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TWF - Tex Willer Forum

[593/595] La Mano Del Morto


Sam Stone
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Voto alla Storia  

84 utenti hanno votato

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Visto che ormai siamo nell'imminenza di acquistare il terzo e conclusivo albo commento, brevissimamente, il secondo, seppur in notevole ritardo.
Buona storia ( quasi mai Boselli sotto questo punto di vista "tradisce" ) gialla con Carson e Tex ( finalmente, rispetto al primo albo ) in gran spolvero.
Soliti "difetti" pero' : intanto, chissà perchè Boselli dopo il primo sganassone rifilato, da Tex, al malcapitato di turno ( e qui ce ne sono ben due di villain ) tronca il tutto e, successivamente, ci fa sapere, per bocca dello stesso, di aver subito un interrogatorio decisamente "pesante": così mi ( ci ) priva del piacere di rivedere un Tex prima maniera. E non è la prima volta che succede, appunto.:capoInguerra:
Poi, il solito cattivo redento, in questo caso Luke Harrigan che, almeno questa volta, sembra fare meno ombra al nostro Ranger. Mah....? :rolleyes:
E adesso, sotto con l' ultimo albo. :trapper:

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Poi, il solito cattivo redento, in questo caso Luke Harrigan che, almeno questa volta, sembra fare meno ombra al nostro Ranger. Mah....? :rolleyes:

Come dicevo, il ruolo di Luke e il suo peso nell'albo finale sono le uniche cose che mi rendono poco tranquillo. Soprattutto mi dispiacerebbe un p? se Tex se lo portasse dietro fino a Deadwood, dove credo dovrebbe svolgersi lo scontro finale coi mandanti dell'omicidio di Wild Bill:vedrei Luke come un'intruso in quella resa dei conti che, a mio modo di vedere, deve riguardare il solo Tex.

Non credo però che, se anche questo avvenisse,Luke ruberebbe la scena al ranger;e mi auguro, in ogni caso, che Boselli non abbia fatto di questo personaggio un altro pistolero superuomo...
Comunque queste sono solo mere ipotesi, costruite su una storia che, fino a questo momento, mi sta a dir poco avvincendo! :trapper:
Ho molta fiducia in Boselli, specialmente nel Boselli autore di storie come queste:credo che non rimarr? deluso!

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Ragazzi, l'ho letto...................................................... CAPOLAVORO!!!!!!!!!!!!!In questi giorni non sono stato collegato sul forum, quindi per mia fortuna non ho anticipamente scoperto cosa fosse Lonesome praire, ma bensì l'ho scoperto leggendo l'albo, così come con mia grande sorpresa ho scoperto chi fosse il misterioso vendicatore:

Calamity Jane?! Incredibile ma vero, molti di voi l'avevano intuito, ma non pensavo che Boselli potesse far passare un personaggio realmente esistito come assassino, naturalmente non'? andata così, anzi, a mio parere il personaggio è stato inserito nel migliore dei modi, grintosa, audace, sprezzante del pericolo e ribelle, cossiccome la vera Calamity e soprattutto, cosa fondamentale ha agito per una giusta causa: quella di vendicare il suo "Caro amico" Wild bill ucciso perchè cercava di fermare alcuni loschi individui capitanati dal Giudice Kendall che avevano e volevano ancora speculare sui territori appartenenti ai Dakota come Mato Paha e Lonesome Praire. Un intreccio eccezzionale quello della storia, che a mio parere la rende la più bella della fascia '500, ci sono personaggi, c'è azione e soprattutto c'è mistero, penso che difficilmente ne vedremo altre come questa. Rimarr? sicuramente un p? deluso Paco Ordonez scoprendo che sorte attender? a Luke Harrigan, ma d'altronde la sua redenzione era necessaria per indirizzare Tex e Carson sulla giusta pista. Quando usc? La mano del morto dissi nel mio post che per commentare i disegni avrei aspettato la fine della storia, ebbene ci siamo: Direi che fra tutte le storie realizzate da Font questa è sicuramente la migliore, bellissima la veduta di Lonesome Praire e il ben delineato volto di calamity jane, belle anche le scene ambientate nella stazione di Albuquerque e la realizzazione degli indiani Dakota, stupenda anche la fisionomia di Mister Black, cosiccome la scena dell'omicidio di Wild bill e la faccia preoccupata e grondante di sudore di McCall, ciò che invece poco mi convice sono i volti di Tex e Company che sembrano degli anoressici........... ma vabb? direi che per il resto andiamo alla grande!
Complimenti Borden!
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Che idiota che sono... stavo aprendo lo spoiler prima ancora di aver letto l'albo :blink: ... meno male mi sono fermata in tempo :DMa giusto per dire qualcosa rispetto al numero precedente... è verosimile che un mezzonavajo come Piccolo Falco non capisca una lingua come il dakota, quando se non sbaglio, tra l'altro, suo padre ha rapporti di grande amicizia con i capi di quel popolo e con molta probabilità parla e capisce la loro lingua?

