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TWF - Tex Willer Forum

Verosimiglianza storica dei disegni di Tex


NuvolaRossa75
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A proposito di errori, volevo segnalare qualcosa anch'io. Dopo mesi trascorsi senza leggere un albo di Tex, oggi ho preso in mano questo "Faccia di cuoio" (condivido le perplessit? sul titolo, a me ha fatto subito pensare a "Non aprite quella porta") e a pagina 3 sono rimasta basita come una triglia galvanizzata: dopo aver letto che l'ambientazione sono le "Montagne Rocciose", vedo un gruppo di trapper che afferma che "Senza i Modoc non avremmo mai trovato la vena d'oro". I Modoc nelle Montagne Rocciose?!?!?! I Modoc erano stanziati in California e nell'Oregon meridionale, quindi parecchio lontani dalle Rockies. Siamo tornati al bel tempo andato di "Mano Gialla", quando trovavamo i Seminole nel Wyoming? :lol2:

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A questo punto tralascio il fatto che i "Modoc" sono abbigliati come Apache o Navajo (niente penne e bisonti , siamo del sud -_nono - ); e prima che mi diate della iperpignola, faccio presente che, commentando questa storia, nel forum di farwest. it praticamente tutti hanno notato le incongruenze di cui sopra. A proposito, se qualcuno si vuol togliere lo sfizio di vedere com'erano davvero i Modoc, può rifarsi a questa immagine conservata allo Smithsonian :http://sirismm. si. edu/naa/baegn/gn_03053.jpg(in ogni caso, complimenti a Torricelli, i disegni sono praticamente l'unico motivazione per leggere quest'albo)Però, se si voleva tornare all'epopea del West de noantri a tutti i costi, almeno un "Gran Manito" ce lo potevano servire. :lol:

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C'è da dire, cara Nuvola Rossa, che non si può fare un confronto tra disegni fumettistici e immagini storiche. Quando ho comprato "I Navajo, popolo della terra" ci sono rimasta maluccio vedendo le foto di Manuelito, Carnero Mucho ecc. Non dubito che avessero l'aspetto fiero, ma preferisco i navajos immaginari creati dalla fertile mente di Galep e degli altri disegnatori.

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Posso chiedere in cosa trovavi diversi i Navajo storici da quelli di Galep? Dal punto di vista della rappresentazione dei costumi, a parte qualche inevitabile imprecisione, non sono lontanissimi dalla realtà; se si parla invece del fisico dei singoli individui (certo, Manuelito era piuttosto bolso se paragonato a Tiger Jack), questo fa parte della dimensione eroica assegnata agli indiani nel fumetto . Rappresentare un guerriero o capo eroico come un omaccione stacciuto fa inevitabilmente crollare le aspettative del lettore (l'eroico Gall di Little Big Horn era più largo che lungo). Le inesattezze storiche, geografiche e figurative dei tempi di Bonelli-Galep erano poi giustificate dalla difficolt? di accesso a risorse informative, difficolt? che ai nostri giorni non esiste più, cosa che porta anche i lettori ad essere più scaltri e attenti. Tornando all'errore segnalato in "Faccia di Cuoio", a mio parere (forse Boselli o Torricelli possono confermare o smentire), francamente non credo sia stato intenzionale, ma nell'ipotesi che lo sia, troverei questa "naivetà" strategica piuttosto stucchevole.

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Beh, tanto per dire nella loro prima comparsa indossano tutti un copricapo di penne, nemmeno una penna singola! E in quell'occasione non sono una meraviglia come aspetto, a mio parere. Poi troviamo Tiger a volte con le trecce, a volte con i capelli sciolti, con o senza penna. Naturalmente più atletici, come dici tu, e un aspetto ben lontano da quello asiaticheggiante ( :huh: ) rivelato dalle fotografie.

