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TWF - Tex Willer Forum

Discussione Sulle Caratteristiche Delle Storie Di Nizzi E Boselli A Confronto


virgin
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Se qualcuno si e' offeso, mi dispiace tanto. Ne sono amareggiato. Si sono usati termini e atteggiamenti non adeguati per esprimere il proprio disappunto di fronte a delle considerazioni e paragoni che ho ritenuto e ritengo tuttora, secondo i miei gusti e secondo la mia visione di Tex, un po' assurdi?mi dispiace. Ho dato l'impressione di attaccare i siti altrui?mi rincresce, non era mia intenzione. Ma trovo invece altrettanto offensivo, come in effetti puo' essere l'utilizzo del termine "eretico", venire accusati di "fanatismo" per chi ha la visione un po' colorita del proprio Tex. Quindi caro anakyn, trovo esagerato il tuo disappunto, neanche fossi tu il diretto interessato. Nel mio precedente post ho spiegato a Carlo Monni, se non sbaglio con l'intenzione di buttare acqua sul fuoco, il motivo per cui ho avuto certe uscite. Lo staff del forum aveva momentaneamente ritirato il topic, ritenendolo pericoloso per via dei contrasti che ne potevano scaturire. Sono stato io a volerne la riapertura, proprio per chiarire certi aspetti e per porgere il cosiddetto calumet della pace nei confronti dei diretti interessati. Ma forse mi rendo conto che avevano ragione loro nel "sequestrarlo", data la delicatezza dell'argomento. Quindi credo che non appena ci sia l'inizio di un nuovo confonto colorito, lo staff ritorni nella sua decisione originale.

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trovo esagerato il tuo disappunto, neanche fossi tu il diretto interessato

Fossi stato il diretto interessato avrei usato termini meno soft rispetto a "fanatismo". Detto questo, e chiarito che le mie idee al riguardo rimangono tali, proprio perchè non coinvolto personalmente non provo rancore verso nessuno, per cui se dipendesse da me questo topic non verrebbe chiuso. Saluti anche a te :generaleN:
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trovo esagerato il tuo disappunto, neanche fossi tu il diretto interessato

Fossi stato il diretto interessato avrei usato termini meno soft rispetto a "fanatismo".
Ok anakyn, preso nota!Ma risparmiami certi sermoni!Rimango comunque sempre fermo con le mie idee. Contento comunque di averti nel forum.
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  • Collaboratori

Ragazzi ho letto due magnifici interventi, il primo del nostro Colonnello che data la mia fede nizziana rispecchia molto quello che è il mio punto di vista, e quello di Anakyn che ho letto con crescente interesse e che ritengo allo stesso modo condivisibile. In effetti c'è un - bug - nel nostro regolamento, ovvero un articolo che dovrebbe vietare la citazione di altri forum o siti al solo scopo denigratorio. Vedremo di risolvere. Lasciato questo discutibile aspetto da parte, vedo che il topic sta prendendo una bella piega. Possiamo continuare a discutere dei vari aspetti, senza per forza fanatizzare la discussione con discorsi del tipo questa storia è meglio di quella, discorsi che hanno sempre avuto poco alito. Il Tex di cui mi sono innamorato, ce lo descrive in maniera impareggiabile il suo creatore G. L. Bonelli parlandoci dei suoi pregi:La sincerit?la brutalit? nell'affrontare i cattivila ribellione contro la prepotenzala ribellione contro la violenzaTex è un eroe che regala la giustizia a tuttiQuesti sono i cinque punti da cui sono partiti sia Nizzi, sia Boselli. Entrambi, quindi, non hanno miimamente tradito lo spirito dell'eroe che hanno ereditato da G. L. Bonelli. Ognuno di loro poi ha insistito su determinati aspetti, è stata citata l'ironia di Nizzi, gli intrecci ingarbugliati e i comprimari troppo delineati di Boselli. E' di queste pecuiliarit? che vorrei si continuasse a parlare. Per esempio... La forte caratterizzazione di un antagonista, destinato poi a restare in secondo piano nella narrazaione della storia, non toglie spazio all'avventura è Quante volte l'abbiamo vista questa situazione ?Vedo che spesso Boselli si sofferma contemporaneamente su tre, quatto, cinque personaggi diversi, imbastendo scenette che servono a delinearne la personalit?, sono scenette magari che riscuotono un certo interesse, ma che rubano spazio poi alla fase conclusiva, che spesso appare troppo affrettata. Quante volte l'abbiamo denunciato questo fatto ?Un'altro aspetto che Boselli esalta troppo è la lealt? dell'eroe anche davanti a lestofanti patentati che il Nizzi degli esordi avrebbe fatto prendere subito, dall'eroe, a calci sui denti, seguendo secondo me l'esempio di Bonelli e anche di Nolitta, il cui pregio maggiore è stata quell'indole sbruffona donata al personaggio, ma comunque, alla fine, sempre giusta e ben indirizzata.

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Il Tex di cui mi sono innamorato, ce lo descrive in maniera impareggiabile il suo creatore G. L. Bonelli parlandoci dei suoi pregi:

La sincerit?
la brutalit? nell'affrontare i cattivi
la ribellione contro la prepotenza
la ribellione contro la violenza
Tex è un eroe che regala la giustizia a tutti

Questi sono i cinque punti da cui sono partiti sia Nizzi, sia Boselli. Entrambi, quindi, non hanno miimamente tradito lo spirito dell'eroe che hanno ereditato da G. L. Bonelli.

Ognuno di loro poi ha insistito su determinati aspetti, è stata citata l'ironia di Nizzi, gli intrecci ingarbugliati e i comprimari troppo delineati di Boselli. E' di queste pecuiliarit? che vorrei si continuasse a parlare.

Per esempio...

La forte caratterizzazione di un antagonista, destinato poi a restare in secondo piano nella narrazaione della storia, non toglie spazio all'avventura è Quante volte l'abbiamo vista questa situazione ?

Vedo che spesso Boselli si sofferma contemporaneamente su tre, quatto, cinque personaggi diversi, imbastendo scenette che servono a delinearne la personalit?, sono scenette magari che riscuotono un certo interesse, ma che rubano spazio poi alla fase conclusiva, che spesso appare troppo affrettata. Quante volte l'abbiamo denunciato questo fatto ?

