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TWF - Tex Willer Forum

[600] I Demoni Del Nord


Sam Stone
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95 utenti hanno votato

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  • 2 mesi dopo...
  • 11 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...

Mi sono accorto di non aver votato questa magnifica storia ma di averla solo commentata....10 su tutta la linea !!!!  Complimenti a chi ha "regalato" un 4 ed un 5..........

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Ottima storia, che dimostra come anche avendo a disposizione solo 110 pagine, si possano scrivere avventure avvincenti.

Giovanni Ticci non ha bisogno di ulteriori complimenti.

E' il disegnatore decano di Tex, il più imitato, colui che ha determinato l'immagine grafica del protagonista negli ultimi decenni.

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  • 3 anni dopo...
<span style="color:red;">20 ore fa</span>, Mister Bluff dice:

Letta tutta d' un fiato. Bell' albo. Dei centenari ho letto solo il 200, e non mi aveva entusiasmato. Questo è molto piu bello

Concordo in tutto. E come non potrei con uno con quel nostalgico nick.

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  • 7 mesi dopo...

Storia molto carina che metto al primo posto tra i centenari davanti al 100 che, finora, consideravo il migliore (o il meno peggio che dir si voglia).
L'ambientazione é di quelle che non tradiscono e le emozioni ci sono.
La scena migliore, a mio parere, é quella che vede Kit, Tiger ed il trapper ritornare di notte attraverso la foresta: l'atmosfera é molto tesa e si respira aria di film thriller (o horror). Bravo Mauro, ben fatta veramente.
I disegni mi son piaciuti, e lo dice uno che non mette Ticci tra i migliori disegnatori Texiani.
Voto storia: 7,5
Voto disegni: 8

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Una storia che è (vediamo se Bos mi contesterâ questa interpretazione:D) una glorificazione della società canadese,in cui le Giubbe Rosse,i nativi e i cittadini canadesi combattono insieme uniti nel fortino, simbolo non solo della civiltà,della legge ma anche  ultimo baluardo contro un gruppo di antropofaghi mostruosi,insidia per tutti, bianchi e indiani.

Il fortino,un muro di legno in un mare di alberi,che sembra uscito da un romanzo di Kenneth Roberts,o da uno di quei film anglosassoni degli anni '50/60,in cui le Giubbe Rosse, durante la Guerra Franco Indiana, resistevano stoicamente agli attacchi degli Uroni e dei Francesi... soggetto fantastico e avvincente nella sua semplicità,by Jove :P

 

Il numero centenario in assoluto che mi è piaciuto di più.d altra parte,ho un debole per le Giubbe Rosse :ok:

 

...E da un momento all' altro, mentre leggevo avidamente le pagine, mi aspettavo di vedere sorgere dal bosco le rosse giubbe del Generale Wolf o i kilt della Black Watch,che un secolo prima avevano combattuto contro i Franco indiani in quelle terre lontane e misteriose...:rolleyes:

 

Modificato da Barbanera
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  • 1 anno dopo...

Buon centenario. Mi mancavano le giubbe rosse, i quattro pards sono ben miscelati, la tribù di cannibali mi è piaciuta (istinto, aggressività) e la trama è interessante. La carne al fuoco è tanta, idem i personaggi (caratteristica di Boselli) e gestire (per me bene) tutto in un solo albo senza perdere in atmosfera, dinamismo, analisi è tanta roba. Ticci perfetto come disegnatore, il colore fa perdere qualcosa sul suo tratto ma guadagna in alcuni particolari (le giubbe ad esempio).

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  • 2 settimane dopo...

Bella storia centenaria. Forse la migliore.

Boselli si inventa una atmosfera rarefatta, con addirittura degli uomini lupo cannibali e spaventosi che vivono immersi nelle nebbie e spuntano fuori nelle notti di luna piena a cibarsi di chi transita da quelle parti.

Storia affascinante, di quelle vecchio stile Bonelliane in cui apparivano figure mitologiche.

Magnifici gli assalti di queste strane creature, in particolare quello al fortino. Borden negli assalti di questo tipo si scatena e tira fuori scene campali.

C'è anche Jim Brandon. E insomma, nello spazio di un albo c'è tanta roba e tutta bella.

Ticci strepitoso, sempre il mio preferito.

