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TWF - Tex Willer Forum

[596/597] Oltre Il Fiume


Sam Stone
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dopo aver visto dinosauri, alieni con le pistole a raggi, stregoni che parlano coi vivi direttamente dall'inferno, credo di non aver molti motivi per cui scandalizzarmi.


Eh no, un attimo. C'è modo e modo di introdurre determinate tematiche.
Ad esempio, la differenza SOSTANZIALE con i dinosauri e gli alieni (ci metto anche i fiori scarlatti) che citi, risiede nel fatto che, in quei casi, la "sospensione dell'incredulità" veniva creata con grande sapienza e maestria: c'era pathos, nonchè tutto un alone di mistero che precedeva l'incontro con quelle strane creature, ed il lettore era accompagnato gradualmente dentro atmosfere oniriche, misteriose, surreali che a quel punto accettava in modo assolutamente naturale.
Qui abbiamo uno sfigatissimo stregone solitario, dal passato appena accennato, che ha bisogno di contattare, per soddisfare le sue brame, un altro sfigatissimo ex capo umiliato e reietto dalla sua stessa gente, e che compare solo per le primissime pagine (dunque, sarà tutt'al più un comprimario di lusso).
Ergo, premesso che sono del tutto certo come te che Ukasi si riveler? un ciarlatano, nell'ipotesi "B" (che - ripeto - NON ci sarà), si dovrebbe unicamente ammettere e concludere che Nizzi (e con lui la SBE) è completamente impazzito, per aver ideato ed immaginato una roba simile.

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Io concordo pienamente con te su un punto, Paco, mentre su un altro dissento. Il primo è il fatto che la bravura di Bonelli padre, ciò che lo ha fatto diventare il grande che noi conosciamo e apprezziamo, è stato proprio il saper elargire storie capolavoro alternate a storie mediocri (e a volte, perchè no, decisamente brutte, ma facendo amare anche queste ultime senza bisogno di cercarvi dentro connotazioni magari psicologiche o storiche per giustificarne la bassa qualità. Dove non concordo è sulla mancanza di pathos nella scena delle due morti misteriose degli Utes. Non è del tutto esatto che la scena fosse meno funzionale di altre alla storia, dato che è proprio grazie a quei decessi che Cane Giallo viene riaccettato come capo della tribù e da l' potr? partire la sua vendetta contro Aquila della Notte. E a parte questo, soprattutto se poi si dovesse scoprire che le uccisioni venivano compiute con il discreto ausilio di un mezzo meccanico (tipo testa di coyote del bastone), ancora più sensato sarebbe stato un rituale di parole e gesti misteriosi per affascinare i poveri Utes.

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Dove non concordo è sulla mancanza di pathos nella scena delle due morti misteriose degli Utes. Non è del tutto esatto che la scena fosse meno funzionale di altre alla storia, dato che è proprio grazie a quei decessi che Cane Giallo viene riaccettato come capo della tribù e da l' potr? partire la sua vendetta contro Aquila della Notte.

Non mi sono spiegato bene :trapper: Quello che volevo dire è che questa non è una storia "fantastica", ma in ogni caso, una storia molto western o comunque d'azione... per questo credo che le scene "soprannatturali"(ammesso che ce ne siano davvero!) non siano le più importanti. Servono unicamente come pretesto ad una storia western:eccco perchè mi sembrano secondarie :trapper:
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Perfettamente d'accordo con Paco Ordonez, che sta dicendo la stessa cosa che sostengo io, salvo nella conclusione del ragionamento. Se, infatti, dichiaratamente la storia NON è fantastica, le scene soprannaturali NON sono le più importanti ed Ukasi NON è il protagonista principale (e sono d'accordo, altro che reputarla una storia fantastica... l'ho scritto a chiare lettere!), sarebbe a dir poco assurdo ed incoerente dotare quest'ultimo di poteri mai visti prima nell'intera saga di Tex, e che meglio si attaglierebbero ad un nemico più cesellato, meglio introdotto e più "presente" nella vicenda, non ad un comprimario disegnato e descritto (da Nuvola Rossa) come una sorta di "macchietta". Altrimenti dalla "sospensione dell'incredulità", si sfocia in un attimo nel ridicolo, nel trash. Che non coincide con qualcosa di soprannaturale o incredibile: sfido chiunque a dire che fossero trash i fiori della morte, la storia dell'alieno o dei figli della notte o del Diablero, ad esempio. Perchè l' c'era tutta un'atmosfera intorno, un senso tangibile e ossessionante di minaccia, un mistero svelato a poco a poco. Il che non coincide esattamente con delle urla ammazza-uomini scagliate dopo 20 pagine da uno svitato con un mocio in testa, e che poi scompare per tutto il resto dell'albo. Per cui, ripeto: auspico e confido (oltre ad esserne convinto) che Ukasi rimanga "nei ranghi", altrimenti sarà tutto un nonsense.

