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TWF - Tex Willer Forum

La Centralit? Di Tex Nelle Storie Di Boselli


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" Non condivido la tua idea, ma darei la vita perchè tu possa esprimerla "di voltaire come non citarla in questa aspra contesa è :D;) comunque cerchiamo di ristabilire l'argomento di questo post : vale a dire il 2011 di tex tanto ormai abbiamo capito che tra le vostre discordie ( e anche le mie se le dovessi aggiungere ) non caviamo nessun ragno dal classico buco pertanto voglio solo esprimere un'idea di quello che penso del discorso trattato : ovvero che boselli ha portato alla resurrezione una pietra miliare del fumetto italiano e del mondo come tex !!!!questo e' un dato di fatto , le storie di boselli hanno un non so che' di convolgente, entusiasmante e una spolveratina di drammaticita' e anzi mi sbilancio ancora maggiormente dicendo che qualche sceneggiatore ( magari proprio boselli) dovrebbe avere il coraggio di proporre a sergio bonelli storie in cui kit, carson e tiger siano vulnerabili , finiamola col quartetto magico in cui kit si prende dieci pallottole in petto e poi magicamente riesce a salvarsi grazie alla prontezza del classico doc e della brava donna di casa del piu' vicino ranch !!!ecco il succo del mio discorso : innovazione essere cosa buona e giusta !!

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Scusa Anthony, ma ti faccio sempre la stessa domanda.
Non credi che in "Patagonia","I ribelli di Cuba","I giustizieri di Vegas","Vendetta per Montales","Missouri", Tex e pards siano stati i protagonisti indiscussi?

Rispondo a Paco anche se siamo fuori topic (i moderatori possono spostare i messaggi fuori tema per aprirne una ad hoc sulla centralita' di Tex nelle storie di Boselli).


Le storie che tu hai citato sono effettivamente quelle in cui Tex e' un po' piu' protagionista. Vogliamo citare invece quelle in cui il ruolo del ranger e' poco piu' di una "guest star", lasciando la scena ai vari comprimari di turno, cioe' a tutti quei personaggi ruba/scena dalla pistola infallibile?

"Gli invincibili"-(Shane protagonista)
"Sulla pista di Fort Apache-(malgrado secondo me sia la miglior storia di Boselli e' Laredo ad emergere piu' di Tex)
"Matador-(protagonista il giovane Calavera)
"I colpevoli" & "A sud di Rio Grande-(protagonista assoluto Juan Raza)
"I lupi rossi" (sfido io a vedere in questaq storia un Tex protagonista)
"Terre maledette-(protagonista l'ennesimo giovane pistolero infallibile di nome Hank)
"Il fuggiasco"-(protagonista l'ex pistolero/avvocato)
"Gli assassini"-(Mitch e' il protagonista indiscusso di questo texone)

E per ora mi fermo qui.

C'e' qualcuno che vede in queste storie un Tex protagonista assoluto?

A mio avviso, se in questi albi il ranger e' il protagonista io sono cappuccetto rosso che raccoglie le fragoline nel bosco!

Modificato da Anthony Steffen
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"Gli invvincibili" è una grande storia corale, indubbiamente... Una grande storia corale in cui alla fine Tex dimostra di essere il migliore (senza dimenticare le performances dei pards)!In "Sulla pista di Fort Apache" Tex e Tiger sono sicuramente i protagonisti, pur con la presenza massiccia di Laredo."Matador" l'ho sempre considerata una grande storia texiana. Non mi ha mai fatto arrabbiare. Su "A sud del rio grande" e "Gli assassini" ti do completamente ragione. Su "I colpevoli" (se intendi la storia disegnata da Letteri) no. Comunque, quello che dico ?:? da un bel p? che Boselli evita di esagerare coi comprimari. Le storie da "Vendetta per Montales" in poi lo dimostrano. Ecco, questo per me è un dato oggettivo!@lupo che corre:ma mica vuoi che uno dei pards muoia??? :malediz...

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Scusa Anthony, ma ti faccio sempre la stessa domanda.
Non credi che in "Patagonia","I ribelli di Cuba","I giustizieri di Vegas","Vendetta per Montales","Missouri", Tex e pards siano stati i protagonisti indiscussi?

Rispondo a Paco anche se siamo fuori topic (i moderatori possono spostare i messaggi fuori tema per aprirne una ad hoc sulla centralita' di Tex nelle storie di Boselli).


Le storie che tu hai citato sono effettivamente quelle in cui Tex e' un po' piu' protagionista. Vogliamo citare invece quelle in cui il ruolo del ranger e' poco piu' di una "guest star", lasciando la scena ai vari comprimari di turno, cioe' a tutti quei personaggi ruba/scena dalla pistola infallibile?

"Gli invincibili"-(Shane protagonista)
"Sulla pista di Fort Apache-(malgrado secondo me sia la miglior storia di Boselli e' Laredo ad emergere piu' di Tex)
"Matador-(protagonista il giovane Calavera)
"I colpevoli" & "A sud di Rio Grande-(protagonista assoluto Juan Raza)
"I lupi rossi" (sfido io a vedere in questaq storia un Tex protagonista)
"Terre maledette-(protagonista l'ennesimo giovane pistolero infallibile di nome Hank)
"Il fuggiasco"-(protagonista l'ex pistolero/avvocato)
"Gli assassini"-(Mitch e' il protagonista indiscusso di questo texone)

E per ora mi fermo qui.

C'e' qualcuno che vede in queste storie un Tex protagonista assoluto?

A mio avviso, se in questi albi il ranger e' il protagonista io sono cappuccetto rosso che raccoglie le fragoline nel bosco!

In questo momento non ho il tempo di intervenire in modo approfondito.
Tuttavia, dico velocemente la mia.
Contrariamente a Anthony, ritengo "Sulla Pista Di Fort Apache" la migliore storia di Boselli proprio perchè innovativa eppure tradizionale: Tex è centralissimo.
Viceversa, proprio l'ultimo texone mi sembra il perfetto esempio di Tex in secondo piano: è un Willer privo di reali motivazioni nell'agire; guarda caso, la scena finale è tutta per il fazendero cui è stata bruciata viva la moglie.
Ottimo modo per mettere Tex in secondo piano.

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"Gli invvincibili" è una grande storia corale, indubbiamente... Una grande storia corale in cui alla fine Tex dimostra di essere il migliore (senza dimenticare le performances dei pards)!In "Sulla pista di Fort Apache" Tex e Tiger sono sicuramente i protagonisti, pur con la presenza massiccia di Laredo."Matador" l'ho sempre considerata una grande storia texiana. Non mi ha mai fatto arrabbiare. Su "A sud del rio grande" e "Gli assassini" ti do completamente ragione. Su "I colpevoli" (se intendi la storia disegnata da Letteri) no. Comunque, quello che dico ?:? da un bel p? che Boselli evita di esagerare coi comprimari. Le storie da "Vendetta per Montales" in poi lo dimostrano. Ecco, questo per me è un dato oggettivo!@lupo che corre:ma mica vuoi che uno dei pards muoia??? :malediz...

