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TWF - Tex Willer Forum

[609/610] Sei Divise Nella Polvere


Sam Stone
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Voto alla Storia?  

81 utenti hanno votato

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ma perchè non scrive più spesso Tex???

Perchè ha iniziato adesso... sta scrivendo anzi anche piuttosto in fretta se non vado errato...

Che baratro da caccia infernale: il giorno e la notte!!!!

Quoto in pieno... :colt:

Ticci è un'indiscusso maestro , ogni tavola un gioiello con cui lustrarsi gli occhi : indiscutibilmente : THE BEST !!! ( da sempre dico che è il migliore)

Vedo che il mio Maestro non lascia l'amaro in bocca a nessuno, ormai... -ave_
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  • Rangers

Penso che Manfredi, in questa sceneggiatura, abbia reso omaggio a più di qualche personaggio illustre:- nella citazione "e chi non ha il coraggio non può darselo";- nella citazione di Babbo Natale e della Befana -----> che non credo esistessero nel west del XIX? secolo;- nella citazione di Chigo "già la testa" ----> a Sergio Leone e all'omonimo film.

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Il secondo albo è addirittura migliore del primo, soprattutto per lo scambio di battute tra i pards e per il finale. Le uniche parti che non mi hanno convinto sono:

- La liberazione dello scout apache ad Ozona, che personalmente ho trovato inutile ai fini della narrazione.- In alcune situazioni Tex è incomprensibilmente autoritario, soprattutto nei confronti di Bigelow, nonostante abbia ammesso di trovarlo simpatico nel primo albo.- La rivalit? tra Newman e Bigelow poteva essere sviluppata meglio.
Sono comunque dettagli di secondaria importanza; è una storia piacevolissima e merita un bel 9!
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Penso che Manfredi, in questa sceneggiatura, abbia reso omaggio a più di qualche personaggio illustre:- nella citazione "e chi non ha il coraggio non può darselo";

Manzoni, ovviamente.

- nella citazione di Babbo Natale e della Befana -----> che non credo esistessero nel west del XIX? secolo;

Babbo Natale esisteva eccome. La menzione più antica di Santa Claus nei futuri Stati Uniti risali al 1774. Il poema "La notte prima di Natale" risale al 1820 e l'immagine tradizionale di Babbo Natale viene da un'illustrazione di Thomas Nast del 1863 (grazie Wikipedia :inch:), quindi sia Tex e Carson sapevano benissimo chi fosse Babbo Natale. Il punto è che la Befana non esiste se non nella tradizione italiana, ma perdono Manfredi volentieri. :generaleN:

- nella citazione di Chigo "già la testa" ----> a Sergio Leone e all'omonimo film.

Indubbio anche questo.
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E' solo una mia impressione o molte storie recenti si sono concluse in maniera affrettata? Ovvero, con molti eventi nelle ultime pagine quando in precedenza se ne sono forse sprecate troppe per situazioni secondarie.

Uhm... dipende da cosa uno considera secondario e da cosa considera spreco. Credo che in questa storia Manfredi non considerasse sprecata o secondaria nessuna situazione. Prendiamo la parentesi ad Ozona con McKenzie. Senza l'introduzione del personaggio e la sua definizione attraverso il confronto con Tex, avremmo provato la necessaria empatia per la sua morte quando i soldati lo trovano in Ozona? Non sarebbe stato un tipo qualunque di cui non ci fregava granch??. Per tacere del contrasto tra l'atteggiamento dei cittadini, pronti ad impiccare senza problemi un indiano presunto colpevole di furto di cavalli ed altrettanto pronti a lasciare il loros indaco/giudice/sceriffo ad affrontare quasi da solo Pardo ed i suoi. Erano intermezzi inutil, quinid da tagliaire oppure funzionali alla storia da narrare?Per il resto, è proprio una cifra stilistica sia di Boselli che di Manfredi concentrare gli eventi risolutori nelle ultime pagine della storia in un rapido crescendo. C'è chi li chiama finali affrettati, immagino che loro preferiscano parlare di finali veloci. laughing
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ma perchè non scrive più spesso Tex???

