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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 14] La Belva Umana


Sam Stone
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Non ho ancora letto questo Maxi, ma per adesso mi son limitato solamente a sfogliarlo. Non mi piace parlare male o criticare un autore di Tex in maniera gratuita, ma per Diso devo dire per forza la mia, dopo aver visto le tavole che compongono questo volume. A me Faraci piace molto. Ho letto le sue prime storie di Tex con interesse e coinvolgimento. Ma per quanto uno sceneggiatore possa essere bravo, se non e' accompagnato da disegni decenti il suo lavoro puo' essere offuscato e rovinato. E questo mi fa' molta rabbia!Nello specifico, ritengo questi disegni di Diso "inguardabili" per una storia di Tex, e sicuramente non mi aiutano ad approcciarmi alla lettura con il giusto entusiasmo. Scusatemi, ma non si puo' restare indifferenti nel vedere un Tex disegnato cosi'!!!

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Scusatemi, ma non si puo' restare indifferenti nel vedere un Tex disegnato cosi'!!!

L'importante è che Tex faccia il... Tex e che la storia sia discreta. Sui disegni, pazienza: sappiamo che Diso ( ottimo disegnatore ) non ?, probabilmente, adatto a caratterizzare al meglio il nostro Ranger. Semplicemente non bisognava arruolarlo su questa testata. Ma il buon Sergio...... :capoInguerra: :bandito:
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L'importante è che Tex faccia il... Tex e che la storia sia discreta. Sui disegni, pazienza

Anche io, come l'amico Capelli D'argento, punto tutto sulla storia. Perchè ormai Diso lo conosco e da lui non mi aspetto più niente (anche se forse questa volta l'ambientazione caraibica potrebbe averlo aiutato). E la curiosità di leggere questo maxi è comunque forte:la trama sembra molto interessante, i personaggi idem, e poi... come se la cava Faraci con storie (potenzialmente) da tre albi?? :trapper:
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Ciao e la prima volta che scrivo su questo forum, anche se lo frequento da sempre, voglio dire la mia molto modestamente sul Maxi, difficilmenti o forse mai critico sceneggiatori o disegnatore anche perchè mi risulta molto difficile giudicare qualcosa di cui io non mastico niente, e questo anche se leggo fumetti dall'eta di anni 5. Sono purtroppo anni 40. Considero Faraci grande professionista e necessario a Tex, anche se bisognerebbe assicurare alla scuderia Texiana qualche altro valido elemento, alla Boselli per intenderci. Faraci per adesso, a parte questo maxi, non mi aveva entusiasmato ma nemmeno deluso su Tex, mentre per questa storia per me mediocre, già vista, e inconsistente brilla per una cosa per me opposta a Nizzi ma egualmente ridicola.

Il Nizzi degli ultimi tempi faceva catturare Tex in modo quasi da idiota, mentre Faraci per evitare questo, ha fatto l'opposto, per la cattura del ranger non sono bastati 20/30 uomini armatissimi, una trappola ben studiata, ma una mitragliatrice sic.. e un carson messo li solo per farsi ferire e abbandonare da perfetto sconosciuto, solo per motivare l'arrendersi del ranger.
Per Mister No ( di cui sono collezionista) se vogliono riproporlo devono riprendere le pubblicazioni e non vestirlo da ranger. Diso persona amabilissima e ottimo professionista, penso, debba pensare che basti ormai con Mister Tex. Un Saluto a tutti Sergio. :fumo: Modificato da Sam Stone
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Breve commento su questo Maxi.

Storia fuori dagli schemi ordinari, quindi azzeccata per una pubblicazione extra. La lettura scorre via veloce e le 332 pagine si leggono tutto d'un fiato. Tex e' Tex, forte, determinato, grintoso e trascinatore come sempre. Dialoghi secchi e molto texiani, con dei personaggi di contorno ben caratterizzati. Una storia con molti flashback che rendono piu' interessante le personalita' di alcuni personaggi e con un Carson che fa da "guest star". Buona prova per Faraci, ma avrei storto il naso se questa avventura fosse stata pubblicata nella serie regolare. Su Diso mi son pronunciato precedentemente, aggiungendo l'augurio di non vederlo piu' su Tex.
Modificato da ymalpas
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  • Collaboratori

Ricordo agli utenti che per mettere un testo sotto spoiler, il codice da usare ?:

spoiler racchiuso tra parentesi quadre [ ] seguito dal testo che intendete nascondere

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Inizio esprimendo un'opinione veloce perchè come al solito io leggo velocemente per farmi un'idea e poi mi ci dedico con più calma. Diciamo subito che in grandi linee la storia mi è piaciuta. Non so se l'avrei vista bene sulla serie regolare, ma in un Maxi mi sembra buona, diversa dai soliti canoni, e anche ben scritta e sceneggiata (ma non mi aspettavo meno dal nostro Tito). I disegni sinceramente mi piacciono proprio poco, sopratutto non mi piace per niente Carson, ma io non sono certo una critica d'arte. Una sola cosa non mando già, qualunque sia il motivo della scelta:

senza offesa per nessuno, mi sono stufata - scusate il termine - di storie che iniziano con la presenza di Carson e poi lo fanno sparire per tutto il tempo. Che vada a farsi il week-end o a caccia, che sia ferito o smemorato, l'unico pard abbastanza presente rimane con Tex per un po' di tavole e poi lo pianta in asso. E non basta dire che l'escamotage serviva per fare entrare in scena Montales, modi di farlo ce ne sarebbero stati a centinaia
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Buona prova per Faraci, ma avrei storto il naso se questa avventura fosse stata pubblicata nella serie regolare.

