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Tex Willer - Il Romanzo Della Mia Vita


ymalpas
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Dopo lunghe titubanze ho deciso di non acquistare il romanzo di Boselli, e devo dire che un po' mi dispiace. Ma, contando sul fatto che conosco già tutte le storie e che si sarebbe trattato solo di un capriccio infantile (ma cosa sono i fumetti se non questo? :D), preferisco risparmiare i diciassette euro per finanziare l'acquisto di "Pensieri antimoderni" di D'vila e "Pugnae maioris imago"... haha :lol2:

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Questione di rispettabilissimi pareri e gusti, Virgin. Io ad esempio amo confrontare le varie traduzioni di un'opera straniera per vedere come sono resi i termini e i pensieri (non per questo comunque mi imbottisco la casa di libri con lo stesso titolo ;) ).

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Dopo lunghe titubanze ho deciso di non acquistare il romanzo di Boselli, e devo dire che un po' mi dispiace. Ma, contando sul fatto che conosco già tutte le storie e che si sarebbe trattato solo di un capriccio infantile (ma cosa sono i fumetti se non questo? :D), preferisco risparmiare i diciassette euro per finanziare l'acquisto di "Pensieri antimoderni" di D'vila e "Pugnae maioris imago"... haha :lol2:

In realtà, data la tua indigenza, pensavo di regalartene una copia io, Charles, anche per acquisiti meriti intervistatori. Ma, leggendo i titoli con cui pensi di sostituirmi (il primo, in particolare) ci ho ripensato! haha haha Borden
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Vorrei aggiungere che se anche Mauro Boselli decider? di scrivere altri racconti (o romanzi) su Tex, ispirandosi alle storie a fumetti, modificandole (e, data la sua bravura, arricchendole), o anche creandone di nuove, non me li lascer? certo scappare!Dovremmo tutti cercare di leggere questa "biografia" - e gli eventuali futuri seguiti - tenendo a mente solo "i fondamentali" di Tex e pard, senza pensare ai dettagli delle storie. Io mi son messo in quest'ottica: vediamo un po' come mi verrebbe raccontata una parte della saga texiana, se non esistessero i fumetti. E poi, non mi stancher? mai di ripetere che, anche se apprezzo e ammiro ciò che ha creato il grande vecchio (Gian Luigi Bonelli), Boselli è in grado di raccontare anche il passato, ricreandolo e avvicinandolo alla sensibilit? e ai gusti dei lettori di oggi. Lo confesso: pur con tutta la partecipazione emotiva verso le vecchie avventure (e mi riferisco senz'altro ai primi 20 numeri della serie gigante e forse anche oltre) e il fascino di quei disegni, i ritmi frenetici delle storie, la loro originalità (per i tempi) , resto convinto che se Boselli le riscrivesse oggi, le renderebbe migliori, saprebbe adattarle ai gusti moderni e, soprattutto, svilupperebbe, arricchendoli, quegli aspetti liquidati 60 anni fa con poche vignette e battute!L'unico appunto che mi sento di fare a Boselli, l'ho già scritto stamane e riguarda la scelta di dichiarare Carson già defunto, pare in modo naturale, nel 1899. Che diamine, non mi pare potesse avere già un'età dolce trapasso (circa 70 anni). Avrei sperato, piuttosto, avesse mantenuto vivi i tre pard (per Kit Willer, il discorso cambia), in modo da poterli utilizzare in una qualche impresa eroica senza speranza (qualcuno ricorda il finale de "L'uomo dei sette capestri"?). Per Kit Willer si possono fare, poi, mille ipotesi (che potrebbero essere sviluppate da Boselli):- attrazione del Wild West Show, in giro per il mondo;- carriera nei ranger, magari come ufficiale (Carson era maggiore dei ranger), magari alle prese con il nascente nuovo banditismo americano (mi vien da pensare all'ironico "Intrigo a Hollywood" di Blake Edwards oppure al vecchissimo "La foresta pietrificata", con Bogart e Leslie Howard);- arruolato come ufficiale nell'esercito, partecipando alla guerra Ispano-Americana e poi alla I Guerra Mondiale (ricordate "Cimarron"?);- oppure perfettamente inserito nella vita civile, nella riserva o meno, ma con qualche ritorno di fiamma per l'avventura. Un saluto a tutti e di nuovo complimenti a Mauro Boselli!!!

