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TWF - Tex Willer Forum

Tex Vs Lettori Esigenti: Chi Ha Vinto?


Sam Stone
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Forse, se uscissimo dal livello generale e analizzassimo le storie singolarmente, potremmo accorgerci che una vera e propria costante nelle ultime annate texiane non c'è (almeno a livello di caratterizzazione di tex)

E' esattamente questo il problema. Che ognuno "veda" il personaggio in una certa maniera ci può anche stare, fin quando però la struttura della serie si mantiene solida attorno a determinati capisaldi. Viceversa, se ogni Autore "modernizza" Tex facendogli perdere DEFINITIVAMENTE un pezzettino del Tex "classico", alla fine il risultato è che questi pezzettini compongono un macigno, e quello che può essere un valore aggiunto, diventa un un fattore di confusione del lettore, che non riconosce più il quid essenziale del personaggio. Per esempio, dopo aver letto, nel giro di pochi mesi, "Patagonia", "la banda dei messicani" e "l'uomo di Baltimora" - seguiti ad anni di oblio del personaggio - io, ipotetico giovane lettore texiano, non saprei definire chi sia Kit Willer, che caratteristiche abbia, che ruolo ricopra nella serie. Tre storie, tre Kit Willer diversi, nel modo di pensare, di parlare, di agire, di rapportarsi al padre. Considerando che Tex, per 50 anni, è stato scritto, ideato e sceneggiato praticamente da una sola persona alla volta (G. L. Bonelli prima, Nizzi poi, con rare "spruzzatine" nolittiane), ora che - in questo periodo storico - vediamo alternarsi 4/5 sceneggiatori diversi, se ognuno parte per la tangente proponendo senza riserve il "suo" Tex (nessuno dei quali - GIUSTAMENTE - è identico al Tex delle origini), non credo che la saga nel suo complesso ne possa trarre giovamento.
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Forse, se uscissimo dal livello generale e analizzassimo le storie singolarmente, potremmo accorgerci che una vera e propria costante nelle ultime annate texiane non c'è (almeno a livello di caratterizzazione di tex)

E' esattamente questo il problema. Che ognuno "veda" il personaggio in una certa maniera ci può anche stare, fin quando però la struttura della serie si mantiene solida attorno a determinati capisaldi. Viceversa, se ogni Autore "modernizza" Tex facendogli perdere DEFINITIVAMENTE un pezzettino del Tex "classico", alla fine il risultato è che questi pezzettini compongono un macigno, e quello che può essere un valore aggiunto, diventa un un fattore di confusione del lettore, che non riconosce più il quid essenziale del personaggio. Per esempio, dopo aver letto, nel giro di pochi mesi, "Patagonia", "la banda dei messicani" e "l'uomo di Baltimora" - seguiti ad anni di oblio del personaggio - io, ipotetico giovane lettore texiano, non saprei definire chi sia Kit Willer, che caratteristiche abbia, che ruolo ricopra nella serie. Tre storie, tre Kit Willer diversi, nel modo di pensare, di parlare, di agire, di rapportarsi al padre. Considerando che Tex, per 50 anni, è stato scritto, ideato e sceneggiato praticamente da una sola persona alla volta (G. L. Bonelli prima, Nizzi poi, con rare "spruzzatine" nolittiane), ora che - in questo periodo storico - vediamo alternarsi 4/5 sceneggiatori diversi, se ognuno parte per la tangente proponendo senza riserve il "suo" Tex (nessuno dei quali - GIUSTAMENTE - è identico al Tex delle origini), non credo che la saga nel suo complesso ne possa trarre giovamento.
Tahzay santo subito: concordo su tutto. Anche da un punto di vista visivo, vorrei capire se è un bene avere una squadra di 25 e passa disegnatori texiani: mi sembra un continuo esperimento grafico, cui in origine era dedicato il texone: ebbene, adesso lo è la serie regolare.
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Anche da un punto di vista visivo, vorrei capire se è un bene avere una squadra di 25 e passa disegnatori texiani: mi sembra un continuo esperimento grafico, cui in origine era dedicato il texone: ebbene, adesso lo è la serie regolare.

Il fatto che ci siano 25 e passa disegnatori è un fatto forzato, oggi, una necessit?. Lo sappiamo tutti che i disegnatori odierni sono lentissimi, e che se producono più di 10 pagine al mese c'è da gridare al miracolo. Senza tutti questi disegnatori, l'albo non potrebbe uscire regolarmente ogni mese. :trapper:
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Anche da un punto di vista visivo, vorrei capire se è un bene avere una squadra di 25 e passa disegnatori texiani: mi sembra un continuo esperimento grafico, cui in origine era dedicato il texone: ebbene, adesso lo è la serie regolare.

Il fatto che ci siano 25 e passa disegnatori è un fatto forzato, oggi, una necessit?. Lo sappiamo tutti che i disegnatori odierni sono lentissimi, e che se producono più di 10 pagine al mese c'è da gridare al miracolo. Senza tutti questi disegnatori, l'albo non potrebbe uscire regolarmente ogni mese. :trapper:
Uhm... E' quanto sostiene anche Carlo Monni, ma io rimango dubbioso... Fino a una decina d' anni fa, i disegnatori son sempre stati al massimo un decina, e l'albo ogni mese lo trovavo in edicola, con risultati grafici eccellenti, fermo restando le preferenze per questo o quell' artista. Per quanto le nuove leve siano lente, è proprio necessario uno staff da più di venticinque disegnatori? Vero che sono aumentate le pubblicazioni ( in modo eccessivo, peraltro) , ma il numero mi sembra sempre eccessivo. Infine, inaccettabile che ci siano disegnatori che firmano una storia e poi se ne vanno altrove ( Spada, Milano, Bianchini, Santucci e quant'altri ): e ciò sia che i responsabili delle 'dimissioni texiane' siano loro o la casa editrice...
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Fino a una decina d' anni fa, i disegnatori son sempre stati al massimo un decina, e l'albo ogni mese lo trovavo in edicola, con risultati grafici eccellenti, fermo restando le preferenze per questo o quell' artista. Per quanto le nuove leve siano lente, è proprio necessario uno staff da più di venticinque disegnatori? Vero che sono aumentate le pubblicazioni ( in modo eccessivo, peraltro) , ma il numero mi sembra sempre eccessivo. Infine, inaccettabile che ci siano disegnatori che firmano una storia e poi se ne vanno altrove ( Spada, Milano, Bianchini, Santucci e quant'altri ): e ciò sia che i responsabili delle 'dimissioni texiane' siano loro o la casa editrice...

