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TWF - Tex Willer Forum

Miti Intoccabili E "capri Espiatori"


paco ordonez
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Per cominciare, permettetemi, per comodit?, di autoquotarmi. Questo è un pezzo del mio vecchio commento ad "Assalto al treno" di Bonelli e Ticci.

vi propongo un gioco:facciamo finta che il finale della storia non l'ha scritto Bonelli;facciamo finta che l'ha scritto Boselli, o Faraciòo meglio ancora,Nizzi. Immaginiamo anche le eventuali recensioni di ubc, two?e anche del nostro forum:-ma come,Tex è così PICCIONE da accendere un fuoco nei pressi della gost-town, senza immaginare che qualcuno poteva andare a vedere??-ed è mai possibile che i due pards debbano essere messi in difficolt? da una donna(e via coi ?Tordo della notte?)??-ed è mai possibile che Tex sia inutile nella sparatoria finale(e via con la storia della demitizzazione di Tex)??Ovviamente non succederebbe niente di tutto ciò?o al limite succederebbe? poco di quanto detto. E? chiaro, la storia è di Gl Bonelli, l'intoccabile!!

Quest'altro è il mio commento a "Wanted", di Bonelli e Galep-Muzzi.

Come sappiamo,Boselli ama inserire personaggi di contorno caratterizzati splendidamente e che spesso dividono la scena con Tex alla pari?non è forse quello che avviene anche in questa storia?Pensateci:da pag,17 a pag.48 Tex e Carson non compaiono:la storia si svolge senza di loro, come se di loro non ce ne fosse bisogno per il momento. E ovviamente ci aspettiamo che da un momento all'altro i due pards spuntino fuori armi in pugno per mettere la parola fine sulla tragica vicenda esistenziale di Garner?e invece niente!!Tex, nel finale della storia, anzi, in tutto il secondo albo, non ha ruolo nella vicenda, rimane ai margini degli eventi:quel che succede sarebbe successo anche senza la sua presenza!Bilancio finale:il cattivo lo uccide un giovane cowboy qualsiasi;mentre Tex e Carson non aumentano di una sola unit? il conto dei nemici uccisi!!C?? davvero di che rimanere allibiti!!Eppure, questa storia mi è piaciuta davvero molto, nonostante che in essa ci siano tutti quegli elementi che mi disturbano oltremodo, quando sono apparsi in storie di Boselli?mi chiedo:forse, in quanto lettore di Tex dovrei farmi un piccolo ?esame di coscienza??

Vi cito, per avere un quadro più ampio, una scena di una delle storie bonelliane più amate:in "Kento non perdona" Tex e Tiger si fanno quasi fregare -anzi,Tex si fa fregare del tutto- da uno sgherro qualsiasi, che in più era stato molto tempo nella scomoda posizione in cui l'avevano messo i Cheyenne. Innanzitutto, sia chiaro che non c'è da parte mia un intento "revisionista" o di demitizzazione della figura di GL Bonelli. Vengo al punto:non vi sembra che da parte di noi lettori molto spesso vengono usati, come suol dirsi, due pesi e due misure? Immaginiamo per un attimo:le tre storie di cui ho parlato prima escono oggi , scritte da un Nizzi o un Boselli qualsiasi.. non credete che, con quelle scene che ho descritto, provocherebbero una grossa ondata di proteste?Io credo che, in generale, mentre le storie attuali sono lette con la lente d'ingrandimento, alla ricerca dell'errore e dell'incongruenza, con tutte le armi critiche ben affilate (sindrome di Ubc), per quelle di Bonelli si adottano criteri di giudizio moooolto meno severi. Quello che in Nizzi è "piccionaggine", in Bonelli... semplicemente diventa un qualcosa che nemmeno si vede. Quelli che in Boselli sono eccessi melodrammatici ("Patagonia") in Bonelli diventano "antologia texiana" ("Tramonto rosso"). Se il Carson di Nizzi è un vecchio rinc... buono solo a lamentarsi, il Carson brontolone che sembra davvero quasi vigliacco di "L'oro del Colorado" non lo ?, ci mancherebbe!!Se il Tex boselliano è un musone insostenibile, quello bonelliano di "El Rey" o "Dramma al circo" diventa più simpatico di Tot?. Se nell'ultima di Ruju la reazione di Tex di fronte al figlio moribondo è esagerata, quella che il nostro ebbe in "Il giuramento" di fronte alla tomba della morte diventa "antologia texiana". Io credo che Bonelli è stato mitizzato in maniera forse eccessiva:? eccessiva nel momento in cui il suo nome diventato intoccabile e le sue storie diventate intoccabili vengono contrapposte come il "sacro Verbo" agli autori attuali e alle loro storie, sempre e comunque. Si è arrivati a un punto (per me è stato così) in cui sembra che il criticare qualche cosa scritta dal Bonelli del cosidetto "centinaio d'oro" sia un'atto oltraggioso. Al contrario, sulle storie attuali si può sparare a zero senza troppi problemi. Voi, amigos texiani, che ne pensate? Non credete che forse dovremmo fare tutti un p? di autocritica? :indianovestito: Modificato da paco ordonez
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Bellissimo topic, Paco, che mi offre la possibilità di esprimere molte idee. E' certamente vero che le pecche di Bonelli Magno non sono oggetto di critiche come quelle dei suoi successori : secondo me, è giusto. Il Mondo-Tex è suo e di Galep: solo loro potevano permettersi di manovrarlo, gestirlo, scombinarlo a loro piacimento. Gli altri devono avere rispetto di un' opera non loro: legittimo e naturale che la rinnovino, che propongano nuove prospettive, che mettano un loro timbro; ignobile che la stravolgano. Qui converge la mia critica a Boselli, autore che, narcisista, pensa a sè stesso e non a Tex, alla pioggia di applausi ( vero, TWO è ) e non al rispetto di un personaggio, alla sua tradizione, ai suoi canoni, al suo - in una parola - Universo. Scrivere Tex necessita, invece, dare assoluta priorit? a Tex, e nessuna importanza a sè stessi: bisogna porsi nell' ottica di quegli aedi che cantano storie non loro; o di umili calzolai, capaci di costruire scarpe eccezionali senza firma. Se a Boselli togli la firma, togli tutto: lo dimostra anche il nostro forum ( il 'Borden' finale non manca mai ). E' una continua ricerca del vezzo, del 'trompe- l'oeil' barocco, dell' immagine e del personaggio suggestivo: e cosa c'è di più suggestivo di ciò che è opposto al canone? Ma pensate alla scena iniziale di 'Morte Nella Nebbia' , con il ragazzino Navajo catturato da un 'aquila: è suggestiva, magica, ma è Tex? No, mai. Sono pagine usate dall'autore per l'autore. E' un caso che il nostro ranger non sia quasi mai il protagonista delle storie boselliane? Non è un caso affatto: Tex e il suo Mondo ( fatto di regole precise! ) stanno stretti a un autore che vuol sorprendere, e che dunque verte altrove la propria scrittura. Invece Nizzi, le cui ultime storie non sono pubblicabili, è stato un eccezionale autore texiano per questo: ha sempre amato solo Tex, si è posto con lo spirito umile di chi si preoccupa di un qualcosa altrui. Si è sempre firmato Willer, non Nizzi. Ragazzi, credo di essere stato sincero... aspetto pareri!