Un'altro aspetto che Boselli esalta troppo è la lealt? dell'eroe anche davanti a lestofanti patentati che il Nizzi degli esordi avrebbe fatto prendere subito, dall'eroe, a calci sui denti, seguendo secondo me l'esempio di Bonelli e anche di Nolitta, il cui pregio maggiore è stata quell'indole sbruffona donata al personaggio, ma comunque, alla fine, sempre giusta e ben indirizzata.

Ma guarda un po', è esattamente ciò che penso io! Finalmente ci si indirizza al cuore della questione senza soffermarsi su futili disquisizioni di contorno (manco il mio cervello fosse stato riprogrammato dai moderatori di TWO stile Blade Runner... :generaleS: ).


Trovo che il tuo post, Ymalpas, centri in modo perfetto l'argomento: ciò che rimprovero a Boselli (e, andando OT, anche a Nolitta) è di presentarci un Tex totalmente privo di quell'ironia e di quella scanzonata spavalderia che per me hanno reso il Tex di Nizzi indimenticabile. Addirittura più di quello di GLB, ma questo è dovuto al fatto che quando avevo undici anni i miei mi regalarono un pacco di Tex dal numero 301 al 400, letture che, condotte nell'età più impressionabile e malleabile, mi hanno instillato l'impressione che sia il Tex di Nizzi l'"originale". Certo, è purtroppo un'impressione sbagliata, ma ormai è un fattore inconscio e posso farci poco... :trapper: .
Da un lato, però, se il Tex di Boselli è decisamente meno simpatico e ha la seriosit? di un eroe tragico, devo dire che ciò è riscattato dall'insieme estremamente vivo e realistico, oltre che ben delineato. Viceversa, il difetto che imputerei alle storie di Nizzi è una certa rozzezza nel trattare la trama, come ad esempio ne "L'uomo con la frusta", ove diversi punti avrebbero potuto essere trattati con molto più pathos.
Per quanto mi riguarda è tutta una questione di umore: se voglio DIVERTIRMI, prendo "L'uomo con la frusta" e godo nel vedere Tex che sfugge alla prigionia, scambia battute esilaranti con Carson, turlupina, smaschera e umilia i propri avversari fino alla deliziosa scena in cui lui e Carson pestano Brooke e Cantrell.
Se invece voglio EMOZIONARMI, prendo "Nei territori del Nord-Ovest", mi lascio coinvolgere dall'atmosfera inquietante, guardo la psicologia dei personaggi delinearsi (eccellente la presentazione di Dawn nelle prime tre scene in cui appare) e apprezzo la tessitura complessa e magniloquente della trama.
Si tratta, a mio avviso, di due tipi diversi di PIACERE: quello delle storie di Nizzi è quello tipico del fumetto popolare, semplice e scanzonato, mentre quello delle avventure di Boselli ha un tono serio e quasi più letterario. Tutto dipende da ciò che si apprezza o ricerca.

In questa discussione, parlando delle eccellenze, non considero ovviamente il periodo di decadenza di Nizzi: per me il suo ultimo capolavoro è "L'uomo senza passato" e le sue ultime storie molto belle "Il presagio" e "Congiura contro Custer". Boselli, dal canto suo, ha ancora tutto il tempo di incorrere in un periodo di decadenza, come succede a quasi tutti gli artisti (che crecono, maturano e, spesso... marciscono), ma non lo auguro n° a lui, n° a Tex.

Spero di essere riuscito a spiegarmi :generaleS: .

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Non lo so... sarà che io sono cresciuto col Tex di Nizzi, e solo più tardi ho approfondito il passato di questo personaggio rileggendo GL Bonelli, ma nel valutare un autore preferisco considerarlo in quanto tale, e non paragonarlo al padre di Tex. Inoltre, del Bonelli padre amavo alcune dinamiche, ma considero parte delle sue storie un p? troppo prevedibili, forse troppo "classiche": non c'è mai il dubbio che i buoni non escano completamente vincitori dalla situazione. In Nizzi, ed in Nolitta prima, ho apprezzato la dimensione più umana del nostro eroe, capace di prevalere persino sbagliando. Sotto questo aspetto, secondo me anzi Boselli è l'autore più vicino al "padre": il suo Tex è spavaldo, energico, generosissimo, quasi sempre privo di dubbi, può trovarsi in difficolt? ma quasi mai per demeriti propri. La forte caratterizzazione dei personaggi secondari è ritenuta un punto debole o piuttosto un'originale perla a seconda degli occhi di chi legge, più che della penna di chi scrive: dipende secondo me dalla misura in cui si desidera che Tex sia il protagonista assoluto delle storie. Dal mio punto di vista, posso tranquillamente accettare che Tex perda un p? di scena per dar spazio a comprimari ben caratterizzati, a patto che alla fine il protagonista sia lui, perchè è in Tex che si immedesima principalmente il lettore, ma è gradevole e per me anche indice di maturit? che esistano altri personaggi in cui poter riflettere sensazioni e ideali diversi. Ogni tanto Boselli esagera, perchè è molto bravo e sa di esserlo, quindi può permettersi di spingere sull'acceleratore uscendo raramente di strada: quando succede, secondo me riguarda più un eccesso di retorica nelle situazioni e nei dialoghi, che il numero di comprimari. Insomma, a volte c'è troppa emotivit?, troppa "recitazione", troppa poca quotidianit?: troppi eroi, tutti eroi; ok tanti personaggi, ma non possono essere tutti "super". Al contrario, il difetto che principalmente riscontro in Nizzi è proprio l'eccesso di "normalit?", ed un livello di pathos che ogni tanto scende sotto la soglia accettabile, rendendo Tex quasi un uomo qualunque, e chi gli sta attorno (i pards) poco più di semplici persone in gamba. In Boselli adoro il modo in cui sviluppa gli aspetti relazionali tra i vari personaggi della storia, il dinamismo e la drammaticit? di cui sa permeare le vicende; in Nizzi la leggerezza, la semplicit?, l'immediatezza e la capacità di evocare aspetti umoristici pur senza dimenticare che i valori in gioco sono ben più seri. Entrambi gli autori hanno prodotto storie straordinarie quando sanno calibrare con equilibrio gli elementi che prediligono senza enfatizzarli troppo. Il Nizzi migliore diverte e appassiona, quello poco ispirato semplicemente annoia; Boselli al meglio tocca profonde corde emotive, quando va fuori giri diventa invece insostenibile. Credo infine che la scrittura di Boselli sia più moderna, e quindi forse più adatta ad avvicinare un pubblico giovane e fare in modo che Tex non tramonti.