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Una piccola osservazione, con cui mi discosto dalla riflessione sull' elemento magico. Come è conciliabile Cane Giallo con ' L' Uomo Senza Passato' ?Nella storia di Villa, non ricordo riferimenti al malvagio capo Ute, così come in quella di Ortiz Naso Piatto & Co. non sembrano essere mai esistiti ... Che si tratti di due clan differenti? Forse che l' organizzazione degli Utes sia simile a quella Apache ?

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Una piccola osservazione, con cui mi discosto dalla riflessione sull' elemento magico.

Come è conciliabile Cane Giallo con ' L' Uomo Senza Passato' ?

Non ci vedo nulla di inconciliabile, così come non l'ho visto in "Buffalo Soldiers", dove pure gli Utes erano presenti e perfino piuttosto bellicosi almeno per un p?.


Nella storia di Villa, non ricordo riferimenti al malvagio capo Ute,


Intendi cane Giallo? Beh gli Utes non avevano motivi di parlarne: per loro ormai era storia passata. Non si rammentano le pecore nere. :capoInguerra:
Quanto a Tex, diciamo che aveva altro per la testa che Cane Giallo, che peraltro era solo una parentesi nella sua lunga conoscenza con gli Utes.

così come in quella di Ortiz Naso Piatto & Co. non sembrano essere mai esistiti ...

Ecco, questo è già più grave e l'avevo notato anch'io. Dopo gli eventi de "L'uomo senza passato" una citazione di Naso Paitto e dei suoi Utes almeno da parte di Kit Willer ci sarebbe stata proprio bene. Il Nizzi dei tempi migliori l'avrebbe sicuramente fatta, ma quello attuale sembra non badarci più o nemmeno se lo ricorda. :colt:


Che si tratti di due clan differenti? Forse che l' organizzazione degli Utes sia simile a quella Apache ?

Se ho capito bene quello che dici, direi che tu (e Nizzi, temo), partiate da un assunto che è probabilmente errato e cioè che all'epoca esistesse un unico capo degli Utes, com'era ed è anche oggi per i Navajos. Bisogna , però, ricordare, che, anche tra i Navajos i singoli villaggi godevano di sostanziale autonomia, perchè escluderlo per gli Ute? Inoltre già all'epoca esistevano due distinte riserve Ute: Quella degli Ute del Nord, che si trova in Utah ed è quella con cui Tex ha avuto a che fare in "Buffalo Soldiers" e quella degli Ute del Sud, che si trova in Colorado, per tacere di altre piccole enclavi Ute altrove (grazie Wikipedia). Chi può escludere che gli Ute di cui Cane Giallo diventa capo non riconoscesserol'autorit? di nessun'altro?.


In ogni caso, ribadisco che la mancata citazione di Fiore di Luna e di suo padre non mi ha proprio sorpreso (in fondo dall'attuale Nizzi me l'aspettavo) ma mi ha infastidito, questo si. :bisonte:

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Un motivo per non citare Fiore di Luna e il suo babbo in realtà c'è: gli Ute meridionali, citati da Carlo Monni nel suo messaggio, hanno diversi tab? sui morti e uno e quello di non menzionare mai i defunti (di cui, a seguito del decesso, distruggevano tutte le proprietà, suppellettili e abitazioni comprese - fonte "The Native American Encyclopedia"). Evidentemente, Tex e famiglia lo sanno :lol: Potevano invece a suo tempo gli Ute di Naso Piatto sapere di Cane Giallo, anche se appartenevano a gruppi di Ute distinti (all'epoca c'erano circa 16 bande)? Potevano, perchè il fatto di essere socialmente indipendenti l'una dall'altra non escludeva i contatti tra l'una e l'altra divisione. Sarebbe stato comunque inopportuno, in una conversazione con un ospite, andare a nominare lo sfigatissimo testa calda di cui evidentemente la tribù aveva ben poco di che vantarsi... Precisazioni antropologiche a parte, una delle comodit? editoriali e commerciali di Tex è la relativa indipendenza narrativa tra una storia e l'altra e, come Paco Ordonez, non vedo il motivo di fare eccezioni in questo caso; allo stesso modo non avrei nulla da eccepire se, in una storia di ambientazione Lakota non venisse nominato Nuvola Bianca.

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Anche Tiger Jack (le poche volte che si è ancora visto, naturalmente <_< ) non ha più menzionato Taniah oltre alla volta che ci è stato trascinato dalle circostanze; n° Tex nomina senza necessit? Lilyth. A mio parere la morte di Fior di Luna è stato un serio colpo per Kit Willer, che evidentemente se ne era seriamente innamorato; non sembra dunque tanto strano che eviti, come i suoi pards, un ricordo doloroso.

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  • 2 settimane dopo...

