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[606/607/608]Caccia Infernale


Sam Stone
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[606/607/608]Caccia infernale (di M. Boselli e Y. Ginosatis)  

96 utenti hanno votato

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Comunque splendido post! clap

Grazie, sarei felice se anche minimamente avessi contribuito a mettere in luce certi aspetti della sceneggiatura e delle relazioni tra i personaggi dei quali si finisce per non discutere mai. Ne approfitto per una domanda. Ho un dubbio su Parkman. Non essendo stato degradato e radiato, rientrando nei ranghi dell'esercito non dovrebbe farlo con i gradi che aveva?
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Non è detto che Parkman debba per forza riavere le sue spalline da tenente; nel mondo anglosassone i gradi militari sono spesso ( soprattutto in occasione di guerre ) conferiti "a titolo temporaneo"; di conseguenza, non è affatto impossibile che Parkman ricominci "dalla gavetta" ( qualcosa del genere, se non ricordo male, era capitato al sergente Torrence di "Cercatori di piste" [ nn. 417 - 418 ], ex ufficiale confederato arruolatosi come soldato tra le giubbe blu ), tanto più in quanto le dimissioni dovevano appunto servire ad evitargli la degradazione e l'espulsione dall'esercito.

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Moralmente Parkman aveva lasciato l'esercito forse peggio che radiato. Forse vuole pagare fino in fondo il suo debito. E chissà se non giochi a questo riguardo anche il suo pur breve rapporto con Cunningham, un ufficiale che Eddie ammirava, al quale è stato disposto ad aggregarsi in una posizione subalterna - come da rispettivo grado militare. Un comandante che trascina i suoi uomini in una trappola mortale (saranno fischiate le orecchie dell'ex tenente?). Chissà se Parkman avrà deciso anche per quell'esperienza di ricondividere la vita militare con la truppa?

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Non ho mai dato importanza alla fedelt? alla realtà storica in Tex, che peraltro ha accolto quasi dagli inizi filoni ben diversi dal western classico (giallo, fantasy, horror). Che il reintegro di Parkman, come ufficiale o soldato semplice, sia credibile o meno a livello storiografico mi interessa davvero poco. Si tratta di un fumetto di fantasia, in cui un ranger è allo stesso tempo capo dei Navajo, che sulla fantasia stessa va valutato. E così faccio, nello specifico, con la figura di Parkman, la cui parabola umana mi sembra semplicemente assurda. Nel primo episodio, è un ufficiale borioso e incapace, che, resosi conto della propria inettitudine, si pente. E' chiaramente ispirato al personaggio del Tenente Colonnello Owen Turner (curiosamente, nell'originale è Thursday)/Henry Fonda, a sua volta ispirato alla figura storica di Custer, in "Il massacro di Fort Apache". Finora la sua caratterizzazione è semplice quanto efficace e credibile. Quando l'autore cerca di renderla più complessa e contorta, ecco che il giocattolo gli scappa di mano e lo sviluppo del personaggio si fa del tutto astruso. Prima, in una sequenza che sa di falso lontano un miglio, uccide un indiano disarmato per "senso dell'onore" (chissà da dove gli deriver? tutto questo ossequio nei confronti di Cunningham...); poi diventa un massacratore di indiani indifesi, tra cui donne, vecchi e bambini, con una metamorfosi psicologica assolutamente inspiegabile e inspiegata; infine l' ancora più assurdo pentimento con dichiarazione di umilt? (e ridicoli complimenti di Tex e Laredo: ma siam pazzi? ). Se questa è la grande caratterizzazione psicolica dei comprimari... Mah.

