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TWF - Tex Willer Forum

[591/592] L' Uomo Di Baltimora


ymalpas
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L'uomo di Baltimora di Tito Faraci & Giovanni Bruzzo  

73 utenti hanno votato

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Amigos, avete già detto tutto voi...!
Personalmente era da tempo, mi ripeto, che non mi capitava di provare "trepidazione" per l'uscita di un albo del Nostro. E mai tanta attesa è stata premiata. Veramente una bellissima storia che dimostra come, nonostante 60 anni di avventure, con gli autori giusti si puo' arrivare a...120 ! :D
Che bello leggersi e godersi questo Tex Willer "old style", accompagnato da un Kit degno di cotanto cognome.
Bellissimo, poi, il finale con quell' aura di leggenda che " avvolge " il nostro Tex.
Evviva Tex ! :trapper:
Disegni eccellenti, quelli di Bruzzo, di " impronta " ticciana, pur con qualche lieve indecisione ( comprensibile ) proprio sul volto del Ranger.

Grande Tito
Bravissimo Giovanni
:italia: :D;)

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Guest Wasted Years

Anche io non mi dilungo moltissimo sulla vicenda, noto solo che è una lettura molto piacevole, Kit Willer, dopo Boselli e di Nizzi ritorna se stesso, e si rivedono belle scene davvero texiane, come Kit Willer ferito che corre nonostante tutto incontro allo scontro. La storia è molto fresca e dinamica, e secondo me molto efficace, scritta molto bene e ben disegnata. Credo la rilegger? ancora oggi stesso.

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ho letto ieri la seconda parte, e devo dire che mi è piaciuta, molto. il tex di faraci è un tex molto carismatico, e allo stesso tempo umano. la storia è molto godibile anche dal punto di vista dei disegni, e i personaggi di hodson e dello sceriffo sono cartterizzati benissimo(in questo faraci mi ricorda un po boselli)kit willer è finalmente uscito dall' ombra del padre e si dimostra grintoso e sprezzante del pericolodopo aver letto il primo albo il voto era in bilico tra 8 e 9, ora è salito definitivamente a 9

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I disegni di Giovanni Bruzzo mi avevano lasciato inizialmente piuttosto perplesso. Questa, credo,? una cosa abbastanza normale ogni qualvolta che ci si trova davanti a disegni, quadri, opere grafiche in generale, di artisti o disegnatori mai visti prima;certo, l'amore a prima vista(espressione in questo caso adattissima)può sbocciare, ma molte volte il primo sguardo può non bastare. Molte volte il disegno ha bisogno di essere guardato e riguardato, di essere, tanto per usare un termine dell'Estetica che mi piace molto, interrogato con l'occhio e il pensiero. Detto questo, alcune cose dello stile di Bruzzo continuano a non convincermi totalmente. Non si tratta tanto dell'evidente "ticcismo" del disegnatore, perchè mi sembra giusto che un giovane artista abbia come punto di riferimento un Maestro più anziano:? il caso di Piccinelli evidentemente influenzato dal più anziano Villa, o(e sper di non fare la figura del "professorone")del giovane Cezanne influenzato dal vecchio Pissarro. Quello che non mi convince tanto dello stile di Bruzzo sono i volti di Tex e Kit;e questo è comunque un difetto che non si riscontra in tutti i primi piani realizzati dal disegnatore, e che col tempo saranno sicuramente aboliti-e a dire il vero, già nel secondo albo Bruzzo migliora molto in tal senso. A volte basta una piccola cosa, un segno che ci piace tanto, o un particolare che ci colpisce, per farci improvvisamente amare un quadro o un disegno che fino al momento prima avevamo odiato. E' quello che a me è successo leggendo il secondo albo. Quando la scena si sposta decisamente all'aperto, quando le quinte si aprono sugli scenari naturali e i paesaggi, ecco che nei disegni di Bruzzo si è manifestata quella "piccola cosa" che mi ha fatto improvvisamente guardare con occhi diversi al suo lavoro. Perchè nella resa del paesaggio western Bruzzo si è dimostrato semplicemente bravissimo. I particolari delle rocce, i canyons, i fiumiciattoli, sono davvero resi alla perfezione:in questo senso la prima vignetta di pag.72 e l'ultima della successiva mi sono sembrate davvero eccellenti. Il paesaggio western è stata quella "piccola cosa" che improvvisamente mi ha fatto guardare con occhi diversi al lavoro di Bruzzo nel suo insieme;solo allora ho realmente guardato, di quel guardare che prima mi era stato impedito dal velo che i primi piani dei nostri, che il cambio di segno a metà del primo albo, mi avevano messo davanti agli occhi. Allora ho visto quanto è bella la cittadina disegnata da Bruzzo, quanto è espressivo e dinamico il suo Tex, quanto è bravo questo disegnatore nella rappresentazione dei personaggi:e non mi riferisco, per quest'ultimo caso, alla sola resa dei vari comprimari, ma anche alle espressioni delle comparse:la vignetta grande di pag.27 è splendida, con quei volti carichi di espressione e vero dolore umano. E quindi, per quel loro coniugare la forza espressiva dei personaggi e la bellezza della resa del paesaggio western, credo che le tavole più belle(o almeno, le mie preferite)disegnate da Bruzzo siano quelle di pag.72 e 73 del secondo albo. Quindi, pur sperando in una futura migliore definizione del volto di Tex, credo di poter dire che Buzzo ha fatto davvero un'ottimo lavoro;sono contento che sia entrato a far parte dello staff texiano, e per tanti motivi, attendo con impazienza il suo prossimo Tex.

