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TWF - Tex Willer Forum

[443/445] Il Ritorno Della Tigre Nera


bressimar
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Voto alla storia  

48 utenti hanno votato

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Una storia ben scritta e sceneggiata.niente di eccezionale,ma comunque si rilegge volentieri.

La parte degli zombi non è malaccio,anche se forse meritava un po' più di attenzione.La Tigre è meno scaltra e spavalda rispetto al primo episodio,ma rimane comunque un.ottimo personaggio,il miglior cattivo di Nizzi.l idea dell alleanza con il vodoo è originale e azzeccata,così come l idea che la setta abbia il suo quartier generale all interno delle paludi.disegni eccellenti,sarebbe bello rivedere Homoro in un altra storia...

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  • 2 mesi dopo...

Può una sola scena inficiare una storia?
La risposta é no! Però può abbassarne notevolmente il giudizio finale.
La scena incriminata è quella nella quale Tex si fa scudo di Lohana minacciandola di morte qualora Omoro non rimandi a nanna gli zombie. Finanche la tigre nera fa notare al nostro eroe che quel gesto è ignobile ed è tutto dire. Non so come è venuta in mente questa scena all'Autore, ma probabilmente non sapeva come far uscire i nostri da quell'incubo (non sarebbe bastato un cazzotto ben assestato ad Omoro?).
Detto questo, la risposta è no perché la storia l'ho letta con piacere (scena finale esclusa), aiutato dagli splendidi disegni di Civitelli (anche se continua a non piacermi il suo Tex mascellone alla Superman), e non concordo sugli altri difetti riscontrati da altri forumisti.
Tex e Carson appesi, che doveva fare Tex se non sperare negli altri due pards? Liberarsi non poteva, restava la speranza.
Carson è un brontolone, si sa, accentuato un pò da Nizzi va bene, ma anche lui aveva tutto il diritto di lamentarsi poiché stava per fare una fine orribile. Questo perché, in quanto pessimista, non ci sperava tanto nella salvezza all'ultimo minuto.
La frase della tigre che si lamenta dell'umidità? Io l'ho vista come una frase ironica, uno sfottò nei confronti dei suoi nemici che stanno per morire. Del resto, se fosse rimasto non avremmo avuto il siparietto Tex-Carson.
Nel complesso una discreta storia.
Voto alla storia: 6,8
Voto ai disegni: 9

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  • 4 mesi dopo...

Storia a mio giudizio molto bella , e splendidamente disegnata. Eccellente in particolare il secondo  albo, la trappola, e il finale: a differemza degli altri la scena degli zombie mi è molto piaciuta. Invece, contesto che la Tigre Nera , per quanto affascinante, sia così  poco incisiva( neanche il piano per la cattura  è suo)  e che alla fine Omoro se la cavi. E anche il fatto che Tex poteva controllare prima se la villa avesse un' altra uscita. Comunque la sceneggiatura  è molto fresca e interessante, chissà  che non si riveda Juffure.

Voto 9

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  • 6 mesi dopo...