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Questa volta non sono d'accordo con te, Don Fabio. Parkman avrebbe potuto tornare come nemico acerrimo, e forse avrebbe dato un certo sapore alla vicenda (altro che un Revekti dal mistero inesistente), ma io ho trovato molto più azzeccato il percorso che gli ha fatto compiere Boselli. Se lo avessimo trovato già completamente pentito e vestito di sacco e cenere, non ci sarebbe stato sugo. Ma il rammarico di Parkman, almeno inizialmente, ha relazione con l'arroganza e la presunzione che lo hanno portato a perdere tanti suoi uomini, a non riconoscere in Tex e Tiger dei preziosi combattenti, e soprattutto a perdere la fidanzata. Quando si unisce a Cunningham Parkman è ancora nel suo cuore il soldato che odia e combatte gli indiani, ma quando viene finalmente messo di fronte alle sue responsabilità nel massacro dei Pima le ammette ed esprime il suo rammarico. Oggi come oggi, è di Parkman più che di Laredo che troverei interessante il ritorno. In quanto ai fantomatici complimenti di Tex, dove sono? Nella mia edicola doveva esserci una copia diversa, perchè proprio non li trovo.

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Comunque splendido post! clap

Grazie, sarei felice se anche minimamente avessi contribuito a mettere in luce certi aspetti della sceneggiatura e delle relazioni tra i personaggi dei quali si finisce per non discutere mai.
Per me sei stato bravissimo. Mi sarebbe piaciuto fare un post simile al tuo, per questo parlavo di benevola invidia. ::evvai::

Ne approfitto per una domanda. Ho un dubbio su Parkman. Non essendo stato degradato e radiato, rientrando nei ranghi dell'esercito non dovrebbe farlo con i gradi che aveva?

Non posso dire di conoscere il dirirtto militare, men che meno quello americano, ma credo che la cosa non sia automatica. Sicuramente un ufficiale della Riserva sarebbe reintegrato in servizio con l'ultimo grado che aveva, oppure con quello eventualmente raggiunto con le promozioni per anzianit? maturate, se il sistema le prevede. Nel caso di un ufficiale in congedo effettivo, è molto probabile che ci voglia l'approvazione degli alti papaveri del Ministero della Guerra, Il caso di Parkman, poi, è ancora diverso: se non si fosse dimesso spontaneamente è quasi certo che avrebbe affrontato la degradazione e la radiazione, quindi dubito che un'eventuale domanda di reintegro sarebbe accettata. D'altra parte, è lui stesso a non volerlo, vuole sè rientrare nell'esercito, ma stavolta dalla parte della truppa. Un altro modo di espiare le sue colpe, lui che era abituato a comandare ora dovr? obbedire. Anche in questo caso, però, credo che il benestare degli alti gradi sia necessario per i motivi detti sopra. Per come funzionavano le cose nel West all'epoca (Ma in tutti gli USA a dire il vero), Parkman non avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di nessuno per farlo, gli sarebbe bastato andare in un qualunque centro di reclutamento dell'Esercito e dare un nome falso. Nessuno avrebbe fatto domande sul suo passato. No, lui vuole farlo proprio come Eddie Parkman, quindi vule che tutti sappiano chi è e cosa ha fatto, cosa che peraltro gli dovrebbe rendere la vita difficile sia con i compagni di truppa che con gli ufficiali e sottufficiali. Un altro modo di espiare insomma. Poi magari sono io che faccio troppe elucubrazioni e Borden a questo non aveva proprio pensato. :old: laughing Modificato da Carlo Monni
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Perchè? Non l'ho mai fatto??  :deserto    :indianovestito:

Tutti i pards protagonisti (magari a costo di assegnare finalmente ad altri personaggi un posto non proprio di primissimo piano)? :unsure:

In tutta sincerit? non riesco a ricordare quando lo hai fatto :D
Comunque bisogna dire che Ymalpas ha scritto due post da incorniciare clap , mettendo in risalto i due personaggi che più di tutti gli altri danno lustro e significato alla storia. Certo, se invece di Tiger e Parkman fossero stati Tex e Tiger... sisi

I sette assassini, I giustizieri di Vegas, Spedizione in Messico, La città del diavolo non hanno forse tutti e quattro? Ma ce ne sono anche delle altre...

