Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

La Centralit? Di Tex Nelle Storie Di Boselli


Messaggi consigliati/raccomandati

Ho spostato in una questa nuova discussione tutta una serie di messaggi off topic nella precedente. Qui si discute della centralit? di Tex nelle storie di Boselli.


Penso che un'analisi del testo abbia dei criteri oggettivi. Che il Tex di Boselli sia, in buona parte delle sue storie, un comprimario ( se non un personaggio assolutamente superfluo ai fini narrativi) è un fatto oggettivo. Questo, con linguaggio scolastico, significa andare fuori tema.
Oggettivo, in modo analogo, è anche il crollo dell'impalcatura bonelliana, fondata su alcuni punti fondamentali: centralit? assoluta di Tex, prevalenza dell'azione sull'introspezione psicologica, dialogo come motore della narrazione. Le eccezioni possono essere numerose e/o significative ma confermano sempre la regola.
Non a caso, considero "Sulla Pista Di Fort Apache" come il vero capolavoro dello sceneggiatore milanese: una storia particolarissima, con personaggi calibrati alla perfezione, eppure puramente texiana.

Se dunque non vedo l'assoluta prevalenza di Boselli nel 2011 di Tex come un elemento positivo, attendo comunque con molta curiosità il secondo capitolo di Laredo, con gli strepitosi disegni del nostro Yannis Ghinosatis.
Mi incuriosisce anche il texone di Manfredi ( nonostante finora non mi abbia convinto del tutto su Tex ), mentre non mi aspetto nulla dall'ultimo Nizzi, ormai svogliato e privo di passione per la scrittura.

Infine, sono in totale disaccordo con Carlo sulla questione delle pagine predeterminate :

1) Non capisco il senso della cosa. A cosa serve?
2) Era splendido non sapere a che punto sarebbe finita una storia: ora lo si sa già e la suspence se ne va in quel posto.
3) Mi piacciono le buone tradizioni.
4) Uno sceneggiatore sarebbe scarso se non è in grado di confezionare un prodotto in un numero preciso di pagine? Allora butta via "El Muerto", "Odio Senza Fine", "Diablero", " In Nome Della Legge" : questa è la logica conseguenza del tuo discorso.
5) In moltissime storie ho la sensazione che siano inserite ad hoc certe scene solo per raggiungere la boa 220 : su tutte, "La Prova Del Fuoco" ( l'attacco ai soldati che scortano i viveri) e "Destini Incrociati" ( le trenta inutili pagine del Kit supereroe disarmato contro gli Apaches ).
6) Mi sembra che a qualcuno piaccia questo Tex 'inscatolato ad hoc' come se fosse una scatola di tonno al supermercato : beh, a me fa schifo.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 99
  • Created
  • Ultima risposta

Top Posters In This Topic

P. S. Ne approfitto per dire anciora una volta che pur rispettando le posizioni tue e di Anthony Steffen su Boselli non le condivido assolutsamente specie quando dite che Tex sarebbe solo un comprimario delle sue stesse storie, ma su questo mi riservo una discussione più approfondita altrove. Per quanto mi riguarda, lo dico anche a Cheyenne, sono ben contento dell'abbandono di Nizzi, autore che considero ormai "bollito" e spesso quasi illeggibile. e sono ben felice che a reggere le sorti di Tex sia ora gente come Boselli e Faraci... per tacere di Manfredi e Ruju. :inch:

Condivido in toto uno dei tuoi 2 pareri, Carlo !Prova ad indovinare quale...... B):rolleyes: :asd: P. S.: dopo i tuoi chiarimenti mi è ( quasi ) passata l'arrabbiatura.... Hasta lu?go, amigo..... :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Beh, visto che il consiglio viene da un sè saggio vecchietto :D ... Sinceramente, problemi di spazio mi hanno sempre costretto a scegliere, e per me Tex è prima di tutto la serie regolare. Poi, secondo i casi, gli speciali. Avessi più disponibilit? mi dedicherei volentieri a ricostruire la raccolta di Zagor. Ma acquister? almeno l'almanacco 2011 :)

Ehi, Cheyenne... piano col "vecchietto", matusalemme ballerino ! :D;) Comunque, sono contento che tu ti sia decisa ad acquistare l'almanacco. Non credo te ne pentirai... ::evvai:: Hasta lu?go....... :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Oggettivo, in modo analogo, è anche il crollo dell'impalcatura bonelliana, fondata su alcuni punti fondamentali: centralit? assoluta di Tex, prevalenza dell'azione sull'introspezione psicologica, dialogo come motore della narrazione.

Voglio essere provocatorio:e se anche così fosse, chi se ne frega?Altra cosa:anche a me piaceva il fatto che una storia non si sapeva quando sarebbe terminata... ma quando, dopo una lunga ed estenuante attesa, comprai "Il covo del male" e mi accorsi che la storia finiva a solo pag.30, ci rimasi malissimo!
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Penso che un'analisi del testo abbia dei criteri oggettivi. Che il Tex di Boselli sia, in buona parte delle sue storie, un comprimario ( se non un personaggio assolutamente superfluo ai fini narrativi) è un fatto oggettivo. Questo, con linguaggio scolastico, significa andare fuori tema.

