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TWF - Tex Willer Forum

[403/404] Bande Rivali


bressimar
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Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Jesès Blasco
Periodicità mensile: Maggio 1994 - Luglio 1994
Inizia nel numero 403 a pag. 29 e finisce nel numero 405 a pag. 28




A Tucson, il giornalista Herbert Addison, che sta seguendo la banda Hadley, viene rapito dalla gang rivale dei Chase per chiedere un riscatto a suo padre, il governatore Edward. I pards si occupano del caso per conto di Mac Parland, ma l'arrogante agente della Pinkerton Patrick O?Bannon, inviato a dare man forte, preferisce indagare da solo per questioni di carriera. O?Bannon ama i metodi sbrigativi: per sapere dov?? il giovane Addison appende a un albero Blackie Logan, uno dei rapitori, e lo massacra di botte inutilmente! Il potente senatore Stanley, che deve rendere un favore a certi agenti della Pinkerton, convince l'amico Addison senior a fidarsi ancora di O?Bannon. Il piano è quello di pagare il riscatto e intrappolare i rapitori, ma i banditi beffano gli uomini di O?Bannon facendoli saltare in aria su un ponte ferroviario! Ma i Chase devono fare i conti con Tex e Carson. Debellata la banda, Herbert Addison può riabbracciare suo padre.

 

 

© Sergio Bonelli Editore

 

 

 

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Cosa ne dite di questa storia? ... è stata una delle prime di Tex che ho letto e me la ricordo ancora con piacere... Un buon intreccio e tanta azione, l'unica nota stonata secondo me è la presenza iniziale del giovane addison nel covo dei banditi, per strappar loro un intervista... Una cosa un po' esagerata...

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  • 10 mesi dopo...
Guest Colonnello_Jim_Brandon

Una bella storia, Decio Canzio e Medda sono riusciti a caratterizzare molto bene la "cattivissima" famiglia Chase in particolare quella vecchia megera della madre e il bastardissimo figlio di serpente che era Chase!!!! Ricordo benissimo l'arrogante e sbruffone agente della Pinkerton, il quale però è destinato ad una fine tanto violenta quanto drammatica.... Un Tex dinamico con un buon Carson ( anche se a mio avviso tra il nr. 400 e il 500 il VERO Carson si vede in altre storie prima fra tutti il passato di Carson!!! ). Blasco non è mai stato uno dei miei disegnatori preferiti, tuttavia in questa storia a "tinte fosche" ha fatto davvero un ottimo lavoro. Voto : 8 secco!!!!

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  • 3 mesi dopo...
  • Collaboratori

Scritta nel periodo della crisi creativa di Nizzi è la prima delle due storie di Michele Medda.

Un west diverso che per stessa ammissione di alcuni personaggi sta cambiando, quello proposto dal giovane autore esordiente.

Forse uno dei grandi motivi per cui Sergio Bonelli ha rinunciato alla collaborazione del soggettista e sceneggiatore sardo.

In effetti il tema del rapimento del giovane Addison, rinchiuso in uno spazio angusto, al buio e in compagnia dei topi, è uno di quelli che allora affollavano le pagine di cronaca dei giornali nostrani, ed è significativo che proprio un sardo ne abbia preso spunto, rifacendosi all'immaginario della sua terra anche nella presentazione della vecchia matriarca dei Chase, dura ed autoritaria ma anche essenzialmente madre. Cosè anche il tema delle "faide" è ripreso sapientemente da Medda, anche se non per forza di cose deve essere ricondotto alla sua terra natale: storicamente nel west la cosiddetta "Guerra della Contea di Lincoln" ha avuto, in certi momenti, i connotati di una vera e propria faida! ( segnalazione di Mister P )

Ma altri temi, fortemente innovativi in una serie che fa della classicit? il suo marchio di garanzia, hanno contribuito di più a far storcere il naso a molta gente.

In primis certamente la contestata scena del bordello e soprattutto l'immagine che mette in scena, esplicitamente, un rapporto sessuale.

Ma non basta, la rivalit? di Tex con gli agenti della Pinkerton, che nei loro modi di fare ci ricordano non poco quelli del FBI, addirittura il loro capo che mette in ginocchio Tex in quel singolarare "duello" che costringe il ranger a servirsi di un colpo sleale per mettere fuori combattimento il rivale O'Bannon.

Insomma tanti elementi per una storia che si rivela interessante ma tutto sommato assai lontana dagli standard texani, un Tex per l'appunto quasi messo in ombra dagli avvenimenti che si susseguono.

Dall'intervista rilasciata al critico Gianni Olla de LA NUOVA SARDEGNA ( il venerdì 13 giugno 1994 ):

I vecchi lettori si riconoscono poco nelle storie attuali.

Medda: Qualcosa di vero c'è. Io d'altronde mi sono ispirato non al western, ma al poliziesco, al genere gangster. La città fantasma della prima scena si chiama Aldrich Town. Chi vuole leggere tra le righe capir? l'omaggio al regista di "Grisson Gany", che era poi la versione cinematografica di "Niente orchidee per miss Blandish" di James Hadley Chase.

