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TWF - Tex Willer Forum

[593/595] La Mano Del Morto


Sam Stone
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Voto alla Storia  

84 utenti hanno votato

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Letto ieri in giornata, e per il momento ampiamente "digerito"; sebbene non mi piaccia sbilanciarmi troppo prima di aver letto la frase "fine dell'episodio", posso tranquillamente affermare che, quanto letto sinora è quantomeno gustoso e intrigante. Ottimo, da parte di Boselli, l'utilizzo dei 2 Kit; finalmente riusciamo a vedere un Carson arzillo e indipendente, non ottenebrato dalla pesante presenza del compagno di 1000 avventure, così come riusciamo a vedere, come fu nella storia di Faraci, un Kit Willer meno "bamboccione" e più scavezacollo, ardimentoso e, come è giusto che sia, testardo e difficile da domare. La storia poi, presenta tutte le topiche "gialle" per antonomasia : Il misterioso omidio ( storico, in questo caso ) avvenuto nel remoto passato, personaggi sfuggiti alla "vendetta" che cominciano a sparire... Nulla da dire, Boselli ha realizzato qualcosa che, almeno per il momento è assolutamente impeccabile... Scommetto che i prossimi numeri ci regaleranno TANTE ed ULTERIORI piacevoli sorprese!!!!! :) :)

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Prima vignetta: veduta panoramica della main street di Deadwood, 1876. Mi ci sono fermato un paio d'ore nell'ormai lontano 1996, di passaggio dalle Black Hills all'Wyoming, e devo dire che in 120 anni non era cambiata poi molto. Deadwood era, e mi sa che è rimasta, un concentrato di case da gioco, con bar-saloon vecchio stile e un grande spazio pieno di tavoli verdi e slot machines. Non c'era molto da vedere, forse meritava quel piccolo parco, un'isola verde fra i tavoli verdi. Era mattina, c'era pochissima gente, molti locali erano chiusi, fra questi un saloon che sembrava essere quello in cui trov? la morte Wild Bill, così c'era scritto, anche se non è che mi fidassi molto, e non vedevo l'ora di scappare da questo villaggio irreale per immergermi ancora una volta nella natura. Verso il confine, Beulah, 32 abitanti, sembrava di essere in un film, eppure questi micropaesini esistono davvero. Ma veniamo alla storia.

Troppo presto per dare un giudizio, quest?albo è una discreta introduzione a una vicenda che si deve ancora dipanare. Due piste diverse che si riuniscono e che poi forse si divideranno di nuovo. Diciamo che Tex è un po' in ombra rispetto ai due Kit in piena forma, i veri protagonisti delle azioni di rilievo, aspettiamo il seguito. Mi aspetto altre sorprese, prima fra tutte l'uomo dell'otto di picche. Non mi sono piaciuti un paio di dettagli, più che altro dal punto di vista grafico. L'uomo steso da Carson che precipita nel burrone, avrei voluto vederlo subito schiantato di sotto, mi ha dato l'impressione di una vignetta mancante, e soprattutto la morte di Wild Bill, si vede l'assassino alla porta del saloon, Bill che si gira e questo gli è già alle spalle e gli spara. Avrei preferito diversamente, vedere l'avvicinamento, anche qui una vignetta in più mi avrebbe fatto comodo. Molto interessante la finzione teatrale con Buffalo Bill, mostra il lato del west che rilegge se stesso in chiave mitologica che già cominciava ad andare di moda, creando finti eroi e ingigantendo a dismisura quelli veri, compresi i due Bill di questa storia. Il contesto mi richiama un po' la figura del lord, con questo west spettacolarizzato e riletto eroicamente, se non retoricamente, a discapito della realtà storica, a beneficio soprattutto dei cittadini dell'est: dime novels, rappresentazioni teatrali e in seguito film creeranno definitivamente il mito americano, dai Padri Pellegrini a tutta l'epopea della conquista dell'ovest alla ?civilt??, pionieri, destino manifesto e mito del progresso compresi, di cui almeno io mi sono nutrito da bambino per poi prenderne radicalmente le distanze. Il mito degli USA come ?la più grande democrazia del mondo?, come si sente ripetere ovunque oggi, comincia proprio qui, con Wild Bill Hickock e soprattutto con Buffalo Bill. Se c'è una caratteristica nell'ombra di Tex che apprezzo, è questa assenza di retorica patriottica che si trova invece in quasi tutti i film di John Ford, per esempio. C?? una storia, non mi ricordo quale, forse quella dell'attentato al presidente da parte del finto cieco, in cui siamo vicini al 4 luglio e Tex e Carson neanche se ne rendono conto, sembrano ignorare del tutto la ricorrenza, e mi sembra che glielo ricordi qualcuno. Tex è ?italiano? anche per questo.
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Prima vignetta: veduta panoramica della main street di Deadwood, 1876. Mi ci sono fermato un paio d'ore nell'ormai lontano 1996, di passaggio dalle Black Hills all'Wyoming, e devo dire che in 120 anni non era cambiata poi molto. Deadwood era, e mi sa che è rimasta, un concentrato di case da gioco, con bar-saloon vecchio stile e un grande spazio pieno di tavoli verdi e slot machines. Non c'era molto da vedere, forse meritava quel piccolo parco, un'isola verde fra i tavoli verdi. Era mattina, c'era pochissima gente, molti locali erano chiusi, fra questi un saloon che sembrava essere quello in cui trov? la morte Wild Bill, così c'era scritto, anche se non è che mi fidassi molto, e non vedevo l'ora di scappare da questo villaggio irreale per immergermi ancora una volta nella natura. Verso il confine, Beulah, 32 abitanti, sembrava di essere in un film, eppure questi micropaesini esistono davvero. Ma veniamo alla storia.

