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TWF - Tex Willer Forum

La Centralit? Di Tex Nelle Storie Di Boselli


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E' un pesce totalmente fuor d'acqua, invece: la tensione narrativa non si focalizza in alcun modo su di lui. E' estrinseco alla narrazione. E i tanti atti di ipereroismo IMHO servono proprio a mascherare questa situazione problematica, celandola sotto una miriade di proiettili e di pugni.

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Insomma, su 8 storie Tex è stato a guardare, per usare la tua terminologia, una od al massimo due volte. Mi pare, amico mio, che tu parta prevenuto nei confronti di Boselli e la cosa mi dispiace molto. :snif:

E "Tornado" è E "omicidio in Bourbon Street" ?Dai su; allora anch'io posso dire che tu, invece, sei pro Boselli e citi solo le storie che fanno comodo alla "tua" causa.... :old::trapper: Ha scritto bene Don Fabio: qui c'è una regola ben precisa nella narrazione boselliana non un'eccezione. Tex da' l'impressione di essere "al traino" del comprimario di turno se non peggio, come quando si limita a "lasciare" il pezzo grosso nelle mani del ( dimenticabilissimo ) comprimario stesso o di uno dei tanti personaggi che affollano l'albo. Impressioni ( il traino ) e certezze ( parecchi finali ) che, tra l'altro, anche altri forumisti hanno notato, le quali cominciano a darmi fastidio; anzi è già da un po' che mi infastidiscono. Pazienza. >:azz: :_sigh Con rispetto e amicizia, Carlo. Per il momento rimaniamo, su questi temi, di opposte vedute. Spero di ricredermi e saro' ben felice di darti ragione, in futuro. Ma ho forti perplessit?.... :indianovestito: Mancano circa 15 giorni all'uscita del primo albo. Vedremo.... :rolleyes:
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Insomma, su 8 storie Tex è stato a guardare, per usare la tua terminologia, una od al massimo due volte.


Mi pare, amico mio, che tu parta prevenuto nei confronti di Boselli e la cosa mi dispiace molto. :snif:

E "Tornado" è E "omicidio in Bourbon Street" ?
Dai su; allora anch'io posso dire che tu, invece, sei pro Boselli e citi solo le storie che fanno comodo alla "tua" causa.... :old::trapper:
Ha scritto bene Don Fabio: qui c'è una regola ben precisa nella narrazione boselliana non un'eccezione. Tex da' l'impressione di essere "al traino" del comprimario di turno se non peggio, come quando si limita a "lasciare" il pezzo grosso nelle mani del ( dimenticabilissimo ) comprimario stesso o di uno dei tanti personaggi che affollano l'albo. Impressioni ( il traino ) e certezze ( parecchi finali ) che, tra l'altro, anche altri forumisti hanno notato, le quali cominciano a darmi fastidio; anzi è già da un po' che mi infastidiscono. Pazienza. >:azz: :_sigh
Con rispetto e amicizia, Carlo. Per il momento rimaniamo, su questi temi, di opposte vedute. Spero di ricredermi e saro' ben felice di darti ragione, in futuro. Ma ho forti perplessit?.... :indianovestito:
Mancano circa 15 giorni all'uscita del primo albo. Vedremo.... :rolleyes:

Insomma, su 8 storie Tex è stato a guardare, per usare la tua terminologia, una od al massimo due volte.


Mi pare, amico mio, che tu parta prevenuto nei confronti di Boselli e la cosa mi dispiace molto. :snif:

E "Tornado" è E "omicidio in Bourbon Street" ?


Punto primo: quelle sono storie del 2008 ed io ho citato solo quelle del 2009. Se vuoi possiamo fare il giochetto con tutte le storie di Boselli fin ora pubblicate (sono circa una quarantina) e vediamo come va a finire.
Punto secondo: di "Tornado" abbiamo parlato un bel p? in altre sedi e mi ricordo bene cosa ti risposi e lo ribadisco, ma giusto per completezza, ecco un p? di copia e incolla da TWO

3) Tex arriva alle spalle di Hank e lo "avverte" con un .... coltello. L'altro si gira e.. opl', meno male che c'è il ragazzino che gli passa "al volo" il fucile. Mah....