Modificato da Cheyenne
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  • Rangers

Ma giusto per dire qualcosa rispetto al numero precedente... è verosimile che un mezzonavajo come Piccolo Falco non capisca una lingua come il dakota, quando se non sbaglio, tra l'altro, suo padre ha rapporti di grande amicizia con i capi di quel popolo e con molta probabilità parla e capisce la loro lingua?

Beh a pagina 100 del secondo albo, Kit dice: "Mastico un p? il Dakota, ma non riesco a capire quello che dice...."!Non ci trovo niente di strano, dato che di lingue indiane Tex e pards ne devono conoscere parecchie, ma penso che sia impossibile che le capiscano tutte così facilmente!! :trapper:
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  • Rangers

Nei giorni scorsi mi son riletto i numeri precedenti, in modo da aver ben chiaro tutte le sfumature di questa "storiona"!!! :)Anche se mi piacerebbe rileggerla una seconda volta per intero provo a dare un commentino. Ebbene la terza parte conclusiva mi è piaciuta tantissimo, innanzitutto non ho mai avuto la sensazione di arrivare col fiato corto, in poche parole la mia impressione è che finalmente non abbiamo un finale veloce (come purtroppo è capitato in tempi recenti), ma la storia ha seguito il suo corso naturale. In particolare ho ritrovato i miei vecchi amici: Carson, Tex e il giovane Kit come non rivedevo da tempo!!Già nei due albi precedenti li avevamo visti in forma perfetta, cosa confermata appieno in questo stupendo e coinvolgente terzo albo!!

A parte Kit Willer, che non partecipa alle scene d'azione più infuocate, ma di cui ci vengono mostrate le sue doti di segugio Navajo, in grado di ritrovare una traccia in un territorio estremamente selvaggio, Tex e Carson passano da un'azione all'altra, schivando una vera e propria pioggia di piombo e avvicinandosi tutti insieme pian piano alla verità. Abbiamo almeno tre scene veramente mitiche, che entreranno giustamente tra le più belle della serie:- la fuga di Carson e Luke, inseguiti da una posse di trenta uomini, tutti armati di fucili. In questa scena il grande vecchio cammello dimostra la sua abilità in grado di voltarsi sul cavallo in corsa e di centrare gli inseguitori!! :inch: - la comparsa di Calamity Jane, il misterioso vendicatore di cui già qualcuno aveva sospettato l'identit?, che combatte a fianco di Tex, entrambi con una mira micidiale (contate i morti ;) )!!- e il finale quando viene consegnata l'ultimissima carta, nel leggendario saloon numero 10 a Deadwood, tra una sorpresa e l'altra!!! :D
Non voglio spoilerare eccessivamente (so che qualcuno non ha resistito e ha letto sotto gli spoiler); ci sarebbe da dire moltissimo su questa storia!!!I disegni di Font mi sono piaciuti, ambienti accurati, personale la rappresentazione del misterioso vendicatore. Il suo punto debole rimane la raffigurazione dei volti dei pards, anche se il Tex peggiore è per me quello del secondo albo!! Voto: 9 e mezzo!!!Buona lettura!!! :trapper:
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Storia complessivamente buona, giallo ben congegnato, anche troppo ! In effetti ho dovuto rileggermi tutto daccapo: sarà proprio un segno di positivit? ?Comunque, in questa terza parte, le scene d' azione abbondano, con i pards, sicuramente, in gran spolvero ( grande il vecchio cammello piroettante sul cavallo ! ). E poi, questa è stata un' avventura dove si è respirata anche un po' di Storia del West ( con le maiuscole ). Detto cio', passiamo alle "dolenti" note. Dolenti per me, s'intende. Intanto i dialoghi: sicuramente piu' sciolti e briosi, anche piu' ironici ( fra i pards ) rispetto alle ultime storie proposteci da Boselli ma, secondo i miei gusti, ancora troppo "berardiani" o "kenparkeriani" che dir si voglia. Mi è sembrato che, quasi quasi, Boselli abbia usato piu' un linguaggio texiano per Calamity Jane che per Tex stesso. Poi c'è la costante del personaggio ( Calamity in questo caso ) che affianca, immancabilmente, i nostri e che, pur nello sviluppo logico della storia, volente o nolente ha l' ultima parola ( vedasi, al riguardo, fra i tanti esempi, quanto successo con gli albi "Tornado", "Omicidio in Bourbon Street", quest' ultimo, ecc. ). Insomma il classico "sparring partner", l' amico un po' speciale, che poi tanto "sparring" non ?. Cosi' come Luke, l' ennesimo "redento" di turno che, a onor del vero, in questa occasione fa meno "ombra" ai nostri pards ma che è protagonista, con gli stessi, di siparietti stucchevoli: vedasi, al riguardo, i dialoghi a pag. 19, 25, 80 e 81, 90, 97 ed il "volemose bene" finale. Insomma, secondo il mio personalissimo parere, ho come l' impressione che, per certi aspetti, il buon Boselli, checch? se ne professi un suo ossequioso discepolo, stia "virando" ( o lo ha già fatto ) su binari "berardiani" ( come già sopra accennato ) piuttosto che su quelli GLBonelliani. Non so se questa "evoluzione" ( tanto osannata da critici fumettisti e non ) in nome della "modernizzazione" di Tex sarà positiva. Qui?n sabe ?Sui disegni, li ho trovati decisamente migliori che negli altri due albi precedenti e, pur non essendo un grande estimatore di Font, debbo riconoscere che, comunque, il suo lavoro è stato di livello.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Ed eccomi qui, a commentare l'ultima fatica di Mauro Boselli. Nel complesso, mi sentirei di poter tranquillamente affermare che la storia che abbiamo appena terminato di leggere potr?, e a ragion veduta, essere annoverata tra quelle che sono in assoluto le migliori storie prodotte dall'autore Milanese. Seppur la storia non sia scevra, almeno sul piano meramente personale di "piccoli difetti" ( ma quale storia per noi lettori non lo e'???? :D :D :D ) direi che LA MANO DEL MORTO è indubbiamente una grande, grandissima storia texiana. Gli elementi ESPLOSIVI ci sono tutti, una trama complessa, intricata che affonda le sue radici in un tragico passato, personaggi STORICI a far qua e l' la loro "comparsata", dialoghi ben alternati tra le "scanzonature tra pards" e momenti di profonda riflessione, una sagace alternanza e miscela di mistero e azione ( quest'ultima concentrata soprattutto nell'ultima parte ). Molto ben caratterizzati i tre pard protagonisti di questa avventura, con un Carson che seppur "spalla", si mostra tonico e attivo, così come ho molto apprezzato la figura più "indipendente" e meno "adolescenziale" del giovane Willer il quale, a causa della sua avventatezza e della sua inesperienza cade in "trappola" ma, essendo degno figlio di suo padre riesce elegantemente a cavarsi dai guai!! Se proprio dovessimo "spaccare il capello" ( per non dire qualcos'altro :P :P ) forse sarebe stato meglio dare più "respiro" al retroscena storico legato alla vecchia deadwood, magari appprofondendo con qualche flashback ( anzich? coi più "realistici" ma meno spettacolari racconti ) il rapporto che legava Calamity Jane e Wild Bill, ma a parte questa piccola "pecca" direi che la storia si merita praticamente il massimo dei voti : 10

