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[606/607/608]Caccia Infernale


Sam Stone
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[606/607/608]Caccia infernale (di M. Boselli e Y. Ginosatis)  

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Inizio con questa citazione di Don Fabio per dire che concordo al 100% con la sua affermazione. Sia chiaro che non gli ho affatto perdonato l'accusa che mi ha rivolto in precedenza di essere in malafede nel giudicare le storie di Boselli e Nizzi, anzi la cosa mi brucia e non poco, ma ho decisamente abbastanza onest? intellettuale da dare ragione a chi ritengo che ce l'abbia.

Carlo, io non ti ho accusato di malafede! Tanto più che ti ho conosciuto e ti ho trovato una persona davvero spontanea! Come devo dirtelo? :trapper: Non avrei problemi a chiederti scusa se sapessi che quella era la mia intenzione!Casomai penso che tu sia un po' troppo partigiano, il che ti porta a vedere i pregi di Borden molto più dei difetti ( che in questa storia sono IMHO clamorosi): non mi sembra di aver detto qualcosa di grave e offensivo, suvvia!

A proposito del meticcio Ruby Scott, forse sarebbe il caso di smentire una leggenda metropolitana: a quanto ne so, Sergio Bonelli non ha imposto a suo padre di scrivere una storia in cui Tex fosse, almeno temporaneamente, sconfitto, ma glielo ha solo chiesto ed io sono ben lieto che l'abbia fatto, perchè così abbiamo avuto una delle più belle, intense, drammatiche storie di Tex in cui si respira va un'arai da tragedia che a Shakespeare non sarebbe dispiaciuta per niente.

In effetti, la figura di Ruby Scott (che non definirei "infida" come ha fatto L'Ammiraglio) ha davvero una caratura tragica. Vive sè uccidendo, ma qualcosa di buono deve averlo, per aver fatto innamorare Sahuara. Più tardi intervengo nel topic apposito (visto che ieri notte ho letto proprio "La sconfitta") . Su tutto il resto dell'intervento di Carlo, penso possa essere interessante il topic, che ho da poco aperto, "Della coralità texiana": per quanto possano essere condivise le mie idee, penso di aver buttato già un po' di spunti per varie riflessioni :trapper: ! Modificato da Don Fabio Esqueda
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Sia chiaro che non gli ho affatto perdonato l'accusa che mi ha rivolto in precedenza di essere in malafede nel giudicare le storie di Boselli e Nizzi, anzi la cosa mi brucia e non poco, ma ho decisamente abbastanza onest? intellettuale da dare ragione a chi ritengo che ce l'abbia.

Se posso intromettermi, io credo che Don Fabio non avesse nessuna intenzione di accusare di malafede proprio nessuno, o di mettere in discussione la tua onesta' intellettuale,Carlo. Solo che a volte,(e questa e' una mia impressione che puo' essere giusta o sbagliata)sembri prendere le difese di Boselli un po' troppo animatamente, prendendotela un po' troppo, come se la storia l'avessi scritta tu. Se non ricordo male, qualche giorno fa' tu stesso sei uscito con un espressione che a me non e' che sia piaciuta tanto:."ma cosa avete in testa...?" , cosi' ti sei rivolto a coloro che avevano espresso un giudizio negativo, o che avevano contestato "Caccia infernale" (non ricordo cosa, non mi va' di scorrere indietro con i post). Qui nessuno ti accusa di niente, pero' lasciati dire che e' molto strano che qualsiasi cosa scriva Boselli a te va' sempre bene o che non trovi mai qualcosa che non ti piaccia. Lo trovo quasi impossibile. In questo forum ci sono molti utenti, me compreso, che piaceva il modo di scrivere di Nizzi (quando era in forma), ma quando vi e' stata una storia dell'autore in questione non molto riuscita non si son fatti problemi nel criticarla e di manifestare il proprio disagio davanti a trame o situazioni scritte veramente male. Nessuno ti accusa di disonesta' intellettuale pero' ti consiglio di non prendertela quando a qualcuno pare un po' strano il fatto che tu non abbia mai niente da ridire, magari anche una piccola vignetta o un dialogo o situazione particolare, nei confronti di un autore, anche se sei un suo fan. :trapper:
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Sia chiaro che non gli ho affatto perdonato l'accusa che mi ha rivolto in precedenza di essere in malafede nel giudicare le storie di Boselli e Nizzi, anzi la cosa mi brucia e non poco, ma ho decisamente abbastanza onest? intellettuale da dare ragione a chi ritengo che ce l'abbia.

Se posso intromettermi, io credo che Don Fabio non avesse nessuna intenzione di accusare di malafede proprio nessuno, o di mettere in discussione la tua onesta' intellettuale,Carlo.
Oh, forse lui credeva di non farlo, ma è esattamente quello ha fatto, mi dispiace.

Ha detto.

In ogni caso, detto con tutta onest?, sarei curioso di sapere se avresti espresso questa soddisfazione se "Caccia infernale" l'avesse scritta (identica) Nizzi. Io penso che avresti lanciato i soliti strali. Magari mi sbaglio.

Ovvero mi ha accusato di basare i miei giudizi sul nome dell'autore e non sulla qualità oggettiva della storia. Non è dire che sono in malafede questo?

Alla mia pronta replica con cui lo smentivo categoricamente, affermando senza problemi che se questa storia l'avesse scritta Nizzi il mio giudizio sarebbe stato identico, lui ribadiva.

Nella fattispecie, sono sicurissimo che Carlo è sincero. Tuttavia, non so che farci, resto convinto (a prescindere dalla sua buonissima fede) che se avesse visto la firma Nizzi il suo commento positivo (pur se non entuasiastico) non sarebbe stato tale. Non so che farci, penso così.

Con un interessante artificio retorico ben noto a chi fa la mia professione, nel momento in cui si dice convinto che io sia in buona (anzi buonissima, a sentir lui), in realtà ribadisce le sue accuse e permettimi di ribadirlo: a me non sta bene. Non posso dire che mi sono sentito e mi sento tuttora offeso da questo comportamento? Strano concetto della libertà di parola che hai.


Solo che a volte,(e questa e' una mia impressione che puo' essere giusta o sbagliata)sembri prendere le difese di Boselli un po' troppo animatamente, prendendotela un po' troppo, come se la storia l'avessi scritta tu. Se non ricordo male, qualche giorno fa' tu stesso sei uscito con un espressione che a me non e' che sia piaciuta tanto:."ma cosa avete in testa...?" , cosi' ti sei rivolto a coloro che avevano espresso un giudizio negativo, o che avevano contestato "Caccia infernale" (non ricordo cosa, non mi va' di scorrere indietro con i post).

Ecco il mio post incriminato.


Una sola osservazione a quei pochi che sembrano considerare questa come la peggiore storia di Tex di tutti i tempi o quasi: ma che diavolo avete in testa? ... Non ho timore di affermare che in confronto a "Moctezuma" o "I fratelli Donegan" o "Oltre il fiume" questa storia ci fa tranquillamente addirittura la figura del capolavoro

E lo ribadisco senza problemi. questa storia è contestabilissima, per carit?, ma da qui a giudicarla la peggiore o la più assurda ce ne corre e tanto. Chiunque abbia fatto simili affermazioni deve essere così accecato dalla sua partigianeria da far impallidire i sostenitori di qualunque altra causa.