ATTENZIONE SPOILER:

Nel mio commento riguardante la prima parte di questa avventura, avevo definito un albo da leggere al mare sotto l'ombrellone, proprio per la linearita' e per la semplicita' della trama.
Dopo aver letto "Il ponte di roccia", cioe', la seconda parte di questa storia che segna il ritorno di Cane Giallo, posso dire che il consiglio di leggerla in spiaggia e' addirittura eccessivo, nel senso che, sono sufficienti meno di una ventina di minuti per completare la lettura. E questo la dice lunga.

Trovo che, il progetto di far ritornare Cane Giallo, coprotagonista di una delle storie piu' belle ed avvincenti di G. L. Bonelli, sia stato un fallimento e se ne poteva farne benissimo a meno. Occorreva qualche idea in piu' per riprendere un personaggio creato da altri e una sceneggiatura piu' coinvolgente, e soprattutto meno scipita. Moltissimi dejavu', troppa azione, poco pathos. Tutto e' troppo scontato!Chi si aspettava un ultimo confronto coi fiocchi tra Tex e Cane Giallo, magari con qualche spunto originale, rimarra' molto deluso. Insomma, era molto meglio lasciare Cane Giallo dove l'avevamo lasciato!
Non basta in questa storia, sentire quel lontanissimo "profumo" di Tex che Nizzi ha saputo sempre emanare nelle sue sceneggiature. Manca la voglia e l'entusiasmo di scrivere Tex, ed e' iimpossibile non accorgersene.

Svelato, come era facile prevedere, malgrado i tanti commenti prematuramente scritti, il trucco di Ukasi, anche seppur debole.

Che Nizzi non amasse il figlio di Tex e' riconosciuto da tutti, ma in questa storia direi che ha esagerato e non poco. E' un bamboccio che ha bisogno di essere spronato in continuazione da un uomo piu' vecchio di lui di almeno trentanni (Carson), ed addirittura supera in pessimismo anche suo zio. Insomma, se quello e' il degno figlio di un fulmine scatenato come Tex Willer, io sono la fatina del bosco. Un Tiger appena sufficiente e un Tex un po' sottotono.

I disegni del "mio caro e vecchio Ortiz", a mio giudizio, sono semplicemente impublicabili. Quelli non sono disegni dal tratto sporco, ma delle vignette tirate via cosi', tanto per macinare tavole su tavole con una velocita' sconvolgente. Magari qualcuno dira':"ma e' ormai un artista anziano, non si puo' pretendere di piu'". Io sono sempre dell'idea che, ad una certa eta', si deve avere il coraggio e il buon senso di ritirarsi. Per rispetto verso i lettori!

Queste sono le mie impressioni a caldo.

Modificato da Anthony Steffen
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Appena finito di leggere, e in parte concordo con l'opinione di Anthony. Una storia normalissima, senza elementi troppo particolari, si fa leggere in fretta ed è abbastanza lineare. La prima parte l'ho trovata migliore di questo secondo albo, che comunque di certo non mi fa gridare allo scandalo, ne sotto il punto di vista della sceneggiatura ne sotto quello dei disegni. Mi dispiace che Ukasi sia stato tirato in ballo solo alla fine, forse lui e Cane Giallo avrebbero dovuto avere più spazio! E invece per quanto riguarda i pards ho visto Tex, Tiger e Carson nella norma, non mi ha dato fastidio il fatto che il giovane Kit abbia avuto la necessit? di essere guidato dallo "zio": forse lo è stato troppo, questo è vero, però d'altra parte qualche imbeccata da un personaggio esperto come Carson la deve pur prendere!Da ingenuo quale sono lo stratagemma usato da Ukasi mi ha leggermente sorpreso! :DPer quanto riguarda i disegni mi sono sembrati anch'essi leggermente peggiorati rispetto al primo albo, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione del figlio di Tex: cambia un p? troppo spesso. Ma nel complesso io non ritengo che siano impubblicabili: sono da 6, niente di più e niente di meno!Nel complesso un 6-6,5 questa storia se lo merita! :indianovestito:

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La grossa cazzata di inizio albo del mese scorso viene spiegata in qualche modo in questo secondo con quella che a me sembra un'altra piccola cazzata, ma mi accontento, non siamo scesi nel ridicolo e questo mi basta e mi recupera diversi punti. Ma davvero pensavo che l'autore avrebbe potuto lasciare tale e quale un potere talmente abnorme come l'uccisione a distanza? S?, eccome se l'avevo pensato, ormai sono pronto ad aspettarmi di tutto e anche di più. Guardando bene forse la cazzata più grossa è quella dell'uso dello stregone che non serve assolutamente a niente tranne che come incipit della storia, un deus ex machina iniziale anzich? finale.