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Il fatto di usare due pesi e due misure è sempre stato contestato dal sottoscritto, ma con ciò non voglio dire che si debba sparare su Gianluigi Bonelli come alcuni fanno, solitamente, con gli sceneggiatori più recenti. Anzi, sotto questo profilo non posso rimproverarmi nulla: ho messo sovente Nizzi e Boselli sullo stesso piano di GLB, ed ho ammesso più volte di apprezzare più il Nizzi del quarto centinaio del GLB del secondo :D . D'altronde, però, non vedo nemmeno il problema che Don Fabio ha sollevato a proposito di borden: che egli abbia un'altissima considerazione di se stesso mi sembra innegabile, ma le magagne hanno cominciato a saltare fuori proprio quando il suo stile ha perso quelle caratteristiche che lo rendevano unico e straordinario. Non so cosa sia cambiato, n° quali siano le motivazioni (forse lo scoprir? andando a intervistare Boselli a fine mese, forse non lo scoprir? mai... mica sono Mike Hammer), ma nella produzione di borden mi sembra di trovare un discrimen abbastanza netto, vale a dire quel lungo periodo di assenza trascorso fra "A sud del Rio Grande" e "I lupi rossi". Escludendo quest'ultima, Boselli non ha più scritto storie memorabili. Non sono mancati episodi più felici di altri, come "Colorado Belle", "Omicidio in Bourbon Street" e la recente e bellissima "La mano del morto", ma chi di noi, leggendo ammirato le storie di Boselli nella seconda metà degli anni novanta, l'avrebbe mai creduto capace di scrivere storie tediose e senz'anima come "Morte nella nebbia", "Buffalo soldiers", "Missouri", "Patagonia" e "I ribelli di Cuba"? Che notate, non sono soltanto brutte, ma sono soprattutto molto lontane dal suo stile di un tempo. Ora, io direi che se qualcosa ha penalizzato Boselli, non è stato certamente il narcisismo, ma piuttosto... vai a sapere, il superlavoro, l'avvilupparsi su se stesso, oppure faccende personali nelle quali per rispetto non abbiamo alcun diritto di ficcare il naso. Fatto sta, però, che nelle sue storie pubblicate su "Dampyr" tale calo non mi sembra ci sia stato, perciò mi chiedo quanto la questione sia dovuta ad un problema di Boselli soltanto o ad un problema fra egli e Tex. I medesimi problemi sono stati sofferti da GLB dopo il numero 200, che riusciva a dare alle storie un sapore simile, ma non la medesima epicit?, e da Nizzi dopo il numero 400. Questo per dire che, per me, gli autori texiani sono tutti sullo stesso piano, indipendentemente dal nome. A me piace Tex, indipendentemente da chi lo scriva, e gli episodi meno esaltanti possono essere offerti da chiunque. Mi sono annoiato leggendo GLB, mi sono cascate le braccia leggendo Nizzi e mi sono addormentato leggendo Boselli... ma ciò non vuol dire che tali sensazioni mi vengano trasmesso esclusivamente da uno solo. Certo che, essendo Bonelli il creatore, si è portati ad essere più indulgenti. Il che secondo me è giusto... ma spesso mi capita di leggere critiche ognitempo celebrative quando sarebbe più salutare ammettere che anche Bonelli inciampava. Vedere le ultime due recensioni storiche pubblicate da UBC: "Il ritorno di Montales" credo sia, oggettivamente, una storia ORRENDA, così come "I due rivali". Eppure siamo qui a distribuire voti che vanno dall'ottimo all'eccellente. Analizzando questi ultimi due casi, sono ottimista per il futuro: certo, Bonelli ha scritto brutte storie, ma ciò non vuol dire che, successivamente a "Il ritorno di Montales", sia riuscito a sfornare capolavori (il periodo d'oro, appunto). Dunque, speriamo che Boselli faccia altrettanto. Su Nizzi, secondo me, ad essere prevenuti ormai si fa bene: ma chissà che almeno una delle ultime due storie rimaste non sia quantomeno sufficiente. Se leggessi "Dieci anni dopo 2" sarei contentissimo!

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Il fatto di usare due pesi e due misure è sempre stato contestato dal sottoscritto, ma con ciò non voglio dire che si debba sparare su Gianluigi Bonelli come alcuni fanno, solitamente, con gli sceneggiatori più recenti. Anzi, sotto questo profilo non posso rimproverarmi nulla: ho messo sovente Nizzi e Boselli sullo stesso piano di GLB, ed ho ammesso più volte di apprezzare più il Nizzi del quarto centinaio del GLB del secondo :D . D'altronde, però, non vedo nemmeno il problema che Don Fabio ha sollevato a proposito di borden: che egli abbia un'altissima considerazione di se stesso mi sembra innegabile, ma le magagne hanno cominciato a saltare fuori proprio quando il suo stile ha perso quelle caratteristiche che lo rendevano unico e straordinario. Non so cosa sia cambiato, n° quali siano le motivazioni (forse lo scoprir? andando a intervistare Boselli a fine mese, forse non lo scoprir? mai... mica sono Mike Hammer), ma nella produzione di borden mi sembra di trovare un discrimen abbastanza netto, vale a dire quel lungo periodo di assenza trascorso fra "A sud del Rio Grande" e "I lupi rossi". Escludendo quest'ultima, Boselli non ha più scritto storie memorabili. Non sono mancati episodi più felici di altri, come "Colorado Belle", "Omicidio in Bourbon Street" e la recente e bellissima "La mano del morto", ma chi di noi, leggendo ammirato le storie di Boselli nella seconda metà degli anni novanta, l'avrebbe mai creduto capace di scrivere storie tediose e senz'anima come "Morte nella nebbia", "Buffalo soldiers", "Missouri", "Patagonia" e "I ribelli di Cuba"? Che notate, non sono soltanto brutte, ma sono soprattutto molto lontane dal suo stile di un tempo. Ora, io direi che se qualcosa ha penalizzato Boselli, non è stato certamente il narcisismo, ma piuttosto... vai a sapere, il superlavoro, l'avvilupparsi su se stesso, oppure faccende personali nelle quali per rispetto non abbiamo alcun diritto di ficcare il naso. Fatto sta, però, che nelle sue storie pubblicate su "Dampyr" tale calo non mi sembra ci sia stato, perciò mi chiedo quanto la questione sia dovuta ad un problema di Boselli soltanto o ad un problema fra egli e Tex. I medesimi problemi sono stati sofferti da GLB dopo il numero 200, che riusciva a dare alle storie un sapore simile, ma non la medesima epicit?, e da Nizzi dopo il numero 400. Questo per dire che, per me, gli autori texiani sono tutti sullo stesso piano, indipendentemente dal nome. A me piace Tex, indipendentemente da chi lo scriva, e gli episodi meno esaltanti possono essere offerti da chiunque. Mi sono annoiato leggendo GLB, mi sono cascate le braccia leggendo Nizzi e mi sono addormentato leggendo Boselli... ma ciò non vuol dire che tali sensazioni mi vengano trasmesso esclusivamente da uno solo. Certo che, essendo Bonelli il creatore, si è portati ad essere più indulgenti. Il che secondo me è giusto... ma spesso mi capita di leggere critiche ognitempo celebrative quando sarebbe più salutare ammettere che anche Bonelli inciampava. Vedere le ultime due recensioni storiche pubblicate da UBC: "Il ritorno di Montales" credo sia, oggettivamente, una storia ORRENDA, così come "I due rivali". Eppure siamo qui a distribuire voti che vanno dall'ottimo all'eccellente. Analizzando questi ultimi due casi, sono ottimista per il futuro: certo, Bonelli ha scritto brutte storie, ma ciò non vuol dire che, successivamente a "Il ritorno di Montales", sia riuscito a sfornare capolavori (il periodo d'oro, appunto). Dunque, speriamo che Boselli faccia altrettanto. Su Nizzi, secondo me, ad essere prevenuti ormai si fa bene: ma chissà che almeno una delle ultime due storie rimaste non sia quantomeno sufficiente. Se leggessi "Dieci anni dopo 2" sarei contentissimo!

