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TWF - Tex Willer Forum

[591/592] L' Uomo Di Baltimora


ymalpas
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L'uomo di Baltimora di Tito Faraci & Giovanni Bruzzo  

73 utenti hanno votato

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Bellissima!!! Cos'altro si può aggiungere per ben esprimere il giudizio su questa storia? Che è un piccolo capolavoro dove l'aggettivo piccolo l'ho messo solo perche la storia inizia in un albo per poi finire nel successivo quindi non è molto lunga ma ciò non toglie che Faraci riesca a scrivere un capolavoro di fumetto!Mi è piaciuto tutto, dall'inizio fine alla fine, la caratterizzazione del lord inglese, i cattivi tosti al punto giusto, i personaggi di contorno, la figura dello sceriffo ex ranger ed anche il finale studiato per lui, la domanda che si pone il lord nei confronti di Tex e del suo duello finale, la parte studiata per Kit ed anche quella per Carson e Tiger

citati all'inizio ma mai fatti intervenire aggiungendo un ulteriore sorpresa alla storia in quanto finora ogniqualvolta due pard venivano citati alla fine intervenivano ed invece secondo me quel loro non intervento giova al racconto
Anche Bruzzo che nelle prime vignette ha qualche incertezza nei volti dei due pard via via migliora trovando un ottimo equilibrio. Un accenno alle copertine, secondo me quella della collezione storica a colori è molto più bella ed ispirata ed anche il titolo "Uomini ed eroi" assegnato al volume della collezione a colori rende meglio il senso della storia. Per finire l'unico voto buono per "L'uomo di Baltimora" secondo me è 10 e lode.
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  • 1 anno dopo...

La mia impressione è che questa storia sia il primo calo per Faraci dopo le prime due ottime storie che aveva scritto per Tex.
La trama è decisamente classica (non è un male) ma è sul personaggio di William Hodson che mi vengono le perplessit?. Non mi piaceva tanto quel suo troppo essere in gamba, addirittura sembra in grado di competere con Tex; forse un po' esagerata la sua bravura.
Punto debole della scenggiatura, o meglio dire brutto punto.

Quando Tex e William Hodson iniziano lo scontro alla miniera, quest'ultimo fa "Ho rovinato la manovra di accerchiamento che voi avevate mirabilmente architettato. Mettendo un piede in fallo ho rivelato la mia presenza".

Suona malissimo. :fumo:


Interessante la redenzione dello sceriffo, anche se era un po' prevedibile la sua fine come riscatto.

Non male i disegni di Bruzzo: non mi entusiasmano ma neanche mi disgustano.

Comunque storia che non mi ha coinvolto molto.

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  • 2 mesi dopo...

La mia impressione è che questa storia sia il primo calo per Faraci dopo le prime due ottime storie che aveva scritto per Tex. La trama è decisamente classica (non è un male) ma è sul personaggio di William Hodson che mi vengono le perplessit?. Non mi piaceva tanto quel suo troppo essere in gamba, addirittura sembra in grado di competere con Tex; forse un po' esagerata la sua bravura. Punto debole della scenggiatura, o meglio dire brutto punto.(click to show/hide)Interessante la redenzione dello sceriffo, anche se era un po' prevedibile la sua fine come riscatto. Non male i disegni di Bruzzo: non mi entusiasmano ma neanche mi disgustano. Comunque storia che non mi ha coinvolto molto.

Tutto sommato a me questa storia è piaciuta. Certo, non entrer? negli annali texiani, ma credo che nel complesso la si possa considerare ben riuscita. La trama è abbastanza classica, ma ciò che ho apprezzato in modo particolare, al contrario di John Walcott, è stata proprio la partecipazione di tale Lord William Hodson, personaggio quanto mai eccentrico e pieno di sorprese. Non condivido l'opinione di chi ritiene fuori luogo o addirittura peccaminoso che un partner occasionale del Ranger possa quantomeno non sfigurare troppo al suo cospetto. Partiamo dal presupposto che un giramondo come Hodson ha avuto per sua stessa ammissione spesso a che fare con gente poco raccomandabile o con belve feroci, quindi ci sta che abbia acquisito una discreta esperienza nell'uso delle armi. Ma non credo che ciò basti a minacciare di oscurare Tex, tant'? che, come sempre John Walcott fa notare,
una manovra architettata da Tex viene involontariamente vanificata proprio dall'inesperienza di Hodson in scontri a fuoco con dei banditi esperti nell'affrontare tali situazioni
. Per quanto riguarda la redenzione finale dello sceriffo Cameron, convengo invece che era alquanto prevedibile. In sostanza, ripeto, una storia decisamente godibile: 8,5 alla sceneggiatura di Faraci ed altrettanto ai disegnii di Bruzzo, il cui tratto non mi dispiace affatto. P. S. non so perchè, ma non escluderei che prima o poi Hodson torni ad incontrarsi con i pards (e devo ammettere che non mi dispiacerebbe)...
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  • 8 mesi dopo...

