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TWF - Tex Willer Forum

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Allora...Peccato, peccato. Faraci ha sprecato un'occasione con l'ottimo Delvecchio e con un paio di personaggi interessanti (il Sergente Burke, il figlioccio Rufus, lo sceriffo, i fratelli Dekker). Alla fine la minestra è insipida. Tex in difficoltà è sempre interessante ma poi ci si perde in troppe sparatorie (nemmeno un granché), in poca analisi dei personaggi e stringi stringi c'è poco spessore.

Il 13/10/2012 at 13:29, Leo dice:

Quoto Paco, e anche i successivi interventi di Stefano-Tex e Jack 65, e li quoto in tutto. Quando dicono che non ci siamo. Quando dicono che questa storia è improponibile. Quando dicono che la trama è quella di un vecchio Tex (oggi inevitabilmente datata), ma dilatata per entrare nel formato del nuovo Tex. Quando dicono che nessun personaggio resta impresso. Quando dicono che i fratelli Dekker, alla cui vista ho respirato un attimo perchè credevo stessero per innalzare il livello della storia, sono stati sprecati nel modo peggiore. Quando dicono che se almeno Rufus e il sergente fossero morti, oltre alla verosimiglianza avremmo avuto almeno un piccolo colpo di reni finale.


Purtroppo, nonostante la mia più volte ribadita stima per Faraci (che spero si rinnovi con il Maxi, che non ho ancora letto), stavolta il mio personale giudizio è nettamente negativo.

Lo so che non si possono sempre leggere capolavori, è umano, è normale, ne sono perfettamente consapevole. Ma una buona storia, almeno, questa me l'aspetto.

Mi spiace dirlo (ma lo dico da appassionato, e non tanto per fare il detrattore, e lo dico per l'amore che ho per il personaggio e con tutto il rispetto possibile per il lavoro degli autori) tra Rufus, Makua ed Espectro, è da un po' che mi manca Tex.

A grandi linee concordo. I disegni di Del Vecchio aiutano un po' però ci sono diversi punti deboli.

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  • 2 mesi dopo...

Non ricordo quanto scrissi all'epoca su questo topic. Ricordo che leggendola mi annoiai parecchio nel primo albo, mi divertii un po' nel secondo. Scrivendo sul forum, conoscendomi, dovetti temperare un po' al rialzo il giudizio sulla base della seconda parte. In ogni caso, mi rifiuto di andare a rileggermi.

La settimana scorsa ho preso il primo albo e l'ho riletto. Mi ha interessato tanto che ho atteso una settimana prima di rileggermi anche il secondo; e forse è stato meglio così.

 

Il primo albo è, probabilmente, il primo passo falso di Faraci su Tex, che nelle prove precedenti mi aveva decisamente convinto. La prima metà dell'albo parte per una sparatoria ultradilatata, ripetitiva, senza la minima tattica, con Tex che viene colpito a più riprese, sviene, si riprende, viene colpito di nuovo, sviene, si riprende, spara, sviene... Se lo spunto di mettere Tex in difficoltà è buono, non lo è la modalità in cui ciò avviene: goffa, innaturale e, al postutto, ben poco sensata.

Rufus è poco sveglio e ciò spiega la banalità e semplicità tanto dei suoi dialoghi quanto delle sue azioni. Purtroppo, tutti gli altri personaggi parlano e si comportano come lui.

Insomma, la sensazione che provo è che l'autore mi stia trattando come un bambino poco sveglio, ciò che in genere mi irrita abbastanza (e che GLB e Boselli non fanno mai. Poi possono anche scrivere una storia brutta, ma almeno non senti che ti parlano come se fossi uno scemo a cui tutto va spiegato e rispiegato più e più volte).

 

Il secondo albo un po' si risolleva. Ci sono ancora ingenuità e stupidaggini (lo sceriffo Parker: "Se avessi saputo che era Tex Willer avrei messo in conto la possibilità di un agguato ai nostri danni"... no, perché ci vuole un genio per pensare a farvi un agguato? :D ), i fratelli Dekker annunciati come ammazzasette poi si rivelano dei pirla qualsiasi, solo che si atteggiano a personaggi di Tarantino, la salvezza finale di Burke e Rufus decisamente stiracchiata; ma la vicenda riprende un po' di ritmo, i personaggi parlano un po' meno da scemi, Tex usa un minimo di tattica negli scontri finali... Insomma, un po' sbadigliando, ma alla sufficienza, anche se non pienissima, ci si arriva.