Posso chiederti perchè, alla luce del buon giudizio che dai alla storia anche in virtu' del fatto che Tex fa il Tex è :trapper:
E' semplice Capelli D'argento.


Nelle pubblicazioni extra serie regolare, e quindi Texoni,Maxi e Almanacchi, la maggior parte dei casi, io mi aspetto sempre di leggere delle storie un po' fuori dai canoni, avventure e situazioni un po' inusuali per il nostro ranger. Credo che questa sia anche la politica della Bonelli, quella di ospitare storie di questo genere in questi volumi, vuoi per le trame, vuoi per i disegnatori extraTex, come puo' essere un Diso o un Cossu.
"La belva umana" rappresenta tutte queste caratteristiche ed e' adattissima per un Maxi, sia per l'ambientazione e sia per le tavole di Diso, che vedrei molto mal volentieri nella serie inedita.

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Dopo aver letto ( tutto d'un fiato ) il Maxi non posso che concordare con te, caro Anthony. Davvero una storia un po' fuori dai canoni. :trapper:
Intanto, visto che adesso l'ora è tarda e domani si... lavora, mi limitero' ad esprimere un lapidario quanto sentito GRAZIE a Tito per il SuperTEX che, personalmente, mi (ci) ha regalato. E pure un ringraziamento anche al Maestro Diso che, seppur in veneranda età, ha saputo sfornare ottimi disegni, dinamici da par suo e con un omaggio fatto ( a me piace averlo immaginato in questo senso ) al caro vecchio Mister No attraverso uno dei personaggi dell' albo. :inch::D;)
E pazienza se il volto di Tex non è proprio il suo pezzo forte.... B):)
A presto per un commento piu' dettagliato...

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Letto ieri insieme al 600, le mie considerazioni.

La storia non mi è dispiaciuta per niente, differente dai classici canoni come già evidenziato da molti di voi e perciò adatta a un albo fuori serie: Tex come preda non è una cosa molto usuale. Anche i dialoghi sono ben strutturati e la serie di flashback interessante, anche se uno di essi, quello del sogno di Arthur Rucker, ha rovinato un po' il prosieguo per conto mio, ma vabb?, non è un peccato mortale. Il peccato mortale è secondo me costituito dai disegni. Diso è un ottimo disegnatore, intendiamoci, semplicemente non è adatto a Tex; troppi primi piani sembrano caricaturali ma più che per questo, molte tavole m'hanno dato l'impressione di essere state disegnate con poca cura e frettolosamente. Troppe.
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Ho letto, per adesso, solo 100 pagine di questa storia, però posso dire già da adesso che è un maxi pieno e strapieno di vignette inutili... Mi spiego, ci sono parecchie vignette e tavole che si potevano benissimo evitare, comunque la lettura per il momento è abbastanza piacevole...

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Davvero una bella storia:

Ma solo nelle prime 100 pagine. L'idea di un Tex prigioniero su un isola e nelle mani di un crudele tiranno che gioca a fare il cacciatore per vendicare la morte del figlio è molto interessante. Interessante anche il compagno d'avventura di Tex, ovvero lo schiavo Samuel che lotta per cercare un riscatto da una vita fatta di soprusi e accuse ingiuste. Ma sinceramente la continuazione e l'epilogo lasciano un p? l'amaro in bocca, a mio giudizio si poteva benissimo evitare che Tex per l'ennesima volta trovasse dei nativi dell'isola come alleati, capitanati fra l'altro dal fratello di Rucker e grazie al loro aiuto riuscisse a sconfiggere il nemico. Anch'io mi aspettavo più azione e uno scontro all'ultimo sangue fra Tex e il tiranno, azione che invece non ho trovato e questa cosa mi è dispiaciuta non poco, alla fine diventa troppo ma troppo facile per il nostro ranger sconfiggere Rucker, penso che la vicenda avrebbe dovuto essere orchestrata in maniera migliore, anche se spunti interessanti non mancano, geniale l'idea di far perdere a Carson la memoria e fargliela riaquistare non con una botta in testa( Come fece Nizzi con Kit Willer) ma attraverso la visione della stella da ranger. I disegni? Non male devo dire: I volti dei personaggi, le ambientazioni, abbastanza godibili.
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Ho anch'io preso e letto rapidamente il Maxi sfornato dalla coppia Faraci - Diso. Diversamente da quanto è sembrato ad Anthony, la vicenda non mi è sembrata narrativamente così atipica da dovere in ogni caso finire in un Maxi.