?Il Ritorno Di Montales' una storia orrenda' ?De gustibus, Virgin... per me è un gioiello. Ad ogni modo, tornando sul merito della questione, mi sembra che tu ne sia piuttosto uscito: non è Boselli, l'argomento, bensì la presunta 'intoccabilità' bonelliana. Secondo me, è un'intoccabilità giusta: non nel senso che non abbia scritto delle brutte storie ( ne ha scritto anche delle pessime, a parer mio) , ma che, essendo il legittimo 'proprietario' di Tex, è giusto considerare le stonature come 'affar' suo. In altre parole, se i successori hanno una responsabilità verso Tex, Bonelli non ne era obbligato: ciò non significa che, ad esempio, 'Uno Sporco Imbroglio' si salvi dalla grave insufficienza del Professor Giacomo Marchesini . Nizzi, Nolitta, Boselli, Ruju, Faraci, Segura, etc. etc. hanno invece una responsabilità enorme di rispetto per un fumetto non loro: Boselli ne è venuto, a mio giudizio, clamorosamente meno. Forse tanti benpensanti modernisti mi daranno del vecchio trombone conservatore, ma io penso di essere un saggio , cosciente che ogni cosa ha le sue regole da rispettare: a qualcuno piacer? costruire la casa con la plastica, ma poi la casa cade. Ciò fermo restando che Boselli ha scritto alcune storie bellissime ( 'Il Passato Di Carson' e 'Sulla Pista Di Fort Apache' sono tra le migliori dell'intera saga, a pare mio) . La mia critica verte sulla linea stilistica generale.
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E' certamente vero che le pecche di Bonelli Magno non sono oggetto di critiche come quelle dei suoi successori : secondo me, è giusto. Il Mondo-Tex è suo e di Galep: solo loro potevano permettersi di manovrarlo, gestirlo, scombinarlo a loro piacimento.

Ok,Don Fabio, proviamo ad accettare il fatto che Bonelli con Tex poteva fare quello che voleva, in quanto lui era il creatore del personaggio... Questo vuol dire che se Bonelli fa fare la figura del fesso a Tex e Tiger va bene (attenzione:io non credo che i due facciano la figura dei fessi), e se lo fa Nizzi no?... e che se Bonelli non mette Tex in primo piano va bene, e se lo fa Boselli no?Beh, questa per me è ingiustizia!
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Ad ogni modo, tornando sul merito della questione, mi sembra che tu ne sia piuttosto uscito: non è Boselli, l'argomento, bensì la presunta 'intoccabilità' bonelliana.

So che era un po' fuori, Don Fabio, ma mi serviva fare il parallelo con altri autori. Dei cambiamenti di Nizzi si è parlato ovunque, di quelli di Boselli molto meno. Ma sarà forse anche perchè in questo periodo, occupandomi della recensione del texone e preparando le domande per l'intervista, tendo a ficcare la questione ovunque... :rolleyes:

  Questo vuol dire che se Bonelli fa fare la figura del fesso a Tex e Tiger va bene, e se lo fa Nizzi no?... e che se Bonelli non mette Tex in primo piano va bene, e se lo fa Boselli no?

Praticamente hai riassunto l'intera questione in due frasi, Paco! In effetti, il problema è tutto l'. Credo ci siano molti vecchi lettori che non amano Nizzi o Boselli... proprio perchè non sono, n° possono essere GLB. Un atteggiamento di idolatria del passato è come la storia monumentale tanto stigmatizzata da Nietzsche: prendendo il passato quale momento di gloria irripetibile, si strangola il presente, mummificandolo prima ancora che nasca. Ma, appunto, è una questione di punti di vista: il fatto che alcuni considerino la serie di Tex finita con "Il medaglione spagnolo" secondo me non cancella la realtà, ovvero che Nizzi e Boselli l'abbiano spesso uguagliato, tant'? che la mia storia preferita di Tex è "Lotta sul mare", la seconda "Nei territori del Nord-Ovest" e la terza "La congiura"!Poi ci saranno sempre persone con pregiudizi. Ma che possiamo dire? Peggio per loro!
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E' certamente vero che le pecche di Bonelli Magno non sono oggetto di critiche come quelle dei suoi successori : secondo me, è giusto. Il Mondo-Tex è suo e di Galep: solo loro potevano permettersi di manovrarlo, gestirlo, scombinarlo a loro piacimento.

Ok,Don Fabio, proviamo ad accettare il fatto che Bonelli con Tex poteva fare quello che voleva, in quanto lui era il creatore del personaggio... Questo vuol dire che se Bonelli fa fare la figura del fesso a Tex e Tiger va bene (attenzione:io non credo che i due facciano la figura dei fessi), e se lo fa Nizzi no?... e che se Bonelli non mette Tex in primo piano va bene, e se lo fa Boselli no?Beh, questa per me è ingiustizia!
Non ho detto certo questo, o forse non volevo dirlo. Il senso del mio intervento è : è assurdo criticare il creatore di un personaggio, nel senso che criticare Bonelli e criticare Tex è la stessa cosa. Tex è ciò che il suo demiurgo ha voluto che sia. Questo, ovviamente, non significa che tutte le storie di GLB siano dello stesso valore. Spero di aver chiarito il mio pensiero... Piuttosto, consiglio a tutti gli antinizziani di rivedere il loro classico argomento del Carson - Stumpy. Vadano a leggersi 'El Morisco' : leggeranno di un Vecchio Cammello che non si tuffa in acqua per via dei reumatismi!
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Il senso del mio intervento è : è assurdo criticare il creatore di un personaggio, nel senso che criticare Bonelli e criticare Tex è la stessa cosa.