Oppure mi devi spiegare che cosa intendete per PROTAGONISTI

Borden

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Perchè? Non l'ho mai fatto??? :deserto? è :indianovestito:

Tutti i pards protagonisti (magari a costo di assegnare finalmente ad altri personaggi un posto non proprio di primissimo piano)? :unsure:

In tutta sincerit? non riesco a ricordare quando lo hai fatto :D
Comunque bisogna dire che Ymalpas ha scritto due post da incorniciare clap , mettendo in risalto i due personaggi che più di tutti gli altri danno lustro e significato alla storia. Certo, se invece di Tiger e Parkman fossero stati Tex e Tiger... sisi

I sette assassini, I giustizieri di Vegas, Spedizione in Messico, La città del diavolo non hanno forse tutti e quattro? Ma ce ne sono anche delle altre...

Oppure mi devi spiegare che cosa intendete per PROTAGONISTI

Borden

So che è OT ma devo dirlo: CHE BELLA che è I Giustizieri di Vegas!
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Perchè? Non l'ho mai fatto??? :deserto? è :indianovestito:

Tutti i pards protagonisti (magari a costo di assegnare finalmente ad altri personaggi un posto non proprio di primissimo piano)? :unsure:

In tutta sincerit? non riesco a ricordare quando lo hai fatto :D
Comunque bisogna dire che Ymalpas ha scritto due post da incorniciare clap , mettendo in risalto i due personaggi che più di tutti gli altri danno lustro e significato alla storia. Certo, se invece di Tiger e Parkman fossero stati Tex e Tiger... sisi

I sette assassini, I giustizieri di Vegas, Spedizione in Messico, La città del diavolo non hanno forse tutti e quattro? Ma ce ne sono anche delle altre...

Oppure mi devi spiegare che cosa intendete per PROTAGONISTI

Borden

So che è OT ma devo dirlo: CHE BELLA che è I Giustizieri di Vegas!
Grazie. Non pensavo che lo fosse, mentre finivo di scriverla, ma in fondo non è male. Ricorda un po' certi western urbani anche recenti, cinematografici e non.

Ammetto che a volte sono turbato da certe critiche, ma non travolto.
Credo che Caccia infernale abbia molte scene interessanti e pur non essendo perfetta ha infatti riscosso voti alti nel vostro stesso sondaggio!
Altre storie in parte vituperate come Vendetta per Montales e Terre maledette le ho rilette da poco sulla serie a colori. La prima ha qualcosa di piacevolmente ingenuo e r?tro, anni Cinquanta. La seconda la trovo tecnicamente perfetta. :generaleN:
Devo ascoltarvi di meno...

In quanto ai quattro pards, nelle prossime che ho scritto e sto scrivendo, più della metà sono con tutti e quattro a partire dall'imminente I trappers di Yellowstone e dal Texone di Civitelli col Morisco.
Dovreste chiedere lo stesso impegno anche ai miei amati colleghi... -ave_ haha

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Perchè? Non l'ho mai fatto??? :deserto? è :indianovestito:

Tutti i pards protagonisti (magari a costo di assegnare finalmente ad altri personaggi un posto non proprio di primissimo piano)? :unsure:

In tutta sincerit? non riesco a ricordare quando lo hai fatto :D

I sette assassini, I giustizieri di Vegas, Spedizione in Messico, La città del diavolo non hanno forse tutti e quattro? Ma ce ne sono anche delle altre...

Oppure mi devi spiegare che cosa intendete per PROTAGONISTI

Borden

Ti prometto che rilegger? con attenzione questi albi :)

Comunque, per "protagonisti" intendo "protagonisti" (o almeno co-protagonisti) dove tutti e quattro i pards - Tex magari "primus inter pares" - giochino un ruolo di primissimo piano, lasciando agli altri personaggi una posizione magari anche importante ma di minor rilievo. Un discorso a parte va fatto per gli antagonisti, che a mio parere più sono "tosti" e più rendono interessante la vicenda e danno lustro a Tex & Co., però anche loro non possono emergere tanto, in termini di presenza e di importanza, da oscurarli.