Troppo presto per dare un giudizio, quest?albo è una discreta introduzione a una vicenda che si deve ancora dipanare. Due piste diverse che si riuniscono e che poi forse si divideranno di nuovo. Diciamo che Tex è un po' in ombra rispetto ai due Kit in piena forma, i veri protagonisti delle azioni di rilievo, aspettiamo il seguito. Mi aspetto altre sorprese, prima fra tutte l'uomo dell'otto di picche. Non mi sono piaciuti un paio di dettagli, più che altro dal punto di vista grafico. L'uomo steso da Carson che precipita nel burrone, avrei voluto vederlo subito schiantato di sotto, mi ha dato l'impressione di una vignetta mancante, e soprattutto la morte di Wild Bill, si vede l'assassino alla porta del saloon, Bill che si gira e questo gli è già alle spalle e gli spara. Avrei preferito diversamente, vedere l'avvicinamento, anche qui una vignetta in più mi avrebbe fatto comodo. Molto interessante la finzione teatrale con Buffalo Bill, mostra il lato del west che rilegge se stesso in chiave mitologica che già cominciava ad andare di moda, creando finti eroi e ingigantendo a dismisura quelli veri, compresi i due Bill di questa storia. Il contesto mi richiama un po' la figura del lord, con questo west spettacolarizzato e riletto eroicamente, se non retoricamente, a discapito della realtà storica, a beneficio soprattutto dei cittadini dell'est: dime novels, rappresentazioni teatrali e in seguito film creeranno definitivamente il mito americano, dai Padri Pellegrini a tutta l'epopea della conquista dell'ovest alla ?civilt??, pionieri, destino manifesto e mito del progresso compresi, di cui almeno io mi sono nutrito da bambino per poi prenderne radicalmente le distanze. Il mito degli USA come ?la più grande democrazia del mondo?, come si sente ripetere ovunque oggi, comincia proprio qui, con Wild Bill Hickock e soprattutto con Buffalo Bill. Se c'è una caratteristica nell'ombra di Tex che apprezzo, è questa assenza di retorica patriottica che si trova invece in quasi tutti i film di John Ford, per esempio. C?? una storia, non mi ricordo quale, forse quella dell'attentato al presidente da parte del finto cieco, in cui siamo vicini al 4 luglio e Tex e Carson neanche se ne rendono conto, sembrano ignorare del tutto la ricorrenza, e mi sembra che glielo ricordi qualcuno. Tex è ?italiano? anche per questo.
C'è il 4 di luglio anche in "La città senza nome", esattamente dove comincia la sequenza scritta da me. Commenti interessanti. Ma quelle due vignette non ci dovevano stare. Se noti, io non faccio quasi mai vedere l' "effetto" di uno sparo o di una caduta. Si suppone già che un morto ammazzato cada a terra. La ritengo una vignetta sprecata o che quantomeno tolga "ritmo", oltre che spesso goffa da disegnare. Idem per l'avvicinamento di Curly Jack. Dobbiamo rendere credibile che nessuno faccia caso al killer... Quindi, effettivamente, NESSUNO ci fa caso. Neanche voi lettori! Il killer arriva di soppiatto fuori campo, durante la vignetta in cui Bill intuisce qualcosa e inizia a girare la testa... Di solito non commento le singole obiezioni, sia ben chiaro, ma in questo caso mi andava di dare una specie di "minilezione" di sceneggiatura e mostrarti che non di errori si tratta, ma di SCELTE fatte a ragion veduta. Ci sono scelte in ogni pagina e nessuna scelta è mai casuale. Poi si può anche non condividere, per carit?... Ti ho solo spiegato il mio punto di vista e il motivo di una determinata tecnica narrativa. BordenbordenSatanasso Messaggi: 378Iscritto il: 03 apr 2001 18:59
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Davvero un grande albo!Non posso che complimentarmi con Boselli!Credo anche io che se i prossimi due albi saranno al livello di questo, ci ritroveremo a dover aggiungere anche questa storia tra i tanti Capolavori della saga texiana(e ovviamente, per ora,? meglio non sbilanciarsi)!Boselli è davvero un gran tessitore di trame, infatti questo primo albo dice in realtà ancora poco sulla storia nel suo complesso:addirittura uno dei personaggi chiave, il misterioso vendicatore, per ora ha solo mostrato una carta, senza mai apparire in scena(forse!);l'ultima pagina inoltre scombina i giochi:quello che, fino a quel momento, si credeva essere il nemico principale dei nostri(Mister Black), non è in realtà che una pedina tra le tante-ecco cosa vuol dire tenere il lettore incollato fino all'ultima pagina!Non mi piace fare ipotesi e previsioni, però ho una piccola idea(fantasiosa!)sulla vera identit? del vendicatore:non potrebbe essere