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E' sicuramente il giallo più "a la" Agatha Christie mai comparso nella saga di Tex; in quanto altre storie (tipo In nome della Legge, l'uomo nell'ombra, Fuga da Anderville) avevano sè il finale a sorpresa o l'identit? dei cattivi celata, ma erano storie d'avventura pura. Qui invece (in ciò la grande bravura di Boselli) abbiamo i classici momenti in cui chi indaga "tira le somme", alternati a momenti di azione e a colpi di scena. Ed alzi la mano chi non ha dovuto andarsi a prendere almeno una volta i vecchi albi per rinfrescare situazioni, personaggi, fotogrammi, particolari! Proprio come nella lettura di un vero e proprio giallo, dove gli indizi guidano il lettore più attento, e l'indagatore segnala (ex post) l'importanza degli indizi stessi al lettore meno scrupoloso. Addirittura geniale il finale, con Tex che avalla una soluzione della vicenda tutt'altro che politically correct (.... finalmente!!!!). Siccome, poi, devo fare (come di consueto :D) la "maestrina", segnalo che c'è un errorino nell'ultima vignetta di pag. 110 con una "doppia negazione" messa in bocca a Mann (ci voleva "alcuna" al posto di "nessuna").

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Il capitolo finale di questa storia è stato decisamente all'altezza dei due precedenti, e anche se di sicuro la rilegger? tutta credo proprio che si possa parlare di una storia che rimarr? senza dubbio nella memoria di molti lettori! Praticamente non c'è nulla fuori posto,

a parte il fatto che mi è sembrato un p? strano il fatto che quando Tex, Kit, Luke ed il notaio vengono aiutati da Calamity Jane (la cui identit? è ancora sconosciuta) a Denver non provano neanche a cercare di risalire a chi sia veramente a chi gli ha dato una mano
e personalmente direi che un 10 ci sta tutto! Suspance, mistero e azione miscelati con maestria per creare una trama che è entrata nella storia della serie come una delle più riuscite!I disegni sono buoni, e si adattano bene all'atmosfera della storia.
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Attendevo questo albo con trepidazione, impazienza, e lo ammetto, con un p? di paura... non perchè non mi fidassi della maestria di Boselli, ma perchè temevo che un finale non all'altezza potesse rovinare una storia che mi stava a dir poco entusiasmando. E devo dire che i miei timori erano infondati!Questo terzo albo è stato magnifico, spettacolare, superbo!Boselli ci ha regalato un vero e proprio CAPOLAVORO!, una storia che entra di diritto nell'olimpo texiano, e che eguaglia i vertici de "Il passato di Carson"-secondo me "La mano del morto" gli è perfino superiore. Grande Boselli, comlimenti e grazie!!E Font, nonostante qualche difettuccio,? un autentico Maestro!

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Anche per me è finalmente venuto il momento di un commento articolato sull'intera storia.