Se ci sono due storie che più di ogni altre vedono Tex come semplice e inutile comparsa sono proprio "Gli Invincibili" e "Matador" , dove il nostro ranger è assolutamente inessenziale alla trama. Sono meno d'accordo su "Gli Assassini" : qui Mitch ha un ruolo sicuramente di primo piano, ma anche Tex ( cui hanno quasi ucciso il figlio e il fratello di sangue Tiger ) ha la sua fondamentale ragione d'essere nella storia."I Colpevoli" è invece IMHO molto GLbonelliana: il suo unico guaio sono i disegni di un Letteri molto affaticato."A Sud Del Rio Grande" è un insulto a Tex.
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Se ci sono due storie che più di ogni altre vedono Tex come semplice e inutile comparsa sono proprio "Gli Invincibili" e "Matador" , dove il nostro ranger è assolutamente inessenziale alla trama.

Secondo me non è assolutamente così:in entrambe le storie sono Tex e pards a salvare la situazione. In "Matador", come sempre,Tex difende i deboli e gli oppressi, fino a scontrasi col signorotto di turno e i suoi sgherri. Tradizionalissmio!Ne "Gli invincibili" segue un gruppo di "fuorilegge-amici" per salvarli dalla forca. E' ver? che le sue azioni dipendono da quello che fanno i fuorilegge, ma questo avviene in ogni storia in cui Tex deve sgominare una banda di banditi. E comunque l'ultimo albo, secondo me,? pura goduria texiana!"I ribelli di Cuba" è non solo un grandissimo texone, ma anche uno dei Tex più belli del post-Bonelli!... non solo protagonista, ma addirittura vero e proprio mattatore!
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Quando si dice il pregiudizio ; ) Proprio la vituperata "A sud del Rio Grande" è una delle mie storie più tradizionali, con Tex e Carson presenti dall'inizio alla fine che fanno sfracelli e si comportano molto texianamente. Probabilmente la memoria (e il pregiudizio teoretico) vi gioca brutti scherzi. Andatela a rileggerla: la verità parla da sola. BordenPS Qui non si discute della "qualità" della storia ma della centralit? di Tex. In QUELLA storia, dopo 14 pagine, Tex entra in scena E CI RESTA:

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Mauro, sono disposto a "difenderti" su tutto, ma non su quella storia :D E' vero che Tex e Carson sono straordinari anche l' (e questo avviene in ogni tua storia), ma è anche vero che1)il finale è tutto per Raza, e questo, secondo me-oltre al fatto che gli avvenimenti ruotano tutti intorno a lui-dimostra che quella storia è scritta pensando principalmente a lui, intorno a lui. 2)ma soprattutto nella scena iniziale hai forse un p? esagerato nel mostrare l'abilità di Raza:io Tex e Carson (per non parlare di Kit e Tiger) non li ho mai visti affrontare quella situazione con quella estrema facilit?. Di certo in quella tua storia Tex e Carson, per quanto straordinari, non fanno nulla di paragonabile.

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Mauro, sono disposto a "difenderti" su tutto, ma non su quella storia :D E' vero che Tex e Carson sono straordinari anche l' (e questo avviene in ogni tua storia), ma è anche vero che1)il finale è tutto per Raza, e questo, secondo me-oltre al fatto che gli avvenimenti ruotano tutti intorno a lui-dimostra che quella storia è scritta pensando principalmente a lui, intorno a lui. 2)ma soprattutto nella scena iniziale hai forse un p? esagerato nel mostrare l'abilità di Raza:io Tex e Carson (per non parlare di Kit e Tiger) non li ho mai visti affrontare quella situazione con quella estrema facilit?. Di certo in quella tua storia Tex e Carson, per quanto straordinari, non fanno nulla di paragonabile.

In quella storia Tex e Carson fanno fuori da soli un'intera banda di messicani in un villaggio e molto altro del genere, per tacere della loro interazione continua in puro stile bonelliano. Raza è presente in scena solo per una quarantina di pagine complessive. Lui è il PRETESTO della vicenda (sul genere della ragazza rapita o del tesoro da recuperare), non il protagonista. Se lo definite protagonista solo per le dieci pagine iniziali e per la manciata di pagine alla fine, in cui NON è il risolutore dell'enigma n° della battaglia, ma si limita a una rapida vendetta, allora perchè non considerare (come difatti ?) Tex protagonista degli Invincibili, dove praticamente è lui che fa fuori tutti alla fine? Ma in quella storia il pretesto (più importante, tanto da farli assurgere a ruolo di coprotagonisti) sono appunto i feniani. Chi confonde (non mi riferisco a te, Paco) i protagonisti con le funzioni narrative e addirittura li scambia tra loro solo per portare avanti un teorema preconcetto non è dialetticamente credibile. Bisogna chiedersi che fine avrebbe fatto Mitch de "Gli assassini" senza l'intervento di Tex e Carson, prima di dire che i nostri in quella storia non sono i veri risolutori della vicenda. Anche Hercule Poirot non è in scena al cento per cento, eppure risolve. Tex ha altre regole, ovvio, ma nelle storie citate da Don Fabio, queste sono rispettate al novanta per cento almeno (gli concedo un dieci per cento di trasgressione-innovazione). Che sia chiaro una volta per tutte: io mi ispiro complessivamente al Tex di Bonelli, a TUTTO il Tex di Bonelli, NON AL TEX DI NIZZI! BordenPS A proposito della vendettina finale di Raza, chi è il protagonista di "Vendetta Indiana2° Tex o la ragazza che si vendica alla fine?
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Mauro, sono disposto a "difenderti" su tutto, ma non su quella storia :D
E' vero che Tex e Carson sono straordinari anche l' (e questo avviene in ogni tua storia), ma è anche vero che
1)il finale è tutto per Raza, e questo, secondo me-oltre al fatto che gli avvenimenti ruotano tutti intorno a lui-dimostra che quella storia è scritta pensando principalmente a lui, intorno a lui.
2)ma soprattutto nella scena iniziale hai forse un p? esagerato nel mostrare l'abilità di Raza:io Tex e Carson (per non parlare di Kit e Tiger) non li ho mai visti affrontare quella situazione con quella estrema facilit?. Di certo in quella tua storia Tex e Carson, per quanto straordinari, non fanno nulla di paragonabile.

In quella storia Tex e Carson fanno fuori da soli un'intera banda di messicani in un villaggio e molto altro del genere, per tacere della loro interazione continua in puro stile bonelliano. Raza è presente in scena solo per una quarantina di pagine complessive. Lui è il PRETESTO della vicenda (sul genere della ragazza rapita o del tesoro da recuperare), non il protagonista. Se lo definite protagonista solo per le dieci pagine iniziali e per la manciata di pagine alla fine, in cui NON è il risolutore dell'enigma n° della battaglia, ma si limita a una rapida vendetta, allora perchè non considerare (come difatti ?) Tex protagonista degli Invincibili, dove praticamente è lui che fa fuori tutti alla fine? Ma in quella storia il pretesto (più importante, tanto da farli assurgere a ruolo di coprotagonisti) sono appunto i feniani. Chi confonde (non mi riferisco a te, Paco) i protagonisti con le funzioni narrative e addirittura li scambia tra loro solo per portare avanti un teorema preconcetto non è dialetticamente credibile.