La sceneggiatura di Faraci mescola infatti numerosi elementi già visti ( talora più di una volta e persino con esiti memorabili ) nella serie regolare. L'ambientazione isolana si ritrova infatti non solo, come ha ricordato Ymalpas, in "Ombre sulla sabbia" ( nn. 362 - 363 ) e ne "Il tiranno dell'isola" ( nn. 156 - 158 ), in cui vi è oltretutto una presentazione dell'ambiente analoga a quella della storia di Faraci, ma anche in "Artigli nelle tenebre" ( nn. 253 - 254 ) e persino nelle parti conclusive di storie così dissimili e lontane tra loro cronologicamente come "Ken Logan il duellista" ( nn. 6 - 7 ), "El Rey" ( nn. 59 - 60 ) e "Il lungo viaggio" ( nn. 515 - 517 ); l'inganno con cui Tex viene attirato in trappola ( e anche il fatto che la sua evasione sia, diciamo così, "assecondata" ) ci riportano invece a "L'uomo con la frusta", mentre il personaggio di Jacob Rucker ha vissuto un antefatto narrativo nient'affatto dissimile da quello dell'antagonista di Tex ne "La maschera dell'orrore" ( nn. 494 - 496 ). Tuttavia mi pare difficile negare che Faraci abbia saputo dare un'impronta assai personale alla vicenda, non solo nell'utilizzazione degli spunti offertigli dalla saga ( tendenzialmente incline a sottolineare l'aspetto avventuroso della vicenda e non quello "giallo", come dimostra il fatto che il lettore non è mai tenuto all'oscuro per troppo tempo di aspetti fondamentali della vicenda, come, nel caso specifico, il tranello escogitato da Arthur Rucker ai danni di Tex, oppure l'identit? del misterioso stregone che guida gli indios della Palude Morta ) ma anche per quanto riguarda il tema centrale della vicenda. Esso IMHO riprende il motivo che era stato alla base dell'azione de "Lo sceriffo indiano": l'odio razziale, qui condito da un brutale sfruttamento di tipo paracolonialista( con tanto di richiamo al Joseph Conrad di "Heart of Darkness" attraverso il personaggio di Kurtz, l'aguzzino capo di Arthur Rucker ), ai danni di gruppi etnici non europei, sia che si tratti di neri come Samuel, la spalla di Tex per gran parte della vicenda, di indios come quelli che, all'arrivo di Rucker e dei suoi, si sono dovuti rifugiare nella Palude Morta, o di campesinos messicani, di origine almeno parzialmente indiana. Questo aspetto ( sottolineato costantemente ed in maniera IMHO assai efficace ) spiega il notevole rilievo psicologico che viene conferito al personaggio di Samuel e i numerosi flashbacks ( peraltro abbastanza ben inseriti nell'economia di una vicenda narrata in maniera assai sciolta e fluida ) che riperorrono i momenti fondamentali della sua storia precedente ( mentre quella di Jacob Rucker viene sbrigata con due brevi rievocazioni - la seconda delle quali semplicemente narrata - che occupano appena una mezza dozzina di pagine ). Tex comunque non perde affatto di rilievo e importanza: il suo carisma e il suo coraggio risaltano in ogni momento della storia, anzi, se consideriamo il suo principale antagonista, risaltano forse persino un po' troppo :indianovestito:;) . Arthur Rucker infatti dimostra a mio parere un'eccessiva e fin troppo ostentata fiducia in se stesso: se l'idea di costringere Tex a fuggire di fronte a lui come una preda di fronte al cacciatore non è male nella sua volont? di infliggere al ranger ( che ha braccato e ucciso il suo sadico figlio ) la pena del contrappasso, l'esecuzione del piano rivela invece tutti i suoi limiti di "pezzo grosso" ( non dissimile dai tanti che Tex ha incontrato nelle cittadine del West ), sadicamente brutale coi deboli, ma non all'altezza di affrontare antagonisti realmente forti ( forse per attenuare tale impressione, Faraci gli fa assumere un atteggiamento da "domatore" o, come dice lui, da "capobranco" nei confronti dei bandidos messicani al suo servizio, quando costoro si permettono di mettere le mani su una delle sue donne, ma la cosa non riesce IMHO a cancellare dalla mente del lettore l'idea che senza la sua ricchezza ed il suo potere egli non potrebbe assolutamente reggere ad un confronto non si dice con Tex, ma nemmeno con Samuel. Tex e Samuel si trovano in vera difficolt? soltanto quando devono affrontare i mastini di Rucker con fucili caricati a salve; in seguito sono loro a scegliere dove e come affrontare gli scagnozzi del ricco anglosassone, n° la situazione è mutata dall'intervento dei bandidos messicani precedentemente usati per catturare Tex, i quali non solo hanno la buona idea di alzare un po'troppo il gomito la sera del loro arrivo nell'isola ( spianando la strada all'incursione del ranger e dei suoi alleati indios ), ma anche in seguito, fuori dal loro ambiente, non riescono mai a far valere il loro superiore armamento. La vicenda viene conclusa dall'intervento di Montales e Carson in veste di "dei ex machina" ( cosa magari tutt'altro che nuova, anche se la ricomparsa del "vecchio cammello" era in un certo senso inevitabile, dato che Faraci lo aveva abbandonato gravemente ferito in un canyon messicano e occorreva spiegare se e come era sopravvissuto, mentre, dato che era stato usato falsamente il nome di Montales per intrappolare Tex, poteva apparire giusto che fosse Montales a dare l'ultimo tocco alla rovina di Rucker ), ma rimane comunque l'impressione che la parabola di Arthur Rucker avesse assunto un andamento marcatamente discendente.
. Insomma, sul piano narrativo, mi sembra di poter dire che la prova di Faraci, pur senza arrivare al capolavoro, sia stata originale e di buon livello. Quanto ai disegni, il Tex di Diso si riconferma anche per me piuttosto sgradevole alla vista; non mi sento però di negare che i personaggi di controno e gli ambienti siano resi abbastanza bene, per quanto le vignette di talune pagine ( ad esempio buona parte delle pp. 20 - 21 e 328 - 330 ) sembrino ( almeno nella mia copia ) inchiostrate in maniera quasi impercettibile e paiano più simili a matite che a disegni completati. Insomma, IMHO:soggetto 7,5sceneggiatura 8disegni 6,5.
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Mi trovo, per una volta. tra i primi a commentare.