Ecco, amigo Don Fabio, questo è il pensiero dominante che io critico:se Bonelli merita una critica, deve averla!Soprattutto se con gli altri autori si è critici, non si possono usare due pesi e due misure:sarebbe un' ingiustizia per Nizzi e company... oltre che un cattivo favore allo stesso Bonelli.
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E' certamente vero che le pecche di Bonelli Magno non sono oggetto di critiche come quelle dei suoi successori : secondo me, è giusto. Il Mondo-Tex è suo e di Galep: solo loro potevano permettersi di manovrarlo, gestirlo, scombinarlo a loro piacimento.

Io credo che sia giusto fino ad un certo punto. Voglio dire, è chiaro che essendo loro due i fondatori e i creatori della serie gli si possono perdonare tante cose, però penso che sia sbagliato chiudere sempre (o quasi sempre) gli occhi anche davanti ai loro errori (tipo quello di Carson in "L'oro del Colorado" come diceva prima Don Fabio). Ovviamente GLB e Galep nella grande maggior parte dei casi ci davano un Tex proprio come lo vovlevamo vedere, idem per i pards, confezionando storie epiche una dietro l'altra (basti pensare al secondo centinaio, dove finita "Tra due Bandiere" cominciava "Sulle Piste del Nord"), e sono d'accordo nel perdonargli gli "errori" meno gravi, diciamo, perchè in fin dei conti sono stati loro a darci il Tex che ancora oggi ogni tanto si rimpiange. E' chiaro che i due principali autori che hanno accettato la sfida della "successione" sono diversi dal creatore della serie e tra loro stessi, e mentre Nizzi ha cercato al massimo (almeno per come la vedo io) di aderire più che poteva agli standard Bonelliani, c'è stato Boselli che ha portato in Tex uno stile diverso, che spesso non convince troppo neanche me: diciamo che, con tutto il rispetto, lo vedrei bene in maniera sporadica su Tex, e non in modo continuativo. Non ho mai capito come mai Nizzi sia diventato una specie di "capro espiatorio", come recita il titolo del topic, o comunque bersaglio di critiche feroci e impietose durante il suo ultimo periodo in cui (come è lecito e perfettamente comprensibile) si è esaurita la sua vena creativa, quasi dimenticandosi di tutto ciò che ci ha regalato in passato, e dimenticandosi anche del fatto che molto si deve anche a lui se Tex esiste ancora oggi. Contemporaneamente Boselli ha cominciato a sfornare delle bellissime storie (perchè, anche se ce ne sono varie "non di Tex", è innegabile che siano molto belle), e quindi i detrattori di Nizzi hanno avuto subito un altro beniamino da elogiare al posto di quell'autore che ormai era diventato un peso per la serie, verso cui si muovevano accuse per situazioni inserite nelle sue storie passate più riuscite, accuse che, per le stesse situazioni, non si muovevano quasi per nulla a Boselli o a GLB. Come ho già detto (io e altri), il fatto di avere miti intoccabili e capri espiatori porta solo a rovinarsi il piacere di leggere un albo di Tex, che sia l'inedito oppure uno preso a caso tra gli altimi 599. Insomma, è ovvio che anch'io considero GLB sopra tutti gli altri, ma non così in alto da farmelo considerare un mito intoccabile!!
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Il senso del mio intervento è : è assurdo criticare il creatore di un personaggio, nel senso che criticare Bonelli e criticare Tex è la stessa cosa.

Ecco, amigo Don Fabio, questo è il pensiero dominante che io critico:se Bonelli merita una critica, deve averla!Soprattutto se con gli altri autori si è critici, non si possono usare due pesi e due misure:sarebbe un' ingiustizia per Nizzi e company... oltre che un cattivo favore allo stesso Bonelli.
Paco, non ho detto che se pecca Nizzi bisogna criticare e se pecca Bonelli no. Ovviamente. Poich? Bonelli è il creatore di Tex, non può che essere il parametro della 'texianit?' : le pecche bonelliane non possono essere 'texiane', nel senso che sarebbe un difetto connaturato al personaggio: come criticare uno perchè ha gli occhi di un colore piuttosto che di un altro. Bonelli è criticabile da un punto di vista puramente letterario, non dal punto di vista di un personaggio che coincide con l'autore. I successori di GLB hanno una prova in più: l'esame di texianit?.
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Poich? Bonelli è il creatore di Tex, non può che essere il parametro della 'texianit?' : le pecche bonelliane non possono essere 'texiane', nel senso che sarebbe un difetto connaturato al personaggio: come criticare uno perchè ha gli occhi di un colore piuttosto che di un altro. Bonelli è criticabile da un punto di vista puramente letterario, non dal punto di vista di un personaggio che coincide con l'autore. I successori di GLB hanno una prova in più: l'esame di texianit?.

Qui non sono d'accordo. Che cos'è la texianit?? Ognuno di noi ne ha un'idea che può essere leggermente diversa, e per esempio se per me ci sono alcuni aspetti del Tex di GLB che sono stati trattati e rappresentati meglio da altri, allora mi sento in dovere di criticare GLB! Se per me il Tex Bonelliano è perfetto al 90%, ma il restante 10% lo trovo reso meglio da altri, perchè devo considerare come texiano un modello con dei difetti che altri sono stati in grado di non darciò Secondo me la texiamit? non è riferibile ad un unico autore o ad un unico Tex, ma è il frutto di un'evoluzione che ha coinvolto diversi autori!Non credo che GLB dovrebbe essere esente totalmente (o quasi) da critiche solo perchè ha creato il personaggio, e a maggior ragione non credo che la texianit? sia necessariamente quella che ci ha trasmesso lui (almeno non in tutto e per tutto) solo perchè il personaggio è nato dalla sua penna!
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Poich? Bonelli è il creatore di Tex, non può che essere il parametro della 'texianit?' : le pecche bonelliane non possono essere 'texiane', nel senso che sarebbe un difetto connaturato al personaggio: come criticare uno perchè ha gli occhi di un colore piuttosto che di un altro. Bonelli è criticabile da un punto di vista puramente letterario, non dal punto di vista di un personaggio che coincide con l'autore. I successori di GLB hanno una prova in più: l'esame di texianit?.