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Torno dopo tanto tempo per commentare questo romanzo. Ora, chi si ricorda di me sa cosa penso di Borden: semplicemente, lo ritengo l'autore che ha dato a tex nuova vita, risollevandolo dalle sorti imbarazzanti degli anni '90 e riportandolo alla grandezza di un tempo, trasformandolo di nuovo in qualcosa che compro e leggo per il piacere di farlo e non solo per tradizione. SPOOOOOILEEEER Tuttavia, penso che questa volta si sia sparato un po' troppo oltre il bersaglio, già cercare di richiudere la sola esperienza texana in un romanzo è qualcosa di impossibile, se si parla di meno di 250 pagine (scritte pure belle in grande) diventa quasi impossibile conciliare i fatti narrati nel testo con quelli dei fumetti. Questo anche perchè, come ben sappiamo, è difficile dare una vera valenza cronologica e storica ai primi 100 numeri di Tex, e ancor di più ai primissimi 10, e fatalmente si finisce col dimenticare pezzi importanti per impossibilità di farli combaciare con gli altri (Anderville, ma non solo, la banda degli Invincibili, per me uno dei racconti più riusciti dell'autore) o per fare dei piccoli/grandi errori storici: Tex, nel romanzo, infatti, libera prima il Messico e poi affronta la guerra civile, tuttavia Mexico City fu riconquistata dai Juaristi solo nel 1867, ovvero dopo la fine del conflitto negli States. A parte questo, devo dire che non ho apprezzato moltissimo il nostro Tex: in una recente storia di Boselli (L'uomo di Baltimora e seguito) ho apprezzato molto come, per bocca di Lord Hodson, l'autore ha cercato di spiegare la psicologia e la dimensione del personaggio "la serenit? interiore dell'uomo che ha fatto giustizia, o la soddisfazione del cacciatore che ha raggiunto la preda?" si chiede Hodson/boselli quando descrive come Tex ha eliminato l'ennesimo bandito reo di aver ferito gravemente Kit. nel romanzo appiono momenti in cui Tex ha una maggiore valenza psicologica, l'abbandono di Lupe, l'ansia per Kit prigioniero degli Hualpay, il dolore per Lilith, tuttavia l'azione ha sempre un posto in prima fila, forse anche troppo, e Tex molte volte, da come parla, sembra quasi un maniaco della pistola, quando io me lo immagino spesso come il CLint Eastwood degli Spietati: uccide, certo, senza problemi, ma allo stesso tempo sa che "uccidere un uomo è una cosa grossa: gli togli tutto ciò che ha e che potrebbe avere" eppure tra le righe del romanzo vedo solo un Tex che spara, e basta, non si ferma MAI a pensare. Non lo so, non sono certo pentito della lettura, ma non nego che forse mi sarei aspettato qualcosa di più, sopratutto da un autore che- come ho già detto- trovo a dir poco sensazionale (nemmeno il tempo di finirmi i Giustizieri di Vegas e già mi sto crogiolando in Caccia infernale). Altri romanzi su Tex? Perchè no, ma piuttosto che in un difficile tentativo di conciliare la sua vita in poche apgijne, magari, approfondire il personaggio, e alcune sue storie, come solo i libri sanno fare. Capitolo morte di Carson: no, no, non ci siamo, questa non mi è proprio andata già, intanto perchè il povero Carson deve morire a 100 anni, e fine :D poi perchè mal che vada ce lo vedo a ritirarsi in una certa locand adel Nevada (chissà perchè) piuttosto che amorire coi Navajos, e, in ogni caso, ho trovato la sua citazione troppo frettolosa, quasi senza anima. Capitolo età: proviamo a dare un'età al Tex del 1899, in fondo non è dsifficile, perchè Boselli ci da un'importante indizio sostenendo che Tex, nel momento dell'uccisione del padre, aveva da poco compiuto 19 anni. Siamo prima della guerra e a tex servono almeno un paio di anni per affrontare il rodeo e la successiva vita da fuorilegge prima della guerra civile: possiamo quindi immaginare che si parli del 1858 (nel bellissimo disegno di Civitelli Tex sfoggia due chiare Colt Navy del '51), massimo 1857, Tex sarebbe quindi nato pochissimo prima del 1840, facciamo 1837, il vecchio Tex che parla a Jack ha sicuramente meno di 65 anni ;) età che Carson ha di sicuro raggiunto nelle attuali avventure in edicola (basta vedere i disegni). Che bello esser tornato ragazzi, vado a dare altri voti qua e l'.