Perchè ha iniziato adesso... sta scrivendo anzi anche piuttosto in fretta se non vado errato...
Vai errato, a dire il vero :colt:


A parte la sua primissima storia, scritta addirittura nel 1997, disegnata a partire dal 1998 e pubblicata solo nel 2005, la storia per Civitelli, "La grande sete", e quella per Gomez, "Verso l'Oregon", sono stete scritte tra il 2006 ed il 2009 nel tempo libero tra una storia di Magico Vento, l'intera miniserie di Volto Nascosto ed il suo romanzo "Ho freddo"Questa storia, invece è stata scritta tra il 2008 ed il 2010. Praticamente negli intervalli tra le ultime storie di Magico Vento. un altro romanzo ("Tecniche di resurrezione") e la preparazione della mini Shanghai Devil.
Altre storie non ne ha ancora scritte.


Che baratro da caccia infernale: il giorno e la notte!!!!

Quoto in pieno... :colt:
Io invece quoto solo in parte: i primi due albi di "Caccia infernale" mi sono piaciuti e non poco, l'ultimo mi ha deluso.


Ticci è un'indiscusso maestro , ogni tavola un gioiello con cui lustrarsi gli occhi : indiscutibilmente : THE BEST !!! ( da sempre dico che è il migliore)

Vedo che il mio Maestro non lascia l'amaro in bocca a nessuno, ormai... -ave_
Ticci non si discute, :inch:
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  • Collaboratori

Gran bella storia, non c'è che dire!

Acquista spessore nel secondo albo e risulta decisamente divertente nelle scelte narrative, come quella di far scontrare la banda di Pardo con gli sciacalli di Los Buitres.

C'è una cosa che merita la citazione: ad un certo punto i personaggi si chiedono il perchè dell'insensata scelta di lasciare gli scheletri in bella esposizione già al pueblo: alla fine Manfredi risolve l'arcano con un tocco di classe!

Un Tex ( e Carson ) duri e spavaldi come ai tempi di GLB, che scherzano sprecando battute tra loro ( come nelle storie del miglior Nizzi ), e che risultano decisivi ( è Tex che uccide Pardo e non Bigelow o Chigo ).

Azzeccate anche le caratterizzazioni dei vari personaggi. Peccato per il tenente che ci lascia le penne ( un personaggio coi fiocchi che avrebbe meritato miglior sorte ), bene l'apache che si ritaglia il suo spazio - spero ritorni in una delle prossime storie. Pardo invece è il matto che non si smentisce, velenoso come un serpente fino all'ultimo. Ho apprezzato anche la scenetta "magica" della vecchia bruja apache, che legge nei destini di chi le sta accanto ( peccato che non abbia capito che il teschio era la proiezione del suo viso ).

Dai tempi de "La grande sete" che era comunque una bella storia, abbiamo visto un Manfredi in continua crescita: sembra che stia prendendo sempre più confidenza col personaggio e soprattutto... che ci stia prendendo gusto! L'unico appunto è che le storie le scrive col contagocce.

Voto alla storia: 9


Disegni di Ticci. C'è già stato il commento esplicito di C. d'A. e le immagini che ha postato parlano da sole. Ci ritorner? nei prossimi giorni.

Voto ai disegni: 10

Modificato da ymalpas
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Gran bella storia, non c'è che dire!


Come non essere d'accordo? ::evvai::

Acquista spessore nel secondo albo e risulta decisamente divertente nelle scelte narrative, come quella di far scontrare la banda di Pardo con gli sciacalli di Los Buitres.


L'intero secondo albo è praticamente un tutti contro tutti . Chiaramente concepito per portare all'inevitabile scontro di Tex contro Pardo

C'è una cosa che merita la citazione: ad un certo punto i personaggi si chiedono il perchè dell'insensata scelta di lasciare gli scheletri in bella esposizione già al pueblo: alla fine Manfredi risolve l'arcano con un tocco di classe!


Un Tex ( e Carson ) duri e spavaldi come ai tempi di GLB, che scherzano sprecando battute tra loro ( come nelle storie del miglior Nizzi ), e che risultano decisivi ( è Tex che uccide Pardo e non Bigelow o Chigo ).


Ed un finale veloce come nelle storie di Boselli. laughing

Scherzi a parte, chi altri avrebbe dovuto uccidere Pardo? In questa storia non c'erano rivalit? stabilite tra due personaggi, uno dei quali poteva vantare un "diritto di prelazione" sull'uccisione del cattivo e nemmeno una di quelle situazioni tanto care a GLB, in cui i due cattivi si uccidono a vicenda per spartirsi il bottino o cose simili.