Qui non sono d'accordo. Che cos'è la texianit?? Ognuno di noi ne ha un'idea che può essere leggermente diversa, e per esempio se per me ci sono alcuni aspetti del Tex di GLB che sono stati trattati e rappresentati meglio da altri, allora mi sento in dovere di criticare GLB! Se per me il Tex Bonelliano è perfetto al 90%, ma il restante 10% lo trovo reso meglio da altri, perchè devo considerare come texiano un modello con dei difetti che altri sono stati in grado di non darciò Secondo me la texiamit? non è riferibile ad un unico autore o ad un unico Tex, ma è il frutto di un'evoluzione che ha coinvolto diversi autori!Non credo che GLB dovrebbe essere esente totalmente (o quasi) da critiche solo perchè ha creato il personaggio, e a maggior ragione non credo che la texianit? sia necessariamente quella che ci ha trasmesso lui (almeno non in tutto e per tutto) solo perchè il personaggio è nato dalla sua penna!
Io invece penso sia giusto considerare l'essenza di Tex in tal modo: Tex è stato creato da GLB, che ne ha scelto il carattere, gli ideali, l'orizzonte culturale. E' lui il titolare del marchio. Chiaramente, poi, il personaggio si è sviluppato anche in seguito: però, non ne devono mai venire meno i tratti salienti, non deve mai venir meno la 'texianit?', di cui , come detto, ha voce in capitolo solo chi un personaggio l' ha creato.
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E' chiaro che si usano due pesi e due misure nel criticare o nell'elogiare una storia. Basti pensare all'ultima storia di Ruju ("La prova del fuoco"). Ha ricevuto piu' applausi che critiche, questo si', ma e' stata anche soggetta ad una vera e propria "vivisezione" di ogni vignetta, di ogni dialogo, di ogni singolo dettaglio. Son sicuro che se questa storia fosse stata scritta da un Boselli, in altri lidi informatici, gli osanna si sarebbero sprecati. La verita' e' che oggi si e' perso il gusto e la leggerezza di leggere una storia di Tex. I lettori sono diventati piu' esigenti, piu' incontentabili, e cio' compromette quella mezzoretta di relax che dovrebbe rappresentare la lettura di un albo. In quanto ai "miti intoccabili" e' ovvio che ci si pensa due volte prima di sparare a zero su una storia di G. L. Bonelli. E' grazie a lui se Tex esiste ed e' chiaro che gli si perdona qualche storia riuscita male. E di storie mediocri, il papa' di Tex, ne ha scritte molte.

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  • Rangers

Complimenti a Paco per l'argomento e agli interventi interessanti che mi hanno preceduto!! :)Dunque provo a dire la mia, anche se in alcuni punti toccher? inevitabilmente cose già dette altrove e in questo stesso topic. Premessa ovvia: Gianluigi Bonelli è il creatore di Tex, è lui che ha tracciato la pista e costruito le fondamenta per questa serie. Non dobbiamo comunque osannarlo continuamente anche nelle sue storie meno riuscite, oppure in alcune situazioni che hanno fatto storcere il naso a qualche lettore (odierno o passato)!Lui ha definito i personaggi, creandone il carattere, i gesti, gli stili, l'abbigliamento, il modo di parlare, i comportamenti nelle più disparate situazioni (scenette comiche, situazioni tragiche, pericolosi duelli e quant'altro vogliamo mettere in questo "calderone"). Si è inventato degli amici ricorrenti: Pat, Gros-Jean, Jim Brandon, Montales, Nat McKenneth, Tom Devlin, ecc. E nemici ricorrenti: Mefisto e Proteus.... Rimango convito che la sua eredit? è difficile da sopportare, anche perchè chi è venuto dopo di lui ha dovuto adeguarsi alle sue fondamenta (chi più chi meno, chi c'è riuscito e chi invece ha preferito seguire altre vie magari più pericolose)!Sono convinto che i lettori odierni, ma il discorso vale anche per tutte le generazioni scaglionate nelle varie fascie (200-300, 300- 400, 400-500 e così via) hanno tutti una concezione del personaggio e della serie molto diversa e variegata. Cosè ecco che oggi ritroviamo il lettore che era ragazzino negli anni '50, ed è attaccatissimo a quelle avventure di ampio respiro, che lo facevano sognare nonostante fossero storie che magari oggi definiremmo ingenue. Con dialoghi datati, aspetti irreali (dinosauri, città medievali, alieni, comunit? isolate impossibili), personaggi e cattivi che si comportano in una determinata maniera. Poi avremo i lettori che erano ragazzi durante la fascia 100- 200 e hanno una visione ancora diversa del personaggio rispetto alla generazione precedente, e a quelle successive. Tutto dipende da quale Tex vogliamo leggere, e qui torniamo sulla solita questione che può riassumersi con la domanda: "Qual'? il vero Tex?"Beh il vero Tex, imho, non esiste ed esiste... c'è e non c'è.!! :DVoglio dire che ognuno di noi (magari è un discorso che capiscono meglio i "malati" di Tex, o per meglio dire i più affezzionati lettori), ha una sua diversa concezione del personaggio, che dipende da tanti fattori, tra i quali:1 - l'età con la quale abbiamo iniziato a leggere Tex: sembra stupido, ma ha una grande influenza sui giudizi che diamo alle storie. Se abbiamo iniziato a leggere Tex da più piccoli, ci siamo creati una sorta di filtro che spesso ci tappa gli occhi, e magari siamo disposti a "digerire" anche le situazioni più irreali (tipo storie fantastiche, e quant'altro).2- legata all'età, c'è anche la fascia con cui abbiamo cominciato a leggere Tex: rimanendo su GLB, ci saranno lettori che hanno cominciato prima del numero 100 e lettori che sono venuti dopo. Anche qui ci sarà molto disorientamento tra le generazioni di Texiani, chi leggeva i Tex ancora in striscia trover? un personaggio che nella storia "IL Giuramento" o in "Tramonto Rosso" è comunque diverso rispetto a storie come "Assedio al Posto n. 6" oppure a "Gli Sciacalli del Kansas" :DDopo tutto questo discorso, riassumo dicendo che GLB nel corso della sua carriera, ha modificato il personaggio, i pards, le storie, i dialoghi, le ambientazioni e chi più ne ha ne metta. Oggi i più giovani che si affacciano a leggere la serie, troveranno magari storie che li appassioneranno molto di più rispetto a quelle che definiscono più "ingenue" dei primi numeri!E magari molti critici attuali che imperversano sui forums o in altre zone più o meno affollate della rete, saranno al contrario disposti a chiudere più di un occhio sulle "pecche" di GLB, buttandosi su quelle di Nizzi, Boselli e compagnia varia. Rimane sempre l'incognita del "SE....". Se "La Prova del Fuoco" l'avesse scritta GLB?Se "Tramonto Rosso" l'avesse scritta Ruju?Se "El Morisco" l'avesse scritta Boselli?Se "El Muerto" l'avesse scritta FaraciòSe "L'uomo di Baltimora" l'avesse scritta Nolitta?Se "L'oro del Sud" Manfredi?Se "La Pista degli Agguati", Segura?Come avrebbero reagito i lettori? :fumo: Ebbene per quanto mi riguarda, tutte le critiche sono fortemente condizionate rispetto a quei fattori che scrivevo più in sè: l'età, il grado di affezionamento, la fascia di approccio, il Tex che abbiamo conosciuto e che ci portiamo nel cuore. Preferiamo il Tex implacabile del Giuramento, o il Tex coraggioso e temerario de La Mano Rossa?Preferiamo un Kit Carson che prende in mano la situazione come nel finale de "Il Sepolcro Azteco"? o il Carson che brontola e ci fa sorridere de "L'oro del Colorado"?Preferiamo il Kit Willer che fa esplodere la cassetta di munizioni per seguire il padre, quello che si fa assumere come Pony Ridersè oppure quello che segue i pards nelle missioni, ed esegue tutto senza quasi fiatare?Queste domande sempre rimanendo nelle storie inquadrate con la firma di Gianluigi Bonelli!Insomma molti sono disposti a chiudere occhi e a "mitizzare" oppure a distruggere e a "smitizzare" in base a molti fattori. Molto, molto difficile valutare in effetti, e sarà sempre più difficile accontentare tutto il popolo Texiano. Noi lettori siamo troppo variegati, troppo diversi l'uno dall'altro. :trapper:

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Giustissimo Sam! Praticamente sei riuscito a scrivere quello che io in qualche modo pensavo ma non sapevo come dire!E' questo che intendevo, più o meno!Ognuno ha il "suo" Tex, e tutto il resto viene di conseguenza!Quoto anche Anthony: se riuscissimo a leggere Tex in modo sereno, senza farci influenzare da nient'altro che non sia la storia effettiva che leggiamo, credo proprio che ci guadagneremmo tutti, e di miti intoccabili non ce ne sarebbero! Dovremmo leggere le storie senza sapere chi è l'autore, e sono convinto che molte cose cambierebbero nei giudizi che si leggono qua e la!

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Pur ammettendo che la coerenza dei personaggi dovrebbe essere sacrosanta, va detto che gli autori moderni devono fare i conti con 500-600 storie già scritte e non è proprio facile parlare sempre di risse da saloon, sparatorie etc etc etc, senza doverci infilare qualche nuovo spunto o sfaccettatura del personaggio, pena la noia mortale ed inevitabilmente, la fine editoriale del personaggio. Per cui percorrere nuovi sentieri potrebbe essere antipopolare ed esporre certamente a critiche, ma è quasi la necessit? per far si che il personaggio sia vivo e non sia la caricatura di se stesso e di conseguenza, attiri i lettori e venda. E chiaro che in passato le idee erano molte e non ancora utilizzate, e le storie che oggi denifiremo sempliciotte ed ingenue, ai tempi della loro uscita regalavano comunque quella mezz'oretta di svago a chi, solo pochi anni prima, aveva vissuto l'angoscia della guerra. Oggi invece si fanno le perizie balistiche sulle traiettorie di ogni singolo proiettile per vedere se sono realistiche. Ciao :)

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La verita' e' che oggi si e' perso il gusto e la leggerezza di leggere una storia di Tex. I lettori sono diventati piu' esigenti, piu' incontentabili, e cio' compromette quella mezzoretta di relax che dovrebbe rappresentare la lettura di un albo.

Quoto Anthony:questo è uno dei punti che volevo emergesse nella discussione. Perchè più che un discorso sugli autori di Tex, che abbiamo già fatto tante volte, questa volta mi piacerebbe un discoroso che riguardi NOI, noi lettori di Tex. Come dicevo:in quanto lettori, nel nostro approccio agli albi inediti, non dovremmo "moderare" il criticismo? Non potremmo approcciarci alla lettura in maniera più serena, senza confondere Tex per un astruso volumone filosofico su cui farci le pippe mentali?Dopodich?:va bene la mitizzazione di Bonelli. E' giusto che ci sia. Ma non credete che quando si cade nel disfattismo-per quel che riguarda le storie attuali-sia sbagliato?Vi dico la mia paura:che l'ombra di Bonelli diventi così grossa e mitica e poderosa e "indiscutibilmente superiore" da... mettere in pericolo il futuro di Tex.
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Francamente, a questa discussione manca un anello fondamentale, vale a dire:- dove ci troviamo, tutti, in questo momento?- perchè siamo "qui"?Dove il "qui" è un Forum di discussione su Tex. In un forum, in linea generale, si commentano le avventure. Ci si scambiano opinioni, valutazioni, osservazioni. E' la struttura logica ed "immanente" del Forum che lo richiede. Non a caso, apro la discussione su "la prova del fuoco" e cosa trovo, lassè in cima? Una bella griglia (...!) con i giudizi (dall'ottimo all'illeggibile). E cosa trovo, alla fine di quasi ogni intervento degli utenti? Un giudizio sintetico complessivo, spesso accompagnato da un voto numerico (sè, proprio come a scuola!). Va da sè che un giudizio - per non lasciare il tempo che trova - deve essere motivato. E non è certo una motivazione dire "mi è piaciuta" o "non mi è piaciuta". Riunirsi in una piattaforma virtuale per parlare di Tex è come riunirsi al bar, il giorno dopo, a commentare la partita di calcio. Il giorno prima, allo stadio, verr? dato libero sfogo alle emozioni, alle "empatie", alle sensazioni del momento. Il giorno dopo, si parler? dell'arbitro, dell'episodio, della sostituzione sbagliata. Mi pare normale. Bisogna c-o-n-t-e-s-t-u-a-l-i-z-z-a-r-e. Altrimenti, il mio prossimo intervento sul Forum dovrebbe ridursi a qualcosa tipo: "aaahh... che bella lettura piacevole" oppure a un "puah! ho buttato 2 euro e 70!". E' ovvio che si va a sottolizzare, cercare il dettaglio, l'incongruenza, la curiosità, la spigolatura. E' altrettanto ovvio che un conto è fare un lavoro "stile UBC", dovendo scrivere una recensione, e un altro conto è il momento della lettura in diretta. Non comprendere questo fondamentale passaggio equivale a non distinguere tra giornalista (che deve riferire di una partita di calcio, e osservarla con questo spirito) e spettatore (che, come il lettore, può lasciarsi travolgere dalle emozioni, le simpatie, le antipatie). Non vedo perchè un lettore, pur promuovendo "la prova del fuoco", non possa assumere le vesti del recensore segnalando l'improbabilità di una traiettoria balistica. Dice: "ah, ma allora Bonelli...". Piano. Ricordiamo l'ingenuità, quasi il "dilettantismo" (sotto alcuni profili) dei tempi di allora, il modo di scrivere, i mezzi di informazione (eh già, parliamo di epoche senza Tv, internet....), i RITMI massacranti di lavoro, e facciamo una bella "tara". Altrimenti dovremmo di "default" concludere che l'80% dei lavori di G. L. Bonelli fosse di medio/basso livello: basti pensare agli INNUMEREVOLI errori grammaticali, o nella lingua inglese o nella consecutio temporum (chi possiede le strisce sa benissimo a cosa mi riferisco), o alle incongruenze in serie (banditi che cambiano faccia e/o nome nel corso della storia - il caso più celebre, quello dei fratelli Travers). Una roba così, squalificherebbe A PRESCINDERE una storia, se prodotta (e letta) al giorno d'oggi. E allora ricordiamoci sempre che il tempo non passa mai invano, sicch? è giusto e legittimo che si possa sorridere trovando Culver City scritto "Calver City" nel 1948, e che si debba severamente bacchettare un Autore che con le fonti, la calma (e, perchè no, anche gli STIPENDI) di adesso, incorra in errori così marchiani. Fatto questo, possiamo fare i dovuti paragoni. Altrimenti si dovrebbe dire che Mennea era un rachitico lentopede (se paragonato ad Usain Bolt, prodotto della preparazione atletica, alimentare e farmaceutica del 2010) e che Rod Laver era un giocatore della domenica rispetto a Federer (senonchè il primo utilizzava una racchetta di legno, il secondo maneggia strumenti simil-bazooka). Tornando al presunto approccio "ipercritico" a Tex, esso è un falso problema, determinato dalla sede in cui ci troviamo, nella quale altrimenti non vedo che senso avrebbe parlare delle storie, senza analizzare e sminuzzarle; io lo colgo come un atto di amore verso il personaggio, PURCHE' - ovviamente - ciò non sia portato fino al parossismo, nel senso di condizionare anche la lettura (... in tal caso, peggio per questo poveretto!). Se io ravviso che Jack Loman, nel primo albo, mentre corre verso il figlio colpito da 3 secondi ha la canna del fucile che NON fuma (ed è un errore, un'incongruenza, visto che lo ha colpito lui) non vuol dire che il colpo di scena finale non mi abbia piacevolmente colpito; vuol dire che, per il grande affetto che nutro per il personaggio, non ho letto e messo via il secondo albo, ma ho riletto la storia, apprezzato i vari passaggi, aperto un Forum dedicato per passarci del tempo. Io la vedo così.