Perdonami se contesto, ma a mio parere la tua analisi è decisamente soggettiva: io ho letto le stesse storieche hai letto tu e secondo me in quasi tutte le storie di Boselli Tex resta il personaggio centrale e decisivo ai fini dell'esito della storia. Che Boselli prediliga un impianto corale non c'è dubbio, che dia ampio spazio ai comprimari pure, ma, sempre secondo il mio parere soggettivo e non oggettivo, Tex emerge sempre come il vero risolutore della vicenda.


Oggettivo, in modo analogo, è anche il crollo dell'impalcatura bonelliana, fondata su alcuni punti fondamentali: centralit? assoluta di Tex, prevalenza dell'azione sull'introspezione psicologica, dialogo come motore della narrazione.

Ritorniamo sempre l'. Cosa vuol dire centralit? assoluta? Che l'obiettivo deve essere sempre puntato solo ed esclusivamente su Tex? Che faccia tutto solo e soltanto lui? Questo non l'ha mai fatto nemmeno GLB, che, anzi, dava ampio spazio alle azioni degli altri pards. Intendi che Tex deve essere decisivo nella risoluzione della vicenda? Ebbene, in ogni storia di Boselli lo è praticamente sempre. Lo è stato, tanto per fare almeno qualche esempio in "Wild West Show", "Gli Invincibili", "Vendetta per Montales" e la recentissima "I giustizieri di Vegas".

Prevalenza dell'azione sull'introspezione psicologica? Io direi piuttosto che in GLB la psicologia dei personaggi emergeva attraverso le loro azioni e non le loro riflessioni, ma non che i personaggi non fossero approfonditi. Diversi stili, tutto qui. Per quanto mi riguarda, nelle storie di Boselli (e se è per questo, di Faraci, Manfredi o Ruju) c'è e c'è stata azione quanto basta.
Il punto è che non ci sono considerazioni veramente oggettive, ma solo il gusto personale. I tempi sono cambiati e con essi anche il modo di scrivere le storie. Bisogna prenderne atto.
Boselli non scrive come GLB? Verissimo: nessuno lo può fare. Non aspettarti che Faraci o chiunque altro, aldil' dell'uso di certe espressioni nei dialoghi, lo faccia, perchè sarai certamente deluso.

Le eccezioni possono essere numerose e/o significative ma confermano sempre la regola.
Non a caso, considero "Sulla Pista Di Fort Apache" come il vero capolavoro dello sceneggiatore milanese: una storia particolarissima, con personaggi calibrati alla perfezione, eppure puramente texiana.

Su questa storia siamo perfettamente d'accordo.


Se dunque non vedo l'assoluta prevalenza di Boselli nel 2011 di Tex come un elemento positivo, attendo comunque con molta curiosità il secondo capitolo di Laredo, con gli strepitosi disegni del nostro Yannis Ghinosatis.
Mi incuriosisce anche il texone di Manfredi ( nonostante finora non mi abbia convinto del tutto su Tex ), mentre non mi aspetto nulla dall'ultimo Nizzi, ormai svogliato e privo di passione per la scrittura.

Su quest'ultimo punto siamo in sintonia.


Infine, sono in totale disaccordo con Carlo sulla questione delle pagine predeterminate :

1) Non capisco il senso della cosa. A cosa serve?

A programmare meglio le uscite, direi. Inoltre la struttura ad albo completo è la migliore per attirare il lettore occasionale, che può non aver voglia di comperare un albo in cui per 20 pagine c'è la fine di una storia e poi ne comincia un'altra che poi finisce a metà di un altro albo.


2) Era splendido non sapere a che punto sarebbe finita una storia: ora lo si sa già e la suspence se ne va in quel posto.

Questo vale per te. Al sottoscritto che le storie fossero spezzate in quel modo dava un sommo fastidio fin da quando avevo otto anni o già di l' e quando sono passati al sistema attuale sono stato contentissimo. La sola suspance che mi interessa davvero riguarda lo sviluppo della storia non la sua durata.


3) Mi piacciono le buone tradizioni.

Ti piacciono le tradizioni e basta, direi. Il punto è che a volte bisogna lasciarsele alle spalle ed andare avanti. Per quanto mi riguarda sono più che contento del fatto che abbiano mantenuto la parte sana della tradizione ovvero il fatto che le storie di Tex (come quelle di Zagor) siano sempre articolate in più albi e non in uno solo come il resto della produizione bonelliana, dove le storie in più parti sono l'eccezione.


4) Uno sceneggiatore sarebbe scarso se non è in grado di confezionare un prodotto in un numero preciso di pagine? Allora butta via "El Muerto", "Odio Senza Fine", "Diablero", " In Nome Della Legge" : questa è la logica conseguenza del tuo discorso.