Il sistema migliore per poter giudicare il ritorno di celebri antagonisti, è quello di evitare assolutamente il confronto con l'episodio originale; considerarli nel possibile storie a parte senza richiamare la prova precedente. Nel caso specifico della Tigre Nera, un simile stratagemma è d'obbligo, visto che ogni qualsiasi parallelo con il capolavoro che vide il debutto della saga del malvagio Principe malese, risulta improponibile. Premesso ciò, chiarisco subito che non trovo affatto malaccio la sceneggiatura imbastita da Nizzi per il ritorno del suo ben riuscito villain, però ovviamente la prova ambientata a Leadville è di tutt'altra caratura. L'autore decide di collocare a New Orleans il secondo capitolo dello scontro, sfruttando l'immancabile alleanza con i seguaci del voodoo, già cari a Mefisto e Yama. Certamente non si riesce a creare la stessa tensione narrativa del precedente episodio, visto che il modus operandi della setta è praticamente lo stesso e il lettore lo conosce già. Anche gli alleati bianchi quali Levasseur e Scudder non tengono il passo dei vari Morrell e soci ma tutto sommato la sceneggiatura fila e non annoia. Interessanti le figure di Omoro e Juffure, anche se in fondo non vengono sfruttate a pieno, mentre la vera novità che avvalora la prova, è la presenza di Loana, un'affascinante donna di colore (che ricorda vagamente Loa), follemente innamorata del Principe e presumibilmente ricambiata, visto che per la prima volta ci viene mostrato il feroce villain con alcune caratteristiche "quasi" umane; a tal proposito ne è la prova la scena in cui esce disarmato dal rifugio rimproverando Tex di comportarsi in maniera non onorevole, visto che ricatta Omoro facendosi scudo con la donna e in effetti a pensarci bene quell'atteggiamento del ranger l'ho sempre reputato alquanto stonato e fuori dalle righe. Altra scelta narrativa che avrei evitato, la grottesca lotta con gli zombie che sembra richiamare un film horror di terza categoria o il famoso videoclip di Micheal Jackson :D. Il finale in effetti è il punto debole della storia, reso ancor più inadeguato forse dal veto redazionale all'idea originale che vedeva immolarsi al sacrificio Loana per impedire che una pallottola sparata da Tex colpisse il suo amato. Ci sta che Sergio Bonelli non se la sentì di avallare una scena in cui Tex, sebben involontariamente uccidesse una donna, ma la variante escogitata dallo sceneggiatore è un po' leggerina e ripetitiva. I disegni stavolta furono affidati a Civitelli, ma il grande artista aretino riuscì brillantemente nell'impresa di non far rimpiangere Villa (in pochi sarebbero riusciti in questo compito da far tremare i polsi!), fornendo un'interpretazione del villain molto fedele all'originale e arricchendo le scene clou nelle palude con il suo ricco campionario di puntinati ed effetti a chiaro scuro, che sono sempre una delizia per gli occhi. Per chiudere, faccio notare che dopo la parentesi di "Wild West Show" dove l'attento Boselli aveva modernizzato la figura di Nat Mc Kenneth attribuendogli il più azzeccato ruolo di capo di Polizia di una grande città fluviale, a pochi numeri di distanza, Nizzi riproporrà il vecchio ruolo di sceriffo creato da Gian Luigi Bonelli, e così sarà nei suoi futuri episodi ambientati a New Orleans. Un'occasione sprecata a mio avviso per correggere un'ingenuità bonelliana e garantire un minimo di continuity. Il mio voto finale è 7

  • +1 1
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On 17/7/2019 at 17:20, Condor senza meta dice:

quell'atteggiamento del ranger l'ho sempre reputato alquanto stonato e fuori dalle righe.

Io non direi: è ovvio che quello di Tex è solo un bluff e in quel momento era l' unica cosa che poteva fare

Modificato da Grande Tex
  • +1 1
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On 17/7/2019 at 17:20, Condor senza meta dice:

Per chiudere, faccio notare che dopo la parentesi di "Wild West Show" dove l'attento Boselli aveva modernizzato la figura di Nat Mc Kenneth attribuendogli il più azzeccato ruolo di capo di Polizia di una grande città fluviale, a pochi numeri di distanza, Nizzi riproporrà il vecchio ruolo di sceriffo creato da Gian Luigi Bonelli, e così sarà nei suoi futuri episodi ambientati a New Orleans. Un'occasione sprecata a mio avviso per correggere un'ingenuità bonelliana e garantire un minimo di continuity

 

Giustissima osservazione circa un dettaglio che io nemmeno ho mancato di notare... Dici benissimo nel definirla un'occasione sprecata, poiché anche io sono un grande sostenitore di un minimo di continuity nel gestire figure ricorrenti come il buon Nat...