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Il ritmo narrativo di Faraci mi entusiasma: montaggio veloce, azione mozzafiato... a Tito riescono egregiamente. Forse anche troppo, perchè i due albi si leggono molto alla svelta, e alla fine vien da pensare che una storia così bella sia durata troppo poco, ma la ricchezza e la velocità d'azione non si traducono in pochezza o in sciatteria e lasciano spazio a brevi istanti di poesia. Decisamente toccante il lord che ritrae gli scoiattolini e guarda un cielo trapuntato di stelle che sfavillano come diamanti; e, nel vortice d'azione, belle le caratterizzazioni di Tex, Kit, dello sceriffo (figura che appare poco, ma perfettamente conclusa e molto reale) e del lord, forse quest'ultimo un po' troppo eroe per essere un personaggio secondario, ma si tratta di un peccato veniale, poiché nulla viene tolto a Tex. Tex, appunto: mi piace che sia al centro dell'azione, mi piace la caratterizzazione da burbero e i suoi modi sbrigativi... ma non mi convince troppo il fatto che sia sempre incagnito. Sarà per il ferimento di Kit, sarà per l'assenza di Carson, ma avrei preferito vedergli fare qualche sorriso, magari nella prima parte della storia (nel secondo albo non ci starebbe proprio). Belli i disegni di Bruzzo: soprattutto nel secondo albo alcuni primi piani sembrano disegnati da Ticci in persona, e questo un po' mi ha fatto storcere il naso; ma si tratta comunque di un'ottima prova

Per concludere: secondo mio padre è la miglior storia mai apparsa sulla serie mensile da alcuni anni a questa parte, secondo me no, ma ci siamo comunque vicini. Tito costruisce delle storie abbastanza ordinarie inserendoci elementi innovativi e trattando il tutto con stile: complimenti! Il desiderio di leggere il Maxi scritto da lui aumenta, sperando che Diso, altro autore ereditato da Mister No, sia più efficace del solito ai disegni...

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  • 2 settimane dopo...

A mio modo di vedere in questa storia Faraci è stato molto bravo ad usare un soggetto classico, ovvero le sparatorie, i duelli o le risse, senza annoiare il lettore, perchè il classico è mischiato all'originale. Originale che consiste nel mettere un narratore interno alla storia, come in questo caso il Lord. Come se fosse un viaggio in prima persona dello sceneggiatore stesso che ci racconta tutto quello che c'è da raccontare su Tex, e sui suoi modi di agire in una ?normale? caccia ai banditi. E secondo me, pur avendo solo due albi a disposizione, Faraci è stato bravo a riassumere caratteristiche che hanno reso celebre il nostro Ranger, tramite il Lord che, ripeto, è l'autore stesso, e quei pensieri finali del Lord, e soprattutto quella vignetta finale, ?, in breve, quello che pensa lo stesso Faraci di Tex. Il che dimostra che egli conosce bene Tex, e che in futuro potr? regalarci storie con la s maiuscola. Questo naturalmente è il mio pensiero, che spero venga confermato o corretto da Tito. Per quanto riguarda Kit, è stato usato veramente bene da Faraci, perchè è stato messo quasi all'altezza del padre, però è stato dimostrato che Tex gli è superiore, se pur di poco. Riguardo invece i disegni, credo che Giovanni Bruzzo abbia saputo rappresentare l'atmosfera western davvero bene, proprio adatta al Tex duro di Faraci. L'unica cosa che non mi è piaciuta sono i volti delle ?comparse?, cioè di quei personaggi che appaiono in qualche pagina, tipo i banditi, per farvi un esempio. In definitiva, ottima storia, e i voti sono:Soggetto: 8. Sceneggiatura: 8. Disegni: 7,5.