Niente affatto, perchè anche quelle storie avevano uan lunghezza predeterminata in base alle necessit? del momento o della velocit? del disegnatore o delle esigenze di programmazione. Credi che sia un caso che "Sulle piste del Nord" termini esattamente alla fine di un albo? Era per dare maggior enfasi all'arrivo di Yama ovviamente. GLB ha sempre saputo gestire le sue storie in una precisa gabbia di pagine e senza che mancasse un solo elemento necessario. Quello che era diverso rispetto ad oggi è che il numnero di pagine non era calcoto secondo una logica "multipla"


5) In moltissime storie ho la sensazione che siano inserite ad hoc certe scene solo per raggiungere la boa 220 : su tutte, "La Prova Del Fuoco" ( l'attacco ai soldati che scortano i viveri) e "Destini Incrociati" ( le trenta inutili pagine del Kit supereroe disarmato contro gli Apaches ).

Curioso che fra tutti i possibili esempi tu abbia citato proprio quelli che considero i più sbagliati per dimostrare la tua tesi. :colt:


Partiamo dall'albo "la prova del fuoco", lo scontro con gli Apaches si rivela funzionale alla trama imbastita da Ruju in più di un senso: in primo luogo (ed è il motivo più superficiale) gli permette di descrivere un Tex eroico ai limiti dell'incoscienza che a me è francamente piaciuto, in secondo luogo , è funzionale alla fine che nella'lbo successivo farà Due Corvi, personaggio tratteggiato benissimo da Ruju e che fa la sua figura migliore proprio nelle pagine in cui si scontra con gli Apaches e poi è ferito e moribondo.
Veniamo a "Destini incrociati", i racconti nel racconto sono stati una precisa scelta stilistica di Faraci approvata senza riserve da Sergio Bonelli (come disse al sottoscritto ed ad un altro gruppetto di Texiani lo stesso Faraci in un incontro a Bergamo un paio di anni fa). Una sorta di esperimento narrativo legato anche alla presenza del comprimario scrittore. Nel caso in specie il mini racconto serve a ricordare al lettore (che potrebbe essersene anche scordato dopo anni di maltrattamenti narrativi) che tipo sia il figlio di Tex specie alla luce del suo comportamento successivo (alzarsi dal letto e seguire il padre pur se gravemente ferito). Neanche per un momento ho pensato che fossero pagine superflue, ma che servissero a dimostrare un preciso punto di vista dell'autore e le ho gradite molto.
Chiaramente sono sempre opinioni soggettive e personali (P. S. Ma tu dove lo hai visto il Kit supereroe? Io ho visto solo Kit Willer, il personaggio creato da G. L. Bonelli e nient'altro).

6) Mi sembra che a qualcuno piaccia questo Tex 'inscatolato ad hoc' come se fosse una scatola di tonno al supermercato : beh, a me fa schifo.

Temo sia un tuo problema e viste le tue opinioni, temo che nei prossimi anni dovrai scegliere se adattarti a leggere delle storie impostate in un modo a te non gradito, magari continuando a criticarle, oppure smettere semplicemente di leggerle.

La scelta sarà tua.

Da parte mia non ho problemi: mi vanno benissimo cos

Modificato da Carlo Monni
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Oggettivo, in modo analogo, è anche il crollo dell'impalcatura bonelliana, fondata su alcuni punti fondamentali: centralit? assoluta di Tex, prevalenza dell'azione sull'introspezione psicologica, dialogo come motore della narrazione.

Voglio essere provocatorio:e se anche così fosse, chi se ne frega?
Incommentabile.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Infine, sono in totale disaccordo con Carlo sulla questione delle pagine predeterminate :

Era splendido non sapere a che punto sarebbe finita una storia: ora lo si sa già e la suspence se ne va in quel posto.

Questo lo quoto e straquoto! Quante volte ho detto di rimpiangere anche alcune storie molto brevi ma che costituivano davvero delle piccole perle incastonate in una bellissima collana.

Ma già mi dichiaro mediamente - non completamente - soddisfatta e contenta per l'aumento delle tavole, che lascer? più spazio al narratore; temo che i piccoli piaceri che ho citato mi lasceranno aspettare ancora prima di ritornare, se pure ritorneranno. :trapper::colt:


Cerchiamo però di non perdere di vista il senso di questo topic e del forum in genere, che è discutere su Tex e su quelli che noi consideriamo punti di forza e negativit?, senza dimenticare che ognuno è libero di esprimere - con garbo - opinioni contrarie.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Scrivo solo per dire che sono pienamente d'accordo col discorso di Carlo, specialmente nel punto in cui parla di "Destini incrociati" e "La prova del fuoco"! Non solo quelle sono tra le scene migliori dell'albo, ma se anche non c'entrassero niente con la trama, non sarebbero per questo anti-bonelliane:ricordo "Morte di un soldato" o "Odio senza fine":l' davvero Bonelli inserisce alcune sequenze inutili (e bellissime!)ai fini della trama . Sul discorso delle tradizioni:anche qui concordo con Carlo:non sono tutte da salvare a ogni costo!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Pur incapace di fare citazioni multiple, provo a rispondere a Carlo, col quale mi trovo in disaccordo totale. Fatto oggettivo o gusto personale? Fatto oggettivo. A meno di non entrare in complesse riflessioni filosofiche sull' impossibilità di definire l'oggetto in sè stesso (la realtà mentale di Berkeley, 'Esse est percipi' ) . Qui io non parlo di gusti personali, ma di analisi scientifica di un testo. Se nel 70% delle vignette Tex è in secondo piano, ne deriva oggettivamente ( Berkeley permettendo) che Tex è privo della sua centralit? assoluta. Sulla prevalenza dell'azione sull'introspezione psicologica hai detto benissimo tu ( è quel che intendevo io, spiegandomi non bene ) : nel Tex bonelliano i personaggi emergono nelle loro azioni e non nei loro pensieri. E' una differenza fondamentale, che divide il western classico dal post-western di Peckinpah o degli Spaghetti : non a caso, nel western classico (come nel Tex bonelliano ) i rari flashback sono sempre impersonali, mai soggettivi. Lo studio e l'approfondimento dei comprimari / talvolta protagonisti al posto dei legittimi protagonisti (i quattro pards) è mirabile solo quando non è a discapito di Tex & Co. : per questo ben vengano Lobo, Laredo, gli Innocenti ; vade retro i vari matadores, Juan Raza o Hank. "Sulla Pista Di Fort Apache" è una storia particolare eppure texiana; non è il caso di molte altre storie. I tempi sono cambiati? Sicuro. Sono cambiati in meglio? Secondo me assolutamente no. Ma questo sè è gusto personale.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

I tempi sono cambiati? Sicuro.

Non è che sono cambiati i tempi... Semplicemente,? da decenni che Bonelli non scrive più Tex. Ogni sceneggiatore, per quanto possa voler seguire lo stile bonelliano, avrà comunque un suo stile proprio, e una proopria visione del personaggio. Punto. Inutile sindacare su questo. O lo si accetta, oppure si fa una cosa semplice semplice:si smettono di comprare gli inediti. ;)
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

I tempi sono cambiati? Sicuro.

Non è che sono cambiati i tempi... Semplicemente,? da decenni che Bonelli non scrive più Tex. Ogni sceneggiatore, per quanto possa voler seguire lo stile bonelliano, avrà comunque un suo stile proprio, e una proopria visione del personaggio. Punto. Inutile sindacare su questo. O lo si accetta, oppure si fa una cosa semplice semplice:si smettono di comprare gli inediti. ;)
Non sono assolutamente d'accordo. Nessuno dice che un autore deve scrivere esattamente come GLB ( sarebbe impossibile, del resto) ; però quello deve essere il solco. Boselli non rispetta il personaggio nei suoi cardini ( ne ho parlato prima) , e questo per me è un'ingiustizia nei confronti di Tex. Sono abbastanza dubbioso anche su Faraci : il continuo ricorso ai flashback soggettivi è antitexiano. Viene meno il punto fermo per cui il personaggio emerge nell'azione , e non fuori. Peraltro ( e non a caso) , le sceneggiature di GLB hanno una trama lineare. Nizzi ( le cui ultime prove - sono il primo a dirlo - non sono pubblicabili ) ha avuto un immenso pregio: rispettare il personaggio nelle sue fondamenta. E lo ha salvato da fine certa, anteponendo la tradizione ai propri vezzi artistici. Un atto di umilt? che altri non hanno avuto.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Io credo che parlare di "cardini", e dare per scontate cose come la "linearit?" della trama, significa svalutare il lavoro di Bonelli. Lavoro che,? bene ricordarlo ai cosidetti tradizionalisti, non è racchiuso solo nel "centinaio d'oro". A rileggere il Bonelli 1-100 si avrebbero molte sorprese:"Pueblo Bonito" su tutte!Dopodich?:per me nel tuo discorso su Boselli, amigo Don fabio, non c'è quasi niente di oggettivo e quindi indubitabilmente giusto. C'è solo o soprattutto l'espressione dei tuoi (rispettabili e opinabili) gusti personali.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Io credo che parlare di "cardini", e dare per scontate cose come la "linearit?" della trama, significa svalutare il lavoro di Bonelli. Lavoro che,? bene ricordarlo ai cosidetti tradizionalisti, non è racchiuso solo nel "centinaio d'oro". A rileggere il Bonelli 1-100 si avrebbero molte sorprese:"Pueblo Bonito" su tutte!Dopodich?:per me nel tuo discorso su Boselli, amigo Don fabio, non c'è quasi niente di oggettivo e quindi indubitabilmente giusto. C'è solo o soprattutto l'espressione dei tuoi (rispettabili e opinabili) gusti personali.

