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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 07] Figlio Del Vento


bressimar
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Voto alla storia  

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Recentemente riletto per modo di dire,nel senso che le ultime cinquanta pagine le ho sfogliate velocemente,e,penso,che potrei riprenderlo tra una ventina di anni. Al di là della collezione,denaro veramente sprecato per questo Maxi,bruttissima fotocopia di quel piccolo capolavoro che fu "Silver Star". Qui Nizzi produce una sceneggiatura stramba (su tutti il comandante di un forte che dorme sino a mezzogiorno.......ma dove si è visto ??? ),condita dai disegni di Diso che sta a Tex come un capodoglio sta ad un guinzaglio per cani.

 

Sceneggiatura voto 4,

disegni voto 2,

media voto : 3

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  • 6 mesi dopo...
  • Collaboratori

Non avevo mai commentato questa storia e mi accingo a farlo adesso.
 
Partiamo dall'inizio? Siamo nel 2001, Sergio Bonelli chiede a Nizzi una storia da far realizzare a Diso che è chiamato a illustrare le consuete 224 pagine di un texone da pubblicare un paio d'anni dopo (sarebbe stato il n. 17 del 2003). Nizzi riprende le tematiche di una vecchia storia glbonelliana intitolata "Silver Star" ed è una scelta voluta, perché Diso da tempo desidera disegnare il west e i cavalli; protagonista è infatti un mitico stallone il cui nome "Figlio del Vento" dà il titolo all'albo.
 
La serie di Mister No, da cui il disegnatore è chiamato, si avvia alla chiusura, che avverrà nel dicembre 2006 con il numero 379. Le prime tavole di Diso mostrano subito la sua inadeguatezza per un formato che ha visto alternarsi i più grandi nomi del fumetto internazionale (nel 2001 Sergio presentava orgogliosamente ai lettori, per esempio, il nome di Kubert, autore anche lui di tavole comunque lavorate frettolosamente ). Su Tex Diso non è più il disegnatore dei bei tempi misternoiani, il suo tratteggio è incerto e poco curato, ma sono soprattutto i volti dei quattro personaggi principali, e in particolare quello di Tex, la vera nota dolente. Anzi dolentissima!
 
Sergio dice subito quindi che sul texone programmato per il 2003 finirà Sommer o chi per lui. A Nizzi chiede di allungare la storia oppure di scrivere un'altra breve da aggiungere alla precedente per formare un maxi di due storie, com'era successo nel 2000. Nizzi sceglie la prima opzione e allunga la sceneggiatura dalle iniziali 224 pagine alle finali 330, numero perfetto perché la redazione potrà così scegliere se destinarle ad un maxi oppure suddividerle nei tre albi della serie regolare!
 
Nizzi allunga la storia dunque. Come lo fa? Semplicemente sopprime le ultime 30 pagine di sceneggiatura che rappresentavano il finale del texone e ripartendo da pagina 195/200 innesta quella che sarà la seconda parte e il finale del Maxi. Così, dopo la divertente scenetta comica di Tiger nell'ufficio del telegrafo, il maggiore Ducan, allontanato dal forte può unirsi ai mustangers e al traditore Lupo senza coda e con la loro complicità rapire il prode Alce Rosso per indurlo a rivelare dove ha nascosto lo stallone. Tex e Tiger, seguiti dal capo Orso Nero, decisi a liberarlo, hanno diversi scontri con gli antagonisti, Orso Nero si fa catturare, il maggiore Duncan si riscatta, e il finale è tutto concentrato nell'assedio alla collina che termina con l'arrivo provvidenziale della cavalleria.
 
Nizzi, insomma, innesta bene la seconda parte e non si avvertono nell'opera cesure, ma il risultato è forse quello di allungare troppo una storia con poche pretese, per cui la lettura ne risente e procede stancamente senza sussulti. Motivo per cui, per concludere, finisce sul maxi e non sulla serie regolare...

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Brillante analisi, Sandro, della genesi di un mancato Texone trasformato in una tripla che ha trovato il suo unico possibile sbocco nella collana Maxi.

 

Segna l'esordio su Tex di quella che è stata una colonna portante di Mister No e per il quale Sergio Bonelli aveva probabilmente ipotizzato un trasferimento in pianta stabile su Tex, come peraltro già accaduto per altri disegnatori apparsi sul Texone e arruolati sulla regolare. 