Qui nessuno ti accusa di niente, pero' lasciati dire che e' molto strano che qualsiasi cosa scriva Boselli a te va' sempre bene o che non trovi mai qualcosa che non ti piaccia. Lo trovo quasi impossibile.

Ed io potrei ribatterti che io trovo impossibile che tu o Capelli d'Argento non troviate mai qualcosa che vi vada bene nelle storie di Boselli, almeno da quando io sono su questo forum. Davvero proprio nulla del suo stile può essere salvato?

Detto in altri termini non apprezzare Boselli è legittimo, apprezzarlo no? Mi ricorda tanto cosa succedeva su un altro forum con un altro autore alcuni anni fa e non è un ricordo piacevole.
Liberi di esprimere il proprio pensiero purch? sia critico nei confronti di Boselli? Mi spiace, ma non fa per me.

In questo forum ci sono molti utenti, me compreso, che piaceva il modo di scrivere di Nizzi (quando era in forma), ma quando vi e' stata una storia dell'autore in questione non molto riuscita non si son fatti problemi nel criticarla e di manifestare il proprio disagio davanti a trame o situazioni scritte veramente male. Nessuno ti accusa di disonesta' intellettuale pero' ti consiglio di non prendertela quando a qualcuno pare un po' strano il fatto che tu non abbia mai niente da ridire, magari anche una piccola vignetta o un dialogo o situazione particolare, nei confronti di un autore, anche se sei un suo fan. :trapper:

Quello che ti sfugge, caro amico, è che a me piace lo stile di Boselli, mi piace il modo in cui costruisce le situazioni e fa muovere i personaggi. Le storie possono essere più o meno belle, ma è proprio l'impostazione che apprezzo.


Quanto alle mancate critiche, ecco cosa ho scritto qualche pagina fa, così ti risparmio di cercare.

... Altri ancora hanno trovato insoddisfacente il finale.
Tra questi, almeno in parte, ci sono anch'io, perchè ho trovato almeno due personaggi decisamente poco sviluppati (e ciò in contrasto con gli altri personaggi ben definiti anche da una sola battuta o azione) ovvero Revekti ed il suo presunto fratellastro Ethan Cunningham. Il primo mostra vero spessore solo nel duello verbale con Cunningham ma per il resto è decisamente al di sotto delle sue potenzialità. Il secondo è ignorato per tutta la seconda parte, mentre nella terza sembra fare solo la figura del vigliacco e risulta spesso stonato in tutto il contesto.
Cunningham sembra un gran personaggio per circa tre quarti della storia, ma poi commette una serie di errori da dilettante, non dando ascolto a consigli di evidente saggezza e portando così i suoi uomini al massacro. Si riscatta quando si lascia di nuovo catturare pur di non abbandonare il figlio Ethan, che pure dava mostra di disprezzare. La sua stessa morte avrebbe potuto essere più epica, se vogliamo, mentre non riesce a suscitare partecipazione emotiva almeno in questo lettore.
La rapidit? della morte di Revekti non mi ha affatto disturbato, mentre confesso che avrei preferito che Longway non se la cavasse tanto facilmente... ammetto che un p? sono rimasto irritato e deluso dal fatto che Parkman se la cavi come se l'? cavata. In effetti, nel suo caso (ha comunque partecipato, sia pure da subordinato,) ad un massacro di pacifici indiani) ci si sarebbe aspettati quel tipo di morte eroica che invece è riservata a Carver.

Chiaramente queste per te e gli altri sono troppo blande per essere vere critiche.


In ogni caso, questa sorta di doppiopesismo per cui se io dico di apprezzare Boselli sono partigiano, mentre invece chi lo vedrebbe volentieri licenziato o simili non lo ?, non mi piace affatto.
Se io mi azzardo ad ipotizzare che forse la ritrovata salute di Tex anche da punto di vista delle vendite potrebbe essere anche merito delle storie di Boselli sono partigiano. Se però qualcun altro afferma con assoluta sicurezza che Boselli non c'entra niente, allora non è parigiano. Davvero un bel punto di vista.

Se di punto in bianco mi ritrovo in un forum dove per essere apprezzati e non essere tacciati di partigianeria, malafede o quant'altro bisogna essere necessariamente antiboselliani, beh vi dico che non ci sto ad essere un "compagno che sbaglia" e forse dovrei riconsiderare la mia presenza qui

A dire il vero, spero sempre che la maggioranza di chi qui dentro è in disaccordo con me sia capace di accettare che esistono opinioni diverse dalle proprie e che hanno pari dignit?.
Mi auguro di non sbagliare.

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Una sola osservazione a quei pochi che sembrano considerare questa come la peggiore storia di Tex di tutti i tempi o quasi: ma che diavolo avete in testa? ... Non ho timore di affermare che in confronto a "Moctezuma" o "I fratelli Donegan" o "Oltre il fiume" questa storia ci fa tranquillamente addirittura la figura del capolavoro

E lo ribadisco senza problemi. questa storia è contestabilissima, per carit?, ma da qui a giudicarla la peggiore o la più assurda ce ne corre e tanto. Chiunque abbia fatto simili affermazioni deve essere così accecato dalla sua partigianeria da far impallidire i sostenitori di qualunque altra causa.


.

Quoto totalmente l'amico Carlo!

Mi sembra che da un p? di tempo sia peggiorato
quell'atteggiamento iper-criticista di una parte dei lettori che io ho sempre contestato.
Mi sembra che tale atteggiamento, in alcune critiche a questa storia, sia giunto al parossismo.
Per non parlare dei disegni... Ginosatis può anche aver fatto un lavoro mediocre (e chi dice questo dice un assurdit?), ma almeno si tenessero in conto questi fattori:
1)il fatto, essenziale, che Ginosatis, nel mondo del fumetto,? un esordiente assoluto!
2) che ha avuto dei problemi personali;
3) che esordire con una tripla non dev'essere facilissmo;
4)che ha avuto problemi di scadenze che lo hanno costretto ad andare di fretta.

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Qui nessuno ti accusa di niente, pero' lasciati dire che e' molto strano che qualsiasi cosa scriva Boselli a te va' sempre bene o che non trovi mai qualcosa che non ti piaccia. Lo trovo quasi impossibile.

Ed io potrei ribatterti che io trovo impossibile che tu o Capelli d'Argento non troviate mai qualcosa che vi vada bene nelle storie di Boselli, almeno da quando io sono su questo forum. Davvero proprio nulla del suo stile può essere salvato?