Storia ricca di pregi e di difetti, certo assai atipica nel soggetto. Ricorda certi film d'avventura con Stewart Granger e, seppure con tematiche diverse, il recente 'Shutter Island' di Scorsese; tuttavia, il riferimento principale ( lo dice Sergio Bonelli nella prefazione) è a 'Pericolosa Partita' , film statunitense del 1932, diretto dai registi Pichel e Schoedsack; ciò detto, è un film che non ho visto e mi vien difficile parlarne. Forse non priva di qualche precedente texiano ( mi viene in mente la nizziana 'Gli Uccisori' ), è un'avventura che, nelle atmosfere, non è un western ma un thriller psicologico. La vicenda è dominata da un senso di claustrofobia ( l'isola da cui non si può fuggire ), che costituisce un ossimoro con l'idea di libertà del mare: in ciò, mi ha fatto venire in mente la celeberrima scena di 'Intrigo Internazionale' , in cui Cary Grant non può fuggire dall'attacco dal cielo a causa non di ostacoli ma dalla mancanza di ostacoli. E contraria al western ( e all'universo Tex, legato molto più a Hawks che a Leone) è la continua focalizzazione sull'interiorit? dei comprimari ( molto boselliana) . Apro qui una parentesi. L' uso dell'analessi soggettiva è eccessivo e ormai scontato nelle storie di Faraci ( penso a Cameron in 'Destini Incrociati' e al giudice ne 'Lo Sceriffo Indiano' ) , nonostante sia utile nel caso del sogno di Arthur Rucker ( figura un po' eccessiva la sua, ma è nello spirito della storia) . Ne risulta un thriller-avventura in cui emergono figure interessanti, sulle quali svettano Samuel ( il nero che, grazie a Tex, vince l'odio per i bianchi che gli hanno ucciso padre e moglie ) e l'isolano Isais, che ha perso la parola dopo esser stato torturato da Rucker. Il rapporto tra il nostro ranger e Samuel mi ha portato alla mente Andy Wilson, il compagno di avventura di Tex nella storia che segn° l'esordio nolittiano, 'Caccia All'Uomo' , sebbene non si giunga qui ad un finale tragico: l'asse portante della storia, qui come allora, è nella trasformazione di Tex, il quale, grazie ad un rapporto diretto con un'altra persona, si convince dell'innocenza di chi credeva un assassino. Condivido con Cheyenne la critica sull'utilizzo di Carson, che ormai viene fatto sempre sparire. 'Lungo I Sentieri Del West', 'Un Ranger Per Nemico' , qui : cosa ha fatto di male il 'vecchio cammello' ?C'è però da segnalare uno scambio di battute fenomenali, che valgono la timbratura del cartellino per il caro brontolone: andiamo a pagina 177 . Carson: 'Gran Matusalemme!'Moglie del medico: 'Tranquillo! Non fa nulla!'Medico: 'Mmm... avete usato una curiosa espressione.'Carson: 'Mi... mi è venuta spontanea...' . Capitolo Diso. Il suo Tex è inguardabile e a tratti mi sembra un gatto (pagina 9, ultima vignetta). Il suo Carson è inguardabile e sembra Montales (vedasi nel letto ancora smemorato) . Ciò detto, le scene nella giungla ( ambientazione tanto cara al disegnatore romano ) hanno un certo fascino e rendono bene il senso di umidit? della foresta. L'omaggio a MisterNo è infine completato con Jacob Rucker, che è ovviamente Jerry Drake.
In sintesi: Soggetto:8Sceneggiatura: 7,5Disegni: 6,5
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Storia gradevole ed originale,Diso perfetto per questo genere di ambientazione, buon uso del flash back una cosa che però mi perplime è il comportamento di Tex a pagina 77 davvero poco "GLBonelliano"(anche se è un utile espediente narrativo...) per il resto un buon lavoro di Faraci che dopo 2 storie "classiche" finalmente osa qualcosa di diverso con buoni risultati, nel complesso storia da 7,5/8