 

Delvecchio migliora nettamente lungo la storia, sviluppando un tratto sempre sobrio, ma dalle prospettive e dalle inquadrature via via più interessanti. Nel secondo albo alcune vignette presentano un tratto più grosso e meno rifinito, come se fossero state ritoccate a parte, fotocopiate e poi incollate sulla tavola (per rendere l'idea, eh. Non ne so niente :D). Hanno un aspetto un po' vintage e mi hanno fatto pensare a come sarebbe un'intera storia disegnata così: un po' grezza, ma la gradirei.

 

Comincia con questa storia, poi prepotentemente con le successive, la parabola discendente di Faraci su Tex. Peccato, perché non solo sembra già l'ombra dell'autore che era nelle storie precedenti; ma soprattutto non ha niente a che vedere con lo sceneggiatore talentuoso ammirato in Disney fino a pochi anni prima (qualche settimana mi sono riletto le sue due storie per la bistrattata terza serie di PK, le cosiddette Frittole: "Creature dagli abissi" e "Lo sciame". Ben lontane dai suoi capolavori, ma piacevoli e sceneggiate con mano davvero esperta). Tex e Faraci non si sono proprio beccati.

 

Leggendo questa storia e le successive, così inferiori alle sue prime, la sensazione è che Faraci sia caduto nel puro fan service, badando a ciò che secondo lui volevano i lettori più che alla propria voce d'autore e alla storia della serie.

I lettori vogliono sparatorie, un certo lessico, storie semplici? Facciamo quello.

Cosa che secondo me gli altri autori non hanno mai fatto: badano sì a quello che i lettori vogliono platealmente, ma anche a quello che i lettori vogliono profondamente, magari (alcuni) senza accorgersene. Il segreto del successo di Tex è tutto lì.

 

Qualcuno, tempo fa, in un topic, disse che gli sarebbe piaciuto vedere storie lunghe magari mal riuscite riadattate a storie brevi. Pessima idea: una storia breve non è una storia lunga accorciata, ma ha una struttura e una natura narrativa completamente diversa. Però questa storia, narrata in un albo solo; o in mezzo, col ritmo delle vecchie strisce, avrebbe guadagnato parecchio.

 

Prossimo obiettivo: leggermi l'ultimo Color Tex storie brevi.

Proprio così.

Virgin ha comprato un Tex in edicola.

(dissolvenza sulla colomba che s'invola verso il cielo apertosi all'improvviso, rasserenato. Musica di Vangelis)

  • +1 1
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, virgin dice:

Non ricordo quanto scrissi all'epoca su questo topic. Ricordo che leggendola mi annoiai parecchio nel primo albo, mi divertii un po' nel secondo. Scrivendo sul forum, conoscendomi, dovetti temperare un po' al rialzo il giudizio sulla base della seconda parte. In ogni caso, mi rifiuto di andare a rileggermi.

La settimana scorsa ho preso il primo albo e l'ho riletto. Mi ha interessato tanto che ho atteso una settimana prima di rileggermi anche il secondo; e forse è stato meglio così.

 

Il primo albo è, probabilmente, il primo passo falso di Faraci su Tex, che nelle prove precedenti mi aveva decisamente convinto. La prima metà dell'albo parte per una sparatoria ultradilatata, ripetitiva, senza la minima tattica, con Tex che viene colpito a più riprese, sviene, si riprende, viene colpito di nuovo, sviene, si riprende, spara, sviene... Se lo spunto di mettere Tex in difficoltà è buono, non lo è la modalità in cui ciò avviene: goffa, innaturale e, al postutto, ben poco sensata.

Rufus è poco sveglio e ciò spiega la banalità e semplicità tanto dei suoi dialoghi quanto delle sue azioni. Purtroppo, tutti gli altri personaggi parlano e si comportano come lui.

Insomma, la sensazione che provo è che l'autore mi stia trattando come un bambino poco sveglio, ciò che in genere mi irrita abbastanza (e che GLB e Boselli non fanno mai. Poi possono anche scrivere una storia brutta, ma almeno non senti che ti parlano come se fossi uno scemo a cui tutto va spiegato e rispiegato più e più volte).

 

Il secondo albo un po' si risolleva. Ci sono ancora ingenuità e stupidaggini (lo sceriffo Parker: "Se avessi saputo che era Tex Willer avrei messo in conto la possibilità di un agguato ai nostri danni"... no, perché ci vuole un genio per pensare a farvi un agguato? :D ), i fratelli Dekker annunciati come ammazzasette poi si rivelano dei pirla qualsiasi, solo che si atteggiano a personaggi di Tarantino, la salvezza finale di Burke e Rufus decisamente stiracchiata; ma la vicenda riprende un po' di ritmo, i personaggi parlano un po' meno da scemi, Tex usa un minimo di tattica negli scontri finali... Insomma, un po' sbadigliando, ma alla sufficienza, anche se non pienissima, ci si arriva.

