Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[593/595] La Mano Del Morto


Sam Stone
 Share

Voto alla Storia  

84 utenti hanno votato

Non sei abilitato/a a votare al sondaggio o a vederne i risultati. Si è pregati di collegarsi o iscriversi per poter votare in questo sondaggio.

Messaggi consigliati/raccomandati

Ho letto un p? di commenti in giro per la rete su questa splendida storia, sia nel nostro forum che in altri, e ho avuto la riconferma di una cosa che ho capito da tempo:i lettori di Tex sono quanto di più incontentabile esista nel panorama fumettistico italiano!Cercando un motivo a questo fatto, mi sono trovato una risposta sicuramente banale e certamente parziale:credo che ogni lettore ha il suo Tex. Cioè, ogni lettore ha la sua idea di Tex, che può essere ben diversa dall'idea di Tex che ne aveva Bonelli o che ne ha ora Boselli. Aevoglia a parlare di quale sia il vero Tex, di chi sia più fedele al canone tra Nizzi o Boselli, di quanto sia stato "traditore" Nolitta... discorsi inutili!Ognuno ha il suo Tex, e cioè il Tex che si è costruito quando era bambino, o che si è costruito nei primi tempi in cui ha iniziato a leggere il fumetto. E questo vuol dire che:se sei del'48 o già di l', per te l'unico vero Tex è quello che arriva(al massimo!)quando Kit diventa grandicello;se hai cominciato a leggerlo negli anni '70 il vero Tex è quello del cosidetto "periodo d'oro";se hai cominciato col Tex di Nizzi quello è l'unico o il miglior Tex, e via scorrendo... per alcuni il vero o il miglior Tex può essere quello di Nolitta, o quello di Nizzi, o quello di Boselli... Inoltre bisogna aggiungere che:se Tex è un eroe che vive da 60 anni,? anche perchè è un personaggio che ha una grande capacità:quella di inserirsi e formare, e di avere comunque un piccolo posto, all'interno della nostra coscenza, del nostro cervello, e del nostro cuore... Ma siccome le nostre coscenze, i nostri cervelli e i nostri cuori sono diversi da quelli di molti altri, ecco che il Tex che noi abbiamo elaborato sarà molto diverso da quello di molti altri. E quindi:qual'? il vero Tex?Nessuno è il vero Tex. Tutti sono il vero Tex. E di certo, può essere che il Tex di Boselli non sia il mio Tex. E'colpa di Boselli?E' colpa mia?... non è colpa di nessuno. Quindi concludo dicendo poche cose:non facciamoci pippe mentali eccessive;mettiamo da parte i pregiudizi su cosa è e cosa deve fare Tex;e non attacchiamoci alle pochezze, e cioè:? vero che il Tex di "La mano del morto" ride poco o comunque meno del Tex bonelliano, ma è altrettanto vero che il Tex di questa storia fa altre cento cose che lo rendono UGUALE al Tex bonelliano. Aggiungo una cosa:non solo il lettore texiano è il più spaccaballe tra i lettori di fumetti, ma è forse anche quello che "se la gode" di meno... e questo è un peccato, soprattutto se il giudizio negativo su una grande storia come "La mano del morto" deve dipendere dal "questo non è Tex","questo Tex ride poco" eccetera eccetera... io credo che sia l'ora di finirla con queste inutili pippe mentali.

Se più di una volta ci capita di essere in disaccordo, stavolta sottoscrivo le tue parole al 500%.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

finalmente posso fare una recensione completa di questa storia, concentrandomi soprattutto sul terzo albo, visto che ho gia commentato gli altri due. Innanzitutto devo dire che aspettavo l'albo con trepidazione, viste le ottime premesse dei primi 2(a cui avevo dato un 9 complessivo.), e che, avendolo ricevuto in ospedale, ho avuto tutto il tempo per rileggermelo bene.

La storia è un susseguirsi di azione e adrenalina, che solo prima dello scontro finale rallenta è lascia spazio alle spiegazioni e alla soluzione dei misteriLa scoperta della colpevolezza giudice, rimasto nell ombra dell inizio alla fine, e stata per me un solievo, perchè mi sarebbe dispiaciuto se Carl Mann fosse stato il colpevoleI personaggi sono sempre ben caratterizzati, tutti, da Luke Harrigan, uno dei personaggi principali, alla sua "fidanzata" ballerina, una comparsaCaratterizzata benissimo, anche graficamente, è Calamity Jane, il vero protagonista della storia, uno dei pochi personaggi reali a entrare nel mondo di Tex. Il suo ruolo di vendicatrice è svolto alla perfezione, e l'alone di mistero che la avvolge è molto ben studiato. Unospettacolo
DISEGNIsono caratterizzati da un buon tratto, molto duro, ma che si addice bene alla storia. Il lavoro svolto sui volti è buono, nonostante lo stile dell' autore non sia quello che mi piace di piùNel complesso:SOGGETTO 9SCENEGGIATURA 9DISEGNI 9COMPLIMENTI! ;);)
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Condivido nella sostanza quanto scritto da Paco Ordonez, ma sdrammatizzerei notevolmente i toni. Parlare di "pippe mentali" e pregiudizi laddove un lettore, legittimamente, cerca di descrivere e condividere con gli altri le sensazioni lasciategli da una lettura, non mi sembra il massimo, come definizione. A me ad esempio piace moltissimo il Tex tormentato di Nolitta, e un po' meno quello "caterpillar" di Boselli, che prevede tutto in tempo, sa quale pista seguire, scavalca con disinvoltura le difficolt? e non viene mai catturato, preso a botte in testa, costretto alla fuga ecc. ecc.*; ma non ho nessuna difficolt? ad ammettere che l'ultimo lavoro boselliano è ineccepibile, e che anche il suo è un Tex sostanzialmente fedele ai canoni del personaggio. Solo che se le patate (che sempre patate rimangono, attenzione) mi piacciono più fritte che al forno, mi sento di poterlo dire, come di auspicare che lo chef me le faccia più spesso fritte, anche se le cucina al forno in modo sublime.* non a caso, l'opera di Boselli che più mi è piaciuta è "Patagonia".