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Il soggetto è ottimo, l'idea di una caccia all'uomo (che poi diventa "agli uomini") è interessante, peccato però che il tutto sia stato molto diluito. Credo che questa storia si sarebbe potuta svolgere in un terzo delle 330 pagine: soprattutto nella prima parte la vicenda ha un ritmo da lumaca, e ho l'impressione che siano state aggiunte apposta delle vignette per allungare la storia e farla durare le 332 pagine che ormai sono diventate, in un certo senso, obbligatorie. Peccato, perchè ripeto, l'idea era ottima; comunque trovo che la seconda parte sia riuscita decisamente meglio (più o meno da quando parte la caccia a Tex sull'isola), con l'inserimento di temi come lo schiavismo e il razzismo che si fondono bene con il resto della storia: mi è piaciuto soprattutto il flashback a puntate sul passato di Samuel. Tutto l'albo comunque si mantiene su buoni livelli, peccato però che ci siano i disegni di Diso ad affossare un p? tutto. Sono d'accordo che i paesaggi sono resi bene, però tutto il resto non mi piace proprio! In primis la rappresentazione di Tex e Carson, che mi sembra quantomeno imbarazzante, e anche quella di tutti gli altri personaggi: non sono un esperto, ma mi sembra che Diso tenda a disegnare tutti i volti con una specie di schema fisso, con degli zigomi strani (anche nelle donne) che fanno sembrare le facce triangolari!Nel complesso (contando quindi anche i disegni) gli darei un 6, che poi sarebbe la media tra l'8 a Faraci e il 4 a Diso.

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SPOILERLetto!!Prima di cominciare con il commento direi che 330 pagine sono inutili per questa storia che ne meritava al massimo 200... Purtroppo di vignette,? sequenze inutili in questa storia, c'è ne sono a carrettate, troppe tavole inutili e sequenze tirate avanti unicamente per far ingrassare il numero delle pagine, che sostanzialmente servono solo per ingrassare il malloppone, nient'altro. La storia è abbastanza leggibile, anche se si ritorna al fatto che questo non è Tex. Ultimamente ho letto tutti i Maxi, e devo dire purtroppo che la serie, col tempo,? andata a farsi benedire.... Siamo d'accordo sul fatto che è una serie speciale e si deve optare per altre scelte, però adesso si st? esagerando.. IO VADO IN EDICOLA PER AQUISTARE MAXI TEX NON MAXI MISTER NO. Quindi trasformare una storia di un altro personaggio Bonelli in una storia di Tex Willer st? diventando un abitudine fastidiosa a mio parere.... Sui disegni poco da dire:PESSIMIPensavo che col tempo Diso fosse migliorato ma ahimè... mi sbagliavo!!Le tavole sono inguardabili come è inguardabile Carson,Tex, i paesaggi e tutto il resto.... Purtroppo l'augurio di non vederlo MAI più sul Tex adesso è anche il mio.

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Mio padre l'ha letto giusto ieri sera... be', che dire, sta diventando un fan sfegatato di Faraci!Prima "L'uomo di Baltimora", che secondo lui era una delle migliori storie sulla serie regolare degli ultimi anni, poi questo Maxi, che secondo lui ?... il migliore Maxi mai scritto dopo "Nei territori del Nord Ovest". Ha apprezzato molto anche l'ambientazione e i disegni (e non potrebbe essere altrimenti, visto che è un fan di Mister No fin dai tempi del numero 1), ma soprattutto la grinta di Tex, che ha trovato "perfetta", e la caratterizzazione di Carson. Secondo mio padre, dunque, promosso a pieni voti. Concordo con lui, almeno sulla promozione. Come ho già detto, per me si tratta di una storia buona, divertente, ma nulla più.

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Ho già scritto su un altro Forum (del quale non faccio il nome :P) circa le mie forti perplessit? riguardanti quanto avvenuto alle pagg. 257 - 259, ossia.... SPOILERil trattamento inflitto da Tex al poveraccio che, per un pugno di monete (raccolte dal fango), destinate a sfamare la famiglia, aveva fatto da spia. Per me l'intera costruzione della scena, la tempistica del cazzotto (quasi dato "a freddo", a confessione e pentimento ampiamente avvenuti) e la successiva minaccia sono - per un personaggio, tra l'altro, disegnato così fisicamente inferiore rispetto a Tex - una "chiusa" che poteva essere risparmiata. Io da Tex vorrei vedere sbatacchiati uomini crudeli o stupidi o arroganti, non poveracci impauriti che magari hanno sbagliato, sè, ma con ampie giustificazioni a sostegno (vedasi anche il gratuito cazzotto dato al campesino di "Moctezuma", che lo aveva ingiustamente minacciato con il fucile nelle prime pagine). Mi piacerebbe sapere la vostra opinione a riguardo.

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Una buona storia, atipica, esotica, con spunti forse più interessanti ai margini della trama principale, che si mantiene sempre su buoni livelli, alla quale manca quel guizzo, quel tocco in più per diventare una grande storia.