una lei, e cioè Calamity Jane?
Font è il solito maestro:basti guardare le scene nel saloon, slendide!!Ma c'è qualcosa in cui non mi ha convinto molto, in cui mostra un leggero calo rispetto alle sue storie precedenti:i volti di Tex e Carson, alcune volte davvero irriconoscibili(il primo piano di pag.35 è l'esempio paradigmatico di ciò). Inoltre è inguardabile il Kit anoressico di pag.41(terza vignetta)!A parte questo, però,Font ha fatto un ottimo lavoro!Non vedo l'ora di leggere il seguito-nel frattempo mi rileggo questo primo splendido albo!
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  • Rangers

Buonissima prima parte!!!Anch'io son rimasto molto soddisfatto, dopo aver riposto l'albo sulla mensola. Una storia da leggere con la massima attenzione per poter cogliere tutti i più piccoli dettagli e per poter apprezzare al meglio le varie situazioni. Naturalmente prima che la storia volga al termine, ci aspettano ancora moltissime sorprese. Intanto in questa prima parte, non c'è di che annoiarsi. I pards in formissima, ma soprattutto Carson, in più di un'occasione dimostra ancora di essere un satanasso al pari di Tex come un tempo. Graditi ritorni: Will Patterson, lo sceriffo di Phoenix (nelle storie Montagne Maledette e Morte nella Nebbia) e soprattutto Buffalo Bill e il suo Show. :)Uno sfondo storico ben congegnato, personaggi interessanti e un giallo ancora tutto da scoprire. Per quel che mi riguarda mi divertir? moltissimo a leggere i successivi due albi. I disegni di Font mi sembrano ben curati, soprattutto nella ricostruzione della città e nelle scene di massa. Un p? strani invece alcuni primi piani di Tex e di Buffalo Bill, ma per il resto nulla da dire. :D:trapper:

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Prima parte della storia davvero soddisfacente! Vi si respira un'interessante atmosfera storica (bench? ci sia un anacronismo riguardo al povero Deadwood Dick, che mi risulta essere morto nel 1930), che unita ad azione e suspence rende questo albo veramente godibile. Sarà così anche per i prossimi? Confido di sè, e nel frattempo confesso che, dopo aver rivendicato l'abbandono della pratica dei due-albi-due, adesso quasi mi spiace di dover aspettare il terzo per vedere come si sbroglia la matassa. Particolarmente ben riuscita, a mio parere, la trovata di far iniziare l'azione (dopo il flashback dell'omicidio di Wild Bill) da due prospettive diverse, coinvolgendo oltre a Tex i due Kit, con un Carson veramente in gran spolvero e un Kit forse un po' in calo rispetto alla precedente storia di Faraci, ma sempre più simile al Piccolo Falco che desiderano i lettori. Con questa considerazione rimpiango un po' che non si sia colta l'opportunità di rimettere insieme il quartetto (mi manca tantissimo Tiger Jack). L'ipotesi spoilerata da Paco Ordonez sull'identit? del misterioso personaggio è intrigante, ma IMHO non molto probabile. Che a volte si compiano delle deviazioni dalla realtà storica - come dicevo all'inizio - è un conto, ma il nome di

Calamity Jane
è troppo famoso per coinvolgerlo se questo non è effettivamente accaduto.
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Sulla mia "spoilerata" fantasiosa non posso darti torto,Cheyenne! :D Anche perchè tra quelli che hanno tutti i motivi per cercare vendetta non c'è solo

Calmity Jane, ma lo stesso Buffalo Bill!!... quindi, sempre viaggiando con la fantasia, si potrebbe pensare che anche lui potrebbe essere il famigerato vendicatore!
Comunque è con molta soddisfazione che dico:vedremo B)
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Ho anch'io letto l'albo n. 593. Come è buona tradizione di tutti i "primi albi" delle storie plurialbo texiane, anche questo ha un carattere introduttivo; dato poi che si tratta di un giallo, cominciano ad affiorare i pezzi di un puzzle che verr? completato soltanto col n. 595, anche se è chiaro che qualche amico o estimatore di Wild Bill Hickok vuole sterminare complici e mandanti del suo assassinio. L'azione non manca e le premesse paiono buone, anche se un'idea del livello della vicenda potremo farcela - credo - solo alla fine. Per quanto riguarda invece i disegni, ho trovato il tratto di Font alquanto più palatabile per i miei gusti rispetto alla media delle sue prove, almeno per la più parte dei personaggi; anche Tex e Kit Willer mi paiono un pochino più gradevoli di come li propone di consueto il disegnatore catalano, mentre il suo Carson mi piace poco come di consueto.

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Qualche impressione quà e là: primo albo direi piu' che discreto ( belle le scene d' azione e la rappresentazione dello spettacolo di Buffalo Bill ) con il vecchio cammello in gran spolvero, nonchè un Kit come da tradizione. Tex ( secondo me ) un po' in ombra.... E ti pareva.... :capoInguerra: :trapper: Beh, almeno in questo caso, l' ombra gliela fanno i suoi pards, percio' è ampiamente giustificabile ( per i miei gusti ). Poi, siamo soltanto al primo albo; vedremo... In ogni caso la trama è ben congegnata ( Boselli in questo è una garanzia ) e promette interessanti sviluppi. I disegni di Font ( confesso, non è il mio preferito ) li trovo al solito un po' "legnosi" e non mi piacciono molto quelle spalle squadrate e la testa "incassata" con le quali a volte vengono raffigurati Tex ed altri personaggi. Inoltre gli stetson li trovo "piccoli", quasi sproporzionati, rispetto al resto delle figure. Alla prossima, amigos. :trapper:

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Guest Wasted Years

Ho letto l'albo e l'ho trovato migliore delle ultime storie di Boselli, anche se lontano anni luce dal Tex che vorrei leggere. Molta azione, è vero, ma anche dialoghi lunghi e stancanti, disegni inguardabili e la solita pletora di personaggi assolutamente esagerata e noiosa. Tra le cose buone, l'azione iniziale del vecchio cammello e il parziale riscatto di Kit Willer rispetto al brufoloso adolescente letto in precedenza, tra le cose negative il solito intreccio non lineare con una vicenda pregressa che alla fin fine non riesce e fa la fine della maionese impazzita. Almeno finora. Niente di speciale come inizio, spero che migliori nel progredire.