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Beh, magari parlare di.... maneggiamenti mentali B) può non essere un'espressione delle più felici, ma abbiamo capito tutti - credo - quello che intendeva dire Paco. E' vero, il nostro punto di partenza quali lettori di Tex ha una grande rilevanza sul nostro metro di giudizio e di affezione. Per fare un esempio, se a me comincia a piacere una certa canzone eseguita da un certo cantante e con un certo arrangiamento, difficilmente mi piacer? allo stesso modo con un cantante e un arrangiamento diverso, anche se magari è considerata molto più bella o, addirittura, se quella fosse la versione originale. Il fatto è che la versione che ho sentito la prima volta mi dice qualcosa, e magari basta che cambi anche leggermente una tonalit? e già non mi d' più la stessa emozione; ciò non significa, però, che non mi piaccia o che mi metta a dare testate al muro se invece di cantarla Tizio la cantano i Caios & Sempronios. Il problema nasce quando invece di dire "Certo, mi piaceva di più la versione di Tizio perchè mi ricorda un momento bello della vita" cominciamo a discettare di diesis e bemolle rischiamo, IMHO, di non godercela come diceva prima il nostro Paco. Per Tex è lo stesso. Fermarsi continuamente a calcolare le volte che Tex ride, e quante di queste sono a tutta dentiera, piuttosto che i congiuntivi imperfetti che Tiger inserisce in una frase, o perchè questa volta Tex è caduto in trappola e si è fatto salvare da un neonato che cercava il ciuccio invece di perforare tutti i cattivi con un'unica pallottola d'infilata.... certo, possono tutti essere argomenti di un certo interesse, ma credo che il godimento e l'appetibilit? di una storia o di un albo sia molto più generale, come ci si gode un buon pranzo dall'inizio alla fine senza soffermarsi più di tanto a valutare se la pasta rigata assorbe il sugo meglio di quella liscia.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Per Tex è lo stesso. Fermarsi continuamente a calcolare le volte che Tex ride, e quante di queste sono a tutta dentiera, piuttosto che i congiuntivi imperfetti che Tiger inserisce in una frase, o perchè questa volta Tex è caduto in trappola e si è fatto salvare da un neonato che cercava il ciuccio invece di perforare tutti i cattivi con un'unica pallottola d'infilata.... certo, possono tutti essere argomenti di un certo interesse, ma credo che il godimento e l'appetibilit? di una storia o di un albo sia molto più generale, come ci si gode un buon pranzo dall'inizio alla fine senza soffermarsi più di tanto a valutare se la pasta rigata assorbe il sugo meglio di quella liscia.