Volevo commentare questa storia, che ho riletto di recente. Di cosa parla, fondamentalmente? La risposta sta nella relazione fra padre e figlio. Tex e Kit Willer combaciano alla perfezione. L'esperienza e la sicurezza di Tex contro la giovent? e l'imprevedibilit? di Kit Willer. In più, due comprimari che, personalmente, hanno toccato a fondo il mio cuore.

Sto parlando naturalmente, da una parte, di Lord William Hodson, disegnato magnificamente da un Giovanni Bruzzo particolarmente in forma. La bombetta che possiede lo fa appartenere a quel genere di comprimari del tipo "Che ci faccio nel West?" ma che alla fine si rivelano preziosi. Hodson non è da meno. I disegni che fa girando insieme a Tex e Kit sono fantastici. E rappresentano anche la visione che gli "stranieri" hanno di altre localit? nelle quali non sono mai vissuti. Tutto sembra più grande, per Hodson, quando mette piede nella cittadina che viene rapinata.
. L'azione si fa intrigante e Faraci, secondo me, esprime al meglio un Tex che rischia di essere "sorpassato" da suo figlio e da Hodson.
Infatti, durante il loro primo incontro, Hodson si dimostra più veloce di Tex, anche se solo per un millesimo di secondo, uccidendo l'indiano apparso da dietro la roccia che prima pensava già di poter scalpare il povero Lord. Sempre del Lord, mi è piaciuta l'arrabbiatura contro lo sceriffo Cameron, dimostratosi un'altra volta vigliacco, dopo averne dato prova in un precedente scontro con dei banditi messicani e che solo grazie a Tex si è potuto mette in salvo. Tutto questo, raccontato durante la notte allo scrittore di libri che trova affascinante osservare e descrivere le scene, le azioni, le popolazioni indiane e non, anche se certe volte esagera, come lo stesso Tex gli fa notare dopo che egli ha disegnato Tex e Kit accerchiati da indiani con delle piume che in realtà non avevano. Ma questo, come dice lui, è quello che vuole vedere la gente di Baltimora.
. Passando al secondo comprimario, del quale ho già accennato, ovvero lo sceriffo Cameron, volevo dire che
la frase finale di Hodson nei suoi confronti potrebbe racchiudere un mio, e credo non solo mio, pensiero: "Un uomo forse vissuto da pavido, ma sicuramente morto da eroe". Una frase che dice tutto quello che c'è da dire sullo sceriffo che, avendo salvato Kit Willer dal piombo di Freddy Barton, ha riscattato la brutta figura fatta tempo prima, il che lo ha portato a lasciare la stella di Ranger per prendere quella di sceriffo. Certo, durante la rapina alla banca la codardia si fa di nuovo largo in lui, ma come poter criticare un momento di debolezza al confronto di Tex Willer, grandissimo Ranger e persona tutta d'un pezzo fino a quando non accade qualcosa che gli fa scattare il nervo, come la pallottola che Barton ha riservato a Kit mettendolo forzatamente nel letto del dottore. Un Kit che si dimostra tenace, che nonostante la ferita aiuta il padre alla miniera, e che viene aiutato da uno sceriffo Cameron che mi ha colpito, così come lui è stato colpito definitivamente da una pallottola non destinata a lui.
. Credo sia giunto il momento di dare un voto alla storia. L'arduo compito spetta pure a me. Soggetto: Per quanto la rapina alla banca sia uno degli espedienti più usati per le storie western, credo che l'intervento di Hodson ed il colpo di scena finale che ho narrato nello Spoiler siano parte di un soggetto ben fatto, e che prende 8,5. Sceneggiatura: Da un soggetto ottimo non poteva venire fuori che una storia ottima. Una sceneggiatura che niente ha da invidiare ad altre e che, nel suo piccolo, nei suoi due albi e mezzo, mi ha fatto emozionare più di una volta. Voto 9. Disegni: Giovanni Bruzzo secondo me ha fatto dei disegni spettacolari. I quali si notano grazie ai disegni dei disegni(scusate il gioco di parole) di Hodson, che interpreta la natura e le persone intorno a lui, o seguendo soltanto dei semplici racconti, con la fantasia, ma soprattutto con la volont? precisa di rendere ai propri lettori una storia del West da leggere e da osservare con le immagini che Hodson esprime a modo suo con il preciso scopo di invogliare a leggere ed a immedesimarsi nei panni di chi nel West c'è stato davvero e ci vive ancora. Voto 9. Globale: Una storia che ha una parte tradizionale ed una parte imprevedibile. Ottimi disegni, ottimo soggetto ed ottima sceneggiatura. Tutto questo insieme fa di questo racconto un pezzo imperdibile che mischia di tutto e di più, riuscendo però a mantenere un filo logico, senza che l'azione e la tensione calino bruscamente. Voto totale: 9,5.
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  • 6 mesi dopo...