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IMHO, i problemi che si è posto Boselli ( e che hanno determinato questi lunghi e talora pesanti dialoghi ) sono stati almeno un paio:a ) dato che al centro della vicenda vi sono un delitto e la sua vendetta, la storia dovrebbe avere anche un aspetto, diciamo così, di detection; di conseguenza nella marea di dati ( e parole ) che ci sono stati offerti a proposito di "Wild Bill" potrebbe celarsi qualche particolare che conduce ai responsabili degli omicidi che abbiamo visto in quest'albo. b ) la morte di Hicock è un avvenimento noto nei minimi particolari agli appassionati ed agli esperti del West, ma non è detto che il lettore medio texiano appartenga ad una di queste due categorie; di conseguenza, è possibile che Boselli abbia cercato di familiarizzarlo con lo sfondo storico - ambientale. Del resto, non è la prima volta che una sceneggiature con al centro intrighi criminali e/ o ambienti più o meno inconsueti offre il fianco all'accusa di verbosit?: senza fare esempi più o meno ovvi ( "Il segreto del Morisco" , tanto per dire ), persino "Tucson" di GLB è stata talora criticata per questo. Ad ogni modo, penso che i due albi successivi ci faranno capire se questo lungo prologo avrà dato degnamente avvio a una storia da ricordare, oppure l'avrà soltanto appesantita....

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Sinceramente i tanto criticati dialoghi all'interno della storia io non li vedo, le prime 70 pagine ci offrono un azione concreta e continua, se poi vi riferite all'ultima parte, quella in cui bill cody racconta dell'omicidio di Hickock, beh a mio parere quel flashback per lo sviluppo della vicenda è determinante e lo trovo molto più convincente di altri forzati riempitivi che servono a far progredire la storia quando si trova ad un punto morto, si è quindi trattato di uno stacco per fare il punto della situazione, calcolando anche che stiamo parlando del primo albo, nei successivi vedremo molta più azione e ( forse ) tanti colpi di scena.

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letto ieri. storia molto bella, come tutte quelle che ho letto di Boselli che ho letto(compreso il passato di carson a colori). molti comprimati tutti ben caratterizzati. anche i disegni di font sono molto belli e mi è piaciuto il ritorno di Buffalo Billnel complesso per ora la storia è da 9

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Guest Colonnello_Jim_Brandon


Ragazzi, questo non vuole essere un richiamo, ma solo un invito a "ritornare" sui corretti binari della discussione. Vi ricordo che questa discussione concerne PRINCIPALMENTE la storia oggi in edicola ( ossia la mano del morto ).

Per commentare lo stile di Boselli, verr? ora aperto un topic apposito in cui potrete tranquillamente continuare ad esprimere le vostre opinioni.

La vostra discussione la trovate al seguente link : Clicca qui

Saluti.

Colonnello Jim Brandon

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Quest'ultimo Tex non mi è piaciuto, l'ho trovato verboso e poco ispirato: ho riscontrato quei (rari) difetti di Boselli che nella maggior parte dei casi o non ci sono, o vengono occultati dalle sue notevoli qualità, come la potenza emotiva e la coralità dei personaggi, che però in questa storia secondo me non stanno funzionando. I personaggi ci sono, ma non incidono, non "graffiano"; inoltre, trovo fuori luogo alcune frasi ad effetto abbastanza stonate (esempio: quell' "avrebbe vinto questa mano" riferito alle carte a terra come immediato commento alla morte di Wild Bill... boh). Notevole e molto cinematografico l'incipit nel passato, e non male la sequenza in solitaria di Carson nel ranch fuori città, ma la vicenda tende ad annacquarsi nella seconda parte, che scorre un p? statica. Buffalo Bill in questo primo albo sembra una macchietta un p? suonata che subisce il fascino della bottiglia: un ritratto assolutamente non all'altezza delle sue precedenti apparizioni, specialmente la prima (quella targata G. L. Bonelli, se non ricordo male), dove il suo spessore rivaleggiava con quello di Tex; questo aspetto mette una certa tristezza. Ci sono comunque le premesse per un prosieguo di ottimo livello, in primis la natura "aperta" degli aspetti fondamentali della vicenda: ecco perchè mi aspetto prenda quota nei prossimi due albi.