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Francamente, a questa discussione manca un anello fondamentale, vale a dire:- dove ci troviamo, tutti, in questo momento?- perchè siamo "qui"?Dove il "qui" è un Forum di discussione su Tex. In un forum, in linea generale, si commentano le avventure. Ci si scambiano opinioni, valutazioni, osservazioni. E' la struttura logica ed "immanente" del Forum che lo richiede. Non a caso, apro la discussione su "la prova del fuoco" e cosa trovo, lassè in cima? Una bella griglia (...!) con i giudizi (dall'ottimo all'illeggibile). E cosa trovo, alla fine di quasi ogni intervento degli utenti? Un giudizio sintetico complessivo, spesso accompagnato da un voto numerico (sè, proprio come a scuola!). Va da sè che un giudizio - per non lasciare il tempo che trova - deve essere motivato. E non è certo una motivazione dire "mi è piaciuta" o "non mi è piaciuta". Riunirsi in una piattaforma virtuale per parlare di Tex è come riunirsi al bar, il giorno dopo, a commentare la partita di calcio. Il giorno prima, allo stadio, verr? dato libero sfogo alle emozioni, alle "empatie", alle sensazioni del momento. Il giorno dopo, si parler? dell'arbitro, dell'episodio, della sostituzione sbagliata. Mi pare normale. Bisogna c-o-n-t-e-s-t-u-a-l-i-z-z-a-r-e. Altrimenti, il mio prossimo intervento sul Forum dovrebbe ridursi a qualcosa tipo: "aaahh... che bella lettura piacevole" oppure a un "puah! ho buttato 2 euro e 70!". E' ovvio che si va a sottolizzare, cercare il dettaglio, l'incongruenza, la curiosità, la spigolatura.

Amico Tazhai, hai perso di vista qualche punto del mio post iniziale. Ho mai detto che il proprio commento sulla data storia debba ridursi a qualche frase semplice semplice?... non credo proprio. Quello che ho domandato ?: se è giusto essere ipercritici verso le storie attuali, perchè non lo si deve essere nei confronti di quelle vecchie?Perchè questa disparit? di trattamento? Non è che la mitizzazione di Bonelli, giusta in partenza, sia diventata un qualcosa di esagerato che va solo a sfavore dei suoi continuatori, di Tex, e di Bonelli stesso?Ecco, appunto perchè siamo in un forum, dnmmi un tuo pare su questi punti,Tazhai :trapper: Modificato da paco ordonez
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Io credo che, in generale, mentre le storie attuali sono lette con la lente d'ingrandimento, alla ricerca dell'errore e dell'incongruenza, con tutte le armi critiche ben affilate (sindrome di Ubc), per quelle di Bonelli si adottano criteri di giudizio moooolto meno severi.

Ohi, caro Paco, sarà un po' tocco, ma cieco non ancora! :indianovestito:

Credo che tu stia mescolando i criteri valutativi con i metodi di analisi, e spiego perchè.
Uno dei temi del tuo discorso è quella che tu ami definire "sindrome da Ubc", che sarebbe adottata per giudicare le nuove storie, ma non le vecchie.
Ma - premesso che detta "sindrome" non è una malattia incurabile, ma un modo di porsi rispetto al fumetto (che può piacere o no, ovviamente), ribadisco - come scritto nel precedente post - che non credo sia vero che le storie di Bonelli siano giudicate col paraocchi; esse sono, semplicemente, giudicate con altri parametri valutativi, che sono quelli "romantici" di allora, ma non con altri metodi.
Non mi pare che le recensioni di Ubc su "I due rivali" o su "Il ritorno di Montales" siano così diverse, dal punto di vista metodologico/strutturale, con quelle adoperate per le odierne storie. E' diversa la valutazione che ne consegue, non il metodo.
E la valutazione - giustamente, per me - dipende anche dalla contestualizzazione storica del racconto.
Per l'epoca, ad esempio, "Satania" era un'ottima storia, mentre oggi al massimo sarebbe definibile come "sufficiente" (tra intrecci e personaggi del tutto improbabili, un Tex "piccione" quasi fino alla fine della vicenda, un colpevole mascherato telefonatissimo, un finale troppo affrettato). Ma all'epoca Tex era un personaggio in formazione, i personaggi femminili ed "esotici" tiravano alla grande sui fumetti, e dunque anche un orango comandato da un giavanese non poteva destare sorpresa, al massimo un piacevole stupore nel lettore! :generaleN:
Per cui, rilancio la tua domanda e chiedo: è giusto giudicare una storia del 1950/1960 con i parametri di giudizio, di gusto di oggià E' giusto valutare lo sforzo ed il lavoro di un Autore dell'epoca, raffrontandolo ai mezzi, alle conoscenze, alla cultura dei nostri tempiù E' giusto chiedersi che ne sarebbe de "il Massacro" se l'avesse firmata Nizzi? Se l'avesse firmata Nizzi.... l'avrebbe scritta 40 anni fa!
L'8,90 nel lungo di Bob Beamon nel 1968 e il 19.72 di Mennea nel 1979 sui 200 metri sono tuttora episodi mitici perchè entrarono nel mito all'epoca, e nel mito resteranno, così come "la voce misteriosa" fece trepidare ed ammutolire un'intera generazione di appassionati, all'epoca, sicch? è puro esercizio di stile chiedersi se, ad oggi , bisognerebbe sottolineare che Tex si era dato alla fuga dinanzi al tagliatore di teste.