Storia che mi ha affascinato molto: la figura del Lord inglese mi ha ricordato molto George Catlin, autore di "Pellerossa". Il suo disegnare perchè altri conoscessero e perchè le leggende prendessero forma. Sui disegni sospendo il giudizio, il soggetto non mi è sembrato poi male.

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  • 1 anno dopo...
  • Sceriffi

Mi sono riletto anche questa storia, una delle più acclamate di Faraci, per cercare di capire come un autore che alle sue prime storie su Tex era stato salutato da cori di apprezzamento quasi unanimi sia ora osteggiato dalla maggior parte dei lettori.

Questa è effettivamente un'ottima storia, innovativa, briosa, piacevole da leggere: non un capolavoro, ma una di quelle storie che, senza essere indimenticabile, ti fanno chiudere l'albo soddisfatto della lettura. La trovata che rende la storia riuscita è senza dubbio l'invenzione del personaggio di Hodson e la scelta di narrare la storia dal suo punto di vista - narratore che in questo caso si identifica anche in parte con l'autore stesso, credo, non certo nelle abilità fuori dal comune con le armi e con i pugni ma nelle parti più "intimiste" e riflessive. Questo rende la storia molto particolare, una piacevole parentesi tra le storie più classiche e ortodosse.

Allargando però il discorso all'intera produzione dell'autore Faraci, trovo che qui siano presenti in nuce quei difetti che ravviso nelle storie successive: anzitutto l'eccessiva esilità della trama (qui abbiamo una banda di fuorilegge che rapina una banca, e poco altro), le scene allunga-brodo slegate dalla storia principale (qui il flashback in cui Tex racconta un'impresa del giovane Kit), il clima complessivo un po' piatto, senza cambi di ritmo, in un certo senso "noioso". Chiariamoci, non sto dicendo che questi difetti siano presenti anche qui: o meglio, qui non sono difetti, perché la cornice della storia e soprattutto il personaggio di Hodson la fanno funzionare alla perfezione. A ragion veduta, ravviso però anche qui quegli elementi che hanno reso le storie di Faraci non particolarmente apprezzate. Ma ribadisco, in questo caso non inficiano la bontà di una storia che ritengo perfettamente riuscita e a cui non esito a dare un bell'8 nel sondaggio.

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Riletta anche da me un mesetto fa,così bella,così avvincente,così lontana anni luce dalle recenti deludentissime produzioni Faraciane.

 

Personaggi efficaci,con Lord Hodson una spanna sopra a tutti ed una trama avvincente e per me niente affatto scontata : ricordo,infatti,che ai tempi non ero ben sicuro delle intenzioni dell'inglese e della sua identità,notando la sua reazione (pag.84 de "L'uomo di Baltimora) alla vista del fuorilegge "dandy" inviato in ricognizione alla banca.    Bruzzo bravissimo,voto 9.

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  • co fondatore

Non ne ho un buon ricordo, di questa storia, anche se in confronto a certe altre uscite faraciane era ancora un passo in avanti.

Dovrei rileggerla, ricordo degli ottimi disegni.

