitta fornisce a Jim Brandon, paradossalmente il buon Sergio nelle sue storie fa fare il salto di qualità alla Giubba Rossa e solo Boselli nel capolavoro "Nei Territori del Nord-Ovest" riesce forse a far meglio. L'idea di un ligio militare che non lesina a sviare di tanto in tanto i regolamenti pur di ottenere la vera giustizia, lo rende molto interessante. Pure Jason si rivela un personaggio molto interessante e un valido antagonista con un metro di pelo sul cuore. Capitolo grafico: Giolitti fino all'ultima sua tavola mantiene un livello ottimo, magari opinabile per ciò che riguarda i primi piani di Tex, ma splendido per dinamicità e sfondi. Il passaggio di consegna con Ticci, ovviamente si nota ma non lo reputo una tale tragedia. Poi con il senese così ispirato, si accetta tutto. Ho curiosamente notato che alcune tavole di Ticci sono state inserite nella parte ancora illustrata dal disegnatore romano; non credo siano state ridisegnate per carenza di esito, suppongo invece che Nolitta abbia aggiunto delle correzioni in corsa alla sua sceneggiatura, dopo il passaggio di consegna per fini narrativi. Sembrerebbe che la fibbia navajo serva solo a far riconoscere Brandon ai nostri durante la spedizione mascherata al deposito dei mercanti; chissà forse inizialmente l'autore aveva altre idee in proposito. Pure la sequenza in cui i nostri apprendono dai due indiani salvati l'arrivo di Ska-Wom Dee in Canada, sembra essere stata aggiunta in secondo momento. Prova ne è il siparietto troppo allungato di Carson alle prese con il liquoraccio distillato dai wolfers. Che Nolitta abbia rivoluzionato la trama in corsa con l'innesto dei Sioux? Magari qualcuno dei forumisti, meglio informato, può togliermi questa curiosità. Il mio voto finale è 5    

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Ma che altro avrebbero potuto fare Tex & C.? sbaragliare il nutrito reparto di cavalleggeri statunitensi? iniziare di punto in bianco la solita guerriglia, con Tex-volpe e le giacche azzurre-tonte? Comunque, la storia, nel complesso mi era molto piaciuta, nonostante i disegni di Giolitti (lo so, una bestemmia, però io non li ho mai apprezzati). Una peculiarità di questa avventura, secondo me, è che ad un certo punto, dopo il massacro del campo indiano, si assiste ad un vero e proprio scontro verbale tra Tex e Carson, che pare addirittura sul punto di trascendere. Si badi, non il solito battibecco o le battute/punzecchiature reciproche cameratesche. No, qua c'è - e, a mia memoria, non ne rammento altre nell'intera saga (salvo che in Cruzado, versione pubblicata) - una vera lite su una questione seria e drammatica.

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