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TWF - Tex Willer Forum

[589/590] La Rivolta Dei Cheyennes


Voto alla storia  

56 utenti hanno votato

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  • Rangers

Peccato non si sia visto neanche come comparsa Ely Parker, che viene solo nominato un paio di volte. Anche se a dire il vero non sarebbe stato utilissimo nella storia così impostata, dove l'azione è al centro di tutto. Piccola curiosità:

Al Consiglio dei Capi Cheyennes, Tex riconosce il valore del popolo indiano, dicendo che ha assistito anni prima alla battaglia al Little BigHorn. Non vengono però indicati i numeri corrispondenti alla storia (Congiura Contro Custer e seguenti: 490-491-492) come spesso è successo nel corso della serie.
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Tre lunghi giorni..... mica tanto visto che Tex riesce ad inchiodare con estrema facilit? i colpevoli, storia che comunque si salva in extremis grazie alle numerevoli scene d'azione e i trucchetti adoperati dal ranger per non parlare dello scontro finale anch'esso da non dimenticare. Il prologo non era sicuramente dei migliori vista la presenza di molti luoghi comuni all'interno della storia come il complotto ai danni degli indiani, un agente indiano che alimenta l'odio nei confronti di alcuni giovani cheyennes ma nel secondo numero la storia sembra quasi prendere un'altra direzione tralasciando molti personaggi e fatti citati sin dal primo numero( come le carovane e le fattorie attaccate dagli indiani oppure la figura del colonnello blackmore che secondo i rangers poteva anch'esso essere coinvolto nel complotto) e si sposta alla ricerca dei colpevoliNei disegni, da apprezzare i paesaggi......... Nel complesso storia scorrevole.

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  • Rangers

In effetti:

il titolo "Tre Lunghi Giorni" assegnato al secondo albo, non mi sembra così azzeccato. Dato che sembrerebbe una faticaccia per Tex riuscire a portare a termine la sua missione entro i fatidici "Tre Giorni", tempo concessogli dai due capi Cheyenne più arrabbiati. Già in passato in molte altre storie, alcuni capi ribelli hanno dato a Tex una scadenza per i suoi tentativi, ma in questa mi pare che i Tre giorni non siano così "faticosi". Ma vabb? il titolo non toglie nulla alla storia, che come ripeto non ha grossi difetti. :trapper:
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  • Collaboratori

Nella mia edicola, l'albo era puntuale nell'attendermi. Mi ci sono avventurato questa mattina chiedendomi se l'avrei trovato e non sono rimasto deluso. Il primo appunto: i colori della copertina mi erano sembrati miglori di quelli che riflette l'albo nelle mie mani. Mi sono immerso nella lettura poco dopo, a casa, e l'ho letto in meno di mezz'ora. Un commento a caldo è Non posso dire di averlo divorato. Tutt'altro. Si tratta di una storia dignitosa, ricca di azione e di sparatorie, dove Tex e Carson non sbagliano un colpo. Ma è anche una storia priva di mordente, dove tutto è pilotato e lascia poco spazio alla fantasia dell'autore e purtrppo anche alla nostra. I personaggi sembrano annacquati, agiscono come delle ombre incapaci di qualsiasi sussulto. Cosè sono gli indiani ribelli, il "piccolo uomo" Braden che sembra ricalcare malamente i passi dei suoi illustri predecessori e che stancamente si trascina fino alle ultime pagine. Un po' meglio è l'agente indiano Turbin, forse perchè ottimamente caratterizzato dal pennello di Del Vecchio, ma anche lui è uno che ha le pallottole spuntate. Piena di dignit? è invece la figura del capo dei Cheyenne Cervo Rosso che ha il merito/torto di togliere dai guai i due pards, con un'espediente ormai fin troppo abusato. Il successivo incontro dei capi del "grande consiglio" è quasi imbarazzante nelle parole che Tex/Zagor pronuncia: ci aspetteremo maggior vigore, una classe migliore, dal gran capo dei navajos. Invece di un discorso sanamente articolato, duro, deciso, il Tex di Nizzi sembra barcamenarsi come meglio può con una serie di dubbie promesse, tanto da non riuscire a convincere i due capi riluttanti alla pace. Se ripenso alle due storie incentrate sui Sioux, al Saka Wata, alle emozioni e allo sdegno pronfodo che avevo provato leggendole, la confessione di uno dei capi sulle malefatte di Turbin mi fa piangere di rabbia. Sono questi gli orgogliosi Cheyenne che dovrebbero scatenare una guerra è Cosè, con le parole di Tex pronunciate al cospetto dei capi, l'autore modenese imbastisce una serie di repliche che lungi dal suscitare qualsiasi emozione, sembrano ricadere ancora una volta nel puro e semplice spiegazionismo. Bocciato. La parte finale, la sparatoria alla stazione ferroviaria di Gleenwood, è di gran lunga la cosa migliore dell'albo. Ma anche qui, nonostante le bellissime inquadrature messe in piedi dal disegnatore, il compito dei due rangers si presenta fin troppo facile e il pur cospicuo numero di sicari, tra i quali spicca uno con una certa somiglianza con Charles Bronson, finiscono per fare la figura dei perfetti imbecilli, buoni solo per prestarsi al tiro a segno di Tex e Carson, che non sbagliano un colpo, senza quindi dare nessun sacrosanto fastidio ai due. Mi dispiace per Nizzi, questo non è il Tex Bonelliano e nemmeno il suo Tex. Non basta non fargli fare brutte figure e riscrivere pedissequamente, con mestiere, scene che in passato erano state la delizia dei lettori, serve amore nella scrittura, e mi sembra sia lontano miglia e miglia dalle intenzioni dell'autore proporcelo, come lontano è l'interesse del lettore mano a mano che avanza nelle pagine, tsnto che sembra destinato a svanire inesorabilmente prima della conclusione. Complessivamente mi sento di dare un sei stiracchiato alla storia, perchè negli ultimi anni, è vero, abbiamo letto davvero di peggio.