Brava Cheyenne, hai capito perfettamente quello che volevo dire!Voglio precisare:nel precedente intervento non volevo certo fare il drammatico;e non volevo nemmeno risultare offensivo-p.... e mentali mi sembrava il termine migliore e perchè no, anche più simpatico :trapper: Dico un'altra cosa:io sono il primo ad essere affezionato alle bistecche alte tre dita e alle patatine fritte dorate al punto giusto! :trapper: Quando riprendo in mano qualche vecchia storia, sono scene come queste cha riprendo in mano:e questo succede soprattutto quando(e non voglio denigrare Tex con questo, anzi!)vado in bagno. Ora,? normale che quando mi rivedo qualche albo per puro divertimento o passatempo, non mi riprendo "La mano del morto":? una storia complessa, articolata, perfino un p? cervellotica:quale divertimento potrei avere da una storia così, quando vado in bagno e voglio una lettura più leggera?Non prendo "La mano del morto", ma riprendo per esempio "La banda del teschio", con i due pards meravigliosamente affamati e un Carson cascamorto(e mi diverto come se avessi ancora 10 anni)."La mano del morto" non si presta a una lettura leggera, non è una lettura leggera;di certo,? una lettura molto più pesante della media texiana(e comunque non stiamo certo parlando del "Cosè parl' Zarathustra"!!). Ora, questa sua complessit? è un difetto?Il fatto che Tex rida poco è un difetto(di questa storia e di questo Tex)?Il fatto che non ci viene mostrata la scena (che io amo e vorrei vedere ogni mese) delle bistecche e patatine, rende "La mano del morto" una storia poco texiana?Diciamola tutta:il fatto la storia che abbia poche scene divertenti, il fatto che non potr? portarmela in bagno per farmi due risate, la rende poco riuscita?Ripeto:a me il Tex divertente e divertito, spaccone, simpatico, sfottitore,? quello che piace di più:questo è un altro dei motivi per cui considero Nizzi il più grande sceneggiatore texiano del post Bonelli. Ma se il Tex di Boselli è in questo diverso dal Tex di Nizzi, non mi strappo certo i capelli!... e quando uscir? il Texone, non mi munir? certamente di una lente di ingrandimento per sgamare ad ogni costo la quantit? di sorrisi, gli eventuali errori, le incongruenze... Concludo, quindi, facendo un invito simpatico:non facciamoci prendere dalla sindrome di Ubc! :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Uhm.......
Io continuo a non capire (ma se ne è già parlato in mille altri topic) perchè molti di voi siano convinti che, allorquando un lettore muove una qualsivoglia critica ad una storia, vuol dire che - automaticamente - tanto consegua ad una lettura meticolosa, scandagliata o, comunque, "sofferta" della stessa.
Che il Tex di Boselli non assomigli a quello di Nizzi o di Nolitta (risultando, comunque, ugualmente valido ed accettabile, all'interno di storie ben fatte e perfettamente congegnate) non si evince certo dalla "conta dei sorrisi" fatta scena dopo scena; è una percezione assolutamente immediata, che giunge al lettore anche a seguito di una lettura del tutto piana e rilassata.
Non capisco cosa c'entri la "sindrome di Ubc", se per tale si intende la ricerca puntigliosa e pedante di errori, incongruenze o contraddittorietà; qui si sta parlando di sensazioni a pelle, di macro-strtture narrative, del "taglio" generale conferito alla personalit? ed al modo di comportarsi del protagonista della serie.
In sintesi, parlando a livello personale, il Tex di Boselli - che non è il mio preferito per tutta una serie di motivi - non mi ha minimamente guastato la lettura della "trilogia" della "Mano del Morto", n° mi ha impedito di rilevare la validit? e l'accuratezza della storia.
Non è che mi son bloccato alla prima vignetta in cui mi sarei aspettato (o avrei gradito) un rilassato sorriso del ranger, ho preso l'albo e l'ho gettato via... haha
E come me credo anche tutti gli altri.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Uhm.......
Io continuo a non capire (ma se ne è già parlato in mille altri topic) perchè molti di voi siano convinti che, allorquando un lettore muove una qualsivoglia critica ad una storia, vuol dire che - automaticamente - tanto consegua ad una lettura meticolosa, scandagliata o, comunque, "sofferta" della stessa.
Che il Tex di Boselli non assomigli a quello di Nizzi o di Nolitta (risultando, comunque, ugualmente valido ed accettabile, all'interno di storie ben fatte e perfettamente congegnate) non si evince certo dalla "conta dei sorrisi" fatta scena dopo scena; è una percezione assolutamente immediata, che giunge al lettore anche a seguito di una lettura del tutto piana e rilassata.
Non capisco cosa c'entri la "sindrome di Ubc", se per tale si intende la ricerca puntigliosa e pedante di errori, incongruenze o contraddittorietà; qui si sta parlando di sensazioni a pelle, di macro-strtture narrative, del "taglio" generale conferito alla personalit? ed al modo di comportarsi del protagonista della serie.