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Il territorio della  Orleans Parish (così si chiamano in Louisiana le contee) e della Città di New Orleans coincidono,la stessa cosa accade in California per la Città e la Contea di San Francisco. In entrambi i casi il governo della città e della contea sono unificati. Come è gestito in entrambi i casi il rapporto tra il Dipartimento di Polizia della città  e l'Ufficio dello Sceriffo della Conte che si ritrovano ad operare nello stesso identico territorio? Semplice: lo  Sceriffo gestisce le prigioni della Contea, la sicurezza e protezione dei palazzi e funzionari pubblici, comprese le aule giudiziarie, l'esecuzione dei mandati giudiziari e svolge le funzioni che in Italia spettano all'Ufficiale Giudiziario. Tutto il resto è di competenza della Polizia. Per come è stato sempre descritto, Nat MacKenneth non poteva che essere il Capo della Polizia e non lo Sceriffo e così, giustamente Boselli lo ha rinominato correggendo un errore dei  tempi eroici.

Negli anni 90 non c'era una vera figura di supervisore e Nizzi e Boselli non comunicavano.

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  • 8 mesi dopo...

Secondo capitolo della saga di Sumankan.

Una bella storia. C'è tanta carne al fuoco, i negri, il voodoo, Lohana, il vecchio dei cimiteri, gli zombie, Tex e Carson appesi a un centimetro dagli alligatori, tante morti, un covo segreto meraviglioso in mezzo alla palude, la scena stupenda di Carson che russa e Tex che gli tira uno stivale. Insomma bello.

Certo, il primo capitolo resta su una categoria un pò superiore essendo quello un capolavoro assoluto, e il finale con gli zombie è discutibile anche se a me ha divertito. In fondo su Tex si è visto di tutto riguardo a magia & co. Comunque l'impressione di un finale deboluccio dopo una storia eccellente resta.

Disegni assolutamente spettacolari del maestro Civitelli.

Nizzi 8

Civitelli 9

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...
On 6/4/2020 at 11:59, valerio dice:

Secondo capitolo della saga di Sumankan.

Una bella storia. C'è tanta carne al fuoco, i negri, il voodoo, Lohana, il vecchio dei cimiteri, gli zombie, Tex e Carson appesi a un centimetro dagli alligatori, tante morti, un covo segreto meraviglioso in mezzo alla palude, la scena stupenda di Carson che russa e Tex che gli tira uno stivale. Insomma bello.

Certo, il primo capitolo resta su una categoria un pò superiore essendo quello un capolavoro assoluto, e il finale con gli zombie è discutibile anche se a me ha divertito. In fondo su Tex si è visto di tutto riguardo a magia & co. Comunque l'impressione di un finale deboluccio dopo una storia eccellente resta.

Disegni assolutamente spettacolari del maestro Civitelli.

Nizzi 8

Civitelli 9

Allora...Storia riletta dopo secoli ma stavolta letta dopo aver recuperato la prima apparizione della Tigre (voto da 8 in poi). Concordo su Civitelli (lui e Villa sono i miei due disegnatori preferiti). La parte degli zombie non mi è dispiaciuta (poche vignette ma essenziali), storia ricca di spunti. Gli alligatori, il covo, l'ambientazione di New Orleans, la laguna, i siparietti tra Tex e Carson, Tiger e Kit gagliardi. 

 

On 3/11/2012 at 12:23, juanraza85 dice:

La prima regola dei seguiti e dei ritorni, nel fumetto come nel cinema, è che ripetersi sugli stessi standard della prima volta è sempre difficile, specialmente se si ricorre a clichè già utilizzati e che quindi non entusiasmano come in precedenza. Da questo punto di vista, Nizzi è stato molto intelligente nel sostituire il teatro dello scontro (anzichè le montagne del Colorado, una metropoli come New Orleans) e, soprattutto, nel cambiare tipologia di avversari (anzichè cinesi e malesi, neri seguaci del voodoo). Ci può stare anche la ripetizione del modus operandi della Tigre Nera, in quanto viene palesato come il suo obiettivo fosse semplicemente quello di riprendere la propria attività criminale, e non quello di vendicarsi di Tex (poi è ovvio che, essendoseli ritrovati tra i piedi, abbia pensato di prendersi la rivincita). In sostanza, ne è scaturita una storia di tutto rispetto, anche se meno entusiasmante della precedente (ribadisco quanto detto all'inizio: ripetersi comporta sempre qualche difficoltà, e quasi mai il risultato è migliore o almeno uguale al primo lavoro).8,5 alla sceneggiatura, 9 ai disegni di Civitelli, davvero in grandissimo spolvero.