Qui non sono d'accordo: per l'editore è un costo mantenere tanti disegnatori al lavoro su una sola testata, e qualche motivo ci dovr? pur essere! :indianovestito: E poi per quanto riguarda i disegnatori che su Tex sono delle meteore io ci andrei piano a definire questa situazione inaccettabile: disegnare Tex è un onore per qualsiasi disegnatore, e se anche dopo una sola storia un artista decide di dare forfait chissà quali ragioni personali ci sono dietro... Io non me la sento di giudicarli...
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Esempio: a me può star bene il Tex serio, determinato e strategicamente perfetto di "gli eroi di Devil Pass", se preceduto da quello ironico, spaccone ed istintivo de "il clan dei cubani"; ed accetto - a quel punto - ben volentieri anche quello "intimista" (nonchè pestato, nonchè salvato da Zane e da Waineka) di "contro tutti", quello buonista di "ombre del passato" e quello sofferente e "perdente" de "il segno di Cruzado". Si tratta di storie praticamente consecutive all'interno della saga, se ci fate caso.

Quindi, questa "alternanza psicologica" secondo te c'è già stata... allora perchè prendersela così a male se lo stesso avviene anche oggiàIn ogni caso io penso che questa "alternanza psicologica", per chiamarla così, ieri come oggi non scalfisce e non altera quello che è il carattere di fondo di Tex. Se poi il problema deriva da una (presunta) minor qualità delle storie attuali, anche su questo non sono d'accordo:"La grande sete" mi piace molto di più di "Ombre dal passato","Patagonia" mi piace quanto "Gli eroi di devil Pass" e "L'uomo di Baltimora" quanto e più di "Contro tutti". :indianovestito:
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Beh, la risposta è semplicissima!Un conto è l'alternanza tra storie che presentanto caratteristiche peculiari del personaggio e storie con caratterizzazioni "alternative" (nell'esempio da me citato, relativo alla fascia 200-250), ed altro conto è l'alternanza fra più Tex, NESSUNO dei quali possiede determinate caratteristiche basilari del personaggio. Esempio: se mi piace il gelato al limone, mediamente gradir? anche prendere un gelato alla fragola o al cedro, o mescolare i gusti, tanto per cambiare. Quindi ordiner?, di seguito: limone - limone&fragola - limone&cedro - cedro&fragola - limone&fragola; ma non ordiner? 3-4 volte consecutive un gelato che non contenga ANCHE il limone. Analogamente, concordo con l'utente che si lamenta della "deriva grafica" del personaggio; una volta, Tex aveva il volto asciutto di Galeppini, radioso di Letteri, rassicurante di Ticci. Con una ventina di disegnatori ad accavallarsi, anche la riconoscibilit? del personaggio è in pericolo, ed anche i Tex più "peculiari" (vedasi quello di Font) vengono sottoposti, quindi, a critiche anche ingiuste.

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Non posso che dirmi completamente d'accordo con l'analisi di Tahzay, sia sulle storie che sulla parte grafiche della serie. In effetti mi rendo conto di aver voluto dire più o meno ciò che ha detto lui, ma di esser stato parecchio impreciso e di essermi incartato da solo in 5/6 punti. Però avrei ugualmente una domanda per tutti, un po' nichilista:A) assodato che Nizzi non scrive più, e visto il livello a cui era arrivato è un bene, e che Boselli ha notevolmente perso ispirazione diventando lo sceneggiatore principale;B ) assodato che neanche Gianluigi Bonelli ha scritto sempre capolavori;C) ci siamo ormai resi conto che Nolitta, quando scrive un soggetto, elabora trame banali, senza veri cattivi e troppo politicamente corrette;In cosa cavolo possiamo più credere? :o Forse l'opzione "facile mitizzazione del passato" additata da Tahzay è ancora la più utile! Mi sa che mi ributter? a pesce sul quarto centinaio di Tex cominciando a ripetere come un mantra "Il 399 è l'ultimo albo di Tex" o cose del genere... :D:lol:

Modificato da virgin
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A) assodato che Nizzi non scrive più, e visto il livello a cui era arrivato è un bene, e che Boselli ha notevolmente perso ispirazione diventando lo sceneggiatore principale;

Secondo me, Boselli (che oltre ad essere un ottimo professionista, mi pare anche essere persona di grande intelligenza) ha già colto perfettamente la differenza che c'è tra l'essere "panchinaro di lusso" e titolare fisso della testata, e sta ragionando di conseguenza, pur senza snaturarsi o farsi condizionare eccessivamente. Chi vivr?, vedrà :trapper: !Il cambio Nizzi (intendo l'ultimo Nizzi) - Faraci, poi, non potr? che essere vantaggioso e rinvigorire ulteriormente la serie.
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Boselli ha notevolmente perso ispirazione diventando lo sceneggiatore principale; ci siamo ormai resi conto che Nolitta, quando scrive un soggetto, elabora trame banali, senza veri cattivi e troppo politicamente corrette;

Questo è quello che pensi tu,Virgin :trapper: Non c'è nulla di oggettivamente provato in questi punti!
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A) assodato che Nizzi non scrive più, e visto il livello a cui era arrivato è un bene, e che Boselli ha notevolmente perso ispirazione diventando lo sceneggiatore principale;