Certo che c'e' qualcosa che puo' essere salvato. Piu' di una. Altrimenti non avrei giudicato capolavoro una storia come "Il passato di Carson" o un "Patagonia" o un "Ribelli di Cuba". Basta andare a leggere i miei commenti nei topic specifici. Apprezzo molto la sua volonta' nel rivalutare i pards di Tex (come il Tiger di questa storia) attribuendogli la loro giusta importanza. Insomma se c'e' una caratteristica o una storia scritta da Boselli che rispecchia la mia sensibilita' di lettore di Tex non ho nessunissimo motivo nel non manifestare il mio gradimento, come ho gia' fatto nei miei cinque anni di attivita' in questo forum. Certo, non sono un suo fan, questo si', almeno su Tex e i motivi li ho gia' elencati fino alla nausea sia in questo topic che in altri.


Detto in altri termini non apprezzare Boselli è legittimo, apprezzarlo no? Mi ricorda tanto cosa succedeva su un altro forum con un altro autore alcuni anni fa e non è un ricordo piacevole. Liberi di esprimere il proprio pensiero purch? sia critico nei confronti di Boselli? Mi spiace, ma non fa per me.

Mai detto questo!Certo che e' leggittimo apprezzare qualsiasi autore, ci mancherebbe. Non mi sembra che il sottoscritto ti abbia mai offeso solo perche' ti piace il modo di sceneggiare di Boselli o perche' sei un suo fan. Non condivido i tuoi gusti, punto. Non credo di averti mai attaccato o di quotare un tuo post scrivendoci sotto che hai detto delle stronzate. Nessuno ti accusa di essere un partigiano o altro. Se cosi' ti e' parso, ti chiedo scusa.


Se di punto in bianco mi ritrovo in un forum dove per essere apprezzati e non essere tacciati di partigianeria, malafede o quant'altro bisogna essere necessariamente antiboselliani, beh vi dico che non ci sto ad essere un "compagno che sbaglia" e forse dovrei riconsiderare la mia presenza qui

Beh, qui ti sei lasciato prendere un po' la mano,Carlo, esagerando non poco. Se hai pensato questo, per quanto mi riguarda, sei fuori strada. Per entrare in questo forum non occorre appartenere a nessuna parrocchia, sempre ammesso che ci sia (che brutto usare termini come antiboselliano o antinizziano). E' stato sempre aperto a tutti. Piu' gusti diversi ci sono e piu' sono i confronti.
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Caro Carlo, mi sembra che sia io che te siamo adulti e vaccinati. Se mi devo crocefiggere in sala mensa come Fantozzi per una mia sincera (e assolutamente non offensiva) affermazione, mi spiace ma non ci sto. Non ti ho accusato di malafede, semmai di pregiudizio (ed è inevitabile, quando qualcuno mi viene a dire che "Matador" è molto superiore a "Fuga da Anderville"). Punto. Ho diritto di dirlo e non ho offeso proprio nessuno. Se ti chiedessi scusa sarebbe come dare una caramella al bambino che piange. E non mi permetterei di farlo, per rispetto, e anche simpatia, nei tuoi confronti. Nessuno ovviamente ti nega di esprimere le tue idee (e ci mancherebbe altro!) ma tu rispetta il mio diritto di pensare (e scrivere) quel che pare a me. Ho espresso le mie idee, giuste o sbagliate che siano, in modo sempre rispettoso nei confronti di quelle altrui. Punto. Nonostante i tuoi piagnistei. Quanto a Paco, mi sembra tu dica tutto e il contrario di tutto. Per un secolo hai sostenuto le (solite) critiche alla scrittura boselliana, ora le sbeffeggi, Oggi sentivo Quagliariello, il quale diceva che "la vera democrazia è nel parlamento", quando ieri il suo capo diceva che "l'ultimo giudice è il popolo". Sembri lui. Delle due l'una. Ora, scusate, mi son rotto i cabasisi di tutte queste storielle e me ne vado a nanna. Parlo da adulto tra adulti. Se non vi va bene, mi tiro indietro.

Modificato da Don Fabio Esqueda
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Quanto a Paco, mi sembra tu dica tutto e il contrario di tutto. Per un secolo hai sostenuto le (solite) critiche alla scrittura boselliana, ora le sbeffeggi, Oggi sentivo Quagliariello, il quale diceva che "la vera democrazia è nel parlamento", quando ieri il suo capo diceva che "l'ultimo giudice è il popolo". Sembri lui. Delle due l'una.

Pensavo che forumisticamente mi conoscessi, ma date le boiate che hai detto, evidentemente no. Ho spiegato trentamila volte i motivi della mia "conversione"-che poi Boselli, a parte qualche storia che ancora oggi non mi piace, l'ho sempre apprezzato!-e anche questo l'ho già detto trentamila volte!Detto questo, caro Giacomo,Quagliarello ci sarai tu!
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Con un interessante artificio retorico ben noto a chi fa la mia professione, nel momento in cui si dice convinto che io sia in buona (anzi buonissima, a sentir lui), in realtà ribadisce le sue accuse e permettimi di ribadirlo

Finiamola con questa baggianata. Sei tu che, in tutta evidenza, mi stai accusando di non esser sincero. E' scritto qui: "artificio retorico". Non certo io, che ti ho accusato di preconcetto e non certo di malafede. Comunque, domani scrivi quello che vuoi, che ti lascio l'ultima parola.
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  • Rangers

Su ragazzi non litigate!!Carlo mica te ne vorrai andare soltanto perchè Giacomo pensa certe cose di te! Sai che la tua presenza è preziosa e penso che Don Fabio si sia fatto solo prendere un p? la mano dalla foga e dai suoi pensieri. Non scateniamo la solita guerra personale, tanto ognuno di noi ha le sue idee ed è difficile cambiarle, l'importante è discutere sempre civilmente e senza spararsi! Il bello del forum è leggere le varie idee diverse, è normale che non la pensiamo tutti allo stesso identico modo!!Rilassati Giacomo! :trapper:

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Ragazzi, mi scuso per i toni che ho usato. Purtroppo è un periodo in cui son piuttosto nervoso di mio, e queste son le conseguenze. Carlo, io di te penso che sia un po' partigiano (e anche molto permaloso! ), ma non certo una persona in malafede! Spero che la cosa di andarsene sia uno scherzo (io lo prendo come tale perchè sarebbe una cosa assurda! :trapper: ) ! Paco, scusa per il paragone col caro Massimo: se ti può consolare, a Wasted diedi del Pol Pot !

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Caro Carlo, mi sembra che sia io che te siamo adulti e vaccinati. Se mi devo crocefiggere in sala mensa come Fantozzi per una mia sincera (e assolutamente non offensiva) affermazione, mi spiace ma non ci sto.
Non ti ho accusato di malafede, semmai di pregiudizio

Tu mi hai accusato, neanche troppo velatamente, di usare due pesi e due misure nel giudicare le storie di Boselli e quelle di Nizzi. Hai detto che secondo te io avrei stroncato spietatamente questa storia se a scriverla fosse stato Nizzi. Io ti ho risosto che non era vero e tu hai insistito. Se per pregiudizio intendiamo che in genere le storie scritte da Boselli mi piacciono e che quindi mi aspetto che anche quelle nuove mi piaceranno, allora sè: ho un pregiudizio, ma ce l'ho anche verso le storie di Faraci, Manfredi e perfino Ruju. Per quanto riguarda Nizzi, visto che da almeno 10 anni mi sarà capitato forse un paio di volte di leggere una sua storia almeno accettabile per i miei gusti, confesso di avere ormai scarse aspettative nei suoi confronti, eppure ogni volta che sta per uscire una sua storia mi trovo a sperare che almeno stavolta mi possa stupire positivamente. Sono stato anche tra i pochi a parlar bene di "Attacco alla diligenza" almeno sino al deludente finale. Posso davvero dire di avere pregiudizi, oh si si.