Bisogna chiedersi che fine avrebbe fatto Mitch de "Gli assassini" senza l'intervento di Tex e Carson, prima di dire che i nostri in quella storia non sono i veri risolutori della vicenda. Anche Hercule Poirot non è in scena al cento per cento, eppure risolve. Tex ha altre regole, ovvio, ma nelle storie citate da Don Fabio, queste sono rispettate al novanta per cento almeno (gli concedo un dieci per cento di trasgressione-innovazione). Che sia chiaro una volta per tutte: io mi ispiro complessivamente al Tex di Bonelli, a TUTTO il Tex di Bonelli, NON AL TEX DI NIZZI!

Borden

PS A proposito della vendettina finale di Raza, chi è il protagonista di "Vendetta Indiana2° Tex o la ragazza che si vendica alla fine?

Adesso mi daranno (ancora di più) del boselliano sfegatato perchè mi appresto a darti ragione al 100% caro Mauro. :colt:


In ogni caso mi aspetto che tu non riesca a convincere nemmeno uno dei tuoi antagonisti dialettici, ormai rigidamente convinti delle loro opinioni. :colt:

Se si vuole a tutti i costi scambiare la centralita del protagonista di una storia con la quantit? della sua presenza in scena, allora, secondo me, c'è ben poco da discutere. :capoInguerra:

Da qualche parte, ora non ricordo dove, ho letto che l'eroe di una storia è colui che fa la mossa decisiva per risolvere la situazione in cui lui e gli altri coprotagonisti si trovano, a prescindere dalla quantit? delle sue azioni precedenti.

Se ciò è da ritenersi vero, allora non ci può essere dubbio che nelle tue storie Tex è l'inidscusso protagonista.
Lo è ne "Gli Invincibili", dove agisce massicciamente ed è lui (con i pards) decisivo nella sconfitta dei messicani, non Shane O' Donnel, non gli altri feniani.
Lo è ancora ne "Gli assassini", dove Mitch sarà anche in scena a lungo, ma farebbe una brutta fine senza Tex e Carson a dargli una mano.
Vogliamo poi parlare di "Bufera sulle montagne rocciose" diove Tex giganteggia pur con un braccio rotto?
E non ?, forse, risolutivo in "Matador", dove è lui a dare il fatto suo ai cattivi della storia, non certo il matador del titolo?
E se è vero che ne "I ribelli di Cuba" l'onore del duello con il cattivo ufficiale spagnolo spetta a Serrano, è altrettanto vero che a quell'epilogo si arriva grazie a Tex e che è stato lo stesso Tex a far fuori in precedenza il ben più temibile Rayado, liberando, così, Matt Picard.

Certo, se mi dite che "Gli assassini" è la storia di Mitch Anderson potrei anche darvi ragione, ma nel senso che come ogni storia di Tex deve essere incentrata su un tema, che in questo caso è la ricerca da parte di Mitch dei colpevoli della morte di suo padre, ma ancora una volta chiediamoci cosa sarebbe stata quella storia senza Tex.

Personalmente ho sempre trovato la scelta di Boselli di inserire comprimari forti molto azzeccata. Proprio dal confronto con questi comprimari od avversari emerge, per contrasto, la figura di Tex, molto spesso, per dirla con un termine anglosassone "larger than life", proprio come si addice ad un eroe. Scelta, peraltro, adottata (per scelta o istintivamente) anche da Tito Faraci nelle storie da lui firmate e pubblicate finora. ::evvai::

In sintesi, centralit? non significa, per me, predominio assoluto in ogni scena, ma qualità della presenza e l'essere determinante nella risoluzione della vicenda in corso.

P. S. Ottima nota quella su "Vendetta indiana", dove, in effetti, GLB lascia l'onore di punire il vero cattivo della storia ad un personaggio diverso da Tex. Peraltro, se capitasse la giusta occasione, Mauro, non mi dispiacerebbe rivedere la figlia ed il nipotino di Freccia Rossa. :indiano:

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Per poter discutere in termini oggettivi della centralit? di Tex nelle storie di Boselli temo occorrerebbe una rilettura ragionata delle sue storie. In questo l'autore ha perfettamente ragione, non possiamo affidarci ai ricordi. Però di Tex "non sempre protagonista" parlano davvero in tanti per negare qualunque fondamento alla leggenda. Io non sono in grado di dare una risposta in termini statistici alla presenza di Tex nell'ultima storia, che abbiamo tutti più o meno bene impressa nella mente. Però posso fare un ragionamento semplice semplice. In questa storia Tex e i suoi pards sono centrali, si ?Si. Però la presenza di un certo numero di comprimari antagonisti fa si che non siano i soli attori con una bella parte nella vicenda raccontata dall'autore. Vero ?Si. Non mancavano nemmeno nelle storie di Bonelli, ma erano personaggi generalmente codificati e senza troppe sfumature, che non mettevano in ombra il protagonista della serie. Vero ?Non ne sono convinto. Mi spiego meglio. E' chiaro che questo discorso va giustamente interpretato. Non dico che Bonelli non creava grandi personaggi. Prendiamo Barbanera, che non è neanche uno dei più grandi antagonisti, è attorniato da uno stuolo di personaggi assolutamente privi di interesse: i componenti della ciurma del Black Shark!Prendiamo la storia del figlio di Mefisto, che è lunga quattro albi: chi sono gli antagonisti ?1) Yama ( e Mefisto )2) Loa3) i negri del voodoo presi in blocco ad eccezione di uno solo che è poi protagonista (parziale) della storia nella parte finale: Thomas. Domanda. Se questa storia l'avesse scritta Boselli, quanti comprimari o antagonisti ci sarebbero stati ?? ... ( inserisci un numero )Se Tex è centrale in una storia ma centrali sono insieme a lui anche altri cinque o sei personaggi, ecco che il principio dell'assoluta centralit? va a farsi benedire. Qui potete anche essere non d'accordo ma non ci posso fare niente. Cambiamo discorso invece. Boselli si ispira a Bonelli ?Quando Nolitta inizia a scrivere le sue prime storie, Tex perde progressivamente "centralit?" nell'interesse del lettore ( ma non nell'economia narrativa della storia ). E' vero o no che "Caccia all'uomo" è la storia di Andy Wilson è Si c'è anche Tex. E' vero o no che "El Muerto" è la storia di Paco Ordonez è Si ci sono anche i quattro pards. Con GLB questo accadeva qualche volta ma generalmente le sue storie si reggevano su uno schema che Nizzi ha ben codificato, anche se sarebbero in tanti a volergliene negare la validit?. Boselli, in primis, quando afferma orgogliosamente di guardare a Bonelli padre e non a Nizzi. Vorrei sentire Mauro negare questo archetipo e presentarci, dunque, quello vero bonelliano ( e magari insistere che non ne è mai esistito uno ).