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Come mi ero proposto di fare, ho riletto l'albo;e non l'ho letto, questa volta, tutto d'un fiato, ma con più calma, prendendomi parecchie pause tra una scena e l'altra. Non voglio peccare di presunzione, ma mi sembra il modo migliore per leggere questa "Mano del morto":perchè è un'albo molto complesso(o comunque più complesso della media delle storie di Tex), su cui bisogna ritornarci. Credo, con questa calma seconda rilettura, di aver scoperto piccoli particolari che ad una prima lettura mi erano sfuggiti. Riconfermo l'ottima impressione che già avevo avuto:? davvero(secondo me)uno splendido!La scena in cui Buffalo Bill racconta del processo mi è sembrata tuttaltro che noiosa;e in ogni caso credo che quella sia una scena essenziale:i nostri devono pur tirare le somme e cominciare a cercare di capirci qualcosa(e noi con loro). E non credo si possa dire che in quest'albo latiti l'azione!Mentre leggevo mi è venuta in mente l'idea di una piccola analogia tra "Il passato di Carson"e l'inizio della "Mano del morto"(intendiamoci,? una cosa aleatoria e sicuramente campata in aria!):anche quella storia non comincia con Tex e pards;anche l' manca il solo Tiger, e i tre restanti pards sono divisi:in entrambe Carson è da solo, e gli altri due insieme....vabb?,? una fesseria, l'avevo detto:-)Sono soddisfattissimo, e mi sento di ripetere quello che avevo già detto:se i prossimi due albi saranno dello stesso livello di questo, potremo parlare di Capolavoro!

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  • Collaboratori

La recensione del primo albo a cura di Andrea Marchino tratta dal sito: www.mangaforever.net
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Torna Boselli, ormai vero e unico erede di Gianluigi Bonelli al timone di Tex, e le storie tornano ad essere con quella marcia in più che sono la sua caratteristica e garanzia.

La sua impronta si vede già dall'incipit, che si apre il 2 Agosto 1876, fatto assai inusuale per una storia di Tex dove i riferimenti, soprattutto così precisi a date storiche, sono per lo più evitati come la peste; tuttavia in questo caso è stato assolutamente necessario visto che tutta la vicenda prende l'avvio dall'assassinio di Wild Bill Hickok (fatto storicamente vero), freddato alla schiena al tavolo da poker (da cui il titolo ?La mano del morto?), sul quale si innescano una serie di misteri e di loschi personaggi che si svelano poco a poco.

La trama è avvincente oltre che per lo spunto decisamente intrigante anche perchè il mistero si infittisce man mano che si prosegue nella lettura, con l'entrata in scena di diversi protagonisti, più o meno ambigui, tra i quali si inseriscono poi anche Tex e il figlio da un lato e il vecchio Carson dall'altro, che scivolano nella vicenda per strade diverse, e con una scelta dei tempi praticamente perfetto; viene ripescato anche Buffalo Bill (apparso precedentemente su Tex 436) e il suo spettacolo teatrale itinerante (che sarà importante nel dare una svolta alla storia), al quale si aggiungono sicari prezzolati a profusione e soprattutto un singolare uomo in nero che pare il loro mandante.

Tutto ruota attorno all'omicidio di Wild Bill avvenuto in apertura e allo strano svolgimento del processo al suo assassino; l'albo si chiude lasciando il lettore decisamente in sospeso, molti pezzi sono stati messi sul tavolo, ma mancano ovviamente quelli fondamentali che scopriremo solo leggendo il prossimo numero.

Disegni sopraffini e curatissimi di Alfonso Font, un nome e una garanzia che non hanno bisogno di ulteriori commenti, se non che, in una sequenza cult a pagina 100, l'impatto notevole (quasi terrificante) di Tex e i suoi due pards mentre fanno capire che aria tira a quasi una decina di cow-boys, tra i quali potrebbe nascondersi un sicario, è anche in buona parte merito suo e delle efficacissime inquadrature usate nell'occasione (non si vedeva un Tex così da tempo!).

