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TWF - Tex Willer Forum

Il Boselli Recente: Criticit? E Punti Di Forza


pippo
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Io non dico che Boselli citi delle opere letterarie o che inserisca dei riferimenti: io non apprezzo tra le altre cose la pedantezza didascalica di volerci insegnare i valli in patagonia, la storia dei cnrje'?eehjshyers contro i mwbehbdbbsjsjjiers nella guerra di secessione, con una serie di paroloni infinita, mentre Kit Willer è un bamboccione e Tex uno che manco si ricorda che nell'emisfero sud c'è già stato con il figlio, in Melanesia per la precisione: ma la Croce del Sud non poteva non ficcarcela, era troppo importante la lezione. Non mi piace questa impostazione: anche la storia di Wil Bill è raccontata male, in maniera nozionistica e fredda, mentre vi è di mezzo alla vicenda un processo che è realistico quanto che ad un maiale spuntino le ali. Ed un riprocessamento dopo essere stati assolti in regime di common law. Ma guarda che strano. Se di vede l'albo "il magnifico pistolero" di Ken Parker, si vedrà come uno sceneggiatore diverso ha reso la vicenda non pedante ma umanamente molto coinvolgente. Non sono soddisfatto nemmeno del ritorno del grande Buffalo Bill: fa la figura del buffone, per quanto si dice che lo fosse, ma su Tex finora godeva di grande credito. Sic transit gloria Buffali :D

Pu? darsi che il mio modo di raccontare il processo non ti piaccia, ma che cos'ha di non realistico? E perchè non ti va già che McCall fu processato due volte?Hai dei problemi con la mia storia... o con la Storia? :indianovestito::indianovestito::indianovestito: BordenPS E poi non mi mettere in lizza col Castelli di Ken Parker. Io qui racconto solo la morte di Wild Bill, NON Wild BIll stesso. La storia non riguarda lui, ma ciò che viene dopo... Oh, insomma!... :colt:(La pistola è per me stesso che perdo tempo a discutere con te!)Aggiungo che anche i mrcgehyyxwiil, in quella storia, erano necessari, almeno un paio di volte, poi li chiamavo sempre sudisti o confederati o missouriani. So anch'io che c'è un problema, ma Tex si svolge negli USA. I nomi sono spesso stranieri. Si può semplificare, ma non più di tanto, se si vuole ogni tot raccontare una storia diversa da "sento sparare al di l' della collina, satanasso!".... Se tu vuoi leggere sempre quella, fallo. Io ho il compito di inventarne di nuove, per non rubare lo stipendio e per far divertire chi è un po' più esigente di te. E ti assicuro che non sono solo i presuntuosetti, ma anche dei ragazzini, che s divertono ugualmente a leggere Nizzi, Boselli o Faraci e che apprezzano le idee quando ci sono.
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A dire il vero, quello che a me premeva sapere era: se io, Cheyenne, affermo che mi piacciono e leggo volentieri alcuni degli albi sceneggiati da Boselli, rientro nel gruppo dei raccoglitori di cultura imparaticcia? Come si rientra, in questo gruppo, e come se ne esce?A me, personalmente, non danno eccessivo fastidio le frasi sgrammaticate messe in bocca al rude vaccaro che sa a malapena compitare il proprio nome, e per contro non mi urtano nemmeno (senza esagerazione, d'accordo!) termini altisonanti, che forse alcuni leggono con piacere e memorizzano non per fare sfoggio di "cultura imparaticcia", ma per arricchire il proprio lessico. Io ho appreso volentieri qualcosa che non sapevo sui combattenti della guerra di secessione, anche se non nascondo di preferire ancora il "sento sparare al di l' della collina, satanasso!". E' la generalizzazione che fa perdere valore a ciò che viene detto; e non serve correggere il tiro dicendo "non mi riferisco a nessuno in particolare". N° migliora le cose affermare che

? facile che un giovinotto che si affacci sull'web sposi la causa boselliana proprio per non passare per Bastian contrario e per saputello

. Capita anche che la gente decida con la propria testa e per puro piacere, lo sapevi? ;)
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Guest Wasted Years