Se è per questo si potrebbero trovare altri riferimenti: Mr. Barker del film di Corman ("Il clan dei Barker"), ad esempio.

[...]

Qualcuno però potrebbe leggere, nella faida tra le due bande, nel sequestro di persona, una vocazione regionale.

Medda: Non c'è, almeno volontariamente. Fanno parte appunto del mio retroterra culturale, delle mie passioni avventurose. Posso anticipare, ad esempio, che sto già scrivendo la prossima storia di Tex. Che è quella di un serial killer, una specie di versione americana di Jack lo Squartatore, con riferimenti anche filologici alla vicenda.

E dopo questa seconda avventura?

Medda: Mi fermo per un po'. Passare dalla fantascienza di Nathan Never a Tex è una fatica non indifferente. Il lavoro dello sceneggiatore di fumetti, oltre che essere oscuro, è una specie di partita contro il tempo. Si scrivono un paio di scene, con tutti i dettagli ambientali, con tutte le caratteristiche dei personaggi che poi devono essere interpretate dal disegnatore, poi si va avanti a pensare alla prossima scena. Qualche volta c'è un disegno generale, un soggetto preciso, altre volte la storia va avanti da sola e non sempre il prodotto finale rispetta le buone intenzioni dello scrittore.

Una curiosità a suo tempo segnalata da Tex Fanatico a proposito del titolo della storia... le due bande rivali alla fin fine ci sono per ogni singolo campo:


Buoni = Tex - Pinkerton
Cattivi = le due famiglie

Sempre Tex fanatico ci faceva notare ( nel vecchio forum ) come la storia sia strutturata in modo tale che tutto ruoti attorno a fattori concorrenziali, tali da spingere per esempio gli agenti Pinkerton a trasformarsi ( per soldi ) praticamente in sicari, mentre altri personaggi da "cattivi" diventano buoni...


Il mio voto a questa storia è di 7 / 10.

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  • 4 settimane dopo...
Guest Wasted Years

A me seguita a non piacere, neanche dopo questa rilettura. Medda si sarà ispirato al modello di famiglia classico in Sardegna, modello fattualmente matriarcale con le genitrici determinatissime, ma, non essendo Tex sardo, non si capisce perchè debba farsi umiliare dalla matriarca stessa, evitando la morte ingloriosa solo per l'intervento di una trave ed un crollo. E non è l'unica figura da piccione, c'è anche il duello a cazzotti vinto solo con il colpo basso. Nel sud degli stati uniti sono tutti violentissimi e tutti cattivissimi, non esiste pietà, trovo la caratterizzazione troppo estrema. La trama scorre, a tratti anche piacevole, ma viziata da questa visione estrema delle cose. A livello di dialoghi e di sceneggiatura in senso stretto, l'ho trovata ben studiata e promettente. Non amo particolarmente i disegni di Blasco. Storia che salterei volentieri.6

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Una cosa paradossale di questa storia è che, come ha rilevato Claudio Paglieri in "Non son degno di Tex", quando O'Bannon appende per i piedi un bandito ( scena cui si ispira la copertina del n. 404 ) Tex si scandalizza, scordandosi però che in "Sulle tracce di Tom Foster" lui stesso aveva appeso per i piedi un comanchero, provocando le perplessit? del collega di O'Bannon Rick Anders.

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  • 3 mesi dopo...

A me sinceramente la storia è molto piaciuta, anzi, è un eccellente esempio di come si possano proporre personaggi archetipici (i banditi cattivi, la matriarca megera) senza ridurli a macchiette. Circa le piccionate, in genere non fanno impazzire anche me, ma in questa storia personalmente credo ci stiano bene, perchè non sono mirate tanto a far fare la figura del cretino a Tex, ma a sottolineare l'ambiente spietato in cui è ambientata la storia, in cui talvolta si deve ricorrere alla carognata a fin di bene e in cui talvolta è il caso, la fortuna, o in qualunque altro modo si voglia definirla a far la differenza ( e meno male che qui la differenza è a favore del ranger... se

veramente Tex fosse rimasto stecchito sotto le picconate della vecchiaccia del West, la Bonelli sarebbe stata cinta d'assedio per mesi dai fan inferociti
. CIrca la caratterizzazione estrema di cui parlava Wasted, vale la pena di ricordare che anche i cattivissimi Chase hanno una storia drammatica alle spalle (il padre rovinato da speculazioni post-belliche, se ben ricordo) che probabilmente ne ha determinato la caduta anche morale. Un'allusione sottile per ricordare che in certe ambientazioni (e il West americano è una delle tante) sono le circostanze a fare gli uomini e le donne, e non viceversa. E' una considerazione molto amara, e - lo capisco - sconcertante in un fumetto come "Tex" basato proprio su una figura di eroe granitica e invincibile (e ci piace proprio per questo :P ), ma che rappresenta comunque un' occasione per vedere il mondo di Tex da un'altra angolazione. Una volta ogni tanto si può fare. ;)
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  • 8 mesi dopo...