Le prime 100 pagine costituiscono un prologo, un'introduzione in cui vengono delineati trama e carattere dei personaggi principali. Spicca su tutto e su tutti questo Rucker, una vera belva di crudeltà e di sadismo, spietato fino al midollo con i suoi sottoposti, che non risparmia nemmeno le donne, molto ben delineato come carattere, capace di ammazzare a sangue freddo come il peggiore dei nazisti per pura dimostrazione di superiorit? e potere. Interessante anche il compagno di Tex, Samuel, di cui a poco a poco ci viene raccontata la storia, fatta di razzismo, fuga e ricerca del proprio posto nel mondo. Si delinea anche la trama principale con la cattura di Tex, destinato a fungere da preda per il crudele gioco di vendetta di Rucker e il ferimento di Carson che ci accompagna in parallelo. Dopo questo più che promettente inizio, la fase centrale della storia si basa sulla caccia, cacciatore all'inseguimento delle prede, grosso modo fino a pagina 230. In realtà Rucker non sembra poi così determinato nel trovare le sue prede, se la prende più con i suoi servi e con i suoi sgherri, mentre sembra avere un rispetto quasi sportivo per gli avversari. Sottovaluta molto Tex, si compiace che la caccia sia più difficile del previsto, è sicuro che riuscir? a beccarli senza problemi. Questo può sembrare un difetto, però rientra nel carattere del personaggio, che nella propria isola si sente come un re, padrone e proprietario di tutto e di tutti, sicuro che tutto sia sempre sotto il suo controllo, che niente e nessuno possa sfuggirgli di mano, come se fosse un bounty killer, professionista nella caccia all'uomo, e invece non lo ?, anzi, ha bisogno che gli altri facciano tutto per lui, per permettergli di avere l'ultima parola. Inoltre si concede tutto il divertimento possibile, compreso quello di tartassare i suoi sottoposti, cosa che gli permette di dare completo sfogo alla propria crudeltà innata. Il limite semmai lo vedo altrove, e ci arrivo dopo. A margine di questo ci sono molti episodi interessanti, oltre alla storia di Samuel. Conchita e la sua famiglia, per esempio, il villaggio con Isais, e, soprattutto, la tribù della palude morta con Jacob. E? stata una gradita sorpresa, non mi aspettavo gli indios in stile guaran°, alla Mister No, e anche il fratello del tiranno è stata una bella sorpresa, la sua storia mostra che anche Rucker ha la sua fragilit?. Questi episodi sono molto significativi, danno un'aggiunta di colore alla trama e ne ampliano le prospettive. In parallelo abbiamo l'amnesia temporanea di Carson, bella trovata anche questa, una cosa inedita per lui, molto piacevole e ben gestita. Di Tex non ho molto da dire, è all'altezza della propria fama, fa quello che ci si aspetta da lui, un'ottima caratterizzazione, finora. E? nella terza e ultima parte che viene a galla il limite che fa sè che la storia sia buona, buonissima, ma non grande, memorabile. Per me il limite sta nella gestione emozionale degli antagonisti principali. Mi dilungo un po' su questo. Abbiamo un padre che escogita una caccia all'uomo per vendicarsi dell'uomo che l'ha ucciso. Bene, in questa caccia prevale l'aspetto sportivo, il compiacimento per l'abilità della preda, ma non c'è mai il valore aggiunto dato dalla vendetta. Come il mese scorso Tex si dimentica completamente del figlio di Loman, così ora Rucker si dimentica completamente del proprio: non una parola, un cenno di rabbia, un'imprecazione. Va bene divertirsi perchè la caccia diventa interessante, ma il fine dev?essere che quando ti acchiappo ti sistemo a dovere: invece nulla di tutto questo. Rucker sembra molto simile ai due banchieri inglesi che si annoiano a cacciare leoni, e per sport, organizzano una falsa rapina per darsi alla caccia all'uomo. E? una questione sportiva, non c'è astio, odio, desiderio di vendetta, solo una gara, mentre per la belva umana non dovrebbe essere così, ma lo ?. Il valore aggiunto dell'emozione sfuma, si perde, non c'è, neanche nel breve faccia a faccia finale, sulla rupe, dove Rucker, sconfitto, impreca contro Tex solo per la scoperta del passaggio segreto. Primo carico emozionale sprecato. Per questo Rucker è un buonissimo personaggio ma non ha la grandezza e la tragicit? di un Loman. Lo stesso vale per Tex, che vede di fronte agli occhi un uomo inerme morire per un colpo alla testa assolutamente gratuito, ne è profondamente scosso tanto da imprecare e da invocare una resa dei conti finale. Ma alla fine, sempre nel faccia a faccia sulla rupe, non succede niente, solo parole. Come il mese scorso sembrava dover spaccare mare e monti perchè il figlio era in fin di vita e invece finisce solo con l'imprecare verso Loman, anche ora Tex si limita a parlare. Secondo carico emozionale sprecato, nessuna resa dei conti finale. La terza parte, infatti, coi preparativi per la battaglia in cui Rucker dimostra di avere un proprio codice d'onore per le sue proprietà umane, con un Tex ?terrorista? che organizza continue azioni di sabotaggio, con i tagliagole messicani molto più scarsi che all'inizio, con una Gatling che non si sa che fine faccia, risulta come un po' sgonfiata, come depotenziata rispetto alle possibilità iniziali. Anche l'arrivo di Montales ci priva di una risoluzione ancora più eroica e drammatica, risolve lui la situazione e non ce ne sarebbe stato bisogno, ci voleva una resa dei conti finale, magari anche un incontro da brividi fra fratelli. Casomai Montales poteva beccare i banditi messicani che cercavano rifugio in mare, ma niente di più. Il cattivo muore ma non è stato punito a sufficienza, non è stato spazzolato a dovere, manca una vera catarsi finale. Peccato. Comunque questo non sminuisce i tanti pregi della storia, che è buona, mi è piaciuta e mi ha fatto divertire. In futuro spero di vedere accanto a Tex una figura conosciuta, non una interessante ma sconosciuta. Esplorare soluzioni con altri comprimari va bene, ma gli altri tre pards sono delle miniere quasi inesplorate. Due parole sui disegni. Non ci capisco niente, ma non li ho apprezzati molto, sia nelle fisionomie che negli aspetti dinamici, alcune pose mi sembrano veramente forzate e innaturali. Mi permetto, da ignorante, un appunto finale alle nuove leve texiane, Faraci e Ruju, che vale come il due di picche con cuori come briscola. Quando c'è un antagonista particolarmente crudele, cattivo, feroce, quando la situazione è carica emozionalmente, non tutto si può sempre concludere con un duello, anche perchè non tutti sono pistoleri, allora una resa dei conti finale ci deve essere e l'avversario va sbatacchiato. Loman e ancor di più Rucker andavano sbatacchiati di brutto, le loro facce dovevano mangiare la polvere. Tex non è mai stato il massimo della correttezza politica, non si è mai limitato a sconfiggere i nemici, spesso li sbatacchia, più crudeli sono e più li sbatacchia: chiederlo ancora oggi non mi sembra una pretesa eccessiva. Se poi la penso così solo io mi ritiro immantinente sul monte Athos, Porthos e Aramis.
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Ed ecco anche il mio commento.