Se qualcuno non l'ha ancora letta, meglio se non legge le righe successive. :indianovestito:


Diciamo subito che la storia mi è piaciuta molto. Sia i pards che i comprimari sono caratterizzati magnificamente. I dialoghi sono azzeccatissimi. Che Boselli scriva diversamente da GLB non ci piove, ma trovo veramente difficile che qualcuno possa davvero contestare i dialoghi di questa storia... anche se so benissimo che c'è chi l'ha fatto e chi lo farà, ahimè. :capoInguerra:
Certo, se vi piacciono solo le storie estremamente lineari, dove non c'è bisogno di capire nulla, dove esiste solo l'azione, è chiaro che questa storia non fa per voi. :capoInguerra:
Boselli, come ha già dimostrato in passato, mescola benissimo la storia con la S maiuscola con la fantasia. Tutto il retroterra storico della vicenda è corretto, compreso il fatto che al secondo processo McCall fece i nomi di John Varnes e Tim Brady e che Buffalo Bill e Colorado Utter diedero loro la caccia senza trovarli. Da qui in poi Boselli lascia mano libera alla sua fantasia e si inventa un epilogo intrigante all'intera vicenda. :inch:

Parlando dei protagonisti non si può non sottolineare la magnifica figura fatta da Kit Carson, che si dimostra perfettamente in grado di cavarsela da solo in più di un'occasione e sforna anche battute ironiche e taglienti quando occorre. :inch:
Confesso di avere un p? di preoccupazione di ritrovare il mese prossimo il Carson imbranato e brontolone a cui ci ha purtroppo abituato Nizzi nelle sue storie degli ultimi anni. :bisonte:
Non si può non rimarcare anche come Boselli ci presenti un ottimo Kit Willer, giustamente scavezzacollo, ma anche duro e tenace quando occorre, proseguendo in un cammino di "rivalutazione" dei pards, peraltro già iniziato con "Il passato di Carson". Un solco, peraltro in cui pare essersi inserito anche Faraci, vista l'ottima figura del suo Kit Willer nella storia precedente a questa. : :inch: :

Menzione specaile per Luke Harrigan. Confesso che la sua "redenzione" all'inizio ha fatto storcere il naso anche a me, ma poi mi sono reso conto che Boselli stava gestendo il suo cambio di barricata con notevole sensibilit?. Luke non è stato folgorato sulla via di Damasco, il suo cambio di bandiera avviene poco a poco e gli stessi pards, Carson in primo luogo, ci mettono parecchio a fidarsi. Il momento centrale è sicuramente quando Carson rimane appiedato durante lo scontro con lo sceriffo di Denver ed i suoi uomini e Luke, dopo un attimo di esitazione, sceglie di tornare indietro ed aiutare l'anziano ranger. Dice di averlo fatto per motivi egoistici, ma a mio parere non è esattamente così. :indianovestito:

Ed eccoci, infine, ai ben quattro personaggi storici che fanno la loro comparsa in questa storia.
Oltre a Wild Bill Hickok, il cui ruolo unico è quello della vittima, abbiamo, in ordine di apparizione: Buffalo Bill, Texas Jack (anche se non è chiarissimo quale dei due Texas Jack sia, visto che il padre, che aveva recitato con Cody, mor? nel 1880 e questa storia, con ogni evidenza, dovrebbe svolgersi più avanti nel tempo) e Calamity Jane.
Se Texas Jack è poco più di una comparsa, Buffalo Bill è colui che permette ai pards di indirizzarsi sulla giusta pista per risolvere i misteriosi omicidi ed è un peccato che il suo ruolo si riveli, alla fine, marginale, confesso che non mi sarebbe dispiaciuto vederlo coinvolto nell'azione e reincontrare la sua vecchia amica Calamity. Sempre a proposito di Buffalo Bill, c'è chi si è lamentato che all'inizio venga presentato in modo eccessivamente macchiettistico, ma bisogna dire che a quell'epoca era stato lo stesso Cody a fare di se, consapevolmente, una sorta di macchietta. :indianovestito:

Venendo finalmente a Martha Jane Canary, alias Calamity Jane, ammetto senza problemi di essere stato tra coloro che non credevano che lei fosse il vendicatore misterioso. Il mio scetticismo era basato su due semplici considerazioni: 1) fino all'inizio del secondo albo non era chiaro che le morti di Varnes e Deadwood Dick erano state commissionate da personaggi diversi da chi avrebbe poi collocato le carte da gioco e non ritenevo possibile che Calamity Jane potesse essere coinvolta in un complotto per assassinare vigliaccamente delle persone. Quando, però, è diventato chiaro che il misterioso vendicatore era sulla stessa pista di Tex e soci e che il suo obiettivo era una sorta di giustizia privata amministrata in modo leale, l'ipotesi Calamity Jane ha ripreso quota. E qui entra in gioco la seconda considerazione: per tutta una serie di motivi troppo lunghi da analizzare, mi ero convinto che Sergio Bonelli fosse contrario all'uso di Calamity Jane, ma evidentemente e per fortuna Mauro è riuscito a convincerlo. :inch:
Tra le altre cose, adesso capisco perchè quando, quattro anni fa, ebbi l'occasione di riferire a Boselli che Gino D'Antonio (che avevo avuto l'onore e fortuna di conoscere alla SBE durante un viaggio a Milano assieme a Civitelli) stava pensando ad un soggetto in cui Tex avrebbe incontrato Calamity Jane, Borden ebbe una strana reazione, quasi di delusione. Non è escluso che stesse pensando già a questo soggetto e temesse che la storia di D'Antonio potesse in qualche modo bruciare i suoi progetti. Alla fine D'Antonio mor? prima di poter scrivere quella storia e le altre due di cui aveva in mente il soggetto ed è un vero peccato. Mi piace, però, pensare, che alla fine Borden questa storia l'avrebbe comunque scritta. :generaleN:

Tornando alla storia, una cosa da notare è come, in fondo, l'identit? di coloro che parteciparono al complotto contro Wild Bill sia assolutamente secondaria rispetto allo sviluppo di tutto l'intreccio. Ciò che conta sono le azioni di Tex del misterioso vendicatore. Non vi sorprender? di certo se vi dico che avevo da tempo dedotto che Tim Brady doveva essere o Mr. Black (ipotesi per cui propendevo) od il quinto destinatario delle carte da gioco da incontrare a Deadwood.
Quanto alla scelta di Tex di mettersi dalla parte di Calamity Jane e consentirle di portare a termine la sua vendetta in barba alla legge, è quanto di più coerente con la sua storia Tex potesse fare, visto il suo comportamento quando gli hanno ucciso padre, fratello e moglie. :colt:

I disegni di Font mi sono piaciuti, ad onta del fatto che tende a fare i tre pards forse eccessivamente magri. Calamity Jane, in particolare, l'ho trovata azzeccata: abbastanza aderente all'originale ed anche se non è bella, Font non è comunque riuscito a farla davvero brutta. :lol:

Un paio di note finali:

1) rimanendo aderente ad una prassi tipica delle traduzioni usate in Italia sia nei film che nei fumetti western, Boselli ha nelle sue storie quasi sempre usato indiscriminatamente per indicare i tutori della legge il termine sceriffo anche per tradurre il termine inglese Marshal (a dire il vero in "Ombre rosse" lo traducono "Maresciallo", traduzione correttissima dal punto di vista letterale, ma che ho sempre trovato fuori luogo nel contesto :indianovestito:), che indica il tutore dell'ordine nelle cittadine, nominato e pagato dai residenti. In questa storia, però, il termine sembra usato sempre correttamente. Sia Phoenix che Denver che Deadwood, infatti, essendo già all'epoca capoluoghi di Contea, erano sede di uno sceriffo. Occorre, però dire, che il primo sceriffo di Deadwood fu nominato solo dopo la morte di Hickok e che Boselli ha perduto l'occasione di inserire nella storia un altro personaggio storico: lo sceriffo di Deadwood Seth Bullock, appunto, che forse alcuni di voi conosceranno come il protagonista del telefilm "Deadwood" ed interpretato da Timothy Oliphant. Magari Boselli non ha voluto esagerare coi personaggi storici ed ha preferito usare uno sceriffo fittizio e corrotto. Di certo il fittizio sceriffo Banner (che, peraltro, all'epoca in cui Wild Bill era vivo difficilmente poteva essere già sceriffo, visto che la cittadina era un insediamento illegale che, del resto, non avrebbe neanche dovuto avere un giudice :indiano:) ci perde nel confronto con Bullock. :colt:

2) Vorrei far notare che Boselli cita nel terzo albo una storia di Nizzi, ovvero "Congiura contro Custer" (più precisamente l'albo "Little Bighorn") e forse, nel finale, anche "I Lupi del Colorado" (quando Kit dice che alcuni dei suoi migliori amici sono stati dei fuorilegge). A Boselli è capitato più di una volta di farlo, ma Il suo collega in tutti questi anni non ha mai ricambiato il favore. :colt:

E con questo è davvero tutto.

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E' vero, lo ripeto: una grandissima avventura. Con questa storia sono peraltro riuscito dopo anni e anni di tentativi a coinvolgere nella lettura di tex il mio fratellino di 16 anni, anche a lui La mano del morto è piaciuta moltissimo e in questi 3 mesi ci siamo più volte confrontati sull'identit? dei mandanti e su quella del vendicatore e a fine storia abbiamo espresso insieme i nostri giudizi a riguardo, è stato davvero bello e spero ricapitino presto altre occasioni!

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Voce fuori dal coro, la mia.
L'unica cosa che ho gradito davvero è stata la copertina.
Bellissima, da incorniciare.

Non sono un grande fan dei disegni di Font,
e la storia, opinione strettamente personale, si trascina confusa in puro stile boselli, in un susseguirsi di azioni che non riescono a coinvolgere fino in fondo chi legge.