Non credo comunque nemmeno io che l'errore sulla collocazione geografica dei Modoc sia stato intenzionale.
Però tornando all'esempio di "Mano Gialla", è stato davvero spettacolare il duello apache con un Seminole che per agevolare Tex e risparmiargli il viaggio fino in Florida si è alleato con una tribù Cheyenne :lol:

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Torniamo però a quanto avevo detto nel messaggio precedente: le risorse informative, ai tempi di Galep, erano difficilmente accessibili. E che il pubblico di oggi sia più smaliziato rispetto a quello del buon tempo andato lo ha indirettamente riconosciuto anche la Bonelli che, nella versione a colori di "Mano Gialla", ha trasformato i Seminole originali in più credibili Arapaho ( :Phttp://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=1178Confermo anche quello che dicevo nella discussione a cui rimando sopra, ossia che nei fumetti la realtà storica non può vincere sulla creativit? narrativa; però in questo caso basterebbe cambiare il nome della tribù esattamente come si è fatto in "Mano Gialla", senza sacrificare ln alcun modo l'impianto narrativo della storia. Anche questo conferma direttamente che si è trattato di uno "scivolone" non intenzionale.

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Le inesattezze storiche, geografiche e figurative dei tempi di Bonelli-Galep erano poi giustificate dalla difficolt? di accesso a risorse informative, difficolt? che ai nostri giorni non esiste più, cosa che porta anche i lettori ad essere più scaltri e attenti. Tornando all'errore segnalato in "Faccia di Cuoio", a mio parere (forse Boselli o Torricelli possono confermare o smentire), francamente non credo sia stato intenzionale, ma nell'ipotesi che lo sia, troverei questa "naivetà" strategica piuttosto stucchevole.

Personalmente non me ne puo' fregare di meno se in una storia di Tex ci sono delle inesattezze storiche, se quest'ultima e' una buona storia. Non ho mai avuto la pretesa di imparare la storia d'America o la storia dei nativi (a proposito non capisco perche' si continua a chiamarli cosi. Quando era bello quando li chiamavamo indiani) leggendo un albo di Tex. Semplicemente non mi interessa se il nome di una tribu' viene inventata o se il disegnatore di turno li disegna con dei vestiti che non rispecchiavano la realta' storica. L'importante e', ripeto, leggere una storia interessante. Se volessi conoscere in modo piu' approfondito la cultura degli indiani comprerei dei libri.
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"Nativi americani" è il modo con cui desideano esser chiamati e personalmente sto bene attenta a usare questo e non "indiani" (che pure uso informalmente) quando mi rapporto a uno di loro. Se leggi quello che ho scritto oggi e quello che avevo scritto a suo tempo, ti accorgerai che la mia posizione non differisce nella sostanza dalla tua. Quello che ho voluto segnalare è stato principalmente un errore fattuale che poteva essere comodamente evitato (una tribù collocata nel posto sbagliato - che ci voleva a controllare o metterne un'altra?), anche contanto che Boselli è un autore che fa in genere molta attenzione all'ambientazione delle sue storie. Se per te non è importante la verosimiglianza in questo senso, certo il discorso non ti può interessare, ma tu non sei l'unico lettore di Tex e c'è anche chi fa attenzione a particolari come questo. Ho anche detto che i disegni di Torricelli mi piacciono, ma il fatto che un autore come Ticci abbia (nella storia "Congiura contro Custer") fatto evidentemente un grosso lavoro di ricerca iconografica per rappresentare situazioni e personaggi storici in modo verosimile me lo fa apprezzare ancora di più. Rispetto i tuoi gusti e i parametri che adoperi per giudicare una storia, ma - se permetti - io ne ho di diversi e li applico non meno legittimamente di te.

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"Nativi americani" è il modo con cui desideano esser chiamati e personalmente sto bene attenta a usare questo e non "indiani" (che pure uso informalmente) quando mi rapporto a uno di loro.

Capisco, ma spero che nessuno qui si offenda se io continuo a chiamarli indiani.

Rispetto i tuoi gusti e i parametri che adoperi per giudicare una storia, ma - se permetti - io ne ho di diversi e li applico non meno legittimamente di te.