Paco, mi sei molto simpatico ma non condivido una virgola :trapper: . Io non parlo di gusti soggettivi ma di analisi (nel senso etimologico del termine)oggettiva del testo: la scienza è oggettiva. E' quello che ho spiegato a Carlo in un mio intervento precedente. E' soggettivo dire 'mi piace' o 'non mi piace' : tuttavia è un altro piano di discussione. Quanto a "Pueblo Bonito" è chiaro che è una storia atipica : ma io sto ragionando sul lungo periodo in un'analisi complessiva, non di una storia singola ( che costituisce di per sè il particolare) . E che centralit? di Tex, priorit? dell'azione sull'introspezione psicologica, dialogo come base della narrazione siano cardini bonelliani è un dato scientifico: se qualcuno preferisce che il protagonista non sia Tex, lungi da me negargli la sua idea e il suo gusto, ma non mi si venga a dire che questo è il Tex di Bonelli , perchè altrimenti mi metto a ridere.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Secondo il mio modesto parere,Don Fabio, non ricordi molto bene il Bonelli 1-100. E' un Bonelli che anche io ricordavo poco, e che, riscoprendolo, mi riserva molte sorprese. Non voglio discutere la "scientificit?" (tutta da dimostrare) delle tue analisi di testo;ma metto in discussione i "campioni" da te analizzati:la mia impressione è che manchino all'appello le storie del primo centinaio-e se poi mi si obiettasse che il "vero Bonelli" o il "miglior Bonelli" sia quello della fascia 100-200, allora non mi resterebbe che tornare a quanto scrivevo nel post precedente!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Adesso son cotto :soldatoS: Domani parliamo bene della cosa; posso dirti che mi è stato regalato un libricino , " Non Son Degno Di Tex" di Claudio Paglieri , edito da Marsilio, in cui l'autore fornisce una serie di dati interessanti, che fanno capire molte delle differenze tra primo e secondo centinaio. Beh, a domani pard ;)

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Caro Don Fabio, non per volerti a tutti i costi contraddire, ma nel tuo discorso c'è poco o nulla di oggettivo:

Tu dici:

Se nel 70% delle vignette Tex è in secondo piano, ne deriva oggettivamente ( Berkeley permettendo) che Tex è privo della sua centralit? assoluta.

Il punto è cosa stabilisce che in quel 70% di vignette (accettando per buono il tuo dato) Tex è in secondo piano? Semplicemente i tuoi criteri di giudizio su cosa sia di primo piano e cosa di secondo. Un altro che esaminasse quelle stesse vignette potrebbe giungere ad una conclusione addirittura opposta alla tua.


Non contesto affatto il tuo diritto di pensare come la pensi, ma solo il tuo volerne fare un dato oggettivo, il che, a mio modesto parere, non ?.

Sulla linearit? delle trame di GLB ci sarebbe molto da discutere. Qui mi limito solo a dire che parecchie volte si tratta di una linearit? solo apparente, che nasconde più di un risvolto. Basti pensare a quella vera e propria tragedia greca in salsa western che è "La sconfitta" che sarebbe un ottima base per una tesi di laurea con tuti i suoi sottotesti ed i personaggi con una psicologia solo apparentemente semplice.

Quanto a quelli che tu ritieni canoni indifettibili, sono solo parte dello stile di un autore che non si può imporre agli altri. L'uso della prima persona piuttosto che la terza nelle narrazioni. l'uso od il non uso delle didascalie, tanto per fare qualche esempio, non sono parte indifettibile del canone bonelliano come sembri ritenere tu.
Ogni autore dev e essere libero di scrivere una storia come meglio crede purch? (e questo si che deve essergli richiesto) rispetti le caratteristiche fondamentali dei personaggi e questo secondo me (ma non seocndo te, è ovvio) Boselli lo fa e lo fa bene e lo stesso posso dire di Faraci e di Manfredi per quel poco che ho letto finora.
Detto questo, mi tocca ribadire che ormai dovrai abituarti all'idea che le cose stanno andando in una certa direzione e se la cosa non ti piace... beh nessuno di impone di continuare a comprare una serie che non ti piace più.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

nel tuo discorso su Boselli, amigo Don fabio, non c'è quasi niente di oggettivo e quindi indubitabilmente giusto. C'è solo o soprattutto l'espressione dei tuoi (rispettabili e opinabili) gusti personali.