Michele Medda aveva dato un'ottima prova di sè... con un western originale e crudo, dal ritmo coinvolgente e dai personaggi ben caratterizzati psicologicamente. Poteva a rigore affiancarsi a Nizzi e Boselli nelle sceneggiature... un vero peccato....

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  • 10 mesi dopo...

Questa e' una delle mie storie preferite della fascia 400/500. L'esordio di Medda sulle pagine di Aquila della Notte non poteva essere migliore. Una storia ambientata in un West crepuscolare con tematiche fortementi attuali e con una gran varieta' di personaggi, ognuno caratterizzato splendidamente. A parte qualche episodio anomalo, ho trovato sempre questa storia molto avvincente, ben costruita e molto interessante, con un Tex e Carson riconoscibilissimi, con i loro momenti di relax e di umorismo. Sono loro!
Una storia abbastanza violenta dove Medda inserisce degli ingredienti nuovi, come la difficolta' iniziale da parte di Tex di sbatacchiare un avversario forzuto come O'Bannon.
Non ho mai capito cosa c'e' da storcere il naso nelle due storie che Medda ha scritto per Tex, soprattutto in questa, dove a mio avviso, l'autore ha rispettato in pieno il personaggio, a differenza di altri sceneggiatori (Segura in primis) che in piu' di un occasione lo hanno snaturato non poco, sia perche' non lo conoscono a fondo e sia per vanita' artistica, offendoci un interpretazione alquanto discutibile.

Per quanto riguarda i disegni, a me Blasco e' sempre piaciuto, anche se disegnava un Tex sempre incazzato nero. Azzeccatissimo nelle storie ambientate nel Sud, riusciva perfettamente a rendere l'atmosfera crepuscolare di quelle regioni sconfitte dalla guerra. Qui alla sua ultima fatica su Tex.

Storia 8,5

Disegni 7

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  • 10 mesi dopo...
  • 2 mesi dopo...

Una cosa paradossale di questa storia è che, come ha rilevato Claudio Paglieri in "Non son degno di Tex", quando O'Bannon appende per i piedi un bandito ( scena cui si ispira la copertina del n. 404 ) Tex si scandalizza, scordandosi però che in "Sulle tracce di Tom Foster" lui stesso aveva appeso per i piedi un comanchero, provocando le perplessit? del collega di O'Bannon Rick Anders.

Io non credo che, nelle intenzioni di Medda e Blasco, Tex si scandalizzi per il fatto che O'Bannon appendi per i piedi un bandito ma è arrabbiato per il fatto che stia riservando questo trattamento ad un uomo ferito e determinato a non cedere. Questo potrebbe compromettere le indagini. Io vedo nella reazione di Tex che tira un pugno a O'Bannon iniziando la rissa la rabbia verso un investigatore che a suo modo di vedere non sta facendo bene il suo lavoro, che non sa giudicare gli uomini, che sta applicando un metodo sbagliato con la persona sbagliata, un uomo arrogante che oltretutto compromette il suo lavoro.
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Se ho definito ottimo il debutto di Canzio sulle pagine di Tex quello di Medda è da applausi. Non posso far altro che assegnare un dieci pieno alla sua prima storia ed esprimere allo stesso tempo il mio rincrescimento per la decisione di non renderlo uno sceneggiatore abituale delle storie dei quattro pard. Medda riesce a scrivere una storia abbastanza complessa con una miriade di personaggi caratterizzando molto bene tutti quanti e assegnando ad ognuno il giusto spazio. Anche Tex e Carson sono ben inquadrati. Le scene da piccione proprio non le vedo, il comportamento di Tex nei confronti della