Sono d'accordo a meta' su questo punto. E' sicuramente un bene che Nizzi abbia lasciato la serie. E' stato un grande, ha scritto molti capolavori (anche se qualcuno l'ha dimenticato o fa finta di dimenticarsene), e' stato il piu' grande dopo G. L. Bonelli, l'unico che e' riuscito a proporre un Tex nel solco della tradizione, riuscendo a rinvigorire una serie che stava perdendo qualche colpo a causa dell'eta' ormai avanzata del creatore di Tex, a meta' degli anni '80. Ma ormai e' un autore bollito, pochissimo ispirato, e con poca voglia di scrivere storie del ranger piu' famoso d'America. Scrivere fumetti e' un mestiere particolare, nel senso che, occorre avere passione e soprattutto provare divertimento nel farlo. Nizzi li ha persi entrambi, e ritirarsi e' la miglior soluzione. In quanto a Boselli che ha perso l'ispirazione, mi sembra un affermazione un po' eccessiva. Deve pero' aggiustare il tiro con il personaggio di Tex. Non si possono scrivere sempre storie con tantissimi comprimari protagonisti (tipo Raza), o proporre un Tex del tutto diverso da come lo abbiamo sempre visto e conosciuto. Diciamolo pure,Boselli ha un po' snaturato Tex, nel carattere e nell'atteggiamento, con quella sua aria sempre imbronciata e poco incline all'umorismo, che ripeto, e' stata sempre una caratteristica costante e vincente del personaggio. Boselli conosce piu' di tutti Tex, anche piu' di Nizzi. E quando vuole e' in grado di regalarci un Tex come Dio comanda, lo ha dimostrato nell'ultimo Texone. Adesso che e' lo sceneggiatore principale, io credo che abbia il dovere di restituirci un Tex piu' credibile, anche se con qualche variante ovviamente, e soprattutto riprendere alcune caratteristiche che il personaggio ha perso ultimamente per strada.
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Tocca andare spesso fuori tema, ma ogni tanto è bene lasciarsi trascinare dalla corrente. Il ?mito? GLB, il fantastico, altri autoriIl GLB che è un mio ?mito?, se così si può chiamare, è quello che nella fascia 100-200 sforna tutte bellissime storie, una dopo l'altra, storie di un livello altissimo in sequenza impressionante. è da tantissimi anni che non rileggo questo centinaio, qualcosina forse nel giudizio cambierebbe ma l'impressione di fondo sarebbe sempre quella. Nella fascia 1-100 ci sono davvero, com?? stato detto, tante storie più o meno brevi che sembrano tirate via o tagliate con l'accetta, e disegnate nello stesso modo, bisogna riconoscerlo pur con tutte le attenuanti del caso. Ho sempre in testa da quasi 30 anni questa specie di classifica dei periodi: dal 100 al 165 siamo al massimo, poi un leggero calo fino al 200, poi un calo sempre più accentuato fino a che smisi la collezione col 268, le storie m?interessavano sempre meno. Pu? anche darsi che tante belle storie di allora possano far sorridere oggi, visti gli anni passati, lettori smaliziati, e soprattutto il Tex artigianale, ruspante, originale o delle origini degli inizi, sempre in via di definizione e sempre pronto a sorprenderti valicando i famosi o famigerati paletti di ?texianit??, fino a raggiungere una sua fisionomia ben delineata se non definitiva, ma mi sembra che parecchie storie di allora reggano benissimo a una lettura odierna. L'alchimia texiana raggiunta da GLB non è stata mai più riprodotta, sia che la si consideri il massimo o no, quel Tex non è e non è stato mai riproducibile. Tutte le storie ?fantastiche? di GLB reggono, anche e soprattutto quella sulle terre dell'abisso, i figlia della notte, Vindex, eccetera, possono non piacere ma reggono anche attualmente. Ai tempi ricordo che fra le ragioni dell'abbandono della serie c'erano una serie di storie ispirate al fantastico che non mi convinsero per nulla. Già Santa Cruz mi fece storcere la bocca, il sogno del frate proprio non lo ressi, non parliamo poi de La piramide misteriosa, con sacerdoti mummificati e quant?altro; almeno queste, forse, potevano reggere anche se non mi piacquero. Ma la storia con quella razza aliena di rettili, col missile ritrovato fra i ghiacciai, non mi ricordo più il titolo, con quella specie di Hellingen dalla bocca storta, mi è sembrata una delle brutture più clamorose mai viste, insieme a quella con i dinosauri nella stiva. Queste proprio, a memoria, non mi sembrava proprio storie che potessero stare in piedi su Tex, su Zagor forse, ma su Tex no. Infatti mi sembra che le ultime due fossero state sceneggiate da Nolitta, le prime due mi sembra siano proprio di GLB. Insomma, neanche lui è infallibile, ma la cosiddetta mitizzazione, se rimane nei limiti, è accettabile e giusta, perchè fa riferimento a un periodo caratterizzato da un Tex e da tante storie di livello altissimo in termini assoluti. Per fare paragoni con altri autori dovrei rileggermi in blocco la sezione dal 300 al 500, forse in futuro sarà in grado di farli. Una cosa però mi sento di dirla, riferendomi a quest?intervento di Paco:?Per quanto riguarda le ulracritiche a Nizzi e gli osanna a Boselli avuti in questi anni, credo non solo che siano stati entrambi sbagliati ed entrambi intellettualmente disonesti, ma credo anche che abbiano fatto male entrambi (in maniere diverse) ai due autori:sia Nizzi che Boselli ne hanno pagato, o ne stanno cominciando a pagare, le conseguenze.?Non so la veridicit? di quest?ultima affermazione, però, critiche e osanna in questo caso mi sembrano giustissimi e più che onesti: se Nizzi è crollato vorticosamente in un arco di 10-15 anni e ha ridicolizzato serie e personaggi è giusto che si becchi tutte le critiche di questo mondo, senza per questo scalfire la grandezza di quanto aveva fatto prima del declino; al contrario se le prime storie di Boselli, diciamo dal 400 al 500, sono quasi tutte di altissimo livello è giusto togliersi il cappello, salvo poi criticarlo quando ci va e ci vuole, soprattutto nel periodo post-500 dove mi sembra calato a volte poco a volte tanto. Io stesso non ho apprezzato molto le sue due ultime storie, texone e Deadwood. Tex-texianit?-centralit?-marginalit?-storia-personaggiQui casca l'asino, non solo perchè sono temi molto difficili e non mi sento per nulla esperto, ma anche perchè mi sembra di essere l'unico a pensarla in un certo modo. Senza scomodare inutilmente Socrate o Platone, la domanda è sempre quella: che così?, chi è Tex?; che così? che fa sè che Tex sia Tex?; così? la texianit??; qual è l'idea di Tex, la sua essenza, la sua natura, la sua physis, la sua sostanza, la sua ousia?Per la risposta non ci si può riferire al mondo delle idee, ma ci si deve riferire al creatore, anche qui, a GLB, come è stato detto, questa è la versione base di un certo Tex, di Tex in assoluto, forse. Senza stare a fare elenchi, rimanendo sul generale, ecco la prima domanda: si può dire che i vari Nizzi e Boselli hanno eroso questa natura, questa essenza, o l'hanno persa, rendendolo in qualche modo irriconoscibile?Posto che ogni autore aggiunge o toglie da un personaggio qualcosa per maggiore o minore affinit? e per predisposizioni proprie, posto che non in ogni singola storia si possono avere concentrate tutte le caratteristiche di un personaggio, limitandomi alle perdite, o trasformazioni che possono apparire negative, dico che il Nizzi dei tempi d'oro ha ridotto molto l'irruenza del Tex originale facendolo diventare più pacato e riflessivo, il Nizzi in forte declino ha ridicolizzato pesantemente Tex, Carson (e ora anche Kit) trasformandoli in una sorta di Ciccio e Franco, in due coglionazzi come Tex Pirler e Kit Cazzon, le barzellette dei rangers del Texas, e che Boselli, pur con segnali di trasformazione, ha reso Tex molto più serioso, meno ironico, meno conviviale e compagnone. Seconda domanda: perdere una caratteristica originaria (o aggiungerne una nuova) ?, sarebbe un delitto di lesa maest? verso Tex e GLB?Per me no, questione di gusti personali. Per esempio, perdere in buona parte il Tex sbruffone, arrogante, padreterno, galletto, che si comporta come un bullo con lo scudo del distintivo, io lo trovo più che positivo. è un tratto che mi piaceva 30 anni fa, un tratto che ha fatto la fortuna di Tex, ma che ora non reggo più, lo vedo bene ogni tanto ma ultimamente l'ho visto utilizzato a sproposito con personaggi talmente deboli