Della storia presa nel suo complesso mi viene da dire che i presupposti per una bella storia ci sarebbero stati tutti: un capo indiano e uno stregone in cerca di rivalsa, l'attacco ai Navajos, l'inseguimento, la resa dei conti, eccetera. Niente di originale, però materiale buonissimo per una storia robusta. Invece vale un po' lo stesso discorso fatto a proposito della rivolta dei Cheyennes, e cioè tutte queste situazioni diventano normale routine prevedibile e abbastanza piatta, senza un briciolo di anima. Secondo me Nizzi lavora esclusivamente di mestiere da mestierante, cioè come uno che sa che per una storia western occorrono certe situazioni base, certi topoi, e li miscela equilibratamente in modo che il compitino sia svolto al minimo sindacale, dipinge il quadro in modo che i colori siano tutti uniformi e ben dosati fra loro, ma senza che ce ne sia uno che spicchi per brillantezza o originalità. In tutta la storia non c'è una parte troppo lunga, sproporzionata rispetto al resto, come per esempio trovo nell'ultimo texone, le vicende hanno tutte la loro giusta lunghezza: questo è mestiere, e anche di alto livello, questo va riconosciuto. Prendiamo però una singola vicenda, un cavallo di battaglia di Nizzi: la cattura e/o la messa in difficolt? dei protagonisti. Lasciamo stare il fatto che a forza di ripeterla dopo un po' stufa, il discorso da fare qui è che un evento potenzialmente drammatico è risolto in un battibaleno, senza mordente, con facilit?, piattezza e prevedibilit?, tanto che ad oggi una soluzione veloce e banale di tutte le situazioni nizziane può essere subito anticipata e prevista dal lettore. Questo vale per la cattura di Tex, per le difficolt? di Carson e Kit, per la scoperta del covo di Cane Giallo, insomma per tutte le situazioni difficili. Questo è il mestierante, che ormai deve solo timbrare il cartellino amalgamando i diversi momenti per arrivare alle canoniche 220 pagine. Assalti, sparatorie, uccisioni, catture, liberazioni, galoppate, scalate, tutto diventa un pastone equilibrato, dosato, misurato con maestria, certo, ma anche, e soprattutto, piatto e pieno di soluzioni abbastanza ingenue che sarebbe inutile raccontare. Da questo punto di vista la storia della rivolta cheyenne per me è perfetta, questa qui invece sale un po' di tono con la sparatoria e il duello finale che turbano l'impressione di calma piatta che ho sentito per è della storia e mi risollevano un po' il morale. Almeno qui la resa dei conti è con Tex, non con qualcun altro. Però anche qui c'è una perla, tanto per rendere la storia indimenticabile, e cioè le parole di Tex a Cane Giallo: ?Le lascer? cadere se tu getterai il coltello?. S?, va beh, tanti saluti alla mamma. Un Tex che parla così è pronto per la pensione, che sia un lapsus più o meno freudiano?Tralasciando le continue ripetizioni, vedi quella stucchevole del trucco dello stregone, c'è un Carson veramente in forma, anche in versione scalatore come quasi non l'avevamo mai visto, e per bilanciare una possibile esaltazione troviamo invece, al contrario del primo albo, un Kit che se non è il deficiente visto nell'ultimo almanacco è veramente il Kit Pirler degno figlio del padre visto purtroppo in tanti, in troppi albi passati. Tutto sommato, la storia nel suo complesso non mi è così dispiaciuta, diciamo che è leggibile, quasi sufficiente. Un discorso però è la sufficienza, un altro è la soddisfazione: la sufficienza è il classico 6, io per Tex voglio almeno la soddisfazione, cioè il 7, se poi si va oltre meglio ancora. E allora confronto fra loro le ultime storie uscite. Cane Giallo: quasi sufficiente. Texone su Cuba: più che sufficiente ma non soddisfacente. Deadwood: nonostante un primo albo più che soddisfacente, storia più che sufficiente ma non soddisfacente. Lord: nonostante un primo albo più che sufficiente ma non soddisfacente, storia più che soddisfacente. E ora basta altrimenti m?intreccio.
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Eccomi a commentare anch'io questa storia. la prima sensazione che ho provato è stata che tutto sommato avrebbe potuto essere anche un buon soggetto se non fosse stato rovinato da una sceneggiatura del tutto priva di guizzi e soprattutto praticamente incapace di suscitare anche il minimo sindacale di partecipazione emotiva che qualunque storia dovrebbe suscitare nel lettore. Si comincia (? proprio il caso di dirlo ) dall'inizio. Viene introdotto Cane Giallo ed un breve flashback ci ricorda chi sia e cosa ha combinato in precedenza. Subito dopo arriva Ukasi ed è ecco di nuovo una spiegazione di chi sia Cane Giallo e di cosa ha combinato. Lo sceneggiatore deve pensare che i suoi lettori siano davvero tonti se ritiene necessario rispegare la stessa cosa dopo poche pagine. Confesso che la cosa mi ha urtato. Io non sono uno sceneggiatore professionista, ma ritengo che la scena sarebbe stata molto più d'effetto se avessimo visto Cane Giallo sbandato e vagabondo e poi l'arrivo di Ukasi che gli diceva: "Io so chi sei" e via col flashback. I personaggi, poi, di fatto non esistono. Sia Cane Giallo che Ukasi, specialmente quest'ultimo, non hanno il minimo spessore, nulla che spinga anche il lettore più occasionale a provare un seppur minimo interesse per loro. Il ruolo di Ukasi, poi, confesso che mi è del tutto incomprensibile. SPOILERA parte il suo ruolo nel far nominare Cane Giallo capo della Tribù Ute, scompare per tutta la storia finch? non riappare giusto in tempo per veder svelato il suo trucco e finire ammazzato. Parlando del trucco con cui Ukasi "uccide a distanza", non so se vi rendete conto di quanto sia assurdo. Beviamoci pure che la mascheratura fornita dalla testa del bastone riesca (magari accompagnata dall'urlo di Ukasi) ad attutire il rumore dello sparo, resta il fatto che le vittime di Ukasi non presentano tracce di ferite, sono semplicemente morte. Dove sono le tracce di bruciatura, i fori di proiettile ed il sangue? I due indiani cadono semplicemente e quelli che sono con loro non si accorgono di nulla. Se almeno fosse stato un dardo avvelenato sarebbe stato comprensibile, ma così... è proprio trattare i lettori da decerebrati... la prova in più, se ce n'era bisogno, che le storie di Nizzi prima di mandarle in stampa non le rilegge nessuno. Sono stato contento di rivedere il vecchio Nuvola Rossa, ma sprecare i suoi poteri precognitivi per un buffone come Ukasi, è stato seccante. L'intera sequenza della doppia premonizione è stata oggettivamente inutile nell'economia della storia. Del tutto irritante, poi, la caratterizzazione di Kit Willer, a proposito della quale non spreco una parola di più, tanto è lontana anni luce da quella offertaci da Faraci e Boselli nelle ultime storie. Cosa si salva, quindi, di questa storia? Le scene d'azione, indubbiamente, e, sono pronto a riconoscerlo, un impianto generale che dimostra almeno un certo sforzo per tentare di eliminare certi difetti della scrittura dell'ultimo Nizzi. Buona prova di Ortiz ai disegni.