 

Delvecchio migliora nettamente lungo la storia, sviluppando un tratto sempre sobrio, ma dalle prospettive e dalle inquadratura via via più interessanti. Nel secondo albo alcune vignette presentano un tratto più grosso e meno rifinito, come se fossero state ritoccate a parte, fotocopiate e poi incollate sulla tavola (per rendere l'idea, eh. Non ne so niente :D). Hanno un aspetto un po' vintage e mi hanno fatto pensare a come sarebbe un'intera storia disegnata così: un po' grezza, ma la gradirei.

 

Comincia con questa storia, poi prepotentemente con le successive, la parabola discendente di Faraci su Tex. Peccato, perché non solo sembra già l'ombra dell'autore che era nelle storie precedenti; ma soprattutto non ha niente a che vedere con lo sceneggiatore talentuoso ammirato in Disney fino a pochi anni prima (qualche settimana mi sono riletto le sue due storie per la bistrattata terza serie di PK, le cosiddette Frittole: "Creature dagli abissi" e "Lo sciame". Ben lontane dai suoi capolavori, ma piacevoli e sceneggiate con mano davvero esperta). Tex e Faraci non si sono proprio beccati.

 

Leggendo questa storia e le successive, così inferiori alle sue prime, la sensazione è che Faraci sia caduto nel puro fan service, badando a ciò che secondo lui volevano i lettori più che alla propria voce d'autore e alla storia della serie.

I lettori vogliono sparatorie, un certo lessico, storie semplici? Facciamo quello.

Cosa che secondo me gli altri autori non hanno mai fatto: badano sì a quello che i lettori vogliono platealmente, ma anche a quello che i lettori vogliono profondamente, magari (alcuni) senza accorgersene. Il segreto del successo di Tex è tutto lì.

 

Qualcuno, tempo fa, in un topic, disse che gli sarebbe piaciuto vedere storie lunghe magari mal riuscite riadattate a storie brevi. Pessima idea: una storia breve non è una storia lunga accorciata, ma ha una struttura e una natura narrativa completamente diversa. Però questa storia, narrata in un albo solo; o in mezzo, col ritmo delle vecchie strisce, avrebbe guadagnato parecchio.

 

Prossimo obiettivo: leggermi l'ultimo Color Tex storie brevi.

Proprio così.

Virgin ha comprato un Tex in edicola.

(dissolvenza sulla colomba che s'invola verso il cielo apertosi all'improvviso, rasserenato. Musica di Vangelis)

Io sto procedendo alla lettura di Faraci e concordo con te. Si è spento pian piano ma era partito bene. Alcune sue storie mi sono piaciute poi è calato. Tex è difficile da maneggiare soprattutto con regolarità. Per questo apprezzo Ruju dove al netto di non troppi picchi mantiene un discreto livello per me.

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  • 1 anno dopo...

Storia che segna, a mio avviso l'inizio della discesa di Faraci. Piatta è inconsistente, scivola via senza nessun sussulto. Soggetto e sceneggiatura fra il 4 e il 5. Disegni 8 ma che non bastano a portarla alla sufficenza, quindi voto 5.

Ho visto che son volati dei 9, ma poi si è visto come è finito Faraci. 

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  • 11 mesi dopo...

Storia poco interessante con personaggi mai realmente approfonditi. Peccato perché il rapporto tra Burke e Rufus aveva del potenziale quantomeno per delle scene dall'impatto emozionale, che invece non sono mai arrivate. Quasi nulli i colpi di scena se non la sopravvivenza nel finale dei due sopracitati che però mi è parsa forzata. D'altronde pure la loro morte sarebbe stata deludente.

Ridicoli i fratelli Dekker: all'inizio sembrano due fuori di testa estremi, ritenuti troppo violenti anche dagli stessi cattivi, quasi due personaggi usciti da un manga, poi però si fanno ammazzare come due balordi qualsiasi ottenendo solo di eliminare un cavallo in un fossato.

 

Disegni di Del Vecchio molto buoni, senza bassi e senza alti, insomma non ho gridato al miracolo come recentemente mi è capitato leggendo storie di Font e di Andreucci in numeri molto vicini a questi.

 

Dite che da questa storia comincia un periodo nero per Faraci. A me però i numeri 629-630 non sono dispiaciuti. Forse merito degli ottimi disegni di Mastantuono?

Modificato da frank_one
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