e indifesi che quasi mi ha fatto arrabbiare. Se questa è lesa maest?, pazienza. Tex che entra in un paese, vede il cattivo di turno e lo fa subito volare dalla finestra per me può restare in soffitta. Invece recupererei l'arroganza linguistica, che mi sembra latitante da diverso tempo, l'umorismo e la convivialit? con i compagni d'avventura, in cui vedo il Tex di Boselli ancora molto debole. (E poi una bischerata, vorrei più scazzottate nei saloon, più free for all per tutti, insomma, non è un tratto del personaggio ma mi piaceva e mi piace ancora tanto). Terza domanda: oggi il personaggio Tex dei vari Boselli e Faraci è davvero Tex, non diciamo quello classico di GLB ma almeno un Tex vero, credibile, che rientra nel solco della tradizione? O è un personaggio snaturato, un altro personaggio? Per me è quello vero, è un Tex riconoscibile al 70-80%, c'è ancora da lavorarci, certo mi sarei aspettato un po' di più essendo abituato troppo bene non solo da GLB ma anche dallo stesso Nizzi, comunque diciamo che mi accontento e non vedo snaturamento, e non ricordo, a parte le caricature di Ciccio e Franco, un Tex irriconoscibile in nessuna storia. Ecco infine la domanda clou, quella che mi interessa di più: la centralit? di Tex, del ?vero? Tex, nella storia, è fondamentale per la riuscita della stessa? Detto in altri termini: la fortuna di Tex è da ascrivere soprattutto alle caratteristiche del personaggio ben in risalto o non forse anche alla trama, alla storia, ai personaggi di contorno?Cito da una parte Tahzay: ?Ecco perchè insisto a dire che non è tanto il "contorno" sul quale occorre soffermarsi, quando si parla di lettori esigenti, ma su Tex (e i suoi pards): con un Tex apprezzabile, "riconoscibile", e nei limiti della credibilit?, si può osare di tutto, e - al contempo - anche un soggetto semplice o abusato può risultare gradevole.?E dall'altra copio un intervento di Capelli d'argento sul texone:Capelli d'argento----QUOTE (jack65 @ Lunedì, 05-Lug-2010, 19:21)Quanto al resto, la strapotenza delle storie boselliane dei primi tempi soprattutto era dovuta a una trama super avvincente ed equilibrata nelle parti, vedi passato di Carson, Helltown, Fort Apache, gl'Invincibili, i Lupi Rossi, ma anche quella del treno deragliato, Matador e forse altre che non mi vengono in mente, il texone sugli assassini, e Patagonia, per venire all'attualit?. Di fronte a una trama coinvolgente che t?incolla alla sedia, eventuali possibili difetti, vedi troppi comprimari e troppo presenti se non ingombranti, vedi un Tex magari non proprio al centro della storia, per me svaniscono, vanno in terzo-quarto-quinto piano. Eh no, amigo..... Va bene l'innovazione ma dissento totalmente da te riguardo la figura di Tex e dei troppi comprimari. Tex è Tex e se è da 60 anni in sella un motivo ci deve pur essere. O no ?Ci son già stati 15 anni di buio, ora facciamolo riemergere e non "nascondiamolo" in mezzo a tanti altri personaggi piu' o meno famosi ... Fine OT ( parziale ). ----Io la vedo quasi all'opposto, e ribadisco che se la trama e i personaggi sono veramente intriganti, a me se Tex non è proprio al centro dell'attenzione non interessa nulla o quasi, e anche eventuali altri difetti scorrono via veloci. Se avessi dovuto leggere storie poco significative ma con un Tex sempre al centro dell'attenzione al massimo della forma avrei smesso da tempo, e in effetti una volta l'ho fatto. Senza una storia come si deve la centralit? di Tex per me va a farsi friggere. Tex che domina la scena, i comprimari, nemici e alleati, in una storia scarsina non m?interessa. Il rischio di oscurare Tex c'è, e anche grosso, chi lo nega, e questo tipo di storie vanno bene una tantum, trama più personaggi devono essere veramente intriganti altrimenti c'è un flop. Si parla sempre di storie di Boselli, mi sembra evidente, è lui l'accusato. Se nella storia del passato di Carson Tex non è proprio al centro della scena e non domina come altre volte ma la storia è grandissima, chi se ne frega. Se nel texone sugli Assassini Tex divide la scena con un giovanotto ma la storia è grandissima, chi se ne frega. Se in Helltown ci sono troppi personaggi, amici e nemici, ma la storia è grandissima, chi se ne frega. Mi vanno benissimo tanti personaggi, purch? siano interessanti e lascino il segno, e poi questo Tex così oscurato non l'ho proprio visto. Un Tex al servizio della storia, se questa è grande, e non viceversa, mi sta benissimo. Per esempio, Deadwood per me non funziona, vedo Tex un po' in ombra anche se abbastanza centrale, storia e personaggi non sono esaltanti, di conseguenza la storia non mi è piaciuta più di tanto. Nell'ultimo texone, Tex ritrova quasi caratteristiche ?antiche?, meglio lui di trama e comprimari, per me non alla sua altezza, di conseguenza la storia non mi è piaciuta più di tanto. Altri esempi su storie che hanno trovato la quasi unanime approvazione. Intrigo nel Klondike, accolta qui e su altri lidi molto positivamente, è stata vista generalmente come un passo avanti di Boselli che ha finalmente fatto muovere i due pards come si deve in modo assolutamente centrale, anche in presenza di una trama non così originale. Sarà. è vero, Tex e Carson sono in ottima forma, nulla da dire. Però la storia e i personaggi non mi sembrano così interessanti, e soprattutto uno dei cattivoni, ai quali i rangers hanno dedicato un anno per l'inseguimento, che si vedono dedicati quasi un albo di flashback, dicevo, uno di questi grandiosi assassini, di questi fenomeni del crimine, alla fine ha paura di un cane, incarnazione del Fantasma Formaggino. E allora bastano Tex e Carson in forma? Per me no. E La grande sete, considerata da tanti una boccata d'aria fresca col ritorno dei veri rangers, che parlano e si muovono come si deve, tanto da chiedere a gran voce l'ingresso di Manfredi nella serie regolare? Se l'autore è questo, meglio di no. Tex e Carson agiscono bene, sè, parlano forse come due butteri maremmani a caccia di cinghiali più che come pistoleri americani, ma la storia? L'ho riletta poco fa, le azioni dei cattivi non stanno in piedi, mi sembra che facciano di tutto per farsi beccare, fossero stati senza far nulla forse avrebbero vinto. E allora?Addirittura oso dire che nel corso della sua storia Tex è stato fin troppo centrale e dominante. Se i protagonisti sono quattro e non uno solo, non capisco perchè tutti i piani, ma proprio tutti, con rarissime eccezioni, siano pensati e organizzati da Tex. è vero che all'interno del piano ognuno ha la più ampia libertà di azione, ma il piano è sempre ideato da lui. Va bene che l'eroe va sempre esaltato e glorificato, ma per me non sarebbe uno scandalo che almeno qualche suggerimento, qualche considerazione, se non un vero e proprio piano, almeno qualche volta possano essere ideati anche dagli altri tre pards. Il cervello ce l'hanno anche loro, mi pare. Discorso analogo per gli indiani, che ascoltano sempre Tex per poi eseguire alla lettera i suoi piani, come se fossero incapaci di organizzare un piano di battaglia. Va bene questa storia, ma qualche volta far vedere un po' di cervello da parte loro lo vedrei con piacere. L'eccezione forse è data da Cochise, poi siamo sempre su questa linea. L'eroe che si inserisce in un piano escogitato da altri e magari lo modifica, questo mi piacerebbe ogni tanto. Questo è l'unico caso in cui mi sento di parlare di paternalismo texiano, e mi d' un po' fastidio. Su queste cose mi sa che la vedo un po' all'opposto dalla maggioranza, magari mi si dir? che un Tex troppo umano non è più lui. Umano non vuol dire coglione, è bene intendersi. Tanto vale allora gridare allo scandalo verso il Tex in Patagonia perchè osa cambiare bandiera tradendo il suo comandante, e questo non è da lui, è un sacrilegio. Anche qui, un Tex che cambia idea, che valuta una scelta, è sè più umano ma ancora più grande, finalmente esita, ripensa alle sue azioni anche da un punto di vista etico, e gran parte della grandezza di Patagonia sta proprio nella compresenza indissolubile di ehos e pathos, che rende Tex ancora più uomo e in quanto tale ne esalta l'eroismo, è l'uomo che esalta l'eroe, è un eroe proprio perchè si è messo in discussione ed è quindi in un certo senso più umano. Evviva.