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SPOILERA me la parte che ha dato più fastidio, a pare l'inverosimile vicenda-Ukasi che scredita l'intelligenza degli Utes (come potevano non accorgersi che i loro compagni, nel primo albo, erano morti per colpi di arma da fuoco? E come si può pensare che il rumore di un colpo di pistola venga del tutto attutito da un involucro o coperto da un urlo, non producendo un bagliore, un po' di polvere... mah!) e, con essi, l'intelligenza del lettore..... beh, è il duello finale. In particolare, qundo Tex si dichiara pronto a togliersi le pistole laddove Cane Giallo avesse gettato il coltello. A prescindere anche dall'ingenuità e dal candore della richiesta, e dalla (seconda) ingenuità consistente nello sfilarsi il cinturone senza aver atteso il contestuale gesto di Cane Giallo con il coltello... ma, mi chiedo.... quello è Tex? Qualcuno mi sa spiegare il SENSO di quella domanda, o mi ricorda un solo precedente similare nell'intera saga?Il Tex VERO, che conosciamo da 60 e passa anni, getta via A PRESCINDERE il cinturone, e - con un sorriso beffardo ed un'aria strafottente, sicura di sè - invita il capo Ute a dimostrargli cosa è capace di fare con un uomo disarmato, dandogli - quindi - una sonora ed esemplare lezione. Adesso salter? fuori qualcuno a parlare di lettori ultra-esigenti e/o non di meglio specificate "sindromi" da censore; ma qui siamo proprio all'A-B-C del personaggio, il Tex di questo duello NON ragiona come il vero Tex. Per non parlare di Kit Willer, che oramai è come Ronaldinho: alterna una prestazione da applausi ad un'altra da fischi, a seconda del piede con cui si alza dal letto (leggi: a seconda dell'Autore che lo interpreta), passando da esuberante scavezzacollo a timida ed impacciata "ruota" degli altri pards, da sfacciato ottimista a cupo pessimista (senza alcun serio motivo, peraltro). Un po' più di coerenza non guasterebbe.