Puro Vangelo, amigo..... Puro Vangelo ! ;):)
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Io penso che il carattere dei personaggi sia da rapportare al tipo di storia che si va a raccontare. Faccio un esempio: Nel passato di Carson appare un Kit Willer senza n° arte n° parte, diverso da quello che siamo soliti vedere, ma perchè Boselli lo ha caratterizzato in questo modo? Semplice, perchè il suo ruolo all'interno della storia era quello di punzecchiare il padre fino all'esaurimento ai fini di farsi raccontare il passato dello zio, è un ben calcolato espediente narrativo postoci affinch? la storia arrivi a quel punto ( ovvero al passato di Carson ) e nella curiosità e nelle facce sbalordite di Kit willer si rispecchia anche il lettore che appura mano a mano insieme al giovane il resto della storia. In questo caso quindi Kit willer era colui all'oscuro della vicenda ma che voleva esserne informato, cosiccome anche il lettore ne era all'oscuro e nutriva la stessa curiosità. Se non vi è chiaro il concetto vi consiglio di leggervi un bellissimo romanzo di Emyly Brontie ovvero Cime Tempestose in cui la struttura narrativa è più o meno simile. Tornando invece alla Mano del Morto come già detto da altri, non è assolutamente una storia semplice e rilassata, ma piena di intrighi e sotterfugi, e cosiccome il lettore deve concentrarsi altrimenti perde il filo figuriamoci chi invece il mistero deve risolverlo, in una storia così ingarbugliata Tex capisce sin dall'inizio che dovr? farne di strada prima di sciogliere tutti i nodi e quindi rimane sempre attento e vigile concentrato sul caso che come già detto non '? di facile soluzione, anche i suoi pards lo sanno e non si perdono in inutili chiacchiere ma cercano in tutti i modi ( e ci riescono ) di rendersi utili. Prima di scrivere una storia penso che questi siano i primi punti su cui riflettere:Nella storia deve sempre esserci un personaggio che percorra la stessa strada del lettore, ne condivida dubbi e incertezze e si ponga gli stessi interrogativi ( Pu? essere Tex, può essere Carson e può essere Kit willer )Il carattere dei personaggi deve essere SEMPRE rapportato alla storia che si va a raccontare ( Una storia dai toni duri vedrà i protagonisti più seri e meno scherzosi, mentre invece una storia più rilassata vedrà i nostri ridere e scherzare)Cosiccome nella vita, anche nei fumetti ci sono diversi tipi di situazioni, e non tutte si possono affrontare col sorriso.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Io penso che il carattere dei personaggi sia da rapportare al tipo di storia che si va a raccontare. Faccio un esempio: Nel passato di Carson appare un Kit Willer senza n° arte n° parte, diverso da quello che siamo soliti vedere, ma perchè Boselli lo ha caratterizzato in questo modo? Semplice, perchè il suo ruolo all'interno della storia era quello di punzecchiare il padre fino all'esaurimento ai fini di farsi raccontare il passato dello zio, è un ben calcolato espediente narrativo postoci affinch? la storia arrivi a quel punto ( ovvero al passato di Carson ) e nella curiosità e nelle facce sbalordite di Kit willer si rispecchia anche il lettore che appura mano a mano insieme al giovane il resto della storia. In questo caso quindi Kit willer era colui all'oscuro della vicenda ma che voleva esserne informato, cosiccome anche il lettore ne era all'oscuro e nutriva la stessa curiosità. Se non vi è chiaro il concetto vi consiglio di leggervi un bellissimo romanzo di Emyly Brontie ovvero Cime Tempestose in cui la struttura narrativa è più o meno simile. Tornando invece alla Mano del Morto come già detto da altri, non è assolutamente una storia semplice e rilassata, ma piena di intrighi e sotterfugi, e cosiccome il lettore deve concentrarsi altrimenti perde il filo figuriamoci chi invece il mistero deve risolverlo, in una storia così ingarbugliata Tex capisce sin dall'inizio che dovr? farne di strada prima di sciogliere tutti i nodi e quindi rimane sempre attento e vigile concentrato sul caso che come già detto non '? di facile soluzione, anche i suoi pards lo sanno e non si perdono in inutili chiacchiere ma cercano in tutti i modi ( e ci riescono ) di rendersi utili. Prima di scrivere una storia penso che questi siano i primi punti su cui riflettere:Nella storia deve sempre esserci un personaggio che percorra la stessa strada del lettore, ne condivida dubbi e incertezze e si ponga gli stessi interrogativi ( Pu? essere Tex, può essere Carson e può essere Kit willer )Il carattere dei personaggi deve essere SEMPRE rapportato alla storia che si va a raccontare ( Una storia dai toni duri vedrà i protagonisti più seri e meno scherzosi, mentre invece una storia più rilassata vedrà i nostri ridere e scherzare)Cosiccome nella vita, anche nei fumetti ci sono diversi tipi di situazioni, e non tutte si possono affrontare col sorriso.

Ben detto. Complimenti! Borden
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Guest mariopapadia

Cosiccome nella vita, anche nei fumetti ci sono diversi tipi di situazioni, e non tutte si possono affrontare col sorriso.

Interessante. Peccato che cozzi contro delle caratterizzazioni ben sedimentati della serie, cosa che non dovrebbe essere, dal momento che Tex, Carson e Kit Willer non li ha certamente creati Boselli. Nella storia "l'orribile sortilegio" Tex e Carson scherzano mentre vanno incontro al pericolo, suscitando la meraviglia del Morisco che chiede loro come facciano. E uno dei due pard dice "se devi affrontare un guaio tanto vale farlo senza roderti le budella". Tex se la ride nelle peste, Kit Willer chiama i conflitti a fuoco "divertimento", Carson fa il menagramo ma è chiaro che ride in cuor suo. Questi passaggi cupissimi che l'autore inserisce nelle storie ci stanno come i cavoli a merenda. Vorrebbero essere drammatici, ma mancano di autentico pathos e anneriscono, non rafforzano le storie. Kit Willer, in Patagonia, fa il pianto greco, saluta il padre come se stesse per defungere e si abbatte al pensiero di non rivederlo più: una scena che è texiana quanto Tiger che lava i panni al fiume mandato dalla sua moglie imperiosa. Nolitta si è sentito molto libero di caratterizzare i pard, infatti se non fosse arrivato Nizzi la folla inferocita avrebbe demolito il suo ufficio :D, e le sue storie sono per la maggior parte storie di Zagor, che ci stanno, e qualche capolavoro atipico in quanto Nolitta è un genio. I pard dovrebbero essere in persona e le storie meno involute e barocche e più convincenti ed incisive, per avere una serie più vicina allo spirito che la rese grande. Attualmente la collana Tex è semplicemente una serie di racconti liberi con altri personaggi, che non mi sembrano niente di che. Facile è dire che è un discorso da tradizionalista: se io chiedo una birra e mi danno del sidro sarà tradizionalista, ma una birra volevo, non pretendevo che fosse quella che ho sempre bevuto ma lameno una BIRRA. Di Tex, da anni, rimane solo la splendida copertina di Villa.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Cosiccome nella vita, anche nei fumetti ci sono diversi tipi di situazioni, e non tutte si possono affrontare col sorriso.