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Io la vedo quasi all'opposto, e ribadisco che se la trama e i personaggi sono veramente intriganti, a me se Tex non è proprio al centro dell'attenzione non interessa nulla o quasi, e anche eventuali altri difetti scorrono via veloci.
Se avessi dovuto leggere storie poco significative ma con un Tex sempre al centro dell'attenzione al massimo della forma avrei smesso da tempo, e in effetti una volta l'ho fatto.
Senza una storia come si deve la centralit? di Tex per me va a farsi friggere.
Tex che domina la scena, i comprimari, nemici e alleati, in una storia scarsina non m?interessa.

Un post ricco e completo, con il quale concordo totalmente, Jack65.

Solo, visto che sono stato "tirato in ballo" direttamente, ci tenevo a chiarire, in riferimento al passaggio quotato sopra, che quando parlavo di concentrarsi di più su Tex non intendevo dire che la storia è perfetta quando Tex è centrale, o onnipresente, ma che una storia anche non eccezionale, con un soggetto fragile o improbabile può essere valorizzata e resa gradevole con un buon Tex.
Mentre un Tex sottotono, o alieno alle caratteristiche che lo hanno reso gradito e di successo, può facilmente rovinare una storia pur bellissima.
Esempio pratico: la deludente, piatta storia attualmente in edicola, se avesse avuto un "certo" personaggio in meno (che inizia con la "U" e finisce con la "I"), e come culmine un duello sulla falsariga di quello contenuto ne "il cerchio di sangue", avrebbe avuto completamente un altro sapore.
Ecco perchè se un bel Tex può salvare una mediocre storia, per me non può accadere l'opposto, e quindi "invitavo" (dal mio basso pulpito) gli Autori a concentrarsi soprattutto sul ranger, per accontentare i "lettori esigenti" (il che non vuol dire che essi possano appiattire le proprie idee su spunti mediocri, naturalmente).

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Voglio precisare innanzitutto il discorso sulla disonest? intellettuale... Quando un autore viene criticato a prescindere;quando le sue storie sono analizzate fino al minimo dettaglio alla ricerca dell'incongruenza più insignificante;quando di una storia si vedono solo gli aspetti negativi senza tener conto di quelli positivi... ecco, se tutto questo è fatto coscientemente, questa è disonest? intellettuale. Altrimenti,? miopia intellettuale. Con Nizzi si è giunti a situazioni paradossali, come il criticare "Dieci anni dopo" perchè Tex quando vede fuggire gli avversari dice:"A nemico che scappa, ponti d'oro"... e che doveva fare, spararli nella schiena??Si è arrivato a mettere in dubbio il fatto che Nizzi abbia scritto grandissime storie, alcune delle quali sono dei capolavori;si è giunti a dire che "Furia rossa","La congiura","La tigre nera" e altre sono solo belle storie ma nulla di più, storie con difetti evidenti:questa per me è pura disonest? intellettuale. Le storie firmate Nizzi ancora non uscivano in edicola, che già le si condannavano:questo è l'apice della disonest? intellettuale. Gli osanna a Boselli sono stati spesso frutto di disonest?/miopia intellettuale perchè, contrariamente a quanto avvenuto con nizzi, delle storie di boselli sono stati visti solo i pregi;in pochi hanno avuto da ridire quando boselli presentava personaggi ruba-scena;in pochissimi hanno protestato di fronte a un personaggio come Raza, che in "a sud del Rio Grande" è il protagonista della storia, altro che Tex... un simile mettere da parte Tex, relegandolo al ruolo di comprimario Bonelli padre lo fece, per esempio, in "Il cacciatore di taglie"... ma in quella storia non c'era nessuno che facesse più bella figura di Tex;al contrario Raza e Mithc sono non solo protagonisti, ma a leggere le storie in cui compaiono sembrano molto più bravi di Tex con le colt. Mi viene in mente la scena di "Gli eroi del Texas" in cui il bandito scaglia il coltello e quasi colpisce tex... se quella scena l'avesse scritta Nizzi già immagino le proteste.... se Nizzi avesse fatto fregare i pards da un ragazzino, come avviene ne "I sette assassini" le urla di protesta si sarebbero sentite fino al Nevada... Disparit? di trattamento= disonest? intellettuale. Tutto ciò boselli lo comincia a pagare, e lo pagher? ancor di più quando di Nizzi finiranno le storie:quando mancher? il bersaglio preferito su cui sfogarsi, bisogner? crearsene uno nuovo, che forse (e speriamo di no) potrebbe essere proprio Boselli.... soprattutto ora che tutti si aspettano da ogni sua storia il Capolavoro:e anche queste aspettative eccessive sono da amputare a chi lo ha solo osannato per anni