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Come ho già detto ieri sera nello shoutbox, la storia non mi è affatto dispiaciuta. Certamente, come è stato detto da molti, gli avversari di Tex ( Braden e Wes Turbin ) non è che brillino per coraggio ( del resto nemmeno gli affaristi che li pagano sono quel che si dice dei cuor di leone

appena sanno da Braden che Turbin è stato preso gli consentono, sè, di tendere la quarta (! ) trappola a Tex, ma si preparano comunque a levare le tende
) e nemmeno per astuzia:
fiduciosi nel fatto che, come dice Tex a Carson nel n. 589, l'esproprio dei territori indiani è un qualcosa di pacificamente accettato ed è quasi sempre destinato successo hanno tramato il loro complotto talmente alla luce del sole da attirare l'attenzione del Dipartimento degli Affari Indiani e da guadagnarsi l'antipatia persino di coloro che avrebbero potuto e dovuto essere fanatizzati contro i "musi rossi", come mostra il dialogo di Tex con la famigliola di pionieri che salvano dai ribelli di Zampa di Corvo e, in misura minore, il fatto che il colonnello Blackmore, pur essendo nell'intimo probabilmente avverso ai Cheyennes, non possa che dare ragione a Tex in occasione della sparatoria in taverna provocata a bella posta da Braden
; tuttavia quando attaccano Tex e Carson dispongono sempre del vantaggio della superiorit? numerica e non di rado di quello della sorpresa, talch? è difficile non credere che, se Ely Parker avesse incaricato qualcun altro di indagare, costui sarebbe finito sotto un buon metro di terra fresca; degno di nota è pure il fatto che i due pards prevalgono negli scontri senza praticamente ricorrere all'"arrivano i nostri"
(anche quando vengono attaccati da Zampa di Corvo e dai suoi, riescono a buttarne già una buona metà prima ancora che arrivi Cervo Rosso, il cui intervento sarebbe stato decisivo, come osservano loro stessi, soltanto se si fosse verificato contro di loro e non a loro favore
; parlare, come è stato detto su TWO, di "Tex Vile e Kit Scarso" mi pare abbastanza fuori luogo, visto che mi pare difficile trovare tant? vilt? e scarsit? ( a meno, naturalmente, che tali "doti" non seguano Nizzi come l'ombra segue i corpi .....) . Il primo albo mi è sembrato il migliore dei due, perchè insaporito da un buon numero di comprimari ben caratterizzati ( il venditore ambulante amico di Tex Ned, il trapper misantropo, la famiglia di coloni ecc. ), mentre nel secondo si avverte chiaramente come la principale preoccupazione di Nizzi sia stata quella di arrivare in maniera logica e coerente alla conclusione, obiettivo raggiunto attraverso una gran quantit? di scene d'azione, ma senza aggiungere personaggi veramente nuovi
( Cervo Rosso e gli altri capi Cheyennes, quando appaiono, si comportano nella maniera che tutti si aspettano)
.

