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TWF - Tex Willer Forum

[616/617] Sotto Scorta


paco ordonez
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Voto alla Storia?  

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Ognuno comunque è libero di immaginarsi il proprio Tex... il "mio" Tex  come ho già detto nell'apposita discussione me lo immagino un uomo normale, un poco più robusto della media, ma non certo questo Armadio come dice Pecos.

 

 

beh... Il tex di Villa ha delle spalle che non solo lo fanno somigliare a un armadio, ma a un.... mobilificio! A me questo Tex piace e come diceva Fusco che è stato tra i primi a farlo robusto, per far volare gli avversari a metri di distanza non può certo essere un mingherlino. 

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Al di là di quelle che sono le diverse rappresentazioni grafiche, Tex ha in realtà delle misure dichiarate che sono un'altezza di 180 cm circa per una ottantina di chilogrammi e su queste approssimazioni possono giocare, ma neanche tanto, i vari disegnatori.

 

Ora senza fare ricorso a tabelle antropometriche o normogrammi peso altezza, le misure su citate indicano un peso lievemente superiore alla norma per l'altezza considerata.

Dal momento che nessuno di noi, penso, ritenga Tex in sovrappeso, nonostante la sua dieta abbondi di bistecche alte tre dita, montagne di patatine, generose porzioni di torta di mele e abbondanti libagioni, la conclusione è che l'eccesso ponderale sia ascrivibile a una potenziata massa muscolare derivata da una attività fisica sicuramente legata a uno stile di vita più movimentato di quello dei suoi coetanei attuali, mediamente più sedentari. 

 

Per cui si, Tex non è un Marcantonio come Zagor, ma è sicuramente alto e robusto.

 

Passando alla storia l'ho riletta con piacere sulla recente edizione a colori e l'ho trovata ben congegnata e disegnata, anche se risulta evidente la forzatura della scalcagnata squadra di aiutanti di Tex che ha la meglio sull'agguerrita banda dei fratelli Torrent. Nessuno di questi ultimi è sopravvissuto, ma torneremo a vederli nei prossimi cattivi di Faraci che ricalcano solitamente lo stesso cliché, rendendo prevedibile l'evoluzione delle vicenda sino alla conclusione. Spero che Tito possa prossimamente smentirmi.

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Si.. ma è alto 1.80... non 1.95, un armadio non è solo largo...

 

Al di là di quelle che sono le diverse rappresentazioni grafiche, Tex ha in realtà delle misure dichiarate che sono un'altezza di 180 cm circa per una ottantina di chilogrammi e su queste approssimazioni possono giocare, ma neanche tanto, i vari disegnatori.

 

Ora senza fare ricorso a tabelle antropometriche o normogrammi peso altezza, le misure su citate indicano un peso lievemente superiore alla norma per l'altezza considerata.

Dal momento che nessuno di noi, penso, ritenga Tex in sovrappeso, nonostante la sua dieta abbondi di bistecche alte tre dita, montagne di patatine, generose porzioni di torta di mele e abbondanti libagioni, la conclusione è che l'eccesso ponderale sia ascrivibile a una potenziata massa muscolare derivata da una attività fisica sicuramente legata a uno stile di vita più movimentato di quello dei suoi coetanei attuali, mediamente più sedentari. 

 

Per cui si, Tex non è un Marcantonio come Zagor, ma è sicuramente alto e robusto.

 

 

Completamente d'accordo.

Tex va disegnato si con le spalle larghe, ma Villa lo fa di questa altezza e a me sembra che quello dei cestaro sia almeno 190-195.

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  • 6 mesi dopo...

Dopo averlo riletto,non posso che confermare le buonissime impressioni che questa avventura aveva suscitato in me la prima volta. Sceneggiatura e disegni al top,copertina dei "Valorosi di Fort Kearny" a dir poco strepitosa,il mio voto continua ad essere 10.

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  • 5 mesi dopo...

Bella storia scritta e sceneggiata da Faraci, con un inedito (non capita spesso) Tex in solitaria che tiene bene la scena, dove la tensione emotiva della storia inizia già dall'incipit e si mantiene per i due albi senza cadute. Ottimi i disegni dei fratelli Cestaro che, con un tratto nervoso, danno il meglio di sè nelle scene dinamiche, ma con ottima resa anche nelle espressioni dei volti. Voto 8

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  • 3 anni dopo...
  • co fondatore

Storia che non riprendo da allora, andando a memoria le do una sufficienza risicata. Solita faraciata, ma con un filo d'impegno in più rispetto alle prove successive.

Ricordo piuttosto buoni i disegni.

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La prima scena, con il vecchietto che entra in casa e trova Tex seduto, é da antologia, da grande sceneggiatore. Grande il modo con cui Tex zittisce il prigioniero - temuto da tutti - e che di fronte a lui sembra uno dei tanti scalzacani da lui affrontati negli anni.

Il secondo albo pur non avendomi deluso, l’ho trovato inferiore al primo in quanto farcito di sparatorie ed un pò più povero di dialoghi.

Prova positiva, comunque, per Faraci che, almeno sulla serie regolare, finora non aveva sbagliato un colpo.

Voto alla storia: 8
Voto ai disegni: 9

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  • 1 anno dopo...