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Io la vedo quasi all'opposto, e ribadisco che se la trama e i personaggi sono veramente intriganti, a me se Tex non è proprio al centro dell'attenzione non interessa nulla o quasi, e anche eventuali altri difetti scorrono via veloci.
Se avessi dovuto leggere storie poco significative ma con un Tex sempre al centro dell'attenzione al massimo della forma avrei smesso da tempo, e in effetti una volta l'ho fatto.
Senza una storia come si deve la centralit? di Tex per me va a farsi friggere.
Tex che domina la scena, i comprimari, nemici e alleati, in una storia scarsina non m?interessa.

Si, io sono daccordo completamente con quanto detto da Jack65.


Per esempio, la storia "Gli Invincibili"(esempio più lampante di Tex non al centro dell'attenzione) mi è piaciuta un sacco, e mi ha catturato in una maniera incredibile. Sicuramente meglio storie coinvolgenti con un Tex che non è al centro dell'attenzione, piuttosto che storie brutte, ma con un Tex centrale.

Però, è anche vero che, riuscire a fare un capolavoro, senza eccessivi personaggi di contorno, e con un Tex (e i pards) al centro dell'attenzione (vedi "L'Uomo Con La Frusta"), è molto meglio, perchè il fumetto che leggiamo si chiama "Tex", e quest'ultimo è (deve esserne) il protagonista.

E c'è da dire che Boselli, nell'ultimo Texone, mi è piaciuto un sacco, perchè l'impressione è che Tex è il vero protagonista della vicenda, pur essendoci molti personaggi di contorno.



P. S: il messaggio quotato è di Jack65!

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Scusa jack65, ma, a me, sembra che tu ti contraddica: scrivi che, con le storie di Boselli ( quelle infarcite di comprimari, ecc. ), c'è il rischio grosso che Tex venga "oscurato" ed affermi che andrebbero proposte "una tantum". Poi, pero', spari una raffica di storie tutte, secondo il mio punto di vista, poco "texiane" che a te, pero', piacciono..... Ma non mi sembrano, quelle storie, sporadiche poich?, a quelle stesse, ne andrebbero aggiunte tante altre. Che poi a Boselli imputo pure un Tex poco ironico, troppo poco impegnato a far volare qualche sganassone, che usa un linguaggio sicuramente poco "texiano":e non ditemi che è seguire Bonelli padre.... Certo, Boselli è un eccellente sceneggiatore ( chi lo puo' negare ) ma, questo, non è automaticamente un lasciapassare per affermare che sia un eccellente sceneggiatore per ( di ) Tex. Secondo me, lo è meno del Nizzi dei tempi d'oro. Cosi' la penso io, amigo(s)! :trapper:

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la domanda clou, quella che mi interessa di più: la centralit? di Tex, del ?vero? Tex, nella storia, è fondamentale per la riuscita della stessa? Detto in altri termini: la fortuna di Tex è da ascrivere soprattutto alle caratteristiche del personaggio ben in risalto o non forse anche alla trama, alla storia, ai personaggi di contorno?

Rispondo alla domanda clou posta da Jack 65.


La fortuna del fumetto di Tex e' sicuramente da ascrivere alle caratteristiche del personaggio e la sua centralita' nelle storie deve essere di fondamentale importanza. E aggiungo anche "caspita" se non e' basilare. Ma scherziamo?

Quando compro un albo di Tex in edicola io voglio leggere una storia di Tex, non una storia con Tex. Non voglio nella maniera piu' assoluta vedere un Raza, un Mitch, un Bronco Lane o un Laredo sostituire colui che deve sempre essere il vero protagonista di ogni albo. Se io volessi leggere altro, basta buttarmi su qualche fumetto presente in edicola. Ma quando leggo Tex, voglio vedere lui, pretendo che sia lui il vero mattatore. Non me ne frega niente se la trama e' ottima e ben articolata, se a farne le spese e' Tex.

Spero di essere stato chiaro!

Un altra caratteristicha per la riuscita di una buon albo sono, aggiungo io, anche i disegni (negli ultimi mesi fanno veramente pena).


ribadisco che se la trama e i personaggi sono veramente intriganti, a me se Tex non è proprio al centro dell'attenzione non interessa nulla o quasi, e anche eventuali altri difetti scorrono via veloci.

Completamente in disaccordo!Ho risposto sopra.


Se nella storia del passato di Carson Tex non è proprio al centro della scena e non domina come altre volte ma la storia è grandissima, chi se ne frega

Li' e' tutta un altra cosa. Finche' e' uno dei pards a fare ombra a Tex il discorso e' completamente diverso e accettabilissimo. Anzi, storie in cui ogni tanto sono i pards ad essere i protagonisti ben vengano. Ma quando sono i soliti pistoleri boselliani infallibili con i loro soliti passati, quello no. Alla lunga diventa insopportabile. Almeno lo e' sicuramente per me!


Riformulo la domanda che feci qualche giorno fa':

Ma voi vi ritenete "soddisfatti" leggere una buona storia anche se con un Tex musone, per niente brillante, un Tex che non fa a pugni neanche a tirarlo per i capelli, un Tex che ha perso anche il piacere della bistecca, con un Tex al servizio di altri personaggi, con un Tex sempre pronto a dire "quello e' in gamba", con un Tex che non scherza piu'???