I disegni di Del Vecchio si mantengono a mio avviso su di un ottimo livello per tutta la vicenda, dando un notevole contributo alla caratterizzazione dei vari personaggi; anche il suo Tex e il suo Carson si inseriscono in maniera gradevole e non priva di originalità nella tradizione iconogafica dei personaggi.
Insomma, IMHO:
soggetto 6,5
sceneggiatura 7,5
disegni 8,5

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

ATTENZIONE: LO SPOILER NUOCE GRAVEMENTE ALLA LETTURA

Letto, fagocitato e... valutato.

Questi due albi potrebbero essere definiti con solo tre parole "freddo","essenziale" e "PARA-classico", ed ognuno dei tre termini, a mio dire, si rif? alle due ottiche in cui può essere valutata la storia.

Un'ottica di valutazione risiede nella complessit? della trama, nello spessore dei dialoghi e dei personaggi che vi partecipano. Analizzando questi elementi, i due termini che emergono sono "freddo" e "essenziale". Infatti, a mio dire, la trama de "la rivolta dei cheyenne", è priva di qualsiasi tipoi di colpo di scena ( compresi quelli "scontati" cui ci siamo abituati in anni ed anni di vita texiana ), non ci sono escamotage narrativi di alcun tipo, non ci sono "battute sagaci" o momenti di "tensione" degni di nota. Anche il discorso che Tex tiene davanti ai capitribù cheyenne è freddo e marmoreo, dalle sue aprole non traspare alcuna emozione. Leggendo questa sequenza, lo ammetto, ho avuto la sensazione che a parlare non fosse Tex, bensì una pantomima, una controfigura malpagata del ranger in camicia gialla.
Oltretutto, sia per quanto concerne gli alleati Cheyenne, quanto per i biechi personaggi senza scrupoli della Colorado Railroad mancano tanto di carisma quanto di un qualsiasi tipo di spessore psicologico. Cervo rosso, il saggio valoroso capo cheyenne che si prodiga per evitare la distruzione del suo popolo ad opera delle giacche azzurre è spento e poco motivato, Braden lo spietato assassino assunto dalla compagnia per "far sparire i rangers dalla faccia della terra", non riesce ad esprimersi in nessuna delle sue trame così come scipi ed insipidi appaiono i suoi tentativi di agguato.
Non parliamo poi di Wes Turbin, l'agente della riserva indiana ( di cui si è parlato per pagine e pagine nel volume nr 589 ) ... Un personaggio vuoto, privo addirittura di quel "viscidume" che spesso contraddistingue gli agenti indiani corrotti.
In questa trama, indubbiamente gli elementi "classicamente western" ci sono tutti ma vengono utilizzati ai "minimi termini", in maniera essenziale, e forse questa eccessiva "forzatura" all'utilizzo dei canoni western comporta, per un autore abituato a scrivere un "certo tipo di west" ( di cui io sono un GRANDISSIMO estimatore ) una fatica incredibile, tant'? che il risultato è questa "minestrina insipida".

La seconda ottica di valutazione, riguarda invece l'utilizzo di Tex e Carson... beh, è indubbio che il buon Claudio abbia tentano ( invano ) di dare ai due rangers un taglio GLBonelliano degli esordi, ma, almeno a mio parere, questo suo tentativo è stato, passatemi il termine un vero BUCO NELL'ACQUA. Il Tex e il Carson di Nizzi sono unici, inimitabili, solo lui sapeva dare a questa ccoppiata quel miscuglio di ironia e durezza cui ci siamo appassionati leggendo storie come "la congiura" o "il segreto della vecchia missione", solo lui sapeva dare ai due quell'alchiimia, quell'intesa che era oramai diventato il suo marchio di fabbrica, e, diciamocelo, solo LUI sapeva infilare tex in un cul de sac e farlo uscire grazie alla sempre generosa madama fortuna con la pellaccia intatta e il sorriso stampato sulle labbra.