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  • Collaboratori

Prima di un mio commento più articolato ( che tempo permettendo avrà il piacere di scrivere durante questa settimana ) riporto anche il giudizio del mio vecchio zio, che inutile dirlo è completamente avulso dal contesto forum. Piccola e doverosa premessa, costui, cresciuto col Tex fascia 1-100 al quale è ovviamente sentimentalmente legatissimo tanto da giudicarle le storie migliori mai scritte ( contro il mio parere, ovviamente ), delle storie scritte negli ultimi anni ha dato sempre un giudizio negativo o comunque "strano" almeno secondo i miei canoni di giudizio, nel senso che rivaluta episodi per me facilmente contestabili ( leggi certe storie di Nizzi ) e contemporaneamente mi affonda storie "con gli attributi" ( o comunque, sempre riferendoci a Nizzi, storie dove il livello qualitativo sembra più alto del solito ). Comunque sia, opportunamente "stuzzicato" dal sottoscritto che puntava sulla struttura narrativa decisamente "complicata" per fargli sputare l'ormai classico "... brutta storia!", si è visto rispondere invece con somma sorpresa con un "... gran bella storia!". Credo che Borden abbia di che ritenersene soddistatto, dal momento che trattasi di un lettore ostico dai gusti terribilmente difficili ( almeno in materia texiana ). Se riesco a farlo parlare ( anche perchè non si sbottona mai troppo e si limita, come si è visto, praticamente solo a dei giudizi lapidari ) riferir? di cosa gli è piaciuto in questa storia!

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Certo, se vi piacciono solo le storie estremamente lineari, dove non c'è bisogno di capire nulla, dove esiste solo l'azione, è chiaro che questa storia non fa per voi.  :capoInguerra:

Non è il fatto di capire tanto, poco o nulla.

Boselli è un bravissimo sceneggiatore. Su questo, credo, non ci sono dubbi.
Pero', caro Carlo, in ogni sua storia, Boselli fa un uso spropositato di "ingredienti" e non sempre questo è indice che possa andare bene per Tex.
"In medio stat virtus"...... :rolleyes::);)

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Non è da me aspettare tanto per fornire il mio giudizio, ma stavolta mi voglio concedere il tempo per una seconda lettura approfondita. Solo tre veloci notazioni:a ) La struttura narrativa è assai particolare, ruotando la storia non sulla ricerca dei colpevoli , ma sul mistero riguardante il vendicatore. b ) Font ha un pregio, il saper conferire continuo movimento alle figure, ma lo trovo tremendamente melenso, soprattutto nella resa dei visi. c ) La vera Calamity Jane era molto peggio della bella ragazza fontiana!

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Ottima , grande storia. Sicuramente una delle migliori della fascia 500. La storia mi ha tenuto con il fiato sospeso fino alla fine, non solo per scoprire chi era il famigerato vendicatore misterioso, ma anche con il colpo di scena finale della quinta carta della mano del morto. A me le storie che hanno come spunto fatti realmente successi piacciono molto, anche come spunto per poi approfondire e allargare la conoscenza personale con ricerche successive. Storia tipicamente boselliana con vicende intricate e molti personaggi di contorno. Il che secondo me non è una cosa negativa, preferisco storie che mi facciano, per così dire, lavorare la memoria per tenere il filo del discorso. Non amo molto le storie lineari dove tutto è già intuibile dopo qualche pagina. Ottima anche la prestazione di Carson che, dimostra a qualcuno di non essere solo un vecchio rottame brontolone, ma un uomo capace ancora di acrobazie a cavallo. Superba anche la caratterizzazione di Kit Willer, da cinque mesi sugli scudi. Un record. Un discorso a parte per i disegni. Essi, a mio avviso, risentono ancora più del soggetto del gusto personale. Font è un autore che o piace o no, non ha mezze misure. A me piace, e molto, però capisco che possa non soddisfare tutti i palati. La sua rappresentazione di Calamity è buona, sono andato a cercare qualche foto, e da giovane diciamo che era passabile. Il tempo però non ha giocato a suo favore.

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@SamStone: è vero che non si possono sapere tutte le lingue, ma ho sempre pensato che il dakota, tra le lingue indiane, rientrasse nel range di quelle che oggi potremmo paragonare all'inglese o al francese, universalmente conosciute. Ciò detto, un commento alla storia, che per necessit? sarà molto veloce. Molto bella, a mio parere degna di un 9 complessivo. Ho apprezzato molto l'incursione storica nella leggenda di Wild Bill e di

Calamity Jane (che comunque avevo già sgamato quando Kit trova un diario con le iniziali MJC :D )
e ritengo positiva la gestione dei pards da parte di Boselli, per quanto - ma è un modus operandi tipico di Borden - nessuno dei tre assuma il vero ruolo del protagonista. Questo non impedisce comunque che i nostri eroi emergano e risaltino in una recita corale che vede ben presente anche il pentito Luke Harrigan. E soprattutto vediamo nuovamente un Kit Willer che si avvia, a mio parere, a riprendere quel posto nella serie e nel cuore dei lettori che una gestione infelice gli aveva fatto perdere. Con la speranza di non vedere più amici o fidanzate che muoiono ai suoi piedi. Un neo: un Buffalo Bill che compare vestito da pagliaccio o già di l' all'inizio della storia (giusto per collegare i pards agli eventi seguiti all'assassinio di Hickock) e scompare poi del tutto, al punto che io, immaginando verso la fine un suo incontro con
Calamity Jane
ne sono rimasta un tantino delusa.
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Purtroppo la mia impressione non è cambiata dopo aver letto il secondo e terzo albo: la storia mi ha piuttosto deluso rispetto alle aspettative sempre alte che mi suscitano i lavori di Boselli.
Notevole la sequenza del treno, all'interno di un secondo albo che è il più interessante dei tre, grazie all'alternanza fra le sequenze d'azione di Tex/Carson e l'alone di mistero che circonda il percorso di Kit, scandito da un ritmo più lento.