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Ogni tanto Boselli esagera, perchè è molto bravo e sa di esserlo, quindi può permettersi di spingere sull'acceleratore uscendo raramente di strada: quando succede, secondo me riguarda più un eccesso di retorica nelle situazioni e nei dialoghi, che il numero di comprimari. Insomma, a volte c'è troppa emotivit?, troppa "recitazione", troppa poca quotidianit?: troppi eroi, tutti eroi; ok tanti personaggi, ma non possono essere tutti "super".

Bravo! Il fatto che forse ci siano troppi superuomini è un aspetto che non mi è mai piaciuto troppo, non tanto perchè Tex venga offuscato, piuttosto proprio perchè tale categoria di personaggi non mi è mai piaciuta: a parte Tex, ho sempre detestato tutti i personaggi forti e invincibili che popolano moltissimi romanzi e film, anche western.
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  • Collaboratori

Dalla sezione - downloads texiani - riporto due pagine datate 1984, che servono ad alimentare la discussione e a mettere in risalto i meriti di Nizzi:



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Credo infine che la scrittura di Boselli sia più moderna, e quindi forse più adatta ad avvicinare un pubblico giovane e fare in modo che Tex non tramonti.

Verissimo, sono d'accordo: Boselli ha un modo di scrivere più moderno di quello di Nizzi, e penso che anche l'elevata caratterizzazione dei personaggi secondari sia un fattore di maggiore modernit? rispetto a Nizzi. Per fare un paragone con i film, uno recente come "Appaloosa" è un bellissimo western in cui risulta però evidente il fatto che sia raccontato al giorno d'oggi; mentre in un western classico come "L' dove scende il fiume" è evidente che il modo di raccontare la vicenda e i personaggi creati per la vicenda stessa siano diversi. Non so se sono riuscito a farvi capire quello che penso, forse no, purtroppo è un concetto che non riesco a tradurre bene in parole!
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Guest Wasted Years

Personalmente non vedo tutta questa modernit? in Boselli, e non vedo nemmeno tutta questa classicit? in Nizzi. Boselli è moderno quanto "gli Omeri" che scrissero l'odissea, quanto Nizzi è classico quanto gli "Omeri" che scrissero l'Iliade. Due opere alquanto datatucce, la seconda delle quali è l'opera letteraria che da il via alla modernit?. Nessuno inventa nulla di veramente "MODERNO", ormai da un tempo immemore, e non credo Boselli faccia eccezione. Il fatto che tanti parlino benissimo delle sue storie è sicuramente imputabile alle storie stesse, ma altrettanto è attribuibile alle critiche entusiastiche che ha ricevuto, per cui tanti per non passare da "bastian contrari" "saputelli" e specialmente (tipico italico) da "'niuranti", non si azzardano a trovare il bench? minimo difetto nelle sue storie. Se nella rete si dicesse di lui peste e corna sono certissimo che la corrente condurrebbe da tutt'altra parte. Dal canto mio ho apprezzato molto alcune sue opere, tra cui la mitica "Wild west show", molte altre non mi sono piaciute, emblematica i "lupi rossi" che non è una storia di Tex. Ho già detto che la caratterizzazione dei personaggi di questo autore non mi piace, Kit Carson non ha un filo di ironia mentre Kit Willer è un brufolone adolescente, trovo alcune sue storie particolarmente retoriche (il finale di Patagonia, dite quello che volete, è STUCCHEVOLE, ed ho detto poco ancora). Trovo che dopo il numero '500 si sia perso un poco e che da quando è l'autore principe abbia fatto un ulteriore passo indietro. Particolarmente criticabili trovo le storie in cui Tex fa da comparsa e quelle in cui non c'è mai l'accenno di un sorriso. "Tornado", disegnata da FONT faceva venire la cupezza d'animo, ed a volte le ricostruzioni storiche, tanto decantate, fanno venire una puntina di sonno. Insomma, ha scritto ottime storie, in particolar modo all'inizio, ma siamo ben lontani dal Tex di GLB. Questa è la mia opinione, tutto ciò IMHO, accetto che venga messa in discussione, senz'altro, ma spero che venga rispettata in quanto tale anche se va controcorrente. Nizzi non mi è mai piaciuto molto, sono sincero. Fin dall'inizio costruiva le storie al contrario, con i nemici che pensavano come uccellare Tex e quest'ultimo che veniva informato per filo e per segno da un insider che spiattellava tutto, e meno male, altrimenti che bella fine da piccione per il grande ranger. Tanti personaggi riuscivano a metterlo nel sacco, e madama fortuna lo tirava fuori per il bavero dall'orlo dell''inferno. Padronissimi tutti, in testa Pedro Galindez, di dire che anche GLB, e che anche Michelangelo ha fatto le sue cappelle, a me questa formula non piaceva e non piace, ed oggi che non ha nemmeno più idee fresche da tre secoli, mi piace ancora molto meno. Non mi piacciono le etichette, potrei definirmi un tradizionalista, e magari lo sono, ma Tex era una miscela magica senza tempo, un ideale di giustizia spiccia e senza fronzoli, duro ed ironico allo stesso tempo, e che "modernizzarlo" = "stravolgerlo". Modernizzate la coca cola ed avrete l'acqua tonica. Non è la stessa cosa.