VOTO: 8

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Letto anche l'albo di questo mese, e la faccenda devo dire, al posto di chiarirsi si oscura sempre più,

le morti aumentano, misteriosi vendicatori compaiono dal nulla, i personaggi coinvolti nell'intrigo crescono a vista d'occhio , a commissionare gli omicidi di Varnes e Deadwood dick è stato un signorotto di Denver che viene a sua volta ucciso dal misterioso vendicatore, così come questo enigmatico personaggio uccide anche Mister black che era complice dell'uomo di Denver e dell'avvocato Murchinson che aveva a sua volta assoldato Luke Harrigan che, con grande sorpresa, dopo un lungo inseguimento, a fine albo si allea provvisoriamente con Tex e Carson, Kit willer segue invece la pista del Killer misterioso che lo porta ad alcuni brevi scontri con gli indiani delle tribù Dakota, che sembrano essere complici del vendicatore che uccide il padrone di una miniera situata nei paraggi e lascia accanto al corpo dell'uomo un otto di fiori, per poi arrivare alla fine in cui il giovane cattura un indiano che nel sonno sussurra delle incomprensibili parole " Lonesome praire "...... naturalmente entrambe le piste nel prossimo numero si ricollegherranno per arrivare sino a Deadwood dove tutto ebbe inizio e tutto finir?, sicuramente nella cittadina avverr? uno scontro, e questo mi fa molto ripensare a Bannock, la storia invece è molto complicata, per questo va seguita con attenzione, comunque rimane ancora da chiarire tutto: Chi commission° l'omicidio di Wild bill' E perchè? Perchè l'uomo di denver ha fatto uccidere Varnes e Deadwood dick? E cosa ci azzeccano con tutto ciò il misterioso vendicatore e gli indiani dakota che hanno a loro volta ucciso Black, il padrone della miniera e l'uomo di denver? Staremo a vedere.
Adesso come adesso mi sembra ancora presto per esprimere un giudizio sulla storia, vistane la sua complessit?, per questo cresce l'attesa per leggere il prossimo fatidico numero.
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Anch io ho letto l'inedito e devo dire che la storia mi sta appassionando.. alcuni misteri sono stati svelati, vedi

le carte sui cadaveri che rimandano a wild bill(c'ero quasi arrivato anch io:P ) e qualche indizio sull'identit? di mister black
, mentre altri si infittiscono: chi è 'sto killer?
come mai usa un "cannone" al posto di un normale fucile? sarà un ragazzo o una donna? da dove saltano fuori i dakota?
A parte questi dubbi che mi tormenteranno fino a maggio la storia ha molti altri pregi ovviamente: prima fra tutti l'investigazione attiva, dinamica e cittadina di tex e carson che lasciandosi guidare dall'istinto cominciano a "risalire il fiume" e a mettere le mani sui primi pesci piccoli. Ma ovviamente disegni, azione e trama non sono da meno!Concordo con SUMAKAN: la storia si sta intricando sempre di più.. ma conoscendo Boselli che è in grado di farti una storia in 90 pagine su dampyr con rimandi ad ogni personaggio e/o luogo possibile e immaginabile, figuriamoci cosa ti può tirare fuori su 330 pagine :D La complessit? e quindi prevedibile ma bisogna vedere come verr? gestita nell'ultimo alboIn conclusione la storia piace e assai.. waiting for maggio
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Letta anche questa seconda parte, e l'impressione è ottima! Per adesso ho la sensazione che i tempi siano stati gestiti in un modo che non poteva essere migliore, la vicenda è intricata quanto basta e concordo con Giant Rick sul fatto che la decisione di far agire Kit Willer in solitaria è stata decisamente azzeccata!Tutti i personaggi si confermano in ottima forma e uno dei comprimari principali (ossia Luke Harrigan) d' il suo contributo all'azione senza però offuscare la centralit? di Tex e Carson. Resto in attesa del capitolo conclusivo della storia, che promette di conludersi in maniera davvero memorabile!

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