Comincio col dire che anche se è vero che il tema della storia è stato oggetto di innumerevoli varianti da parte di numerosi autori, la cosa non m?interessa più di tanto. Per fare una citazione cinematografica, potrei dire: francamente me ne infischio. :wink:
Qualcuno ha detto che nella narrativa non esistono più di cinque o sei trame base e che il talento degli autori consiste nel trovare infinite variazioni sul tema. Non so se le trame fondamentali siano davvero così poche, ma di certo non siamo molto lontani.
Sul tema della caccia all'uomo, Faraci imbastisce una storia solida, con personaggi molto ben caratterizzati e con un uso molto appropriato del flashback, che non disturba il fluire della narrazione, ma anzi lo arricchisce. Molto buona l'dea di incrociare l'idea della "pericolosa partita" col tema della vendetta e di aggiungere anche un personaggio in più, ovvero Samuel, che ha anche lui una storia personale col nostro ranger.
Faraci dimostra di aver ben compreso il personaggio Tex e lo caratterizza in maniera decisamente appropriata. Se da un lato ne esalta il carattere deciso e determinato, dall'altro non manca di far risaltare anche il suo personale senso della giustizia.
Non mancano anche qui alcuni di quelli che potremmo definire stilemi narrativi del Tex di Faraci, come: l'inizio con una scena d'azione (anche se qui ci sono almeno un paio di pagine prima che il ballo inizi sul serio :wink:), e la prova di un'arma (in questo caso una pistola).
Punto debole della storia è l'uso di Carson. Intendiamoci: Faraci descrive un ottimo Carson, che si divertir? anche a fare il brontolone, ma al momento opportuno è deciso ed in gamba quanto basta, ma in questa storia lo usa decisamente poco. Certo, i siparietti della sua convalescenza sono carini, ma ci si potrebbe chiedere che senso ha avuto metterlo nella storia se poi non vi svolge un ruolo attivo?
Quanto al finale, confesso che mi sarebbe piaciuto vedere almeno un confronto tra i due fratelli, o Rucker nella parte della preda, ma a parte questo, Tex agisce come deve e Rucker fa la fine che merita. Anche la decisione di lasciar andare Samuel è perfettamente coerente. Nel caso qualcuno se lo fosse dimenticato, Tex non è e non è mai stato uno "sbirro", si è sempre lasciato guidare da un senso della giustizia tutto suo che trascende la legge scritta. Io mi sarei, piuttosto, sorpreso se non lo avesse lasciato andare. :colt:

A questo punto, parliamo dei disegni. Diso è bravo, non lo discuto, ma semplicemente non lo trovo adatto a Tex, non riesce ad entrarci in sintonia e forse non ci prova nemmeno. Un piccolo esempio: Montales col sombrero: non dico che il nostro amico messicano non possa portarlo ogni tanto (e nelle sue prime apparizioni, infatti, lo faceva), ma vederlo agghindato con quel tipo di copricapo mi ha fatto pensare che l'idea sia stata proprio di Diso e non un'indicazione di sceneggiatura e ne ho tratto l'idea, forse errata, che Diso non si sia sforzato di documentarsi a dovere sull'iconografia del personaggio.

Due osservazioni finali:

1) Questa è la prima volta che Faraci fa comparire in una sua storia uno degli amici storici di Tex. Speriamo che ci sia presto un'altra, più corposa, occasione.

2) Con l'apparizione su questo Maxi Montales può vantarsi di essere l'amico di Tex apparso più spesso negli ultimi due anni ed in ben tre serie diverse: Regolare (con "Vendetta per Montales"), Texone e Maxi. Non male (ok c'è anche Nuvola Rossa, ma appartiene ad una categoria diversa, secondo me).

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  • Rangers

Ed ecco il mio commento un p? in ritardo a causa del poco tempo libero e soprattutto del black out dei giorni scorsi.