Io, caro Giacomo, ti consiglierei prima di affermare certe cose di ricordarti di una certa parabola che parla di pagliuzze e travi negli occhi.

(ed è inevitabile, quando qualcuno mi viene a dire che "Matador" è molto superiore a "Fuga da Anderville"). Punto.

Ci risiamo: ecco che di nuovo assurgi i tuoi gusti personali a parametri oggettivi. Certo che considero "Matador" migliore di "Fuga da Anderville" (ho davvero detto "molto superiore"? Davvero non lo ricordo) e non ho difficolt? a ribadirlo. In base a quale criterio che non sia l'insindacabile volont? dell'utente che si fa chiamare Don Fabio Esqueda io non potrei/dovrei apprezzare "Matador" più di "Fuga da Anderville"? Qualcuno me lo spieghi, se ne è capace.

Sia chiaro che trovo "Fuga da Anderville" un'ottima storia, tanto è vero che l'unico appunto che mi sento di farle è che Ticci fa tutti i personaggi sempre uguali sia nelle sequenze ambientate durante la Guerra Civile che in quelle nel "presente". :generaleS:


Ho diritto di dirlo e non ho offeso proprio nessuno.

Questo non credi che dovrei essere io a dirlo? Io mi sono sentito offeso e questo è uno dei pochi punti fermi.


Se ti chiedessi scusa sarebbe come dare una caramella al bambino che piange. E non  mi permetterei di farlo, per rispetto, e anche simpatia, nei tuoi confronti.

Mi astengo dal commentare.


Nessuno ovviamente ti nega di esprimere le tue idee (e ci mancherebbe altro!) ma tu rispetta il mio diritto di pensare (e scrivere) quel che pare a me.

E chi te lo nega? Almeno finch? le considererai non la verità rivelata, ma, appunto, delle opinioni


Ho espresso le mie idee, giuste o sbagliate che siano, in modo sempre rispettoso nei confronti di quelle altrui.

Ne sei proprio convinto? Definire baggianate le opinioni che non condividi è essere rispettosi delle suddette' Buono a sapersi


Punto. Nonostante i tuoi piagnistei.

Ah, beh se i miei sono solo piagnistei per te, che bisogno c'è di andare oltre?


Quanto a Paco, mi sembra tu dica tutto e il contrario di tutto. Per un secolo hai sostenuto le (solite) critiche alla scrittura boselliana, ora le sbeffeggi, Oggi sentivo Quagliariello, il quale diceva che "la vera democrazia è nel parlamento", quando ieri il suo capo diceva che "l'ultimo giudice è il popolo". Sembri lui.  Delle due l'una.

Ora, scusate, mi son rotto i cabasisi di tutte queste storielle e me ne vado a nanna. Parlo da adulto tra adulti. Se non vi va bene, mi tiro indietro.

Dunque il tuo sarebbe un atteggiamento da adulto? Un motivo in più per me per rimpiangere di non essere più adolescente.


P. S. Di persona sei veramente differente, affabile, simpatico, alla mano, ma quando scrivi qui la tua arroganza raggiunge livelli incredibili.
Me ne dispiace davvero.

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Di persona sei veramente differente, affabile, simpatico, alla mano, ma quando scrivi qui la tua arroganza raggiunge livelli incredibili

Carlo, fidati, non sono arrogante! Mi son solo scocciato del fatto che son dieci messaggi in cui dici di sentirti offeso per quella che è una mia opinione, in cui peraltro non ti ho espresso nessuna accusa di malafede (chiunque può rileggere). Di malafede mi hai semmai accusato tu, quando hai parlato di "artificio retorico" a proposito del mio "buonissima fede". Penso solo che ormai, forse talmente stufo dell'ultimo noiosissimo Nizzi, vedi il nero da una parte e il bianco dall'altra. E penseresti anche tu la stessa cosa se mi saltasse in mente di scrivere che, non dico una storia mediocre, ma "La pistola nascosta", è superiore a "Il passato di Carson" ! Onestamente, il tuo mi sembra quel fondamentalismo (che non significa insincerit? e malafede!) di cui tendi ad accusare Capelli d'Argento (più di me, credo). E, sia ben chiaro, io rispetto qualsiasi gusto, che sia dettato da fondamentalismo o meno!In ogni caso, chi se ne frega! Mi spiace -a prescindere da torti e ragioni- di aver reagito in modo così duro nei confronti di persone che reputo simpatiche e in gamba come te (questo l'ho potuto verificare dal vivo) e Paco!Adesso, suggerisco di tornare a parlare della storia e affini!
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  • Collaboratori

Amigos c'è una certa tendenza ad esagerare tutto e non va bene. Carlo, il discorso sulla malafede mi ha toccato per primo a più riprese. A me dicesti che mi consideravi una persona corretta. Mi sembra superfluo ribadire che tu sei una persona corretta. Sull'altro forum eri uno dei pochi a non avere dei pregiudizi sulle nuove storie di Nizzi quando la maggior parte già imbracciava il fucile. Nessuno in questo forum ti ritiene in malafede. Se ti chiamano partigiano, tutti siamo partigiani di qualcuno o qualcosa. Che male c'è ?Io passo per anti-boselliano. E' un etichetta che mi sto guadagnando col passare del tempo. E' vero che stiamo sempre a "gattanare" ( in Sardegna sta per "litigare" ) sugli stessi punti, ribadendo sempre le stesse cose. A me su TWO faceva male leggere le critiche agli "origlioni" di Nizzi, sulle "bellezze al bagno" ecc ecc capisco come i "boselliani" possano sentirsi urtati dai discorsi sulla centralit? o sui personaggi. E' chiaro che non si promuove o si boccia una storia in base a questi dettagli. Sarebbe assurdo bollare il capolavoro "Il passato di Carson" per i suoi personaggi. L' gli innocenti sono il punto di forza della storia. Ma non è che lo stesso ingrediente debba funzionare in tutte le storie. Il discorso che facevo ieri sulla coralità è questo: io non contesto a priori la presenza di una "banda" ma questa deve essere funzionale all'intreccio. Se non lo ?, mi aspetto che anche tu lo riconosca. Cosè come noi non abbiamo risparmiato critiche alle storie nizziane degli ultimi anni, così anche i boselliani dovrebbero riconoscere certi limiti nelle sceneggiature quando ci sono. A differenza di paco ordonez che ha dato 10 e che l'ha giudicata anche migliore di "Sulla pista di Fort Apache", riconosciuto capolavoro boselliano, tu ti sei espresso diversamente, parlando come di una delle storie non certo meglio riuscite dell'autore. Aiuterebbe in questo discorso che tu parlassi finalmente di quegli aspetti che non te la fanno giudicare al pari di Ordonez un capolavoro. Sembra che ci sia da parte tua quasi un pudore a gettarti nella mischia e a fare un affondo. A scorrere le ultime pagine si parla invece solo dei gusti personali dei vari forumisti ed è qui che si sta pericolosamente trascendendo.