[...]STRUTTURA NARRATIVA LINEARE1 ) Situazione iniziale generalmente costituita da un crimine o da un mistero2 ) Tex decide di occuparsene, spesso invitato da una figura esterna3 ) Gli antagonisti cercano inutilmente di eliminarlo4 ) Tex pesta un personaggio secondario al fine di farlo ?cantare?5 ) Tex si scontra con il capo e lo elimina, uccidendolo o consegnandolo alla giustiziaGLI ANTAGONISTI1 ) ?Grand'uomo? o banda di delinquenti, che cerca di arricchirsi in vari modi:a ) Dominio di una città e delle attività criminoseb ) Furto di terrec ) Furto di bestiamed ) Furto nelle miniere2 ) Indiani ribelli e/o ufficiali dell'esercito:a ) Sioux, cheyennes, apachesè3 ) Personaggi diabolici, popolazioni misteriose, comunit? non convenzionali:a ) Mefisto, la Tigre Nera, Proteusè eccb ) Aztechi, thugs... c ) Negri, cinesi eccGLI HABITAT1 ) Lo scenario classico western:a ) Villaggib ) pascoli e prateriec ) desertid ) canyons2 ) Le grandi città:a ) San Franciscob ) New Orleansc ) Bostond ) Washington°3 ) Lande e territori non statunitensi:a ) il grande nord: Canada e Alaskac ) regioni assolate del Messicod ) luoghi esotici4 ) Luoghi insoliti, inusitati, impenetrabili, ignoti o misteriosi:a ) valli nascosteb ) mese incantatec ) grotted ) paludiEcc...

Costituiscono una pura invenzione Nizziana ?Per me Mauro Boselli è sicuramente più vicino a Nolitta che a BonelliNolitta ha scritto alcune delle più belle storie di Tex. Ma le sue storie erano strane. Ci si vedeva una mano diversa. Nizzi invece ha sorpreso all'inizio scrivendo delle storie sulle quali è stato apposta la firma di GLB per anni e anni. Fintanto che l'ha retto una felice ispirazione, il suo "schemino" ha funzionato a meraviglia insomma. Quando la "fatica" si è fatta sentire, ecco che (per esempio ) gli origlioni - che sempre ci sono stati nelle sue storie - hanno incominciato a rendere pesante la lettura e a dar fastidio a molti. Nizzi ha commesso l'errore di standardizzare troppo le sue storie, ha insistito fino alla nausea nell'uso di "clich?" letterari laddove Boselli si è contraddistinto invece con un'invenzione feconda e con la voglia di cambiare e stupire, cosa che è ben evidente soprattutto in alcune delle sue prime storie e in particolare in quella di Jack Thunder, dove l'esagerazione del sentimentalismo, della violenza, dell'efferatezza, dell'originalità degli antagonisti ( un cieco, diversi psicopatici, cagnacci della malora ) ha raggiunto livelli inimmaginabili su Tex. Nella fascia 500 c'è stato un tentativo di normalizzazione ed è ben evidente a tutti che Boselli non scrive più come faceva un tempo , se è vero che cerca di avvicinarsi sempre più al modello bonelliano è induibbiamente vero che il suo stile ha profondamente radicate le sue peculiarit?, Boselli non è una fotocopiatrice umana ed è giusto che aspiri a non esserlo, ma su queste peculiarit? l'autore dovrebbe riflettere di più, limandone o accrescendone la portata a seconda dei casi.
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Non ho il tempo di intervenire in modo approfondito, ma voglio segnalare un punto fondamentale nel discorso di Ymalpas: Boselli è figlio di Nolitta, non di Bonelli. Anche nel linguaggio: impressionante in tal senso l'ultimo centenario. Posso dire che mi infastidisce questo sparare a zero contro Nizzi ?

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Non ho il tempo di intervenire in modo approfondito, ma voglio segnalare un punto fondamentale nel discorso di Ymalpas: Boselli è figlio di Nolitta, non di Bonelli. Anche nel linguaggio: impressionante in tal senso l'ultimo centenario. Posso dire che mi infastidisce questo sparare a zero contro Nizzi ?

Mah!Io non sono molto d'accordo su questo punto. Boselli figlio di Nolitta??Che abbiano lavorato in collaborazione ultimamente non significa che necessariamente devono avere lo stesso stile e lo stesso linguaggio. Prendiamo ad esempio il Tex Nolittiano, il più delle volte (anzi quasi sempre) è un uomo che nella storia perde, ma che alla fine si rialza e le suona comunque. La maggioranza delle sue storie hanno un finale amarissimo. Il Tex Boselliano secondo me è molto più vicino al modello di GLB, l'Eroe tutto d'un pezzo che perde raramente. Certo Boselli lo mette in difficolt?, ma non come faceva Nolitta (legato al palo di tortura, botte in testa che l'hanno lasciato in una specie di coma, e via discorrendo)!Secondo me uno dei "nuovi" autori, in qualche modo più vicino al modello Nolittiano è Faraci. Due esempiù Le continue sfortune nelle quali incappa Tex in "Evasione" e qualche ricordo del suo caratterere e atmosfere in "La Belva Umana"!Appena riesco intervengo anche sulla questione centralit?!! ;):trapper:
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Concordo in toto con Sam sulla questione Nolitta-Boselli. Forse fino a qualche tempo fa anche io la pensavo come Don Fabio, ora non più. Credo che Nolitta somigli solo a se stesso, e che non sia nemmeno figlio di suo padre. Ymalpas ha detto una cosa giustissima:ci vorrebbe una rilettura ragionata delle storie di Boselli, senza affidarsi al ricordo. E io aggiungo:la lettura ragionata si deve fare anche (e forse soprattutto) delle storie di Bonelli, e soprattutto delle storie bonelliane del primo centinaio!E Borden nel suo messaggio precedente scrive:"TUTTO" il Tex bonelliano". Ecco, amigos, la parolina magica, quella che taglia la testa al toro, quella che ci parla della tradizionalit? di Boselli:"TUTTO"!!

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Boselli, in primis, quando afferma orgogliosamente di guardare a Bonelli padre e non a Nizzi. Vorrei sentire Mauro negare questo archetipo e presentarci, dunque, quello vero bonelliano ( e magari insistere che non ne è mai esistito uno ).