Interessante. Peccato che cozzi contro delle caratterizzazioni ben sedimentati della serie, cosa che non dovrebbe essere, dal momento che Tex, Carson e Kit Willer non li ha certamente creati Boselli. Nella storia "l'orribile sortilegio" Tex e Carson scherzano mentre vanno incontro al pericolo, suscitando la meraviglia del Morisco che chiede loro come facciano. E uno dei due pard dice "se devi affrontare un guaio tanto vale farlo senza roderti le budella". Tex se la ride nelle peste, Kit Willer chiama i conflitti a fuoco "divertimento", Carson fa il menagramo ma è chiaro che ride in cuor suo. Questi passaggi cupissimi che l'autore inserisce nelle storie ci stanno come i cavoli a merenda. Vorrebbero essere drammatici, ma mancano di autentico pathos e anneriscono, non rafforzano le storie. Kit Willer, in Patagonia, fa il pianto greco, saluta il padre come se stesse per defungere e si abbatte al pensiero di non rivederlo più: una scena che è texiana quanto Tiger che lava i panni al fiume mandato dalla sua moglie imperiosa. Nolitta si è sentito molto libero di caratterizzare i pard, infatti se non fosse arrivato Nizzi la folla inferocita avrebbe demolito il suo ufficio :D, e le sue storie sono per la maggior parte storie di Zagor, che ci stanno, e qualche capolavoro atipico in quanto Nolitta è un genio. I pard dovrebbero essere in persona e le storie meno involute e barocche e più convincenti ed incisive, per avere una serie più vicina allo spirito che la rese grande. Attualmente la collana Tex è semplicemente una serie di racconti liberi con altri personaggi, che non mi sembrano niente di che. Facile è dire che è un discorso da tradizionalista: se io chiedo una birra e mi danno del sidro sarà tradizionalista, ma una birra volevo, non pretendevo che fosse quella che ho sempre bevuto ma lameno una BIRRA. Di Tex, da anni, rimane solo la splendida copertina di Villa.
Peccato non sia affatto vero, perchè ci sono INTERE storie di GL Bonelli dove Tex non scherza MAI. E sto parlando da LETTORE, da fan e da conoscitore di Tex, NON da autore. Borden :indianovestito::trapper: haha
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Cosiccome nella vita, anche nei fumetti ci sono diversi tipi di situazioni, e non tutte si possono affrontare col sorriso.

Interessante. Peccato che cozzi contro delle caratterizzazioni ben sedimentati della serie, cosa che non dovrebbe essere, dal momento che Tex, Carson e Kit Willer non li ha certamente creati Boselli. Nella storia "l'orribile sortilegio" Tex e Carson scherzano mentre vanno incontro al pericolo, suscitando la meraviglia del Morisco che chiede loro come facciano. E uno dei due pard dice "se devi affrontare un guaio tanto vale farlo senza roderti le budella". Tex se la ride nelle peste, Kit Willer chiama i conflitti a fuoco "divertimento", Carson fa il menagramo ma è chiaro che ride in cuor suo. Questi passaggi cupissimi che l'autore inserisce nelle storie ci stanno come i cavoli a merenda. Vorrebbero essere drammatici, ma mancano di autentico pathos e anneriscono, non rafforzano le storie. Kit Willer, in Patagonia, fa il pianto greco, saluta il padre come se stesse per defungere e si abbatte al pensiero di non rivederlo più: una scena che è texiana quanto Tiger che lava i panni al fiume mandato dalla sua moglie imperiosa. Nolitta si è sentito molto libero di caratterizzare i pard, infatti se non fosse arrivato Nizzi la folla inferocita avrebbe demolito il suo ufficio :D, e le sue storie sono per la maggior parte storie di Zagor, che ci stanno, e qualche capolavoro atipico in quanto Nolitta è un genio. I pard dovrebbero essere in persona e le storie meno involute e barocche e più convincenti ed incisive, per avere una serie più vicina allo spirito che la rese grande. Attualmente la collana Tex è semplicemente una serie di racconti liberi con altri personaggi, che non mi sembrano niente di che. Facile è dire che è un discorso da tradizionalista: se io chiedo una birra e mi danno del sidro sarà tradizionalista, ma una birra volevo, non pretendevo che fosse quella che ho sempre bevuto ma lameno una BIRRA. Di Tex, da anni, rimane solo la splendida copertina di Villa.
Peccato non sia affatto vero, perchè ci sono INTERE storie di GL Bonelli dove Tex non scherza MAI. E sto parlando da LETTORE, da fan e da conoscitore di Tex, NON da autore. Borden :indianovestito::trapper: haha
Sinceramente, non ho capito neppure io il tono polemico di Mario, pur concordando su molti aspetti del suo discorso: detto questo, ha anche ragione Borden quando ricorda molte storie bonelliane in cui Tex non ride mai ( 'Tra Due Bandiere' , 'Il Giuramento' su tutte) .... Dopo apro una discussione apposita !
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Prendere una storia come ha fatto Mario Papadia, e cioè "L'orribile sortilegio", e farla diventare tutto a un tratto l'esempio paradigmatico di cosa è Tex e di quale sia il suo comportamento di fronte al pericolo, mi sembra una cosa molto molto arbitraria. Ti faccio un'altro esempio da "Lotta per la vita":quando Tex e Tiger scappano sotto il fuoco del cannone,Tex non è che si mette a fare battute e a declamare barzellette;in "Arizona", quando i banditi incendiano la foresta, non è che si metta a fare il solletico a Kit Carson per farlo ridere... Con questo non voglio dire che Tex sia un musone;voglio dire che non affronta sempre ogni situazione di pericolo o ogni situazione drammatica col sorriso sulle labbra e la battuta pronta. Su Nolitta e "Patagonia" non sono d'accordo neanche sulle virgole. :trapper:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

E uno dei due pard dice "se devi affrontare un guaio tanto vale farlo senza roderti le budella".