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Se nella storia del passato di Carson Tex non è proprio al centro della scena e non domina come altre volte ma la storia è grandissima, chi se ne frega

Li' e' tutta un altra cosa. Finche' e' uno dei pards a fare ombra a Tex il discorso e' completamente diverso e accettabilissimo. Anzi, storie in cui ogni tanto sono i pards ad essere i protagonisti ben vengano. Ma quando sono i soliti pistoleri boselliani infallibili con i loro soliti passati, quello no. Alla lunga diventa insopportabile. Almeno lo e' sicuramente per me!
Straquoto. :trapper: Appunto, è quanto vado dicendo da tempo e non solo.
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L'alchimia texiana raggiunta da GLB non è stata mai più riprodotta, sia che la si consideri il massimo o no, quel Tex non è e non è stato mai riproducibile.

Dissento. E aggiungo:se Tex è ben vivo e vegeto da 62 anni, e se è stato ininterrottamente il fumetto "popolare" più venduto in Italia, ci sarà un motivo??Il motivo c'è:l'alchimia texiana anche altri autori sono riusciti a ottenerla,Nizzi in primis. E' chiaro, ovviamente, che il l'alchimia bonelliana nessuno l'ha mai riprodotta fedelmente... ma questo è così normale da essere ovvio, perchè ogni autore non può essere identico ad un altro autore. Ma l'alchimia texiana... questa sè,? stata rispettata e riprodotta. Non sempre, ovviamente, e sia Nizzi che Boselli che Nolitta hanno scritto (e probabilmente scriveranno) storie poco riuscite;ma questo è normale, sono gli intoppi del fumetto seriale. Tex ha avuto (e ha ancora) la fortuna di trovare autori che ne hanno saputo mantenere viva la tradizione e l'essenza, una cosa che a pochi altri fumetti è capitata. Per esempio, il Dylan Dog post Sclavi è imparagonabile a quello scritto dal creatore della serie. Non è così per Tex:come si può stabilire,OGGETTIVAMENTE, quale storia è più bella tra "Il giuramneto","Furia rossa","Il passato di Carson"?O tra "Tra due bandiere" e "Fuga da Anderville"?Poi,? ovvio che se il periodo bonelliano viene ossannato e mitizzato in maniera acritica, tutto il resto sarà irrimediabilmente cacca-ed il rischio che si corre è proprio questo.
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Non è così per Tex:come si può stabilire,OGGETTIVAMENTE, quale storia è più bella tra "Il giuramneto","Furia rossa","Il passato di Carson"?O tra "Tra due bandiere" e "Fuga da Anderville"?Poi,? ovvio che se il periodo bonelliano viene ossannato e mitizzato in maniera acritica, tutto il resto sarà irrimediabilmente cacca-ed il rischio che si corre è proprio questo.

Concordo sulla seconda parte, non sulla prima, Paco. Perchè continui ad usare il termine oggettivo? Di oggettivo a questo mondo c'è ben poco, dunque per invalidare una tesi non basta dire "non è oggettiva" (vedi la mia sullo scadimento attuale di Boselli e sulla scarsit? dell'ultimo texone che, diamine, a me sembra lampante, ma è ovvio che non tutti siano d'accordo). La questione su "questo è meglio, questo è peggio" mi sembra destinata a rimanere senza risposte universali, basti vedere l'aneddoto citato da Ymalpas sulle lettere di lode per le ultime storie di Nizzi... :rolleyes:Sulla seconda parte, invece, straquoto integralmente ;)
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Perchè continui ad usare il termine oggettivo? Di oggettivo a questo mondo c'è ben poco, dunque per invalidare una tesi non basta dire "non è oggettiva" (vedi la mia sullo scadimento attuale di Boselli e sulla scarsit? dell'ultimo texone che, diamine, a me sembra lampante, ma è ovvio che non tutti siano d'accordo). La questione su "questo è meglio, questo è peggio" mi sembra destinata a rimanere senza risposte universali, basti vedere l'aneddoto citato da Ymalpas sulle lettere di lode per le ultime storie di Nizzi... :rolleyes:

Cacchio, qui entriamo in questioni metodologiche pseudo-filosofiche :D Io sono d'accordo quando dici che ci sono poche realtà oggettive misurabili col metro dell'oggettivit? -e ovviamente per qualche realtà si può fare:dire che oggettivamente i film di Boldi e de Sica fanno schifo è lecito, come è lecito dire che, oggettivamente, il nazismo è follia pura. Ora, io non sto a sindacare sui gusti tuoi o di Jack65 o di chiunque altro, proprio perchè i gusti personali sono, appunto, personali, e quindi difficilmente contestabili o analizzabili con dati oggettivi. Però, se i gusti personali si trasformano in giudizi, ecco che allora mi sento autorizzato a dire la mia, se non sono d'accordo.... per esempio, se uno mi dice,"a me Kandinsky non piace", io non ho nulla da dire!... ma se uno mi dice "a me Kasndinsky non piace, e lo considero un artista mediocre", io mi sento anche autoriazzato a dirgli che non capisce un c...., e mi sento autorizzato a dirglielo perchè il gusto personale si è trasformato in un giudizio che, seppur personale, non ha nulla di oggettivo. Ora, mica ho da ridire sul fatto che molti lettori preferiscano Bonelli;e io sono concorde nel dire che l'alchimia bonelliana è irripetibile. Ho da ridire però, se si dice che l'alchimia texiana di Bonelli non è stata eguagliata;per me non è così, e al di l' dei gusti personali, cerco di motivare la cosa con qualche dato il più oggettivo possibile(spero):1)Se gli altri autori non fossero stati all'altezza di Bonelli, se non fossero riusciti a ricreare o a sviluppare l'alchimia texiana originaria,Tex sarebbe vissuto per 62 anni?2)E sarebbe stato il fumetto più venduto nella maniera ininterrotta con cui lo è stato?3)Io, tra i capolavori di Bonelli,Nizzi,Boselli,Nolitta, non so dire quali siano i più belli. Tra i nemici storici, non sono affatto certo che Mefisto sia un personaggio migliore di El Muerto o della Tigre Nera.
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Però, se i gusti personali si trasformano in giudizi, ecco che allora mi sento autorizzato a dire la mia, se non sono d'accordo.... per esempio, se uno mi dice,"a me Kandinsky non piace", io non ho nulla da dire!... ma se uno mi dice "a me Kasndinsky non piace, e lo considero un artista mediocre", io mi sento anche autoriazzato a dirgli che? non capisce un c...., e mi sento autorizzato a dirglielo perchè il gusto personale si è trasformato in un giudizio che, seppur personale, non ha nulla di oggettivo.