Bellissimi i colori. Albo di gran classe.

Boselli 8

Ticci 9

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  • 1 mese dopo...

L’albo celebrativo a colori per il seicentesimo numero della regolare, fu affidato per la prima volta a Mauro Boselli. Non ho mai nascosto che i numeri speciali centenari, sebbene da ragazzino mi affascinavano per via della straordinarietà del colore, crescendo mi hanno sempre lasciato tiepido, visto che quasi sistematicamente la trama autoconclusiva contenuta, non si mostra all’altezza dell’attesa circostanza. Ma mai dare nulla di scontato con Borden! In effetti Mauro riuscì a farmi ricredere. A pensarci bene, non solo in questa circostanza alcune mie convinzioni sono state ribaltate dall’autore: grazie alle sue prove, nel tempo ho sconfitto la mia consueta ritrosia nei confronti dei soggetti “storici” nella saga, visto che i suoi innesti di personaggi realmente esistiti nell’universo di Aquila della Notte son risultati sempre molto azzeccati, così come anche di recente, al varo della collana Tex Willer, sebbene avessi prefissato all’inizio di fermarmi dopo pochi numeri, la qualità degli episodi e la freschezza compositiva che abbonda tra gli albetti, mi ha riportato a rivedere la mia idea iniziale e ammetto che adesso aspetto con ansia il giorno di uscita in edicola, per godermi le nuove avventure del giovane ranger. Sperando che vogliate perdonare la mia digressione, torno adesso al giudizio su la storia in questione. “I demoni del nord” è davvero un episodio ben scritto e al netto di un soggetto non particolarmente innovativo, vanta il merito di una sceneggiatura esplosiva. Borden fin dall’incipit, riesce a creare un’atmosfera davvero inquietante e tavola dopo tavola, imbastisce una trama al cardiopalma che tiene sulle spine il lettore. La tensione narrativa aumenta esponenzialmente nella marcia di avvicinamento alla sconfinata e quasi inesplorata tundra canadese, dove il quartetto al completo, affiancato per l’occasione del sempre ben accetto Jim Brandon, intraprende una caccia serrata ai misteriosi e ferocissimi uomini lupo. Scene come l’avanzata nell’infernale pantano, con le pozzanghere pullulanti di nemici in agguato o l’assalto al forte dei pittoreschi nemici, creano un coinvolgimento emotivo intenso e il merito di Borden è proprio quello di costruire perfettamente ogni scena, permettendo la totale immedesimazione del lettore. Anche la scelta di anteporre degli antagonisti antropofagi, accresce l’inquietudine e il senso di ribrezzo verso gli infernali nemici, lo scenario spettrale e quasi metafisico in cui si svolge la battaglia finale, fa il resto e la natura ostile e inospitale descritta dall’autore ci appare come una vera e propria anticamera dell’inferno. Nel modesto numero di pagine a disposizione Boselli riesce comunque a mettere in risalto l’azione dei pards e sebbene il finale paghi un po’ una piccola accelerazione che impedisce di chiarire alcuni elementi dell’arcano popolo di cannibali, l’esito finale è pur sempre molto soddisfacente. I disegni di Ticci accompagnano la narrazione con molta efficacia e anche stavolta la mia impressione è quella che il colore digitale (sempre molto freddo imho) poco aggiunge alle dinamiche vignette. Vedendo l’esito stupendo delle inconsuete tavole ad acquerello del maestro senese nel precedente numero centenario, son certo che affidandogli personalmente la colorazione artigianale della storia la qualità sarebbe incomparabile, ma purtroppo suppongo, che per via dei tempi di realizzazione e di costi, una tale ipotesi equivalga a utopia e dobbiamo accontentarci della canonica colorazione digitale. Il mio voto finale è 8

 

P.s. Dimenticavo di elencare pocanzi un’altra mia decisione stravolta dalla qualità dell’opera di Borden: per mancanza di tempo, mi son apprestato alla rilettura della storia a tarda notte, con l’idea di leggere anche solo qualche pagina per conciliarmi il sogno visto l’ora, ma una volta immersomi nella magica atmosfera della sceneggiatura, ho fatto tutta una tirata e le tre di notte. Il mattino seguente suppongo che l’aria del “demone del nord” era la mia dinanzi lo specchio, con tanto di occhiaie! 😅

  • Haha (0) 1
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  • 1 mese dopo...