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Per quanto non sia d'accordo con alcune delle cose che scrive (e per chi mi conosce non deve essere una gran sorpresa :indianovestito:), trovo l'analisi di Wasted Years davvero interessante, specie l'analisi sulla modernit?, e, soprattutto, scevra da quegli assolutismi che deprecavo in precedenza.
Personalmente apprezzo molto il modo di scrivere di Boselli, che è sicuramente molto vicino alla mia sensibilit? di lettore. Quanto a Nizzi, anche quando scriveva bene, io gli rimproveravo un eccessivo manierismo, ovvero il costruire le store di Tex come se fossero una sorta di formula matematica. Non c'è dubbio che in ogni tipo di narrativa seriale ci siano sempre dei "luoghi comuni" (i colti direbbero dei "topoi" :trapper: ) che si ripetono, ma non necessariamente questo deve tradursi in una formula rigida. Lo stesso GLB, che pure questi "luoghi comuni" li aveva inventati, non seguiva necessariamente uno schema rigido nel costruire le sue trame, concedendosi spesso e volentieri delle variazioni sul tema. Un altro problema che ho sempre avuto con Nizzi è che la sua concezione dell'Eroe appartiene comunque ad una tradizione narrativa che era vecchia già sul finire degli anni 60. Ciò non toglie che molte sue storie siano state comunque belle e/o interessanti da leggere, anche se, secondo me, nessuna è mai arrivata allo status di capolavoro (sebbene "Fuga da Anderville" ci arrivi molto vicino :trapper:). L'errore è stato, forse, l'averlo caricato di un onere troppo gravoso dopo il forzato abbandono di Bonelli e poi di averlo tratteuto su Tex quando scoppiù la sua crisi creativa, senza aver cercato alternative valide in tempo utile. Pu? anche darsi che lasiato libero di riposarsi, avrebbe anche potuto rigenerarsi e tornare su Tex in forma adeguata. O forse il suo era un calo irreversibile o che sarebbe avvenuto comuinque, chi può saperlo?
Tornando a Boselli, non è certo esente da difetti, ma riesce, a mio parere, a creare trame emotivamente più coinvolgenti ed in questo, anche se non ne copia lo stile (e non uso la parola "copiare" a caso), è più vicino allo spirito di GLB di quanto lo fosse Nizzi.
Proprio questo è il punto per cui, ad esempio, per cui ho sempre trovato emotivamente più coinvolgente "Matador" rispetto a "L'uomo con la frusta" e lo ribadisco a costo di ribeccarmi l'accusa di eresia. :colt:

Un ultimo appunto: non aspettatevi che Faraci e Manfredi seguano sentieri narrativi troppo diversi da quelli di Boselli. Il loro stile sarà sicuramente diverso da quello di Boselli, ma non pensate che siano delle repliche di GLB, perchè non lo saranno.

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  • Rangers

Io non ho mai avuto problemi nel leggere storie firmate Nizzi o Boselli.
Tutti e due hanno dato un'impronta diversa a Tex e sinceramente ho sempre valutato di volta in volta ogni storia senza pensare a quello che l'autore aveva scritto in passato.
A volte però il confronto l'ho fatto anch'io, sbagliando, come nel recente ritorno della Tigre Nera, ripensando alle due avventure precedenti.
Mi rendo conto che è difficile non arrivare a questi confronti col passato, ma alla fine è ingiusto.

Penso che ogni storia vada valuta singolarmente, altrimenti se ne va il divertimento della lettura e questo è un male, almeno per me!! :D


Tornando all'argomento del topic, provo a scrivere qualche altra caratteristica nella quale mi imbatto ogni volta che rifaccio "il giro" della rilettura in ordine della serie.
Nelle storie di Nizzi, mi accorgo che lo scrittore a volte si è rifatto a qualche soggetto di GLB: vale la pena ad esempio citare "Il Ragazzo Selvaggio", remake di "Sulle Tracce di Tom Foster", oppure "Figlio del Vento" rifacimento di "Silver Star".
Sarebbe interessante una discussione (magari non critica), in cui elenchiamo i soggetti che hanno ispirato Claudio.

Boselli invece a differenza del collega, si è ispirato, in altri casi a film del genere Western.
Magari solo in qualche situazione: ad esempio mi viene in mente "L'Ultima Diligenza", che ha molte parti in comune con "Hombre".
Oppure il finale della storia "Gli Invincibili" è ispirato al bellissimo "Il Mucchio Selvaggio".
O ancora "Sulla Pista di Fort Apache" a "Il Massacro di Fort Apache" e via dicendo....


Questo per dire che entrambi gli autori hanno tratto ispirazione da qualcos'altro, ma ciò non toglie che questa caratteristiche hanno portato come conseguenza alla nascita di storie mitiche. :trapper:

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Tornando a Boselli, non è certo esente da difetti, ma riesce, a mio parere, a creare trame emotivamente più coinvolgenti ed in questo, anche se non ne copia lo stile (e non uso la parola "copiare" a caso), è più vicino allo spirito di GLB di quanto lo fosse Nizzi.
Proprio questo è il punto per cui, ad esempio, per cui ho sempre trovato emotivamente più coinvolgente "Matador" rispetto a "L'uomo con la frusta" e lo ribadisco a costo di ribeccarmi l'accusa di eresia.

Mi dispiace che il termine "eresia" ti abbia irritato,Carlo, dato che riporti sempre questa mia espressione di qualche giorno fa'.

E' da ventanni che leggo Tex, ininterrottamente, con la stessa passione. Ho conosciuto Tex nel periodo d'oro di Nizzi, e cioe' alla fine degli anni '80 e inizi anni '90. Fino ad allora non avevo mai letto una storia di G. L. Bonelli. Mi sono letteralmente "innamorato" del Tex di Nizzi, quello dei "Predatori del grande Nord", quello della "Congiura", quello dell'"Uomo con la frusta", quel Tex superlativo di "Sioux". Era un Tex immenso. Era un fumetto immenso. E' grazie ai capolavori di Nizzi di quel periodo che ho conosciuto Tex, e cresciuto insieme a lui. E' grazie a Nizzi se in me e' nata la passione per questo personaggio di fumetti che per me ha significato sempre molto, anche se si parla di un eroe di carta. La mia gratitudine per questo autore e' illimitata. E' grazie a un autore come Nizzi che la serie di Tex e' giunta fino ai nostri giorni, prendendo per mano il personaggio quando G. L. Bonelli ormai non aveva piu' niente da dire. Ecco perche' mi dispiace molto quando leggo in giro non solo delle critiche mosse alle sue ultime storie, che ci stanno tutte, ma anche quando si "scredita" il lavorone indiscutibile che questo autore ha fatto per Tex per tanti anni, facendo finta di dimenticare tante cose.
In questi giorni ho riletto, grazie ai Tex di Repubblica, tutte quelle storie che lessi per la prima volta ventanni fa', proprio per vedere se, leggendoli con un occhio piu' critico, mi emozionavano lo stesso. Ebbene, non solo non ho visto niente fuori posto, ma mi son sembrate ancora piu' belle. Ecco perche' quando leggo certi confronti, salto dalla sedia.
A me lo stile di Boselli non piace, non posso farci niente!Non mi son mai piaciuti quell'elenco infinito di comprimari in ogni storia. Ha uno stile troppo personale nell'affrontare il personaggio. Secondo il mio modo di vedere, qualsiasi autore che si cimenti con Tex deve mettere da parte il proprio modo di scrivere e mettersi al servizio completo del personaggio. E fino ad ora, sia Manfredi che Faraci sembrano seguire questa linea.