Ci mancherebbe. Ho solo voluto manifestare il poco peso che hanno per me le inesattezze storiche in un albo di Tex ed in questa storia.
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Tutto sommato, io credo si debba valutare un'opera in quanto tale, indipendentemente dall'attinenza o meno alla realtà storica, geografica, culturale e quant'altro ( a meno che non si tratti di un documentario, ovviamente) : bisogna valutare un qualcosa nella sua autonomia artistica. Una storia può esser bella anche se nel Wyoming ci sono Seminole ! Del resto, il lavoro di uno sceneggiatore non può essere quello dello storico ; n° sarebbe semplice correggere tutti gli errori delle origini, quando le fonti, soprattutto fotografiche, erano certo meno reperibili. Dovremmo far combattere Kit Carson contro i Navajo ( che tra loro dovrebbero chiamarsi Din° ), gli Apache contro gli Apache. Senza contare che, in nome della verosimiglianza, come la metteremmo con Mefisto e quant'altro. In sintesi, Tex deve essere valutato su sè stesso, non sulla Storia. Nuvola Rossa, hai detto di avere contatti con alcuni nativi ( o indiani, se Anthony preferisce :D ) : sei per caso un'antropologa? Sarebbe una bella cosa!Infine, una curiosità sui suddetti Seminole: con una certa sorpresa, ho scoperto che la tribù è proprietaria della nota catena Hard Rock Caf?, acquistata nel 2006 per 1 mld $, con sede a Orlando, in Florida. Ehm, mi sa tanto che siamo un po' off topic :trapper: .

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Eppure Nuvola, rispettando anche io i parametri che ti portano ad apprezzare una storia piuttosto che un'altra, ti dir? che io, se da una parte non trovo niente di "meritorio" nell'inventarsi inutili strafalcioni (la "naivetà strategica" di cui parlavi), non vedo nemmeno il motivo di stravolgere una storia (Mano Gialla) che era nata come era nata. Gli Arapahos erano sicuramente a casa loro, ma i Seminoles erano a casa nostra, se capisci cosa intendo dire. Peraltro, se mi capitasse di incontrarne starei bene attenta ad usare il termine "nativi americani" e non indiani o pellirosse o epiteti simili. Ma è un fatto che i bambini hanno sempre giocato (finch? ci giocavano) a indiani e cowboy, non a nativi e cowboy. E Tex ?, senza la minima traccia di razzismo, difensore degli indiani. Anche in questo caso, la storicit? parla una lingua, l'immaginazione ne parla un'altra.

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Eppure Nuvola, rispettando anche io i parametri che ti portano ad apprezzare una storia piuttosto che un'altra, ti dir? che io, se da una parte non trovo niente di "meritorio" nell'inventarsi inutili strafalcioni (la "naivetà strategica" di cui parlavi), non vedo nemmeno il motivo di stravolgere una storia (Mano Gialla) che era nata come era nata. Gli Arapahos erano sicuramente a casa loro, ma i Seminoles erano a casa nostra, se capisci cosa intendo dire. Peraltro, se mi capitasse di incontrarne starei bene attenta ad usare il termine "nativi americani" e non indiani o pellirosse o epiteti simili. Ma è un fatto che i bambini hanno sempre giocato (finch? ci giocavano) a indiani e cowboy, non a nativi e cowboy. E Tex ?, senza la minima traccia di razzismo, difensore degli indiani. Anche in questo caso, la storicit? parla una lingua, l'immaginazione ne parla un'altra.

S?, concordo ( come quasi sempre, devo ammettere :indianovestito: ) con Cheyenne, che, con altre parole, ha detto quanto ho scritto anch'io poco fa. E' bene giudicare Tex nella sua dimensione, che è la fantasia. Fantasia per cui i Seminole sono in Idaho, esistono principi malesi che cercano di fondare un impero in mezzo al Colorado, un vecchio egiziano vive in Messico con un aiutante azteco, ci sono Vichinghi che, al grido di 'Per Odino!', si mettono a combattere in Alaska. Non credo neppure che ogni pellerossa ( giusto per risolvere la diatriba tra Nuvola Rossa e Anthony :trapper: ) , nella realtà, credesse in Manito e nelle praterie celesti ( questa mi sembra proprio un'invenzione di GLB ). E quant'altro. Questo per dire che anch'io cercherei di 'parlare la lingua di Tex' e non 'la lingua della Storia' : tanto più in un fumetto il cui linguaggio è tanto intriso (alle origini, almeno) di modi di dire italiani. Erano Seminole, non Arapaho.
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Eppure Nuvola, rispettando anche io i parametri che ti portano ad apprezzare una storia piuttosto che un'altra, ti dir? che io, se da una parte non trovo niente di "meritorio" nell'inventarsi inutili strafalcioni (la "naivetà strategica" di cui parlavi), non vedo nemmeno il motivo di stravolgere una storia (Mano Gialla) che era nata come era nata. Gli Arapahos erano sicuramente a casa loro, ma i Seminoles erano a casa nostra, se capisci cosa intendo dire.
Peraltro, se mi capitasse di incontrarne starei bene attenta ad usare il termine "nativi americani" e non indiani o pellirosse o epiteti simili. Ma è un fatto che i bambini hanno sempre giocato (finch? ci giocavano) a indiani e cowboy, non a nativi e cowboy. E Tex ?, senza la minima traccia di razzismo, difensore degli indiani. Anche in questo caso, la storicit? parla una lingua, l'immaginazione ne parla un'altra.