Bonelli non aveva una "formula": Bonelli seguiva il suo estro, che era variegato e creativo al massimo almeno nei primi 200 numeri. Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!Commento su Nolitta: le sue storie e il suo Tex sono diversissimi da quelli di Bonelli e anche dai miei, ed entrambi (io e Sergio) lo sappiamo benissimo. Neanch'io trovavo "giusto" il suo Tex incerto e tormentato (che non ha quasi niente a che fare con il "mio" Tex). Ciò non toglie che le sue storie, quasi tutte belle e molto originali e creative, abbiano fatto alla serie molto più bene che male in un periodo difficile della storia di Tex. Il che ridimostra la mia tesi: meglio la fantasia dei compitini. E che nessuno interpreti le mie parole nel senso che io "sparo a zero" su Nizzi. Nizzi è un grande autore che ha scritto trentamila tavole di Tex, almeno quindicimila delle quali eccellenti e le altre sicuramente meno buone. Io ne ho scritte solo un terzo e prima di fare considerazioni devo almeno oltrepassare la metà di quante ne ha scritte lui. Di sicuro, a giudicare da quello che Nizzi ha scritto e detto, la nostra visione di Tex , di come si debba scriverlo, è diversa. Ma non quanto pensava lui e come ha lasciato detto e scritto polemicamente, facendo quello che io non mi sono mai sognato di fare, cioè attaccare un collega in pubblico. Credo anzi che i pregiudizi e le regole aristoteliche di cui sopra nascano in parte dalle sue famose dichiarazioni contro il mio modo di interpretare Tex e il suo mito, che espresse quasi subito, dopo l'uscita di quattro o cinque mie storie... Poi c' anche una questione di gusti, che non posso contestare. A chi piace uno stile, a chi un altro. Quel che trovo assurdo è quando si critica una storia sulla base di teoremi, ANCHE SE la si trova buona (lo si dice a proposito di "Invincibili" o "Assassini" , considerate "buone storie sbagliate" da alcuni di voi). Borden :old:
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Leggendo tutti i commenti mi sono ancora più convinto di una mia idea; idea apparentemente originale, che però è se notate è riassume e dipinge praticamente le opinioni di tutti.
E dunque, abbiamo due tesi (sintetizzo all'estremo, per evitare lungaggini):
Prima tesi: Tex, nelle trame di Boselli, è centrale. Egli è il risolutore della vicenda, è il motore degli eventi principali, è il protagonista più rifulgente.
Seconda tesi: Tex, nelle trame di Boselli, non è centrale. Ci sono molti comprimari, la vicenda è ricca di intrecci, si sofferma spesso sull'azione (e/o sul passato) di altre figure, sicch? Tex - alla fin fine - partecipa semplicemente alla vicenda di altri, pur con ruolo significativo e pur piazzando la ?stoccata? finale.
Teoria mia: nelle storie di Boselli, Tex è (quasi) sempre centrale, ma non sempre è ?percepito? come tale, ma questo accade per motivi strutturarli, di scrittura e di sceneggiatura, più che di soggetto.
E? un problema quasi subliminale: infatti, poi, andando a rileggere ed analizzare minuziosamente le varie avventure, spesso i sostenitori della seconda tesi devono dar ragione a quelli della prima. Perchè accade questo? A questo punto mi ?autoplagio?, riproponendo quasi integralmente un mio intervento che scrissi tempo fa in un altro Forum texiano (di cui non faccio il nome ma che avrete certamente capito tutti :indianovestito: ).
E dunque: secondo me, il grande segreto del Tex bonelliano è stato il saper creare un mix perfetto tra avventura, momenti di tensione e di suspance, e situazioni che "rilassano" il lettore, lo fanno sentire a suo agio, gli fanno "riconoscere" immediatamente il personaggio. Si tratta di scene apparentemente inutili ai fini narrativi, quali la preparazione di un pasto frugale, la visita a un ristorante con battibecco col cameriere, un siparietto con Carson, una rissa con il bullo di paese, una particolare espressione sorniona (mi viene in mente la memorabile vignetta in cui Tex osserva, e poi richiama ironicamente, monsieur Bonnet dopo essersi arrampicato alla finestra del suo appartamente in "Sulle piste del Nord"), e che hanno in verità - per il lettore di Tex - la medesima funzione del sorbetto al limone tra piatti di carne e piatti di pesce: vale a dire, una gradevole, rilassante fase di transizione tra momenti di pura avventura, di tensione, di svolgimento della trama, a momenti tipicamente "texiani", che fanno immediatamente riconoscere il personaggio e la sua statura. Quasi ?ex se?.
Per Bonelli era facile, molto facile scrivere così: Bonelli ERA Tex, e si divertiva un mondo, si scatenava a scrivere un Tex così. La costruzione della trama era vulcanica, istintiva, alluvionale.
Boselli no: Boselli è uno ?studente che studia?, direbbe Tot?. Non potrebbe mai e poi mai scrivere un Tex così.
Ne consegue che in Boselli, a volte, fasi come quelle descritte (che pure ci sono, attenzione) non sono "percepite" dal lettore, perchè mescolate (e sacrificate) ad una sceneggiatura quasi sempre densa, serrata, ricca di situazioni, intrecci e personaggi (a volte, e SOLO a volte, obiettivamente "rubascena").
In altre parole, Tex - in intrecci simili - ha meno tempo di rilassarsi o di "texeggiare" (perdonatemi l'orribile neologismo), e (con lui) non si rilassa nemmeno il lettore. Cosa intendo per rilassarsi? Staccare - per un attimo - dal filo logico dell'avventura ed immergersi in una dimensione esclusivamente, squisitamente texiana; mettendosi dal lato del lettore, quest?ultimo (il lettore) riconosce subito che l'autore, in quel momento, non ha inteso darci quelle pagine perchè hanno un significato all'interno della storia, o perchè fungano da snodo della vicenda, ma solo per offrirci l'icona-Tex, e per il piacere di farcela gustare.
Ed il lettore ?esce? dalla trama, si rilassa, e ... gusta. Simultaneamente, senza rendersene conto. Quindi riprende il filo della narrazione. Quasi un meccanismo subliminale.
Non voglio complicare eccessivamente quello che è il semplice piacere di leggere un fumetto, ma riporto le parole usate da Marcel Proust nel descrivere l'ondata emozionale che lo aveva assalito, gustando la famosa madeleine: "Una deliziosa volutt? mi aveva invaso, staccata da qualsiasi nozione della sua causa". Fate attenzione alle singole parole: ?staccata da qualsiasi nozione della sua causa?.
Non c'è alcun motivo apparente perchè un lettore texiano ?goda? quando Willer chiama "vecchio cammello" il suo anziano pard, e non c'è - sempre all'apparenza - alcuna particolare prodezza tecnica da applaudire, in uno sceneggiatore che si avvalga di "topoi" texiani arcinoti ed arci-utilizzati (bistecche & patatine, peste & corna ed affini); ma il saper dosare, inserire e miscelare queste madeleine all'interno di una sceneggiatura tecnicamente ricca, curata e calibrata (quali quelle che, quasi sempre, ci propone Boselli) ?, per me, la chiave per tendere al prodotto finale perfetto, anche dal punto di vista della "sensazione di centralit? texiana" lasciata al lettore. ::evvai::