Mah, cosa? Ammettilo, sei proprio incontentabile. Invece di goderti una scena ad alta drammaticit? con un duello impari coltello contro pistola, ti lamenti perchè Tex è cavalleresco nei confronti del suo avversario? Se non lo fosse, non sarebbe Tex secondo me. Io non ci ho visto nulla di storto in quella scena ed anzi mi è piAciuto come è stata costruita da Boselli. Anche la scena del fucile non ha niente che non va: è Tex che ordina a Joe di lanciarglielo ed è Tex ad afferrarlo così velocemente che lo stupefatto Hank non fa in tempo a reagire. Scene come questa ne ho viste in innumerevoli western e mi piacciono sempre. 

4) il duello finale, dove Tex è messo da Boselli nelle condizioni dello.... spettatore. E' cosi' o no?

Ancora una volta: no, Tex lascia Hank e Jim Bennett a battersi tra loro e non poteva essere altrimenti. Tutta la storia tendeva verso questo epilogo, l'avevamo capito una volta saputo chi era Hank e qual'era il legame con Bennett. Sarei rimasto deluso se non fosse avvenuto.
Tex sceglie consapevolmente di lasciare che i due si battano e risolvano così la loro faida. Forse addirittura spera che Bennett vinca il duello, visto che secondo me è indubbio che simpatizzi con le sue ragioni. 
Quanto a Tex, risolve il duello con Durango perfettamente alla Tex, che ucc de solo quando non ha altra scelta e qui ritiene di averla, forse perchè il suo avversario non è più vecchio di suo figlio.
A Durango andrebbe anche bene se non fosse per Hank, che, dopo aver sistemato Bennett (o così crede), non vuole altri rivali intorno. Non ho proprio il minimo dubbio su come sarebbe andato il successivo duello tra Tex e Hank, ma ecco intervenire qualcosa che piaceva tanto anche a Bonelli: la giustizia poetica. Bennett uccide Hank. Solo per vendetta? Non credo, tra i due contendenti ha scelto il più meritevole di vivere. In fondo, mentre Hank Mallard era senza speranza, c'era ancora del buono in Jim Bennett (si capisce che mi era diventato simpatico? ).


Non ho null'altro da aggiungere

Dai su; allora anch'io posso dire che tu, invece, sei pro Boselli


Puoi dirlo, certo, ma almeno in un senso sbaglieresti. A me piace Boselli perchè scrive con uno stile che mi piace e, detto esplicitamente, è lo satile in cui mi piacerebbe saper scrivere se avessi il talento che ha lui. Ma mi piacciono anche Faraci e Manfredi, se è per questo ed ho perfino apprezzato il tono noir e violento di Ruju. Sono molto più eclettico di te in questo. Non apprezzavo lo stile formalistico e manierista di Nizzi nemmeno quando era in forma ma a quei tempi almeno si faceva perdonare realizzando storie con trame avvincenti e dialoghi brillanti.
Quello che apprezzo di Boselli (ma anche di Faraci, se? per questo) è l'aver svecchiato un modo di narrare ormai stantio portando Tex nel XXI secolo, cosa che sono convinto che il creatore di Tex stesso avrebbe apprezzato.

e citi solo le storie che fanno comodo alla "tua" causa.... :old:  :trapper:


Assolutamente no. Ho citato tutte, nessuna esclusa, le storie di Boselli uscite tra il gennaio 2009 ed il gennaio 2011 e guarda caso solo un paio prestano veramente il fianco alle tue obiezioni, tanto è vero che hai dovuto citare due storie dell'anno passato, esempi, peraltro, che non mi hanno trovato per niente d'accordo.

Ha scritto bene Don Fabio: qui c'è una regola ben precisa nella narrazione boselliana non un'eccezione. Tex da' l'impressione di essere "al traino" del comprimario di turno se non peggio, come quando si limita a "lasciare" il pezzo grosso nelle mani del ( dimenticabilissimo ) comprimario stesso o di uno dei tanti personaggi che affollano l'albo. Impressioni ( il traino ) e certezze ( parecchi finali ) che, tra l'altro, anche altri forumisti hanno notato, le quali cominciano a darmi fastidio; anzi è già da un po' che mi infastidiscono. Pazienza.  >:azz:  :_sigh


Una visione la tua e soprattutto quella di Don Fabio che io ritengo assolutamente errata, ma non ho più voglia di polemizzare sul punto.