S?, concordo ( come quasi sempre, devo ammettere :indianovestito: ) con Cheyenne, che, con altre parole, ha detto quanto ho scritto anch'io poco fa.

E' bene giudicare Tex nella sua dimensione, che è la fantasia. Fantasia per cui i Seminole sono in Idaho, esistono principi malesi che cercano di fondare un impero in mezzo al Colorado, un vecchio egiziano vive in Messico con un aiutante azteco, ci sono Vichinghi che, al grido di 'Per Odino!', si mettono a combattere in Alaska. Non credo neppure che ogni pellerossa ( giusto per risolvere la diatriba tra Nuvola Rossa e Anthony :trapper: ) , nella realtà, credesse in Manito e nelle praterie celesti ( questa mi sembra proprio un'invenzione di GLB ). E quant'altro.
Questo per dire che anch'io cercherei di 'parlare la lingua di Tex' e non 'la lingua della Storia' : tanto più in un fumetto il cui linguaggio è tanto intriso (alle origini, almeno) di modi di dire italiani.
Erano Seminole, non Arapaho.

Quasi sempre, appunto! Proprio "sempre-sempre-sempre" magari no :P


Comunque credo che se indiani è sgradito, pellerossa sia ancora peggio (potrebbe essere scambiato per razzista). D'altra parte il recente "politically correct" crea spesso difficolt? nell'espressione. Oggi pare sia offensivo dire "negro", che viene corretto in "nero". Senza pensare che si tratta esattamente dello stesso termine. E uno spagnolo non potr? che parlare di "negros".
Questo non sminuisce l'ammirevole attenzione di Nuvola Rossa per questi dettagli. Dubito che mi capiter? mai di incontrare un navajo o un cherokee, ma nel caso non mi costerebbe nulla usare un termine che lui preferisce ed evitarne altri che lo offendono. Cosè come, pur ritenendola un'inutile sfumatura, mi permetto a volte di correggere chi usa l'espressione "negro".


(Ehm... non è che adesso rischiamo un nuovo OT, trasformando la discussione sulla verosimiglianza in quella sul politically correct? :D )

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Innanzitutto, grazie a Cheyenne per aver aperto questa discussione e aver spostato i messaggi.
Premetto innanzitutto che, impostando il discorso sulla verosimiglianza storica in Tex, escludevo automaticamente dalla discussione le componenti magico-fantastiche; nel momento in cui accettiamo una componente completamente avulsa dalla realtà, non si cavilla poi su dettagli che a quel punto diventano trascurabili. Se Tex in una storia incontra gli alieni, non si cavilla sul fatto che vengano dal pianeta Zylyzon piuttosto che da Marte che effettivamente esiste. Le storie di Mefisto, citate da don Fabio, rientrano in questa categoria e perciò non le prendevo nemmeno in considerazione in merito a questo discorso (fermo restando che per alcuni - non io - la componente fantastico-sovrannaturale dovrebbe avere uno spazio ridottissimo o nullo in Tex, che è un fumetto con una precisa valenza storica, si veda la discussione "Il sovrannaturale in Tex").

Per quanto riguarda i dettagli inverosimili (sempre per citare don Fabio, il principe malese che spadroneggia negli States, il brujo egiziano che vive in mezzo al deserto messicano), sono appunto inverosimili, non impossibili o falsi. E' inverosimile anche che Tex in una rissa abbia da solo la meglio su venti avversari, che a lui o a Kit Carson non siano ancora scoppiate le coronarie con la dieta e la vita che fanno, ma tutto questo non è assolutamente impossibile.