Azzeccate anche le caratterizzazioni dei vari personaggi. Peccato per il tenente che ci lascia le penne ( un personaggio coi fiocchi che avrebbe meritato miglior sorte ),


Narrativamente parlando, c'erano pochi epiloghi possibili per Bigelow: o questo, o Tex lo lasciava andare dopo aver recuperato il denaro, oppure Bigelow tornava indietro con Tex ed affrontava le conseguenze delle sue azioni.
Manfredi ha scelto la srtrada classica, per così dire: Bigelow ed i suoi uomini muoiono tutti ed in questo modo pagano il prezzo dei loro errori (Come dice Carson, è il risultato dei piani perfetti _ahsisi).

bene l'apache che si ritaglia il suo spazio - spero ritorni in una delle prossime storie.


Me lo auguro anch'io.

Pardo invece è il matto che non si smentisce, velenoso come un serpente fino all'ultimo. Ho apprezzato anche la scenetta "magica" della vecchia bruja apache, che legge nei destini di chi le sta accanto ( peccato che non abbia capito che il teschio era la proiezione del suo viso ).


Come tutti i profeti, non ha saputo prevedere la sua morte. :indiano:

Dai tempi de "La grande sete" che era comunque una bella storia, abbiamo visto un Manfredi in continua crescita: sembra che stia prendendo sempre più confidenza col personaggio e soprattutto... che ci stia prendendo gusto!


Si, è la stessa impressione che ho avuto anch'io

L'unico appunto è che le storie le scrive col contagocce.


in tutte le sue più recenti uscite, pubbliche e private, compreso uno scambio di mail che abbiamo avuto qualche mese fa, Manfredi ribadiva la sua difficolt? di scrivere Tex, di non trovarsi a suo agio con un personaggio non suo e faceva capire tra le righe di non avere alcuna voglia di rimettersi a scriverlo.
Poi, nel giro di poco tempo, tutto è cambiato: lui ha deciso di scrivere un'altra storia e probabilmente ne scriver? altre nel prossimo futuro. Non sarà che tutte le critiche positive che hanno ricevuto sia il suo Texone che quesrta storia lo abbiano stimolato a rimettersi in gioco, visto che le sue storie erano piaciute ad un'ampia fascia di lettori (dai tradizionalisti incontentabili per cui quasi tutte le storie del post GLB sarebbero da buttare o quasi, ai progressisti più accesi)?
Io ne sarei ben contento, se fosse così.

Voto alla storia: 9


Io avrei degtto 8.

Disegni di Ticci. C'è già stato il commento esplicito di C. d'A. e le immagini che ha postato parlano da sole.


Scelta di immagini che Manfredi ha apprezzato, così almeno mi ha detto. ::evvai::

Voto ai disegni: 10asparire


Io taccio, perchè la mia ammirazione sconfinata per Ticci è ormai nota. :inch::inch:

Modificato da Carlo Monni
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Di questo albo mi è rimasto impresso lo scontro finale, bello, secco, teso e con la battuta strepitosa (che ora ovviamente a memoria non ricordo, ma del tipo":- "io sono Pardo il capo strafigherrimo!!"- "no.. tu sei solo l'ultimo a morire..."APPLAUSI!!! :D

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Per tacere del contrasto tra l'atteggiamento dei cittadini, pronti ad impiccare senza problemi un indiano presunto colpevole di furto di cavalli ed altrettanto pronti a lasciare il loros indaco/giudice/sceriffo ad affrontare quasi da solo Pardo ed i suoi.

Non c'è alcuna contraddizione, è la storia del mondo da sempre. Anche oggi è più semplice scagliarsi gridando al linciaggio su un immigrato colpevole di scippo (non sto dicendo che sia giusto, intendiamoci!) che non appoggiare la polizia nella lotta a bande più pericolose.
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Letto con un po' di ritardo questa seconda parte della storia e andro' un po' controcorrente. Non dico che non mi e' piaciuta ma non posso nemmeno di dire che ne sono rimasto entusiasto. Non lo so, e' stata un avventura che non mi ha mai preso. Non vado matto per quelle storie con molti personaggi e anche se quest'ultimi non sono "invadenti" come quelli boselliani, erano un po' tanti per i miei gusti. Ci sono dei punti che non sono stati approfonditi, come la ragione che ha spinto l'ufficiale Bigelow ha disertare l'esercito e il suo accanimento nei confronti del maggiore Newmann. Mi aspettavo una risposta alla fine ma non vi e' stata. Il "tutti contro tutti" finale mi e' sembrato un po' eccessivo, un effetto un po' troppo cercato. Malgrado la storia non mi abbia molto coinvolto c'e' sicuramente da salvare i bei dialoghi secchi di Tex e l'affiatamento con Carson (con delle battute meno riuscite stavolta). In definitiva,"La grande sete" mi e' piaciuta molto ma molto di piu'.