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Non voglio entrare in questioni che non mi competono, come le diatribe tra autori ( di cui non ero peraltro a conoscenza ). Voglio solo dire una cosa : non sono un partigiano. Cerco di leggere Tex in modo obiettivo, senza guardare il nome dell'autore ( a tal proposito sarebbe bene tornare al classico ' SCRITTO DA G. L. BONELLI' ). Non son neppure un cerca-cavilli, ma un osservatore del dettaglio: che è cosa ben diversa. E non sono un lettore arido che vuole schematizzare tutto in categorie. Nel momento in cui dico che centralit? del personaggio, emergere dei personaggi nell'azione e non fuori, narrazione basata sul linguaggio sono elementi cardine di GLB, non intendo certo che GLB si mettesse a scrivere a tavolino secondo un canone prefissato, ma che naturalmente Tex si è così plasmato. Il senso del mio ragionamento era ovvio anche prima, ma a qualcuno ha fatto comodo travisarlo. Rispettare certe linee basi di Tex ( gli schemini di cui qualche genio ha parlato) non significa far inaridire il personaggio bensì conservarne il senso profondo. Non voglio con ciò dire che non si possa osare con qualche storia particolare: Nizzi stesso l'ha fatto ( ad esempio, il texone di Parlov, che peraltro non mi è per nulla piaciuto). E tuttavia deve essere l'eccezione, non la regola. Si ritorna tuttavia al punto di partenza: qual è il vero senso di Tex? Il vero custode è Nizzi, Boselli o chi altri? Ebbene, mi piacerebbe sapere dai miei avversari dialettici quali sono per loro gli elementi cardine di Tex e in che modo Boselli ne sarebbe il vero interprete. Certo, se poi qualcuno mi viene a citare "Matador" come esempio di centralit? di Tex (solo perchè ammazza più gente degli altri e risolve la sparatoria finale), allora l', per dirla con un leninismo mourinhano, mi sa tanto di prostituzione intellettuale. Nel dir questo, voglio sottolineare che non sono un anti-boselliano prevenuto: " Il Passato Di Carson", "Sulla Pista Di Fort Apache", " Bufera Sulle Montagne Rocciose" o "Montagne Maledette" sono storie eccezionali che leggo sempre con passione. Allo stesso modo sono il primo a essere critico su alcuni aspetti della scrittura nizziana: effettivamente, in certe storie Carson tende un po' a Chico ( ad esempio, in "Guerriero Apache" sono davvero fastidiose le battute con Cochise che promette il cibo all'anziano ranger). Curioso tuttavia che tutti gli anti-nizziani si dimentichino che in "El Morisco" Carson non si butta in acqua ad inseguire Pablito per colpa dei reumatismi, o che in "La Legge Del Più Forte" sia legato come un salame da un vecchio giudice alcolizzato ( Bean). Ma c'è un qualcosa in più del non rispetto di certi elementi cardine che non sento in Boselli: il calore dei personaggi. Laddove leggere il Tex di Bonelli è come stare in trattoria in compagnia di amici, pennette e vino rosso. Anche nelle storie più tese ( "Il Giuramento" o "Tra Due Bandiere", ad esempio) traspare questo indissolubile legame tra i personaggi e il lettore, legame che non trovo in Boselli. Se non nei due capolavori ( "Il Passato Di Carson" e "Sulla Pista Di Fort Apache") che non a caso sento intimi. Dopo dico la mia anche sull'interessante intervento di Tahzay.

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Credo che Tahzay abbia colto nel segno quando parla di percezione. In effetti, a mio parere, coloro che parlano di scarsa centralit? di Tex rispetto al modello bonelliano sono spesso vittime di uan sorta di illusione "ottica". Personalmente faccio fatica a trovare nelle storie di G. L. Bonelli un modello, una formula indifettibile, una sorta di equazione per cui se fai A + b+ C ottieni come risultato una storia di Tex. Affidandomi solo alla memoria, ad esempio, non mi riesce di ricordare un inizio standard per una storia scritta da G. L. Bonelli. A volte si inizia a meta dell'azione, a volte c'è un prologo più o meno lungo, a volte Tex è presente fin dall'inzio, altre arriva dopo 30 pagine o più; a volte interviene per caso, altre gli è stato affidato un incarico da qualcuno. Allo stesso modo non vedo una formula nelle volte in cui c'è una rissa in un saloon od una sparatoria. Come ben dice Boselli, Bonelli seguiva solo l'estro del momento. Quanto al resto mi sento di condividere pienamente quest'affermazione fatta da Borden:

Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!

Opinione che, resto coincide con quella espressa, da Gianfranco Manfredi in un articolo pubblicato sul suo sito sul tema della serialit?:

il seriale, ogni seriale, anche quello di Personaggio, è una forma di narrativa in costante evoluzione. Perchè un seriale resti vivo, deve continuare ad appassionare al di l' dell'abitudine, deve saper sorprendere in modo che l'abitudine non si muti in noia, e deve inoltre saper attrarre nuovi lettori e mostrarsi sempre all'altezza dei tempi. Dunque non può assolutamente limitarsi alla ripetizione meccanica di uno stereotipo. Il suo passato glorioso non deve rappresentare un altare cui sacrificare vergini e bambini (cioè il nuovo). Il fatto stesso che la serialit? si fondi su una storia scandita per episodi successivi, una storia che non finisce mai o della quale comunque non si può prevedere la fine, chiarisce come la sua vera natura sia evolutiva. Oggi molti tendono a pensare la serialit? come eterna riproposizione di un modello che funziona di per sè, alla cieca, puro motore immobile nel cambiamento vorticoso delle cose, e unico saldo appiglio cui afferrarsi proprio perchè fondata sul già conosciuto. In poche parole una minestra riscaldata. La serialit? è invece un modello in progress, si fonda su una tradizione, ma la sviluppa adattandola e reinventandola costantemente ai mezzi, ai modi espressivi e produttivi e ai tempi.

Opinioni, entrambe che condivido al 100%. Detto questo, non so cosa altro potrei aggiungere, visto che temo che tutti rimarrranno sulle proprie posizioni. _ahsisi Modificato da Carlo Monni
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Personalmente faccio fatica a trovare nelle storie di G. L. Bonelli un modello, una formula indifettibile, una sorta di equazioen pe rcui se fa A + b+ c ottieni coem risultato una storia di Tex.

Quanto al resto mi sento di condividere pienamente quest'affermazione fatta da Borden:

Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!

Trovo spiacevoli queste parole. Spiacevoli perchè non sincere. E' del tutto ovvio che, quando parlo di 'cardini glbonelliani', non intendo che GLB scrivesse a tavolino su uno schema preordinato, bensì che la scrittura del padre di Tex avesse delle origini secondo le quali Tex si è plasmato nel tempo: tanto per fare un esempio, l'emergere del personaggio nell'azione e non fuori è tipico del romanzo di cappa e spada ( come noto, grande passione di GLB ). E in ogni caso, i cardini suddetti sono il frutto di un'analisi del Tex bonelliano, non un 'auto-imposizione di Bonelli stesso. Accetto tutto, ma non che si travisi ad hoc il senso -ovvio-delle mie tesi. Pietoso poi farmi passare per un amante della storia-schemino, quando dico ben altro: ovvero che bisogna tenere in mente Tex come è stato plasmato dal suo demiurgo. Serve l' umilt? di anteporre il personaggio alla propria firma. Non è poco.
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Personalmente faccio fatica a trovare nelle storie di G. L. Bonelli un modello, una formula indifettibile, una sorta di equazioen pe rcui se fa A + b+ c ottieni coem risultato una storia di Tex.

Quanto al resto mi sento di condividere pienamente quest'affermazione fatta da Borden:

Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!