Con il discorso dei Modoc sulle Rockies, i Seminole nel Wyoming, i Choctaw vestiti da nativi dell'Amazzonia incontriamo invece un altro problema che è quello del falso storico. Abbiamo già detto che siamo in ambito fumettistico e nessuno, io per prima, pretende l'aderenza assoluta alla realtà storica. Detto questo, ribadisco che però
ai giorni nostri buona parte del pubblico è molto più smaliziata rispetto ai tempi di Bonelli-Galep. Tornando a quanto dicevo prima, Tex è poi un fumetto inserito in un contesto preciso, che è quello storico della Frontiera americana tra il 1860 e il 1890. Il West classico (per usare un espressione tipica), fino più o meno ai primi due decenni del secondo dopoguerra era noto al grande pubblico principalmente attraverso prodotti di fantasia, come cinema (statunitense), narrativa (europea e statunitense) e fumetti. Il fatto che poi la conoscenza diretta degli USA fosse allora prerogativa di pochi faceva sè che il West fosse per l'immaginario collettivo un luogo di fantasia non dissimile da quello che era il Catai per i contemporanei di Marco Polo, un topos in cui la fantasia poteva spaziare liberamente sui binari di quelle poche informazioni che arrivavano.
Con gli anni Settanta, e i movimenti dei Nativi americani, si è iniziato a vedere il West anche da un'altra prospettiva (ne parlavamo sempre con Anthony Steffen in un'altra discussione di cui ora però mi sfugge il nome) e a cercare di approfondire oggettivamente il discorso, sia da un punto di vista storico che antropologico. Anche Tex si è adeguato ai tempi, nel senso che gli autori non hanno potuto non tener conto di queste nuove conoscenze e della sensibilit? che queste costruivano. Inoltre, per una percentuale di lettori, si è rovesciata la prospettiva dell'avvicinamento al fumetto: non si hanno più solo lettori cui piace il West perchè leggono Tex, ma lettori appassionati di West che per questo leggono Tex. Autori come Nizzi e Boselli hanno dimostrato in genere molta serietà nella documentazione storica per un soggetto e troviamo anche disegnatori come il già citato Ticci che sanno costruire delle ambientazioni credibilissime. Autori come Fusco poi sono passati da ricostruzioni più o meno immaginarie ad altre molto verosimili: nella discussione su Tex e gli Shoshone si vede chiaramente un'evoluzione in questo senso da "La valle infuocata" al "Mercante francese". Tutto questo è segno evidente che, anche per gli autori, è impossibile ignorare questa maggiore accortezza da parte di alcuni lettori. Per quanto riguarda la parte di pubblico non culturalmente smaliziata, è vero anche (e penso soprattutto ai lettori più giovani) che Tex può essere un punto d'inizio per conoscere una realtà storica e culturale che per molti di loro ha ancora contorni molto fumosi. In questo senso rappresentare correttamente un manufatto nativo o citare un personaggio storico nel contesto geografico e temporale giusto è anche un'operazione educativa.

Detto questo, chiarisco che:

a. Proprio per un discorso di verosimiglianza storica, anch'io sono contraria agli eccessi di politically correct in Tex che, nel suo ambiente storico, non avrebbe mai parlato di "afro-americani" o "nativi americani", ma di "negri" e "indiani" (con le migliori intenzioni, si sa che il nostro ranger è un buono :trapper: ).

b. Per correttezza filologica e proprio per rispetto per gli autori e i tempi in cui vivevano, trovo anch'io "scorretto" correggere una storia come "Mano Gialla" che, oltre a essere un fumetto, era anche una testimonianza della cultura e della sensibilit? dei tempi. Però, per "Faccia di Cuoio" che è stata pubblicata nel XXI secolo, lo svarione lo vedrei bene corretto.

c. Resta ferma la mia convinzione che, per fare una bella storia a fumetti, la cosa essenziale è avere un buon soggetto, una buona sceneggiatura e dei bei disegni. Per me, ad esempio, "Morte di un soldato" che presenta molte inesattezze a livello storico è un'ottima storia, mentre "Missouri", molto più corretta storicamente, per la mia sensibilit? e gusto è un'opera molto debole. L'attenzione al particolare storico è qualcosa che accresce il valore di una storia, ma non può fare la storia da sola.