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voto complessivo 7! mi sarei aspettato molto molto di più da Boselli e dal ritorno di Laredo.. eppure la storia era partita bene e sembrava avvincente.. in realtà non si è rivelata nulla di eccezionale.. Tex e Laredo sono statici e piatti.. il vero eroe della vicenda è Tiger Jack, con i suoi attacchi silenziosi e fulminei e i suoi agguati infallibili.. e quelle di Kit Willer sono solo due brevi comparse, se pur incisive.. il temibile Revekti appare alla fine come un personaggio inutile, che nulla può e muore in un istante.. gli spietati uomini di Cunningham non hanno un valido momento di gloria degno di loro.. mah! troppi punti non mi hanno convinto.. resta solo una piacevole lettura, ma che non convince fino in fondo.. degni di nota i fratelli Mazay e Goyaklee che si riappacificano e Parkman che si redime.. il più crudele e sanguinario resta Longway, che però non sopravvive a lungo.. unica vera perfezione dei 3 albi sono i disegni da voto 10 dell'esordiente Ginosatis.. appare subito un grande maestro! sono da togliere il fiato, precisi e dettagliati, con un potente chiaroscuro che lascia il segno!ottimo acquisto nello staff texiano!! -ave_ -ave_ clap

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voto complessivo 7! mi sarei aspettato molto molto di più da Boselli e dal ritorno di Laredo.. eppure la storia era partita bene e sembrava avvincente.. in realtà non si è rivelata nulla di eccezionale.. Tex e Laredo sono statici e piatti.. il vero eroe della vicenda è Tiger Jack, con i suoi attacchi silenziosi e fulminei e i suoi agguati infallibili.. e quelle di Kit Willer sono solo due brevi comparse, se pur incisive.. il temibile Revekti appare alla fine come un personaggio inutile, che nulla può e muore in un istante.. gli spietati uomini di Cunningham non hanno un valido momento di gloria degno di loro.. mah! troppi punti non mi hanno convinto.. resta solo una piacevole lettura, ma che non convince fino in fondo.. degni di nota i fratelli Mazay e Goyaklee che si riappacificano e Parkman che si redime.. il più crudele e sanguinario resta Longway, che però non sopravvive a lungo.. unica vera perfezione dei 3 albi sono i disegni da voto 10 dell'esordiente Ginosatis.. appare subito un grande maestro! sono da togliere il fiato, precisi e dettagliati, con un potente chiaroscuro che lascia il segno!ottimo acquisto nello staff texiano!! -ave_  -ave_  clap

Ma che volevate da Revekti? Che si mettesse a fare a pugni o lanciasse fulmini dagli occhi?Era pericoloso, sicuro, come il solito vigliaccone che incanta le folle, come Bin Laden, il Vecchio della montagna Laurenti Beria il Re di Francia il Duce o il Craxi con gli stivali. Uno che muove uomini fanatici per lui e li manda al massacro, uno che d' ordini crudeli e muove i fili, ma che alla fine, quando non si può più nascondere dietro i suoi fantocci ammaestrati, quando cioè un uomo vero gli arriva a tiro, si sgonfia di botto, così come è accaduto agli altri supervigliacchi citati!Ed è così che doveva essere. Padroni di non gradire. Tranquilli. Dalla prossima storia torniamo ai cattivi affaristi e ai banditi senza scrupoli... :indianovestito:
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Era pericoloso, sicuro, come il solito vigliaccone che incanta le folle, come Bin Laden, il Vecchio della montagna Laurenti Beria il Re di Francia il Duce o il Craxi con gal massacro, uno che d' ordini crudeli e muove i fili, ma che alla fine, li stivali. Uno che muove uomini fanatici per lui e li manda quando non si può più nascondere dietro i suoi fantocci ammaestrati, quando cioè un uomo vero gli arriva a tiro, si sgonfia di botto, così come è accaduto agli altri supervigliacchi citati!Ed è così che doveva essere. Padroni di non gradire. Tranquilli. Dalla prossima storia torniamo ai cattivi affaristi e ai banditi senza scrupoli... :indianovestito:

Mauro, secondo me un personaggio come quello che descrivi forse è stato Narvaez "El Diablo rojo" degli albi 469-470. Per tutta la storia ne cogliamo la falsit?, la vigliaccheria, la crudeltà, e percepiamo la paura che pervade il suo popolo di schiavi. E' un personaggio decisamente più significativo (negativamente parlando) di un Revekti che si vede e non si vede, e tuttavia (? una mia sensazione, quindi non ha ovviamente valore universale) la sua scarsa presenza non è nemmeno compensata da una sensazione di mistero che avrebbe aumentato l'interesse verso questo personaggio. In quanto alla loro fine è vero, sia Narvaez che Revekti rivelano di quanto nulla erano pieni, ma vuoi mettere il Tex che affronta il diavolo yaqui - che urla di terrore quando l'avversario è ancora chiuso in gabbia - e lo svergogna davanti a tutti quelli che aveva dominato per anni, e il Tex che mette fine alla storia di Revekti con un colpo di lancia che d' quasi l'impressione di essere casuale?Io credo che ricorderemo Narvaez (come diceva lo stesso Tex) per il fatto di essere stato ucciso da Aquila della Notte, ma consentimi di dire che il ricordo di Revekti non sarà altrettanto lunga :trapper:
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voto complessivo 7! mi sarei aspettato molto molto di più da Boselli e dal ritorno di Laredo.. eppure la storia era partita bene e sembrava avvincente.. in realtà non si è rivelata nulla di eccezionale.. Tex e Laredo sono statici e piatti.. il vero eroe della vicenda è Tiger Jack, con i suoi attacchi silenziosi e fulminei e i suoi agguati infallibili.. e quelle di Kit Willer sono solo due brevi comparse, se pur incisive.. il temibile Revekti appare alla fine come un personaggio inutile, che nulla può e muore in un istante.. gli spietati uomini di Cunningham non hanno un valido momento di gloria degno di loro.. mah! troppi punti non mi hanno convinto.. resta solo una piacevole lettura, ma che non convince fino in fondo.. degni di nota i fratelli Mazay e Goyaklee che si riappacificano e Parkman che si redime.. il più crudele e sanguinario resta Longway, che però non sopravvive a lungo.. unica vera perfezione dei 3 albi sono i disegni da voto 10 dell'esordiente Ginosatis.. appare subito un grande maestro! sono da togliere il fiato, precisi e dettagliati, con un potente chiaroscuro che lascia il segno!ottimo acquisto nello staff texiano!! -ave_? -ave_? clap

Ma che volevate da Revekti? Che si mettesse a fare a pugni o lanciasse fulmini dagli occhi?
Io lo volevo che uccidesse la gente con un grido puntandogli contro un bastone magico :capoInguerra: :colt: Cheyenne: concordo in pieno con l'analisi di Narvaez (altra bella storia peraltro, proprio bella) e ci metto assieme Red Duck (che insisto era compito di Brandon ucciderlo).
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Borden, il guaio di Revekti è il modo in cui evocato. Un bianco, dal nome misterioso ( "Il Diviso" ), rispettato e temuto dagli indiani presso cui vive, nascosto in una regione impenetrabile, crea su di sè un alone magico e misterioso: tanto che, dopo il primo albo, pensavo ti fossi ispirato a Kurtz di "Apocalypse Now" e "Cuore di tenebra". Invece, ecco che si rivela un laido affarista che cerca ricavi dalla droga: una sorta di Big Cisco con il petto pitturato. Francamente, il tutto non è minimamente credibile.