Con rispetto e amicizia, Carlo. Per il momento rimaniamo, su questi temi, di opposte vedute. Spero di ricredermi e saro' ben felice di darti ragione, in futuro. Ma ho forti perplessit?.... :indianovestito:


Pur mantenendo per te il rispetto e l'amicizia che comunque meriti alla grande, ormai direi che tu non hai delle perplessit? ma dei veri e propri pregiudizi e la cosa davvero mi dispiace.

Mancano circa 15 giorni all'uscita del primo albo. Vedremo.... :rolleyes:


Vedremo, certo... ma cosa? un giudizio sereno o dettato da pregiudizi ideologiciò
Non resta che aspettare.

P. S. A proposito di pregiudizi e simili. Con Don Fabio ormai mi sono rassegnato, ma con te spero davvero di sbagliare.

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Mi permetto un'ultimo intervento su questa questione, che ormai sta diventando stant?a, secondo me... Di ogni autore ci può essere qualche storia che non ci piace:ecco, a me di Boselli, per esempio, il finale di "Tornado" non piace, così come non mi piace "I sette assassini". Ma da qui a usare queste due storie (anzi, quattro, se ci aggiungo "Gli assassini", che in quanto fumetto è comunque un capolavoro, e "A sud del Rio grande") come metro di misura per giudicare un autore che ha scritto un sacco di storie, sbaglierei (e in passato questo errore l'ho commesso!). Perchè anche di Bonelli ci sono almeno quattro o cinque storie, se non di più, che non mi sono piaciute... e non parliamo dell'ultimo Nizzi!E voglio dire un'altra cosa:ma il nuovo albo di Tex, indipendentemente da chi lo ha scritto, perchè non lo aspettiamo con più "gioia", o quantomeno con più "serenit?"?Insomma,Tex ci piace ancora o no??E dico:specialmente un albo come questo, che è il seguito di una storia amatissima anche dai "tradizionalisti", non potremmo aspettarlo con più "gioia"?E invece no:eccoci a fare il processo alle intenzioni, senza manco sapere quali sono queste intenzioni-dato che la storia ancora non l'abbiamo letta!!

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P. S. A proposito di pregiudizi e simili. Con Don Fabio ormai mi sono rassegnato, ma con te spero davvero di sbagliare.

Guarda Carlo che ti sbagli proprio. -_nono

Intanto la produzione boselliana è già cospicua e puo' prestarsi a qualche critica in piu' mentre per Manfredi, Faraci e Ruju dei quali abbiamo potuto leggere, fin qui, ben poche storie ( purtroppo ), i giudizi possono essere piu' "cautelativi". Dico "possono" poich?, quando ho ritenuto di dover "stroncare" alcune prime storie di Ruju ( con un Tex sottotono ) l'ho fatto e l'ho scritto pure a lui quando, invece, con l'ultima storia, gli ho fatto i complimenti. Di Faraci e Manfredi mi sono piaciuti un sacco i loro Tex e Carson; che ci posso fare è :old:
E poi di Boselli ho sempre lodato le sue storie con i suoi ( anche troppi ) intrecci; viceversa ho ritenuto di dover criticare, in certi momenti, il "suo" ( e nostro ) Tex.
Davvero: puoi accusarmi di tutto non di avere pregiudizi.
Hasta lu?go, tizzone d'inferno. :trapper:

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P. S. A proposito di pregiudizi e simili. Con Don Fabio ormai mi sono rassegnato, ma con te spero davvero di sbagliare.