In conlusione, una storia vuota, schematica, priva di carisma, una storia lontana anni luce da quella che ?, nella produzione Nizziana, una delle sue più grandi storie "indiane" ovverosia "le colline del vento".

VOTO COMPLESSIVO : 4/10

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parlare, come è stato detto su TWO, di "Tex Vile e Kit Scarso" mi pare abbastanza fuori luogo, visto che mi pare difficile trovare tant? vilt? e scarsit? ( a meno, naturalmente, che tali "doti" non seguano Nizzi come l'ombra segue i corpi .....) .

Pedro, tu l'hai scritto ed io l'ho pensato. Ognuno ha le sue ( legittime ) opinioni ma, nello specifico di questi due albi, risulta difficile non pensare alla malafede di certi commenti. :capoInguerra: Per le mie impressioni, ci si " vede " domani. Hasta lu?go, amigos. :trapper:
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La febbre a 39 di oggi non mi ha impedito di leggere questa seconda ed ultima parte di questa storia. Si' e' vero. E' tutto molto scontanto, guidato, senza nessun colpo di scena. Non e' "ordinaria amministrazione", ma un avventura vista e stravista nel corso della serie. Una sorta di "collage" di tante scene messe insieme per farne una storia costituita da cliche' strabusati. Niente di nuovo!Un film gia' visto e che conosciamo a memoria.
I nemici, come gia' hanno detto i miei "colleghi" del forum, sono tutt'altro che memorabili e degni avversari di Tex, cosi' come la rappresentazione del popolo Cheyenne e' molto scipita. Tuttavia,Tex e Carson non sbagliano un colpo e li ho visti abbastanza in forma.
In quanto ai soliti commenti "idioti" e il mezzo incitamento a non acquistare un albo di Tex firmato Nizzi, presenti nelle altre sedi forumistiche, non e' una novita' ormai, e non occorre neanche parlarne perche' si commentano da soli.

In definitiva, mi piacerebbe e sarebbe utile sentire in questo forum, un commento o un impressione su questa storia da parte di un neofita texiano, per capire se la sua valutazione e' in sintonia con i vecchi lettori del ranger. Perche' malgrado i tanti luoghi comuni, la storia non e' poi tanto malaccio, e se agli occhi di un lettore incallito puo' risultare insipida, diversamente lo puo' essere agli occhi di un giovane lettore.

Storia: 6
Disegni 7

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Guest Wasted Years

CONTIENESPOILERLetta e digerita. Solita pappa, davvero la sensazione di dej? vu non mi ha abbandonato nemmeno un secondo. Tex e Carson vengono salvati all'ultimo minuto, si fanno bellamente origliare, poi si fanno anticipare nei momenti topici ed uccidono in maniera infallibile i loro avversari. Due piccioni con mira infallibile, insomma, minacciati da avversari machiavellici che non sanno tirare un colpo di fucile. E siccome la storia prevede il piccione, anzi i piccioni, mannaro, vince quest'ultimo. Non manca l'esibizione da circo con la fascia di wampum, il solito discorso delle giacche azzurre armate di cannone, ma il "ring" questa volta si scioglie come neve al sole davanti ad avversari che non sanno bene se adoperare fucile o pistola per tirare. Storia che colma una necessarissima lacuna nella serie, per citare una frase fatta. Disegni molto belli e puliti, che avrebbero sicuramente meritato un altro soggetto.

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ContieneSPOILERLetta. Iniziamo dal primo albo. "La rivolta dei Cheyennes" è stato un inizio che ha fatto ben sperare. Ma non solo il primo albo, ma anche l'inizio del secondo, perchè quella riunione con i capi indiani dava l'idea che il seguito sarebbe stato "epico". E per epico intendo che Tex e Carson si salvano all'ultimo minuto dei 3 giorni, magari che gli indiani stanno per andare a uccidere tutti, ma i due pards li fermano all'ultimo momento, cose di questo genere. Invece non è potuto esserlo, per il fatto che la storia sembra essere fatta entrare nei due albi forzatamente, cosa che penalizza Nizzi, perchè, in fondo, il soggetto era buono. E quindi, se la storia non mi è piaciuta molto, non è per niente colpa del buon Claudio, ma di chi gli ha obbligato a fare entrare la storia in due albi. Secondo me, se c'era più libertà per lo sceneggiatore, ci saremmo trovati di fronte ad una storia molto bella. Passiamo ai disegni. Secondo me Del Vecchio ha fatto degli ottimi disegni, specialmente nella caratterizzazione degli indiani, e sono stati molto belli anche i cavalli. A differenza delle mie aspettative, anche i suoi Tex e Carson, sono stati molto belli. Voti:Nizzi: 7. Ma, attenzione, si merita 7 solo per quello che ha potuto fare, senn° la storia in generale si merita 5. Del Vecchio: 8