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Anche se forse non è il topic adatto voglio fare una domanda a Tito, visto il grande uso dei flashback hai mai pensato ad un soggetto quasi tutto così, chessè inizio con Tex in una baracca da solo ferito e febbricitante che nel delirio pensa a come è finito li e poi pagine finali con resa dei conti... :trapper:

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  • 3 settimane dopo...
  • 3 mesi dopo...

Con molto ritardo ( addirittura dopo che è stata recensita la storia in tre albi successiva ) è uscita la recensione Ubc a "L'uomo di Baltimora" ( cliccare qui per leggerla ), a firma M. Feltrin. Come si può vedere, è tiepidamente positiva tanto per la sceneggiatura che per i disegni, l'una e gli altri analizzati con quella acribia minuziosa che l'autrice ha usato nello "sminuzzare" ( non solo metaforicamente ) le storie di Claudio Nizzi e che a mio avviso qui la porta talora, oltre ad avanzare osservazioni condivisibili, a essere alquanto ingenerosa verso Faraci ( secondo lei la sceneggiatura "manca di fluidità"; per me, anche se la fluidità non è probabilmente il pregio principale de "L'uomo di Baltimora", la vicenda ne possiede comunque più de "La mano del morto" ) e Bruzzo ( accusato di eccessiva caricaturalit? nella resa dei comprimari; anche qui la cosa mi suona un po' strana dopo tutti gli encomi rivolti a Font ).

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Con molto ritardo ( addirittura dopo che è stata recensita la storia in tre albi successiva ) è uscita la recensione Ubc a "L'uomo di Baltimora". Come si può vedere, è tiepidamente positiva tanto per la sceneggiatura che per i disegni, l'una e gli altri analizzati con quella acribia minuziosa che l'autrice ha usato nello "sminuzzare" ( non solo metaforicamente ) le storie di Claudio Nizzi e che a mio avviso qui la porta talora, oltre ad avanzare osservazioni condivisibili,  a essere alquanto ingenerosa verso Faraci.

Premesso che Michela Feltrin è libera di avere le idee che vuole, soprattutto se le argomenta esaurientemente come è solita fare;

Premesso che ogni parere è valido, se ben argomentato;
Penso che la recensione che UBC ha dedicato a questa storia sia viziata dai medesimi difetti che affliggono la maggior parte delle schede che tale sito ha dedicato a Tex.
Trovo infatti che, a parte G. Loi, i recensori di UBC tendano ad affrontare una storia esclusivamente con spirito critico, analizzando pedissequamente i particolari senza dedicare nemmeno la minima attenzione all'effetto di insieme. Secondo me, invece, andrebbe fatto il contrario: si dovrebbe prima osservare il quadro da lontano per vedere la validit? del tutto, poi dedicarsi ai particolari per riflettere sull'influenza che essi hanno nell'insieme.
La recensione di questa storia, secondo il mio parere si sofferma in massima parte su aspetti secondari che poco riguardano la riuscita della storia, e l'esposizione della Feltrin si riassume in una serie di tecnicismi, di precisazioni che a parte l'essere pedanti nulla aggiungono alla storia di Faraci.
Tanto per fare un esempio, a chi importa se il numero dei banditi cambia con qualche errore di logica? O quanto è essenziale il fatto che la capacità di recupero di Kit sia sovrumana?
Davvero, a volte mi sembra di risentire quello svitato che contava i congiuntivi sbagliati nelle storie di Boselli :generaleS: :asf: :shifty: .
Inoltre, come non definire fluida una storia di 220 pagine che si legge in meno di un'ora?
Tuttavia, credo che l'atteggiamento puntiglioso sarebbe giustificabile se fosse almeno coerente, mentre invece nel caso delle storie di Gianluigi Bonelli sovente UBC elargisce voti altissimi senza tenere in conto che spesso GLB scriveva le sceneggiature basandosi interamente sul pathos e sull'entusiasmo (quasi un invasamento sibillino), calpestando allegramente logica e coerenza.
Se le storie di GLB sono classici senza tempo, le regole che valevano per lui dovrebbero valere anche per tutti i suoi epigoni. Dunque, ben vengano le leggere incongruenze, se possono essere messe al servizio di uno spunto narrativo in più.
Le incongruenze che avvengono per preciso disinteresse dello sceneggiatore verso il personaggio, come nell'ultimo Nizzi, sono tutt'altra cosa.
Poi, ovvio, tutto questo a mio parere. Ma, come diceva lo Pseudo-Longino, a volte "le cadute sono sviste occasionali prodotte qua e l' dalla grandezza".

Modificato da virgin
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  • 2 mesi dopo...
  • 1 mese dopo...