Con questa citazione mi hai fatto scendere una lacrimuccia. Una frase del genere, vale da sola il prezzo dell'albo. P. S. finiamola, per piacere, con 'sta storia dei sorrisi; non è questione di un ghigno in più o in meno.....
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sapete che sono una texiana di vecchio conio (se così si può dire), non nego che il mio Tex preferito è quello che affronta con battute spesso caustiche ogni tipo di pericolo, che parla di "concerto di clarinetti" o di "alberi che portano un frutto a due gambe", il mio Carson è quello che con un occhio mira al delinquente che ha di fronte e con l'altro cerca un ristorante dove servano bistecche e patatine... eh sè, a me piacevano proprio quelle due forze della natura. E vorrei che fossero più presenti, vorrei un Tex con meno complicazioni psicologiche e caratteriali possibili, ma come possiamo dimenticare che: 1) uno sceneggiatore non può essere un pedissequo imitatore dell'altro 2) il personaggio stesso non può rimanere sempre un giovanottone o un adolescente, quindi il carattere in un certo senso si evolve 3) come è stato detto, non è così vero che Tex e Carson attraversassero ogni peripezia raccontandosi la storia del Fantasma Formaggino.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Lascio il mio breve commento alla ultima di Boselli che ho trovata molto buona per due albi e mezzo e un pelo sotto nel finale. Per carit?, capolavoro assolutamente no. Migliore delle ultime fatte da Boselli, si... anche se gli intrecci, già difficili da seguire, non sono stati affatto aiutati dalla confusione grafica di Font. (vado a trovare la povera Lory, che mi son perso dal treno) sono un romanticone io.voto storia 7+voto Tex 6,5voto Carson 7,5

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Premesso che Boselli resta, per me, l'autore che ha SALVATO la serie di Tex WIller, ringiovanendola dove serviva e allo stesso tempo mantenendola sui vecchi binari del Tex duro e cattivo, che non si piega mai, per questa storia gli devo un particolare GRAZIE. Non perchè sia una bella storia di Tex, non solo, ma perchè è una grande storia WESTERN. Mi è piaciuta tutta, dall'inizio alla fine, e ho trovato geniale l'intreccio delle vendette, delle paure e le 5 carte lasciate dietro ogni cadavere dalla vendicatrice solitaria (a proposito, chi è che mi deve una cena? :D). Particolarmente bella ho trovato la sequenza del duello finale, in cui il giudice lascia cadere la carta scostando al contempo la giacca dalla pistola, ma venendo battuto sul tempo... sembravano quasi fotogrammi di un film di Sergio Leone piuttosto che vignette (ed è uno degli espedienti per cui ritengo Boselli uno dei più grandi). Grazie maestro.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Senza addentrarmi in simpatiche disquisizioni sul sidro e sulla birra, voglio lasciare il mio commento su quest'ultima storia di borden. Ammetto che, prima di cominciare la lettura, non ero eccessivamente ottimista, forse perchè negli ultimi giorni avevo troppo rimuginato su quelle bellissime "trame in cerca di personaggi", molto elaborate, ma molto fredde, che erano state le ultime tre uscite boselliane ("Vendetta per Montales", che pure era divertente, "Missouri" sulla quale credo che anche i sassi sappiano come la penso, e "Patagonia", che più la rileggo e più mi piace). Grazie a Dio, leggendo questa bellissima avventura ho capito cosa mancasse a borden: non l'ispirazione, bensì semplicemente lo spazio. Le sue storie più brevi (di un albo o due) erano fresche e divertentissime un tempo, ultimamente si sono più normalizzate. Ma su quelle in tre albi, Boselli inverte felicemente la tendenza al calo che aveva mostrato in "Omicidio in Bourbon Street" e confeziona una storia come non se ne vedevano da tempo. Al di l' dell'intrigo, complesso e molto ben realizzato, nemmeno assurdo come tanti altri "complotti" fittizi che abbondano su romanzacci e filmetti da due soldi, questa storia è SCENEGGIATA DIVINAMENTE. Accorta, calibrata, in cui quasi ogni scena è essenziale e, quando si aggiunge qualcosa di superfluo, il particolare è talmente curato da risultare gradevolissimo e insostituibile, come le scene che vedono Luke con Lory (sarà un romanticone anch'io come Corvo59... o più semplicemente è dovuto al fatto che sei mesi fa ho scritto un racconto con una trama quasi identica... :rolleyes:): uno spaccato di personalit? ordinarie molto "nolittiano" e azzeccatissimo. borden gioca con la storia, non lo fa col piglio dotto e documentale di Manfredi, ma vi aggiunge avventura e fantasia... e questo non è poco. Tanto per fare un paragone un po' letterario, se Boselli può essere paragonato a Dumas, Manfredi potrebbe essere acocstato a Verga o, ancora meglio, a Zola. Orbene, io detesto l'avventura in letteratura, ma in un fumetto non riesco proprio a non amarla... Tra l'altro, borden si mostra anche capace di inserire più scambi di battute fulminanti rispetto al solito, con memorabili duetti fra Carson e Luke ed, infine, momenti di gloria per ognuno dei tre pards, che si trovano entrambi, in alcune sezioni della storia, ad agire in solitaria e a ddimostrare il proprio valore. Ottimo lo spunto dell'inseguimento di Kit che si dipana, parallelo, per quasi due albi. Come voto sono molto indeciso fra l'8 e il 9... i disegni di Font mi farebbero propendere per un ribasso, ma credo che voter? fra qualche giorno, quando mi sarà meglio deciso. P. S.: con un borden tornato a questi livelli e un Tito che sta dimostrando ciò di cui è capace, credo proprio che ci aspettino tempi gioiosi!!!P. S.2: gli ultimi cinque numeri mi stanno facendo recuperare gran parte del piacere della lettura di Tex che avevo perso negli ultimi anni. :cowboy:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Finalmente , una volta avuto in mano tutti i 3 albi, ho letto questa storia. Non si puo fare a meno, di fare ancora una volta i complimenti a Boselli, che è riuscito a scrivere probabilmente, la storia piu intricata e complessa dell intera saga texiana. Ha mischiato la sua fantasia , con personaggi realmente esistiti nell'west, in un modo , a mio avviso superiore, di quanto riuscisse a fare G. L. Bonelli. In questa storia i personaggi sono tanti e ben caratterizzati . Mi piace molto luke harrigan con la sua trasformazione , da perfetto furfante che era all'inizio, molto bella tutta la scena nel treno, fino alla redenzione finale quando salva kit carson. Molto bello in questa storia anche il fatto, che i due kit hanno un ampia liberta e fanno molte cose importanti. Una cosa la devo dire su Mauro Boselli , ormai è il primo atore di Tex , le sue storie hanno il giusto mix di innovazione e continuit? , con il grande passato texiano . Ha creato Dampyr , una serie che non ha nulla a che fare con Tex , che a detta di tutti è una serie di grande qualità , quindi veramente complimenti e grazie. Tornando alla storia, i disegni di Font sono straordinari , forse sbaglio , ma mi ricordano un po quelli di Piccinelli, un altro grande. Anche io sono convinto che ci aspettano anni molto interessanti con Boselli e Faraci. In definitiva STORIA 9 DISEGNI 9