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Appena finita di leggere la seconda parte di questa scontata e tradizionale storia di Tex. Il soggetto come detto è un classico di Tex, ci sono gli indiani buoni, gli indiani ribelli, i bianchi cattivi, l'agente indiano corrotto e viscido, i ricchi potenti che voglio la ribellione indiana per far intervenire un esercito alle loro dipendenze evidentemente. Un soggetto può essere di per se scontato e già visto come è naturale che sia in sessanta anni di vita editoriale dei nostri pard. Per ovviare a un soggetto gia visto bisognerebbe lavorare sulla qualità di sceneggiatura, sui colpi di scena, sull'azione, sulla caratterizzazione dei personaggi principali e degli avversari. Tutte cose che in questi due albi io purtroppo non ho visto. I tre lunghi giorni di tempo che danno il titolo alla storia sono solo accennati, io mi aspettavo una corsa contro il tempo all'ultimo respiro. In questa storia di respiro c'è solo quello che ho tirato alla fine per non essermi addormentato. Ottimi i disegni di Del Vecchio da 8 pienoVoto alla storia 3.

il discorso di Tex alla riunione dei capi indiani? interessante e scritto come il bugiardino di un medicinale,? presente anche il solito spione durante il grande consiglio. Ma è possibile che in una riunione cosi importante non ci sia neanche una sentinella? Poi il solito Carson babbione capace solo di far domande su domande e le poche volte che ha un'idea sua viene trattato come un alteriosclerotico e pessimista? Poi vogliamo parlare degli avversari? Braden non ne azzecca una; su quattro agguati non sfiora mai neanche i nostri pard!! Un avversario pericolosissimo e che entrer? nel mito texiano :angry: :s Zampa di corvo cosi tanto carismatico che i suoi lo abbandonano alle prime difficolt? per poi sparire dalla storia
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parlare, come è stato detto su TWO, di "Tex Vile e Kit Scarso" mi pare abbastanza fuori luogo, visto che mi pare difficile trovare tant? vilt? e scarsit? ( a meno, naturalmente, che tali "doti" non seguano Nizzi come l'ombra segue i corpi .....)

Sono stato io a usare i termini "Tex Vile e Kit Scarso", e l'ho fatto con intento parodico, per definire come il Tex e il Kit qui presenti non siano altro che stanche caricature dei personaggi di GLBonelli. Queste due controfigure procedono lungo binari già tracciati, senza nemmeno mostrarsi allarmati, addolorati o aggressivi: tanto sanno già che alla fine il cattivo lo acciuffano, e sembrano due pessimi attori che recitano svogliatamente un pessimo copione. Ciò non toglie che, dopo la porcata de "L'artiglio della Tigre" questa sia aria fresca! Anzi, mi ha pure divertito, molto di più di una storia come "Missouri", ben realizzata, ma per niente divertente. Tex Vile e Kit Scarso, mi sembra ovvio, sono soltanto parodiche storpiature. Come definire vile un uomo che tutto solo scongiura una rivolta indiana e scarso un arzillo cinquantenne che spara meglio di Carlos Hathcock? Tutto sta nello spirito: in questa storia i due pards paiono, a momenti, due amici un po' rimbambiti che fanno un pic-nic e si ritrovano ad avere l'abilità di Rambo! Non è ciò che si fa, ma come lo si fa. Un Kit Carson che ha la mira di un cecchino e poi vuole sparare a degli indiani lontanissimi con la Colt è veramente memorabile... :huh:
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Che la storia sia scialba e priva di qualsiasi pathos mi sembra che sia difficile da smentire e da contraddire. Ma certi commenti, che siano "parodiche storpiature" o altro, li trovo sempre esagerate e non di buon gusto, specie se indirizzate gratuitamente e facilmente sempre allo stesso autore. Qui sono benvenuti tutti gli utenti, possono criticare o adulare tutti gli autori e le storie che vogliono, ma sempre nel rispetto per l'autore. Mi dispiacerebbe che si verificasse anche qui cio' che e' successo per troppo e troppo tempo in altri posti.