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Pensando a questa storia la prima cosa che mi viene da pensare ?:peccato!Peccato per tutto quello che avviene tra pag.26 del primo albo e pag.91 del secondo albo? quello che è contenuto tra queste pagine pur non essendo niente di trascendentale,? comunque, almeno per me, abbastanza godibile. La storia fila liscia senza intoppi, in maniera veloce e indolore;e il carattere dei pards è rispettato:Carson rimane sulla linea d'onda del Carson stratosferico visto ne ?La mano del morto?,Tiger ha alcuni buoni spunti che lo mettono in primo piano, e Kit, pur non facendo niente di straordinario, rimane comunque un buon Kit, sullo stesso livello di decine di altri Kit visti nell'arco di 600 albi-in questo senso, le critiche rivolte a Nizzi mi sembrano nella maggior parte dei casi pretestuose, come al solito. Purtroppo,? tutta l'idea alla base della storia che non sta in piedi. Se questa fosse stata una storia senza la trovata dello stregone e senza il ritorno di cane Giallo, avremmo assistito a un qualcosa di globalmente migliore. C?? da chiedersi:perchè è stato voluto un ritorno di Cane Giallo?Con quali scopiùLa cosa è stata studiata o è stata fatta senza pensarci troppo'... a quest?ultima domanda è molto facile rispondere. Se si fosse evitato Cane Giallo, se si fosse inventato ex novo un capo ribelle e guerrafondaio, avremmo avuto una storia normale, magari scontata, magari trita e ritrita, ma che almeno sarebbe stata in piedi, soprattutto in quanto a ideazione. Ed è proprio qui il problema maggiore:se è l'ideazione a porsi come base di una storia, e se l'ideazione fa schifo, come potrebbe non fare schifo quello che ne deriver? in seguito, e cioè la storia nella sua interezza?A differenza di qualcuno, io non ho mai messo in dubbio il fatto che la Bonelli dia molta cura agli albi mensili di Tex?però, per questa volta, il dubbio mi viene:possibile che nessuno si sia accorto che l'intero progetto alla base di questa storia è sballato?Possibile che nessuno abbia pensato all'assurdit? dei trucchi di Ukasi?Che diavolo, i buchi dei proiettili si vedono!... e soprattutto, la trovata della pistola è la cosa più kitch e banale che io abbia mai visto sulle pagine di Tex, una stronzata pazzesca-per assurdo, in confronto a questo, anche le esagerazioni di Boselli in ?I sette assassini? appaiono di colpo più credibili!E poi?il duello è stato bruttissimo ( e comunque non è la cosa più brutta della storia):il duello dimostra con quanta superficiali? è stato pensato questo ritorno di Cane Giallo. Tex si salva solo grazie alla pistola:non si poteva evitare?Nessuno in redazione ha pensato:?Ehi, ma Tex per vincere un duello con una mezza cartuccia non ha mica bisogno di sparare!??!Forse ricordo male, ma Carlo Monni scrisse che questa storia venne accantonata, per poi essere ripresa più di recente;a questo punto venne affidata a Ortiz, il disegnatore più veloce della testata. La mia idea è che questo scarto sia stato ripescato solo perchè non c'erano altre storie finite, e che sia stata pubblicata solo per coprire un buco-? il fatto che l'abbia disegnata Ortiz, soprattutto, che me lo fa pensare. Questo è l'unico modo in cui posso pensare che alla Bonelli sia rimasto un po' di buon senso, perchè questa del buco mi sembra l'unica spiegazione possibile. Ortiz:non voglio inveire su una persona anziana. Mi limito a dire che costui non è più degno (se mai lo è stato) di disegnare Tex. Un voto? 5, comprensivo di testi e disegni

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Mi devo cospargere il capo di cenere poich? mai avrei pensato di vedere affiorare una pistola ( ???????!!!!!!! ) :bandito::bandito: :capoInguerra: :bisonte: da sotto la testa dello sciacallo dello stregone: a me è già bastato questo per farmi ingoiare l'alka seltzer !Con la Bonelli ed il grande capo in persona ho dibattuto ( via epistolare )per parecchio tempo ( invano ) sulla cosiddetta "supervisione" degli albi di Tex e preferisco non spendere piu' una parola. Ma questa "trovata" ?, insieme ( almeno parzialmente ), al duello finale, una delle piu' sconcertanti dell' ultimo periodo "nizziano". Per il resto su questo albo tanta azione, dialoghi ridotti all' osso, caratterizzazione dei personaggi ( Ukasi su tutti ) inesistente cosi? come la sceneggiatura, piatta come una sogliola. I disegni di Ortiz, in questa seconda parte, li ho trovati frettolosi, quasi buttati l', poco curati, con il volto di Tex perennemente diverso. Mah...... Complessivamente voto 5/6 alla storia, ma sarebbe da 3 con la caz... della testa di sciacallo. Disegni 6, di stima per il maestro Ortiz. :trapper:

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Non mi sento granch? di condividere tutti i pollice verso nei confronti di questa storia. Il trucco di Ukasi è certo una trovata da circo ( anche l'imbottitura della testa di
sciacallo ci riporta a quell'ambiente ) ma, considerando il "pubblico" a cui è rivolta ( che non sente lo sparo, n° vede il proiettile, ma scorge un "medicine man" che lancia un grido e poi vede un paio di uomini in buona salute stramazzare morti ), mi pare ci possa anche stare, tanto più in quanto, come ci fanno sapere gli Ute interrogati da Tex & Co. nelle ultime pagine, in seguito Ukasi aveva dato fondo al suo repertorio di trucchetti "ammazzando" e "resuscitando" uccelli. Quanto al resto, anche nel secondo albo l'azione non manca e il ritmo è fluido per cui, pur in assenza di pregi particolarmente rilevanti, la lettura non mi pare affatto sgradevole. Stesso discorso mi pare di poter fare per i disegni di Ortiz: certo, i tempi d'oro sono passati da un pezzo per lui, mentre la sua rapidit? di realizzazione è ottenuta anche grazie a un certo "tirare via"; pur con questi limiti, però, la sua prova mi sembra assai più palatabile di quelle di artisti più giovani e meno spesso criticati.
Insomma, per me:
soggetto 6,5
sceneggiatura 7 --
disegni 7-