Io invece credo che il discorso di Don Fabio (tutt'altro che campato per aria) sia abbastanza obiettivo. La non centralita' di Tex nelle storie di Boselli non e' qualcosa di fantascientifico o una affermazione dettata da gusti personali, ma un dato di fatto che non puo' essere opinionabile. Poi se questa caratteristica di Boselli piace o non piace e' un altro discorso. Paco, tu mi sei molto simpatico, ma se non ricordo male, fino a qualche tempo fa, anche tu "criticavi" Boselli proprio per questa sua caratteristica... o sbaglio?come mai adesso hai cambiato opinione? Modificato da Anthony Steffen
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sono d'accordo con Anthony. E' inutile girarci intorno, il Tex di Boselli ?, nel migliore dei casi, un co-protagonista. Non voglio dire che sia una semplice voce nel coro, ma non è nemmeno il solista. Ora, è evidente che Mauro in questo modo rende al meglio, ma che il suo Tex mi possa sempre e comunque riportare alla magia di un tempo... questo è un altro discorso. Questo forum, a differenza di altri, non sarà mai un forum "contro", almeno lo spero. Intendo dire che non si accetta n° si respinge un autore a prescindere, e credo che tutti quelli che sono qui abbiano in comune un profondo affetto per il personaggio Tex, personaggio che si è evoluto nel tempo, che come tutti gli amici a volte d' delle delusioni e, perchè no, si rende perfino antipatico. Personalmente non dir? mai che GLB abbia scritto solo capolavori e storie ben riuscite, ma a lui d' il merito di avere creato e fatto crescere questo personaggio. Si evolve, ribadiamolo, non se ne può - pare - fare a meno. Io, sinceramente, credo che alcuni tipi di evoluzione siano stati fin troppo esagerati, credo che il Tex dell'azione sia stato anche troppo rimpiazzato dal Tex del pensiero, e non posso negare che questo cambiamento mi fa brontolare non poco. Certo, non pretendo che la politica editoriale cambi improvvisamente per soddisfare una lettrice (se i lettori cominciano ad essere tanti sarebbe invece saggio almeno pensarci su), ma credo di poter esprimere il desiderio di un riavvicinamento - se non si vuol dire ritorno - al Tex originale. Credo che si possa fare pur soddisfacendo l'esigenza di adattarsi ai tempi, e peraltro credo anche che al momento stesso in cui ci si avvicina con passione ad un genere come il western, si accetti di essere fuori dal tempo. D'altra parte la fortuna della Bonelli è senza dubbio dovuta soprattutto a Tex, ma la casa ha sfornato e sforna serie di valore su numerosissime tematiche, senza necessit? di snaturarne una in omaggio al progresso. Ma sicuramente un discorso eccessivamente semplicistico, e che personalmente non sarei affatto contenta di sentirmi fare, è "Se non ti va non comprarlo più". E anzi, spero, come avevo detto in precedenza, che un ritorno al western classico ci ridia un Tex più simile a quello che avevamo lasciato.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Paco, tu mi sei molto simpatico, ma se non ricordo male, fino a qualche tempo fa, anche tu "criticavi" Boselli proprio per questa sua caratteristica... o sbaglio?come mai adesso hai cambiato opinione?

Pensavo di averlo già spiegato.... però ripetermi non farà male! :trapper: La risposta ?:1)la rilettura delle storie di Gl. Bonelli che mi mostrano un autore non troppo facilmente racchiudibile in formule;uno che gli schemi narrativi sapeva anche contravvenirli e modificarli;uno che affronta tematiche che forse Boselli non ha mai osato affrontare:vedi l'insistenza sul tema del Destino, in primis. Uno che non ha mai esitato a mettere Tex in secondo piano:vedi "Odio senza fine". Quindi, per me,Bonelli è molto più "rivoluzionario" e anti tradizionalista, o comunque non canonico nelllo scrivere Tex di quel che sembri:ecco perchè i discorsi sul "canone texiano" e il "vero Tex" per me sono aria fritta.2)la rilettura di storie di Boselli. Preciso che "A sudi del rio grande" continuo a odiarla;ma preciso anche che, a parte 3 o 4 storie, a me Boselli è sempre piaciuto, e l'ho sempre detto!Credo che Boselli sia molto meno rivoluzionario di quel che sembri;al contrario di Nolitta, volutamente anti tradizionalista. Il punto è uno:a me sembra, caro Anthony, che voi tradizionalisti (che poi io,Boselli, e Carlo Monni siamo tradizionalisti almeno quanto voi, dato che non siete i soli a cui piaccia Bonelli!!) non ricordiate bene il Tex bonelliano 1-100. Che non teniate conto che Bonelli ha avuto varie fasi diverse, e che il Tex 100-200 non è il Tex definitivo, ma solo uno dei possibili tex bonelliani.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Paco, tu mi sei molto simpatico, ma se non ricordo male, fino a qualche tempo fa, anche tu "criticavi" Boselli proprio per questa sua caratteristica... o sbaglio?come mai adesso hai cambiato opinione?

Pensavo di averlo già spiegato.... però ripetermi non farà male! :trapper: La risposta ?:1)la rilettura delle storie di Gl. Bonelli che mi mostrano un autore non troppo facilmente racchiudibile in formule;uno che gli schemi narrativi sapeva anche contravvenirli e modificarli;uno che affronta tematiche che forse Boselli non ha mai osato affrontare:vedi l'insistenza sul tema del Destino, in primis. Uno che non ha mai esitato a mettere Tex in secondo piano:vedi "Odio senza fine". Quindi, per me,Bonelli è molto più "rivoluzionario" e anti tradizionalista, o comunque non canonico nelllo scrivere Tex di quel che sembri:ecco perchè i discorsi sul "canone texiano" e il "vero Tex" per me sono aria fritta.2)la rilettura di storie di Boselli. Preciso che "A sudi del rio grande" continuo a odiarla;ma preciso anche che, a parte 3 o 4 storie, a me Boselli è sempre piaciuto, e l'ho sempre detto!Credo che Boselli sia molto meno rivoluzionario di quel che sembri;al contrario di Nolitta, volutamente anti tradizionalista.
Lasciami dire che non condivido niente di quello che hai detto Paco, e rimango sempre con la mia idea e con i miei gusti.