Storia di tutto rispetto. Il personaggio della Tigre mostra elementi "nuovi" di umanità, stanchezza. Poi alcuni modi di fare (la fuga, il non affrontare fisicamente i pards, il creare un business in questo caso fluviale) seppur ripetitivi sono realistici per il personaggio. Finale un po' affrettato ma emozionanti le ultime vignette.

Sono pronto per leggere l'ultimo (per ora) capitolo.

  • +1 1
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<span style="color:red;">57 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Allora...Storia riletta dopo secoli ma stavolta letta dopo aver recuperato la prima apparizione della Tigre (voto da 8 in poi). Concordo su Civitelli (lui e Villa sono i miei due disegnatori preferiti). La parte degli zombie non mi è dispiaciuta (poche vignette ma essenziali), storia ricca di spunti. Gli alligatori, il covo, l'ambientazione di New Orleans, la laguna, i siparietti tra Tex e Carson, Tiger e Kit gagliardi. 

 

Storia di tutto rispetto. Il personaggio della Tigre mostra elementi "nuovi" di umanità, stanchezza. Poi alcuni modi di fare (la fuga, il non affrontare fisicamente i pards, il creare un business in questo caso fluviale) seppur ripetitivi sono realistici per il personaggio. Finale un po' affrettato ma emozionanti le ultime vignette.

Sono pronto per leggere l'ultimo (per ora) capitolo.

Sugli zombie, lo stesso Nizzi ha più volte dichiarato che, a posteriori, non li avrebbe più messi, e che considera questa scena un passo falso. Ribadisco che a me non hanno infastidito.

La terza parte non è a questi livelli, ma comunque ti farai tu la tua opinione.

 

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<span style="color:red;">54 minuti fa</span>, valerio dice:

Sugli zombie, lo stesso Nizzi ha più volte dichiarato che, a posteriori, non li avrebbe più messi, e che considera questa scena un passo falso. Ribadisco che a me non hanno infastidito.

La terza parte non è a questi livelli, ma comunque ti farai tu la tua opinione.

 

Sì... La sto per leggere così chiudo il cerchio (per ora).

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  • 1 anno dopo...

Bella storia di Nizzi, pur con qualche "topos" già visto, come la setta vodoo, con l'unica pecca (ma non di poco conto) della scena degli zombi, che sembra presa di peso da un film horror di serie Z, in cui anche i disegni di Civitelli sono poco convinti nel rappresentarli (e come dargli torto...).  Post finale riuscito, inaspettato e ad effetto, con la spietata vendetta di Homoro.  Spero ardentemente che nel prossimo capitolo, in cui, da quanto ho letto da un intervento di Borden, il vecchio stregone verrà riproposto, ci vengano stavolta risparmiati gli zombie.

Meritano una menzione particolare i disegni di Civitelli, come sempre di altissimo livello, anche se la sua rappresentazione del viso di Tex non mi ha mai convinto appieno. 