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Non ne ho un buon ricordo, di questa storia, anche se in confronto a certe altre uscite faraciane era ancora un passo in avanti.

Dovrei rileggerla, ricordo degli ottimi disegni.

 

Nello shoutbox affermi che fa "Troppo caldo per scrivere",ed hai pienamente ragione,vista la tua recensione (???) qui sopra. E meno male che sei un "co fondatore" che dovrebbe sapere che interventi come il tuo sono considerati spam...strano che nessuno sceriffo sia intervenuto a fartelo notare,ma non è la prima volta che "scivoli" su recensioni troppo poco recensioni. Dici che "non ne hai un buon ricordo",però sei sicuro che fosse migliore delle ultime uscite di Tito e prosegui affermando che "dovresti rileggerla" e che conservi un "ottimo ricordo dei disegni". Secondo te il tuo è un intervento serio ? Non volermene,secondo me no. Da un co fondatore mi aspetto sempre il buon esempio ed il meglio. 

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Allargando però il discorso all'intera produzione dell'autore Faraci, trovo che qui siano presenti in nuce quei difetti che ravviso nelle storie successive: anzitutto l'eccessiva esilità della trama (qui abbiamo una banda di fuorilegge che rapina una banca, e poco altro), le scene allunga-brodo slegate dalla storia principale (qui il flashback in cui Tex racconta un'impresa del giovane Kit)

Sulla scena con Kit e i ragazzi rapiti dagli indiani, forse, col senno di poi, non hai torto.

Io però quella scena la considero uno dei punti più alti della storia - e dell'intera produzione faraciana su Tex - in quanto permette un approfondimento del lato più umano di Tex: il Tex padre. Infatti il nostro appare come un padre "normale" che giustamente si preoccupa per il figlio; una preoccupazione costante, che non è dovuta a un episodio particolare o a un gesto eroico, ma proprio all'indole del ragazzo.

Un Tex (in parte) inedito, e un bel discorso sul rapporto padre-figlio: un breve momento umano in mezzo all'avventura.

Certo, purtroppo punte del genere Faraci non le ha più raggiunte, e da allora abbiamo assistito al vertiginoso calo qualitativo che è ormai evidente a tutti.

 

Per inciso: la sola idea di far tornare in una nuova storia Lord Hodson (o il galeotto di "Evasione") è tra le più chiare manifestazioni della grave mancanza di idee di Faraci.

  • +1 1
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  • 4 anni dopo...

Una banda di malviventi che intende rapinare una banca. Un soggetto visto e rivisto. Che noia...

 

E invece no, perché Faraci allestisce una storia frizzante, grazie - in particolare - alla bella figura di Lord Hodson.

Non male anche la descrizione del rapporto padre/figlio tra Tex e Kit.

Notevole il personaggio dello sceriffo Cameron, che dimostra nel corso della vicenda tutta la sua debolezza, condita dal senso di inferiorità nel confronti di Tex, e che infine si riscatta, nobilitando la stella da sceriffo che portava sulla camicia.

 

Che peccato che poi Faraci si sia perso per strada...

 

Buoni i disegni di Bruzzo.

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  • 1 mese dopo...