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Forse ricordo male, ma Carlo Monni scrisse che questa storia venne accantonata, per poi essere ripresa più di recente;

Per essere esatti, era stata pensata, io, credo, nel 2005 o comunque prima dell'estate 2006, per essere affidata a Fusco quando questi fosse rientrato dalla convalescenza dopo l'operazione agli occhi a cui si era sottoposto nel 2004 dopo aver finito di disegnare "Athabaska Lake". Fusco rifiut? l'incarico perchè preferiva da allora in avnati disegnare solo storie brevi e, di conseguenza, meno impegnative come tempi di realizzazione (il mio sospetto è che temesse di fare la fine, come qualità, di Galep, Marcello e Letteri ed abbai voluto solo storie che fosse abbastanza sicuro di poter finire da solo e con la qualità che gli sembrava adeguata). La storia fu accantonata e non se ne sent? più parlare, finch?, alla fine del 2008 non si decise di affidarla ad Ortiz, reduce dalle fatiche della realizzazione dell'ultimo Maxi.


a questo punto venne  affidata a Ortiz, il disegnatore più veloce della testata. La mia idea è che questo scarto sia stato ripescato solo perchè non c'erano altre storie finite, e che sia stata pubblicata solo per coprire un buco-?  il fatto che l'abbia disegnata Ortiz, soprattutto, che me lo fa pensare.

No, su questo posso dirti che ti sbagli... almeno in parte. Innanzitutto cosa intendi per storie finite? Se intendi sceneggiature, devo dirti che a parte Nizzi che negli ultimi tempi si era abituato a sceneggiare a blocchi di 110 pagine, ogni sceneggiatore consegna al disegnatore di turno non più di 30 pagine alla volta e le sceneggiature sono sempre uno "work in progress" assieme ai disegni. Chi aveva il buco era Ortiz, che si ritrovava senza sceneggiature pronte per lui, visto che Boselli era fin troppo impegnato con altri disegnatori e non aveva la possibilità di prenderselo in carico, mentre Segura ancora non aveva nuovi soggetti. Ecco, quindi, che si decise di tirar fuori questa storia e darla a lui. Nessuna idea,, ne sono convintissimo, da parte della Bonelli di affidare una storia scarsa ad un disegnatore ritenuto in calo.

Personalmente ero e rimango convinto che alla SBE la sceneggiatura non l'abbiano nemmeno letta

Questo è l'unico modo in  cui posso pensare che alla Bonelli sia rimasto un po' di buon senso, perchè questa del buco mi sembra l'unica spiegazione possibile.

In effetti, come dicevo, non ci sei andato troppo lontano, pur partendo da un ragionamento errato.


Ortiz:non voglio inveire su una persona anziana. Mi limito a dire che costui non è più degno (se mai lo è stato) di disegnare Tex.

Che lo sia stato non lo metto in dubbio, ho apprezzato tantissimo le sue prime storie. Che lo sia ancora... si difende meglio di altri coetanei ed è la sola cosa che mi sento di dire.


Un voto? 5, comprensivo di testi e disegni

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Nessuna idea,, ne sono convintissimo, da parte della Bonelli di affidare una storia scarsa ad un disegnatore ritenuto in calo.

Era proprio questo quello che pensavo,Carlo, anche per il fatto che Ortiz, essendo comunque il più veloce,? anche il più adatto a coprire eventuali buchi. Se poi alla Bonelli le sceneggiature nemmeno le leggono, allora la cosa è un p? triste... però non riesco a credere (solo per una questione "sentimentale", non perchè lo sappia con certezza) che Sergio Bonelli non legga le storie in anteprima.
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Letta anch'io. Una storia senza infamia e ( certamente) senza lode, il cui unico pregio è un buon ritmo d' azione. Per il resto, la caratterizzazione dei personaggi non è neppure abbozzata, e non si capisce il perchè del ritorno di Cane Giallo ( si fosse chiamato Aquila Bianca, Lepre Veloce o Giacomo Marchesini, nulla sarebbe cambiato) . Il trucco di Ukasi ( ancora più inesistente di Cane Giallo ) è assurdo : non serviva tanta fantasia per trovare una soluzione alternativa alla questione. Quantomeno, la sceneggiatura è piuttosto scarna e scorre veloce; se pensiamo alle centomila subordinate di 'La Rivolta Dei Cheyennes' , è un passo avanti. Ciò detto, secondo me sarebbe giusto fermare le pubblicazioni nizziane, onde evitare che UBC, TWO & Co, possano far presa sui giovani lettori inesperti, ignari del Fu Claudio Nizzi. Ortiz molto in calo: ho appena finito di rileggere il suo texone ( stupendo ) e la flessione è innegabile. E tuttavia si difende tuttora bene, per essere un artista di 78 anni. Soggetto: 5,5Sceneggiatura: 6Disegni: 6,5