Come ho gia' ripetuto piu' volte, la strada presa da Ticci in questi ultimi anni non mi e' mai piaciuta. Troppo sintetico. Faccio un po' di fatica a leggere i disegni, soprattutto nelle scene d'azione. Sento dire sempre le stesse cose, ovvero che Ticci e' sempre il piu' grande, che il suo tratto attuale non e' altro che l'ennesima evoluzione di stile bla bla bla, ma io, nella mia ignoranza, vedo solo i primi inevitabili segni dell'eta' che avanza, e il maestro con molta intelligenza tenta di nasconderlo con un segno molto essenziale. Insomma, se dicessi che il Ticci odierno e' una gioia per gli occhi sarei uno spudorato bugiardo. L'artista senese e' una leggenda che disegna Tex da 45 anni ed e' stato il punto di riferimento per molti, ma non mi venite a dire che a tutt'oggi su Tex e' ancora il numero uno perche' non sono per niente d'accordo. Attualmente i numeri uno sono solo Villa e Civitelli. Diciamo che a differenza dei vari Galep e Letteri, il nostri Ticci invecchia molto meglio rispetto a loro.

Modificato da Anthony Steffen
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ma non mi venite a dire che a tutt'oggi su Tex e' ancora il numero uno

Che gli admin non me ne vogliano (il mio intento infatti è ben lontano da quello di voler scatenare un'inutile polemica con interventi OT) ma, personalmente, me la sento alla grande di scendere sul campo per difendere l'odierno Ticci se necessario (e vista poi la frase del nostro pard che lo richiede). Un autore che pur avendo sfornato fior fior di capolavori nel passato continua a farlo, e magnificamente oltretutto. La sintesi è tutt'altro che un modo per nascondere invecchiamento e decadenza artistici (elementi che appariranno in un futuro più o meno lontano, questo è innegabile):il desiderio del senese, da diversi anni a questa parte,? in effetti quello di riuscir a lavorare utilizzando soltanto i neri ed in completa assenza di segni superflui. L'aver imboccato questa strada è quindi cosa involontaria per lui, non certo una scelta, soltanto un modo di concepire la realtà.
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L'aver imboccato questa strada è quindi cosa involontaria per lui, non certo una scelta, soltanto un modo di concepire la realtà.

Sono d'accordo su tutto il resto,Jason, tranne che sulla frase quotata. Secondo me Ticci è consapevole della strada che ha imboccato ormai da tantissimi anni,? consapevole di quel che fa. Se così non fosse, se il sintetismo non fosse frutto di una sua precisa intenzione, allora avrebbe ragione Anthony a parlare di questa ultima fase come di una fase di decadenza. Personalmente, come ho già detto tante volte, ritengo quest'ultima come la fase artisticamente più straordinaria di Ticci.
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ma non mi venite a dire che a tutt'oggi su Tex e' ancora il numero uno

Che gli admin non me ne vogliano (il mio intento infatti è ben lontano da quello di voler scatenare un'inutile polemica con interventi OT) ma, personalmente, me la sento alla grande di scendere sul campo per difendere l'odierno Ticci se necessario (e vista poi la frase del nostro pard che lo richiede).
Perche' scatenare una polemica quando si hanno punti di vista e gusti differenti?io ho espresso la mia idea e tu la tua e non vedo perche' si deve litigare per questo. Ripeto, qualsiasi complimento si faccia al Ticci odierno io rimango sempre sulla mia idea. Ticci sta invecchiando e si vede gia' da tempo. Si nota soprattutto sui primi piani e soprattutto quel Tex ultrasessantenne che ormai ci propone da un bel po' di anni e' emblematico. Ho sempre sostenuto che in un fumetto (soprattutto su Tex) mal si sposa uno stile sintetico come quello di Ticci o di qualcun altro. Uno stile il suo che puo' andare bene in un quadro non in un fumetto. Faccio ogni volta una faticaccia a seguire una storia con questo Ticci di oggi, trovando molte vignette per lo piu' caotiche.
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Perche' scatenare una polemica quando si hanno punti di vista e gusti differenti?io ho espresso la mia idea e tu la tua e non vedo perche' si deve litigare per questo.