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In realtà, data la tua indigenza, pensavo di regalartene una copia io, Charles. Ma, leggendo i titoli con cui pensi di sostituirmi (il primo, in particolare) ci ho ripensato! haha  haha Borden

Non ci posso credere, qualcuno che conosce D'vila! :lol2: No, invero ho comprato solo "Pugnae maioris imago" (ed è stupendooo... :inch: ), sarebbe stato stupido comprare D'vila quando i suoi aforismi sono disponibili GRATIS su internet... ecche, sono tirchio, sono poco sveglio, ma completamente stupido no! (e soprattutto, per salvare la rima, i soldi a Franco Freda non li do :D)

anche per acquisiti meriti intervistatori

No, non dire così che mi commuovo, ti giuro! :snif::D

in una recente storia di Boselli (L'uomo di Baltimora e seguito)

Ehm... non vorrei offendere i suoi sentimenti, signor Ammiraglio, ma se lei ha notato delle differenze nella caratterizzazione di Tex fra "L'uomo di Baltimora" e il romanzo, forse è perchè la storia non è di Boselli. Modificato da virgin
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Torno dopo tanto tempo per commentare questo romanzo. Ora, chi si ricorda di me sa cosa penso di Borden: semplicemente, lo ritengo l'autore che ha dato a tex nuova vita, risollevandolo dalle sorti imbarazzanti degli anni '90 e riportandolo alla grandezza di un tempo, trasformandolo di nuovo in qualcosa che compro e leggo per il piacere di farlo e non solo per tradizione.




SPOOOOOILEEEER




Tuttavia, penso che questa volta si sia sparato un po' troppo oltre il bersaglio, già cercare di richiudere la sola esperienza texana in un romanzo è qualcosa di impossibile, se si parla di meno di 250 pagine (scritte pure belle in grande) diventa quasi impossibile conciliare i fatti narrati nel testo con quelli dei fumetti.

Questo anche perchè, come ben sappiamo, è difficile dare una vera valenza cronologica e storica ai primi 100 numeri di Tex, e ancor di più ai? primissimi 10, e fatalmente si finisce col dimenticare pezzi importanti per impossibilità di farli combaciare con gli altri (Anderville, ma non solo, la banda degli Invincibili, per me uno dei racconti più riusciti dell'autore) o per fare dei piccoli/grandi errori storici: Tex, nel romanzo, infatti, libera prima il Messico e poi affronta la guerra civile, tuttavia Mexico City fu riconquistata dai Juaristi solo nel 1867, ovvero dopo la fine del conflitto negli States.

Sbagliato. Tu pensi (come chiunque altro, del resto :indianovestito:) al conflitto che opose Juarez all'imperatore Massimiliano D'Asburgo, ma ci fu un'altro conflitto civile in Messico che vide protagonista Juarez: la cosiddetta Gerra della Reforma.

Nel 1858 i militari conservatori lanciarono un colpo di stato contro la nuova costituzione del 1857, il presidente in carica si dimise e Juarez, in qualità di Presidente della Corte Suprema divenne presidente ad interim. Nel gennaio 1861 Mexico City fu riconquistata dai Juaristi e Juarez eletto presidente regolarmente.
A questo conflitto si riferisce Boselli, in uno sforzo di storicizzare le avventure di Tex, sforzo che lo porta ad anticipare il primo incontro con Mefisto, ad esempio, per collocarlo nella cornice di quel conflitto.
Come ogni scelta può discutibile e discussa, ma ne comprendo le ragioni.
Non dimenticarti che il conflitto col Messico descritto da G. L. Bonelli nei nn° 3/4 nella realtà storica non è mai avvenuto: il Messico non ha mai invaso gli Stati Uniti per riconquistare i territori perduti nella guerra del 1846/1848. Per giunta, quella descritta in "L'eroe del Messico" non è altro che una versione molto romanzata della Rivolzione Messicana del 1911 e Boselli ha ritenuto (a torto od a ragione è questione aperta a dibattito) che così com'era la cosa non potesse essere riproposta in un romanzo ed ha fatto le consequenziali modifiche.

Per la cronaca, lo scontro con Massimiliano (1862/1867) è citato, pur senza nominarlo apertamente, quando è rapidamente narrato il secondo incontro con Montales, imprigionato proprio per essere un sostenitore di Juarez.