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E in effetti credo che sulla storia si sia detto tutto ciò che è possibile dire, e anche oltre. Considerando le pericolose deviazioni della discussione, ritengo che sia meglio chiuderla qui per evitare ulteriori scontri tra utenti che sono tutti, e ripeto tutti, preziosi per il forum.
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Riapro la discussione a beneficio di chi volesse ancora intervenire sulla storia (e non sui gusti altrui, che vanno tutti rispettati anche se non condivisi). Una storia, è doveroso dirlo, che vanter? almeno il merito di una delle discussioni più lunghe del forum.

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Ci hai beccato, Virgin. Leggi questi due miei interventi dall'ALTRO forum (dove pure mi prendono a pesci in faccia per questa storia! :indianovestito: )

Be', onorato di averci beccato! :D Ma dal Boselli spettacolare e feuilletoniste di sempre non mi sarei mai immaginato simili scelte narrative è la McCarthy o è la... Masiero :D (nella sua corrente "verista" più che in quella citazionista).


tex85 ha scritto:
ciao Borden..volevo chiederti .. perchè nel finale della storia "Caccia infernale" Parkman non subisce la giusta punizione per il massacro di donne e bambini?


Perchè Tex non è un giudice. Parkman è pentito e ha cercato di riscattarsi. Gli basta.
Sarebbe stato facile e ipocrita far morire Parkman. In effetti pensavo che succedesse... Ma lui se l'? cavata ed è morto invece Mazay. La vita è proprio ingiusta.
Idem per Minnesota. Pensavo si sarebbe comportato eroicamente al fianco di Tex nel finale. Invece ci ha lasciato le penne ingloriosamente per un tiro da lontano a inizio terzo albo... e invece di lui ha brillato Carver. Anche una carogna può avere coraggio.
Mentre Reno, che parlava tanto, alla prova dei fatti è stato un vigliacco.
E Cunningham, con tutta la sua alterigia, ha sbagliato la strategia della battaglia più importante. Però almeno ha saputo morire per il figlio.
E quel figlio (Ethan) alla fine ha ritrovato una sua dignit?.
E Revekti? Per una volta (ma è già successo a Golden Eye) Tex arrivandogli a tiro non ha perso tempo in chiacchiere. Che gliene frega a Tex delle motivazioni di Revekti? Forse interessavano ai lettori. Mah! A me non interessano più di tanto le motivazioni di Bin Laden. E neanche a chi, giustamente, l'ha fatto fuori in fretta! 

Uhm... la domanda iniziale mi suona un po' assurda (forse perchè qui estrapolata dal contesto), ma mi è utile per affrontare l'argomento: perchè Parkman dovrebbe essere punito? :unsure: Io non mi sono nemmeno posto il problema. Il Parkman fallibile e arrogante di "Sulla pista di Fort Apache" si è evoluto qui in un essere umano altrettanto fallibile, ma meno superbo, nel quale il lettore si rispecchia pienamente. L'unico aspetto che secondo me poteva essere reso meglio è il finale: la redenzione è credibile e per nulla improvvisata, era nell'aria fin dall'inizio, ma le parole usate per raffigurarla sono un po' troppo logore e ingessate per bucare la pagina.


I personaggi DEVONO prendere vita. Se fanno sempre quello che hai deciso tu, allora non sei per nulla un buon narratore... Alberto non lo sa.
In questo caso, poi, invece di architettare una morte eroica od operistica per tutti, con tanto di riflettore e palcoscenico, come ho fatto in altri casi, ho proprio voluto che accadessero cose più normali e imprevedibili, come fa Larry McMurtry quando scrive i suoi western, per dire... Soluzioni antiepiche e realistiche, tanto per cambiare. Ma la cosa non ha preso...

La parte che ho evidenziato in grassetto andrebbe scritta su un muro! -ave_ Non appena il parroco del mio paese avrà fatto cancellare le bestemmie che ricoprono il lato nord della chiesa, vedrà di provvedere... :lol2:

Tuttavia, mi permetto di dire la mia opinione sul perchè non ha preso: secondo me scelte del genere sono efficaci soprattutto quando il personaggio è molto ben approfondito, di modo che la sua morte squallida aumenti ulteriormente la frustrazione del lettore, cosa che secondo me in questa storia non succede, mentre invece succedeva con l'investigatore privato de "I giustizieri di Vegas", che aveva una morte molto prosaica. Non è forse un caso che in "Caccia infernale" del battaglione Cunningham il personaggio maggiormente in rilievo ai miei occhi sia Carver, il quale muore in un modo che più topico non si può: credo che il romanzesco o la spettacolarizzazione, quando utilizzati in un contesto narrativo, in genere servano a bilanciare il mancato approfondimento interiore dei personaggi.
Siamo tutti d'accordo che per diversi motivi in una storia di Tex non vi potr? mai esserne troppo, tuttavia io trovo che sia tu che Nizzi (i tanto vituperati... :D) siate riusciti a farlo egregiamente in passato, talvolta in modo accorto (il punto di forza della nizziana "Il villaggio assediato" risiede proprio nella credibile, fragile e sovente meschina umanit? dei protagonisti), talvolta in unione con altri elementi (in "Matador!" a un eccellente approfondimento si accompagnano topoi del romanzesco come il padre ritrovato).

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Amigos c'è una certa tendenza ad esagerare tutto e non va bene.


Perfettamente d'accordo.

Carlo, il discorso sulla malafede mi ha toccato per primo a più riprese. A me dicesti che mi consideravi una persona corretta.


E non ho problemi a ribadirlo. Possiamo avere talvolta idee diametralmente opposte, ma ne abbiamo sempre discusso con civilt? e rispetto reciproco.

Mi sembra superfluo ribadire che tu sei una persona corretta.


Non sono proprio sicuro che sia superfluo e mi fa piacere che tu me lo dica.

Sull'altro forum eri uno dei pochi a non avere dei pregiudizi sulle nuove storie di Nizzi quando la maggior parte già imbracciava il fucile.


Oh, in un certo senso si può anche dire che io abbia dei pregiudizi. Per esempio, se un autore in genere mi piace, di solito mi aspetto che anche le sue nuove storie mi piacciano. Se, al contrario, le sue storie mi hanno deluso, il mio atteggiamento sarà più scettico. Alla fine, però, il mio vero giudizio me lo faccio quando leggo le storie. In ogni caso, e questo vale per Nizzi come per qualunque altro autore, odio i giudizi precostituiti. Tanto per dirne una, considerati anche i miei gusti personali, tutti i precedenti mi fanno temere che "Inferno bianco", l'ultima storia di Nizzi, disegnata da Filippucci, sarà un'altra delusione, eppure continuo sperare che stavolta l'autore mi sorprenda positivamente.