vecchia matriarca è normalissimo, cosa avrebbe dovuto fare assestargli un bel calcio sul ventre prima di chinarsi su di lei?, e la risoluzione della scena con il piccone che si incastra nella trave marcia facendo crollare la volta della miniera che seppellisce la matriarca è la giusta dose di fortuna che accompagna gli eroi.
I disegni di Blasco sono al livello delle altre storie che ha fatto per Tex, l'unico neo lo vedo nei dui indiani della banda Chase, i volti sia di Hawk che della sorella Layla hanno poco di indiano. Quel che mi è piaciuto della storia è che riesce a muoversi su più campi parallelamente e riesce a mantenere alto l'interesse e il livello della tensione lungo tutto il racconto. Man mano vari personaggi entrano nella storia, ognuno non a caso tanto che secondo me se si facesse mancare l'apporto di uno qualunque di loro la storia ne risentirebbe. Quel che è bello è che, almeno per me, ti viene spontaneo di chiedere che fine hanno fatto dopo, sarebbe bello reincontrare
Layla e il figlio di Addison ... si saranno mai ritrovati? oppure la bella ragazza del bordello che ha avuto il coraggio di parlare di fronte all'omert? di tutto il paese dimostrando molto più virt? dei tanti "gentiluomini" li presenti, o Ellie e suo marito ... saranno riusciti a raggiungere il confine? oppure Orso che corre e ... beh inutile continuare ogni personaggio in questa storia è ben calato nella parte
e mi sarebbe piaciuto vedere Medda all'opera con una o più storie con i 4 pard al completo visto come riesce a ritagliare bene le parti ad ogni personaggio senza lasciarlo in un angolo. Riflettendoci penso finora di non aver visto uno sceneggiatore debuttare meglio di Medda in una storia di Tex. Ripeto è un gran peccato non averlo nella scuderia del ranger più famoso dei fumetti. Le critiche rivolte a questa storia io proprio non le vedo, questa storia per me è un gioiellino ed il 10 lo vale tutto. Io non vedo un Tex messo in ombra, non vedo come completamente fuori dal mondo una faida interna fra gli uomini di potere della pinkerton, gli intrallazzi dei politici ci sono sempre stati e un west duro come quello presentato da Medda è abbastanza realistico. D'altronde le novità introdotte da Medda non sono così devastanti da stravolgere le peculiarit? della serie di Tex anzi io le vedo appropriate, giusto quel pizzico di diversit? per non rendere fossilizzata una serie. Su questo credo che SB avrebbe dovuto avere più coraggio, inutile rispondere nella posta in quel modo per poi far fuori dalla serie Medda tanto valeva a questo punto recitare il mea culpa e cospargersi il capo di cenere.
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Una cosa paradossale di questa storia è che, come ha rilevato Claudio Paglieri in "Non son degno di Tex", quando O'Bannon appende per i piedi un bandito ( scena cui si ispira la copertina del n. 404 ) Tex si scandalizza, scordandosi però che in "Sulle tracce di Tom Foster" lui stesso aveva appeso per i piedi un comanchero, provocando le perplessit? del collega di O'Bannon Rick Anders.

Io non credo che, nelle intenzioni di Medda e Blasco, Tex si scandalizzi per il fatto che O'Bannon appendi per i piedi un bandito ma è arrabbiato per il fatto che stia riservando questo trattamento ad un uomo ferito e determinato a non cedere.
Stessa cosa che ho pensato io a suo tempo, leggendo la storia.

Quello che indigna Tex non sono i modi spicci di O'Bannion in se (lui stesso ha utilizzzato ed utilizza metodi non dissimili) ma il modo in cui li sta usando.
Tex non userebbe metodi così violenti contro un uomo gravemente ferito, che, infatti, non sopravvive all'espereinza.
In più, anche quando usa metodi duri Tex xsa sempre quando fermarsi o non crederete davvero che lascerebbe qualcuno ad esser divorato vivo dalle formiche o simili?

Questo potrebbe compromettere le indagini. Io vedo nella reazione di Tex che tira un pugno a O'Bannon iniziando la rissa la rabbia verso un investigatore che a suo modo di vedere non sta facendo bene il suo lavoro, che non sa giudicare gli uomini, che sta applicando un metodo sbagliato con la persona sbagliata, un uomo arrogante che oltretutto compromette il suo lavoro.

Io ci vedo anche, puramente e semplicemente, la rabbia verso un uomo arrogante e privo sdi scrupoli.
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  • 6 mesi dopo...

riletta stanotte, e che dire:Medda ha scritto solo due storie, se ben ricordo, ma questa mi ha colpito particolarmente:le due bande rivali le ha caratterizzate alla grande, e O'Bannon è stato un vero duro fino alla fine(la scazzottata con Tex è una delle migliori di sempre) :inch: Ma chase poi è stata ''definita'' come meglio non si poteva sisi Ps:i disegni di Blasco non mi sono mai piaciuti tantissimo, ma comunque nel complesso una storia da 8,5 abbondante -ave_

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  • 8 mesi dopo...

Medda non è stato umile, approcciandosi a Tex. Non ha avuto molto rispetto per il personaggio, si è discostato dai suoi canoni, gli fa collezionare una brutta figura dopo l'altra: nel saloon della ghost town, non si accorge delle monetine d'argento usate come pallottole conficcate nei tavoli (cosa di cui si avvede poco dopo l'agente Pinkerton), le busca (e di brutto) da O'Bannon, sta quasi per farsi infilzare dal rastrello di un bifolco e sta per essere picconato da una vecchia megera. Decisamente non è stato umile, Medda. Però, ragazzi, che capolavoro. Sono entusiasta di questa storia, che non rileggevo da 18 anni e che ricordavo male. Straordinaria la scena iniziale nella ghost town con le bande rivali, originale (su Tex) l'idea del rapimento, ottima la ricostruzione di questi paesi del Sud (l'ambientazione ricorda molto la nizziana I Rapinatori del Missouri, disegnata anch'essa da Blasco) e del clima di omert? nei confronti dei banditi. E poi i personaggi, e i dialoghi: l'odioso O'Bannon, finalmente un avversario degno per Tex, non la solita mammola pronta a cadere alla prima sventola, l'incerto e debole Addison, diviso tra l'amore per il figlio e l'ambizione politica, l'occhialuto Chase, astuto e crudele, con tutta la sua degenerata famiglia (in primis la terribile madre, donna imbastardita dal Sud post guerra civile e dagli speculatori stranieri, ma anche l'orribile e isterico ragazzino malvagio), e tutte le altre significative comparse, la bella e decisa ragazza che tenta di salvare suo marito, la splendida Layla che si innamora del piedidolci, il senatore che minaccia Addison, il "reporter" Orso che corre, il panciuto sceriffo che muore dispiaciuto di morire. E i giochi e gli intrallazzi politici sul fondo, McParland che "non è nostro amico" e viene tenuto all'oscuro, McParland che d' a Tex carta bianca. Questa storia ?' intricata, folta di personaggi, è di una complessit? direttamente proporzionale alla sua bellezza, ed è bella, veramente bella, stupenda. West10 dice che quello di Medda è l'esordio più bello di uno sceneggiatore in Tex. Se non consideriamo Il Passato di Carson (e teniamo quindi conto de La Minaccia Invisibile come prima storia di Boselli) sono assolutamente d'accordo. Per me, un capolavoro.