Acc... meglio che non dica il mio parere di classicista su Kandinsky, allora! :D Visto che anche in letteratura, da quel che ho visto per te le arti cominciano più o meno dove per me finiscono...

Di questo passo entriamo nelle questioni estetiche e filosofiche più impestate e, sinceramente, anche troppo grandi, almeno per me.
Tuttaviami permetto di dire almeno qualcosa su questi fantomatici "giudizi": se uno sostiene che l'arte sia "bellezza ed equilibrio di espressione unitamente a nobilt? di pensiero" sarà difficile definire "arte" qualsiasi poesia scritta dalla morte di Vincenzo Monti in poi. E' un discorso generale: il fatto che io la pensi esattamente così è fattore del tutto secondario :D, poich?, per fare un esempio speculare, se uno definisce l'arte quale "continua ricerca dell'innovazione formale", allora sarà altrettanto difficile definire "arte" qualsiasi poesia di maniera scritta PRIMA della morte di Vincenzo Monti.
Non sono soltanto i gusti personali ad essere soggettivi, ma anche gli stessi giudizi, di qualsiasi genere. Per me persone come Rimbaud, Verlaine, Ungaretti, Montale, ma anche l'odiatissimo Rapagnetta, non possono essere definite poeti, secondo la mia concezione di arte, che a me sembra perfettamente oggettiva. Ma oggettiva non ?, tanto che una persona, certamente non ignorante, può dirmi con perfetta cognizione di causa, che Vincenzo Monti è antiartistico e Montale non soltanto può essere definito "poeta", ma addirittura un bravo poeta!

Sarà relativistico, avrà estremizzato troppo il "Trattato sulla natura umana" di Hume, ma la penso così. Una volta ero convinto che il mio concetto di bello fosse l'unico giusto e possibile. Ora sono ancora un bambino che sputa latte quando parla, ma tale certezza l'ho persa.
Mi sa però che ci siamo dilungati troppo. In ogni caso:
Cosè parl' Zarathustra. :P

Ora, mica ho da ridire sul fatto che molti lettori preferiscano Bonelli;e io sono concorde nel dire che l'alchimia bonelliana è irripetibile.
Ho da ridire però, se si dice che l'alchimia texiana di Bonelli non è stata eguagliata;per me non è così, e al di l' dei gusti personali, cerco di motivare la cosa con qualche dato il più oggettivo possibile(spero):
1)Se? gli altri autori non fossero stati all'altezza di Bonelli, se non fossero riusciti a ricreare o a sviluppare l'alchimia texiana originaria,Tex sarebbe vissuto per 62 anni?
2)E sarebbe stato il fumetto più venduto nella maniera ininterrotta con cui lo è stato?
3)Io, tra i capolavori di Bonelli,Nizzi,Boselli,Nolitta, non so dire quali siano i più belli. Tra i nemici storici, non sono affatto certo che Mefisto sia un personaggio migliore di El Muerto o della Tigre Nera.

Fiuuu, torniamo a parlare di Tex, che è meglio :trapper: . Concordo perfettamente, basti pensare che ho sostenuto spesso che Nizzi, proprio perchè diverso, non debba essere considerato forzatamente inferiore a Bonelli.

"Diverso" mi pare appunto la definizione più corretta. Poi ognuno, in base ai propri canoni estetici, dir? se è meglio o è peggio.

Modificato da virgin
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  • 4 settimane dopo...
  • Collaboratori

Leggendo il topic dedicato a Mauro Boselli su TWO, ho trovato quest'interessante risposta, che ben si addice a questo topic:

Giusto ieri è arrivata in redazione UNA lettera che critica Omicidio in Bourbon Street per due motivi:1 ) storia complicata e con troppi personaggi.2 ) storia soprannaturale. Forse la parziale (bada bene!) modifica di certe mie preferenze stilistiche deriva anche da una (inconscia) ritirata strategica davanti a certe critiche cartacee che in Redazione assumono un certo peso e valore di Documento. Ne arrivarono anche all'epoca dei Sette Assassini, de Gli Invincibili, ecc... . Una lettera cartacea di critica purtroppo vale più di cento preferenze accordate su Internet :shock: . Non chiedetemi perchè. E all'epoca de "i sette assassini" forse Internet era ancora nella culla. Comunque non cambio stile: semplicemente perchè non voglio e non posso scrivere in modo diverso o più banale, a prescindere da certi risultati più o meno validi, come è normale che sia. Tutto il dibattito, in fondo, resta nell'ambito della dialettica tra autore-lettori, autore-Redazione, come è normale che sia. e non esistono i famigerati paletti in cui qualcuno crede. Nessuno, io tantomeno, può sapere ciò che va o non va bene! Che vada bene per tutti, poi... Impossibile! Quindi... vado avanti come posso o come credo. Le critiche (sinch? non sono valanga... )sono solo intoppi passeggeri, altrimenti dovrei cambiare mestiere.

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Io credo, anche se vado per un attimo off-topic, che per lo stile di Boselli sia parecchio penalizzante il respiro sui due albi. Le sue storie mozzafiato, spesso molto serrate e piene di personaggi si possono apprezzare maggiormente in due casi:a ) storia letta tutta d'un fiato: ho riletto da poco "Sulla pista di Fort Apache" tutta in una volta. Credetemi, mi ha fatto tutto un altro effetto che allorquando la lessi all'epoca della prima uscita, proprio in quanto si basa su uno stile molto "cinematografico", con repentini cambi di fronte e situazioni che si intrecciano. L'intervallo mensile spezza notevolmente questo pathos!b ) storie su tre albi: in questo caso, il vantaggio è dato dal fatto che il lettore fa a tempo a familiarizzare con molti personaggi, tipico esempio ne "gli invincibili", quando Shane O'Donnell & C. erano riusciti a divenire ciascuno un character assolutamente ben definito (e amato/odiato/"simpatizzato" dal lettore), pur non avendo mai fatto parte prima della saga.

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Mi trovo completamente d'accordo con Tahzay! Infatti è da quando ho cominciato a leggere Tex che attendo sempre di avere la storia completa. In ogni caso, secondo me, ci si guadagna non poco, non soltanto con le storie di Boselli. Sarebbe esattamente come spezzare un film in tre parti, guardandone una a distanza di un mese dalla precedente... :rolleyes:

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