 

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  • 1 anno dopo...
Il 12/11/2012 at 21:28, Leo dice:

A me questa storia è piaciuta molto. I primi due albi sono un condensato di azione e di inseguimenti, e anche in occasione degli appostamenti infruttuosi (che rallentano lo svolgersi dell'azione) le pantomime tra i due pards non fanno calare per nulla il divertimento. La Tigre Nera è più comparsa che non reale protagonista, stavolta; eppure questa storia conferisce alla Tigre Nera altri attributi, oltre a quelli che già avevamo conosciuto alla sua prima apparizione: alla genialità, al carisma e alla follia si aggiungono la capacità di farsi amare in maniera disinteressata (l'avvenente Lohana, pur sapendo di non essere contraccambiata, lo ama "con tutta sè stessa", e lo descrive, quasi con tenerezza, "come un uomo preso dai suoi sogni... ma che con il tempo imparerà ad amarla") ed una certa fragilità (si veda la scena in cui la Tigre, prostrata dall'accesso d'ira per l'arrivo dei rangers in città, accoglie l'invito di Lohana a riposare con un viso stanco che suscita pietà e con un braccio teso dolcemente, come segno di affettuosa gratitudine, verso la spalla di Lohana): in questa scena, la Tigre prova sentimenti umani, di affetto e gratitudine, e appare stanco e pensieroso: perde la sua aura di immense crudeltà e grandezza diventando più umano. Tuttavia, i veri privilegiati nel ruolo di antagonisti primari sono i fanatici del voodo (e la sempre affascinante, misteriosa e inquietante New Orleans) che non a caso riescono a catturare Tex e Carson, e potrebbero spedirli anche all'inferno, tanto è ben architettata la loro trappola: con la complicità coatta del capitano Finnegan, aiutante dei carnefici ma vittima esso stesso, i seguaci del voodo riescono ad avere la meglio su Tex e Carson e a portarli vicinissimi alla morte, nella Laguna. La scena della Laguna, poi, è bellissima: Carson sconfortato e Tex che lo rimbrotta e lo rincuora al contempo, Carson che si affligge e Tex che gli urla a brutto muso di tirare su le gambe. "Vuoi comandare fino all'ultimo, eh?", dice Carson, che subito dopo però tira su le gambe sfuggendo agli alligatori, per poi vantarsi con Tex, riacquistando la perduta baldanza (e ironia), di essere riuscito a fregarli. Ma quanto è bella questa scena? Mi ha ricordato un po' (per le differenze, non per le analogie) quella de La legge del più forte, in cui Tex e Carson stanno per morire affogati in una vasca in cui il livello dell'acqua si alza sempre di più. Lì Tex, nonostante sembri realmente giunta l'ultima ora, sfotte Carson: "la verità è che tu sembri proprio spassartela, in questa tinozza", con Carson che risponde egli stesso in tono ironico. Lì la scena era ironica e surreale, e per questo bellissima; qui invece la sequenza è drammatica, con Tex che deve urlare contro Carson perchè questi possa riaversi dallo sconforto, riuscendovi alfine e ritrovando un po' di quella forza d'animo che sembrava ormai perduta. La scena degli zombie, invece, è un orrore (nel senso letterale del termine) ma è in definitiva talmente inessenziale ai fini della storia che la bypasso volentieri non guastandomi la sensazione di grande soddisfazione che questa storia mi ha lasciato. Civitelli semplicemente disumano.

 

Mi sono autoquotato perché sono sostanzialmente d'accordo col me stesso di 11 anni fa: questa storia è il degno seguito del primo capitolo, con cui ha molti elementi in comune e tante differenze. L'ambientazione, New Orleans prima e la Laguna morta poi, con l'inquietante Omoro e la tremendamente affascinante Lohana, sono uno dei punti di forza di questo secondo capitolo, che alterna la parte investigativa a momenti drammatici, come il dolore del vecchio cajun per la morte del figlio e il ricatto dei criminali ai danni del Capitano Finnegan, sequenze che impreziosiscono questa storia, dandole una profondità maggiore di quella riscontrabile nel primo capitolo della saga. Sempre in più rispetto alla prima parte, c'è l'amore disinteressato e intenso della bella Lohana per quest'uomo, la Tigre, "preso dai suoi sogni", in una scena che pur nella sua brevità riesce a conferire nuovi tratti caratteriali al principe Sumankan, non solo la folle ambizione e la genialità ma anche una certa fragilità, ciò che dà maggiore spessore al personaggio. 