A parte questo, devo dire che non ho apprezzato moltissimo il nostro Tex: in una recente storia di Boselli (L'uomo di Baltimora e seguito) ho apprezzato molto come, per bocca di Lord Hodson, l'autore ha cercato di spiegare la psicologia e la dimensione del personaggio "la serenit? interiore dell'uomo che ha fatto giustizia, o la soddisfazione del cacciatore che ha raggiunto la preda?" si chiede? Hodson/boselli quando descrive come Tex ha eliminato l'ennesimo bandito reo di aver ferito gravemente Kit.

Te lo hanno già detto, ma lo ribadisco: "L'uomo di Baltimora" è di Faraci e non di Boselli. :colt:


nel romanzo appiono momenti in cui Tex ha una maggiore valenza psicologica, l'abbandono di Lupe, l'ansia per Kit prigioniero degli Hualpay, il dolore per Lilith, tuttavia l'azione ha sempre un posto in prima fila, forse anche troppo, e Tex molte volte, da come parla, sembra quasi un maniaco della pistola, quando io me lo immagino spesso come il CLint Eastwood degli Spietati: uccide, certo, senza problemi, ma allo stesso tempo sa che "uccidere un uomo è una cosa grossa: gli togli tutto ciò che ha e che potrebbe avere" eppure tra le righe del romanzo vedo solo un Tex che spara, e basta, non si ferma MAI a pensare.

Opinione che non condivido assolutamente.


Non lo so, non sono certo pentito della lettura, ma non nego che forse mi sarei aspettato qualcosa di più, sopratutto da un autore che- come ho già detto- trovo a dir poco sensazionale (nemmeno il tempo di finirmi i Giustizieri di Vegas e già mi sto crogiolando in Caccia infernale).

Che peraltro si sta rivelando un'ottima storia. ::evvai::


Altri romanzi su Tex? Perchè no, ma piuttosto che in un difficile tentativo di conciliare la sua vita in poche apgijne, magari, approfondire il personaggio, e alcune sue storie, come solo i libri sanno fare.

Capitolo morte di Carson: no, no, non ci siamo, questa non mi è proprio andata già, intanto perchè il povero Carson deve morire a 100 anni, e fine :D poi perchè mal che vada ce lo vedo a ritirarsi in una certa locand adel Nevada (chissà perchè) piuttosto che amorire coi Navajos, e, in ogni caso, ho trovato la sua citazione troppo frettolosa, quasi senza anima.

Di questo si potrebbe discutere.


Capitolo età: proviamo a dare un'età al Tex del 1899, in fondo non è dsifficile, perchè Boselli ci da un'importante indizio sostenendo che Tex, nel momento dell'uccisione del padre, aveva da poco compiuto 19 anni. Siamo prima della guerra e a tex servono almeno un paio di anni per affrontare il rodeo e la successiva vita da fuorilegge prima della guerra civile: possiamo quindi immaginare che si parli del 1858 (nel bellissimo disegno di Civitelli Tex sfoggia due chiare Colt Navy del '51), massimo 1857, Tex sarebbe quindi nato pochissimo prima del 1840, facciamo 1837, il vecchio Tex che parla a Jack ha sicuramente meno di 65 anni ;) età che Carson ha di sicuro raggiunto nelle attuali avventure in edicola (basta vedere i disegni).

Uhm, io ho sempre pensato che il vecchio Kit avesse solo una decina d'anni più di Tex e quindi lo vedo più sui 60 anni o poco più.


Che bello esser tornato ragazzi, vado a dare altri voti qua e l'.

Bentornato anche da parte mia. -ave_ Modificato da Carlo Monni
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spoiler finalmente l'ho finito di leggere e prima di leggere le ultime due pagine ero rimasto certamente molto colpito ....... poi leggo queste pagine finali e leggo riguardo alla tomba di kit carson :o:o ...... credo che sia davvero un qualcosa di troppo azzardato trasportare su un romanzo e in qualche modo anticipare la morte del vecchio carson .......'nsomma sono rimasto veramente scioccato !! cosi' come quando verso l'inizio del libro tex dice che non sa per quanto tempo ancora possa lottare accanto ai navajos :o........ mamma mia !! non voglio minimamente pensare a ........ insomma un buon libro scritto magnificamente da boselli con dettagliate descrizioni e termini ricercati, anche per riprodurre al meglio le varie avventure del nostro tex ... non posso pero' e non riesco a spiegare a parole quello che ho provato non appena lessi della tomba di carson ero e sono molto perplesso ...... non si poteva evitare questo riferimento è magari facendo fare l'intervista a tex con tutti i 4 pards in vita ?