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Guest Wasted Years

seguendo i saggi consigli di mister monni devo dire che MATADOR è LI e L'UOMO CON LA FRUSTA se ne va (e alla grande).(mi risparmio giudizi su altri forum perchè ho ricevuto una nota del moderatore, una volta :indianovestito: ma TENDENZIALMENTE quoto Anthony)

Ehm, non è chiarissimo quello che intendi, saresti tanto gentile da spiegarti meglio? Il messaggio è sibillino, per cortesia, rendilo comprensibile in maniera più immediata. Grazie.
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seguendo i saggi consigli di mister monni devo dire che MATADOR è LI e L'UOMO CON LA FRUSTA  se ne va (e alla grande).(mi risparmio giudizi su altri forum perchè ho ricevuto una nota del moderatore, una volta :indianovestito:  ma TENDENZIALMENTE quoto Anthony)

Ehm, non è chiarissimo quello che intendi, saresti tanto gentile da spiegarti meglio? Il messaggio è sibillino, per cortesia, rendilo comprensibile in maniera più immediata. Grazie.
Suppongo che il suo parere sia positivo su "Matador!" e meno su "L'uomo con la frusta", per quanto riescco ad arguire... ma non ne sono sicuro. Certo che avrebbe potuto sprecare un paio di paroline in più... :huh:
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La caratterizzazione dei personaggi di Boselli non mi piace, Kit Carson non ha un filo di ironia mentre Kit Willer è un brufolone adolescente, trovo alcune sue storie particolarmente retoriche . Trovo che dopo il numero '500 si sia perso un poco e che da quando è l'autore principe abbia fatto un ulteriore passo indietro.
Nizzi non mi è mai piaciuto molto, sono sincero. Fin dall'inizio costruiva le storie al contrario, con i nemici che pensavano come uccellare Tex e quest'ultimo che veniva informato per filo e per segno da un insider che spiattellava tutto, e meno male, altrimenti che bella fine da piccione per il grande ranger. Tanti personaggi riuscivano a metterlo nel sacco, e madama fortuna lo tirava fuori per il bavero dall'orlo dell''inferno.

Su queste parti sono d'accordo, riguardo ad entrambi gli autori. A proposito di Boselli devo dire che, se mi pare innegabile il suo piccolo calo qualitativo dal numero 500 in poi (due soli capolavori, I lupi rossi, Omicidio in Bourbon Street, mentre Patagonia ci va vicino), bisogna precisare che è sempre stato costretto a muoversi sulla distanza dei due albi, sulla quale secondo me non riesce a dare il meglio (così come sull'albo singolo: è vero che c'è Eroe per caso, ma poi è seguita Polizia Apache che, praticamente, è una storia di Nizzi sceneggiata bene :bandito: ): secondo me tutte le storie di Boselli su tre albi sono capolavori, ma capisco benissimo che alcuni possano pensarla in maniera diversa.


Riguardo alle etichette, anche a me non piacciono per niente: una storia può scriverla Claudio Nizzi, Giovanni Boselli, Umberto Eco o Marco Carta, l'importante è che sia una bella storia e Tex rimanga sempre un eroe.