Bella storia celebrativa del 6° centenario, forse con un finale un po' affrettato. Ticci sempre una sicurezza.

Di recente mi è capitato di vedere un film western USA del 2015, Bone Tomahawk, con Kurt Russel, la cui trama ricorda molto quella di questo albo. Che anche in America traggano ispirazione dalle avventure del nostro Ranger ?

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  • 4 mesi dopo...
  • Sceriffi

Visto che a Gennaio, uscirà la tanto attesa (per me) storia con il giovane Jim Brandon, ho deciso di rileggere tutte le storie importanti con lui coprotagonista.

Su questa storia, non ho niente da dire o obiettare, mi è piaciuta abbastanza, anche se non è ai livelli del numero 700 e del 200.

Alcune scene, sono molto belle, le visioni di Nuvola Rossa, ed il FlashBack.

Però, c'è anche un piccolissimo dettaglio, che forse è un errore del colorista della storia di Boselli-Font "Nei Territori del NordOvest"

Riguardandola, si può notare, come Lautrec e McDuff, abbiano i capelli castani tendenti al biondo, mentre ne "I Demoni del Nord" sono grigi.

Dubito, che siano passati troppi anni, dallo scontro con Golden Eye, quindi è impossibile che due uomini sulla trentina o poco meno, cambino il colore di capelli, a meno che nel Nord più profondo la capigliatura può cambiare colore.

 

I disegni di Ticci, sono incredibili, migliori rispetto a quelli del numero 695.

Panorami mozzafiato, scontri ben disegnati, la visione di Nuvola Rossa, è rappresentata in maniera sublime, Chapeau.

I miei voti sono:

Boselli 7

Ticci 8 e mezzo.

Modificato da MacParland
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I Demoni del Nord è colorato ad minchiam. :lol:  C'è pure la lava color acqua azzurra. All'epoca non ero ancora il curatore di Tex...

 

 

 

Modificato da borden
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  • 10 mesi dopo...

Sulla sponte della storia attualmente in edicola, ieri sera sono andato a rileggermi questa, che dal mio punto di vista è tra i migliori albi celebrativi dell'intera serie, e tra i centenari inferiore solo al superlativo 700. Inutile precisare che questa ulteriore lettura ha rinforzato il mio giudizio già più che positivo. Pur compressa in un solo albo, la vicenda sceneggiata da Boselli risulta gradevole da leggere per il teatro di svolgimento canadese e la presenza di un grande amico dei pards come Jim Brandon (aver scelto una storia con lui per un traguardo così importante, per come la vedo io, voleva essere una sorta di gratifica al rapporto fraterno tra lui e Tex), ed anche interessante per la presenza di una tribù primitiva e sconosciuta, per lo più dedita al cannibalismo, come antagonista (un cliché forse eccessivo, magari, che però trova una sua validità contestuale nell'asperità della natura ancora incontaminata dove questa tribù vive).

 

La trama non presenta particolari sorprese, al contrario procede in una direzione ben definita dall'inizio alla fine. Un po' forzato, forse, il sogno premonitore di Nuvola Rossa per una vicenda che non riguarda i navajos, ma ho comunque letto con piacere questa avventura alla ricerca di un nemico bellicoso e del tutto sconosciuto ai Nostri, arroccato in un territorio di una bellezza tanto selvaggia da incutere timore. Rispetto alla mia prima lettura, per quella che è l'evolversi della trama trovo tutto sommato accettabile che della tribù antagonista non si venga a sapere nulla, di contro avrei gradito capire come mai individuo tanto bellicosi e letteralmente affamati di carne umana avessero di punto in bianco deciso di effettuare incursioni su larga scala come mai fatto prima in passato, evidentemente.

 

Stupendi i disegni di Ticci, autore di una grandissima prova nel trasmettere tramite i suoi disegni (che io non ho trovato colorati poi così male) l'asperita dei luoghi e la primordiale ferocia della sconosciuta tribù indiana. Magnifica ed al contempo ricca di inquietudine, a mio avviso, la resa dei conti con liberazione dei prigionieri nelle caverne sotterranee del vulcano.

 

 

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  • 1 anno dopo...
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