Diso non ha poi realizzato il Texone che poteva aprirgli la strada alla regolare, ma è entrato direttamente sui Maxi dove, dopo l'apparizione sull'Almanacco, tuttora continua a rappresentare un costante riferimento grafico essendo a oggi intento a realizzare il suo quinto Maxi.

 

Relativamente alla storia in oggetto non posso purtroppo che accodarmi al giudizio di stentata sufficienza sia per il testo che, ahimè per i disegni.

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Brillante analisi, Sandro, della genesi di un mancato Texone trasformato in una tripla che ha trovato il suo unico possibile sbocco nella collana Maxi.

 

Segna l'esordio su Tex di quella che è stata una colonna portante di Mister No e per il quale Sergio Bonelli aveva probabilmente ipotizzato un trasferimento in pianta stabile su Tex, come peraltro già accaduto per altri disegnatori apparsi sul Texone e arruolati sulla regolare. 

Diso non ha poi realizzato il Texone che poteva aprirgli la strada alla regolare, ma è entrato direttamente sui Maxi dove, dopo l'apparizione sull'Almanacco, tuttora continua a rappresentare un costante riferimento grafico essendo a oggi intento a realizzare il suo quinto Maxi.

 

Relativamente alla storia in oggetto non posso purtroppo che accodarmi al giudizio di stentata sufficienza sia per il testo che, ahimè per i disegni.

 

Continua l'equivoco di fondo che vuole una differenziazione tra disegnatori della serie regolare e delle serie collaterali. In realtà tale differenza non  esiste- Qualunque disegnatore può essere ed è effettivamente usato indifferentemente nella serie regolare, nel Maxi, nel Color e ormai perfino nel Texone.e forse anche nel nuovo Magazine per quel che se ne sa.

Di fatto l'unica eccezione rimane proprio Roberto Diso, confinato sul Maxi.

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Bella analisi davvero, per una storia tutt'altro che bella. Conoscerne la genesi aiuta anche a comprendere le dinamiche cui è sottoposto uno sceneggiatore, spesso costretto ad imbrigliare la propria creatività secondo una logica industriale che non sempre naturalmente porta buoni esiti. Questa storia può essere un esempio di ciò.

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  • 1 anno dopo...

Una delle più brutte storie apparse su Tex. La sua genesi dimostrata come il maxi sia stato spesso usato per gli "scarti" delle altre collane, perché improponibili (qui improponibile la seconda parte della storia e il volto di Tex). Attendiamo il cambio di rotta dal maxi di ottobre 2017 (garantisce Boselli).

Modificato da Landi
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  • 2 anni dopo...

Finito oggi di leggere con fatica, in tre step: già questo la dice lunga su quanto sia avvincente la storia. Mai come in questo caso il Maxi mi è parso tale, con una storia troppo dilatata e prolissa, dove imperversano "origlioni" e "contro-origlioni".  Direi che senz'altro Nizzi non è in questo caso nella sua forma migliore. Ho perso da lettore tutto il periodo della "decadenza nizziana", ma in questo Maxi ritrovo molti dei difetti che gli vengono attribuiti dai forumisti.

Né i disegni contribuiscono a migliorare la situazione, con un Tex molto poco convincente. 

In definitiva, uno dei peggiori Maxi letti fino ad oggi: dietro di lui, lontano e ancora irragiungibile, solo "Alaska", con il mitico "pupazzone" Hamatsa, ormai irrimediabilmente legato, nel mio immaginario, all'indimenticabile battuta di un forumista nel topic dedicato.

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  • pecos changed the title to [Maxi Tex N. 07] Figlio Del Vento
  • 9 mesi dopo...

Vado un po' controcorrente. Ho letto solo di recente questa storia, avendo recuperato il Maxi in questione , e leggo critiche abbastanza negative ma a me l'albo è piaciuto nel complesso.

Gli ho dato 8.

All'inizio trovare tutta quella gente che si impunta solo per un cavallo è sembrato inverosimile anche a me, ma pensando alle vicende narrate oltre la trama principale e prendendo in considerazione la psicologia dei personaggi, la storia acquista spessore. Uno come il maggiore Duncan non si dimentica facilmente, proprio per la sua originalità.  Tante volte nelle storie si vede il solito ufficiale senza scrupoli stereotipato, nemico degli indiani oppure amico incondizionato dei "buoni". Invece qui si ha un'evoluzione dei personaggi in base agli eventi, molti colpi di scena e scene coinvolgenti, come il ripensamento di Grande Barba. Diso non appare al suo massimo per i disegni, ma il suo è un tratto particolare, espressivo e dinamico, non preciso ma proporzionato, a mio avviso.