Seguendo il motto “non c’è due senza tre”, la terza prova di Faraci sulla serie avrebbe dovuto attestarsi sul buon livello delle due di esordio, ma personalmente reputo che non fu così. La storia merita la sufficienza, ma un passetto da gambero dell’autore lo riscontro. L’episodio alla pubblicazione fu molto acclamato e mi par di capire leggendo i commenti di chi mi precede, anche molto apprezzato; io invece dopo la recente rilettura non mi sento eccessivamente soddisfatto. Comprendo che l’autore abbia puntato tutto sulla caratterizzazione di lord William Hodson, ma la trama che costruisce attorno, basata su una semplice rapina in banca, è troppo esile per riempire i due albi. L’idea di uno scrittore che vaga nel west per trovare l’ispirazione per una sua opera, è particolare e forse originale su Tex, (non sulla saga della “Storia del west” visto che mi par di ricordare di un albo “La legge della violenza” dove un cronista segue da vicino le gesta di Hickok e Bill Adams) e in fondo Hodson mi è pure simpatico visto che condivide alcune mie passioni quali la scrittura e il disegno. Tuttavia la storia dopo un po’ mi annoia, pure a causa di una lentezza di ritmo eccessiva e poco intreccio. Pure l’uomo proveniente da Baltimora passa in poche vignette dall’essere un pistolero quasi più abile di Tex, a un piedidolci ingenuo che fa fallire per disattenzione una manovra tattica del ranger. Ulteriore nodo di forza su cui conta Faraci per consolidare la sua prova, il ruolo del giovane Kit ma anche su questo aspetto trovo luci e ombre; il giovane se la cava bene in alcune situazioni ma la mancanza eccessiva di buon senso nella scena in cui, ferito seriamente, si mette comunque in sella per seguire il padre non la digerisco: senza l’aiuto dello sceriffo non so che fine avrebbe potuto fare. Se nella storia dello “sceriffo indiano” i flashback avevano una valenza di trama, è quasi incomprensibile quello che l’autore inserisce narrando una vecchia azione del giovane Willer, totalmente slegato dal contesto, così come risulta sproporzionata la reazione di William contro lo sceriffo dopo il ferimento di Kit: nemmeno Tex, seppur ovviamente più coinvolto, ha una crisi di nervi simile. Tentativo dello sceneggiatore di renderci simpatico lo scrittore a tutti i costi, aumentando il suo coinvolgimento emotivo? Può darsi che la noia che ho provato durante la lettura mi toglie imparzialità e mi induce a valutare in maniera negativa anche situazioni funzionali. L’epilogo introduce un’altra caratteristica che diverrà tipica nelle prove seguenti di Faraci, ovvero una lunga sparatoria che chiude il conto e ci consegna il ravvedimento dello sceriffo che si sacrifica per salvare Kit: altro colpo di scena che potrà pure piacere ma ho reputato scontato quanto l’arrivo delle tasse. Bruzzo, al debutto sulla saga, mi diede l’impressione di aver pagato un po’ l’ansia di cimentarsi con un mostro sacro del fumetto: durante il corso dei due albi sembrò in costante ricerca di una sintesi di tratto appropriata per l’evenienza e tutto sommato riuscì in qualche modo nel suo intento,  anche se spesso il volto di Tex appare in forte evoluzione, palesando troppe differenze tra una vignetta e un’altra. Dopo l’iniziale rodaggio comunque la mano sembra sciogliersi e l’autore chiude in crescendo la sua prova grafica. Il mio voto finale è 6

Modificato da Condor senza meta
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  • 4 settimane dopo...

Questa storia testimonia del brillante inizio di Faraci su Tex, poi andato almeno parzialmente deluso.

Ho trovato molto bella la figura di Hodson, anzi addirittura difficilmente dimenticabile. Un lord che però è super in gamba anche con le armi, coraggioso, astuto. Bellissima l'idea di fargli disegnare le scene che trova nel "selvaggio west". Personaggio maiuscolo, che lascia il segno.

A lui si contrappone la figura pavida dello sceriffo Cameron, che vive una vita da fifone e si riscatta in morte, salvando col suo corpo, Kit.

Un pò telefonato il fatto che Kit si prenda, come al solito, una pallottola (o, in alternativa venga catturato) e si ritrovi fuori dalla vicenda per buona parte della storia. Ma qui neanche tanto, alla fin fine.

Bene Tex. Un peccato che Faraci si sia perso per strada.

Bruzzo, al suo debutto su Tex, fa un buon lavoro.

Faraci 8

Bruzzo 7

Modificato da valerio
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Forse la storia di Tex che mi ha annoiato di piu' e che ho impiegato piu' tempo a leggere. Ricordo che per mesi la riprendevo, mi stufavo e la mettevo da parte per poi riprenderla dopo tot settimane dovendo ovviamente ricominciare da capo con la lettura perche' avevo completamente rimosso il contenuto della parte letta in precedenza.

Trovo che la scelta di chiamare Faraci a scrivere Tex sia stato uno degli errori piu' grandi della gestione Boselli. Per fortuna ha rimediato dopo qualche anno silurandolo.

  • +1 1
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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, MarrFarr dice:

Forse la storia di Tex che mi ha annoiato di piu' e che ho impiegato piu' tempo a leggere. Ricordo che per mesi la riprendevo, mi stufavo e la mettevo da parte per poi riprenderla dopo tot settimane dovendo ovviamente ricominciare da capo con la lettura perche' avevo completamente rimosso il contenuto della parte letta in precedenza.