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IMHO, anche se ogni sceneggiatore inevitabilmente imprime la propria personalit? alla serie per cui scrive, mi pare difficile negare che Nizzi abbia sempre cercato di mantenersi fedele al modello bonelliano ( anche su precisa richiesta della casa editrice, tanto più vincolante in quanto rivolta ad un autore fino al 1983 "esterno" ), introducendo novità ( maggior uso dell'ironia, maggiore vocazione "investigativa" di Tex ecc. ) soltanto gradualmente e in maniera generalmente non troppo ostentata; di conseguenza, a mio avviso, le trame di gran parte delle sue storie risultano ben costruite, prive o quasi di cadute di tono o di livello e dotate di personaggi caratterizzati in maniera sempre appropriata e a non di rado molto convincente; altri utenti ( come Ymalpas e Piero ) hanno già fatto elenchi di storie particolarmente riuscite, e non credo potrei aggiungere molto. Come ho già detto altre volte, questo moderato "tradizionalismo", ha reso spesso più facile criticare Nizzi per difetti ( momenti di guardia abbassata, colpi di immeritata fortuna, informazioni ricevute dal primo che capita, eccessivo legalitarismo, errori strategici ecc. ) che è possibile riscontrare non solo in Nolitta ( il Tex di Sergio Bonelli ha sempre visto fans accesi e denigratori accaniti battersi all'ultimo sangue a proposito del livello delle sue storie ) ma anche in GLB ( qualunque cosa possano dire utenti "tradizionalisti" come Wasted, non mi pare troppo difficile trovare caratteristiche del genere in vicende uscite dalla penna del creatore di Tex, in specie in sceneggiature del primo e terzo - quarto centinaio ): rappresentare la tradizione senza essere all'origine della tradizione stessa è senz'altro un onore, ma molto più spesso si rivela un onere. Per quanto riguarda Boselli, è impossibile a mio parere negare che il suo esordio sia stato folgorante, dato che "Il passato di Carson" riesce a inserirsi nella saga texiana pur presentando notevoli novità ( creazione di una quantit? di riuscitissimi personaggi secondari, inserimento appropriato di una vena sentimentale nell'azione, scene che si imprimono fortemente nella mente del lettore ecc. ). Ad essa hanno fatto seguito numerose storie di eccellente livello come "Cercatori di piste", " Sulla pista di Fort Apache", "La grande invasione" e riuscitissimi riempitivi come "Bufera sulle Montagne Rocciose", "Intrigo nel Klondike" ecc. Non mi sentirei tuttavia di dire che le sceneggiature boselliane siano di un livello uniformemente eccelso, dato che in diverse altre vicende ( pur spesso esaltate negli spazi informatici ), gli aspetti innovativi della sua scrittura texiana hanno assunto IMHO una importanza soverchiante rispetto alle costanti della saga: il rilievo assunto dai personaggi minori ha non infrequentemente messo un po' nell'ombra Tex e i pards ( cfr. "I sette assassini", "I Lupi Rossi" e "Omicidio in Bourbon Street", dove Bronco Lane, i due nemici - amici indiani e Carfax assumono un ruolo che non pare azzardato ritenere protagonistico ); il motivo sentimentale ha preso diverse volte tinte quasi da romanzo rosa ( cfr. ancora "I sette assassini", con i flirt di Lena e Donna oppure la storia d'amore che è il nucleo narrativo di "Matador!" ); la ricerca dell'effetto, a sua volta, mi è parsa talora degenerare nell'effettismo ( cfr. ancora una volta "I sette assassini", con i suoi "cattivi" in stile Grand Guignol ) o mettere in forse la coerenza narrativa della trama ( cfr. la recente "Vendetta per Montales", in cui il ricatto di Nacho Gutierrez a Montales, che pare fondato su una incancellabile macchia nel passato dell'amico messicano di Tex, si rivela poi dotato della consistenza di uno spaventapasseri, causando un nettissimo calo della tensione narrativa ). Si può infine aggiungere che colpi di fortuna e piccionate non mancano neppure in sceneggiature boselliane ( ancora una volta mi tocca citare "I sette assassini" dove i quattro pards insieme non riescono a mettere il sale sulla coda ad un simpatico scavezzacollo come Bronco Lane che nei successivi sviluppi della trama, bench? ferito e a piedi, riesce a evitare che i quattro pards finiscano arrosto ). Insomma, a mio avviso, il contributo che Boselli ha finora dato al personaggio Tex non è affatto trascurabile, ma quello di Nizzi mi appare superiore non solo a livello quantitativo ma anche a livello qualitativo complessivo. Dato che Boselli ha comunque davanti a sè ancora numerosi anni di operosit?, gli anni a venire consentiranno comunque valutazioni più approfondite. P. S. @Wasted e Virgin: credo di aver capito quanto voleva dire Ferruccio. Secondo me ha paragonato "L'uomo con la frusta" e "Matador!" a due ciclisti impegnati a superarsi in una salita, con la prima storia che guadagna tantissimo terreno sulla seconda che, per usare ( come ha fatto lui ) il gergo ciclistico, "si pianta", inchiodata dalla stanchezza in un punto della strada.

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una storia può scriverla Claudio Nizzi, Giovanni Boselli, Umberto Eco o Marco Carta, l'importante è che sia una bella storia e Tex rimanga sempre un eroe.

Ehm... Giovanni Boselli è un mio amico. Volevo dire "Mauro Boselli" :lol:
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  • Collaboratori

IMHO, anche se ogni sceneggiatore inevitabilmente imprime la propria personalit? alla serie per cui scrive, mi pare difficile negare che Nizzi ... ecc ecc

Un'altra pietra miliare del nostro carissimo Pedro. Davanti a messaggi come questo, sono costretto allo spam.
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  • Collaboratori

Posto due interventi, ma ne potete trovare a bizzeffe in altri forum bonelliani, e mi chiedo: possibile che questi sfigati abbiano avuto la sfortuna, leggendo i pochi Tex che senz'ombra di dubbio hanno letto nella loro vita, di incappare in storie scritte sempre da Claudio Nizzi ?


Ma perchè tex ruba sempre i disegnatori che mi piacciono alle testate che seguo?

Tex dovrebbe essere fatto leggere a scuola!!!

la scuola è già abbastanza noiosa così...



oppure:


e mi sembra di capire che non ti piace tex vero?

No, non mi piace. Le storie mi sembrano quasi tutte uguali. E mo mi dirai che anche Diabolik è così... ed in effetti si, solo che Diabolik è stato il mio primo fumetto quando avevo 10 anni, quindi c'è un legame anche affettivo col personaggio, e la collezione che sto facendo è il preseguimento della lettura del mio primo fumetto!

Con Tex invece non c'è mai stata la scintilla. Molto, ma molto meglio Zagor e Mister No, che invece trovavo piu divertenti e che mi sembravano meno monotoni

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  • 5 anni dopo...

Due ottimi autori, semplicemente diversi.

Ho conosciuto Tex con l'albo "La leggenda della vecchia missione", e continuo a comprarlo oggi.

Probabilmente il "mio" Tex è quello di Nizzi, che anche se ha avuto un calo verso la fine della sua carriera di sceneggiatore (che personalmente rimpiango), è stato quello che mi ha fatto affezionare al personaggio.. I dialoghi, l'umanità dei personaggi, quella sottile ironia...A mio avviso è stato capace di migliorare il personaggio, e le sue storie mi piacevano ancora più di quelle di G.L.Bonelli.

Ora abbiamo Boselli, che anche se qualcuno non sarà d'accordo, ha cambiato Tex, anzi, per essere più corretti, ha cambiato il modo di scrivere Tex.

Probabilmente per "modernizzare il personaggio", ed attirare così nuovi lettori.

Per esempio, se con Nizzi si doveva sorprendere qualcuno, Nizzi ci faceva vedere i nostri avvicinarsi, mentre con Boselli Tex compare all'improvviso, un modo di fare fumetti più cinematografico, o per esempio le didascalie, che con Boselli si sono ridotte al minimo.

Tex con Boselli è diventato più epico, per qualcuno va bene così, io lo preferivo prima, lo vedevo più umano e meno supereroe...