Il problema principale sono i disegni: Font punta molto sul dinamismo dei personaggi, ma il suo modo di rappresentarlo mi è indigesto; anche le espressioni facciali urtano parecchio le mie preferenze.
Della sceneggiatura fila abbastanza bene l'intreccio, che pur se complesso viene snodato senza lasciare incongruenze n° dubbi.
Ma i dialoghi, quelli proprio no: troppi, invadenti e fuori luogo (celebrativi persino nel mezzo di una scena d'azione potenzialmente drammatica), tranne quelle rare eccezioni dove prevale la sobrietà, come nel rapporto fra Kit Willer e l'indiano da lui catturato.

Molta enfasi e poco realismo, ed alla fine il termine che meglio riassume il mio giudizio sulla storia è il seguente: artificiale.

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Dopo aver riletto tutti e tre gli albi, provo anch'io a fissare le mie impressioni su "La mano del morto". Come ha detto Tahzay, si tratta anche per me di una storia molto più "gialla" della media texiana, anche se mi sento di aggiungere che tale è soprattutto per i pards e per il lettore, visto che Calamity Jane ha fin dall'inizio le idee chiare su cosa fare e chi punire e che di fatto per Tex è molto più semplice arrivare all'identit? del misterioso "vendicatore" che comprendere quale sia stato il preciso ruolo nella morte di Hickok di ciascuno dei cinque colpevoli. Colpevoli che, del resto, a differenza dell'"uomo di Flagstaff", di Winfred Macredy o di Howard Walcott adottano una linea di comportamento tutto sommato passiva

( forse credendo di dover temere soprattutto un avversario pronto ad adire le vie legali, mirano semplicemente a liquidare i testimoni, mentre, pur essendosi dati tanta pena nel controllare per ben sei mesi il loro ex complice Varnes, non hanno affatto pensato di indagare su chi volesse tanto la loro pelle. Boselli sembra implicare che non lo sappiano di preciso neppure loro, ma IMHO non sarebbero occorsi tanti sforzi per capirlo: sarebbe bastato far cantare - e non uccidere sic et simpliciter - l'avvocato che aveva fatto assolvere l'assassino di "Wild Bill" dopo che aveva reso la sua confessione a Calamity Jane; la cosa avrebbe non solo chiarito le loro idee, ma avrebbe loro consentito di passare da prede a cacciatori, organizzando un bell'attentato per eliminare la mitica tiratrice del West e magari Buffalo Bill, in modo da togliere di mezzo qualunque aspirante vendicatore di Hickok )
che diminuisce alquanto la drammaticit? della storia. Più attivi, intraprendenti e pericolosi, nei limiti delle loro possibilità di azione, sono IMHO alcuni dei loro tirapiedi, ovvero Mr. Black e Harrigan, soprattutto il secondo, che (
dopo aver seminato i due pards e aver progettato persino un'imboscata ai loro danni
giunge ad un passo dal farla a Tex e Carson
venendo tradito un po' dal nervosismo che spesso prende i nemici dei pards alla vista del traguardo, ma più ancora dal carattere da oca della saloon girl che sceglie per usarla come copertura, ..... in tutti i sensi ;);) )
;le scene del secondo albo in cui si confronta coi pards sono anche per me il momento migliore della vicenda. Anche gli altri scontri a fuoco mi paiono ben gestiti e risolti, con Tex e soprattutto Carson in ottima forma, ben affiancati da Calamity Jane e anche da Harrigan, il cui "salto della quaglia" è gestito da Boselli in maniera meno "lirica" di altre volte, ma in modo comunque convincente ( per quanto Carson, non so se per una reminiscenza del Texone di D'Antonio o di certe situazioni de "Il fuggiasco" si mostri non solo comprensibilmente diffidente e ostile, ma forse un po' troppo acido ); per contro ( ma si tratta di una menda IMHO secondaria ), come altri hanno detto prima di me, anche qui si fa talora avvertire l'eccessiva propensione di Boselli allo scambio di complimenti tra i "buoni". Anche per quanto riguarda il ruolo di Kit Willer vi sono IMHO alcune perplessit?, giacch?, se è vero che in una circostanza recita da "deus ex machina"
salvando la pelle di Carson ed Harrigan
, non si può a mio avviso dimenticare che
nell'inseguimento con il Dakota al servizio di Calamity Jane, se il suo avversario avesse voluto o dovuto liquidarlo, avrebbe potuto ammazzarlo con le frecce o farlo morire di sete ( dopotutto anche Piccolo Falco si prospetta tali possibilità alternative, allorch?, assetato e appiedato, cerca di farsi forza con un curioso ricorso al "training autogeno"
. Meno condivisibile mi pare invece la critica, avanzata in altri spazi informatici,
secondo cui Tex non avrebbe dovuto avallare le azioni di Calamity che, offrendo un duello a gente non esperta nelle armi, avrebbe commesso degli omicidi mascherati: quante volte il nostro ranger si è comportato allo stesso tempo da giudice, giuria e boia, talora [ come col trafficante d'armi che sorprende in "Sabbie insanguinate" ( nn. 188 - 189 ) adottando le stesse soluzioni della famosa tiratrice
?Insomma, IMHO la vicenda sembra dunque molto leggibile e ben costruita nella sua complessit?, anche se in un certo numero di particolari il modo in cui l'autore orienta la sceneggiatura si nota in maniera un po' troppo evidente, cosa che a mio avviso ne diminuisce un po' l'impatto emotivo. Quanto ai disegni di Font, mi sembra di dover riconoscere che l'artista catalano ce l'ha messa tutta per reggere al meglio l'onerosa prova, ottenendo IMHO risultati abbastanza buoni nella resa degli ambienti e dei personaggi minori ( Calamity Jane inclusa; alquanto disuguali, ma più gradevoli che in tante altre sue storie, mi sono apparsi invece i due Willer, mentre Carson e Buffalo Bill, affidati alla sua matita, sono parsi ahimè un po' troppo spesso tendenzialmente caricaturali e macchiettistici ( per il secondo dei due anche la sceneggiatura dava del resto una certa mano, anche se è giusto ricordare che anche GLB non vedeva Willam Cody in modo molto positivo ). In sintesi, IMHO:soggetto 8sceneggiatura 7,5disegni 7 +
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Bellissima questa storia, ed avendo dimenticato di comperare "Quel treno a mezzogiorno", recuperato a fine mese mi sono trovato a leggere quest'ultimo a distanza di circa 10 giorni da "Deadwood" e l'ho letta quasi di un fiato. La sorpresa maggiore lo avuta quando c'è stato, e non visto, il finto duello tra Calamity Jane e Carl Mann che alla fine era tutto un bluff, e per un attimo ho pensato che il fante di quadri fosse destinato a lui!!.. Sapendo dalla vera storia di Wild Bill che i due erano amici mi è venuto un coccolone. Stupendo Boselli!!