 

Anche stavolta i nostri cadono in trappola, proprio come nella prima circostanza: la scena dei due pards sospesi nel vuoto, alla prossima mercé degli alligatori sottostanti, l'ho trovata oggi come allora bellissima: Carson, da gran pessimista - e realista - qual è, si fa prendere dallo sconforto, provocando la dura reazione di Tex nei suoi confronti, che lo esorta a non mollare. Vuoi comandare fino all'ultimo, eh? dice Carson, che già in altre vignette precedenti si è lamentato scherzosamente dei modi dittatoriali del pard, definendo se stesso e gli altri mera truppa agli ordini del capo, in uno dei tanti siparietti che anche qui non mancano e che costituiscono a mio parere la cifra del periodo più ispirato e felice di Nizzi. 

 

Insomma, una gran bella storia, che pur prendendo le mosse dalla prima se ne discosta per ambientazione, per nuovi personaggi, quali Omoro e Lohana, per un finale anche più drammatico (il registro da commedia qui è meno forte, credo anche per il contesto lugubre in cui tutta la vicenda si dipana).

 

Contesto lugubre che si deve anche alle matite di Civitelli, che non fa rimpiangere Villa regalandoci anzi con il suo tratto adatto al noir una storia simil horror inquietante e suggestiva. 

 

Insomma, due letture ravvicinate di due grandi storie! Della terza non ne ho un buon ricordo, purtroppo, ma mi ci cimentero' prima di affrontare l'albo in edicola.

Modificato da Leo
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Dalla piccola Leadville alla grande New Orleans, da McParland a McKennet, da Morel a Levasseur, dalla Tigre Nera al principe Sumankan, per questo inevitabile e annunciato sequel Nizzi punta sul sicuro e sulla “squadra che vince non si cambia”, ma la facile operazione di ricalco non raggiunge l’obiettivo prefissato e non si avvicina neanche lontanamente al riuscito lavoro originale.

La struttura basilare della storia è praticamente la stessa, una prima parte che vede i quattro pards indagare, una seconda più action e l’inevitabile finale con la fuga del nemico che giurando vendetta si dilegua nel cuore della notte, l’inserimento in questo contesto della tematica voodoo (un classico per le storie ambientate in Louisiana) con l’entrata in scena di nuovi personaggi come Lohana e Omoro non viene approfondita a dovere sprecando a mio avviso le potenzialità di due figure che inizialmente apparivano interessanti.

La prima parte con l’indagine di Tex e Carson (aiutati stavolta anche da Kit e Tiger) soffre di una narrazione compassata e ripetitiva fatta di pedinamenti, origliate, appostamenti e molte chiacchiere, manca la verve e sopratutto la forte componente ironica che invece rendeva piacevole l’indagine nella prima avventura, il viaggio notturno di Levasseur che ci porta alla scoperta del nuovo covo del principe malese è praticamente identico a quello compiuto da Jean Morel ed è paradossale che tale sequenza mi sia apparsa fra le migliori della storia (anche grazie ai disegni di Civitelli).

 

Il proseguo della storia con il nuovo faccia a faccia tra Tex e la “testa pelata” non migliora la situazione generale, anzi nella mia scala di gradimento si scende di una tacca con l’entrata in scena degli zombi evocati da Omoro, ancora una volta è inevitabile confrontare la frizzante sfida del primo capitolo con le trappole micidiali e i gemelli giganti con questi nemici barcollanti che Tex elimina semplicemente minacciando Lohana (una scelta perlomeno discutibile) e obbligando lo stregone Omoro a richiamarli nelle tombe, nel frattempo Sumankan fugge di nuovo con estrema facilità ma stavolta in compagnia della bella seguace di lui innamorata, preannunciando un terzo capitolo che non ho mai letto e che spero proponga qualcosa di diverso e di più riuscito.