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bel romanzo, faccio i miei complimenti a borden!Emergono, a parer mio, il passato di Tex e la Gola della morte, due capitoli molto "carichi".

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Dopo lunghe titubanze ho deciso di non acquistare il romanzo di Boselli, e devo dire che un po' mi dispiace. Ma, contando sul fatto che conosco già tutte le storie e che si sarebbe trattato solo di un capriccio infantile (ma cosa sono i fumetti se non questo? :D), preferisco risparmiare i diciassette euro per finanziare l'acquisto di "Pensieri antimoderni" di D'vila e "Pugnae maioris imago"... haha :lol2:

e te ne pentirai !! :indiano: :generaleN: :trapper:
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Dopo lunghe titubanze ho deciso di non acquistare il romanzo di Boselli, e devo dire che un po' mi dispiace. Ma, contando sul fatto che conosco già tutte le storie e che si sarebbe trattato solo di un capriccio infantile (ma cosa sono i fumetti se non questo? :D), preferisco risparmiare i diciassette euro per finanziare l'acquisto di "Pensieri antimoderni" di D'vila e "Pugnae maioris imago"...  haha  :lol2:

e te ne pentirai !! :indiano: :generaleN: :trapper:
appoggio lupo che corre, pessima scelta, se puoi compralo poich? molto molto scorrevole e decisamente appassionante =)
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Nel 1858 i militari conservatori lanciarono un colpo di stato contro la nuova costituzione del 1857, il presidente in carica si dimise e Juarez, in qualità di Presidente della Corte Suprema divenne presidente ad interim. Nel gennaio 1861 Mexico City fu riconquistata dai Juaristi e Juarez eletto presidente regolarmente. A questo conflitto si riferisce Boselli, in uno sforzo di storicizzare le avventure di Tex, sforzo che lo porta ad anticipare il primo incontro con Mefisto, ad esempio, per collocarlo nella cornice di quel conflitto. Come ogni scelta può discutibile e discussa, ma ne comprendo le ragioni

Uno a 0, mi ero dimenticato questa parentesi.

Non dimenticarti che il conflitto col Messico descritto da G. L. Bonelli nei nn° 3/4 nella realtà storica non è mai avvenuto: il Messico non ha mai invaso gli Stati Uniti per riconquistare i territori perduti nella guerra del 1846/1848. Per giunta, quella descritta in "L'eroe del Messico" non è altro che una versione molto romanzata della Rivolzione Messicana del 1911 e Boselli ha ritenuto (a torto od a ragione è questione aperta a dibattito) che così com'era la cosa non potesse essere riproposta in un romanzo ed ha fatto le consequenziali modifiche.

Si che fosse ispeirato al conflitto dell'11 lo so pure io, ma ovviamente Borden non ha potuto citarlo, questo intendevo quando parlavo di valenza storica dei primi Tex prossima allo 0 (dai ammazza pure la banda Dalton, al confine col Messico però :D diciamo che ammazza una banda di omonimi dei Dalton).

Uhm, io ho sempre pensato che il vecchio Kit avesse solo una decina d'anni più di Tex e quindi lo vedo più sui 60 anni o poco più.

Anche io, anche se ormai vedo Tex più per i 55 che i 50, Carson anche graficamente viene invecchiato di parecchio ultimamente, sopratutto da alcuni disegnatori (uno a caso, Mastantuono, che peraltro mi piace parecchio, non fa un uomo di 62 anni ma di 65). PS- la classicissima Tavola "addio mio uomo addio" rivista da Civitelli è un CAPOLAVORO assoluto.
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  • 2 settimane dopo...
  • 4 settimane dopo...