O cheyenne, ho scritto forse che ho intenzione di fare di tutta l'erba un fascioè Perchè non mi risulta di averlo fatto. Se a te piace Boselli non è detto che tu lo apprezzi perchè sei una pecora e segui certi intellettualoidi. Esistono anche quelli che criticano e seguono le mode senza nemmeno leggere, non lo sapevi? Se tu vedi una generalizzazione dove non c'è, il discorso non può progredire molto. Il gruppo è già fatto, non si entra ed esce ed è una impressione mia. Posso averla o disturbo?O borden, prima mi insulti e poi continui a insultarmi? io parlo di qualcosa di preciso: IMMEDIATEZZA, che alle tue storie manca, e di assenza di lezioni di scuola, che invece abbondano. Se invece di incavolarti tanto leggessi quello che scrivo con chiarezza e senza pensare che insinuo, visto che i difetti che noto li ho sempre scritti a chiare lettere, magari impariamo ad andare d'accordo. Prima mi attacchi di fronte e poi ti "spari" perchè seguiti a discutere con me? Sarà mica uno sfigato come quelli di baci o spari? Mai detto che i soggetti debbano essere sempre gli stessi: ma scrivili leggeri come Burattini e non pesanti come Boselli su Zagor. Se riesci ti faccio un applausone. Cupo cupo cupo e senza ironia: riconosci Tex? Io no.

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Ovviamente Wasted, sei libero di avere una tua opinione, e non per questo "disturbi". Ammetterai però anche a me, e forse a qualcun altro, di avere l'opinione che la tua opinione manchi un tantino di umilt?. Se me lo concedi, con molta cordialit? e molto rispetto, ti dico che espressioni tipo

constatazione di fatto

oppure

CAMPATE IN ARIA le mie considerazioni non sono, assolutamente no

hanno più il sentore del dogma che dell'opinione espressa.
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Io sono d'accordo con quanto detto dal colonello Brandon, il west era un ambiente crudo e violento, e il west che viene invece riproposto su Tex è un mondo distaccato da quello reale, un west dove i vaccari si offendono con termini come Figlio del demonio, mentre invece nel vero west volavano insulti molto ma molto più pesanti che ovviamente in Tex non vengono riproposti, preferendo un Per tutti i diavoli oppure fulmini e così via. Quindi anche in questo caso si può parlare di un linguaggio acculturato messo in bocca a degli ignoranti? Per quello che ne so io una sola volta su Tex con mia grande sorpresa ho letto una parolaccia pronunciata in spagnolo da un bandito messicano, ma penso si sia trattato dell'unica volta, quindi io personalmente se dovessi scegliere tra un linguaggio colorito e un linguaggio più moderato sceglierei il secondo, ma non inventerei una fascia a parte tutta dedicata ai dialoghi Boselliani, direi che anche essi rientrano nella fascia di quelli moderati, se vogliamo veramente parlare di dialoghi lunghissimi ed eccessivi spostiamoci sul link in cui si discute della storia Golden Pass, la parte scritta da Nolitta se pur innovativa e spassosissima contiene dei dialoghi lunghi come papiri!

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Quello della "seriosit?" ?, secondo me, un'altro non-problema;?, al limite, un fatto. Cosè come è un fatto che Gl Bonelli non c'è più, e che erano ormai parecchi anni che non scriveva più una riga di sceneggiatura. Quindi, la questione è sempre la stessa:se ci aspettiamo di leggere, oggi, il Tex di Gl Bonelli, ci conviene smettere di comprare l'inedito. Perchè è una cosa scontatissima, ovvia, che abbiamo già detto tante volte:ogni autore interpreta il personaggio ANCHE secondo la propria personalit?. Questo è sbagliato?... no!... non solo è naturale, ma anche giusto, e perfino bello, perchè dimostra che il personaggio Tex è un personaggio immortale, ben vivo, che continua a sopravvivere stupendamente alla morte del suo creatore!Chiedere ad un'autore di essere un clone di Gl Bonelli (nemmeno Nizzi lo era)? una cosa ingiusta e impossibile da ottenere. L'unica cosa che si può chiedere a uno sceneggiatore sono storie avvincenti, che rispettino gli caratteristiche fondamentali del personaggio:e questo Boselli lo fa(poi è normale che ci siano storie meno riuscite, ed elementi di criticabilità nel suo lavoro, come in quello di tutti, perfino in quello di Bonelli). Poi mi chiedo:se si critica(legittimamente)per non texianit? Boselli, cosa si dovrebbe dire a Nolitta?Forse bisognerebbe lapidarlo!Perchè l'autore per molti versi "traditore", colui che maggiormente se ne è fragato della tradizione è stato Nolitta, non Boselli!-eppure a me le storie di Nolitta piacciono molto!