SPOILERVoto complessivo 8 al marchio di fabbrica di Tito Faraci: l'originalità e l'inconsueto delle sue storie.. il primo albo risulta come una piacevole storiella da leggere prima d'andare a dormire.. ha un ritmo molto lento ma comunque è intrigante la sua particolarit?, dovuta alla presenza dell'uomo di Baltimora: Hodson è un personaggio positivo, un giramondo multiforme che appunta e fa schizzi su tutto ciò che vede per il suo libro sul selvaggio west.. nel secondo albo la storia è già più coinvolgente: Tex e Hodson si gettano all'inseguimento di selvaggi rapinatori di banche che hanno ridotto Kit Willer in fin di vita.. e al fianco di Tex il lord si dimostra un degno compagno d'azione.. bello lo scontro finale con la banda.. sorprendente lo sceriffo che salva la vita a Kit prendendosi la pallottola per lui e riscattando il suo valore.. belle le ultime pagine narrate da Hodson, in cui percepiamo le sue emozioni.. chissà se lo rivedremo?! Bruzzo non se la cava male nei disegni.. in alcune tavole mi ricorda molto Ticci.. morale:bella storia! :inch:

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  • 7 mesi dopo...
  • 2 settimane dopo...

L'Uomo Di Baltimora


Non è facile, alla terza prova su Tex, ideare una storia in cui questo si trovi solo con il figlio ed un piedidolci dell'Est, specialmente in un periodo in cui tutti sono in vena di critiche e di nervosismo, a causa dell'ormai supercitato "decadimento Nizziano".
Se è vero che ne "L'uomo di Baltimora" Tito Faraci ci offre una più che buona visione del West e di Tex, non si può dire altrettanto del figlio Kit, come di consueto oscurato dalla figura del padre e da quella, nell'occasione, dello scrittore Hodson.
In effetti l'intera storia gioca proprio sulla coppia che quest'ultimo va a formare con la leggenda del West per eccellenza, attraverso racconti e spiegazioni che talvolta, occorre dirlo, rendono tutt'altro che fluida la lettura.
Hodson viene attentamente ascoltato dal giovane nei racconti, ma alla fine non lascia spazio per il rapporto "intimo" tra i Willer, che avremmo voluto veder un po' più sviluppato.
Ecco:se questo fosse accaduto, il livello narrativo avrebbe raggiunto rare vette, che, invece, sono state toccate soltanto parzialmente, come vedremo alla fine.
Anche perchè Faraci ha inserito nuovi e difficilmente ripetibili elementi, primo fra tutti il racconto per bozzetti ed una sorta di "venerazione" dell'inossidabile Ranger attuata da un uomo non proprio di casa fra gli aridi paesaggi di frontiera.

In campo disegni, buona la prova per Giovanni Bruzzo, alla prima su Tex, che dimostra sin da subito il Ticci che ha ispirato il suo tratto, comunque piuttosto originale e sicuramente da rivedere sulle pagine del personaggio.
Alcune figure lievemente caricaturali, tuttavia (fortunatamente) messe in ombra dalla polverosa, calda e reale visione del selvaggio Ovest americano, che alza notevolmente il mio giudizio grafico già abbondantemente sufficiente.

Soggetto:8,5
Sceneggiatura:9
Disegni:8
Globale:8,5

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  • 1 mese dopo...

Non mi è piaciuta molto, a dire la verità: Mister Hodson, su cui la storia avrebbe dovuto perneare, mi è paradossalmente sembrato di troppo; non ha un ruolo, come dire, centrale, ma si occupa solo di seguire Tex nelle sparatorie contro la banda di rapinatori scrivendo una sorta di "diario". Bene Bruzzo, anche se il suo Tex va migliorato sul volto. Faraci, questa volta, mi ha lasciato con l'amaro in bocca.

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Non mi è piaciuta molto, a dire la verità: Mister Hodson, su cui la storia avrebbe dovuto perneare, mi è paradossalmente sembrato di troppo; non ha un ruolo, come dire, centrale, ma si occupa solo di seguire Tex nelle sparatorie contro la banda di rapinatori scrivendo una sorta di "diario".

Io direi invece che il Lord si fa così largo fra i due Willer da riuscire perfettamente a conquistarsi un ruolo da protagonista nella vicenda (tanto da meritarsi il titolo del primo albo). :trapper:
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Non mi è piaciuta molto, a dire la verità: Mister Hodson, su cui la storia avrebbe dovuto perneare, mi è paradossalmente sembrato di troppo; non ha un ruolo, come dire, centrale, ma si occupa solo di seguire Tex nelle sparatorie contro la banda di rapinatori scrivendo una sorta di "diario".

Io direi invece che il Lord si fa così largo fra i due Willer da riuscire perfettamente a conquistarsi un ruolo da protagonista nella vicenda (tanto da meritarsi il titolo del primo albo). :trapper:
Forse mi ha fatto ques'effetto perchè ho letto la storia il giorno dopo che è iniziata la scuola :D
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