Trovo spiacevoli queste parole. Spiacevoli perchè non sincere. E' del tutto ovvio che, quando parlo di 'cardini glbonelliani', non intendo che GLB scrivesse a tavolino su uno schema preordinato, bensì che la scrittura del padre di Tex avesse delle origini secondo le quali Tex si è plasmato nel tempo: tanto per fare un esempio, l'emergere del personaggio nell'azione e non fuori è tipico del romanzo di cappa e spada ( come noto, grande passione di GLB ). E in ogni caso, i cardini suddetti sono il frutto di un'analisi del Tex bonelliano, non un 'auto-imposizione di Bonelli stesso. Accetto tutto, ma non che si travisi ad hoc il senso -ovvio-delle mie tesi. Pietoso poi farmi passare per un amante della storia-schemino, quando dico ben altro: ovvero che bisogna tenere in mente Tex come è stato plasmato dal suo demiurgo. Serve l' umilt? di anteporre il personaggio alla propria firma. Non è poco.
Se quel che dici fosse così ovvio, o se lo avessi espresso meglio, non lo avrei travisato!Ma tu, con grande sicumera, mi dai dell'insincero e dici che le mie opinioni sono spiacevoli e pietose (oltre a ribadire che manco di umilt? perchè non scrivo come vuoi TU, anche se magari questo modo di scrivere andava benissimo a GL e va bene a Sergio - mah!m si sa che loro di Tex masticano poco...)! Sei tu che non vuoi capire - oltre a essere offensivo, naturalmente, ma questo è quel che mi tocca a voler discutere con voi. Ho commesso di nuovo questo stupido errore! :malediz... BordenPS E adesso qualcuno dir? che l'arrogante sono IO!
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Personalmente faccio fatica a trovare nelle storie di G. L. Bonelli un modello, una formula indifettibile, una sorta di equazioen pe rcui se fa A + b+ c ottieni coem risultato una storia di Tex.

Quanto al resto mi sento di condividere pienamente quest'affermazione fatta da Borden:

Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!

Trovo spiacevoli queste parole. Spiacevoli perchè non sincere. E' del tutto ovvio che, quando parlo di 'cardini glbonelliani', non intendo che GLB scrivesse a tavolino su uno schema preordinato, bensì che la scrittura del padre di Tex avesse delle origini secondo le quali Tex si è plasmato nel tempo: tanto per fare un esempio, l'emergere del personaggio nell'azione e non fuori è tipico del romanzo di cappa e spada ( come noto, grande passione di GLB ). E in ogni caso, i cardini suddetti sono il frutto di un'analisi del Tex bonelliano, non un 'auto-imposizione di Bonelli stesso. Accetto tutto, ma non che si travisi ad hoc il senso -ovvio-delle mie tesi. Pietoso poi farmi passare per un amante della storia-schemino, quando dico ben altro: ovvero che bisogna tenere in mente Tex come è stato plasmato dal suo demiurgo. Serve l' umilt? di anteporre il personaggio alla propria firma. Non è poco.
Se quel che dici fosse così ovvio, o se lo avessi espresso meglio, non lo avrei travisato!Ma tu, con grande sicumera, mi dai dell'insincero e dici che le mie opinioni sono spiacevoli e pietose (oltre a ribadire che manco di umilt? perchè non scrivo come vuoi TU, anche se magari questo modo di scrivere andava benissimo a GL e va bene a Sergio - mah!m si sa che loro di Tex non masticano poco...)! Sei tu che non vuoi capire - oltre a essere offensivo, naturalmente, ma questo è quel che mi tocca a voler discutere con voi. Ho commesso di nuovo questo stupido errore! :malediz... BordenPS E adesso qualcuno dir? che l'arrogante sono IO!
Non volevo essere sgarbato : se lo sono sembrato, mi scuso. E' che mi sembrava del tutto ovvia la cosa : ho avuto la sensazione che , come potrebbe dire il proverbio, tu e Carlo foste 'cattivi intenditori' . In ogni caso, pur nel dissenso, amici come prima :indianovestito: .
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Personalmente faccio fatica a trovare nelle storie di G. L. Bonelli un modello, una formula indifettibile, una sorta di equazioen pe rcui se fa A + b+ c ottieni coem risultato una storia di Tex.

Quanto al resto mi sento di condividere pienamente quest'affermazione fatta da Borden:

Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!

Trovo spiacevoli queste parole. Spiacevoli perchè non sincere. E' del tutto ovvio che, quando parlo di 'cardini glbonelliani', non intendo che GLB scrivesse a tavolino su uno schema preordinato, bensì che la scrittura del padre di Tex avesse delle origini secondo le quali Tex si è plasmato nel tempo: tanto per fare un esempio, l'emergere del personaggio nell'azione e non fuori è tipico del romanzo di cappa e spada ( come noto, grande passione di GLB ). E in ogni caso, i cardini suddetti sono il frutto di un'analisi del Tex bonelliano, non un 'auto-imposizione di Bonelli stesso. Accetto tutto, ma non che si travisi ad hoc il senso -ovvio-delle mie tesi. Pietoso poi farmi passare per un amante della storia-schemino, quando dico ben altro: ovvero che bisogna tenere in mente Tex come è stato plasmato dal suo demiurgo. Serve l' umilt? di anteporre il personaggio alla propria firma. Non è poco.
Se quel che dici fosse così ovvio, o se lo avessi espresso meglio, non lo avrei travisato!Ma tu, con grande sicumera, mi dai dell'insincero e dici che le mie opinioni sono spiacevoli e pietose (oltre a ribadire che manco di umilt? perchè non scrivo come vuoi TU, anche se magari questo modo di scrivere andava benissimo a GL e va bene a Sergio - mah!m si sa che loro di Tex non masticano poco...)! Sei tu che non vuoi capire - oltre a essere offensivo, naturalmente, ma questo è quel che mi tocca a voler discutere con voi. Ho commesso di nuovo questo stupido errore! :malediz... BordenPS E adesso qualcuno dir? che l'arrogante sono IO!
Non volevo essere sgarbato : se lo sono sembrato, mi scuso. E' che mi sembrava del tutto ovvia la cosa : ho avuto la sensazione che , come potrebbe dire il proverbio, tu e Carlo foste 'cattivi intenditori' . In ogni caso, pur nel dissenso, amici come prima :indianovestito: .
Io vorrei solo capire cosa c'è di insincero nelle mie parole. Spiacevoli portranno anche esserlo, ma insincere proprio no. Io ho detto esattamente quel che penso e credo in ogni parola che ho detto e ci sono rimasto male nel sentirmi sostanzialmente dare del bugiardo (perchè, voluta o no, questa è la sostanza del termine da te usato). Se mi permetti, il tuo errore, chiamiamolo così, metodologico, è dare per scontato che le tue personali convinzioni corrispondando ad una sorta di verità oggettiva, cosa che, l'ho ribadito più volte, contesto e continuerà a contestare. partendo da questo presupposto è chiaro che per te sia io che Boselli travisiamo la realtà e che è del tutto inutile continuare a discutere con te visto che viviamo in realtà parallele o, se preferisci, parlimo lingue diverse. Detto questo, mi ritiro da questa sterile discussione e ti consglio di pensarci due voilte prima di dare ancora dell'insincero a qualcuno solo perchè non la pensa come te.
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Personalmente faccio fatica a trovare nelle storie di G. L. Bonelli un modello, una formula indifettibile, una sorta di equazioen pe rcui se fa A + b+ c ottieni coem risultato una storia di Tex.