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Non so, secondo me, comunque, c'è stata un' involuzione ( che per altri, magari, è un' evoluzione ) nei dialoghi di Borden. Ripeto, da lettore terra terra quale ritengo di essere, in ogni caso trovo delle differenze tra che so, il modo di scrivere, ad es., di Golden Pass ( tra l'altro in queste settimane riproposto dalla ristampa TuttoTex ) e quello odierno. I dialoghi li trovavo piu' sciolti, immediati, piu' "texiani" insomma ( con diverse espressioni tipiche GLBonelliane ); ora no. Per non parlare del ruolo di Tex, di albo in albo defilatosi tra tanti altri personaggi. Poi, in quanto a trama e rispetto del personaggio non si puo' dire che Boselli abbia compiuto fin qui atti "sacrileghi" ( Lupi rossi a parte ..... :lupod: :indianovestito: )Questa la mia opinione. :trapper:

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Capelli d'argento, ciò che dici tu ha qualche punto in comune con una sensazione che anch'io ho a volte provato leggendo il borden degli ultimi tempi: non si può dire che scriva peggio, però i dialoghi, e azzarderei anche le trame, a volte sono condotti un po' freddamente, secondo uno schema buono e non banale, però, per l'appunto, uno schema. E' un po' difficile da centrare, come concetto, ma credo di non andare lontano da ciò che provo dicendo che, nelle ultime storie, ho avuto l'impressione di un andamento sempre più ragionato, curato, preciso, attento a svolgere la trama in modo efficace e non scontato, ma forse arido di emozioni. Come storia ho visto che è generalmente piaciuta, ma io leggendo "Missouri" mi sono annoiato a morte: la trama era ben svolta, c'era molto mestiere, ma l'insieme non riusciva per niente a coinvolgermi, era tutto molto poco spontaneo. Anche in "Vendetta per Montales", secondo me la miglior storia dell'anno scorso, ho provato, seppur molto meno intensamente, la stessa sensazione: tutto molto ben fatto, gran mestiere, ma personaggi meno approfonditi che in passato. Perfino sulle storie brevi mi sembra ci sia stato un cambiamento: confrontare "Eroe per caso", breve, ma intensissima e toccante, con "Polizia Apache", nel quale i personaggi trasmettono molto meno e la storia stessa è meno emozionante. Da "Lupi rossi" in poi, borden, pur continuando a scrivere molto bene, secondo me ha perso qualcosa rispetto al passato. Qualcun altro prova le mie stesse impressioni?Poi, certo, non ho ancora letto "La mano del morto". Forse, quando uscir? il terzo albo e la legger?, cambier? idea, ma mi sembra che la tendenza degli ultimi anni sia stata piuttosto netta. Che borden, dovendo sostenere il ruolo di sceneggiatore principale e dovendo dunque scrivere di più, abbia tralasciato lo spirito rivoluzionario ed eccezionale dei propri capolavori pre-500?

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Non condivido che in piccola parte l'opinione di Wasted sul Boselli autore e su coloro che lo apprezzano, però devo dire che i suoi argomenti mi colpiscono, potranno non essere solidissimi ma non per questo meno forti, nel senso di intensamente descritti. A me Boselli piace molto (non sempre: l'ultima storia ad esempio non la sto apprezzando un granch?) non tanto per lo sfoggio di cultura (raro, spesso solo accennato) quanto per la capacità di innescare emotivit?; non tanto per gli intricati intrecci, quanto per le sinergie fra i personaggi che negli intrecci "vivono". Il didascalismo (si dice così? lo spero) in parte c'è, ma personalmente lo trovo un arricchimento e molto raramente una fonte di fastidio; in Boselli il fastidio mi deriva piuttosto da alcune uscite ad effetto spesso evitabili (anche in questo caso l'ultima storia in edicola è un buon esempio). Trovo fondate le critiche relative ad una certa pesantezza nei dialoghi e nelle situazioni: lacune che però emergono con evidenza solo quando il fulcro della storia non funziona, altrimenti vi si fondono con successo. E' un autore a cui piace il rischio, e non si accontenta di rielaborare meccanicamente le stesse dinamiche, per quanto brillanti esse siano: di conseguenza, può sfornare il capolavoro indimenticabile (come quello da poco riletto sulla raccolta di Repubblica, o il recentissimo Patagonia) e a volte rimanere intrappolato in un'infruttuosa ricerca di stupire. Per fortuna a mio parere la prima casistica è assai più frequente della seconda.