Nessuno in questo forum ti ritiene in malafede.


Se lo dici tu...

Se ti chiamano partigiano, tutti siamo partigiani di qualcuno o qualcosa. Che male c'è ?


Nessuno, detta così

Io passo per anti-boselliano. E' un etichetta che mi sto guadagnando col passare del tempo.


Io odio le etichettature. Non mi piace definire qualcuno per schemi predefiniti. A volte, purtroppo, accade.

E' vero che stiamo sempre a "gattanare" ( in Sardegna sta per "litigare" ) sugli stessi punti, ribadendo sempre le stesse cose.


Cosa molto tipica. Nei talk show politici accade di peggio. :colt::lol2:

A me su TWO faceva male leggere le critiche agli "origlioni" di Nizzi, sulle "bellezze al bagno" ecc ecc


Colgo l'occasione per una piccola precisazione. L'abuso che indubbiamente (per me almeno) Nizzi ha fatto di certi classici artifici narrativi non significa e non può significare che bisogna bandirli definitivamente.
Se in una storia futura accadr? che Tex otterr? informazioni da qualcuno che ha ascoltato una conversazione, oppure sarà costretto ad arrendersi slacciandosi anche il cinturone e la cosa avrà una logica giustificazione narrativa, chiunque sia l'autore della storia e ci dovesse essere chi grider? alla Nizzata, confesso che sarà molto irritato

capisco come i "boselliani" possano sentirsi urtati dai discorsi sulla centralit? o sui personaggi.


Non parlo per nessuno se non per me stesso ed io sono molto irritato dal continuo insistere di qualcuno su certe cose con incredibile pervicacia. Non tanto per quel che dice, ma per come lo dice e per la sua insistenza.

E' chiaro che non si promuove o si boccia una storia in base a questi dettagli.


Bene, Mi fa piacere che tu lo dica.

Sarebbe assurdo bollare il capolavoro "Il passato di Carson" per i suoi personaggi. L' gli innocenti sono il punto di forza della storia. Ma non è che lo stesso ingrediente debba funzionare in tutte le storie.


Il discorso che facevo ieri sulla coralità è questo: io non contesto a priori la presenza di una "banda" ma questa deve essere funzionale all'intreccio. Se non lo ?, mi aspetto che anche tu lo riconosca. Cosè come noi non abbiamo risparmiato critiche alle storie nizziane degli ultimi anni, così anche i boselliani dovrebbero riconoscere certi limiti nelle sceneggiature quando ci sono.


Credimi: a differenza di quanto sembra pensare qualcuno, io ne sono capacissimo. Tieni presente, comunque , che in genere a me le storie corali piacciono. Certo, è chiaro che la presenza di molti personaggi non è di per se indice di una bella storia... ma nemmeno del contrario.

A differenza di paco ordonez che ha dato 10 e che l'ha giudicata anche migliore di "Sulla pista di Fort Apache", riconosciuto capolavoro boselliano, tu ti sei espresso diversamente, parlando come di una delle storie non certo meglio riuscite dell'autore.


Aiuterebbe in questo discorso che tu parlassi finalmente di quegli aspetti che non te la fanno giudicare al pari di Ordonez un capolavoro.

Sembra che ci sia da parte tua quasi un pudore a gettarti nella mischia e a fare un affondo.


No, nulla del genere. Magari è solo che non ho affondi da fare.
Comunque raccolgo volentieri la sfida, così torniamo in topic e la cara Cheyenne non mi cancella tutto il post dopo la faticaccia che ho fatto per scriverlo. laughing

Premetto che ho trovato eccellenti i primi due albi per quanto riguarda la sceneggiatura, con alcuni dstinguo di cui dir? più avanti. è sul terzo albo che, ahimè, la tensione cala e non tuti i nodi vengono al pettine come avrebbero dovuto a mio parere.
Cominciamo col dire che come titolo di lavorazione questa storia avrebbe dovuto avere: ?Il ritorno di Parkman° e non ?Il ritorno di Laredo? . Lo scout di Fort Apache, infatti, svolge nella storia un ruolo minore, assolutamente non paragonabile a quello che aveva in ?Sulla pista di Fort Apache?. Parkman, d'altro canto, è il vero deuteragonista della vicenda, il suo travaglio interiore ed il suo percorso di redenzione sono narrati benissimo da Boselli
Quello che mi ha deluso è stato l'antagonista. Le aspettative che avevo su Revekti sono andate davvero deluse. Personaggio dalle grandi potenzialità si rivela quasi del tutto privo di spessore.
Altro personaggio mal riuscito è Ethan Cunningham, che sembra quasi sempre solo la macchietta del vigliacco.
Anche Miles Cunningham non si rivela nel terzo albo all'altezza di tutte le aspettative create dai primi due. Moses, il suo servo di colore, ha più spessore psicologico di lui pur dicendo poche battute.
Sul resto ho poco da dire. Il finale anticlimatico e antiepico è una scelta narrativa, può non lasciarmi del tutto soddisfatto, ma la rispetto.
Sul perdono a Parkman ho poco da dire. Forse sarei stato più soddisfatto se fosse morto, ma mi piace essere colto di sorpresa come è accaduto qui. In ogni caso, Parkman ha mostrato di essersi pentito e tanto basta, me ne farà una ragione.

Alla fine resta una storia gradevole, decisamente qualche gradino sotto rispetto a ?Sulla pista di Fort Apache?, ma non per questo da bocciare.

A scorrere le ultime pagine si parla invece solo dei gusti personali dei vari forumisti ed è qui che si sta pericolosamente trascendendo.


Sono ancora una volta d'accordo e con questo mi fermo. :colt:

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SPLENDORI E MISERIE DI... EDDIE PARKMAN