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A onor del vero, la prima storia di Mauro Boselli per Tex è "La minaccia invisibile" scritta insieme a GLB. Per questo io ho detto che considero quello di Medda il miglior debutto, se invece vogliamo considerare come debutto ufficiale di Mauro "Il passato di Carson" prendendo in considerazione solo le storie scritte da solo allora è chiaro che anche secondo me Medda scende al secondo posto. In ogni caso, primo o secondo che sia, ribadisco, a mio modesto avviso, che Tex con la perdita di Medda come possibile sceneggiatore della serie ha perso la possibilità di avere delle belle storie, specie se si pensa al successivo periodo, chiamiamolo di "rigetto", avuto da Nizzi prima del subentro degli attuali sceneggiatori.

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A onor del vero, la prima storia di Mauro Boselli per Tex è "La minaccia invisibile" scritta insieme a GLB. Per questo io ho detto che considero quello di Medda il miglior debutto, se invece vogliamo considerare come debutto ufficiale di Mauro "Il passato di Carson" prendendo in considerazione solo le storie scritte da solo allora è chiaro che anche secondo me Medda scende al secondo posto. In ogni caso, primo o secondo che sia, ribadisco, a mio modesto avviso, che Tex con la perdita di Medda come possibile sceneggiatore della serie ha perso la possibilità di avere delle belle storie, specie se si pensa al successivo periodo, chiamiamolo di "rigetto", avuto da Nizzi prima del subentro degli attuali sceneggiatori.

Assolutamente d'accordo, West. Una storia di assoluto valore come questa mi fa rimpiangere fortemente l'occasione persa con Medda. L'assenza di quest'autore si aggiunge all'altro grande rimpianto che ho sempre avuto, dopo aver letto quel capolavoro assoluto che è Oklahoma, per Berardi. Peccato per entrambi gli autori.
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Incuriosito dall'intervento di Leo, sono andato a riprendere questi albi dall'armadio. Avevo letto questa storia solo in occasione della sua uscita e ne ricordavo la trama solo a grandi linee: riletta, posso dire che anche secondo me si tratta di una storia di altissimo spessore, pur se con qualche stonatura qua e l' (tra gli episodi citati da Leo, spicca in negativo soprattutto la lezione subita da O'Bannon, pur seguita da un parziale riscatto). I pregi sono veramente molti. Per prima cosa, Michele Medda mi sembra sia riuscito perfettamente a coniugare atmosfere violente e crepuscolari con molto humour (spassosissima la scena in cui Tex, dopo aver snocciolato tre proverbi indiani in cinque minuti, ammette candidamente a Carson di esserseli inventati); i due pard, duri ma guasconi, sono perfettamente individuati; ogni personaggio ha un suo spessore e un suo ruolo nel racconto (strepitosi l'improbabile reporter Orso Che Corre e il combattuto Addison Sr); molti temi sono trattati in modo profondo (l'arrivo nelle regioni sudiste dei potenti carpet-baggers dal Nord industrializzato e l'odio atavico contro gli yankee che ne consegue; il ruolo della stampa; gli intrecci tra la politica e i Pinkerton; la fine dei nativi, rappresentata da Orso Che Corre, al quale lo stesso Tex, che sembra così aver perso le speranze per un futuro di quella gente, regala una bottiglia di whiskey); i dialoghi, secchi ed essenziali, sono perfetti per "Tex". La violenza abbonda ma non è mai, come invece nelle ultime storie di Segura (e in generale in gran parte degli spaghetti-western), fine a sè stessa. Interessanti gli squarci che l'autore sardo apre inoltre su aspetti finora poco visitati dalla saga, quali la realtà dei bordelli (e qui, mi spiace per i puritani, ma la scena in questione non è affatto fine a sè stessa) e dell'immigrazione dall'Est Europa (il cognome dello sceriffo, Lypswicz, sembra chiaramente polacco). Piccola parentesi a proposito di quest'ultimo: nel n.211 lo sceriffo di Tucson è Tom Rupert, che si riprende il suo ruolo ne "Il passato di Carson". A questo punto, vien da pensare che il buon Lypswicz sia solo un supplente :indianovestito:. Blasco, che aveva disegnato su testi di Nizzi anche "I rapinatori del Missouri", storia per molti aspetti vicina a questa, e persino (penso) citata nella scena alla fattoria degli Younger, mi sembra abbia fornito una prova eccezionale: Tex e Carson sono interpretati in modo personale e insieme convincente, mentre l'artista iberico sa ricreare alla perfezione l'atmosfera cupa da fine del West. Assolutamente memorabile la semi-soggettiva iniziale dei Chase pronti a scendere sulla ghost town di Aldrich. In sintesi, IMHO:Soggetto: 9,5Sceneggiatura: 9,5Disegni: 9,5In stelle: *****