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Che la storia sia scialba e priva di qualsiasi pathos mi sembra che sia difficile da smentire e da contraddire. Ma certi commenti, che siano "parodiche storpiature" o altro, li trovo sempre esagerate e non di buon gusto, specie se indirizzate gratuitamente e facilmente sempre allo stesso autore. Qui sono benvenuti tutti gli utenti, possono criticare o adulare tutti gli autori e le storie che vogliono, ma sempre nel rispetto per l'autore. Mi dispiacerebbe che si verificasse anche qui cio' che e' successo per troppo e troppo tempo in altri posti.

Bien, messaggio ricevuto. E in ogni caso, andando a vedere il mio post originale su TWO, si nota benissimo l'intento goliardico e non offensivo nei confronti di un autore che non ho mai nascosto di apprezzare... per le proprie storie passate.
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Leggo di storia "scorrevole", "priva di difetti", e altri giudizi buoni solo per una recensione tecnica, quindi esattamente ciò che si contesta ai detrattori storici di Nizzi, ossia spaccare il capello in quattro per trovare eventuali difetti alla trama.
Però tutti quanti concordano sul fatto che la storiellina, che si legge in meno di mezzora, non lascia emozioni, è piatta, arida, anonima.....
..... e vi pare poco?
Non è certo un Tex che gioca al tiro al piattello con gli avversari (fateci caso, lo schema è SEMPRE quello: vignetta con uno dei pards che spara - vignetta con uno degli avversari che cade: tentativo di allungare il brodo? Mah...) a poter essere definito un buon Tex, o un "Tex in forma". Perchè? Semplice, la grandezza dell'eroe la fa la statura degli avversari, così come a calcio le grandi partite son quelle in cui giocano bene entrambi, vale a dire i 4-3 all'ultimo minuto, non i 5-0 (come, metaforicamente, è finita la gara di Tex e Carson contro avversari inebetiti: incommentabili Rockman e Hazel spauriti sotto a un tavolo).
E poi Cervo Rosso, vogliamo parlarne? Due "compars(at)e" dal nulla, ESATTAMENTE in stile Taiga (lo ricordate? L'onnipresente capo pellerossa di "Fratello Bianco"), la prima a "salvare" (ma quando mai...???) Tex e Carson da Cheyennes che cadevano come birilli, la seconda utile per far parlare il prigioniero. Dejav?, insomma.
Bene i disegni.
Voto complessivo alla storia: 5, ma solo per far media col 6 della prima parte, almeno - pur nella povert? del soggetto - più variegata, quanto a situazioni e personaggi.

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la prima parte era, almeno - pur nella povert? del soggetto - più variegata, quanto a situazioni e personaggi.

Quoto! Ned, il vecchio trapper e la famigliola in pericolo erano figure decisamente simpatiche che davano un po' di colore alla storia, anche se non andavano molto oltre il bozzetto.
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Innanzitutto, voglio complimentarmi con il disegnatore, del vecchio, che annovero tra i migliori , dopo villa e civitelli poi voglio spezzare una lancia a favore del soggetto. Anche se ci sono delle scene, che si dicono viste in altre circostanza, ai dissacratori di questa storia, mi piacerebbe, che queste persone, mi indicassero una storia che si evolve, con un inseguimento al treno, e tutto quanto ne consegue. tornando ai disegni avrei votato 9. ciao a tutti. :colt:

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Bella storia. Banale, non un capolavoro ma piacevole e scorrevole. Nizzi tira fuori dal cilindro una storia con un soggetto da classico film di John Ford e riesce a plasmarlo nel contesto fumettistico. Tutto ciò purtroppo però solo nel primo nel primo albo. Sin dalle prime battute di "Tre lunghi giorni" infatti la storia perde scorrevolezza e distoglie l'attenzione del lettore.