Ho letto di tutto su questo ed altri forum, e sono rimasto sorpreso delle tante cose cattive che sono state scritte su Nizzi, sulle "nizziate" e altre cose così che a me sembrano semplicemente stupide. Nizzi è stato un Grandissimo, e anche se verso il finale ha perso colpi, non sono ingrato, e ancora lo ringrazio per le storie bellissime che ci ha regalato, in particolare tra il 300 e il 400.

Si capisce da alcune cose che scrive Boselli che lui ama il personaggio, e lo rispetta, e probabilmente quei piccoli cambiamenti sono dovuti a diversi fattori, e spero che per il futuro scriva storie che riescano a non farmi rimpiangere il mio Tex di Nizzi.

Il massimo di Tex per me sarebbe un soggetto "alla Boselli", che è un Maestro, con le sceneggiature "alla Nizzi"(per me imbattibile nei dialoghi).

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  • 2 anni dopo...
On 10/12/2009 at 22:03, Guest Wasted Years dice:

Personalmente non vedo tutta questa modernit? in Boselli, e non vedo nemmeno tutta questa classicit? in Nizzi. Boselli è moderno quanto "gli Omeri" che scrissero l'odissea, quanto Nizzi è classico quanto gli "Omeri" che scrissero l'Iliade. Due opere alquanto datatucce, la seconda delle quali è l'opera letteraria che da il via alla modernit?. Nessuno inventa nulla di veramente "MODERNO", ormai da un tempo immemore, e non credo Boselli faccia eccezione. Il fatto che tanti parlino benissimo delle sue storie è sicuramente imputabile alle storie stesse, ma altrettanto è attribuibile alle critiche entusiastiche che ha ricevuto, per cui tanti per non passare da "bastian contrari" "saputelli" e specialmente (tipico italico) da "'niuranti", non si azzardano a trovare il bench? minimo difetto nelle sue storie. Se nella rete si dicesse di lui peste e corna sono certissimo che la corrente condurrebbe da tutt'altra parte. Dal canto mio ho apprezzato molto alcune sue opere, tra cui la mitica "Wild west show", molte altre non mi sono piaciute, emblematica i "lupi rossi" che non è una storia di Tex. Ho già detto che la caratterizzazione dei personaggi di questo autore non mi piace, Kit Carson non ha un filo di ironia mentre Kit Willer è un brufolone adolescente, trovo alcune sue storie particolarmente retoriche (il finale di Patagonia, dite quello che volete, è STUCCHEVOLE, ed ho detto poco ancora). Trovo che dopo il numero '500 si sia perso un poco e che da quando è l'autore principe abbia fatto un ulteriore passo indietro. Particolarmente criticabili trovo le storie in cui Tex fa da comparsa e quelle in cui non c'è mai l'accenno di un sorriso. "Tornado", disegnata da FONT faceva venire la cupezza d'animo, ed a volte le ricostruzioni storiche, tanto decantate, fanno venire una puntina di sonno. Insomma, ha scritto ottime storie, in particolar modo all'inizio, ma siamo ben lontani dal Tex di GLB. Questa è la mia opinione, tutto ciò IMHO, accetto che venga messa in discussione, senz'altro, ma spero che venga rispettata in quanto tale anche se va controcorrente. Nizzi non mi è mai piaciuto molto, sono sincero. Fin dall'inizio costruiva le storie al contrario, con i nemici che pensavano come uccellare Tex e quest'ultimo che veniva informato per filo e per segno da un insider che spiattellava tutto, e meno male, altrimenti che bella fine da piccione per il grande ranger. Tanti personaggi riuscivano a metterlo nel sacco, e madama fortuna lo tirava fuori per il bavero dall'orlo dell''inferno. Padronissimi tutti, in testa Pedro Galindez, di dire che anche GLB, e che anche Michelangelo ha fatto le sue cappelle, a me questa formula non piaceva e non piace, ed oggi che non ha nemmeno più idee fresche da tre secoli, mi piace ancora molto meno. Non mi piacciono le etichette, potrei definirmi un tradizionalista, e magari lo sono, ma Tex era una miscela magica senza tempo, un ideale di giustizia spiccia e senza fronzoli, duro ed ironico allo stesso tempo, e che "modernizzarlo" = "stravolgerlo". Modernizzate la coca cola ed avrete l'acqua tonica. Non è la stessa cosa.

bravissimo, sono d accordo su molte cose che hai scritto...Boselli è bravino ma le sue storie spesso sono troppo ingarbugliate e sbroccano nel finale.I personaggi vengono troppo "scavati" psicologicamente e diventano coprotagonisti delle storie, mettendo men in risalto il Ranger.Su Nizzi non sono però d'accordo,secondo  me è quello che più di tutti ha reso bene il personaggio di Tex.Vero, molte delle sue storie sono un po' troppo ripetitive e altre di ripiego, ma ha scritto dei capolavori autentici come "L'uomo con la frusta" e "la Congiura", tanto per citarne due, che Boselli non penso sarebbe mai riuscito a scrivere...

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On 8/12/2009 at 12:32, Anthony Steffen dice:

Purtroppo siamo lontani anni luce virgin, e' impossibile da parte mia leggere un affermazione del genere:
 

Addirittura mettere a confronto una storia, seppur gradevole come "Eroe per caso" alla pari con qualcosa come "La Congiura" o altri capolavoroni???

Seppur rispettando i gusti degli altri, faccio veramente fatica a comprendere una considerazione del genere. Insomma, un ERESIA!
Purtroppo e' risaputo che voi utenti di TWO avete sempre la tendenza ad ingigantire qualsiasi storia firmata Boselli e sminuire i capolavori indiscutibili di Nizzi, ma un paragone come quello che hai fatto tu e' veramente inconcepibile.
Scusami, ma non riesco a dire altro, se i presupposti della discussione sono questi.

Concordo in pieno con te

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On 11/12/2009 at 14:40, Anthony Steffen dice:

Mi dispiace che il termine "eresia" ti abbia irritato,Carlo, dato che riporti sempre questa mia espressione di qualche giorno fa'.