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Incuriosito dall'intervento di Leo, sono andato a riprendere questi albi dall'armadio. Avevo letto questa storia solo in occasione della sua uscita e ne ricordavo la trama solo a grandi linee: riletta, posso dire che anche secondo me si tratta di una storia di altissimo spessore, pur se con qualche stonatura qua e l' (tra gli episodi citati da Leo, spicca in negativo soprattutto la lezione subita da O'Bannon, pur seguita da un parziale riscatto). I pregi sono veramente molti. Per prima cosa, Michele Medda mi sembra sia riuscito perfettamente a coniugare atmosfere violente e crepuscolari con molto humour (spassosissima la scena in cui Tex, dopo aver snocciolato tre proverbi indiani in cinque minuti, ammette candidamente a Carson di esserseli inventati); i due pard, duri ma guasconi, sono perfettamente individuati; ogni personaggio ha un suo spessore e un suo ruolo nel racconto (strepitosi l'improbabile reporter Orso Che Corre e il combattuto Addison Sr); molti temi sono trattati in modo profondo (l'arrivo nelle regioni sudiste dei potenti carpet-baggers dal Nord industrializzato e l'odio atavico contro gli yankee che ne consegue; il ruolo della stampa; gli intrecci tra la politica e i Pinkerton; la fine dei nativi, rappresentata da Orso Che Corre, al quale lo stesso Tex, che sembra così aver perso le speranze per un futuro di quella gente, regala una bottiglia di whiskey); i dialoghi, secchi ed essenziali, sono perfetti per "Tex". La violenza abbonda ma non è mai, come invece nelle ultime storie di Segura (e in generale in gran parte degli spaghetti-western), fine a sè stessa. Interessanti gli squarci che l'autore sardo apre inoltre su aspetti finora poco visitati dalla saga, quali la realtà dei bordelli (e qui, mi spiace per i puritani, ma la scena in questione non è affatto fine a sè stessa) e dell'immigrazione dall'Est Europa (il cognome dello sceriffo, Lypswicz, sembra chiaramente polacco). Piccola parentesi a proposito di quest'ultimo: nel n.211 lo sceriffo di Tucson è Tom Rupert, che si riprende il suo ruolo ne "Il passato di Carson". A questo punto, vien da pensare che il buon Lypswicz sia solo un supplente :indianovestito:. Blasco, che aveva disegnato su testi di Nizzi anche "I rapinatori del Missouri", storia per molti aspetti vicina a questa, e persino (penso) citata nella scena alla fattoria degli Younger, mi sembra abbia fornito una prova eccezionale: Tex e Carson sono interpretati in modo personale e insieme convincente, mentre l'artista iberico sa ricreare alla perfezione l'atmosfera cupa da fine del West. Assolutamente memorabile la semi-soggettiva iniziale dei Chase pronti a scendere sulla ghost town di Aldrich. In sintesi, IMHO:Soggetto: 9,5Sceneggiatura: 9,5Disegni: 9,5In stelle: *****