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E' chiaro che le storie dei primissimi anni non possono essere valutate con i criteri con cui giudichiamo le storie attuali. E infatti, proprio per evitare un eserciuzio di stile inutile, io ho parlato del Tex bonelliano del SECONDO CENTINAIO, il centinaio in cui Tex raggiunge la maturit?, in cui le sue storie sono perfettamente attuali e "moderne", complesse da un punto di vista strutturale e narrativo come quelle di oggi-lo stesso discorso lo si può fare, secondo me, per molte storie dal n.50 in poi. Quindi, se è giusto usare altri criteri per valutare le storie degli esordi,? ingiusto usare altri e più accondiscendenti criteri per quel che riguarda le storie del secondo centinaio. Per cui ritorno al punto:"Kento non perdona" è una delle storie più belle della serie:chi se ne frega se lo sgherro ha fregato Tex e stava per fregare Tiger?... ma se quella storia l'avesse scritta Nizzi o Boselli, su quella scena ci si sarebbero fatte fior fior di pippe mentali, che avrebbero portato quella storia (ripeto, una delle più belle di sempre) ad essere contestata. Su ubc sarà più chiaro. Innnanzitutto, il giudizio critico dipende dai parametri metodologici con cui esso viene fatto. Se nei confronti di Bonelli (e fino a qualche tempo fa di Boselli) il giudizio è accondiscendente sempre,? perchè i parametri metodologici che usano nei suoi confronti sono accondiscendenti. Ecco uno dei motivi per cui non do il minimo credito a ubc. Per inciso:di ubc potrei tranquillamente sbattermene, se non fosse che il suo criticismo da quattro soldi ha contagiato anche i lettori di Tex:appunto, quello che chiamo (e non ci sarebbero altri modi per chiamarla) "sindrome di ubc".

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Paco, Tahzay, a modo vostro secondo me avete ragione tutti e due! :DMi sembra che esprimiate idee grosso modo simili con qualche differenza di fondo: ben venga il criticismo, ma per quanto mi riguarda sovente è spinto a livelli comici. Sulla "sindrome da ubc" additata da Paco, mi esprimo così: non c'è niente di male nel vivisezionare le storie come fanno, giacch? è il loro lavoro. Trovo che le loro recensioni siano molto utili per ripercorrere gli episodi, magari soffermandosi su episodi che prima non erano stati notati, oppure per confrontarsi con un punto di vista completamente diverso dal proprio. Solitamente mi succede con le recensioni di Congedo, che si lancia in pindarici quanto inconsistenti voli per distruggere Nizzi ed esaltare Boselli qualsiasi cosa facciano, seppellendo il tutto sotto un profluvio di parole ingarbugliate col solo scopo di nascondere l'assurdit? dei propri ragionamenti (come diceva Nietzsche: "E' facile confondere chi pesca nel torbido con chi attinge dal profondo"). Per contro, sono perfettamente d'accordo con Michela Feltrin quando dedica centinaia di paragrafi ad un'analisi minuziosa di saggi del grottesco come L'artiglio della Tigre (vedere la recensione "Il miagolio della Tigre ed il pigolio dell'aquila") o Oltre il fiume (vedere "Yaaak! I (ne)fasti dei fratelli Donegan rinverdiscono all'ombra del ponte di roccia"). Su ubc fumetti fanno il proprio lavoro, che è quello di recensire fumetti: si può discutere sul fatto che sovente le recensioni escano sei mesi dopo il termine della pubblicazione, sulla nuova grafica oscena, ma in generale, escludendo gli sproloqui di Congedo e l'evidente malafede in altri casi, mi sembra si possa dire che le recensioni vanno fatte così. Il lavoro dei lettori è tutt'altra cosa. Se per un lettore l'analisi delle avventure non è più un divertimento, ma un gioco al massacro, ripeto, peggio per lui. Rimango della mia idea: datemi un capolavoro di Gianluigi Bonelli, un po' di tempo per pensarci, e ve lo distruggo. Ma non è così che si fa: onestamente, molti eccedono la sana critica e fanno i criticoni soltanto per pavoneggiarsi, come chi sostiene che "La prova del fuoco" sia una storiellina-ina-ina. :rolleyes:

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Voglio solo aggiungere che sarebbe stupido e disonesto intellettualmente negare che un pizzico di prevenzione per le opere di Nizzi sia maturato, negli ultimi anni. Ma questo - anche se non è giusto - è purtuttavia umano, ed è dipeso solo ed unicamente dall'Autore in questione, che ha proposto, lungo un INTERO centinaio, opere di livello davvero modesto, salvo qualche rara eccezione, mentre non c'entra nulla un (ipotetico) accentuato spirito critico del lettore. Ma questo, ripeto, è del tutto umano: se a scuola il maestro dovesse trovare due compiti ottimi ma identici, della buona fede di chi dubiterebbe nell'immediato, del primo della classe o di chi, per tutto l'anno, ha avuto la media del 4° Insomma, Nizzi se l'? ampiamente cercata. Anche su Ruju, legittimamente, c'era prevenzione, ma essa è sfumata rapidamente, sia pur con qualche (legittima) riserva.

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Insomma, Nizzi se l'? ampiamente cercata.

Questo l'ho detto anch'io nel mio primo intervento... ma un conto è l'essere prevenuti prima, un altro è trovare difetti anche quando non ci sono. Che so, ad esempio sostenendo che ne "Il villaggio assediato" Tex sia una sorta di "Tordo della notte versione stragista".

Anche su Ruju, legittimamente, c'era prevenzione, ma essa è sfumata rapidamente, sia pur con qualche (legittima) riserva.

Qui purtroppo sono un po' meno d'accordo, pard :indianovestito: : è vero, i gusti sono gusti, ma le prime due storie di Ruju non mi erano sembrate male e mi sono suonate offensive molte osservazioni fatte nei suoi confronti. Apprezzo l'onest? intellettuale di chi si è ricreduto, ma non dimentichiamo che ci sono persone capaci di dire che ne "La prova del fuoco" Tex sia troppo poco determinato :blink: . Chi lo pensa è liberissimo di farlo, ma permettetemi di storcere il naso.
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