Carlo, fermo restando che non sempre chi ha pregiudizi è in grado di capirlo ( cosa che vale per me, per te e per qualsiasi altro Homo Sapiens Sapiens :indianovestito: ), non penso di averne tanti. Ho letto quasi tutte le storie di Tex ( qualche buco, lo ammetto, nel primo centinaio e soprattutto nell'ultimo appena chiusosi) e penso di essermi fatto delle idee sulla base dei testi. Cerco anzi di essere fiducioso prima della lettura, anche quando parto pieno di dubbi : dubbi naturali, del resto, quando ci si accinge a leggere un autore di cui molti elementi strutturali non convincono ( Borden) o che sembra - per usare un eufemismo - totalmente alla frutta ( Nizzi). Attendo con entusiasmo " Caccia infernale" , memore di "Sulla pista di fort Apache" , storia meravigliosa, che l' avesse scritta Borden ( com'?) , Nizzi, Ruju o Pinco Pallino. Sulle critiche, così come i giudizi positivi, che tu credi pregiudizievoli, mi sembra di essere invece abbastanza preciso nell'argomentare: almeno, quasi sempre. Tra tanti difetti, penso di avere un buona capacità analitica. Ad esempio, nel momento in cui si parla del finale di " Tornado" , o del texone di Suarez, la non centralit? di Tex mi sembra un dato di fatto ( che indirettamente i miei presunti avversari dialettici confermano, nel dire che è logico che il finale sia di Hank e Bennett, così come di Serrano). Che lo sviluppo e la tensione narrativa ( e dunque l'attenzione del lettore) non si focalizzino su Tex è più che logico, visto che non è Tex ad avere la maggior ragione d'essere nella narrazione ( = Tex non è protagonista). Mi sembra di essere preciso in questa analisi ( che perlatro prescinde da una valutazione positiva e negativa dei fatti) , così come lo sono stato nell' analizzare altre storie ( di Borden o di chiunque altro) . La sensazione è che il Tex di Boselli sia un po' come la "Storia del West" di D' Antonio, in cui non vi è un protagonista fisso : cosa ottima in un fumetto creato con quest' ottica, pessima in un fumetto dal protagonista così strutturato e longevo. Mi piacerebbe capire poi dove sia il pregiudizio ( che mi sarei creato poi da chi o cosa? ) , tanto più che sono il primo a leggere con estremo piacere molte storie di Borden di mio gradimento :indianovestito: !
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Francamente, mi sento più sulle posizioni di Fabio Esqueda e Capelli d'argento, ma tenderei a distinguere: non si tratta tanto di personaggi su cui si focalizza la tensione narrativa o di chi compie le imprese mirabolanti o decide le sorti dell'avventura nel finale; quel che rende il Tex di Boselli "non centrale" e' la quasi totale mancanza di "momenti texiani", che a volte abbondano esageratamente in Nizzi e che erano, assieme a linguaggio e ironia, il vero trademark bonelliano. Il lettore non si rilassa, non bivacca con Tex, non condivide con lui riflessioni e pensieri: in altre parole, il lettore non si immedesima con Tex ed il suo "angolo visuale", lo vede magari vincere ed essere risolutivo, ma entra - di fatto - nelle vicende, nelle storie, nelle paure e nelle emozioni di ALTRI personaggi, magari meno incisivi nella vicenda, ma più decisivi dal punto di vista dell'empatia con il lettore.

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, non condivide con lui riflessioni e pensieri: in altre parole, il lettore non si immedesima con Tex ed il suo "angolo visuale", lo vede magari vincere ed essere risolutivo, ma entra - di fatto - nelle vicende, nelle storie, nelle paure e nelle emozioni di ALTRI personaggi, magari meno incisivi nella vicenda, ma più decisivi dal punto di vista dell'empatia con il lettore.