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Caccia Infernale è soprattutto la storia del ritorno di Parkman. Del giovane ufficiale di Fort Apache, arrogante e irascibile, nemico degli apaches, destinato a una bella carriera militare nelle soleggiate regioni del sudovest, restava il ricordo delle parole del maggiore Anders, che per evitargli l'onta della degradazione, ne aveva accettato le dimissioni. Sconfitto e umiliato, abbandonato dalla promessa sposa, sembrava destinato all'anonimato sulla scia degli altri capoccioni dell'esercito, che ben prima di lui a causa della loro inettitudine, erano stati costretti a un mortificante congedo dalle pagine di Tex. Parker era, per farla breve, un personaggio che aveva esaurito la sua funzione narrativa nel contesto della battaglia all'ultimo sangue contro i ribelli di Chunz. Il suo recupero da parte di Boselli, a distanza di dodici lunghi anni, si presentava indubbiamente come una di quelle scommesse più facili da perdere che da vincere. Farne l'elemento, a sorpresa, più riuscito della nuova storia non era certamente il passo più breve. L'autore comunque ha vinto la scommessa e l'ha fatto reinventandosi il personaggio. Quello che fa breccia nel cuore dei lettori, è la sua ritrovata umilt?, paradossalmente riconoscibile nell'animo tormentato più che dalla bruciante esperienza maturata sul campo di battaglia, dalla perdita dell'amata Liz. Nonostante le sorprendenti prodezze nella gara di tiro che lo vede umiliare il campione locale della cittadina di Folkestone, il personaggio che si presenta sin dalle prime battute per volont? dell'autore come un vincente laddove prima, vale la pena ribadirlo ancora una volta, aveva brillato per i suoi difetti è sempre un uomo travolto e annichilito dagli errori commessi. Lo si vede riandare col ricordo alla straniante e struggente scena della rottura con l'amata fidanzata con la quale aveva sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare. Sono esperienze che ne permettono la maturazione, non la rivalsa che in cuor suo sembra inizialmente neppure voler covare. E questo suo essere sconfitto, piegato e abbattuto dagli avvenimenti impietosi, aiuta a renderlo simpatico. Ma non basta togliere le speranze a un uomo con la perdita dei gradi e della compagna a riabilitarlo completamente agli occhi del lettore. Tassello dopo tassello l'autore imprime alla sua creatura una nuova identit?, non risparmiandogli però nuovi errori. Innanzitutto è il suo essere integerrimo lo differenzia dai tanti graduati vili e spregevoli di cui è copiosa la presenza nella serie. E? un aspetto che emerge nella scena iniziale del saloon con la proposta di Burke e Carver e che viene ribadito anche nel dialogo che si sviluppa tra Tex e Laredo che ne suggellano la riabilitazione e la redenzione. Perchè se Parkman continua a odiare con tutto il suo cuore gli indiani, inorridisce davanti allo scout apache torturato a morte da Carver e si pente di essere stato trascinato nell'eccidio al campo dei Pima. Parkman cerca la riabilitazione davanti agli occhi del mondo e della perduta Liz alleandosi con le persone sbagliate, ma con la credenziale di agire comunque dalla parte giusta essendo stato ingaggiato per liberare il confine da un uomo pericoloso come si delinea poco alla volta il profeta Revekti e da indiani che poca umanit? sembrano ispirare. E quello che Parkman sogna è una morte eroica, - è mia cara Liz, un giorno qualcuno ti dir? che ho recuperato il mio onore - pensa a pag. 90 del primo albo. Nella banda di Miles Cunningham è però uno "straniero". Odiato dai compagni di ventura, tutti assassini, lega infatti solo con Minnesota che come personalit? gli è più affine, essendo lui stesso stato arruolato semplicemente per la sua abilità di tiratore. La definitiva riabilitazione chiaramente non può passare attraverso le battaglie del sadico macellaio Cunningham e deve per forza prefigurarsi alla fine un'alleanza con i giusti della storia, Tex e Laredo. Inizialmente infatti quello che incuriosiva di più era proprio il confronto con quest'ultimo, che sul piano militare e sentimentale aveva trionfato, sottraendogli la donna della sua vita. Nel furore della battaglia finale, quando ormai tutto sembra perduto e l'unica possibilità è quella di unire disperatamente gli sforzi contro forze sovverchianti e rese insensibili dalla droga, i conti personali in sospeso lasciano spazio non all'amicizia, che ancora non è possibile, ma al rispetto reciproco e alla promessa di Laredo di aiutarlo a ripartire col piede giusto, dal basso, come soldato semplice nell'esercito, l'unica sua vera casa. Ora non sappiamo quanto la parola di uno scout potr? contare nelle alte gerarchie dell'esercito, ma l'ultima pagina con la simbolica stretta di mano tra i due sembra avviare a un rapporto diverso, che si configurer? meglio nella prossima storia che li riguarder?. L'onore perduto Parkman lo recupera solo con quest'ultimo emozionante gesto, degno di un uomo finalmente e pienamente ritrovato. Parkman alza di molto il livello della storia ed è alla fine, caso più unico che raro nelle storie di Boselli, uno dei comprimari finalmente piacevoli che ci piacerebbe rivedere presto senza aspettare altri dodici anni in una storia finalmente tutta sua.

Modificato da ymalpas
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TIGER JACK... TRUE GRIT!