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Ho letto un p? di commenti in giro per la rete su questa splendida storia, sia nel nostro forum che in altri, e ho avuto la riconferma di una cosa che ho capito da tempo:i lettori di Tex sono quanto di più incontentabile esista nel panorama fumettistico italiano!Cercando un motivo a questo fatto, mi sono trovato una risposta sicuramente banale e certamente parziale:credo che ogni lettore ha il suo Tex. Cioè, ogni lettore ha la sua idea di Tex, che può essere ben diversa dall'idea di Tex che ne aveva Bonelli o che ne ha ora Boselli. Aevoglia a parlare di quale sia il vero Tex, di chi sia più fedele al canone tra Nizzi o Boselli, di quanto sia stato "traditore" Nolitta... discorsi inutili!Ognuno ha il suo Tex, e cioè il Tex che si è costruito quando era bambino, o che si è costruito nei primi tempi in cui ha iniziato a leggere il fumetto. E questo vuol dire che:se sei del'48 o già di l', per te l'unico vero Tex è quello che arriva(al massimo!)quando Kit diventa grandicello;se hai cominciato a leggerlo negli anni '70 il vero Tex è quello del cosidetto "periodo d'oro";se hai cominciato col Tex di Nizzi quello è l'unico o il miglior Tex, e via scorrendo... per alcuni il vero o il miglior Tex può essere quello di Nolitta, o quello di Nizzi, o quello di Boselli... Inoltre bisogna aggiungere che:se Tex è un eroe che vive da 60 anni,? anche perchè è un personaggio che ha una grande capacità:quella di inserirsi e formare, e di avere comunque un piccolo posto, all'interno della nostra coscenza, del nostro cervello, e del nostro cuore... Ma siccome le nostre coscenze, i nostri cervelli e i nostri cuori sono diversi da quelli di molti altri, ecco che il Tex che noi abbiamo elaborato sarà molto diverso da quello di molti altri. E quindi:qual'? il vero Tex?Nessuno è il vero Tex. Tutti sono il vero Tex. E di certo, può essere che il Tex di Boselli non sia il mio Tex. E'colpa di Boselli?E' colpa mia?... non è colpa di nessuno. Quindi concludo dicendo poche cose:non facciamoci pippe mentali eccessive;mettiamo da parte i pregiudizi su cosa è e cosa deve fare Tex;e non attacchiamoci alle pochezze, e cioè:? vero che il Tex di "La mano del morto" ride poco o comunque meno del Tex bonelliano, ma è altrettanto vero che il Tex di questa storia fa altre cento cose che lo rendono UGUALE al Tex bonelliano. Aggiungo una cosa:non solo il lettore texiano è il più spaccaballe tra i lettori di fumetti, ma è forse anche quello che "se la gode" di meno... e questo è un peccato, soprattutto se il giudizio negativo su una grande storia come "La mano del morto" deve dipendere dal "questo non è Tex","questo Tex ride poco" eccetera eccetera... io credo che sia l'ora di finirla con queste inutili pippe mentali.

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