Non posso essere d'accordo. Cosè come non posso esserlo con don Fabio che scrive:"Che lo sviluppo e la tensione narrativa ( e dunque l'attenzione del lettore) non si focalizzino su Tex è più che logico, visto che non è Tex ad avere la maggior ragione d'essere nella narrazione ( = Tex non è protagonista)."Insomma, il finale di "Patagonia" è una delle cose più intensamente emotive mai viste in 63 anni di storie-e i pieni protagonisti di questa emotivit? (secondo me molto empatica) sono Tex e Kit. Cosè come voglio ricordarvi quella che è forse la scena più bella di "Vendetta per Montales":Tex, di fronte al sole che tramonta, sigaretta in bocca, perso nei suoi ricordi del passato, e nei dubbi e nelle ansie derivanti dal fatto che, per la prima volta, deve dubitare del suo amico Montales. E non sempre c'è bisogno di parole:la scena di "Faccia di cuoio", in cui tutti dormono, tranne un Tex pensieroso che si beve il caff? guardando i lampi all'orizzonte, secondo me è anch'essa emotivamente carica. E che dire poi dell'ultimo almanacco, in cui Boselli ci regala un Tex che è tutt'altro che emotivamente freddo e distante?Dunque:la narrazione si incentra su di lui (=Tex è il protagonista).
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diavolo, io non la vedo proprio l'assenza della centralita' di tex nelle storie di boselli . prendiamo una storia come " gli invincibili " un vero e proprio capolavoro. proprio in questo albo si possono trovare i tanti punti di cui capelli d'argento e don fabio fanno menzione : tanti personaggi e trama intricata . in questo albo c'e' tutto e di tutto . e sinceramente fra questo tutto non vedo proprio la mancanza di tex in azione , anzi c'e' un tex davvero con i contro*** ( :P) che dimostra a tutti la sua grinta ( e non solo quella del carattere :P) . che poi voi preferiate storie con tex alle prese col solito cattivo ( per di piu' tonto) e con tex che mette a ferro e fuoco il tonto e' un'altra storia e un altro discorso ( brutto e pesante) andiamo ragazzi, le storie di tex non possono mica tutte seguire il modello : tex-carson-cattivo-sparatorie-morte del cattivo , un fumetto si evolve e deve proporre degli spunti nuovi . si evolve ed e' per questo che vi voglio dare uno spunto su cui dicutere e su cui magari dovremmo soffermarci un po' : immaginate che la storia "attacco alla diligenza" e il finale " alto tradimento" sia stata scritta tra i primi albi di tex . sarebbe stata un sicuro capolavoro cosa che oggi non e' sicuramente :P . ora per spiegarmi meglio, voglio farvi un altro esempio piu' semplificato :portiamo con una macchina del tempo una semplice radio ai tempi dei paladini di carlo magno , stupore !! novita' !!! C-A-P-O-L-A-V-O-R-O !!!ora riportiamo quella radio nel 2011, magari in una sala convegni della apple a new york , che cos'e' ora la radio ?? non e' piu' di certo un fenomeno di massa quale quello che si sviluppo quando fu inventata . sapete perche' è perche' cari amici ( antiquati :P) miei ci sono state delle innovazioni !! il progresso !! the progress !!! :D anche tex deve essere predisposto alle innovazioni e ribadisco che per innovazioni non intendo far chattare tex con bisonte seduto o far apparire pistole laser , ma fare storie interessanti e "far frullare la carta " !! :D

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anche tex deve essere predisposto alle innovazioni e ribadisco che per innovazioni non intendo far chattare tex con bisonte seduto o far apparire pistole laser , ma fare storie interessanti e "far frullare la carta " !! :D

Io, ad es., non ho mai detto che Boselli non scriva storie interessanti, anzi. Il fatto è che lui pare aver "trasferito" il suo modo di scrivere da Dampyr a Tex. Mi spiego: nella testata da lui creata ( con Colombo ) si trovano proprio una pletora di personaggi, ambientazioni che cambiano piu' volte in uno solo albo, trame e sottotrame, ecc. che sottraggono, inevitabilmente, spazio al Personaggio principale. Lo so perchè leggo Dampyr. Poi, certo che non potr? scrivere albi in cui Tex si vede poco o, addirittura, nemmeno ( cosa che su Dampyr, appunto, accade spesso ma che, l'hanno pure scritto nella rubrica della posta, non piace a diversi lettori ): ci mancherebbe ancora ! :shock:

Comunque, per me, il Tex di Boselli "pesa" meno in quantit? e, ultimamente, in qualità con quelle "assenze" finali, pur plausibili con la logica della storie, ma troppe volte riproposti per una testata come Tex o con quei "tentennamenti" politicamente corretti nel mostrarci due cazzotti in piu'. :malediz...
Poi i dialoghi ( che sono stati uno dei punti di forza del Personaggio ) non sono certamente "brillanti" e "texiani" e non aiutano di sicuro un Tex che appare "freddo", "algido" in parecchie occasioni: mi sembrano piu' stile "Storia del West" o "Kenparkeriani". >:azz:
Poi, per carit?, in confronto al Nizzi attuale, Boselli teniamocelo stretto: non senza ma, pero'...... :old:

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  • 1 mese dopo...