Ed alla fine sono riuscito a comprare anch'io questo libro. L'ho trovato ieri presso una libreria Arion, tra l'altro con lo sconto del 25% dato che in questo fine settimana c'era una promozione di questa catena di librerie su tutti i libri esposti. Caro Mauro, abitando a Roma pensavo di trovare molto più facilmente il tuo libro e invece... Vicino a casa mia ci sono 2 Mediaworld, Trony, Carrefour e altri centri commerciali tutti con annessi reparti in cui si vendono libri ma del tuo libro neanche l'ombra, in compenso avevano molte copie delle ultime fatiche di Valerio Massimo Manfredi o di Ken Follet e questo mi pare più che logico in una libreria che si rispetti, ma avevano anche varie copie dell'ultimo libro della Lambertucci o di quello dedicato ai neo sposi William e Kate e francamente con tutto il rispetto avere questi "libri" e non avere il tuo mi sembra un p? troppo. Ho provato anche in alcune librerie minori ma neanche li c'è l'avevano... la risposta nelle due libreire in cui ho provato è stata la stessa "se vuole glielo ordino". E no... troppo comodo... chi non espone il libro di Tex non merita che io lo compri li :P Insomma per farla breve ho dovuto trovare il tempo per passare da una "libreria" degna di questo nome. Comunque alla Mondadori un p? più di impegno nella distribuzione potevano mettercelo. Nella libreria dove l'ho comprato ho preso l'ultima copia rimasta e la commessa mi ha detto che da aprile ne avevano venduti 15. Magari con un p? più di supporto da parte della Mondadori sia pubblicitario sia di distribuzione il libro poteva andare ancora meglio di come è andato. Ad esempio io ricevo la newsletter da parte della Mondadori con le ultime novità del mese ed il tuo libro non è stato mai menzionato.

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Due giorni fa ho finito di leggere questo libro, me lo sono sparato in tre giorni, e quindi oggi mi sono letto i vostri interventi. Prossimamente poster? anche il mio ma nel frattempo una cosa la posso dire subito. Leggo che a molti non è piaciuto ed anzi alcuni non hanno proprio accettato il finale con Tex, Tiger ed il giornalista di fronte alla tomba di Carson. Alcuni non hanno neanche accettato Tex presentato in la con gli anni. Secondo me la scelta di presentare un Tex anziano che si guarda indietro e ricorda è giusta, ed anche riguardo a Carson trovo normalissimo l'idea di farlo morire. Questo è un libro a se, non è mica il fumetto, quindi è comprensibilissimo che Borden lo faccia morire, in fondo la morte è il destino di ogni uomo prima o poi ed anche gli eroi di carta muoiono. Ovviamente questo non accadr? mai, probabilmente, nella serie mensile a fumetti ma in un libro come questo ci può stare. Piuttosto ho trovato perfetta la scelta di Borden su come farlo morire. Carson muore di morte naturale, quindi nessun pistolero è mai riuscito a farlo fuori, e sceglie di morire fra i suoi amici.

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  • 11 mesi dopo...

Segnalo che da qualche giorno, dal 22 maggio precisamente se non erro, la Mondadori ha fatto uscire il libro di Mauro anche in versione Oscar.

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  • 1 mese dopo...

letto e riletto. Avete detto tutto in questa discussione e mi limito solo a fare i miei complimenti a Boselli per la ricerca e la dedizione nello scegliere gli episodi più importanti e a dargli una cronologia interessante. Ho trovato molto commovente la fine e sono sicura che stuzzicher? l'interesse di nuovi lettori verso la serie regolare. Unica cosa che mi sento di farmi domande, è sulla figura di Kit Willer.... un po' come se fosse tutta da descrivere la sua storia, che quasi riecheggia nelle nostalgie di Tex. Mi chiedo se ci sono in cantiere romanzi simili anche sulla vita dei pards....

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Mi associo ai complimenti a Boselli e aggiungo che mi piacerebbe anche vedere proprio una storia con il nostro Tex invecchiato, dopo la fine della cosiddetta Frontiera. Un Tex sui 55 o 60 anni, insomma, che affronti una qualche avventura in un mondo diverso dal suo vecchio west. Chissà perchè, ma mi torna in mente il finale del film L'uomo dai sette capestri. Unico appunto, che credo di avere già scritto, l'aver dichiarato già morto, nel 1899, Carson. Direi che avrebbe anche potuto essere vivo, con 70 anni ben portati. Chissà poi quale morte si è immaginta Boselli, per il vecchio Kit? Anche questa, forse, meriterebbe di essere oggetto di uno speciale.

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  • 4 mesi dopo...