Il finale è uno dei meno avvincenti con la solita sparatoria finale a testimonianza della scarsa voglia dell'autore modenese di cimentarsi in trame complesse e divertenti per il lettore.
Sembra quasi che Nizzi si sia chiuso a riccio in questo genere di storie e non voglia aprirsi a nuove idee. Capitolo a parte per i disegni di Del Vecchio: un Tex granitico, un Carson altrettanto duro, paesaggi puramente western e tratto ideale per questa storia. In definitiva storia che si salva dal capitombolo grazie a degli spunti interessanti di Nizzi e ai disegni carismatici di Del Vecchio. Voti: Nizzi:5,5Del Vecchio:8Copertine:6,5Voto totale:6
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Dunque... per cominciare voglio parlare di quello su cui, credo, siamo tutti d'accordo... Tex ha trovato un nuovo disegnatore eccezionale!Dopo aver letto questo quarto albo di Del Vecchio, posso dire che i suoi disegni mi hanno conquistato definitivamente. Il suo Tex, un p? John Wayne un p? galeppiniano, lo trovo stupendo, così come il suo Carson. Del Vecchio è inoltre eccezionale nella resa dei personaggi:i cattivi di questa storia hanno tutti dei volti e delle caratterizzazioni perfette;e cosa dire dei suoi indiani?.. basta guardare la scena del raduno indiano per notare la varietà di tipologie, l'accuratezza e la diversificazione delle varie acconciature e modi di vestire. E dei paesaggi che dire?Stupendi!.. Del Vecchio ha dimostrato che il western lo sa rendere magistralmente, sia che si tratti dei deserti incendiati dal sole di "Soldi Sporchi", sia che si tratti delle montagne e delle foreste del Colorado. Signori,Del Vecchio è un grande, autentica nuova colonna!Veniamo ora al punto critico... probabilmente chi legger? questo post potr? pensare che Nizzi mi paga come suo avvocato difensore!... o forse penser? che sono un lettore sempliciotto, che si accontenta di molto poco... e può darsi che sia proprio così!Perchè a me questa storia è piaciuta parecchio!Certo, la trama è quanto di più già visto e letto, ma ciò non mi ha reso la lettura meno appassionante. Questo secondo albo mi ha tenuto incollato alle pagine, tanto che l'ho letto in pochissimo tempo:tutta la sequenza da pag.47 a pag.74 l'ho trovata bellissima, con i due pards che fanno un gioco di squadra entusiasmante, in quel loro agire di attacco, da veri e propri distruttori che ho sempre trovato esaltante... gioco di squadra che si rivede anche nella corsa al treno con la conseguente irruzione nel vagone. E poi, finalmente, ho potuto rivedere dopo tempo immemorabile, seppur solo abbozzato, un nuovo interrogatorio marca Tex Willer:goduria. La scena della riunione al campo indiano l'ho trovata in puro stile Tex, con la bella aggiunta di un capo che non si lascia sopraffare dal prestigio di Tex, concedendogli solo un'ultimatum. Alcuni personaggi sono riusciti benissimo, in particolare il vecchio trapper e l'agente indiano Turbin. I due pards inoltre mi sono sembrati granitici e cazzuti come non mai(compreso il vecchio cammello!... altro che vecchio rimbecillito...), e il vederli stendere avversari a profusione a me ha divertito parecchio... ho perso il conto di quanti ne hanno fatti fuori!Insomma, a costo di sembrare ridicolo questa storia, tutta azione in puro western, a me è piaciuta parecchio!Datemi pure del pazzo, ma il mio voto complessivo è 8 e mezzo.

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Nel precedente intervento confidavo che Nizzi riuscisse a tenere la barra a dritta e concludere questo secondo albo senza cadute di tono. Ebbene, personalmente sono soddisfatto. Certo questa storia non è da paragonare, come intensit? e varietà di situazioni, a quelle degli altri autori di Tex, pero' si lascia leggere anche grazie ai disegni di Del Vecchio che, secondo personale opinione, a parte qualche rinnovata imprecisione sugli stetson dei pards e sui cavalli, risultano da 7 in pagella. Tornando alla storia, ci sono pure dei momenti in cui si riscoprono ( è proprio il caso di dirlo ), in Tex, certi suoi tipici atteggiamenti per i quali è diventato un mito fra i lettori: ad es. quando il nostro usa i suoi vecchi metodi di " interrogatorio " oppure la mira infallibile ( pure del vecchio Carson, in questa storia sicuramente tutt' altro che rimbecillito ) e l' arguzia, come in occasione dello scontro a fuoco presso l' Agenzia Indiana ed alla Stazione. Se Nizzi ( mi accorgo di usare spesso questa forma dubitativa con questo autore ) ci presenter? le sue ultime storie in questo modo, l' addio sarà piu' consono con quel che ha fatto per il Ranger in tutti questi anni ( soprattutto i primi ) ed io, personalmente, gliene saro' grato. Hasta lu?go, amigos. :D;)