@Don Fabio: non sono un'antropologa, ma sono appassionata di nativi e tramite forum e aree di discussione ho avuto modo di parlare con alcuni di loro e ho tradotto un'opera di saggistica di un autore Lakota Sicangu. Attualmente poi sono in contatto con due Lakota Oglala, un Lakota Hunkpapa e una ragazza Crow. Confermo che anche il termine "pellerossa" è considerato offensivo e che in questo senso la sensibilit? dei nativi, come del resto quella degli afro-americani, è molto acuta.

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Personalmente il fatto che in una storia si faccia attenzione al fatto che in un determinato territorio ci siano gli apache piuttosto che i seminoles a combattere a fianco, o contro, di Tex lo considero alla stregua della classica ciliegina sulla torta. Mi fa piacere ma se per caso lo sceneggiatore o il disegnatore sbaglia non è che sto li a guardare il pelo nell'uovo. Se una storia è bella ci si può passare serenamente sopra in fondo Tex è un fumetto mica un romanzo storico. Ricordate quando in una storia di Tex spunt? una ford T è La cosa mi fece sorridere ma continuai a leggere ed a godermi la storia. Certo se un domani Tex impugnerebbe una beretta semiautomatica o in una didascalia lo sceneggiattore farebbe scrivere che i 4 pard lasciata la riserva dopo una giornata di cavallo giungono in Baviera allora il discorso cambierebbe, strafalcioni così grossolani non li accetterei neanche in un fumetto, ma errori veniali di utilizzo di una tribù anzich? un'altra anche ai giorni nostri con tutte le informazioni a portata di mano possono capitare senza peraltro guastare una buona storia.

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I falsi storici non dovrebbero essere voluti (anche perchè non è che una storia funzioni meglio se i protagonisti si chiamano Arapahos o Seminoles), ma se per un malaugurato incidente nasce "così", deve restare "così". IMHO, naturalmente. Anche "Faccia di cuoio". Modoc erano, Modoc restino. Senza dimenticare il falso storico principe, volontario, e continuato, del Kit Carson amico dei navajos! O l'inverosimile capotribù bianco, che tanto per gradire fa parte pure della grande fratellanza di uomini-medicina, o cose del genere. Capo è già un bel colpo, ma pure stregone honoris causa? Con le implicazioni religiose che questo implica? Niente niente Tex ha preso parte attiva a qualche cerimonia invocando le divinit? navajo?

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D'accordo con te Cheyenne, se io per ipotesi fra 10 o 20 anni mi ricompro nuovamente "Faccia di cuoio" perchè metti il caso lo hanno ristampato in una nuova grafica tridimensionale non è che trovo più soddisfazione se hanno corretto l'errore sui Modoc, devo dire comunque che allo stesso tempo l'eventuale correzione non mi darebbe fastidio perchè in fondo nella globalit? della storia è una cosa marginale. Altra cosa sarebbe se di punto in bianco decidessero di modificare tutte le storie perchè si rendono conto che non è mai esistito un capo bianco dei Navajo e facessero diventare Tex solo un amico dei Navajo, in questo caso andrebbe a farsi benedire tutto l'impianto storico del fumetto creato da GLB e questo si sarebbe uno stravolgimento inaccettabile. Altra cosa che mi da fastidio e il modificare arbitrariamente esclamazioni, disegni delle vignette etc etc all'insegna del politicamente corretto... ma questa è un'altra storia e ne abbiamo già parlato, non voglio rischiare di andare OT. Un ultimo accenno a Kit Carson, io non vorrei sbagliare ma GLB si ispir? sicuramente al vero Kit Carson nello scegliere il nome del ranger che divenne uno dei tre inseparabili pard di Tex ma nelle sue intenzioni non voleva affermare che il Kit Carson pard di Tex fosse effettivamente il Kit Carson realmente esistito. Quindi nel far vedere che Carson è un grande amico del popolo Navajo non si commette un falso storico.