Non è che a volte siamo (e mi ci metto anche io) talmente accecati dall'esigenza di centralit? texiana da dimenticare la texianit?? E per texianit? intendo il linguaggio, il modus operandi, l'ironia, la decisione seguita rapidamente dall'azione... tutto ciò che ha caratterizzato e fatto grande Tex. Ora, se parliamo di musica si sa che esistono i solisti, esistono i piccoli gruppi ed esistono le orchestre. Boselli si trova probabilmente più a suo agio nel dirigere un'orchestra, e se lo fa bene non lo vedo negativamente. L'importante è che se dirige un brano dedicato specificamente al primo violino (o forse dovrei dire al primo clarinetto, per conservare il linguaggio texiano) faccia particolare attenzione a quel musicista, permettendogli di esprimersi con degli assolo nel suo proprio stile, perchè chi ascolta si renda conto che il brano non sarebbe lo stesso senza di lui. Ho fatto questo esempio anche se non so come si diriga un'orchestra, ma credo che sia abbastanza comprensibile. Quello che rimprovero a Boselli è che non di rado l'assolo del primo violino risulta stonato a causa di uno stile musicale che non gli appartiene, da quella che ho sempre definito - forse sbagliando il termine, ma me lo scuserete - un'eccessiva introspezione psicologica che oscura l'azione. Si è parlato di Pueblo Bonito. A mio parere una gemma texiana, dove perfino la giustamente lamentata "presenza inutile" di Tiger, messo rapidamente fuori gioco da una pallottola nel braccio, ha l'importante funzione di far giganteggiare Tex nella difesa del pueblo. Ma avete notato che n° Tex n° un pard è il vero risolutore della vicenda? Il risolutore è un personaggio che non avevamo mai visto prima, e che non rivedremo mai più perchè è morto: parlo, lo avrete capito, di quel Big Elk che si catapulta addosso a Zhenda spingendola con sè nell'abisso; è la tragica morte (presunta tale, ma allora non lo sa nessuno) della madre a convincere un Sagua già dubbioso ad accettare l'offerta di pace di Tex.