E' da ventanni che leggo Tex, ininterrottamente, con la stessa passione. Ho conosciuto Tex nel periodo d'oro di Nizzi, e cioe' alla fine degli anni '80 e inizi anni '90. Fino ad allora non avevo mai letto una storia di G. L. Bonelli. Mi sono letteralmente "innamorato" del Tex di Nizzi, quello dei "Predatori del grande Nord", quello della "Congiura", quello dell'"Uomo con la frusta", quel Tex superlativo di "Sioux". Era un Tex immenso. Era un fumetto immenso. E' grazie ai capolavori di Nizzi di quel periodo che ho conosciuto Tex, e cresciuto insieme a lui. E' grazie a Nizzi se in me e' nata la passione per questo personaggio di fumetti che per me ha significato sempre molto, anche se si parla di un eroe di carta. La mia gratitudine per questo autore e' illimitata. E' grazie a un autore come Nizzi che la serie di Tex e' giunta fino ai nostri giorni, prendendo per mano il personaggio quando G. L. Bonelli ormai non aveva piu' niente da dire. Ecco perche' mi dispiace molto quando leggo in giro non solo delle critiche mosse alle sue ultime storie, che ci stanno tutte, ma anche quando si "scredita" il lavorone indiscutibile che questo autore ha fatto per Tex per tanti anni, facendo finta di dimenticare tante cose.
In questi giorni ho riletto, grazie ai Tex di Repubblica, tutte quelle storie che lessi per la prima volta ventanni fa', proprio per vedere se, leggendoli con un occhio piu' critico, mi emozionavano lo stesso. Ebbene, non solo non ho visto niente fuori posto, ma mi son sembrate ancora piu' belle. Ecco perche' quando leggo certi confronti, salto dalla sedia.
A me lo stile di Boselli non piace, non posso farci niente!Non mi son mai piaciuti quell'elenco infinito di comprimari in ogni storia. Ha uno stile troppo personale nell'affrontare il personaggio. Secondo il mio modo di vedere, qualsiasi autore che si cimenti con Tex deve mettere da parte il proprio modo di scrivere e mettersi al servizio completo del personaggio. E fino ad ora, sia Manfredi che Faraci sembrano seguire questa linea.

Ti quoto.sono d accordo su tutto

On 11/12/2009 at 08:39, Carlo Monni dice:

Per quanto non sia d'accordo con alcune delle cose che scrive (e per chi mi conosce non deve essere una gran sorpresa :indianovestito:), trovo l'analisi di Wasted Years davvero interessante, specie l'analisi sulla modernit?, e, soprattutto, scevra da quegli assolutismi che deprecavo in precedenza.
Personalmente apprezzo molto il modo di scrivere di Boselli, che è sicuramente molto vicino alla mia sensibilit? di lettore. Quanto a Nizzi, anche quando scriveva bene, io gli rimproveravo un eccessivo manierismo, ovvero il costruire le store di Tex come se fossero una sorta di formula matematica. Non c'è dubbio che in ogni tipo di narrativa seriale ci siano sempre dei "luoghi comuni" (i colti direbbero dei "topoi" :trapper: ) che si ripetono, ma non necessariamente questo deve tradursi in una formula rigida. Lo stesso GLB, che pure questi "luoghi comuni" li aveva inventati, non seguiva necessariamente uno schema rigido nel costruire le sue trame, concedendosi spesso e volentieri delle variazioni sul tema. Un altro problema che ho sempre avuto con Nizzi è che la sua concezione dell'Eroe appartiene comunque ad una tradizione narrativa che era vecchia già sul finire degli anni 60. Ciò non toglie che molte sue storie siano state comunque belle e/o interessanti da leggere, anche se, secondo me, nessuna è mai arrivata allo status di capolavoro (sebbene "Fuga da Anderville" ci arrivi molto vicino :trapper:). L'errore è stato, forse, l'averlo caricato di un onere troppo gravoso dopo il forzato abbandono di Bonelli e poi di averlo tratteuto su Tex quando scoppiù la sua crisi creativa, senza aver cercato alternative valide in tempo utile. Pu? anche darsi che lasiato libero di riposarsi, avrebbe anche potuto rigenerarsi e tornare su Tex in forma adeguata. O forse il suo era un calo irreversibile o che sarebbe avvenuto comuinque, chi può saperlo?
Tornando a Boselli, non è certo esente da difetti, ma riesce, a mio parere, a creare trame emotivamente più coinvolgenti ed in questo, anche se non ne copia lo stile (e non uso la parola "copiare" a caso), è più vicino allo spirito di GLB di quanto lo fosse Nizzi.
Proprio questo è il punto per cui, ad esempio, per cui ho sempre trovato emotivamente più coinvolgente "Matador" rispetto a "L'uomo con la frusta" e lo ribadisco a costo di ribeccarmi l'accusa di eresia. :colt:

Un ultimo appunto: non aspettatevi che Faraci e Manfredi seguano sentieri narrativi troppo diversi da quelli di Boselli. Il loro stile sarà sicuramente diverso da quello di Boselli, ma non pensate che siano delle repliche di GLB, perchè non lo saranno.

Ciao Carlo...scusa e non.ti offendere,ma mettere a confronto Matador con l uomo con.la frusta è come mettere a confronto,per usare una metafora calcistica,Cassano con Maradona☺☺☺

Scherzi a parte,ma L uomo con la Frusta ha una trama semplicemente perfetta,mentre Matador per me è di una noia mortale.tant è che l ho letto una sola volta e poi cestinato subito...ma non perché sia di Boselli.ma perché è davvero noioso e senza pathos...

Nell uomo con la frusta tutto è perfettamente costruito,fin dall inizio.compaiono personaggi fantastici come Olivera,Galindez e Zamora,oltre a Concita e Padre Elias.tutta la vicenda si sviluppa con.un.pathos incredibile,la comicità è ben presente ma i momenti di azione non mancano mai.ci sono particolarmente affezionato,l ho letto a 9 anni ed è la mia prima storia di Tex.

Montales è in forma di grazia,ridiventa fuorilegge pur di stare a fianco a Tex.Galindez chi poteva dire che era un doppiogiochista?e il colonnello olivera era un avversario davvero temibile.

Mi spiace ma questa storia è una delle migliori dell intera saga

 

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