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Una cosa: nelle tribù indiane gli "uomini-medicina" erano persone che avevano poteri particolari (magici) che si esplicavano non solo nell'abilità taumaturgica, ma anche nell'abilità e nell'invulnerabilità come guerrieri. Geronimo, tanto per fare un esempio, per noi riusc? a opporre una resistenza eccezionale all'esercito USA grazie alle sue abilità strategiche, ma per il suo popolo, gli Apache, questo era frutto del suo essere "di-yin" (tradotto grossolanamente, stregone). Quindi il fatto che Tex sia praticamente invincibile in combattimento è già di per sè un titolo sufficiente per farne un uomo-medicina. Non è affatto un errore antropologico :trapper: Per Kit Carson, mi pare che l'affermazione di West10 (ossia che nelle intenzioni di Bonelli il personaggio avesse in comune con il Kit Carson storico solo il nome) sia corretta. Nel caso della correzione del nome dei Modoc, c'è anche da considerare la volont? dell'autore: se Mauro Boselli - che spero torni a intervenire presto sul forum - lo vorr? correggere perchè interessato alla verosimiglianza storica nelle sue storie, nessuno potr? costringerlo a non farlo. Come nessuno potr? impedirgli di lasciare la storia così com'?, senza apportare correzioni di sorta. Un'ultima considerazione: nel suo primo messaggio West10 affermava che non lascerebbe correre svarioni tipo (cito): "se Tex impugnasse una beretta semiautomatica o in una didascalia lo sceneggiatore scrivesse che i 4 pard, lasciata la riserva dopo una giornata di cavallo, giungono in Baviera". Questo lascia trasparire che il lettore è portato a notare quegli errori che interessano la sua sfera di conoscenze. Quindi, se sono un esperto d'armi, noter? eventuali errori nei disegni e nella denominazione delle pistole che usa Tex (e nell'altro forum che frequento vi assicuro che ci sono molte persone che li notano eccome!), se mi interesso di nazioni amerindiane, noter? errori a riguard; o, se sono un naturalista o un geologo, magari farà caso all'accuratezza nella rappresentazione degli ecosistemi. L'errore della Baviera o della Beretta semiautomatica sono naturalmente iperboli e non credo che la Bonelli si servirebbe mai di sceneggiatori capaci di partorire "perle" simili :P , ma è anche vero che tanto più diversificata ed esperta è l'utenza a cui ci si rivolge, quanto maggiore sia l'attenzione che si faccia a questi particolari. L'"ingenuità" e l'immediatezza del Tex degli albori avevano la propria ragione d'essere in ragione dei tempi; anche l'evoluzione psicologica del personaggio stesso ne ha risentito, e ciò non è dovuto soltanto alla diverse mani che hanno trattato il personaggio (e qui torniamo al discorso che si faceva in "Integralismo e avanguardismo", perciò, per non andare fuori tema, mi fermo qui).

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Personalmente il fatto che in una storia si faccia attenzione al fatto che in un determinato territorio ci siano gli apache piuttosto che i seminoles a combattere a fianco, o contro, di Tex lo considero alla stregua della classica ciliegina sulla torta. Mi fa piacere ma se per caso lo sceneggiatore o il disegnatore sbaglia non è che sto li a guardare il pelo nell'uovo. Se una storia è bella ci si può passare serenamente sopra in fondo Tex è un fumetto mica un romanzo storico. Ricordate quando in una storia di Tex spunt? una ford T è La cosa mi fece sorridere ma continuai a leggere ed a godermi la storia.

Sono d'accordo. Ovviamente se vi è una totale esattezza con la realtà storica è tanto di guadagnato, però mi basta che sia tutto verosimile. Se invece un particolare episodio è fuori da ogni logica, allora sono d'accordo che sarebbe meglio evitarlo. Per il fatto della Ford T, anche a me è scappato un sorriso quando l'ho letto per la prima volta, però non mi è venuto di certo spontaneo gridare allo scandalo: contestualizzando il tutto (in fondo erano i primi episodi, e di inesattezze ce n'erano già state) non mi è sembrata una cosa così assurda!
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Per il fatto della Ford T, anche a me è scappato un sorriso quando l'ho letto per la prima volta, però non mi è venuto di certo spontaneo gridare allo scandalo: contestualizzando il tutto (in fondo erano i primi episodi, e di inesattezze ce n'erano già state) non mi è sembrata una cosa così assurda!