Perchè è capitato, pard, e non intendo farlo accadere di nuovo...::evvai:: Non per questo tuttavia rinuncio a difendere Giovanni, anzi...:)

Ripeto, qualsiasi complimento si faccia al Ticci odierno io rimango sempre sulla mia idea.

Fai bene... Però non sarebbe sbagliato continuare a discuterne come stiamo facendo adesso...;)

Ticci sta invecchiando e si vede gia' da tempo.

-_nono :indianovestito:

Tex ultrasessantenne

Quoto, anche se non disdegno in alcun modo questa visione grafica del personaggio.:inch:

Faccio ogni volta una faticaccia a seguire una storia con questo Ticci di oggi, trovando molte vignette per lo piu' caotiche.

Questo è dovuto proprio al sintetismo desiderato dall'autore stesso, a quella voglia di non mettere le linee ma lavorare solo con i bianchi ed i neri. -ave_ Impressionismo da quadro?:deserto Secondo me no, anche se è evidente che si tratta semplicemente di gusti personali... :old:
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Forse non è questo il luogo adatto per parlare della carriera di Ticci. Comunque... io non credo che ci sia stato un cambiamento improvviso giunto con questa o quella storia. Credo che quello di Ticci sia un percorso, un percorso progressivo verso il sintetismo, che comincia da molto lontano, da "Terra promessa", a mio modo di vedere, cioè nel momento in cui Ticci si distacca dal modello precisionista di Giolitti-chiaramente in quella storia il "precisionismo" la fa ancora da padrone. Ora, credo che Ticci sia ben consapevole di quanto il suo tratto sia diventato sintetico;e questa consapevolezza nasce dal fatto che è stato lui stesso a volere, a cercare, un sintetismo sempre più personale e per molti versi estremo. Tutto ciò senza che lui se ne accorgesse?... credo che i primi a saper valutare la propria arte, quasi sempre, siano gli stessi artisti. E' vero, però, che lo stesso Ticci non si accorse dell'anomalo allungamento dei visi in "Terra promessa" e "La notte degli assassini", un particolare iconografico di grande importanza. Ma nel caso della sua svolta sintetica parliamo di una questione di stile fondamentale:e di questo genere di questioni, che sono le basi dell'arte di un artista, l'artista non può che avere piena consapevolezza. ps. questo post è riferito al precedente breve messaggio di jason.

Modificato da paco ordonez
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Appena finito di leggere. A caldo, ecco quello che penso:
SPETTACOLARE!!
Due albi splendidi, il primo dalla narrazione più lenta, il secondo tutto piombo e morti ammazzati;una serie di personaggi memorabili (Bigelow e Pardo su tutti), tutti -anche i meno importanti- caratterizzati alla grandissima;Tex e Carson in gran spolvero, che affrontano avversari che, per numero e qualità, li mettono ancor più in risalto!-e

la botta in testa che si prende Tex non mi fa gridare "al piccione" proprio per niente!
.

Un grandissimo Manfredi, che confezona quella che è forse la sua più bella storia di Tex, uno storione a cui do un 10 più che meritato!

E che dire di TicciòDavvero, questa era la storia per lui, piena di battaglie e corpi in movimento, in un contesto ambientale che gli è congeniale. Memorabile la tempesta di sabbia (credo che Ticci non l'abbia mai disegnata prima, ma potrei sbagliare). Le ultime 50 pagine sono sensazionali!
Questo "Sei divise nella polvere" è l'ennesimo Capolavoro grafico del senese, con "Congiura contro Custer" e "Buffalo soldier" nella top-ten dei suoi capolavori!
Semplicemente GRANDIOSO!