La Tigre Nera resta un personaggio affascinante ma in questa storia il suo protagonismo viene fortemente limitato da un soggetto che ne frena l’azione relegandolo al suo covo nella palude, lo vediamo incontrare Levasseur, duettare con Tex e Carson legati come salami e infine fuggire con Lohana, a ben vedere non ha nessun ruolo attivo nell’avventura e anche il suo confronto diretto con Tex risulta meno efficace e coinvolgente, per un nemico del suo calibro decisamente poca roba.

Peccato...per me questo secondo capitolo è una grande occasione persa, Nizzi alla fine si salva con un po' di mestiere (interessante il finale in “differita” che ci mostra la sorte di Scudder e Levasseur e i personaggi secondari del Cap. Finnegan e Natal) e sopratutto grazie al fondamentale aiuto di Civitelli ai disegni, ma in tutta onestà le mie aspettative erano ben altre.

Storia: 6 Disegni: 8

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  • 2 mesi dopo...
Il 14/10/2023 at 10:28, Leo dice:

 

Mi sono autoquotato perché sono sostanzialmente d'accordo col me stesso di 11 anni fa: questa storia è il degno seguito del primo capitolo, con cui ha molti elementi in comune e tante differenze. L'ambientazione, New Orleans prima e la Laguna morta poi, con l'inquietante Omoro e la tremendamente affascinante Lohana, sono uno dei punti di forza di questo secondo capitolo, che alterna la parte investigativa a momenti drammatici, come il dolore del vecchio cajun per la morte del figlio e il ricatto dei criminali ai danni del Capitano Finnegan, sequenze che impreziosiscono questa storia, dandole una profondità maggiore di quella riscontrabile nel primo capitolo della saga. Sempre in più rispetto alla prima parte, c'è l'amore disinteressato e intenso della bella Lohana per quest'uomo, la Tigre, "preso dai suoi sogni", in una scena che pur nella sua brevità riesce a conferire nuovi tratti caratteriali al principe Sumankan, non solo la folle ambizione e la genialità ma anche una certa fragilità, ciò che dà maggiore spessore al personaggio. 

 

Anche stavolta i nostri cadono in trappola, proprio come nella prima circostanza: la scena dei due pards sospesi nel vuoto, alla prossima mercé degli alligatori sottostanti, l'ho trovata oggi come allora bellissima: Carson, da gran pessimista - e realista - qual è, si fa prendere dallo sconforto, provocando la dura reazione di Tex nei suoi confronti, che lo esorta a non mollare. Vuoi comandare fino all'ultimo, eh? dice Carson, che già in altre vignette precedenti si è lamentato scherzosamente dei modi dittatoriali del pard, definendo se stesso e gli altri mera truppa agli ordini del capo, in uno dei tanti siparietti che anche qui non mancano e che costituiscono a mio parere la cifra del periodo più ispirato e felice di Nizzi. 

 

Insomma, una gran bella storia, che pur prendendo le mosse dalla prima se ne discosta per ambientazione, per nuovi personaggi, quali Omoro e Lohana, per un finale anche più drammatico (il registro da commedia qui è meno forte, credo anche per il contesto lugubre in cui tutta la vicenda si dipana).

 

Contesto lugubre che si deve anche alle matite di Civitelli, che non fa rimpiangere Villa regalandoci anzi con il suo tratto adatto al noir una storia simil horror inquietante e suggestiva. 

 

Insomma, due letture ravvicinate di due grandi storie! Della terza non ne ho un buon ricordo, purtroppo, ma mi ci cimentero' prima di affrontare l'albo in edicola.

Allora...Riletta e concordo con te.

Atmosfera di New Orleans, la laguna, i canali, il covo della Tigre, un Civitelli che valorizza il tutto. Poi la storia scorre bene tra siparietti spassosi, inseguimenti, morti viventi, seguaci del vodoo, scontri armati ed un personaggio come la Tigre un po' più introspettivo. Quando la lessi da ragazzo mi entusiasmò ora da "adulto" non mi ha deluso (anzi).

 

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