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Tornando alla storia, i disegni di Font sono straordinari , forse sbaglio , ma mi ricordano un po quelli di Piccinelli, un altro grande.

Io invece ho notato una somiglianza clamorosa tra Font e un altro disegnatore ....vediamo se dite lo stesso nome ( suo un texone... )P. S. Scusate in anticipo per l' Off Topic
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Tornando alla storia, i disegni di Font sono straordinari , forse sbaglio , ma mi ricordano un po quelli di Piccinelli, un altro grande.

Io invece ho notato una somiglianza clamorosa tra Font e un altro disegnatore ....vediamo se dite lo stesso nome ( suo un texone... ).

Ovviamente, Don Fabio, il grandissimo, inguardabile, indigeribile...

Jordi Bernet!!!

@Proteus: forse sono io ad avere difetti alla vista, ma direi che il grande Piccinelli con Font ci azzecca almeno quanto l'immenso Villa con Jordi Bernet...
:mellow::rolleyes:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Io invece ho notato una somiglianza clamorosa tra Font e un altro disegnatore ....vediamo se dite lo stesso nome ( suo un texone... ).

Ovviamente, Don Fabio, il grandissimo, inguardabile, indigeribile...
Jordi Bernet!!!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Ho letto anch'io questa storia in tre albi di Boselli & Font e dico subito che non ne sono rimasto entusiasta, per tanti motivi. Cio' e' dovuto soprattutto alle tavole dell'artista spagnolo. Ho sempre dato molta importanza alla parte grafica di un fumetto, considerandola ancora piu' importante della trama. Quando mi capita di andare in edicola e sfogliare per curiosita' alcuni albi sia della Bonelli e non, sono i disegni che mi spingono ad acquistare un albo di un altra testata che non sia Tex. Ritengo l'artista spagnolo improponibile sulle pagine di Tex. Il suo tratto caricaturale, confuso e a volte tirato via non me lo fa amare per niente, per non parlare del volto di Tex e dei pards. Un artista che, a mio parere, doveva gia' fermarsi con il Texone. So che e' molto stimato in campo internazionale e dagli addetti ai lavori, ma io francamente non riesco a capire il perche'. Dal mio canto ho gia' spedito una lettera a Sergio Bonelli per manifestare tutto il mio disappunto per questo disegnatore perche' sinceramente mi piange il cuore vedere un Tex disegnato cosi'.