Il punto è uno:a me sembra, caro Anthony, che voi tradizionalisti (che poi io,Boselli, e Carlo Monni siamo tradizionalisti almeno quanto voi, dato che non siete i soli a cui piaccia Bonelli!!) non ricordiate bene il Tex bonelliano 1-100. Che non teniate conto che Bonelli ha avuto varie fasi diverse, e che il Tex 100-200 non è il Tex definitivo, ma solo uno dei possibili tex bonelliani

Non mi sono mai considerato un tradizionalista ma nemmeno un rivoluzionario. Diciamo che sto nel mezzo. Apprezzo alcune novita' che portano nuova linfa alla serie, ma diamine, il fatto di relegare Tex a semplice coprotogonista in tante storie e' qualcosa che non riesco a mandare giu' e ripeto, questa caratteristica o questo nuova formula e' ben lungi da me nel considerarla una svolta.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Ragazzi, aprite un nuovo topic e spiegate bene ai forumisti quali sono le storie in cui Tex è protagonista e quali quelle dove il protagonista è un'altro. Ne "I ribelli di Cuba" per esempio, è innegabile un certo protagonismo del ranger, ma non è certo il dominatore assoluto della scena.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Chiariamo subito una cosa: quando dico: "Se non ti piace, non comprarlo", non voglio n° esprimere diktat (con quale autorit?, poi?) od invitare chiunque a non esprimere i propri dissensi. Mi limito solo ad una constatazione a cui io stesso mi sono ispirato più di una volta in passato. Inutile continuare a comprare qualcosa di cui non si condivide l'impostazione e le cui storie non piacciono più. Non c'è nessun dovere che lo imponga. Personalmente mi sono riavvicinato a Tex dopo anni che avevo smesso di comprarlo (e lo leggevo saltruariamente a scrocco grazie ad un amico) proprio grazie a Boselli (e Medda) ed alla ventata di aria fresca che aveva portato in una serie che giudicavo ormai asfittica ed incartata sul ripetersi di formule ormai logore senza il minimo guizzo. Aggiungo se qualcuno afferma letteralmente che l'attuale impostazione gll fa schifo, ci si potrebbe chiedere perchè continui a seguire la serie. Impostazione la mia che ovviamente non sarà condivisa da coloro che proprio dal ripetersi di quelle formule si sentivano tranquillizzati. Da parte mia, apprezzo senza riserve lo stile di gente come Boselli, Faraci e Manfredi, capaci di andare oltre allo sterile omaggio a situazioni e battute ridotte a meri clich?, usando uno stile di scrittura che mi è decisamente congenialeIl punto ?, cari amici conservatori, che quel certo tipo di Tex che tanto apprezzavate, ammesso e non concesso che sia mai davvero esistito, non torner? più e se a me va più che bene, sarà meglio che voi ve ne facciate una ragione. :colt:

Modificato da Carlo Monni
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Caro Don Fabio, non per volerti a tutti i costi contraddire, ma nel tuo discorso c'è poco o nulla di oggettivo:

Tu dici:

Se nel 70% delle vignette Tex è in secondo piano, ne deriva oggettivamente ( Berkeley permettendo) che Tex è privo della sua centralit? assoluta.

Il punto è cosa stabilisce che in quel 70% di vignette (accettando per buono il tuo dato) Tex è in secondo piano? Semplicemente i tuoi criteri di giudizio su cosa sia di primo piano e cosa di secondo. Un altro che esaminasse quelle stesse vignette potrebbe giungere ad una conclusione addirittura opposta alla tua.


Non contesto affatto il tuo diritto di pensare come la pensi, ma solo il tuo volerne fare un dato oggettivo, il che, a mio modesto parere, non ?.

Sulla linearit? delle trame di GLB ci sarebbe molto da discutere. Qui mi limito solo a dire che parecchie volte si tratta di una linearit? solo apparente, che nasconde più di un risvolto. Basti pensare a quella vera e propria tragedia greca in salsa western che è "La sconfitta" che sarebbe un ottima base per una tesi di laurea con tuti i suoi sottotesti ed i personaggi con una psicologia solo apparentemente semplice.

Quanto a quelli che tu ritieni canoni indifettibili, sono solo parte dello stile di un autore che non si può imporre agli altri. L'uso della prima persona piuttosto che la terza nelle narrazioni. l'uso od il non uso delle didascalie, tanto per fare qualche esempio, non sono parte indifettibile del canone bonelliano come sembri ritenere tu.
Ogni autore dev e essere libero di scrivere una storia come meglio crede purch? (e questo si che deve essergli richiesto) rispetti le caratteristiche fondamentali dei personaggi e questo secondo me (ma non seocndo te, è ovvio) Boselli lo fa e lo fa bene e lo stesso posso dire di Faraci e di Manfredi per quel poco che ho letto finora.
Detto questo, mi tocca ribadire che ormai dovrai abituarti all'idea che le cose stanno andando in una certa direzione e se la cosa non ti piace... beh nessuno di impone di continuare a comprare una serie che non ti piace più.

Il dato del 70% me lo sono inventato di sana pianta: era solo un esempio ipotetico. Chiaro che il protagonismo di un personaggio non si evince dai primi piani ( anche se spesso le due cose coincidono) : era solo per dire che non stavo parlando di gusti personali ma di analisi oggettiva.