Anch'io trovo eccellente lo stile di Medda in tex e in passato avevo caldeggiato, inascoltato, un suo ritorno. Da texiano, l'unica cosa che mi aveva dato fastidio era proprio l'errore sullo sceriffo, errore tipico però di un nuovo soggettista allo sbaraglio in mancanza di un vero curatore. Se le due storie di Medda avessero avuto un briciolo di editing, forse sarebbe rimasto tra gli autori di Tex.
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Incuriosito dall'intervento di Leo, sono andato a riprendere questi albi dall'armadio. Avevo letto questa storia solo in occasione della sua uscita e ne ricordavo la trama solo a grandi linee: riletta, posso dire che anche secondo me si tratta di una storia di altissimo spessore, pur se con qualche stonatura qua e l' (tra gli episodi citati da Leo, spicca in negativo soprattutto la lezione subita da O'Bannon, pur seguita da un parziale riscatto). I pregi sono veramente molti. Per prima cosa, Michele Medda mi sembra sia riuscito perfettamente a coniugare atmosfere violente e crepuscolari con molto humour (spassosissima la scena in cui Tex, dopo aver snocciolato tre proverbi indiani in cinque minuti, ammette candidamente a Carson di esserseli inventati); i due pard, duri ma guasconi, sono perfettamente individuati; ogni personaggio ha un suo spessore e un suo ruolo nel racconto (strepitosi l'improbabile reporter Orso Che Corre e il combattuto Addison Sr); molti temi sono trattati in modo profondo (l'arrivo nelle regioni sudiste dei potenti carpet-baggers dal Nord industrializzato e l'odio atavico contro gli yankee che ne consegue; il ruolo della stampa; gli intrecci tra la politica e i Pinkerton; la fine dei nativi, rappresentata da Orso Che Corre, al quale lo stesso Tex, che sembra così aver perso le speranze per un futuro di quella gente, regala una bottiglia di whiskey); i dialoghi, secchi ed essenziali, sono perfetti per "Tex". La violenza abbonda ma non è mai, come invece nelle ultime storie di Segura (e in generale in gran parte degli spaghetti-western), fine a sè stessa. Interessanti gli squarci che l'autore sardo apre inoltre su aspetti finora poco visitati dalla saga, quali la realtà dei bordelli (e qui, mi spiace per i puritani, ma la scena in questione non è affatto fine a sè stessa) e dell'immigrazione dall'Est Europa (il cognome dello sceriffo, Lypswicz, sembra chiaramente polacco). Piccola parentesi a proposito di quest'ultimo: nel n.211 lo sceriffo di Tucson è Tom Rupert, che si riprende il suo ruolo ne "Il passato di Carson". A questo punto, vien da pensare che il buon Lypswicz sia solo un supplente :indianovestito:. Blasco, che aveva disegnato su testi di Nizzi anche "I rapinatori del Missouri", storia per molti aspetti vicina a questa, e persino (penso) citata nella scena alla fattoria degli Younger, mi sembra abbia fornito una prova eccezionale: Tex e Carson sono interpretati in modo personale e insieme convincente, mentre l'artista iberico sa ricreare alla perfezione l'atmosfera cupa da fine del West. Assolutamente memorabile la semi-soggettiva iniziale dei Chase pronti a scendere sulla ghost town di Aldrich. In sintesi, IMHO:Soggetto: 9,5Sceneggiatura: 9,5Disegni: 9,5In stelle: *****

Anch'io trovo eccellente lo stile di Medda in tex e in passato avevo caldeggiato, inascoltato, un suo ritorno. Da texiano, l'unica cosa che mi aveva dato fastidio era proprio l'errore sullo sceriffo, errore tipico però di un nuovo soggettista allo sbaraglio in mancanza di un vero curatore. Se le due storie di Medda avessero avuto un briciolo di editing, forse sarebbe rimasto tra gli autori di Tex.
E adesso, sempre che Medda fosse interessato, lo riprenderesti?In fondo quel briciolo di editing lo faresti tu ora, no? :lol2:
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Incuriosito dall'intervento di Leo, sono andato a riprendere questi albi dall'armadio.

Per pura coincidenza anch?io l'ho riletta di recente e mi è piaciuta come la prima volta. ::evvai::

Avevo letto questa storia solo in occasione della sua uscita e ne ricordavo la trama solo a grandi linee: riletta, posso dire che anche secondo me si tratta di una storia di altissimo spessore, pur se con qualche stonatura qua e l' (tra gli episodi citati da Leo, spicca in negativo soprattutto la lezione subita da O'Bannon, pur seguita da un parziale riscatto). I pregi sono veramente molti. Per prima cosa, Michele Medda mi sembra sia riuscito perfettamente a coniugare atmosfere violente e crepuscolari con molto humour (spassosissima la scena in cui Tex, dopo aver snocciolato tre proverbi indiani in cinque minuti, ammette candidamente a Carson di esserseli inventati); i due pard, duri ma guasconi, sono perfettamente individuati; ogni personaggio ha un suo spessore e un suo ruolo nel racconto (strepitosi l'improbabile reporter Orso Che Corre e il combattuto Addison Sr); molti temi sono trattati in modo profondo (l'arrivo nelle regioni sudiste dei potenti carpet-baggers dal Nord industrializzato e l'odio atavico contro gli yankee che ne consegue;

A proposito di editing, un po' di appunti storico-politici avrei da farli: 1) l'Arizona non fu esattamente tra i territori in cui la rivalit? tra Nord e Sud ebbe un peso deterrminante. A parte gli eventi della battaglia di Glorieta Pass del 1862 rimase piuttosto ai margini della guerra e della successiva ricostruzione. 2) Addison non poteva essere candidato alla carica di Governatore dell'Arizona perchè quella carica non era elettiva: all'epoca i governatori dei Territori (e l'Arizona fino al 1912 fui un Territorio e non una Stato) erano, infatti, nominati dal Presidente degli Starti Uniti.

il ruolo della stampa; gli intrecci tra la politica e i Pinkerton; la fine dei nativi, rappresentata da Orso Che Corre, al quale lo stesso Tex, che sembra così aver perso le speranze per un futuro di quella gente, regala una bottiglia di whiskey); i dialoghi, secchi ed essenziali, sono perfetti per "Tex". La violenza abbonda ma non è mai, come invece nelle ultime storie di Segura (e in generale in gran parte degli spaghetti-western), fine a sè stessa.