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In effetti, nell'albo 607, lo sciamano al suo servizio afferma che Revekti ha la capacità di venire a conoscenza di avvenimenti lontani nel tempo e/o nello spazio ( come il massacro dei Pima perpetrato dalla banda Cunningham ); naturalmente, possiamo anche credere che le affermazioni dello sciamano siano motivate da fini propagandistici ( allo stesso modo delle voci su Revekti che si sono diffuse nelle riserve e su cui Tiger ci ha ragguagliato nell'albo 606 ), ma resta il fatto che ci credono non solo i suoi seguaci abbrutiti dal "pane degli dei", ma anche un guerriero valoroso e lucido ( sappiamo che non usa quasi mai la droga dei cactus dal suo dialogo con Goyaklee subito dopo la scelta di quest'ultimo come capo della spedizione contro Cunningham & Co. ) come Ahwig che, nonostante non attragga molto l'attenzione a una prima lettura, si rivela in realtà ben più pericoloso del suo capo sul piano dell'azione pura e semplice ( con un portentoso tiro d'arco liquida Minnesota; in seguito, pur ferito gravemente da uno o due colpi sparati da Tiger e Mazay [ una prodezza degna del Tex del primo centinaio, anche se forse non troppo verosimile ] riesce a uccidere uno dei cowboys di Cunningham e a togliergli il cavallo, in modo tale da poter avvertire il suo capo degli ultimi sviluppi della situazione; infine, nella parte finale della vicenda, è lui con un lancio di coltello [ il coltello e l'arco sembrano proprio un motivo ricorrente della vicenda, visto che vi ricorrono personaggi tanto diversi come Tex, Ahwig, Carver, Longway e Parkman ] a impedire a Miles Cunnigham di estrarre la sua pistola e impiombare Revekti, oltre a guidare il nerbo degli uomini del "profeta" contro il gruppo di Parkman dove, dopo una carriera nel segno dell'azione, finisce paradossalmente per morire per aver parlato a Goyaklee prima di sparargli ). Lo scarso rilievo sul piano dell'azione e della psicologia di Revekti resta dunque, IMHO, non eccessivamente convincente ( anche perchè il nostro meticcio non è affatto un uomo con la testa fra le nuvole, come il suo equivalente bianco nella nolittiana "I ribelli del Canada" ).

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Come promesso caro Borden, ho cominciato a rileggere con attenzione una delle storie che proponevi come esempio. Spedizione in Messico, per la precisione. Una bellissima avventura con affaristi e banditi senza scrupoli, guarda caso. Magari non è strapiena di peste e corna o magnate di bistecche (ciò che l'avrebbe elevata di colpo a capolavoro texiano :lol: ), ma devo effettivamente riconoscere che i quattro pards fanno la loro bellissima figura senza essere soverchiati da altre presenze. Baines fa la sua parte, magari inizialmente lascia un po' infastiditi quel declinare di continuo il verbo imparare - io imparai, egli imparava, tu imparerai - ma sebbene maturi e si metta sempre più in luce nel corso della storia, la sua ombra non diventa mai così ingombrante da oscurare i pards, e tantomeno Tex. La trama stessa presenta diversi punti interessanti, dall'ufficiale che inizialmente sembra solo un po' troppo attaccato alla bottiglia, ma si rivela poi un ambizioso corrotto, al suo omologo messicano che ritrova un residuo del suo onore (aiutato da un'opera di convincimento che non sarà tortura ma a rigor di logica ci va molto vicino), a un complotto per liberarsi di Tex e dei Coyoteros, con il ricordo del ring di Tucson e con lo sceriffo Rupert. Una storia texiana, sè, e ben diversa dall'ultima, tutt'altro che brutta ma anche tutt'altro che texiana.

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Come potete leggere, il commento di Loi consiste in una stroncatura pressoch? totale della storia. C'è una considerazione generale che secondo me dovrebbe essere scolpita sul portone della Sergio Bonelli Editore. La riporto."Non è da oggi che sosteniamo che una non marginale responsabilità vada attribuita anche alla politica di editare le storie rigorosamente in albi completi, che le portano a essere di volta in volta stiracchiate o compresse per rientrare nel letto di Procuste delle 110 pagine e dei suoi multipli. Sarà indubbiamente un sistema comodissimo per incasellare le uscite nel calendario come tanti mattoncini Lego, soprattutto nel caso di Tex, che in quasi totale assenza di continuity vede gli albi pubblicati man mano che si rendono disponibili, ma la qualità del prodotto non sempre ne giova, anzi. Non sarebbe meglio se una storia finisse semplicemente quando è giusto che finisca, come accadeva in passato? "Unica cosa su cui dissento: perchè bisognerebbe incasellare le uscite? E' un problema che riguarda solo i centenari e ne riparleremo tra quasi dieci anni!