Una domanda: se questo svarione comparisse in una storia di quelle attuali (e quindi fosse impossibile contestualizzare per chiunque :indianovestito: ), lo avresti recepito con la stessa naturalezza?
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S? West, sapevo che nelle intenzioni di Bonelli padre l'amico fraterno di Tex aveva solo il nome in comune con il grande scout, ma se un navajo dovesse leggere le avventure del nostro ranger probabilmente gli sarebbe un po' dura accettare la situazione. A meno che, ed è questo che faccio io, non consideri tutto l'apparato quale realmente ?, cioè opera di fantasia che tuttavia, sempre più spesso, fa incursione nella storia. E come dicevo, l'attenzione è appropriata, ma preferirei non vedere modifiche nel corso degli anni.

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Per il fatto della Ford T, anche a me è scappato un sorriso quando l'ho letto per la prima volta, però non mi è venuto di certo spontaneo gridare allo scandalo: contestualizzando il tutto (in fondo erano i primi episodi, e di inesattezze ce n'erano già state) non mi è sembrata una cosa così assurda!

Una domanda: se questo svarione comparisse in una storia di quelle attuali (e quindi fosse impossibile contestualizzare per chiunque :indianovestito: ), lo avresti recepito con la stessa naturalezza?
Beh, ovviamente no: ormai la serie si svolge in un periodo di tempo ben definito, e non credo che sarebbe ragionevole vedere delle automobili!Già quello di Tex è un far west quasi agli sgoccioli, se poi ci aggiungessimo quello che è stato uno dei simboli dell'avanzare di una nuova modernit?, sarebbe la fine!
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Un'ultima considerazione: nel suo primo messaggio West10 affermava che non lascerebbe correre svarioni tipo (cito): "se Tex impugnasse una beretta semiautomatica o in una didascalia lo sceneggiatore scrivesse che i 4 pard, lasciata la riserva dopo una giornata di cavallo, giungono in Baviera". Questo lascia trasparire che il lettore è portato a notare quegli errori che interessano la sua sfera di conoscenze. Quindi, se sono un esperto d'armi, noter? eventuali errori nei disegni e nella denominazione delle pistole che usa Tex (e nell'altro forum che frequento vi assicuro che ci sono molte persone che li notano eccome!), se mi interesso di nazioni amerindiane, noter? errori a riguard; o, se sono un naturalista o un geologo, magari farà caso all'accuratezza nella rappresentazione degli ecosistemi. L'errore della Baviera o della Beretta semiautomatica sono naturalmente iperboli...

Si e no NuvolaRossa. E' sicuramente vero quanto tu affermi, ogni lettore è portato a notare molto di più le inesattezze sugli argomenti che per lu sono più familiari o su cui è più ferrato come ad esempio per te la varia dislocazione geografica dei nativi visto che hai contatti con alcuni di essi. Ma il senso del mio intervento non voleva essere quello, non sono assolutamente un esperto di armi, io volevo solo fare un esempio fra un errore che alla maggior parte dei lettori potrebbe sfuggire, come quello sulla dislocazione geografica dei Modoc, ed uno che sicuramente non passa inosservato alla maggior parte se non a tutti i lettori. Anche ai giorni nostri penso che buona parte della popolazione italiana non sappia non solo dove abitano ma anche chi sono i Modoc mentre quasi tutti sanno che la Baviera sta in Germania e non dista una giornata di cavallo dall'America.
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S? West, sapevo che nelle intenzioni di Bonelli padre l'amico fraterno di Tex aveva solo il nome in comune con il grande scout, ma se un navajo dovesse leggere le avventure del nostro ranger probabilmente gli sarebbe un po' dura accettare la situazione. A meno che, ed è questo che faccio io, non consideri tutto l'apparato quale realmente ?, cioè opera di fantasia che tuttavia, sempre più spesso, fa incursione nella storia. E come dicevo, l'attenzione è appropriata, ma preferirei non vedere modifiche nel corso degli anni.

Beh Cheyenne se un navajo dovesse leggere Tex penso che gli sarebbe un p? dura accettare un sacco di cose a partire dal fatto che Tex, ossia un bianco, non solo sia il capo di una ma di tutte le tribù navajo. Come minimo si farebbe una grossa risata e per dirla all'Obelix/Asterix direbbe:"Sono pazzi questi italiani" :P
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