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Nizzi decide di ripescare un vecchio personaggio bonelliano come aveva già precedentemente e brillantemente fatto in passato. 1 ) Riprende a grandi linee la trama del numero 200 o dell'"Idolo di smeraldo". 2 ) Si serve di una "location" il Falcon Bridge o ponte di roccia che si insinua nella trama come punto focale dove si scontrano le due forze nemiche, come di fatto avveniva anche nella precedente storia di Cane Giallo, con l'Eagle Pass.3 ) Introduce la figura tutt'altro che convincente dello stregone "pazzoide", modificandolo leggermente rispetto a storie passate che vedevano figure simili, ma più reali, per esempio nel texone di Mastantuono o "Il presagio". Mi sembra che gli elementi della storia possano essere ricondotti a questi tre. Pochi e, scusate la ripetizione, poco originali. Per il resto sono d'accordo con quelli di voi che dicono che la storia si leggiucchia, scorre via senza grosse lacune o colpevolezze da parte dell'autore, ma manca quello che doveva essere il punto fondamentale: la vendetta di Cane Giallo! in nessuna delle 220 pagine che compongono quest'avventura mi sembra di assaporarne, anche minimamente, il sapore. Negli ultimi anni Nizzi ha recuperato alcuni protagonisti importanti della serie: i mormoni di "Terra Promessa", "La Tigre Nera" e ora "Cane Giallo". In nessuna di queste storie c'era il soggetto sensazionale che avrebbe dovuto essere la molla per simili ripescaggi. Parliamoci chiaro. Boselli, che pur avrebbe mezzi e strumenti per riprenderne più di uno, non osa, esita, magari è consapevole che con le altrui eredit? certi eventuali "insuccessi" sono più dolorosi da sopportare: in breve non so cosa lo trattenga esattamente ma per me è colpevole di non volerci nemmeno provare ( ps, con Montales ha fatto uno stupendo lavoro ). Degli altri autori, Manfredi al quale ho rivolto la domanda ( vedi il primo numero della rivista ) ci ha detto chiaramente di non sentirsi ancora pronto per imbastire storie incentrate su vicende o personaggi fondamentali della serie. Stesso discorso suppongo che possa essere esteso anche a Faraci. Che ripescaggi così delicati vengano permessi a Nizzi che si presenta con storielline mediocri, con poco respiro, con poca fantasia, scritte come un compitino stando bene attento a mettere i capellini sulle "i" sbagliando poi certi accenti... In conclusione: la storia, in generale, può soddisfare il mio palato è Si, diciamo di si, moderatamente. La storia con Cane Giallo merita di essere ricordata e affiancata al capolavoro bonelliano è Neanche minimamente, c'è una voragine e pure grossa. Voto, lo dico con una punta di dispiacere sulla lingua: TRE. Su Ortiz non mi dilungo, lo digerisco meglio di altri, ma su Tex ha fatto la sua bella figura solo sul Texone, per tutto il resto, è di troppo.

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Non mi sento granch? di condividere tutti i pollice verso nei confronti di questa storia. Il trucco di Ukasi è certo una trovata da circo ( anche l'imbottitura della testa di
sciacallo ci riporta a quell'ambiente ) ma, considerando il "pubblico" a cui è rivolta ( che non sente lo sparo, n° vede il proiettile, ma scorge un "medicine man" che lancia un grido e poi vede un paio di uomini in buona salute stramazzare morti ), mi pare ci possa anche stare

Scusa, Pedro Galindez, ma qualcuno degli Utes avrà pur raccolto i defunti compagni, per rendere le dovute esequie? O li hanno lasciati in pasto agli avvoltoi e se ne sono andati? E come è possibile non accorgersi di un foro di proiettile? :o

E i corvi uccisi a distanza, mentre volano liberi nell'aria, usando.... una pistola? (per il ciclo, Buffalo Bill mi fa un baffo!) :blink:
E i corvi vivi conservati in una bisaccia? :s

Perdonami, in anticipo, so che non è carino (e neppure giusto) commentare i giudizi degli altri, ma se si d' 6,5 a QUESTO soggetto (lasciamo perdere, per un attimo, la sceneggiatura), friabile come carta velina, prevedibilissimo, a più riprese assurdo e con personaggi intriganti e profondi come una canzone di Gigi D'Alessio.... francamente, davvero vuol dire che un episodio di Tex posso scriverlo anche io!

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