Prima vera stecca di Faraci, a mio avviso. Può sembrare un giudizio troppo perentorio il mio, tuttavia rileggendo la sua quarta prova sulla saga, non posso esimermi da esprimere un parere non del tutto positivo. Ancora una volta l’autore opta per la scelta di far agire in solitaria Tex, scelta che può essere pure legittima, ma che andrebbe alternata; evidentemente la gestione contemporanea dei pards non era nelle sue corde. Altro aspetto non lusinghiero, l’ennesimo soggetto scarno e poco originale per riempire una doppia. La trama scivola via troppo piatta e prevedibile, con alcuni snodi forzati e la noia regna padrona. La banda Torrence onestamente non parrebbe così ostica da creare tanti grattacapi a Tex, che si prende la briga di scortare uno dei fratelli, acchiappato all’inizio della storia con estrema facilità. Eppure sarà proprio così, visto che il resto del soggetto gira attorno alla scorta del ranger, che giunto a fort Kearny ha l’amara sorpresa di trovarlo sguarnito. Già appare strano che si lascino solo sei uomini in un fortino per una missione, ma che poi questo accada proprio all’arrivo di Tex è una coincidenza sospetta, per usare un eufemismo. Non del tutto funzionale nemmeno la presenza del passaggio segreto, sconosciuto ai militari ma, guarda caso, noto a un bandito. Snodo narrativo che pare studiato ad hoc per alimentare il povero spunto di soggetto ma che, col senno di poi, poco incide, visto l’incapacità dei banditi di sfruttare l’effetto sorpresa e la schiacciante superiorità numerica. Lo scontro decisivo è una sequenza lunghissima di spari e avversari colpiti, che onestamente a me urta un po’, disturba la lettura e non si rivela una sequenza appagante per il lettore, che rischia di perdere il filo ed essere indotto a scorrere in avanti le pagine, visto che nell’economia della trama il susseguirsi di tali vignette è quasi nullo e pare un allungamento di brodo evitabile. Prima prova scialba e poco ispirata di Faraci, preoccupante campanello d’allarme per ciò che accadrà all’autore nel proseguo della sua opera su Tex. Di contraltare, buona la prestazione grafica dei gemelli Cestaro, che esaurita la positiva gavetta sulla serie, sfoderano uno stile possente e incisivo e anche la caratterizzazione di Tex risulta alquanto migliorata, seppur tendente troppo all’imbronciato. In anni in cui l’ingresso di nuove leve nella squadra texiana furono all’ordine del giorno, i due disegnatori campani, giunti già alla quarta storia, sembrarono già affidabili veterani. Il mio voto finale è 5

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  • 1 anno dopo...

Allora...Devo ammettere che questa storia di Faraci mi è piaciuta al 90%. Contorno di personaggi sfizioso, buona caratterizzazione, anche dei fratelli "cattivi". I disegni dei Cestaro sono belli e sporchi. Ho provato solo un grosso fastidio per il finale. Cioè per la gestione del duello finale tra Tex e Jack. Questo "apparire" per ben due volte di Tex non mi è andato giù. Globalmente la sceneggiatura di Faraci mi ha preso quindi lo promuovo tranne per il neo che ho già evidenziato.

 

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  • 7 mesi dopo...

Questa prova di Faraci probabilmente si posiziona un gradino sotto le precedenti, e forse non è neanche così esagerato sostenere che possa aver rappresentato per lui una sorta di "inizio della fine", tuttavia dal mio punto di vista si mantiene ancora su standard più che accettabili. Una sceneggiatura puramente western, che attinge con avidità ad un grande classico del genere quale la scorta di un prigioniero ed i contestuali tentativi dei suoi complici di liberarlo, accompagnata secondo me più che degnamente dal tratto sempre più definito e diretto dei fratelli Cestaro.

 

Ottima la gestione di Tex, una vota tanto privo della compagnia dei suoi pards, che si autoincarica di scortare il pericoloso delinquente Jack Torrent fino a Fort Kearney: nel corso della vicenda, emergono infatti sempre più, pagina dopo pagina, il carattere risoluto e la capacità di leadership del Ranger, in grado di ottenere il meglio da ciascuno dei suoi pards d'occasione, tutti a mio parere caratterizzati molto bene. Mi vengono in mente soprattutto le caratterizzazioni del giovanissimo Devin, ragazzino che si aggrega alla scorta per una sorta di infantile spirito di avventura, che però supera alla grande nel momento decisivo passando attraverso un'umanissima paura, o anche il dottor Burton, che non esita un attimo ad offrire il proprio aiuto a Tex per assecondare il suo desiderio di giustizia, al pari dei tre Benson (padre e figli); stesso dicasi il tenente Rollins di Fort Kearney, giovanissimo anche lui ma in possesso di schiena dritta e senso del dovere. Forse un po' troppo stereotipati, ma comunque efficaci ai fini della narrazione, i tre fratelli Torrent, Frank e Billy oltre al già citato Jack, tre carogne che ispirano antipatia sin dalla prima vignetta.

 

Un solo punto debole, a mio avviso, penalizza un po' la sceneggiatura nella sua seconda e decisiva parte e le impedisce di eguagliare le precedenti di Faraci: il passaggio segreto che collega il forte alla prateria circostante, anziché risultare un effetto sorpresa finisce secondo me per rivelarsi uno stratagemma piuttosto banale per portare avanti la trama. Poiché del passaggio non ne sapeva nulla neanche il tenente Rollins, mi ha fatto storcere un po' il naso che invece ne fosse a conoscenza un membro della banda ex disertore, che sostiene di esserne venuto a suo tempo a conoscenza da un commilitone anziano benché l'esistenza del tunnel fosse nota solo al comandante del forte. Una cosa che può anche essere presa per buona e si può anche accettare, per carità, tuttavia resto del parere che questo dettaglio Faraci avrebbe potuto giocarselo meglio, se proprio non avesse inteso impostare la seconda parte della storia in tutt'altra maniera.

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