Modificato da paco ordonez
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Forse non è questo il luogo adatto per parlare della carriera di Ticci. Comunque... io non credo che ci sia stato un cambiamento improvviso giunto con questa o quella storia. Credo che quello di Ticci sia un percorso, un percorso progressivo verso il sintetismo, che comincia da molto lontano, da "Terra promessa", a mio modo di vedere, cioè nel momento in cui Ticci si distacca dal modello precisionista di Giolitti-chiaramente in quella storia il "precisionismo" la fa ancora da padrone. Ora, credo che Ticci sia ben consapevole di quanto il suo tratto sia diventato sintetico;e questa consapevolezza nasce dal fatto che è stato lui stesso a volere, a cercare, un sintetismo sempre più personale e per molti versi estremo. Tutto ciò senza che lui se ne accorgesse?... credo che i primi a saper valutare la propria arte, quasi sempre, siano gli stessi artisti. E' vero, però, che lo stesso Ticci non si accorse dell'anomalo allungamento dei visi in "Terra promessa" e "La notte degli assassini", un particolare iconografico di grande importanza. Ma nel caso della sua svolta sintetica parliamo di una questione di stile fondamentale:e di questo genere di questioni, che sono le basi dell'arte di un artista, l'artista non può che avere piena consapevolezza. ps. questo post è riferito al precedente breve messaggio di jason.

Condivido con te l'idea che non sia questo il luogo adatto dove discutere della carriera di Giovanni Ticci, quindi chiudo brevemente. :old: Il concetto di realtà da parte dell'autore è cambiato visibilmente col tempo:i volti lunghi lunghi ne sono la prova più lampante, ed anche quella più adatta per l'analisi che vado a fare. blablabla Questo elemento grafico nei personaggi, seppur così vistoso, non è altro che una concezione che il senese aveva nei primissimi anni Settanta, al contrario del sintetismo. Questo è in effetti una vera e propria strada, non tanto un concepimento della realtà, una strada imboccata con assoluta consapevolezza. Anche se il cambiamento è poi arrivato da solo,Ticci intendeva rappresentare il mondo utilizzando solo i bianchi ed i neri, in maniera molto impressionista dunque. In breve:particolari come i faccioni di Terra Promessa sono piuttosto una modo di vedere le figure;il sintetismo (in forte contrapposizione con quella sviscerata ricerca di dettagli tipica del periodo immediatamente post Studio Giolitti) è invece una vera e propria strada, non so se son riuscito a spiegarmi chiaramente... _thia- Questo discorso viene fuori da un Ticciano convinto (o meglio:Ticciano convinto della grandezza passata ma anche presente dell'autore),? evidente (e giusto) che esistano anche nostalgici come Anthony, che, pur considerando immenso un artista, vedano oggi un declino. :indianovestito:
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  • 2 settimane dopo...

aspettavo con impazienza Il pasto degli avvoltoi per vedere come Manfredi avrebbe risolto l'intricato groviglio di storie convergenti che aveva imbastito nel primo albo, e devo dire che il creatore di Magico Vento si è davvero superato! Questa seconda parte mi è piaciuta moltissimo: frizzante, ricca di azione, con un Tex e un Carson strepitosi... insomma, una storiona!Il duello finale tra Tex e Pardo mi ha ricordato il ranger di GLB, frase la pidaria finale inclusa, e ho trovato lo sviluppo della vicenda coerente e veramene ben condotto dallo sceneggiatore. Peccato solo per il formato della storia, che per me avrebbe dovuto essere il classico "due albi e un pezzetto", ma è inutile rivangare il passato. Ticci molto sintetico, non è il disegnatore che attualmente preferisco ma è sempre un piacere vederlo all'opera. Voto 8,5.

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riletto oggi per la seconda volta! :) molto contento di come si sia articolata questa storia, finalmente ho rivisto un Tex protagonista, vivace frizzante con idee e pistole fumanti in mano! iniziavano proprio a mancarmi! :) il primo albo con una narrazione più lenta il secondo molto più movimentata, niente male! :)voto: 8/9disegni: 8insomma finalmente sono contento di commentare una storia :)

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L'ho riletta. S?, la storia funziona bene, ma... Tex? Non riesco a comprendere cosa c'entri questo sbirretto isterico e garantista col sanguigno giustiziere di GLB. Insomma, dopo quattro storie Manfredi è un mistero: due storie ottime ("Sulla pista degli agguati" e "Verso l'Oregon") e due mezze ciofeche ("La guerra dell'acqua" e questa). Trame ben costruite, un ottimo Carson, ma un enorme difetto: Tex. Non mi sembra poco. Siamo lontani tanto dall'efficacia di Ruju quanto dal frigido, ma comunque accettabile, manierismo di Faraci. Spero che in futuro Manfredi venga confinato sugli speciali, perchè sulla serie mensile non si può proprio vedere. Poi mi ostracizzano Segura? Mistero.

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