Ero curioso soprattutto di vedere Faraci all'opera su una storia più lunga di due albi.
Devo dire che la storia mi è piaciuta, ultimamente la qualità su Tex è notevole e ammirevole!!

ATTENZIONE ALLO

S
P
O
I
L
E
R

Non capisco perchè qualcuno prima di me ha affermato che una storia di questo tipo non sarebbe stata adatta per la serie regolare. :unsure::unsure:
Forse per la trama un p? fuori dai canoni?
Beh allora anche nella recente "La Prova del Fuoco" l'autore ha osato percorrere sentieri non certo tipici Texiani, eppure è stata pubblicata sulla regolare.
Qui Faraci ripercorre un p? la strada che ha usato Nizzi ne "Gli Uccisori".
Non conosco purtroppo i film di ispirazione citati da Sergio Bonelli nella sua presentazione a questo maxi, n° tantomeno la sua storia su Zagor simile a questa.
Non penso che Faraci abbia letto o conosca la storia Nizziana che comunque è simile solo nel concetto cacciatore - preda e null'altro.
Qui l'autore incentra la storia su questo aspetto sicuramente originale per noi lettori di Tex.
Numerosi sono i personaggi ben caratterizzati della storia:
- il cattivone Arthur Rucker, un pazzo veramente che può tranquillamente rientrare nella categoria degli psicopatici della saga (accanto al Maestro, Tigre Nera, Jack Thunder e la sua famiglia, ecc.).
Ossessionato dalle sue battute di caccia umana, ormai l'unico suo interesse.
Più le sue prede sono forti e astute più prova piacere, proprio come un cacciatore che insegue la sua preda, la lascia andare per un p?, poi ritorna sulle sue traccie ancora più inferocito.
- l'ex schiavo nero Samuel, un p? piagnucolone in quasi tutte le scene in cui compare, ma è scusato dato il passato tremendo di cui è stato protagonista.
- Isais muto ed inquietante personaggio, che si rivela un prezioso alleato.
- e naturalmente Jacob Rucker, fratello di Arthur, anche lui con un passato non certo facile.

A parte tutta questa carrellata di personaggi, quello che mi ha colpito è proprio la trama stuzzicante: Tex catturato e trasformato in una vera e propria preda braccato, disarmato (anzi armato inizialmente solo con un fucile a salve) e impossibilitato a lasciare l'isola Caraibica circondata da miglia e miglia di oceano infestato da squali famelici.

Anche l'utilizzo di Carson non mi ha infastidito, nonostante nella storia lo vediamo in azione (e che azione!! :D ) soltanto all'inizio a fianco di Tex.
Bella e originale anche la pensata di fargli tornare la memoria a sprazzi... soprattutto mai visto mi pare Carson giocherellare con un bambino a cowboy contro banditi!! :D :D

Non condivido inoltre il pensiero di Piero sule troppe vignette inutili della storia, io invece trovo quelle "varianti" parecchio GianluigiBonelliane (passatemi il termine).
Scene inutili in grado comunque di innalzare l'attenzione del lettore, strappandolo magari per un attimo dall'azione.
A me ad esempio non aveva infastidito neppure nella storia di Ruju, Tex che scorta i suoi viveri alla riserva, ma qui andiamo a gusti personali penso! :)

Ecco forse come unica pecca è la fine riservata a Arthur Rucker, mi sarei aspettato anch'io una fine diversa, anche se Faraci ha seguito numerose conclusioni tanto care a Bonelli padre: veloci e taglienti come una lametta!

Bella anche l'entrata in scena di Montales (il primo amico usato da Faraci! :inch: ), anche se non partecipa a nessuna sparatoria, come ci siamo riabituati a vederlo di recente (Vendetta per Montales, I ribelli di Cuba)!!


Una storia quindi godibile, dando un voto direi che siamo sul 9 (imho naturalmente)!
Non posso fare confronti con Mister No, in quanto purtroppo non ne ho mai letto nemmeno un numero.

Discorso Diso

Non ne capir? niente di disegno, ma a me il suo tratto in questo maxi è piaciuto!
Certo il suo Tex è tra i più diversi che si siano mai visti e molte volte si stenta a riconoscerlo.
Però guardate la carrellata di personaggi che ha tirato fuori, gli ambienti, le atmosfere esotiche!
Per me è stato bravissimo e in qualcosa lo trovo addirittura migliorato rispetto alle precedenti prove su Tex.
Non so se torner? ancora a disegnare per Tex, ma nel caso lo facesse non mi strapperei certo i capelli!!
Non uccidetemi per quanto ho scritto!! :P

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Scusate, ma sono disegni presentabili questi?Cio?, ci sono diverse tavole fatte decentemente ma.. alcune praticamente le potrei fare meglio io [che sono un discreto disegnatore]. Madonna alcune tavole sono inguardabili.. comunque.. La storia è molto ben fatta, ci sono praticamente almeno due o tre filoni concatenati tra di loro [compresi i flashback], che si intrecciano e danno vita ad una storia abbastanza particolareggiata.. Forse troppo abusato il tema delle isole caraibiche [tra texone e maxi tex, nel giro di pochi mesi ci hanno già stufato :D ]. Però è tutto fatto veramente bene.. complimenti a Faraci.. caratterizzazione di Rucker perfetta, una vera e propria belva umana incarnata. Voto:8,5

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