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Beh, sicuramente rispetto al passato Boselli stilisticamente parlando ha perso qualcosa, ma non ritengo che l'autore abbia subito un calo, le sue opere sono ancora degne di stima, i soggetti adattabili ad una sceneggiatura, più che altro penso stia cercando di adattare il suo stile in base a quanto il fumetto richiede, evitare sempre di più le grandi opere quali furono Il passato di carson, Gli invincibili, I sette assassini, per invece andare incontro a qualcosa di meno complicato e più diciamo così Texiano, infatti a mo giudizio la mano del morto per quanto possa essere una storia complessa presenta una maggiore azione.

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Bene, eccomi qui a provare di riportare un po' avanti il discorso di per se estremamente interessante. Quanto è stato detto sino ad ora avrà sempre qualcosa di corretto, fosse anche solo dal punto di vista di chi ha scritto il proprio parere. Personalmente penso d'aver già espresso la mia simpatia verso di lui in quanto autore. Se Tex alla base è stato frutto di fantasia, pian piano si è allontanato da questa sorgente indirizzandosi sempre più verso una rigorosit? storica. Civitelli stesso -se la memoria non m'inganna sul nome- ha detto che se prima disegnava la pistola del nostro amato ranger "come voleva", dopo un po' di tempo si è trovato a studiare foto/immagini/... delle armi storicamente esistite al fine da rendere quelle che lui disegnava il più fedele possibile simili a quelle reali. Il tutto però rimanendo in un concetto di fantasia. Tex infatti non è mai stato dipinto come un fumetto storico, diversamente da "Storia del West" ad esempio. Boselli in questo contesto ha, secondo me, il merito di attingere a contesti storici per creare le sue storie. Qualche persona critica potrebbe dire: "Bella roba... la trama di fondo così se la trova già fatta". Se anche fosse, chi pensando ad un'avventura western non finirebbe con il creare qualcosa di "già visto"? Per forza di cosa, dato che il West è ormai parte della Storia e che attorno ad esso vi sono libri, film, fumetti ed altri documenti. Ed ecco che, quindi, il riuscire a far passare anche qualcosa di storicamente esistito trova tutto il mio appoggio. L'utilizzo indicativo dell'episodio storico che Boselli ne fa riceve da parte mia un'ulteriore pollice in su. Mettendo in Tex riferimenti (che possano esser la trama, personaggi o situazioni) a fatti storici senza andar nel dettaglio non può che giovare alla curiosità del lettore. Sarà suo compito, se lo desidera (per criticit? o per curiosità che sia) ampliare il discorso cercando informazioni. Come forse avrete capito, reputo Mauro Boselli un buon incitatore alla scoperta del West, e penso sia proprio questa la ragione della mia simpatia nei suoi confronti (in quanto scrittore dato che personalmente non ci conosciamo se non tramite quanto eventualmente letto sul forum). Non è difficile capire che quest'aspetto è puramente un giudizio personale e quindi potr? esser condiviso o meno dagli altri lettori e magari da Boselli stesso :)Per quanto concerne lo sviluppo della storia in sè, riconosco a quest'autore una forte capacità nel definire i suoi personaggi. è realmente mirabile... a volte forse anche troppo. Ora forse rischio troppo perchè a memoria non rammento i nomi delle storie, però mi par di ricordarne dove inizialmente Borden si concentra sul definire i vari personaggi e poi vi è quasi una corsa al finale per stare nei limiti di pagine/albi dettati dalla casa editrice, facendo si che nel complesso le storie vengano quasi "liquidate" frettolosamente. Ad osare... direi "Terra di confine", "Colorado Belle" e "Terre maledette"Storie che mi sono rimaste particolarmente a cuore sono "Il passato di Carson", "Il prezzo della vittoria", "I sette assassini" ed una atipica come "Gli invincibili".