Trovo che la scelta di chiamare Faraci a scrivere Tex sia stato uno degli errori piu' grandi della gestione Boselli. Per fortuna ha rimediato dopo qualche anno silurandolo.

Ma non è stato Sergio Bonelli a chiamarlo su Tex?

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3 hours ago, Piombo Caldo said:

Ma non è stato Sergio Bonelli a chiamarlo su Tex?

 

In effetti andando a rivedere gli anni in cui ha cominciato a scrivere per la serie e' come dici tu. 

Non mi sembrava fosse passato cosi' tanto tempo. :lol:

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  • 1 anno dopo...

Allora...È solo la terza di Faraci che leggo (dopo lo Sceriffo indiano e Il ragazzo rapito) e mi è piaciuta. Soggetto particolare, Lord Hodson personaggio sfizioso e ben caratterizzato, Kit protagonista, Tex sul pezzo, cattivi bastardissimi. Il tratto di Bruzzo non mi esalta però brutto non è. Ma quando crolla Faraci? Per ora mi sta piacendo. Però sicuramente, leggendo in giro sul forum, e vedendo la situazione attuale qualcosa sarà successo.

Il 6/7/2020 at 13:00, valerio dice:

A me ha parecchio divertito invece questa storia.

De gustibus non disputandum est.

Quando si è "perso" Faraci?

Il 6/7/2020 at 11:39, valerio dice:

Questa storia testimonia del brillante inizio di Faraci su Tex, poi andato almeno parzialmente deluso.

Ho trovato molto bella la figura di Hodson, anzi addirittura difficilmente dimenticabile. Un lord che però è super in gamba anche con le armi, coraggioso, astuto. Bellissima l'idea di fargli disegnare le scene che trova nel "selvaggio west". Personaggio maiuscolo, che lascia il segno.

A lui si contrappone la figura pavida dello sceriffo Cameron, che vive una vita da fifone e si riscatta in morte, salvando col suo corpo, Kit.

Un pò telefonato il fatto che Kit si prenda, come al solito, una pallottola (o, in alternativa venga catturato) e si ritrovi fuori dalla vicenda per buona parte della storia. Ma qui neanche tanto, alla fin fine.

Bene Tex. Un peccato che Faraci si sia perso per strada.

Bruzzo, al suo debutto su Tex, fa un buon lavoro.

Faraci 8

Bruzzo 7

Infatti...Anche con lo Sceriffo Indiano e il Ragazzo rapito mi piacque. Quando crolla?

Il 10/2/2010 at 14:45, ymalpas dice:

Bravo Paco, ottimo intervento! :indianovestito: Cameron e Hodson sono due figure da focalizzare per bene: il primo è il ranger che avrebbe potuto essere e che non ha onorato la sua stella per vigliaccheria, il secondo è l'englishman che avrebbe potuto portare la stella senza sfigurare, ma non l'ha mai portata sul petto ( d'altronde , se notate, Faraci non fa che ripeterci come, pur americano nativo di Balitmora, egli sia una figura "estranea" nel West, uno "stranger" incapace di adattarsi, malgrado le sue qualità ). Due figure diametralmente opposte, due figure - incomplete - per diversi motivi.


Davanti a loro si staglia la figura dell'eroe perfetto Tex e di quello "quasi" perfetto di Kit Willer che rispetto al padre è ancora mortale e ancora imperfetto ( ennesimo ferimento --> si teme per la sua vita ), ma con le doti eccezionali della famiglia Willer, che abbiamo ragione di supporre lo renderanno eguale se non superiore al padre in un futuro ancora lontano: la distanza tra padre e figlio è cioè dovuta solo all'età e all'esperienza.

Perchè con questa storia l'autore non intende celebrare solo Tex ma anche il coraggio e l'abilità del figlio, con il quale Hodson instaura un rapporto più franco e diretto, cioè più umano.

Sono quattro personaggi intorno ai quali ruota la storia, ognuno con la sua precisa funzione ed almeno in questo Faraci, possiamo dirlo, sfiora il capolavoro. Quando riuscir? a padroneggiare anche l'avventura e il suo spirito, come fece Claudio Nizzi trent'anni fa e Boselli ai giorni nostri, saremo di fronte ad un autore completo, da incensare.

Il tempo non è stato galantuomo...

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