Finalmente ho messo le mani anch'io su questo libro. Solo che invece di ordinarlo in libreria, mi sono limitato a farmelo prestare dalla biblioteca. :P Parlando del romanzo in sè, beh devo pensarci un po' per dire quello che mi è venuto in mente. Per cominciare dall'inizio che è tutto un programma e tutto un crescendo di quelle sensazioni che ci si aspetta come lettori di Tex : l'avvicinamento alla riserva Navajo popolata dai suoi leggendari guerrieri dal loro capo leggendario, Aquila della Notte; il nostro Ranger è come c'è lo aspettiamo, incrollabile e semrpe fedele a se stesso ma comunque poco disposto a farsi pubblicit? come il suo amico Buffalo Bill. Il giornalista Borden (mi piace pensare a lui come il giornalista che intervista Tex) è sicuramente anche un po' intimorito dal carisma di Tex Willer ma è comunque bravo a ottenere da lui l'intervista (facendo leva sul giornalista Floyd, amico del Ranger). Quando finalmente comincia la storia c'è da rabbrividire nel leggere le gesta di Tex che conosciamo bene ma che sono raccontate nel formato libro. I vari tradimenti operati alla storia di Tex si potrebbero giustificare con la voglia di costruire un impianto più da romanzo. Non so però se fosse davvero necessario. Il problema di questa scelta è che va un po' controcorrente con la storia del fumetto Tex. Intendo dire che i famosi fumetti americani ( Marvel, Dc...) hanno dovuto a volte raccontare e reinventare la storia dei loro personaggi, quando c'era crisi nelle vendite. Tex invece non ha mai avuto problemi di questo tipo (sebbene non abbia la stessa pubblicit? dei fumetti americani) e per questo è sempre rimasto fedele nella sua storia e non lo si è mai dovuto reinventare. Questo è uno dei punti di forza di Tex e nella mia opinione, è un gran brutto segno se un autore (anche uno dei più fedeli) decide di modificare la storia. Sembra che ammetta della crisi nella casa editoriale. Un peccato che questo debba rovinarmi la lettura perchè ci sono diversi momenti emozionanti, più di tutti il finale. Il tempo passa per tutti, anche per il nostro Tex (anche se per lui passa molto lentamente visto che ha raggiunto sessant'anni di storia senza mettere su tante rughe :D ) e le esperienze belle non durano per sempre come la tua vita. Kit Carson, compagno fedele e brontolone, un'autentica spalla ma anche uomo tutto di un pezzo senza esitazioni a soccorrere Tex e gli altri pards. Quando si legge della sua tomba, è davvero come se ti portassero via una parte di te e si sente molto l'identificazione con gli altri, che hanno perso il loro migliore compagno. Prima o poi lo avrebbero perso, ma di sicuro fa comunque una gran tristezza. :snif: Le ultime righe sono probabilmente la parte migliore del romanzo (forse perchè è la meno condizionata dalla storia del fumetto). Il giornalista riesce ad avere la sua intervista ma probabilmente minore rispetto alle sue aspettative. Quante domande ancora da rivolgere a Tex, che però già fin dall'inizio era reticente a rispondere. Il lato più triste secondo me è proprio quando il giornalista lascia la riserva e da lontano saluta Tex e Tiger ( Kit dov'? finito? E' riuscito forse a sistemarsi? ); non si tratta di un semplice congedo ma di un addio definitivo a una leggenda che non si incontrer? mai più. Sembra proprio che non incontreremmo mai più un uomo così. Grande commozione e grande scrittura. :snif::snif::snif: A impreziosire il quadro della situazione ci mette il maestro Fabio Civitelli. A mio parere i disegni si valutano in manier? più soggettiva rispetto ai testi. Per quanto riguarda il mio parere, io sono tra i suoi sostenitori perchè uno di quelli che mi hanno avvicinato a Tex e al gusto per valutare i vari disegnatori e i vari stili. Si tratta inoltre di uno dei disegnatori più apprezzati dal popolo texiano, perciò mi sembra logico affidare a lui i disegni (Villa deve essere ben impegnato, perchè a pensare a un disegnatore per il romanzo, mi veniva in mente lui con tutte quelle copertine e cartoline che fa). In conclusione direi che si tratta di una bella operazione per i fan di Tex ( secondo me rivolta essenzialmente a loro, chi non è appassionato di fumetti dubito che rimarr? coinvolto) anche se però i difetti che ho notato mi impediscono di godermi a pieno la storia.

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