È una storia insolita per Tex, se mi dite che non dovrebbero essere così tutte le storie vi posso capire, ma io la ritengo valida proprio per la sua distinzione rispetto alle altre trame, e per i suoi ritmi lenti, adatti ad una lettura attenta e rilassante. 

 

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  • 6 mesi dopo...

Storia riletta in questi giorni.

Ricordo che l'avevo letta quando uscì nel 2003 e ricordavo solamente lo stallone figlio del vento ma nient'altro di questa storia.

In effetti, ricordavo la parte migliore, ovvero un bel soggetto di cui mi par di capire ci fossero comunque dei precedenti simili.

 

Per il resto, la storia è abbastanza noiosa, tirata per le lunghe e si intuisce che ad un certo punto è stato allungato il brodo.

Anche se devo dire, paradossalmente la parte "allungata" è forse meglio, se presa da sola, rispetto alla parte iniziale.

 

Perlomeno il maggiore Duncan risulta quasi simpatico e non è soltanto il classico militare ottuso. Purtroppo, trattandosi della parte finale dell'albo, risulta pesante dopo essersi smazzati oltre 200 pagine ma di base non sarebbe scritta male.

 

Se i volti dei pards urtano come una strusciata di ortica sotto le ascelle, devo dire che la parte che ho apprezzato di più della storia sono i paesaggi rappresentati da Diso.

Ci sono delle vignette particolarmente belle, per cui il giudizio sui disegni risulta difficile. Se per i volti dei pards, credo fuori fuoco/bersaglio, per tutto il resto un'ottima prova.

 

Un albo che risfoglierei per apprezzare alcuni disegni, con la natura selvaggia spesso a farla da padrone, ma che non rileggerei a breve (forse tra altri 20 anni)

 

Soggetto; 7

Sceneggiatura: 5

Disegni: 4 (per i pards); 8 per ciò che non è la faccia da schiaffi di Tex

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, LedZepp dice:

Storia riletta in questi giorni.

Solo per averla riletta ti meriti tutta la mia stima.

Io non ci riuscirei mai, in quanto la considero un mattone micidiale, uno dei peggiori Maxi.

Solo un'altra storia mi ha dato un effetto sonnolenza come questa ( @Sam Stone sa a cosa mi riferisco....).

Tra l'altro soggetto scopiazzato da "Silver Star" di GL Bonelli, quindi manco originale.

Su Diso ho un affetto personale per il suo egregio lavoro su Mister No, perciò evito ogni tipo di commento.

  • Haha (0) 1
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18 minutes ago, Juan Ortega said:

Solo per averla riletta ti meriti tutta la mia stima.

Io non ci riuscirei mai, in quanto la considero un mattone micidiale, uno dei peggiori Maxi.

Solo un'altra storia mi ha dato un effetto sonnolenza come questa ( @Sam Stone sa a cosa mi riferisco....).

Tra l'altro soggetto scopiazzato da "Silver Star" di GL Bonelli, quindi manco originale.

Su Diso ho un affetto personale per il suo egregio lavoro su Mister No, perciò evito ogni tipo di commento.

l'ho letta in un colpo solo. Tre ore affilate. Sapevo in parte a cosa andavo incontro tra l'altro, avendo letto prima i commenti sul forum.

Ma sto rileggendo tutto il materiale letto tanti anni fa prima che interrompessi l'acquisto di Tex per oltre 18 anni (ho ripreso da poco). Ho molte storie di cui non ricordo molto e le leggo quasi come fosse la prima volta.

Ho riletto molti Maxi, mi mancava questo

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  • Rangers
<span style="color:red">7 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Solo un'altra storia mi ha dato un effetto sonnolenza come questa ( @Sam Stone sa a cosa mi riferisco....).

 

Come fa a non piacerti "In nome della Legge"?

Ancora non me lo spiego

 

 

 

 

:lol2:

Potresti rileggerti alcuni Tex a caso, tipo dal 387 al 392.

  • Haha (0) 2
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