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Torno un attimo su quello che è un tema caldo sul forum. Ho evitato di intervenire sul topic di "Caccia infernale" sia perchè non mi sembra (stante al primo albo) un buon paradigma per indicare il 'Tex decentrato' di Boselli, sia perchè si era off-topic. In generale, posso dire - e la mia posizione è ormai ben nota - che IMHO considerare il Tex boselliano sempre centrale nella narrazione sia mettersi due fette di Vismara sugli occhi, come diceva una mia vecchia maestra elementare. Sono IMHO irrilevanti ai fini del discorso il numero dei colpi o i prodigi fisici e balistici di Tex, spesso anzi tanto più esagerati quanto più il nostro è avulso dalla narrazione ( la classica pezza che fa vedere il buco, potrei dire ). Altresè irrilevante è il numero delle pagine in cui il nostro compare in scena: esistono storie in cui non è in scena quasi mai (vedasi ad esempio "La cella della morte"), eppure tutto gira intorno a lui. Il punto critico chiave è IMHO molto più semplice e indipendente da tutti questi fattori: in numerose ( troppo numerose) storie di Boselli, Tex è totalmente avulso dalla logica intrinseca della narrazione. In altre parole, IMHO, quello che dovrebbe essere il protagonista si trova invece inserito a forza ( non si potrebbe altrimenti) in logiche narrative a lui del tutto estranee. Pensiamo a storie come "Matador" ,"I lupi rossi", "Gli invincibili" o la stessa "La mano del morto" : sono storie il cui naturale sviluppo verte all'infuori di Tex, che, pur vestito nel solito modo, è in realtà è un pesce fuor d'acqua, avulso dalla logica narrativa. Il problema non è IMHO nella creazione di un nemico fortemente caratterizzato ( come appare Revekti, chiaramente ispirato al Kurtz di "Cuore di tenebra" e, nella versione cinematografica liberamente ispirata a Conrad, "Apocalypse Now"): il grande nemico crea luce intorno a Tex, meritevole di affrontarlo, pur talvolta mancandolo ( come Lucero ). Il problema è invece nella creazione di personaggi alleati a Tex, che ne prondono il posto nella logica narrativa ( Shane & Co., Rafael Guerrero, Calamity Jane, Juan Raza e tanti altri ). Anche in Bonelli non son mancati casi simili ( ad esempio, in "Il cacciatore di taglie" e "Apache Kid") e lo stesso vale per Nizzi ( nel texone di Parlov e "Documento d'accusa", che si rif? peraltro alla stessa " Apache Kid") . Qui però la discussione verte su considerazioni generali, ed è innegabile che la lnea boselliana, vicina al modello della "Storia del West" di D' Antonio, sia antitetica al modello di GLB, con cui Tex è nato e cresciuto: modello che, mi permetto di dirlo, meriterebbe maggior rispetto. Piaccia o non piaccia. Il che - ovviamente- non significa che ci siano storie boselliane perfettamente in linea con GLB, seppur spesso atipiche ( ad esempio, "Sulla pista di Fort Apache", più western di quanto non sia Tex ) e che molte storie di Borden siano di mio personale alto ( talvolta altissimo) gradimento :indianovestito: .

Modificato da Don Fabio Esqueda
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Intervengo anch'io qui, sull'argomento. Anch'io evitando di proposito di parlarne nel tpopic "caccia infernale". In questi giorni ho lettouno dietro l'altro alcuni almanacchi del west, piu' precisamente 1994, 95, 2002, 2004, 2005, 2006. Tutte le storie contenute hanno Tex come personaggio principale, e' sempre da solo senza pards, e risolve sempre tutte le situazioni in primissima persona. Il suo motto sempbra essere "faccio tutto io". Ebbene, pur essendomi piaciute le storie, devo dire che dopo 6 di fila in cui Tex e' piu' attivo, piu' efficace, piu' potente, piu' solo, insomma piu' CENTRALE, adesso sono un po' stufo, vorrei leggere qualcosa di piu' variegato, con altri personaggi e possibilmente rivedere i 4 pards. Con questo voglio dire che, come nella maggioranza delle cose, il meglio sta nel mezzo: a me va benissimo che le storie con Tex centrale come in questi 6 almanacchi siano alternate a storie con molti personaggi e in cui Tex non e' il solo a prendere la scena per svariate pagine.

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In questi giorni ho riletto "Trapper!", storia che giunge al termine del cosiddetto "periodo d'oro", certamente un po' lenta e verbosa nei ritmi, ma anche piena di gustosissimi momenti tipicamente bonelliani. Mi ha colpito la presenza - ripeto: sia pure in termini di eccessiva verbosit? - di NUMEROSE "scene di trasferimento" in cui i 5 pards chiacchierano, divagano, predispongono piani di battaglia, scrutano il prossimo futuro, battibeccano fra loro. Tutte scene che - ne sono certo - sarebbero state rigorosamente omesse nei numeri di oggi, magari sostituite da uno "stacco di vignetta" cinematografico e senza didascalie. Spesso, in nome dell'effetto-sorpresa. Del colpo di scena. Dell'entrata in scena "teatrale". La domanda ?: non si perde un po' di "quel" Tex utilizzando questa moderna tecnica di sceneggiatura che salta a più pari i "tempi morti" e che vuole che ogni vignetta, ogni scena, sia "carica" di significato ai fini della narrazione, che non presenta momenti di pura distensione, che non si distende nel tempo e nello spazio? Non è che la questione della minor percezione della centralit? di Tex dipende - alla fin fine - non solo dall'intreccio e dal plot in sè, ma dalla tecnica di sceneggiatura "moderna", che sacrifica il "superfluo" in un'estrema compressione spazio/temporale?(Da notare che proprio la storia attualmente in edicola, paradossalmente, recupera alcuni degli elementi sopra riferiti).