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In ?Caccia infernale? brilla la stella di Tiger Jack e non solo per i disegni di Ginosatis che indovinano la caratterizzazione del navajo. Ci si è spesso lamentati nel recente passato del relegamento nella riserva dei due pards ?minori? e di quanto le storie avessero bisogno di una partecipazione corale di tutti e quattro. E? vero che Boselli fa le cose solo a metà: Carson è assente e Kit Willer si limita praticamente a due sole comparsate all'inizio e alla fine della storia. Ma quel che conta è che stavolta la scelta di affiancare il pard indiano non sia dettata dal caso o dal capriccio, ma opportunamente scelta dall'autore. In questa storia di indiani serviva un personaggio con le caratteristiche del navajo e la coppia Tex & Tiger funziona e convince. E? stato persino rimproverato a Boselli di aver messo Tiger in risalto molto più di Tex, ma anche questa è stata un'altra scelta sempre dettata dalla narrazione. Vediamo perchè. Se nella sparatoria iniziale alla diligenza la sua presenza è tutto sommato di contorno ( nonostante comunque uccida la maggior parte dei sette o otto assalitori ) , il personaggio prende lentamente rilievo nell'ufficio dello sceriffo. Inizialmente defilato, solo i lettori più attenti lo scorgono nella penombra accettare il caff? che gli viene offerto da uno dei vice dello sceriffo, indovina il nome di Revekti! Conviene soffermarci su questa sequenza interessante. Gli arruolatori del profeta sono giunti fino alla riserva dei navajos senza che apparentemente lui e Tex se ne siano accorti, ma le chiacchiere sono comunque giunte alle sue orecchie. Questo particolare a prima vista insignificante è invece di primaria importanza: ce lo mostra infatti più vicino alla sua gente di quanto lo sia il capo Aquila della Notte. Passiamo avanti. Quando inizia la caccia, Tiger acquista un peso maggiore e si rivela sempre più determinante: è lui per antonomasia il cacciatore, ma non è il solo. Si tratta di scovare gli indiani in fuga, cioè seguirne le tracce. Se nella storia è possibile ravvisare tutta una serie di binomi ( per esempio Tex e Laredo, Laredo e Parkman, Revekti e Cunningham ecc ) quello che ci interessa è il binomio Tiger e Laredo, due figure con compito identico. Vedremo più avanti anche il binomio con gli scouts apaches. Una delle critiche a Boselli è stato il ruolo marginale in cui è stato confinato il biondo scout di Fort Apache. Di questo fatto è responsabile Tiger, proprio perchè di Laredo è proprio la figura equivalente: gli sottrae inevitabilmente spazio. A quest?ultimo non resta dunque che il compito di spettatore plaudente delle imprese del navajo. L'idea che senza il navajo Laredo avrebbe goduto di maggior luce non può essere insomma messa in discussione. Troppi personaggi, ma questo è un altro discorso. Una sorte leggermente diversa spetta a Mazay che con Tiger condivide tutta una sequenza alla pari, ma attenzione! La scena in cui si deve fronteggiare l'arrivo degli uomini di Cunningham vede dominare letteralmente il navajo: è lui che li ferma e uccide Longway con il lancio preciso del pugnale che gli trafigge la gola. In effetti uno dei possibili binomi è soprattutto quello di Tiger e lo stesso Longway: entrambi brillano infatti per l'abilità nel adoperare con dimestichezza il ?bowie knife?, lo scalpato sembra anzi eccellere in quest?arte, non stupisce dunque che la sua morte sopraggiunga per mano di Tiger e proprio con un coltello: è il caso di dire che Mauro Boselli non si affida ancora una volta al caso e cura la storia fin nei dettagli più oscuri. Il Tiger uccisore di Longnife, cacciatore di scalpi, è un simbolico "scherzo" del destino. Andiamo oltre. Dicevamo che in una storia dove il filo conduttore è la caccia, Tiger è destinato a dominare gli eventi. C?? stato il recente film dei fratelli Coen che ha riproposto la figura del Grinta. E un nomignolo che andrebbe perfettamente affibbiato al nostro Tiger che si mostra in diverse occasioni grintoso e aggressivo come raramente si è visto in un personaggio di Boselli. Il giochetto del coltello arroventato che mette i brividi a Laredo è messo in opera due volte e già poi con i calci! Scorrettezza che manda al diavolo la political correctness ed era tempo. L'aggressivit? è soprattutto verbale: un personaggio che è conosciuto come silente, si mostra tagliente come non mai quando deve infondere paura nell'animo dei prigionieri. Anche in questo, pur riprendendo il mito dell'indiano che conosce l'arte di sciogliere la lingua tanto cara a Gianluigi Bonelli, Tiger si sovrappone a Tex che gli lascia praticamente in delega un compito che generalmente è suo. Questa situazione potrebbe prestarsi a una critica se effettivamente non tenessimo conto che i prigionieri sono degli indiani. Il resto delle pagine ci mostra un Tiger padrone dei selvaggi canyons della Sierra Madera. Nel Dead Man°s canyon sorveglia la situazione dall'alto, ma lo vediamo anche scalare una parete a picco e uccidere con due precisi e difficili tiri con l'arco la prima e la seconda sentinella. Questa è sicuramente la scena più bella dell'intera storia, scena che giustifica la presenza di Tiger e l'assenza di Carson. In questo frangente serviva solo il navajo, neanche Tex sarebbe stato in grado di fare altrettanto con l'arco. Ci resta solo un'annotazione a suo carico per concludere il discorso ma è ordinaria amministrazione: durante il bivacco notturno Tiger svolge alla perfezione il ruolo di angelo custode dei pards addormentati, che dopotutto è una continuazione di quella sequenza che dall'alto del picco di un canyon lo vede scrutare l'orizzonte alla ricerca dei nemici. Un Tiger magistrale dunque, come forse mai si è visto in una storia di Tex, un personaggio che per le sue qualità ha meritato l'improvvisa ribalta, sapendo ritornare nell'ombra nel momento della battaglia finale, quando il turno di Tex era finalmente giunto. Mauro Boselli dimostra di saper padroneggiare a meraviglia i pards di Tex: lo aspettiamo alla prova del fuoco in una storia nella quale i quattro pards siano tutti protagonisti: servir? ridurre il numero di personaggi inutili alla Laredo e il gioco sarà fatto.

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TIGER JACK... TRUE GRIT!



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. Mauro Boselli dimostra di saper padroneggiare a meraviglia i pards di Tex: lo aspettiamo alla prova del fuoco in una storia nella quale i quattro pards siano tutti protagonisti: servir? ridurre il numero di personaggi inutili alla Laredo e il gioco sarà fatto.

Perchè? Non l'ho mai fatto?? :deserto :indianovestito:


Comunque splendido post! clap

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Perchè? Non l'ho mai fatto?? :deserto :indianovestito:

Tutti i pards protagonisti (magari a costo di assegnare finalmente ad altri personaggi un posto non proprio di primissimo piano)? :unsure:

In tutta sincerit? non riesco a ricordare quando lo hai fatto :D
Comunque bisogna dire che Ymalpas ha scritto due post da incorniciare clap , mettendo in risalto i due personaggi che più di tutti gli altri danno lustro e significato alla storia. Certo, se invece di Tiger e Parkman fossero stati Tex e Tiger... sisi

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La figura di Tiger, navajo taciturno ma di sicurissimo affidamento, si adatta perfettamente a storie ambientate nei grandi spazi, e non stona nonostante l'insieme generale faccia acqua da tutte le parti. Non sono molto d'accordo con Ymalpas sull'equivalenza del ruolo del nostro navajo con quello di Laredo. Semmai vedo un'equivalenza del ruolo tra Tex e Laredo (e parlo di "Sulla pista di Fort Apache", capolavoro che non meritava un simile sequel, in cui Tex e il biondo capo-scout sono nulli). Casomai l'equivalenza è con Mazay, ed era con Lobo (figura tuttavia di ben maggiore rilievo).

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In questa storia di indiani serviva un personaggio con le caratteristiche del navajo e la coppia Tex & Tiger funziona e convince. E? stato persino rimproverato a Boselli di aver messo Tiger in risalto molto più di Tex, ma anche questa è stata un'altra scelta sempre dettata dalla narrazione.

Tex e Tiger quasi sempre hanno funzionato assieme, specie nelle storie filoindiane, e non solo. E' una coppia che dovrebbe essere piu' utilizzata e devo dire che Boselli riesce benissimo a conferire nuova linfa al navajo.

E? stato persino rimproverato a Boselli di aver messo Tiger in risalto molto più di Tex, ma anche questa è stata un'altra scelta sempre dettata dalla narrazione.

Beh quando e' uno dei pards a brillare piu' di Tex (ogni tanto pero') non ho mai avuto niente da dire.

Un Tiger magistrale dunque, come forse mai si è visto in una storia di Tex, un personaggio che per le sue qualità ha meritato l'improvvisa ribalta

Io spero che non sia un caso isolato. Sinceramente negli ultimi anni si e' forse un po' troppo abusato della coppia Tex/Carson e la rivalutazione di un grande personaggio come Tiger era necessaria. Dimenticavo. Splendido post,Ymalpas.
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TIGER JACK... TRUE GRIT!



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. Mauro Boselli dimostra di saper padroneggiare a meraviglia i pards di Tex: lo aspettiamo alla prova del fuoco in una storia nella quale i quattro pards siano tutti protagonisti: servir? ridurre il numero di personaggi inutili alla Laredo e il gioco sarà fatto.

Perchè? Non l'ho mai fatto?? :deserto :indianovestito:


Comunque splendido post! clap

Quoto in pieno il buon Borden. Un post veramente da incornicare e che mi riempie di benevola invidia. :inch: clap :lol2:
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