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Estratto del commento di Loi su UBC:
...." Non siamo mai stati pregiudizialmente avversi alla presenza di numerosi comprimari nelle storie di Tex, tratto distintivo e punto di forza dell'autore, ma non ci peritiamo di sottolineare quando, a nostro avviso, tale presenza sia ingiustificata o vada a detrimento gratuito dei titolari della testata. Quasi come se inserirli in gran numero a prescindere fosse diventato una sorta di clich? al quale Mauro Boselli ormai non riesce più a sottrarsi ".....

Incomincio ad essere in buona compagnia su certe considerazioni.... :fumo:
Purtroppo ! :_sigh :malediz...

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Come potete leggere, il commento di Loi consiste in una stroncatura pressoch? totale della storia. C'è una considerazione generale che secondo me dovrebbe essere scolpita sul portone della Sergio Bonelli Editore. La riporto."Non è da oggi che sosteniamo che una non marginale responsabilità vada attribuita anche alla politica di editare le storie rigorosamente in albi completi, che le portano a essere di volta in volta stiracchiate o compresse per rientrare nel letto di Procuste delle 110 pagine e dei suoi multipli. Sarà indubbiamente un sistema comodissimo per incasellare le uscite nel calendario come tanti mattoncini Lego, soprattutto nel caso di Tex, che in quasi totale assenza di continuity vede gli albi pubblicati man mano che si rendono disponibili, ma la qualità del prodotto non sempre ne giova, anzi. Non sarebbe meglio se una storia finisse semplicemente quando è giusto che finisca, come accadeva in passato? "

Io dissento rispettosamente sia da te che dall'amico Giorgio. Fin da quando ero bambino (e parliamo dell'ormai lontano 1969, purtroppo, mica dell'altro ieri :snif:) io detestavo il fatto che le storie si interrompessero a metà albo, se non addirittura a poche pagine dal suo inizio, ed ora che finalmente mi hanno accontento, non posso che augurarmi che continuino così. ::evvai::

Unica cosa su cui dissento: perchè bisognerebbe incasellare le uscite? E' un problema che riguarda solo i centenari e ne riparleremo tra quasi dieci anni!

Si vede che sei digiuno di politica ed organizzazione editoriale (non che io ne sappia molto di più ma a furia di frequentare addetti ai lavori qualcosa ho finito con l'imparare). Comincio con una semplice considerazione: un qualunque disegnatore che cominci a lavorare su una storia destinata alla serie regolare oggi, giugno 2011, sarà pubblicato non prima del 2014. Per forza di cose la redazione deve lavorare proiettata nel futuro. Seconda considerazione: il prossimo anniversario, quello dei 70 anni, cadr? tra poco più di sette anni, nel settembre 2018. Le decisioni al riguardo (storia ed autori) dovranno essere prese più o meno tra 4/5 anni. A quel punto, tenuto conto sia dei tempi ordinari di lavorazione di tutte le storie in ballo e dei singoli autori coinvolti, si dovr? necessariamente decidere di che lunghezza dovranno essere le storie ancora da realizzare per arrivare al fatidico n° 695, tenendo conto anche del fatto che di l' a cinque numeri ci sarà anche il n° 700. Organizzare le storie in multipli di 110 pagine permette una migliore programmazione nonchè una migliore gestione delle emergenze (i casi in cui un disegnatore ha, per qualsiasi ragione, problemi di consegna). Infine, chi vi ha mai detto che le vecchie storie non fossero a durata programmata? Lo erano, se devo dar retta a quanto mi raccontano in Redazione, ed erano quasi sempre calibrate sul disegnatore che doveva realizzarle. Avete mai fatto caso al fatto che le storie per Muzzi erano quasi sempre molto brevi o che quelle di Civitelli erano sempre di 252 pagine?Infine, cosa non da poco, il vecchio sistema costringeva i disegnatori a disegnare periodicamente una cosiddetta ?striscia di raccordo?, che unita all'ultima di una determinata pagina componeva la prima pagina di ogni al bo successivo a quello di inizio. Queste strisce venivano spesso realizzate dalla Redazione imitando lo stile del disegnatore di turno (Quando era ancora un promettente allievo di Franco Bignotti, Claudio Villa ne ha realizzate diverse per Mister No e Zagor, ad esempio). Io continuo di gran lunga a preferire l'attuale sistema.
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