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In questi giorni ho riletto "Trapper!", storia che giunge al termine del cosiddetto "periodo d'oro", certamente un po' lenta e verbosa nei ritmi, ma anche piena di gustosissimi momenti tipicamente bonelliani. Mi ha colpito la presenza - ripeto: sia pure in termini di eccessiva verbosit? - di NUMEROSE "scene di trasferimento" in cui i 5 pards chiacchierano, divagano, predispongono piani di battaglia, scrutano il prossimo futuro, battibeccano fra loro. Tutte scene che - ne sono certo - sarebbero state rigorosamente omesse nei numeri di oggi, magari sostituite da uno "stacco di vignetta" cinematografico e senza didascalie. Spesso, in nome dell'effetto-sorpresa. Del colpo di scena. Dell'entrata in scena "teatrale". La domanda ?: non si perde un po' di "quel" Tex utilizzando questa moderna tecnica di sceneggiatura che salta a più pari i "tempi morti" e che vuole che ogni vignetta, ogni scena, sia "carica" di significato ai fini della narrazione, che non presenta momenti di pura distensione, che non si distende nel tempo e nello spazio? Non è che la questione della minor percezione della centralit? di Tex dipende - alla fin fine - non solo dall'intreccio e dal plot in sè, ma dalla tecnica di sceneggiatura "moderna", che sacrifica il "superfluo" in un'estrema compressione spazio/temporale?(Da notare che proprio la storia attualmente in edicola, paradossalmente, recupera alcuni degli elementi sopra riferiti).

Condivido totalmente: è la stessa cosa che scrissi tempo fa in un topic ( non mi ricordo francamente più quale ). Questo montaggio cinematografico è antitetico allo stile narrativo texiano e andrebbe riservato solo a pochissimi punti significativi ( guardate lo stacco ad esempio nel finale di "Una campana per Lucero", quando da una vignetta all'altra si passa dalla notte al giorno ). Collegandomi al discorso su bistecche e patatine ( o il tabacco di "Sulla pista di Fort Apache" ), è ovvio che non possano essere il grano della storia ( e nessuno credo lo abbia mai sostenuto), ma forniscono il modo di diventare amici dei pards. Rileggevo ieri "Sulle rive del Pecos": non è probabilmente un capolavoro, ma quanto è bello leggere una storia così, in cui Tex e Carson sono due amici che si ( e ci ) fanno compagnia? Quanto ci si sente a casa? Quanto appare freddo, in confronto, il Tex di oggià
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CENTRALITA?di Albano CarrisiCanta: TEX WILLERCoro: Kit Carson, Kit Willer, Tiger Jack--CENTRALITA?? mangiare un panino / quand'ero bambino laCENTRALITA?? lanciare un coltello / quand'ero un pivello laCENTRALITA?? sembrare imbranato / quand'ero sposato la CENTRALITA??. CENTRALITA??. CENTRALITA?? saltare da un palco / con Piccolo Falco laCENTRALITA?? entrar dentro un bordello / col vecchio cammello la CENTRALITA?? gettare in pollaio / l'amico navajo la CENTRALITA??. CENTRALITA??.(CORO)Senti nell'aria c'è giàprofumo di colt che viene e che va, e tutto questo si sa? CENTRALITA?Vedo un bastardo che vain cerca di fama di qua e di l', anche se mai scaccer?la mia CENTRALITA?CENTRALITA?? tirarti un bel pugno / deciso sul grugno laCENTRALITA?voglio darti la caccia / e spaccarti la faccia laCENTRALITA?perder tempo a parlarti / anzich? torturarti laCENTRALITA??. CENTRALITA??. CENTRALITA?? un pugno imprevisto / al dannato Mefisto laCENTRALITA?? affondare la lama / nel petto di Yama laCENTRALITA?? spedirli all'inferno / a dormire in eterno la CENTRALITA??. CENTRALITA?(CORO)?..

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