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allora, la storia è stata piacevole e tutto sommato, la seconda parte nn ha avuto cadute di tono. L'azione è stata sempre presente e l'albo è risultato molto scorrevole. Mantengo inalterato il giudizio sui disegni, sempre di buona qualità. l'accopiata Tex Carson non ha deluso, con l'anziano pard tutt'altro ce "macchietta"in definitiva il mio voto rimane inalteratoSOGGETTO 6SCENEGGATURA 8DISEGNI 8VOTO GLOBALE 7 e mezzo per la poca originalità del soggetto

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Mmh.. dopo aver letto la seconda parte della storia resto più o meno della stessa idea: una storia di basso profilo che coinvolge fino a un certo punto e a fasi alterne. Devo dire peròche alcune parti mi hanno anche piacevolmente sorpreso

ad esempio tex e carson che non si infilano nella trappola al trading post ma anzi rendono pan per focaccia grazie alle epiche freccie incendiarie e tutto lo scontro finale vicino alla ferrovia e al vagone del treno che fa venire in mente c'era una volta il west
sono entrembe piene di vitalit? mostrano che Nizzi qualche guizzo artistico ce l'ha ancora nonostante tutto. Sono però rimasto deluso dal tema della guerra indiana, non so mi aspettavo un p? più di pathos e scene più epiche. I disegni invece non riesco a farmeli piacere anche se riconosco che tecnicamente sono curati e fatti molto bene: sarà forse l'impostazione dei volti dei personaggi ma anche il paesaggio non mi convince troppo, infatti avevo apprezzato già di più il lavoro di delvecchio nella storia soldi sporchi, ambientata nel deserto, che secondo me si adatta di più al disegnatore. In sintesi una storia da 6, ma un 6 abbondante e speranzoso perchè alla fin dei conti la storia non era così male. i
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Non malissimo, perchè almeno non appanna alcun mito (tipo Tigre Nera), però c'è davvero troppa ripetitivit? (non solo rispetto alle vecchie storie, ma persino nello sviluppo della storia stessa) e pressoch? nulla di originale. Per trovare qualche minima particolarit? bisogna scavare nei dettagli della sceneggiatura: ad esempio un capo tribù che, pressato dalle domande di Tex, invece che reagire con rabbia o, piuttosto, ammettendo le proprie colpe, decide di rimanere in silenzio... Una sufficienza la scava, ma nulla in più. Voto: 6

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Concordo sulla ripetitivit?, storia mediocre (il solito Nizzi), disegni così così (non mi piace il volto di Tex caratterizzato da Del Vecchio). Insisto sul fatto che la "mania" dei due albi non rende giustizia alle sceneggiature.

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Questa storia, a mio parere, non può essere definita n° bella n° brutta, ma piuttosto, sconsolatamente piatta. Speravo tanto nel ritorno di una tradizione che aveva fatto grande Tex. Dopotutto il soggetto prometteva veramente bene. Ma dov'? (tanto per fare un esempio) il Delgadito de "L'enigma della lancia" (n. 83) che non si limita a negare a Tex il diritto di parlare in consiglio, ma duella con lui, gli sputa in faccia, gli tende un agguato....). Sparito! Nella sua odiosit? era comunque una figura di spicco, e oggi ci dobbiamo accontentare di....

"Cavallo senza coda" (o come accidenti si chiama, vedete che mi è talmente rimasto impresso il racconto da dimenticarmi perfino i nomi), che cerca di togliere la parola a Tex e poi sta imbambolato ad aspettare che qualcuno spieghi al ranger quanti torti gli ha fatto l'uomo bianco.
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