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Sul Boselli recente non ho, sinceramente, molto da dire. Forse è vero che alcune sue ultime storie hanno finali troppo affrettati-e mi viene da pensare innanzitutto a "Missouri", storia che a me è comunque piaciuta molto;ma questo non è secondo me un difetto del solo ultimo Boselli, ma un difetto(grave)di molta produzione texiana post-500. Da quando si è deciso che le storie devono concludersi nello spazio del singolo albo, senza poter continuare anche nelle prime 20 o 30 o 40 del successivo, ecco che le storie hanno spesso presentato il difetto di avere un finale affrettato, e quindi deludente. Non mi sembra una cosa capitata al solo Boselli:penso a "Fratello bianco","Kiowa","Il villaggio assediato". Il fatto è che la scelta di concludere l'avventura nell'arco delle 114 pagine penalizza anche le storie lunghe: "Omicidio in Bourbon Street" soffre, secondo me, di un finale affrettato che penalizza l'intera storia. Per fortuna, c'è da aggiungere che tale difetto(ancor più grave perchè nega tutta la tradizione narativa del fumetto Tex)non è presente in tutte le storie dei Nizzi e Boselli post-500!ps. Se non sbaglio Zagor continua a presentare storie che si concludono quando vogliono, a seconda delle esigenze dello sceneggiatore:su Tex non si potrebbe(ri)fare altrettanto?

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  • Rangers

ps. Se non sbaglio Zagor continua a presentare storie che si concludono quando vogliono, a seconda delle esigenze dello sceneggiatore:su Tex non si potrebbe(ri)fare altrettanto?

Già, è una cosa che disturba anche a me. Rimpiango i tempi in cui c'era l'ampio respiro, o comunque quando aleggiava quella specie di libertà quando si apriva l'inedito con una nuova storia e non si sapeva quanto poteva durare. C'è da dire che ultimamente (almeno da 10 anni) è sorto il problema del ricambio di disegnatori; infatti i nuovi "acquisti" sono molto più lenti rispetto alla "vecchia guardia". A parte questo stando alle anteprime di Carlo Monni, pare che qualcosa stia cambiando, dato che Boselli strizza l'occhio a storie più lunghe dei canonici due albi!! :trapper:
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Mah. A mio avviso il difetto principale dell'ultimo Boselli non risiede tanto in questa sua presunta leziosit? storica, imbastita ad arte per raccogliere consensi da un pubblico pseudo-intelletualoide. Oltretutto mi pare poco plausibile, nonchè del tutto infelice, l'ipotesi che qualcuno possa apprezzare il lavoro dell'autore, soltanto perchè è indice di una cultura "imparaticcia e preuntuosetta" o perchè "si porta" (anche perchè, a voler rivangare luoghi comuni, fare il bastian contrario di qualsivoglia tendenza, di questi tempi fa molto più cool). Detto questo, ho comprato e letto velocemente l'ultimo numero. L'incipit è buono, ma a mio parere siamo un tantinello lontani dalla perfezione raggiunta sulle pagine dell'ultimo texone. Come diceva Wasted (col quale mi sento di condividere alcuni passaggi), il vero problema dell'autore è quello di rendere eccessivamente didascalici buona parte dei suoi dialoghi, influendo non poco sulla fruibilit? di un prodotto che, per quanto classico e tradizionale, ne esce più "invecchiato" di quanto non dovrebbe. Difetto che ho riscontrato soprattutto nel recente mini-ciclo riguardante il ritorno di Montales, ma anche su "Missouri" e (in quantit? minore) sullo stesso "Patagonia" (che, nonostante l'altissima qualità complessiva dell'opera, ci ha messo un bel po a carburare nella prima metà del racconto). Onore al merito di portare sul fumetto fatti storici di notevole caratura. Però, a mio giudizio, il tutto dovrebbe esser trattato in maniera più immediata, spontanea e un filino più fresca. ;)Tex è un eroe classico, e mi sta benissimo così... Dopo l'ultimissimo Nizzi, le recenti storie sono oro colato. Ma, dato l'indubbio talento e la volont? di Boselli nel provare a ricreare una certa ventata di "novità" nel mondo del ranger, mi piacerebbe vederlo applicarsi in maniera più diretta e immediata, mettendo da parte quell'antiquata e spesso eccessiva verbosit? che, di quando in quando, contraddistingue il suo operato sul mensile. Io in borden ci credo. E' per questo che, da lettore, il mio accorgimento non dev'esser preso come un attacco nei confronti del suo stile, ma come un suggerimento che, si spera, possa essergli d'aiuto in questa fase di rilancio. :indianovestito:

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