Tornando alla storia, come dicevo prima, non mi ha coinvolto. L'ho trovata un po' pesante da seguire, a tratti confusa e sicuramente non aiutata dai disegni. Ammetto che non e' facile sceneggiare una storia come "La mano del morto" e si nota l'impegno di Boselli nell'articolare tutta la trama e di offrire ai lettori qualcosa di non banale e di gia' visto. Ma paradossalmente e' proprio la complessita' della trama a non farmela piacere. Prima di leggere il terzo albo ho dovuto rileggere i due precedenti perche' non ricordavo quasi niente e avevo perso del tutto il filo conduttore. Come ha gia' detto qualcuno e come ho sempre ammesso negli anni precedenti, ho sempre trovato il Tex di Boselli un po' freddo, lontano e soprattutto non complice con i lettori. Troppo serio, poco incline a quell'umorismo che me l'ho ha fatto amare per tanti anni e che e' stata sempre una caratteristica di questo fumetto. Non nascondo che mi manca molto quel Tex sorridente, divertito e sfottente, sia nelle scene d'azione e sia nelle tante scazzottate, disegnato da un Fusco o da un Ticci dei tempi andati. E' quello il Tex che conosco io. Ultimamente mi sembra di collezionare e leggere un altro fumetto, al di la' della storia, che puo' essere di buona o cattiva qualita',(a parte il Tex visto recentemente ne "La grande sete".)

In questa storia, ancora una volta, ci sono tutte le caratteristiche che non ho mai amato di Boselli, e cioe', i tanti personaggi di contorno che dimentichi dopo un po' di pagine, stavolta un po' meno "rubascena" devo ammettere;ribadire continuamente fino alla nausea che il tizio e' in gamba, che Kit Willer e' in gamba, che Carson e' in gamba etc...;l'ennesimo personaggio redento che ormai sta diventando una regola.

Ho sempre avuto l'abitudine per ventanni di leggere Tex a letto di notte, per gustarmelo nel silenzio piu' totale e soprattuto per rilassarmi. Ecco, il difetto principale di questa storia e' che non mi ha fatto rilassare per niente. Qualcuno potrebbe consigliarmi sarcasticamente di leggere Topolino se desidero delle storie semplici e piu' leggere, ma io gli risponderei che si possono scrivere delle belle storie e dei capolavori anche con trame lineari e semplici. A volte in un pasto, quando si mettono troppo ingredienti si rischia una digestione lenta e pesante.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Tornando alla storia, i disegni di Font sono straordinari , forse sbaglio , ma mi ricordano un po quelli di Piccinelli, un altro grande.

Io invece ho notato una somiglianza clamorosa tra Font e un altro disegnatore ....vediamo se dite lo stesso nome ( suo un texone... ).

Ovviamente, Don Fabio, il grandissimo, inguardabile, indigeribile...

Jordi Bernet!!!

@Proteus: forse sono io ad avere difetti alla vista, ma direi che il grande Piccinelli con Font ci azzecca almeno quanto l'immenso Villa con Jordi Bernet...
:mellow::rolleyes:

Io pensavo a Zaniboni!


Uhm, tra Bernet ( che invece mi ricorda molto Mastantuono, specie nella resa dei profili) e Font mi sembra di vedere poche somiglianze...

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Tornando alla storia, come dicevo prima, non mi ha coinvolto. L'ho trovata un po' pesante da seguire, a tratti confusa e sicuramente non aiutata dai disegni. Ammetto che non e' facile sceneggiare una storia come "La mano del morto" e si nota l'impegno di Boselli nell'articolare tutta la trama e di offrire ai lettori qualcosa di non banale e di gia' visto. Ma paradossalmente e' proprio la complessita' della trama a non farmela piacere. Prima di leggere il terzo albo ho dovuto rileggere i due precedenti perche' non ricordavo quasi niente e avevo perso del tutto il filo conduttore. Come ha gia' detto qualcuno e come ho sempre ammesso negli anni precedenti, ho sempre trovato il Tex di Boselli un po' freddo, lontano e soprattutto non complice con i lettori. Troppo serio, poco incline a quell'umorismo che me l'ho ha fatto amare per tanti anni e che e' stata sempre una caratteristica di questo fumetto. Non nascondo che mi manca molto quel Tex sorridente, divertito e sfottente, sia nelle scene d'azione e sia nelle tante scazzottate, disegnato da un Fusco o da un Ticci dei tempi andati. E' quello il Tex che conosco io. Ultimamente mi sembra di collezionare e leggere un altro fumetto, al di la' della storia, che puo' essere di buona o cattiva qualita',(a parte il Tex visto recentemente ne "La grande sete".)

In questa storia, ancora una volta, ci sono tutte le caratteristiche che non ho mai amato di Boselli, e cioe', i tanti personaggi di contorno che dimentichi dopo un po' di pagine, stavolta un po' meno "rubascena" devo ammettere;ribadire continuamente fino alla nausea che il tizio e' in gamba, che Kit Willer e' in gamba, che Carson e' in gamba etc...;l'ennesimo personaggio redento che ormai sta diventando una regola.

Ho sempre avuto l'abitudine per ventanni di leggere Tex a letto di notte, per gustarmelo nel silenzio piu' totale e soprattuto per rilassarmi. Ecco, il difetto principale di questa storia e' che non mi ha fatto rilassare per niente. Qualcuno potrebbe consigliarmi sarcasticamente di leggere Topolino se desidero delle storie semplici e piu' leggere, ma io gli risponderei che si possono scrivere delle belle storie e dei capolavori anche con trame lineari e semplici. A volte in un pasto, quando si mettono troppo ingredienti si rischia una digestione lenta e pesante.

Caro Anthony, straquoto.

E' veramente un Tex "freddo"; ecco la sensazione che, forse, non sono riuscito ad esprimere nel mio precedente post di commento. E' proprio l' aggettivo giusto e tu l' hai scritto. "Freddo"; sè, direi proprio così. Purtroppo. :( :lupos:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.