Non vi è dubbio, almeno per me, che ci sia una certa influenza degli spaghetti western specie nella caratterizzazione di certi personaggi. Il che, mi pare ovvio, non è di per se un difetto ed in questo caso non lo è di certo.

Interessanti gli squarci che l'autore sardo apre inoltre su aspetti finora poco visitati dalla saga, quali la realtà dei bordelli (e qui, mi spiace per i puritani, ma la scena in questione non è affatto fine a sè stessa)

In ogni caso, a me non spiace per i puritani. _ahsisi :malediz...

e dell'immigrazione dall'Est Europa (il cognome dello sceriffo, Lypswicz, sembra chiaramente polacco).

E Medda poteva anche trovarne uno più facilmente pronunciabile. _ahsisi

Piccola parentesi a proposito di quest'ultimo: nel n.211 lo sceriffo di Tucson è Tom Rupert, che si riprende il suo ruolo ne "Il passato di Carson". A questo punto, vien da pensare che il buon Lypswicz sia solo un supplente :indianovestito:.

Giusto per cercare di far tornare l'errore (dovuto al fatto, come sottolineava Borden, che mancava un vero controllo sulle sceneggiature), si potrebbe dire che uno dei due era il Marshall di Tucson e l'altro lo sceriffo di Pima County (la contea di cui Tucson era ed è il capoluogo). Su Tex, seguendo una lunga tradizione che risale all'adattamento italiano dei primi film western, si è sempre usato il termine sceriffo sia per indicare il tutore della legge cittadino (City o Town Marshall) nominato dal sindaco o consiglio comunale che quello dell'intera contea (Sheriff). Solo in pochissimi casi ho visto usare il termine Marshall in una storia di Tex. Dubito sia questo il caso, però. In ogni caso, questi sono dettagli che non inficiano la validit? della storia.

Blasco, che aveva disegnato su testi di Nizzi anche "I rapinatori del Missouri", storia per molti aspetti vicina a questa, e persino (penso) citata nella scena alla fattoria degli Younger, mi sembra abbia fornito una prova eccezionale: Tex e Carson sono interpretati in modo personale e insieme convincente, mentre l'artista iberico sa ricreare alla perfezione l'atmosfera cupa da fine del West. Assolutamente memorabile la semi-soggettiva iniziale dei Chase pronti a scendere sulla ghost town di Aldrich.

A dire il vero, in questa storia Jesus Blasco, che già aveva seri problemi di salute, fu aiutato pesantemente dal fratello Alejandro.
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Quoto l'intervento di Don Fabio, e non perchè riprenda il mio, ma perchè è stato molto più efficace e puntuale di me nel commentare questa storia: da applausi. Tra le altre cose, mi ha anche ricordato la battuta di Tex sui proverbi indiani: non so come abbia fatto a dimenticarmene; è divertentissima. Come divertentissimo è il solito intervento di Carlo, i cui interventi ricchi di humour mi mettono sempre in allegria. E quoto soprattutto la sua domanda relativa alla possibilità di rivedere nuovamente Medda su Tex. Mauro, perchè non proporglielo?

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  • 2 mesi dopo...

Storia molto ben sceneggiata con diversi tocchi di classe... come il cambio di scena tra seconda e terza vignetta di pagina 53 di Bande Rivali e quello tra la prima e la seconda di pagina 65 sempre dello stesso albo... cambia la scena ma c'è continuit? nel discorso... chicca da abili montatori, sembra quasi di assistere ad un film e non di leggere un fumetto. Chi sa se Medda in futuro torner? a far parte della famiglia di Tex.

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  • 1 anno dopo...

L'impostazione di Medda mi è piaciuta molto, per quanto molto lontana dalla usuali. Questi salti di scena, l'intrecciarsi di vari filoni ha dato un ritmo molto avvincente e definito un Tex riflessivo, in nettissimo contrasto con il Ranger scanzonato e quasi caciarone di Nolitta. Peccato che la sua collaborazione sia stata di brevissima durata

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L'impostazione di Medda mi è piaciuta molto, per quanto molto lontana dalla usuali. Questi salti di scena, l'intrecciarsi di vari filoni ha dato un ritmo molto avvincente e definito un Tex riflessivo, in nettissimo contrasto con il Ranger scanzonato e quasi caciarone di Nolitta. Peccato che la sua collaborazione sia stata di brevissima durata

Visto che ti è piaciuta molto ti segnalo che puoi trovare un articolo su questa storia corredato da interviste allo stesso Medda, a Boselli ed a Villa sul Tex Willer Magazine nr. 8 :trapper:
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