"La Sconfitta " è una delle mie storie preferite.
Chi ha mai detto che 'lineare' significa 'semplice' è Nessuno.
'Lineare' significa 'priva di grossi sbalzi' nella narrazione : anche una trama organicissima come " In Nome Della Legge" è lineare. Viceversa, non è lineare, nel suo continuo uso di flashback soggettivo (tecnica estranea a Tex), una trama non corposa come quella del Maxi di Faraci.

Quanto al rispetto o meno del personaggio, penso che ad un'analisi oggettiva del testo vengano meno i cardini delle origini. E ripeto: nessuno pretende l'impossibile, ovvero che un autore cerchi di scopiazzare GLB. Giusto che un autore mantenga il proprio stile: ma nel rispetto di un personaggio non suo ( rispetto a cui Boselli è venuto clamorosamente meno) .

Non capisco perchè continui a toccare il tasto del 'voi tradizionalisti vi dovete arrendere alla realtà'. Diciamo che da molti anni prevale la mia anima da collezionista. In ogni caso, non penso che essere 'sconfitti' significhi essere in torto o dir scemenze.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Caro Don Fabio, non per volerti a tutti i costi contraddire, ma nel tuo discorso c'è poco o nulla di oggettivo:

Tu dici:

Se nel 70% delle vignette Tex è in secondo piano, ne deriva oggettivamente ( Berkeley permettendo) che Tex è privo della sua centralit? assoluta.

Il punto è cosa stabilisce che in quel 70% di vignette (accettando per buono il tuo dato) Tex è in secondo piano? Semplicemente i tuoi criteri di giudizio su cosa sia di primo piano e cosa di secondo. Un altro che esaminasse quelle stesse vignette potrebbe giungere ad una conclusione addirittura opposta alla tua.


Non contesto affatto il tuo diritto di pensare come la pensi, ma solo il tuo volerne fare un dato oggettivo, il che, a mio modesto parere, non ?.

Sulla linearit? delle trame di GLB ci sarebbe molto da discutere. Qui mi limito solo a dire che parecchie volte si tratta di una linearit? solo apparente, che nasconde più di un risvolto. Basti pensare a quella vera e propria tragedia greca in salsa western che è "La sconfitta" che sarebbe un ottima base per una tesi di laurea con tuti i suoi sottotesti ed i personaggi con una psicologia solo apparentemente semplice.

Quanto a quelli che tu ritieni canoni indifettibili, sono solo parte dello stile di un autore che non si può imporre agli altri. L'uso della prima persona piuttosto che la terza nelle narrazioni. l'uso od il non uso delle didascalie, tanto per fare qualche esempio, non sono parte indifettibile del canone bonelliano come sembri ritenere tu.
Ogni autore dev e essere libero di scrivere una storia come meglio crede purch? (e questo si che deve essergli richiesto) rispetti le caratteristiche fondamentali dei personaggi e questo secondo me (ma non seocndo te, è ovvio) Boselli lo fa e lo fa bene e lo stesso posso dire di Faraci e di Manfredi per quel poco che ho letto finora.
Detto questo, mi tocca ribadire che ormai dovrai abituarti all'idea che le cose stanno andando in una certa direzione e se la cosa non ti piace... beh nessuno di impone di continuare a comprare una serie che non ti piace più.

Il dato del 70% me lo sono inventato di sana pianta: era solo un esempio ipotetico. Chiaro che il protagonismo di un personaggio non si evince dai primi piani ( anche se spesso le due cose coincidono) : era solo per dire che non stavo parlando di gusti personali ma di analisi oggettiva.
Ed io ribadisco che a mio parere ritieni analisi oggettiva i tuoi rileivi personali.


"La Sconfitta " è una delle mie storie preferite.
Chi ha mai detto che 'lineare' significa 'semplice' è Nessuno.
'Lineare' significa 'priva di grossi sbalzi' nella narrazione : anche una trama organicissima come " In Nome Della Legge" è lineare. Viceversa, non è lineare, nel suo continuo uso di flashback soggettivo (tecnica estranea a Tex), una trama non corposa come quella del Maxi di Faraci.

Quanto al rispetto o meno del personaggio, penso che ad un'analisi oggettiva del testo vengano meno i cardini delle origini. E ripeto: nessuno pretende l'impossibile, ovvero che un autore cerchi di scopiazzare GLB. Giusto che un autore mantenga il proprio stile: ma nel rispetto di un personaggio non suo ( rispetto a cui Boselli è venuto clamorosamente meno) .

E qui, tanto per cambiare, siamo in clamoroso disaccordo, perchè secondo me Boselli rispetta il persoanggio al 100% , ma è inutile ribadire le noste differeze.


Non capisco perchè continui a toccare il  tasto del 'voi tradizionalisti vi dovete arrendere alla realtà'. Diciamo che da molti anni prevale la mia anima da collezionista. In ogni caso, non penso che essere 'sconfitti' significhi essere in torto o dir scemenze.

No, in effetti, ed hai tuto il diritto di continaure a dire ciò che pensi, così come io ho il diritto di di pensare che tu abbia torto. :colt: :malediz...
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.