Quanto al resto mi sento di condividere pienamente quest'affermazione fatta da Borden:

Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato. Seguire una "formula" è l'antitesi della creativit?, ANCHE DI QUELLA SERIALE. Tex è forse il serial a fumetti con più pagine in assoluto al mondo! Fare come dite voi non significa tenerlo in vita, magari mummificato, ma, al contrario, accelerarne la fine!

Trovo spiacevoli queste parole. Spiacevoli perchè non sincere. E' del tutto ovvio che, quando parlo di 'cardini glbonelliani', non intendo che GLB scrivesse a tavolino su uno schema preordinato, bensì che la scrittura del padre di Tex avesse delle origini secondo le quali Tex si è plasmato nel tempo: tanto per fare un esempio, l'emergere del personaggio nell'azione e non fuori è tipico del romanzo di cappa e spada ( come noto, grande passione di GLB ). E in ogni caso, i cardini suddetti sono il frutto di un'analisi del Tex bonelliano, non un 'auto-imposizione di Bonelli stesso. Accetto tutto, ma non che si travisi ad hoc il senso -ovvio-delle mie tesi. Pietoso poi farmi passare per un amante della storia-schemino, quando dico ben altro: ovvero che bisogna tenere in mente Tex come è stato plasmato dal suo demiurgo. Serve l' umilt? di anteporre il personaggio alla propria firma. Non è poco.
Se quel che dici fosse così ovvio, o se lo avessi espresso meglio, non lo avrei travisato!Ma tu, con grande sicumera, mi dai dell'insincero e dici che le mie opinioni sono spiacevoli e pietose (oltre a ribadire che manco di umilt? perchè non scrivo come vuoi TU, anche se magari questo modo di scrivere andava benissimo a GL e va bene a Sergio - mah!m si sa che loro di Tex non masticano poco...)! Sei tu che non vuoi capire - oltre a essere offensivo, naturalmente, ma questo è quel che mi tocca a voler discutere con voi. Ho commesso di nuovo questo stupido errore! :malediz... BordenPS E adesso qualcuno dir? che l'arrogante sono IO!
Non volevo essere sgarbato : se lo sono sembrato, mi scuso. E' che mi sembrava del tutto ovvia la cosa : ho avuto la sensazione che , come potrebbe dire il proverbio, tu e Carlo foste 'cattivi intenditori' . In ogni caso, pur nel dissenso, amici come prima :indianovestito: .
Io vorrei solo capire cosa c'è di insincero nelle mie parole. Spiacevoli portranno anche esserlo, ma insincere proprio no. Io ho detto esattamente quel che penso e credo in ogni parola che ho detto e ci sono rimasto male nel sentirmi sostanzialmente dare del bugiardo (perchè, voluta o no, questa è la sostanza del termine da te usato). Se mi permetti, il tuo errore, chiamiamolo così, metodologico, è dare per scontato che le tue personali convinzioni corrispondando ad una sorta di verità oggettiva, cosa che, l'ho ribadito più volte, contesto e continuerà a contestare. partendo da questo presupposto è chiaro che per te sia io che Boselli travisiamo la realtà e che è del tutto inutile continuare a discutere con te visto che viviamo in realtà parallele o, se preferisci, parlimo lingue diverse. Detto questo, mi ritiro da questa sterile discussione e ti consglio di pensarci due voilte prima di dare ancora dell'insincero a qualcuno solo perchè non la pensa come te.
Non ho usato il termine 'insincero' ( del quale comunque mi scuso ) perchè non condividi le mie idee, Carlo: ci mancherebbe. L' ho usato solo perchè ho avuto l'impressione che , con un gioco retorico , tu avessi distorto ad hoc i miei argomenti: e diciamocelo, mi sembra che mi fossi già spiegato bene. Era del tutto ovvio il senso della mia tesi: 'cardini' significa 'cardini'. Non ho mai parlato di semplice schemino. Ad ogni modo, mi scuso nuovamente per il tono della risposta, in verità più piccato che offensivo.
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comunque se mi posso permettere voglio dire che tex e' un fumetto , un divertimento , un passatempo non dobbiamo per forza crearci problemi di vario genere invece qui stiamo parlando come laureandi o ricercatori universitari che portano come tesi tex !!rilassiamoci un po' e ricordiamo che a qualcuno una storia puo' piacere ad un altro no , stop e' questo il punto ed e' proprio la diversita' di gusti , carattere e personalita' di ogni persona a far bello il mondo !

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Bonelli non aveva una "formula": Bonelli seguiva il suo estro, che era variegato e creativo al massimo almeno nei primi 200 numeri. Distillare una "formula" e attenervisi non significa ricreare il Tex di Bonelli ma cristallizzarlo, impoverirlo, e ben presto farlo decadere e illanguidire, come si è puntualmente verificato.

Quello che fa Nizzi, col suo schemino, è ricostruire un'insieme di situazioni tipiche che lui riscontra nelle storie di Bonelli. Non è un esercizio sterile. Lo sanno bene, per esempio, i formalisti russi. O chi, in TV, appena ieri teorizzava la derivazione di tutte le fiabe da un unico modello originario. Col suo schemino Nizzi mostra di aver percepito una grande diversit? di personaggi, situazioni, habitat, nelle storie bonelliane. Se applicassi un certo tipo di analisi alle storie boselliane, otterrei come risultato che lui è meno variegato. Si affida, per esempio, in otto delle sedici storie della fascia 400 a degli antagonisti tutti riconducibili a bande o associazioni. 1 ) banda degli Innocenti2 ) desperados di Hoss O'Brien3 ) criminali soci de Il Maestro4 ) banda degli irlandesi5 ) banda di Jack Thunder6 ) banda di yaquis di Narvaez7 ) galeotti de "L'ultima invasione"8 ) RegolatoriStessa identica situazione nella fascia 500.1 ) banda di Deadman Dick2 ) banda di scott Dunson3 ) posse di Hugh Langdon4 ) sicari di jim bennet5 ) desperados di nacho Gutierrez6 ) banda di ex-jayhawkers7 ) banda di Hodoo Brown e Mathers8 ) scalphunters di "Spedizione in Messico"Nizzi invece seguendo il suo "schemino" varia certamente di più gli antagonisti: il suo bistrattato schema è frutto di studio accurato, che ha dato i suoi frutti quando all'autore era espressamente richiesta una totale identificazione al modello bonelliano. Non a caso Nizzi ha detto a chiare lettere di averlo abbandonato o poco considerato non appena si è reso conto che Boselli poteva permettersi la scelta di raccontare Tex a modo suo. Caduto il "sacro vincolo bonelliano" Nizzi ha inziato a proporci situazioni atipiche ( come si verificano per esempio ne "I fratelli Donegan" ) che prima mai e poi mai si sarebbe sognato di propinare al lettore. Se trovo l'intervista la inserisco come prova. In Boselli presentare gruppi di uomini dove almeno tre o quattro hanno una forte caratterizzazione, nuociono gravemente alla percezione che un lettore può avere della "centralit?" di Tex, che finisce per restare (parzialmente) adombrato dai tanti personaggi. Poi non sto criticando Boselli, che con le sue "bande" ha scritto fior fiore di CAPOLAVORI.
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